continuiamo col
processo...dunque ho scritto molti pezzi sparsi....che devo collegare tra loro...xo posso postare questa continuzione che riguarda l'interrogatorioa a dung! Ci vediamo presto,
JO
Mundungus, seguito dagli occhi di tutti, raggiunse il banchetto dei testimoni e si sedette; Malfoy era vicino a lui. Harry non sapeva cosa aspettarsi da questa prima testimonianza: aveva sempre pensato che Dung, per quanto infimo e ladro, fosse in fondo un membro dell’Ordine e fosse di conseguenza fedele a Silente. Evidentemente, per lui il denaro valeva di più della fedeltà…
<<Signor Inettus, prego, si faccia avanti…>> disse gentilmente Mafalda. Un piccolo e magrissimo mago entrò nel campo visivo di Harry, come spuntato dal nulla. Aveva i capelli neri come la pece, l’espressione stralunata, il mento prominente, gli occhi grigi e tristi e la barba ispida e sfatta. Indossava una giacca marrone malamente rattoppata in più punti abbinata ad una vecchia cravatta lisa. Camminava, timido, quasi in soggezione, la schiena ossuta ricurva, lo sguardo fisso sul pavimento. In mano teneva una fiala, il cui contenuto era incolore. Harry conosceva fin troppo bene la pozione che vi era rinchiusa. Dunque Hermione aveva detto il vero. Gli aveva confidato, infatti, che ogni mago o strega chiamato a interrogatorio era obbligato ad assumere una dose di Veritaserum, cosicché non ci potesse essere il minimo dubbio sulla natura veritiera delle sue parole. Harry sorrise. Evidentemente Malfoy aveva fatto male i suoi calcoli e tralasciato questo piccolo, ma essenziale particolare. Il gioco sarebbe finito presto.
Inettus consegnò la fiala a Mundungus e tornò a nascondersi, intimorito, in qualche anfratto dell’aula, senza dire una parola. Quando i polpastrelli di Mundungus afferrarono, tremanti, la pozione, e vennero a contatto con il vetro della boccetta, il ladruncolo deglutì rumorosamente e tremò. Il sorriso di Harry si allargò. Malfoy sembrava apparentemente ( e del tutto incomprensibilmente) tranquillissimo.
Kingsley si alzò per la seconda volta, scuro e solenne, come circondato da un aura di potere. Tutti mantenevano un rispettoso silenzio. Puntò la bacchetta verso il cielo.
Mundungus lo guardava, terrorizzato: non sapeva assolutamente cosa fare.
<<Alzi la bacchetta, Signor Fletcher!>> gli disse Mafalda tra i denti.
<<La bacchetta? Oh! Ma sì certo! La…la bacchetta…ehm…>>. Frugò nervosamente nelle tasche, mentre la folla sghignazzava. Finalmente, la trovò -era chissà come finita in un logoro cilindro nero, che indossava per l’occasione- e alzò il braccio, incerto.
<< Signor Fletcher! >> esclamo il Ministro, serio ma pacato, e l’aula ammutolì, << Oggi, in quest’aula e in presenza di questi testimoni, lei, insieme ad altri che la seguiranno, influenzerà, con le sue affermazioni, un regolare
processo magico della Suprema Corte del Wizengamot. E dunque lei, nel pieno possesso delle sue facoltà fisiche, mentali e magiche, come individuo appartenente alla Comunità Magica Inglese, consapevole della responsabilità che si assume davanti ai tutti maghi e in conoscenza delle regole e delle procedure tutte, giuri di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Dica lo giuro>>.
<<Lo giuro…>> balbettò Mundungus. La sua bacchetta e quella di Kingsley furono attraversate simultaneamente da un bagliore rosso che illuminò il soffitto, sotto lo sguardo stupefatto dei presenti.
<<Molto bene. Ora, la Legge per la Sicurezza e la Veridicità delle Testimonianze Magiche del Wizengamot stabilisce che lei debba assumere una certa dose di Veritaserum>> aggiunse il Ministro, un cenno verso la pozione, <<le chiedo gentilmente di berla. Poi potremmo iniziare con le domande>>.
Mundungus tentennò qualche secondo: era più impaurito che mai. Nello spazio di un battito prese la sua decisione e, molto lentamente, si portò il Veritaserum alle labbra. Aveva bevuto tutta la pozione, non c’erano dubbi.
Malfoy si avvicinò e, schiarendosi la voce, cominciò a dire, in modo che tutti potessero udirlo: <<Signor Fletcher, lei è a conoscenza di cosa sia l’Ordine della Fenice?>>.
<<S-s-sì…>>.
<<E nega di averne fatto parte, un tempo?>> continuò Lucius.
<<Ma dove vuole andare a parare?>> sussurrò Ron, subito zittito da Hermione. Era, se possibile, ancora più attenta di quanto lo fosse a lezione.
<<Sì…cioè no…ah queste maledette domande sono troppo difficili!>> esclamò Mundungus.
