Spinn off: Il Diario di Ignotus Peverell

Wow, ragazzi..è davvero bello!!!
Complimenti vivissimi agli autori!
Non vedo l'ora di leggerlo tutto

a noi gioisce il cuore guardarvi così entusiasti e presi da questo magnifico progetto!! (che braavi gioveni!!! )
chiaramente se ci lasciate a piedi con il libro vi banniamo tutti in massa!! aahahahaha

Spoiler:

HP8 è sempre la priorità, Ludo

Cribbio, qualcosa la posteremo...prima o poi

Avevo dimenticato di dire...

Primus Lune è entrato ufficialmente nella I.P.B.T. Company

Perdonate la nostra prolungata assenza, ma ora siamo tornati (almeno così si spera).
Senza perdersi in chiacchiere inutile ecco la prima pagina del diario.



5 Febbraio del 1298 d.C.

Ho sempre ritenuto fosse qualcosa assai inutile porre i propri ricordi su pergamena. Perché trascrivere le vicende che si sono susseguite nella propria vita, se la nostra sola mente è abbastanza forte da mantenere tutto dentro di sé? Eppure mi sono ricreduto e ho deciso di mettere nero su bianco le mie giornate, cosicché magari in futuro potrò rileggere queste pagine e far riemergere le immagini di ciò che è stato.
Quest’idea mi è stata data da una persona molto speciale durante i festeggiamenti per il mio 23° compleanno appena conclusisi e, per omaggiarla e per compiere un gesto a lei gradito, ho deciso di seguire il suo suggerimento espresso col cuore ed imprimere su questa pergamena la mia anima e i miei ricordi.

Ignotus Peverell

By I.P.B.T. company

ebbravi!!
tornate alla ribalta con magheggi su Photoshops?? a noi non basta!!
vogliamo novità e indiscrezioni!!!

Quoto Ludo.. ebbravi

Pensate che queste cose sono state fatte alla fine di Agosto. Purtroppo con l'inizio di scuola e università ci siamo spenti e ora cerchiamo di riprenderci...

Non penserete forse che noi dell'I.P.B.T. company ci limitiamo ad offuscarvi i sensi con una misera pergamena sperando di non dover soddisfare ulteriori rischieste e pretese????

Oh no, no, no... abbiamo intenzioni serie e non molliamo
Abbiamo grandi progetti e già molte idee sono state concretizzate
Ora cercheremo di mandare il lavoro avanti almeno durante i weekends, perciò preparatevi...

arriverà il giorno in cui non vorrete più sentir parlare di noi
Parola di uno dei membri fondatori dell'I.P.B.T.

Ragazzi ho avuto una grande idea. Noi addetti dell'IPBT abbiamo fatto sino ad ora un gran bel lavoro e pensavamo di pubblicare qualcosa come regalo di natale. Il fatto è che Luma mi ha dato una grande idea (nonostante nn abbia partecipato alla rimpatriata in suo onore oggi): quella di fare una gara, e fare in modo che solo in pochi possano avere la possibilità di leggere i brani fatti sino ad ora. Una specie di sfida ispirata alla lotta x la piuma magica indetta dalla Row per pottermore, solo che il nostro "Peverellmore" sarebbe un pò più piccolo ma cmq interessante e pieno di "contenuti speciali" oltre i testi. Ho già diverse idee sia per la gara in se (anche se devo chiedere qualche autorizzazione alla mod vecchia) che per il lavoro da fare al testo per creare un pdf che contenga tt il nostro lavoro portato a termine sino ad ora.
Essendomi l'idea venuta solo poche ore fa non ho potuto contattare i miei colleghi dell'IPBT ma sono sicuro che sarebbero entusiasti di questa idea.

Intanto faccio un piccolo sondaggio (se la mod me lo permette) per vedere chi è d'accordo e parteciperebbe.

Mettete qui il vostro parere a riguardo.

Ma io sono d'accordissimo! Vorrei tanto partecipare, ma per ovvie ragioni non posso farlo

Io l'avevo pensata tanto tempo fa una cosa del genere, poi ho pensato che sembrava una cavolata

Certo che potete, avete l'autorizzazione della mod anziana e sì, io parteciperò sicuramente!!

purchè tutto rimanga nel forum...
certo!!!

io partecipo!!!!!! non rifiuto mai una sfida! =)

Gente ho il piacere di informarvi che "il tesoro" che i vincitori avranno alla fine della gara è quasi terminato... Stiamo facendo le ultime modifiche e inserendo ancora alcuni testi ma è praticamente pronto... Lavorando anche di grafica ha raggiunto proporzioni colossali... Si parla di 61 pagine... E ne mancano ancora... Probabilmente un'altra decina...

