“Padrone della Morte! Padrone della Morte!” le parole risuonavano intorno a lui, inframmezzate da “Per il bene superiore! Per il bene superiore!”. Si sentiva frastornato. Non capiva da dove arrivassero quelle voci. Era solo conscio del fatto che erano una litania insopportabile. “Basta!” gridò ma quelle voci imperterrite continuavano, “BASTA!”.
“Harry! Harry! Svegliati! Che succede? Un’altra visione?”.
Le voci erano sparite. Adesso sentiva solo questa, come se arrivasse da lontano e si stesse avvicinando. Era Ron! Aprì gli occhi. Era stato solo un sogno, o meglio: un incubo!
“Ron, scusa, ero nel bel mezzo di un incubo” chiese Harry trafelato, visto che non si era ancora ripreso del tutto, “Ma che ore sono?” continuò.
“Sono le otto del mattino” disse Ron, con aria sollevata, “Ormai non c’è neanche più bisogno di puntare la sveglia. Con i tuoi incubi sei di una puntualità imbarazzante” aggiunse, sorridendo.
“Prendimi pure in giro. Bell’amico!” esclamò Harry, inviperito.
“Dai non ti scaldare. Vestiti che andiamo a fare colazione. Questa sveglia improvvisa mi ha messo più fame del solito.” E dicendo questo, Ron si passò la mano sulla pancia come ad accarezzarla.
“Allora, chissà se a questo punto basterà ciò che gli Elfi hanno preparato”.
“Spiritoso. Cosa ci posso fare io, se l’istinto di conservazione è così forte in me da mettere il nutrimento sempre al primo posto?” chiese, in modo sarcastico, Ron.
“Sai che hai utilizzato proprio il termine esatto? Istinto. Infatti quando mangi sembri un animale” esclamò Harry, cominciando a ridere “E poi fossi in te non pronuncerei mai queste parole davanti ad Hermione, si potrebbe risentire, venendo a sapere che anteponi il cibo a lei”
“Per la barba di Merlino ma cosa dici?” esclamò Ron passando, durante l’esposizione della frase di Harry, dalla collera per la prima parte alla preoccupazione per la seconda, “Non vorrai mica utilizzarla come arma di ricatto nei miei confronti, vero!?”
“No, puoi star tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con me” disse in tono serio Harry, trattenendo a stento l’ilarità.
“Ecco, volevo ben dire” aggiunse Ron tranquillizzandosi un po’.
“Dai andiamo a soddisfare il tuo istinto” e a queste parole il volto dell’amico si illuminò.
Arrivarono in Sala Grande trovando Hermione e Ginny già sedute al tavolo, discutendo animatamente con Gazza. Il ruolo di caposcuola stava rendendo la vita di Hermione ancora più stressata di quanto solitamente già non fosse.
“Chi ha detto che, in quanto caposcuola, dovrei essere a conoscenza di dove si trovino tutti gli studenti? O in che faccende siano affaccendati? E poi perché dovrei fare da messaggera? Non sono mica una Civetta! Assolutamente, non sono d’accordo. Anzi mi pare assurda come cosa, ecco!” rossa in viso, Hermione sembrava sul punto di scoppiare, con Ginny che le teneva le mani sulle spalle cercando di distrarla dalla discussione con Gazza e mrs Purr che si ingobbiva sentendo tutto quel nervosismo nell’aria.
“I capiscuola non sono più come una volta. Tutti questi mocciosi saccenti, senza un briciolo di rispetto e neanche un minimo di cura e di attenzione per il giusto corso delle faccende scolastiche. Riferirò la cosa alla Preside, state pur certi, e ne vedremo delle belle! Meritate una bella punizione, oh sì” rimbeccava Gazza, agitando il dito minacciosamente.
“Certo, come no! Faccia pure. Voglio proprio vedere come va a finire” visto che la disputa sembrava volgere ad una collusione il volto di Hermione si era un po’ disteso, così che, non avendo più lo sguardo fisso su Gazza, si accorse dell’arrivo dei due amici, “Eccolo Harry Potter! Glielo consegni lei il messaggio è qui che arriva” e poi borbottando tra se, non ancora rassegnata all’episodio accaduto “Ma guarda un po’ se io devo subire una cosa del genere” “Calma, Hermione, calma” disse Ginny cingendole le spalle con un braccio. Ma oramai non ce la faceva più e scoppiò in un pianto a dirotto, alzandosi dal tavolo e scappando fuori dalla sala, subito seguita a ruota da Ginny.
Si vedeva dal colore del viso di Ron, che la rabbia era montata arrivando a livelli di pressione che facevano presagire qualche reazione inconsulta da parte sua. Anche per questo Harry li suggerì di rincorrere Ginny, dicendogli che ci avrebbe dovuto pensare lui ad Hermione, che in questo momento aveva bisogno più di lui che della sua amica. A queste parole, l’espressione di Ron era mutata, la preoccupazione aveva preso il sopravvento, così era corso dietro a Ginny, facendola recedere dalle sue intenzioni ed era andato da Hermione.
A quel punto, si rivolse a Gazza “Insomma, si può sapere cosa c’è di tanto urgente da comunicarmi?” nel frattempo Ginny era tornata al suo fianco, “Già anche a me farebbe piacere saperlo!”
“Che arroganza. Mocciosi che non siete altro. La Preside ha urgenza di parlare con te Harry, mi ha detto di darti questo biglietto” e dicendo questo tese la mano invitando Harry a prendere il messaggio della Preside.
“E c’era bisogno di fare tutto questo putiferio? Non poteva portarmelo in torre? O aspettare che mi presentassi a colazione? Non sono solito digiunare” fece di rimando Harry prendendo il biglietto.
“Mpf” si espresse gutturalmente Gazza alzando le spalle, dopodiché girò sui tacchi e se ne andò senza degnare di una risposta più seria i due ragazzi.
Questi si guardarono per un attimo negli occhi, basiti, poi si diedero un buongiorno veloce e si misero a leggere il biglietto della Preside.
Harry,
Kingsley ha mantenuto la promessa di provare a far qualcosa. E’ riuscito a far indire un processo al professor Piton, per stabilire, di fronte al Wizengamot, la verità. Questo grazie anche alla tua intervista.
Ti sarei grata se volessi venire nel mio ufficio per parlare dei dettagli, della data e dell’atteggiamento che il Ministero e la Scuola hanno deciso di tenere.
Grazie.
Preside Mc GranittHarry e Ginny si guardarono negli occhi. Erano felici. Finalmente c’era l’occasione per restituire un po’ di credito al Professor Piton e magari anche ottenere che il suo ritratto venisse esposto nell’ufficio del preside di Hogwarths.
Dopo l’inizio un po’ turbolento, la giornata volgeva al bello. Corsero via, mano nella mano, per dare la buona notizia a Hermione e Ron.
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FINE
Siate spietati