Continuiamo....molto bene....visto che il pezzo è molto lungo, non ho inserito il monologo di malfoy strappalacrime che avevo in mente. O non lo inserisco, o lo metto dopo. Cmq...voilà andiamo avanti che siete un po' indietro|!!!
La voce acuta di Mafalda interruppe lo scorrere dei suoi pensieri.
<<Molto bene! Se il Signor Legiferatio non ha domande, direi che è giunto della prima pausa. Il
processo è interrotto per dieci minuti. Potete lasciare l’aula, se volete, ma vi consiglio di rimanere se non si tratta di un’urgenza, perché non perdoneremo i ritardatari>>.
La tensione accumulata durate l’ultimo interrogatorio si sciolse come neve al sole alle parole di Mafalda. La gente si alzò, per sgranchirsi le gambe o per parlare dell’avvenuto. Harry era dominato dal panico. La situazione era disperata.
Avevano un incompetente come interrogatore della difesa, un infimo manipolatore di menti come avversario, ma non potevano fare nulla. La cosa più frustrante era che molti, in quell’aula, conoscevano la verità su Piton, primo fra tutti lo stesso Ministro. Le parole che avrebbero dovuto essere pronunciate senza timore erano sigillate nelle bocche di pochi, come intrappolate in una bolla.
In un disperato tentativo di migliorare le cose, e senza consultare né Hermione né Ron, Harry decise che era l’ora di verificare il funzionamento dei canguri messaggeri. Chiese a Hermione piuma e inchiostro, sicuro che li avesse portati. Lei tirò fuori dalla sua familiare borsa di perline una confezione ancora impacchettata di cinquanta penne auto inchiostranti. Harry la guardò esasperato: pur conoscendo l’amica, non c’era modo di abituarsi a certe sue “manie”.
<<Per precauzione!>> si scusò Hermione sottovoce, interpretando bene lo sguardo di Harry. Lui si limitò a sbuffare e, attento a non farsi notare da nessuno, scrisse una frase concisa su un piccolo pezzo di pergamena.
“Kingsley cosa sta succedendo? Come mai il Veritaserum non funziona? Non puoi intervenire? Harry”.
Poi tirò fuori dal suo fidato zaino rattoppato il canguro regalatogli da Hermione e infilò il biglietto nel marsupio. <<Buona idea, amico!>> gli sussurrò Ron ad un orecchio. Harry si girò verso Hermione e vide che lei annuiva, compiaciuta.
<<Spero solo che abbia con sé la sua copia…>>iniziò lui, pessimista. Non fece in tempo a esprimere tutta la sua preoccupazione che, dal marsupio del canguro, spuntò un biglietto.
<<Accidenti, che efficienza! Questi Auror le pensano proprio tutte!>> disse Ron, stupito.
Hermione fu la più lesta, afferrò il pezzo di pergamena e lo lesse per tutti e tre.
<<Harry…so che ci sono delle anomalie nell’udienza, ma purtroppo io non posso fare niente. Temo che dovrete cavarvela da soli. So che potete farcela. King>>.
<<Oh, furfante di un troll! E ora come facciamo?>> iniziò Ron, deluso. <<Avevo detto che Legiferatio e Allock si somigliavano…che dite potrebbero essere parenti? Ma, ovviamente, nessuno vuole mai ascoltare “quel povero minorato di Ron”>> si lamentò.
<<Ronald, per piacere, risparmiaci!>> ribatté Hermione, sarcastica, <<Vediamo invece di trovare una soluzione>>.
<<Potremmo fare una capatina tra le nuvole da Piton. Anche se avrei paura della sua reazione. Già me lo immagino: ”Weasley, non avete ancora imparato a risolvere i vostri guai da soli? Arroganti sbarbatelli, mi disturbate anche da morto”>>.
Rise e Hermione lo fulminò con un’occhiata delle sue, per poi sgridarlo: <<Ti pare il momento, Ron? E poi, non mi pare carino parlare in questi termini di una persona che è…>>.