<<Lei. Era. Un. Membro. Dell’Ordine. Della Fenice?>> chiese, seccato, Malfoy, scandendo le parole. Sembrava stesse sgridando un bambino colpevole di aver rubato una caramella…
<<Sì io ero nell’Ordine…un pezzo grosso in effetti…grandi responsabilità…>> rispose Dung, accarezzandosi il mento, per darsi un tono.
<<Pfff!>> sbuffò Harry. <<Quel verme combinava più guai di quanti ne risolvesse!>>. Tacque però, all’ennesima occhiataccia di Hermione.
<<Potrebbe gentilmente spiegare, a chi dei presenti non ne fosse a conoscenza, cosa fosse questo Ordine della Fenice?>> chiese Malfoy.
<<Beh…allora, quando Voi-Sapete-Chi era al potere, noi maghi dell’Ordine cercavamo di combattere il maledetto, insomma….eravamo tutti molto dotati, si capisce…grandi maghi…me compreso…grandi responsabilità…>> ripetè Mundungus.
<<Molto bene>> lo interruppe Malfoy, allontanandosi un poco dal banchetto, arricciando il naso. In effetti, persino dove erano seduti Harry Ron e Hermione, l’odore di fumo e uova marce era percepibile.
<< Spero non vi dispiacerà>> esclamò Lucius, voltandosi verso la folla, <<se riassumo, al posto del nostro testimone,…in modo che possano capire…tutti. Come ha detto il Signor Fletcher, questo “insieme” di maghi, l’Ordine della Fenice, con a capo Albus Silente, si era occupato in passato di contrastare il Signore Osc…ehm…Colui che non deve essere nominato. Ora, quando egli, come voi ben sapete, tornò al potere, circa tre anni fa, l’Ordine si riformò, accogliendo nuovi membri>>.
Si rigirò verso Mundungus: <<Può raccontare ai giudici dell’attacco, proprio come lo ha cortesemente esposto a me?>>.
<<Sì beh…dovete sapere che un anno fa, noi dell’Ordine dovevamo trasferire Harry Potter da casa dei suoi zii, per…beh insomma, per metterlo al sicuro, accidenti! C’era un vecchio pazzo che tentava di ucciderlo e noi abbiamo dovuto intervenire. Eravamo tredici più il ragazzo e abbiamo usato la Polisucco per fare tante copie di Harry, così potevamo confondere le idee a quei maledetti incappucciati. Siamo saliti sulle scope e su degli enormi bestioni neri con un nome impronunciabile, e ci siamo divisi in sette coppie, ognuna con un finto Harry e un mago dell’Ordine. Ogni coppia era diretta verso una diversa casa. Il piano era mio sapete…le mie idee venivano prese sempre in considerazione. Ero un po’…come si può dire…uno stratega…>>.
<<Ehm, ehm>> tossicchiò Malfoy. <<Signor Fletcher non ho alcun dubbio che lei sia un grande mago dotato di…ehm…enormi capacità. Ma il tempo che abbiamo a disposizione è limitato…>>. Era incredibilmente viscido. Da piccolo lo avevano nutrito a pane e sarcasmo?
<< Oh..sì scusi…Insomma, appena siamo partiti, però, i suoi seguaci ammantati…i Mangiamorte…ci hanno accerchiati. E’ scoppiato il caos, ma per fortuna io ho mantenuto la calma. Ho afferrato la bacchetta e con un ampio gesto ho…>>
<<Ehm ehm…>> fece ancora Malfoy <<Signor Fletcher, si limiti a spiegarci cosa è successo. Ne siete usciti tutti…vivi?>>. Harry proprio non capiva. Sul viso di Malfoy era dipinto l’abituale ghigno malefico…ma cosa aveva in mente? Il Veritaserum l’avrebbe smascherato…
<<Siamo arrivati con delle passaporte al punto di ritrovo stabilito, ma purtroppo…>> iniziò Mundungus. Harry fremeva dalla tensione.
<<Purtroppo?>> fece Malfoy, il sorriso ancora più largo.
<<Purtroppo uno dei nostri è rimasto ferito gravemente e un altro…è morto>>.
Un rumoroso “Ohh!” di stupore si diffuse nell’aula.
<<E di grazia, ci potrebbe dire chi fu il responsabile dell’aggressione che ferì uno dei vostri membri?>>
<<Seve…upio…>> sussurrò Mundungus, che si era fatto piccolo piccolo ed aveva incassato il collo nelle spalle. Sembrava un sudicio roditore spaventato.
<<Può ripetere più forte, così che lo sentano tutti, signor Fletcher?>>.
<<Severus Piton!>> quasi urlò allora Mundungus.
L’intera aula ammutolì. Harry guardò Kingsley: il Ministro si tormentava freneticamente il labbro inferiore con i denti. Sapeva la verità, ma, a causa della sua carica istituzionale, non poteva testimoniare. Ma non importava…altri testimoni avrebbero detto com’erano andate veramente le cose…
<<Severus Piton aveva quindi preso parte all’aggressione che mirava ad uccidere Harry Potter?>>
<<Sì…>> sussurrò Dung.