Naturalmente x quanto riguarda i testi non stiamo pubblicando tt ciò che abbiamo anche xk molti sn ancora sconnessi l'uno dall'altro ed abbiamo grandi buchi che sn ancora da riempire. Certo è che cn il materiale aggiuntivo che vi stiamo mettendo a disposizione sarete in grado di farvi un'idea anche di ciò che ancora nn è stato scritto o che non verrà pubblicato in questa occasione.

Quindi immaginate cosa diventerebbe se pubblicassimo davvero tt? Wow... Sn davvero sorpreso di noi stessi

Come membro dell'I.P.B.T. vi auguro una buona prosecuzione della caccia al tesoro e faccio i complimenti a tt quanti (chiedendo ammenda x tt il lavoro che vi abbiamo fatto fae x risolvere alcuni indizi )

Saluti a tt!
Dan

mo ti ammendo io
No, scherzo! Bravissimo Dan!

Sono lieto di informare che tra la popolazione Forumiana un membro ha completato la caccia al tesoro e ha ricevuto il pdf con Il Diario di Ignotus Peverell...

Vi ricordo che il tesoro verrà inviato dopo che sarà pervenuto l'mp con la risposta all'8° indizio. Quindi affrettatevi XD

In quanto membro dell'I.P.B.T. Company, volevo con gran ardore ringraziarvi ufficialmente per aver partecipato con tanto fantastico entusiasmo al nostro piccolo gioco di fine/inizio anno
Complimenti a tutti giovani e vivaci amici!
Madama M.

E' ormai trascorso un mese dalla conclusione della Caccia al Tesoro organizzata dall'I.P.B.T. Company che donava ai fortunati vincitori di tale sfida un premio preziosissimo. Ebbene, è arrivato il momento di rendere pubblico parte del contenuto di questo tesoro di inestimabile valore.

Buona lettura

Ignoti Commentarium
MCCXCVIII

5 Febbraio del 1298 d.C.

Ho sempre ritenuto fosse qualcosa assai inutile porre i propri ricordi su pergamena. Perché trascrivere le vicende che si sono susseguite nella propria vita, se la nostra sola mente è abbastanza forte da mantenere tutto dentro di sé? Eppure mi sono ricreduto e ho deciso di mettere nero su bianco le mie giornate, cosicché magari in futuro potrò rileggere queste pagine e far riemergere le immagini di ciò che è stato.
Quest’idea mi è stata data da una persona molto speciale durante i festeggiamenti per il mio ventunesimo compleanno appena conclusisi e, per omaggiarla e per compiere un gesto a lei gradito, ho deciso di seguire il suo suggerimento espresso col cuore ed imprimere su questa pergamena la mia anima e i miei ricordi.

Ignotus Peverell

27 Febbraio del 1298 d.c.

Mentre la tremolante fiamma consuma la cera della candela, mi accingo a imprimere con l’inchiostro le memorie di una particolare giornata in casa Peverell. Proprio per questo giorno di gelido inverno era attesa la visita di Denholm Foster, un vecchio amico d’infanzia di mio padre Edmund. Pur non avendolo mai incontrato, quando la sua possente figura è emersa nel nevischio, il suo aspetto mi è sembrato molto simile al ritratto che la mia immaginazione aveva fatto di lui. E’ un uomo robusto ed alto, indubbiamente anziano, il viso martoriato da varie cicatrici che testimoniano le sue ammirevoli imprese nell’età giovanile.Il pranzo è stato allietato dalle sapienti doti di narratore di Denholm che ci reso partecipi proprio di queste grandiose avventure.
«Dovete sapere che io alla vostra giovane età ero un ragazzo
molto particolare. Non amavo la vita mondana: il lusso spregiudicato e le feste fastose. Il mio unico desiderio era viaggiare ed entrare a contatto con nuovi popoli, nuove culture e tradizioni. All’epoca l’unico metodo per soddisfare queste mie esigenze era partecipare alle crociate. Ebbene, dopo tentennamenti vari presi la grande decisione, mi imbarcai alla volta della Francia per combattare al
fianco del re Luigi IX. Sono stati di gran lunga gli anni più entusiasmanti della mia esistenza. Le continue battaglie a suon di spade, l’attacco a Damietta, l’amore per una splendida donna egiziana, la prigionia ad Acri e la liberazione parecchi mesi dopo. Non cancellerei nulla di tutto cio’ poichè ogni singolo
avvenimento ha forgiato la mia anima rendendomi cio’ che ora sono» queste sono stato le sue carismatiche parole che hanno suscitato in tutti noi l’incredibile voglia di cercare l’avventura per avere una vita che sia anche una pallida imitazione di quella vissuta da Denholm Foster.