<<Morta! Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima!>> disse Harry, ad alta voce. Un paio di maghi altezzosi e elegantissimi, forse gli stessi che aveva contrato all'entrata, lo squadrarono per un attimo, indispettiti, ma lui non se ne curò. Aspettò che riprendessero a parlare e poi mormorò agli amici, che lo guardavano un po’ preoccupati:<<Facciamo testimoniare Piton…>>.
<<Harry, Piton è morto>> disse Hermione, una strana espressione dipinta sul volto. Probabilmente pensava che avesse perso il senno.
<<Grazie, Hermione, lo sapevo già…>> mormorò Harry, forse un po’ troppo acido <<ma…c’è un modo per fare tornare indietro i morti…esiste un oggetto…che tu conosci molto bene>>.
Non ci fu bisogno che Harry continuasse oltre: Hermione aveva capito perfettamente e tutto, nel suo sguardo, pareva urlare: <<Assolutamente no!>>.
<<Harry sai come la penso…è contro natura…>> iniziò lei, impaurita. Reagiva sempre così, quando parlavano della pietra della resurrezione. Harry sapeva che i suoi poteri la terrorizzavano molto più di quanto non desse a vedere.
<<Hermione, è l’unica soluzione!>> disse Ron, frustrato. A volte sapeva essere ragionevole.
<<Devo ricordarti che la pietra in questione giace sperduta in qualche angolo della foresta proibita e che la stessa foresta è piena di orribili creaturine simpatiche e nere che si chiamano ragni, Ronald?>>. Ron deglutì, improvvisamente terrorizzato. Hermione sapeva giocare sporco, quando voleva…
<<Ra…ragni? Beh, forse Hermione non ha tutti i torti, Harry. Chi…chissà dov’è la pietra! Ci vorrebbero mesi per ritrovarla!>> balbettò Ron.
<<Ehi, questo è scorretto!>> disse Harry, rivolgendosi all’amica, scandalizzato. Lei si limitò a sorridere, soddisfatta.
<<Lo snaso!>> esclamò Ron un tratto.
<<Cosa vuoi dire con questo?>> chiese Hermione, anche se Harry poteva scommettere che l’amica avesse già intuito cosa voleva dire Ron. Era così ovvio!
<<Ma certo! Ron sei un genio! Cercare la pietra con lo snaso ci faciliterà il lavoro. E Piton lo sapeva, ce lo voleva suggerire, ma noi non abbiamo capito, come al solito…>> disse Harry.
<<Probabilmente è prerogativa di tutti i presidi elargire suggerimenti che complicano le cose, quando invece dovrebbero semplificarle…>> mormorò Ron.
Harry guardò Hermione, quasi supplicante, in attesa del suo parere. Lei si mordicchiava il labbro, nervosa…
<<E va bene…>> si arrese <<ma dobbiamo ottenere la sospensione del
processo, che è una cosa terribilmente complicata, e avviene solo in casi rari e…>>.
Harry e Ron si scambiarono uno sguardo complice, avevano pensato la stessa cosa.
<<Hermione, dopo che ci hai salvato al vita così tante volte che abbiamo perso conto, la ottenere sospensione di un
processo sarà una cosuccia, per te, no?>> chiese Ron, una scintilla negli occhi.
Hermione abbassò il capo per un istante, come per isolarsi un attimo, per decidere il da farsi. Quando li guardò, aveva l’espressione seria, sebbene ancora combattuta.
<<Posso provarci…datemi solo due secondi…per architettare qualcosa>> sussurrò Hermione, assumendo la caratteristica aria pensosa.
<<Solo muoviti, la pausa non durerà a lungo…>> sibilò Ron.
Hermione non badò al commento e iniziò a parlare, tanto velocemente che Harry dovette concentrarsi per cogliere il senso delle sue parole.
<<E’ chiaro che bisogna mettere fuori gioco Legiferatio, è l’unico modo. Quando l’interrogatore non sarà più in grado di continuare l’udienza, interverrò per chiedere la sospensione. A quel punto, potremo confidare solo nel buon senso di Kingsley e nell’influenza che può ancora avere sui giudici. Ma…>> cominciò. Harry non capiva…il suo ragionamento non faceva una piega, ma allora, perché era terribilmente preoccupata? Poteva percepirlo chiaramente: era angosciata.