<<E bene, signori giudici, questa è la prima, lampante prova: Severus Piton era un Mangiamorte. E, come potrà confermarvi il Signor Fletcher, era anche un traditore in quanto egli faceva parte dell’Ordine!>> esclamò Lucius, trionfante. Sorridente. Convincente. <<Non è così?>> aggiunse poi, rivolgendosi a Mundungus.
<<Sì…è così. E anche quando Moody è morto, lui non ha fatto niente, non è intervenuto. E’ proprio come ha detto il signor Malfoy signori giudici…soccorso di sottomissione….sottomissione di….oh insomma! Avete capito, quella roba là! Io vi giuro, ho fatto tutto il possibile, ma non l’ho potuto salvare. Io e Alastor eravamo così legati…gli avevo detto di non fare il guardiano, gli avevo offerto di fare a cambio, di recitare la parte del finto Harry…ma sapete com’era…testardo, non mi ha voluto ascoltare>>. Si fermò, gli occhi lucidi, e prese fiato, apparentemente sconvolto.
<<Harry, ma questa è una bugia!>> sussurrò Hermione <<Come è possibile…il Veritaserum…>>.
<<E’ stato manomesso in qualche modo, Hermione, non possiamo fare niente…>> disse Ron.
<<Ma non è possibile, l’ha bevuto davanti ai nostri occhi!>>.
<<E’ l’unica spiegazione plausibile, Hermione!>> si intromise Harry. Guardò i giudici e capì che Lucius aveva fatto colpo. Alcuni annuivano, convinti, altri erano scandalizzati, una vecchia strega si asciugava persino le lacrime con un fazzoletto.
<<Non possiamo intervenire…solo Legiferatio può cambiare le cose. Spero solo che la corte non si faccia ammaliare dalle belle parole di Malfoy e che la verità in qualche modo venga a galla…>> sospirò Harry.
<<Potresti…>> cominciò Hermione, ma fu interrotta da Malfoy.
<<Molto bene. Signori giudici, non ho più domande. Penso che, dopo questa testimonianza, il dubbio si sia insinuato dentro di voi. Ma solamente quando il dubbio diventerò certezza, sarò soddisfatto>>. Salutò al corte con un cenno del capo, i capelli lunghi e biondissimi gli accarezzavano, lucenti, le spalle. Ritornò, con passo altero, al suo posto, accanto a suo figlio. I suoi occhi erano odio liquido ed Harry capì che avrebbe lottato strenuamente per ottenere ciò che voleva. Non riusciva a scorgere, invece, gli occhi di Draco, che teneva il viso tra le mani: aveva la stessa espressione sicura e sprezzante del padre? Molto probabilmente sì. La signora Hopkirk si alzò e squittì, con voce acuta: << Signor Legiferatio, può sottoporre le sue domande al testimone>>.
<< Non ho nessuna domanda, grazie>> rispose lui, pettinandosi nervosamente il ciuffo con un a mano.
<<Come non ha nessuna domanda? Ma è pazzo! Bisogna smontare Mundungus, smascherare l’inganno e lui sta lì a pettinarsi i capelli? Accidenti ma dove l’abbiamo pescato?>> sussurrò Ron, seccato.
<<Ronald, un po’ di fiducia. Legufaratio è un rinomatissimo interrogatore e sa fare il suo mestiere…sicuramente ha in mente una tecnica precisa! Ho letto cose lusinghiere, sul suo conto>> disse Hermione, speranzosa. Tipico di Hermione, porre sempre la più cieca fiducia nei suoi adorati libri…pensò Harry.
<<Non so tu Harry, ma questo mi sembra una specie di Allock…si rivelerà un inetto incompetente, Hermione!>> rispose di rimando Ron.
<<Non dire stupidaggini! Ha una laurea in teoria di Magisprudenza!>> disse Hermione piccata.
<<Silenzio, voi due!>> mormorò Harry. <<Sinceramente non so chi di voi due abbia ragione, mi interessa solo che ora Malfoy ha l’opportunità di sentire un altro testimone!>>.
Ma dopo Mundungus, a chi sarebbe toccato? Harry si accorse di non avere la minima idea di chi fosse presente. Scrutò l’aula e vide, tre panche più indietro, tutta la famiglia Weasley (compresa Ginny, che gli fece l’occhiolino), Andromeda Tonks con il piccolo Teddy in braccio, Aberforth, sempre più bianco e grigio, ed altre persone. Alcune le conosceva di vista, come ad esempio Madama Rosmerta e un paio di dipendenti del Ministero, altre erano per lui totalmente sconosciute. Nelle panche a sinistra riconobbe invece Rita Skeeter, i capelli biondo platino cosparsi dalla lacca, strizzata nel suo attillato vestito verde acido, e Draco con accanto…Daniel Fox? Harry strabuzzò gli occhi: era proprio lui, piccolo e bruno! Che cosa ci faceva là?
Capì comunque che, Daniel Fox escluso ( proprio non riusciva a capire l’utilità della sua presenza), la parte sinistra dell’aula comprendeva tutti coloro che avrebbero testimoniato contro Piton.
Indice 
... quando l'avrai ritrovata (e sarai tornata a riva! 
) ci scommetto la bacchetta che scriverai un'altro dei tuoi meravigliosi testi!