Ignotus Peverell

27 Marzo del 1298 d.C.

Questa mattina ci siamo alzati di buon’ora per fare una sorpresa a Cadmus: sono passati infatti ventitre anni esatti dal giorno in cui la nostra cara Madre lo diede alla luce ed il nostro Padre, ed Antioch ancora piccolo, lo accolsero nella nostra famiglia. Dopo la colazione ci siamo mossi quindi a cavallo verso le campagne che circondano la nostra proprietà per compiere una battuta di caccia. Usciti dai confini e lontani dagli occhi indiscreti dei babbani, ci siamo smaterializzati per riapparire al limitare di una selva a noi molto cara. Una volta innoltrati nella fitta e selvatica vegetazione abbiamo diretto i cavalli verso la “nostra” radura. Quanti momenti abbiamo vissuto in quel luogo! Ricordo ancora i nostri giochi di fanciulli tra quegli alberi, i primi duelli con le bacchette sotto il controllo di nostro Padre, le fughe notturne da ragazzi per vedere le stelle e dormire all’aria aperta! Questo è il nostro mondo. La nostra piccola radura in mezzo al verde dei boschi. Qui ci siamo fermati e siamo scesi di sella legando i cavalli a dei tronchi conosciuti posti al limitare del cerchio di alberi: le nostre calzature lasciavano delle profonde impronte sulla neve non ancora disciolta. Cadmus era estremamente felice dei programmi per la giornata. Ho ben impressa nella mente l’immagine di mio fratello che assaporava, immobile, col viso rivolto al cielo sereno e gli occhi chiusi, i profumi che impregnavano l’aria fredda mattutina. Antioch è riuscito a rompere quell’istante di pura e sincera contemplazione, deridendo il povero Cadmus per la sua spiccata sensibilità e per il suo profondo amore verso la natura.
Ci siamo dunque organizzati per cominciare la caccia: come per tradizione abbiamo deciso di non usare la magia e di utilizzare unicamente i falconi per braccare le prede. In quanto festeggiato, Cadmus ha avuto l’onore di far volare Pulcher, il suo sparviero, per primo: questo è arrivato in volo dalla proprietà insieme ai nostri, Onor e Ratio, e si è appoggiato sul guanto chiuso del suo padrone. Poi, dopo aver ascoltato gli ordini che gli venivano dettati, si è alzato in volo compiendo dei grandi cerchi concentrici nel cielo, osservando il terreno sottostante in cerca di prede. A quel punto anche io ed Antioch abbiamo fatto volare i nostri: i tre rapaci dai piumaggi differenti compivano dei fantastici disegni nel cielo primaverile. Ad un certo punto il falcone di Antioch è sceso in picchiata con gli artigli sguainati verso un punto indefinito situato un po’ più a sud rispetto al luogo in cui ci trovavamo. Ci siamo mossi di corsa verso quella direzione. Una volta vista la preda immobilizzata sotto le zampe unghiate del rapace, Antioch ha tirato fuori la sua bacchetta e l’ha uccisa con un incantesimo. Onor, è tornato felice al braccio del suo padrone già pregustando la ricompensa. L’animale riverso a terra era una lepre dalla pelliccia scura che malauguratamente non era stata in grado di nascondersi tra il candore della coltre di neve. Entrambi ci siamo congratulati con nostro fratello per la preda e abbiamo ripreso la caccia.

Questa sera una volta rientrati a casa, abbiamo allestito un frugale banchetto con la cacciagione recuperata durante la giornata e cucinata dalla servitù. Anche nostro Padre, seppur anziano e stanco, si è unito a noi nei festeggiamenti, accompagnato dalla bella Virginia. Abbiamo discorso, brindato, scherzato tutti insieme. Le solite discordie familiari si sono placate sotto il gradito peso della felicità di Cadmus.