<<Perché c’è un “ma”? E’ un piano perfetto! Che stai aspettando Hermione, fai la tua magia!>> disse intanto Ron, ottimista.
<<Invece c’è un enorme “ma”, Ronald…>> sussurrò lei. Ora la preoccupazione nei suoi occhi era cos’ evidente che anche lui la notò.
<<Fino a che si tratta di infrangere le regole della scuola…voi non vi rendete conto di quello che mi state chiedendo…questo è un reato…proprio a me…>> sussurrò Hermione. Ora Ron era serio: l’aveva capita, come l’aveva capita anche Harry.
<<Hermione>> iniziò Ron, il tono addolcito, << sappiamo che è una cosa disonesta, ma in queste condizioni, non credi che sia giustificabile? Almeno un pochino! So che “è per una giusta causa” è una scusa che non ti va a genio. E neanche a noi! Non sei obbligata a farlo. Pensaci, e fai quello che ritieni opportuno>>.
Hermione annuì, la sua preoccupazione era scemata lasciando posto, almeno parzialmente, a una nuova determinazione.
<<Quanto tempo ho?>> chiese.
<<Dieci minuti e il
processo riprenderà. Pensi di farcela?>> le disse Harry.
<<Spero di riuscirci... non voglio essere costretta ad usare la maledizione Imperius>> rispose lei, enigmatica. Poi, come quando correva in Biblioteca per soddisfare una curiosità impellente o verificare un’ipotesi, si volatilizzò ed uscì dall’aula prima che Ron e Harry le potessero chiedere cosa avesse intenzione di fare. I dieci minuti che passarono furono i più lunghi, i più snervanti, i più pesanti di tutto il
processo. Harry controllava un secondo sì e uno pure il vecchio orologio d’oro, regalo di Molly; Ron quasi tratteneva il respiro dall’agitazione, chiedendo l’ora ad Harry in continuazione e intrecciandosi le dita sudate.
Quando Mafalda e il Ministro tornarono a occupare il loro posti sopraelevati, Harry ebbe un tuffo al cuore. Le lancette scorrevano inesorabile e Hermione non arrivava…
<<Molto bene . Possiamo incominc…>>.
Un tonfo sordo accompagnò l’apertura del grosso portone. Harry e Ron si girarono speranzosi e videro sulla soglia Hermione, accaldata e col fiatone. Ron tirò un rumoroso sospiro di sollievo e quasi afflosciò sulla panca. Mentre Hermione si avvicinava a loro, scusandosi più volte con i giudice del suo “imperdonabile” ritardo, il cuore di Harry esultò segretamente. Più riusciva a scorgere il viso dell’amica, più gli era chiaro che aveva trovato quello che cercava. Hermione si sedette sotto lo sguardo indispettito di Mafalda, che però non disse niente e si limitò a tossicchiare. Harry fece per chiederle di raccontare, ma lei non lo degnò della ben che minima attenzione. Mentre Mafalda invitava a prender posto coloro che erano ancora in piedi e Legiferatio stava per arrivare, Hermione si allungò veloce il braccio sul bicchiere d’acqua dell’interrogatore, versandogli dentro qualcosa che Harry non riuscì a classificare. Legiferatio si sedette proprio quando Hermione, seguita attentamente da un meravigliato Harry, infilava nella borsa una piccola boccetta di vetro vuota.
<<Per un pelo!>> esclamò Ron, sollevato.
<<Cosa dice, Signor Neezly?>> borbottò Pacificus, che intanto si era finalmente seduto.
<<No…ehm…dicevo….penso che comprerò un melo…sa di quelli magici….dicono che quest’anno il raccolto sarà ricco…>> farfugliò Ron, le orecchie purpuree. Harry si sforzò di non ridere in faccia al mago altezzoso. Lo sguardo che Pacificus riservò a Ron fu ben poco benevolo: probabilmente aveva seri dubbi sulla sua sanità mentale. Comunque, facendo ondeggiare la veste scintillante, egli si sedette e non indagò oltre. Quando fu sicura di non essere ascoltata, Hermione sibilò a Ron malefica: << Possibile che tu debba sempre rovinare tutto? >>.
