Salve, ragazzi!
Devo essere sincero, non avevo molta voglia di scrivere stasera, ma avevo voglia di smuovere un pò le acque giusto che la situazione qui è assai calma...
Spero di aver scritto in modo corretto, il testo è un pò piccolino e come sempre, anche se scrivo tutto con gli spazi nel word...facendo copia e incolla tutto si unisce bò!! Se mi dite come si fà a mantenere gli spazi fate pure...
Buona Lettura
La Biblioteca parte 1 (si ho voglia di continuarlo in seguito
)
Camminavano silenziosamente nella notte, facendo attenzione al rumore, anche se lieve sulla neve, dei loro passi e al fruscio dei mantelli che toccavano di poco l’asfalto innevato.
Tutte le case sembravano collocate in modo disordinato e malconcio, infatti, molte possedevano soltanto il piano terra e dai loro tetti a spiovente, sotto la neve candida, vi era del muschio verde smeraldo che brillava grazie alla luce emanata dalla luna.
Le finestre di tutte le case erano scure, e soltanto dei minuscoli lampioncini neri riuscivano a illuminare quel
bel vedere .
Harry, seguito da Hermione, stava seguendo a sua volta George che gli mostrava la strada giusta per arrivare nella biblioteca di Azucena e anche se i due alle sue spalle, gli avessero più volte enunciato che non credevano di trovare la biblioteca aperta a quell’ora della notte, George non diede loro ascolto: sembrava visibilmente eccitato dalla sua camminatura fiera.
Era normale che fosse felice di contribuire alle ricerche del fratello, ma non doveva montarsi troppo la testa; Harry, dopo aver parlato con Azucena, se ne sarebbe andato via con Hyde senza di lui.
Quella, al momento, sembrava l’unica pista che doveva seguire per trovare Ron e a ogni passo guardingo che Harry faceva, si sentiva sempre più vicino alla verità. Incontrare Azucena, interrogarla, sperando che sapesse qualcosa, e andare al più presto alla Ricerca di Ron senza intralci.
Improvvisamente, immerso nei pensieri com’era, Harry si accorse che Hermione si trovava accanto a lui e che lo chiamava silenziosamente.
«Che cosa vuoi?» bisbigliò Harry come risposta.
Hermione portò gli occhi al cielo gli prese il braccio e lo costrinse a rallentare la già lenta camminata.
«Secondo te George ci ha portato nel posto giusto? Non so, sembra non esserci vita qui».
Hermione aveva ragione. Era da una mezz’oretta che camminavano e George non aveva detto loro ancora nulla.
Svoltarono in un vicolo ancora più piccolo e prima che Harry potesse rispondere all’amica, vide delle luci che provenivano da un Bar Babbano lì vicino, dedusse dalla piccola insegna che si trovava sopra l’entrata:
" Bar Di Gino il Caprino " .
Entrambi velocizzarono il passo e raggiunsero George, perché dalla porta d’ingresso stava uscendo qualcuno.
Arrivarono con fiato corto in una piccolissima insenatura fra due case e s’infilarono dentro.
Subito dopo Harry sentì delle risate e lo sbattere di una porta.
«Amico! Ci siamo presi una bella sbronza, eh?» disse un uomo con voce roca e alta a qualcuno che si trovava con lui.
Harry che stava vicino alla sporgenza che dava sulla strada fece capolino per guardare e ammirò l’esilarante scena.
Vicino al Bar vi erano due persone a terra che si muovevano nella neve per fare degli angeli; se la godevano e ridevano come due ebeti e a Harry sfuggì un piccolo sorriso.
Si voltò per informare anche Hermione e George della buffa vicenda e vicino a lui trovò soltanto l’amica che guardava la scena con un’espressione meno tesa di quella che teneva negli ultimi giorni. Sicuramente, come Harry, stava pensando alle belle giornate passate a Hogwarts con Ron, dove si scherzava senza pensare cosa li aspettasse là fuori o che sarebbero stati rapiti da un giorno all’altro.
George invece era distante da loro di cinque o sei passi e si grattava la fronte come se volesse ricordare qualcosa.
«Che succede? Ti sei dimenticato dove andare?».
Hermione, sentendo la domanda di Harry, si voltò verso George.
«Ecco mi sono ricordato che io e… Fred siamo entrati in quel bar prima di andare nella Biblioteca, un posto davvero bizzaro, e che abbiamo preso la strada che si trova da quella parte. Siamo quasi arrivati» si spiegò George indicando con il dito medio il vicolo opposto e, evidentemente affranto dal ricordo del fratello, Harry vide che i suoi occhi s’inumidirono, anche se il buio nascondeva parte del suo viso.
George si voltò e si diresse senza complimenti nella stradina che aveva poco prima indicato.
Harry guardò Hermione e lei gli lanciò uno sguardo che Harry intese subito: anche lei era affranta per Fred, chi non lo era, dopo circa otto mesi dalla sua morte il suo ricordo era ancora molto vivido.
Seguirono ammutoliti George senza rivolgersi una parola, e anche se Harry ci avesse provato, non era sicuro di pronunciare qualcosa di comprensibile.
Finalmente George fece morire quel brutto momento chiamando la loro attenzione, e esclamò con meno entusiasmo di prima: «E’ quella lì!».