Ignotus Peverell


5 Aprile del 1298 d.C.

Il freddo clima che stringeva tra le sue tremende morse il nostro paese si sta dissolvendo per lasciare il posto ad una più mite brezza primaverile. Questo mattino, Antioch ed io, per godere della giornata promettente, abbiamo deciso di fare un duello come allenamento sotto i raggi del sole che illuminavano il lato nord del giardino. Antioch apprezza l’arte del duellare, al contrario di nostro fratello Cadmus , quindi ogni qualvolta desideri fare uno scontro magico si rivolge a me, ed io mi rendo solitamente disponibile a sfidarlo. Mi riesce spesso di tenergli testa nonostante sia più grande d’età e tenti continuamente di mostrare la sua superiorità negli incantesimi. Appena ci siamo posizionati uno di fronte all’altro e abbiamo eseguito il solito inchino necessario per un duello, Antioch è partito all’attacco lanciandomi contro un incanto Adimo Virgam, per disarmarmi, ma immaginando la sua mossa l’ho bloccato con un Protego. Poi senza darmi tregua ha scagliato una serie di lampi dorati cercando di buttarmi a terra: uno dei suoi incantesimi mi ha sfiorato il gomito sinistro e mi ha bruciato leggermente la cute. Per proteggermi dagli insidiosi incantesimi di mio fratello, ho innalzato una barriera cercando di impedire il loro passaggio. Di colpo, però l’attacco è cessato, ed Antioch, con un sorriso impresso sul volto ha pronunciato le parole “Accipiteratum”. Non ero consapevole degli effetti di quell’incanto e ancor meno sicuro sulla modalità per evitarlo. Antioch è notevolmente più esperto. Dalla sua bacchetta è fuoriuscita una cortina di fumo chiara e luminosa che nell’arco di qualche istante si è contratta per dar vita ad un maestoso falco splendente, che con un rapido battito d’ali si è mosso nella mia direzione con i suoi artigli sguainati. Ho compiuto quale passo indietro allontanandomi dalla bellissima ma tremenda creatura, per poi eseguire un celere movimento della bacchetta nel tentativo di far scomparire il rapace. Per mia grande fortuna l’incantesimo Evanesco è stato sufficiente. L’espressione di mio fratello si è contratta, mostrando il fastidio dovuto alla non riuscita della sua complessa magia. Con voce sprezzante, ed un leggero movimento del polso, ha eseguito un Incanto Flammarum: dalla punta della sua bacchetta sono scaturite delle fiamme rossastre, ma avendo compreso la sua mossa in anticipo dal breve disegno composto nell'aria, gli ho lanciato contro un vortice d’acqua il quale ha immediatamente spento il fuoco, che repentino si stava avvicinando alla mia figura, ed ha inghiottito mio fratello facendolo roteare in una sfera di quella sostanza liquida e pura. Antioch ha mostrato la sua resa sollevando il braccio destro, ed io, divertito, ho cessato l’incantesimo facendo cadere il giovane a terra. Mio fratello era furioso, in parte per aver perso il duello e per essere completamente fradicio, ed inoltre per la mia risata, che notando la comicità della situazione, non ero in grado di trattenere. È bello vedere il volto di Antioch per una volta segnato dalla rabbia dovuta all’insuccesso!
Tornando al maniero siamo passati dal cortile del retro, in modo da entrare dalla porta delle cucine e rilassarci un attimo in quell’ambiente caldo ed ospitale. Ma nel quardato d’erba lontani dagli occhi di nostro padre e della governante, due bambini della servitù stavano giocando a Queerditch in sella ai nostri manici di scopa e con la nostra Pluffa. Antioch a questo punto non è stato più in grado di trattenere la sua collera: ha iniziato a gridare contro i piccoli ragazzi e si è messo ad inseguirli mentre questi cercavano di sfuggirli.
Con una risata sono rientrato nel castello, desideroso di raccontare la mattinata alla bella Virginia e a mio fratello Cadmus i quali hanno entrambi riso di gusto all’immaginare Antioch fradicio a causa del mio incantesimo, correre inferocito dietro a due servi a cavallo di scope.