<<Ehi! Io non ho rovinato proprio un bel niente. Il vecchio bavoso si è bevuto la storia del melo, vero Harry?>> chiese all’amico, cercando il suo sostegno. Sostegno che purtroppo Harry non fu in grado di fornirgli, visto che si era dovuto mettere un pugno in bocca per non ridere.
<<E comunque…>> continuò Ron, ignorando l’attacco di ilarità dell’amico <<quella che rischiava di rovinare tutto eri tu! Ma dove eri finita? Ti sei fermata sulla strada a prendere un the, una tisana rigenerante?>>.
<<Ah-ah-ah. Molto divertente Ronald. Scusa se non ho fatto troppo in fretta, scusa se vi ho salvato da una situazione disperata!>> ribatté Hermione acida. Non ebbe il tempo di finire che la voce di Mafalda, amplificata dal familiare Incanto Sonorus, si diffuse nell’aula. I due furono costretti a interrompere il litigio in corso.
<<Bene. Ora che siamo tutti seduti, riprendiamo il
processo. Signor Legiferatio, se non sbaglio è il suo turno. Può parlare>> disse, al voce acuta.
<<Bevi, ti prego, bevi…>> iniziò a ripetere Hermione, agitatissima I suoi occhi passavano veloce da Legiferatio al bicchiere d’acqua, tanto che Harry non poté più distinguerne l’iride. Legiferatio si alzò e, con una lentezza esasperante, afferrò il bicchiere, da cui bevve un lungo sorso. Hermione sorrise, raggiante.
<<Ma che gli hai messo?>> chiese Harry all’amica, un po’ preoccupato. Sperava non si fosse fatta prendere dall’entusiasmo e avesse esagerato.
<<Ora vedrai…>> sghignazzò lei, compiaciuta. Legiferatio si schiarì la voce; Harry si aspettava di vederlo cadere a terra agonizzante da un momento all’altro.
<<Aaae! Eeiiua, aeui, aa, e uai, uu!>> iniziò Legiferatio. Probabilmente si accorse che stava blaterando cose insensate e si fermò. Prese fiato e iniziò il suo discorso. <<A a eui iou oae…>>. Niente da fare…non riusciva a parlare. O meglio…sembrava che riuscisse a recitare solo le vocali! Con tutti gli occhi dei giudici puntati addosso, Legiferatio si portò la mano alla gola. Si era accorto che qualcosa non andava, e sembrava proprio che i giudici la vedessero quel teatrino come una presa in giro, visto le occhiate seccate che gli riservavano.
<<Signor Legiferatio, la prego!>> ebbe il coraggio di intervenire un mago vecchio e grigio.
Lui cercò di spiegare, ma tutto quello che riuscì a dire furono un paio di “e” e di “o”.
<<Ma cosa gli hai fatto?>> chiese Harry preoccupato a Hermione.
<<Pozione ruba consonanti istantanea. Geniale, no?>> rispose lei, soddisfatta. Sorrideva compiaciuta.
<<Sei un genio! Ma da dove l’hai presa?>> le chiese Ron, il tono sorpreso. Anche Harry, in effetti, non l’aveva mai sentita…
<<Beh…veramente…ecco non vi arrabbiate…l’ho inventata sul momento…>> borbottò Hermione, a disagio. Un brusio rumoroso da cui trapelava una certa confusione si era diffuso intanto tra la folla.
<<Ma sei folle! E se non avesse funzionato?>> ribatté Ron, rabbrividendo al pensiero, mentre Legiferatio balbettava qualche vocale, spaventato.
<< Era l’unica soluzione che mi è venuta in mente…ho sentito Fred e George che parlavano di una cosa del genere un paio di anni fa e…è stato facile. E’ bastato un po’ di asfodelo in polvere…del pepe e della menta piperita per le corde vocali…>> iniziò lei.
Harry la interruppe: non voleva sapere che assurdità si era inventata anche quella volta.
<<Ti rendi conto che avresti potuto ucciderlo?>>. Probabilmente era il primo rimprovero che le aveva mai rivolto…di solito era lei che gli faceva questa domanda, facendolo annegare nei sensi di colpa.
<<Non è assolutamente vero! E comunque non è successo…quindi possiamo non parlarne più? Facciamo attenzione a cosa succede, piuttosto. Non è ancora finita…>> mormorò Hermione seccata. Harry sbuffò, ma decise che in fondo l’amica aveva ragione. Intanto, i giudici avevano capito che non era una burla: c’era effettivamente qualcosa che non andava. Nessuno sapeva cosa fare. Kingsley decise di prendere il controllo della situazione e esclamò allarmato: << Auxilium, ti prego, scendi a controllare cosa succede!>>.
Un mago giovane con i capelli ancora più rossi di quelli di Ron si alzò dal suo posto e si apprestò a soccorrere Legiferatio. Quando il mago si avvicinò a loro, Harry vide che aveva il viso cosparso da efelidi e gli occhi azzurri, trasparenti come il vetro.
<<Signore, cosa le sta succedendo?>> chiese, rivolgendosi a Legiferatio.
<<O ieo iu a aae!>> fu tutto quello che riuscì a rispondergli il malaugurato interrogatore, che ora era decisamente agitato.
<<Se non riesce a dirmelo, lo scriva!>> gli sussurrò Auxilium, porgendogli un foglio e una piuma, premuroso. A Harry, malgrado la scrittura sbrigativa e disordinata, sembrò che avesse scarabocchiato qualcosa del tipo :<<Aiuto, non riesco più a parlare!>>.
Legiferatio consegnò veloce il biglietto al mago coi capelli , che lo lesse, annuendo. <<Molto bene…aspetti qui…vedrò cosa posso fare>> mormorò Auxilium, cercando di assumere un tono rassicurante. Poi se ne andò, lasciando Legiferatio più spaventato che mai.
Il mago salì le scale che conducevano al piano rialzato dove si trovava Kingsley, e sussurrò qualcosa al suo orecchio. Il Ministro per un attimo fu troppo basito per rispondere, poi comunicò ad Auxilium qualcosa a bassa voce. Il mago annuì e si smaterializzò con un sonoro crack. Nell’aula, tutti erano in subbuglio: nessuno tranne Harry Ron e Hermione sapeva cosa stava succedendo.
Kingsley si alzò e soddisfò la loro fame di spiegazioni. <<E’ sorto un piccolo problema. Il Signor Legiferatio…ehm…sembra aver perso l’uso della parola…o meglio…delle consonanti…>> disse Kingsley, un po’ in imbarazzo.
Legiferatio potè solo annuire calorosamente.
<<Il giudice Auxilium è corso a chiamare un medico del San Mungo…noi per adesso possiamo solo aspettare. Ho paura che saremo costretti a rimandare il
processo…>>.
Un mormorio di disapprovazione si levò unanime dalla folla, tanto che Hermione dovette quasi urlare, per farsi sentire quando disse: <<Signor Ministro…se lei è d’accordo, avrei un’alternativa. Possiamo semplicemente sospendere il
processo. Solo temporaneamente, è ovvio: fino a che l’interrogatore della difesa non si sarà ristabilito…non credo che i guaritori impiegheranno molto a risolvere questa spiacevole situazione. In fondo, è una questione troppo importante per essere rinviata a data da destinarsi. Dobbiamo sfruttare al meglio tutto il tempo che abbiamo>>.
<<Sì, la ragazza ha ragione!>> esclamò una voce sconosciuta appartenente ad un mago altrettanto sconosciuto del pubblico.
<<E’ vero!>> intervenne un altro <<aspettiamo che lo curino, poi andiamo avanti>>.
Hermione sorrise: la sua richiesta aveva riscosso il successo sperato. Gli occhi di Harry erano fissi su Kingsley: toccava a lui decidere.
<<Signor Ministro…>> esordì Malfoy. La sua voce fu tuttavia coperta da un altro sonoro “crac”. Auxilium ricomparve, accompagnato da due guaritori in camice bianco.
<<Molto bene! Visto che il personale del San Mingo è arrivato, >> fece Kingsley <<direi che la soluzione propostaci dalla signorina Ginger è la migliore. Auxilium, accompagni fuori il signor Legiferatio. Prego gentilmente i guaritori di seguirlo e li ringrazio sin d’ora per il loro tempestivo, fondamentale intervento. Dichiaro il temporaneamente sospeso il
processo>>.
A Harry parve che gli facesse l’occhiolino. Gli sorrise felice di rimando.
<<Forza Harry, cosa ci fai ancora qui? Vai!>> esclamò Ron.
<<Oh…oh giusto…>> si riscosse lui. Si era dimenticato della cosa più importante, più difficile di tutte. Doveva cercare la pietra. Attento a non farsi notare, tirò fuori dal suo zaino il mantello dell’invisibilità. Vedendo che i due amici rimanevano lì impalati a guardarlo, gli sorse spontanea una domanda.
<<M-m-a voi…non venite?>> balbettò, confuso.
<<Ovviamente no! Noterebbero al nostra assenza! E’ compito tuo Harry…la pozione è irreversibile, non ha contro incantesimo. Ma fai attenzione, il suo effetto dura al massimo un’ora, quindi sbrigati!>>.
Harry annuì, improvvisamente determinato, e si coprì col mantello.
<<Buona fortuna!>> gli sussurrarono Ron e Hermione all’unisono, mentre lui già si smaterializzava.
La solita sensazione sgradevole di essere risucchiato in un vortice lo investì, fino a fargli mancare il respiro. Sentendo il terreno finalmente solido sotto i suoi piedi, Harry aprì gli occhi, disorientato. Gli ci vollero alcuni secondi e parecchi battiti di palpebra per riprendersi completamente dalla nausea che gli attanagliava, feroce, lo stomaco. L’adrenalina che suscitava in lui la ricerca che doveva svolgere si era sommata alla solita sensazione sgradevole tipica della materializzazione: non era stato affatto un viaggio piacevole, ma era il modo più sicuro e soprattutto più veloce per arrivare a Hogsmeade.
Quando riuscì a mettere a fuoco l’ambiente che lo circondava, capì di trovarsi davanti all’entrata del pub “La testa di Porco”. Era esattamente lì che voleva arrivare, stava diventando bravo, con la materializzazione!
Un intero anno vissuto in clandestinità ha i suoi vantaggi…pensò Harry, amaramente.
Pur essendosi materializzato davanti al locale di Aberforth, non aveva alcuna intenzione di entrarci. Il fratello scorbutico di Silente sopportava a mala pena le visite di cortesia, e, se Harry gli avesse chiesto di usare il passaggio di Ariana per entrare a scuola, quel vecchio buono ma irascibile gli avrebbe scaraventato un paio di piatti in testa.
E poi, non sapeva neanche quali erano le condizioni del passaggio dopo l’incendio della stanza delle necessità: non poteva permettersi di rischiare. Si era materializzato davanti al locale solamente perché era una zona poco frequentata e lui non doveva essere visto da nessuno, o sarebbe scoppiato il putiferio. Conosceva un solo modo per entrare a Hogwarts eludendo i suoi incanti protettivi: aveva bisogno di un piccolo aiutino dall’interno.
Guardandosi intorno circospetto per sincerarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi, Harry sussurrò: <<Kreacher!>>. Neanche un secondo dopo, accompagnato da un sonoro “Crac!”, il suo fedele elfo domestico era davanti a lui, sorridente e pronto ad aiutarlo. Inchinandosi, si era piegato così tanto che il suo naso bitorzoluto sfiorava i ciottoli di pietra della strada. Harry lo invitò ad alzarsi.
<<Il padroncino ha chiamato?>> chiese, la voce acuta, l’espressione servizievole. Sembrava felice di vederlo. Harry non si era ancora abituato alla sua totale fedeltà, dopo il viscido regalo di natale di qualche anno prima.
<<Ho bisogno che tu mi porti alla capanna di Hagrid. Puoi?>> chiese all’elfo, dubbioso. L’incertezza si insinuò nei suoi pensieri: confidava forse troppo nei poteri magici degli elfi? Sarebbe riuscito nel suo intento?
Un immenso sollievo lo pervase quando Kreacher annuì con vigore, fiero di poter aiutare il “suo padroncino”.
<<Padrone desidera, io esaudisco. Kreacher si sente molto bene questa sera, signor Harry>>.
<<Oh, credevo tu fossi un elfo domestico, non un genio della lampada!>> esclamò Harry, sarcastico, certo che Kreacher non avrebbe capito.
<<Ho aggiornato il mio repertorio, Signore>> si limitò a rispondere Kreacher, sorridendo, mentre gli afferrava il braccio.
E anche il tuo senso dell’umorismo è migliorato, vedo…pensò Harry, basito. Non ebbe il tempo di esprimere a parole la sua sorpresa, che per la seconda volta lo colse la spiacevole sensazione di essere risucchiato in un vortice. Proprio mentre la mancanza di aria cominciava a diventare pressante, Harry si ritrovò disteso per terra su una distesa verde e bagnata.
<<Il padrone ha perso il senso dell’equilibrio?>> lo sfotté Kreacher mentre lo osservava dall’alto, una scintilla di divertimento nei suoi occhi verde liquido.
<<E a te si è allungata la lingua?>> rispose spontaneamente Harry, il tono forse un po’ seccato. Pensava che il vocabolario di un elfo domestico comprendesse una decina di espressioni, tra le quali “Sì, padrone”, “No, padrone” o, se proprio si voleva esagerare “Per cena preferisce stufato di vitello o filetto alla piastra, Padrone?”.
<<Con il nuovo governo, Kreacher ha più libertà, padrone. Ma se vuole che Kreacher smetta, può ordinare a Kreacher che…>> squittì Kreacher, già pronto a punirsi per la sua sfacciataggine accartocciandosi le lunghissime orecchie.
<<No, no!>> si affrettò a dire Harry, alzandosi. Kreacher lasciò immediatamente le orecchie, che si distesero come le trombette delle feste.
<<Preferisco questa tua versione spensierata a quella taciturna che conoscevo!>>.
<<Molto bene, padrone.>> squittì Kreacher << Kreacher può fare qualcos’altro per il Padrone?>>.
<<No, grazie Kreacher. Hai fatto abbastanza>>. Ora tocca a me…aggiunse mentalmente, mentre l’elfo spariva, lasciandolo, solo e indeciso, vicino alla vecchia capanna di Hagrid.
Dopo un attimo di esitazione si avvicinò alla porta, appoggiando l’orecchio contro il legno. Hagrid era all’udienza, ma per prudenza si sincerò che non ci fosse nessuno. Sembrava tutto tranquillo…
<<Alohomora!>>sussurrò.
La porta si aprì con uno scatto e d’improvviso Harry non vide più nulla. Qualcosa si avventò sulla sua faccia, Harry tentò di divincolarsi per vedere il suo aggressore, ma non ci riuscì.
Poi, sentì che qualcuno gli leccava affettuosamente la guancia destra…Severus!
Tirò un sospiro di sollievo, e, non senza fatica, riuscì a calmarlo e a tenerlo in braccio. Accarezzò dolcemente il morbido pelo nero e guardò i suoi occhietti gialli e affettuosi. Subito si sentì più fiducioso…sarebbe stato un fidato alleato per la sua ricerca.
Indice 
dai dai.. il seguto!!!!! 
BASTA... 
risparmiatemi...ma poi che ambiente ce devo mettere? è un dialogo...l' importante è che non ci sia il vuoto nella totalità del pezzo...no?? 
!!!
Ma io sono d'accordo con te: l'importante è il dialogo e poi... è già perfetto così! 
E' davvero stupendo!!!! Attendo con ansia il proseguo!!!!!