Ignotus Peverell


22 Aprile del 1298 d.C.

È difficile scrivere su questa pergamena in una dolorosa giornata come quella appena trascorsa e mi provoca altrettanta sofferenza trascinare la piuma per liberare dal calamaio le seguenti triste parole... Nostro Padre, Edmund Peverell, ha lasciato questo mondo...
Solo ora, ora che i pensieri prendono voce in queste memorie, mi rendo conto di quanto sia successo... Ancora l’idea di non poterlo più vedere è restia a far radici nella consapevolezza della mia mente... Nonostante la sua età pensavamo che sarebbe rimasto con noi per ancora molte lune, ed invece se n’è andato lasciando nei nostri cuori un senso di vuoto. Non udiremo più i suoi saggi consigli e le sue parole rassicuranti. Non sarà più lui a guidare la nostra casata e a mantenere l’ordine nella nostra dimora e nelle nostre terre.
Le sue fragili membra riposano ora sul suo letto di morte, in attesa di ricongiungersi alla terra che le ha generate, pallide ma serene. Ha lasciato la vita dolcemente, nel sonno, come se i sogni fossero il preludio del mondo pronto ad accoglierlo.
Ma non sarà questa l’immagine che conserverò nella memoria della persona di mio Padre: un corpo dai capelli e la barba bianca, pallido e stanco. Nei miei ricordi i suoi forti occhi azzurri saranno ancora aperti e mi guarderanno con l’espressione fiera di quando gli ho mostrato da giovane le mie abilità con gli incantesimi, o quando per il mio settimo compleanno mi ha portato per la prima volta a cavallo per le campagne e le selve. Nelle mie memorie lui sarà ancora vivo, forte e orgoglioso, un esempio di saggezza per la nostra famiglia.
Ora che è venuto a mancare siamo immensamente soli, orfani senza una guida ed un cammino da seguire.

Ignotus Peverell


26 Aprile del 1298 d.C.

È notte fonda e scrivo alla flebile luce di una fidata candela. La fiamma, fragile e debole, trema agli spifferi che, intrufolandosi tra i battenti della finestra, penetrano silenziosamente nella mia camera da letto, portando il gelo dell'oscurità in un luogo già freddo per il dolore.
Oggi il corpo di Edmund Peverell è stato restituito alla terra. Oggi sono stati celebrati i funerali di questo grande uomo, di questo forte lavoratore, di questa onesta persona. Mio padre.
Inutile porre ancora una volta, l'ennesima ormai, nero su bianco la sofferenza che il mio animo con fitte lancinanti prova. Non ha senso dilungarsi ancora sul dolore, poiché il mio compito è quello di misurarlo e, benché la sua entità sia enormemente grande, nasconderlo è il mio dovere. Non posso assolutamente permettermi di divenire un peso all'interno della mia famiglia e dunque tento continuamente di essere un solido pilastro per chi, a differenza di me, non è in grado, per questioni di natura e carattere, di sorreggere ciò che ora ci affligge e di superare il duro sentimento.
Invano parlo a vuoto, dirò quindi ciò che intendo.
Mi sto riferendo ai miei poveri fratelli, così buoni, così umanamente deboli. Cadmus, noi tutti lo sappiamo, è tremendamente fragile e inevitabilmente è stato travolto dalle emozioni. Non è stata perciò una sorpresa la sua reazione durante la cerimonia funebre. Ci aspettavamo tutte quelle lacrime, tutte quelle parole, ci aspettavamo persino quella breve perdita di sensi che lo ha colto al momento del definitivo atto di riporre la terra sulla bara di scuro mogano del nostro buon Padre.
Antioch, così stoltamente considerato duro e privo di sentimenti, è stato altrettanto debole nel sorreggere le emozioni fatalmente travolgenti di questa giornata. Io solo lo conosco fino in fondo e io solo ero fin da subito certo della sofferenza che profondamente lo corrodeva. Tuttavia egli ha un modo per alcuni incomprensibile di esprimere tutto ciò. Rabbia, ira, prepotenza, sono tutte conseguenti reazioni che assume nella speranza di mascherare e sopprimere le sue debolezze. Il mio maggior fratello è fatto così, nei momenti di fragilità si chiude in sé stesso e aggredisce chi gli sta attorno. Non mi sono stupito quando durante la cerimonia ha sbraitato contro tutti i presenti accusandoli di godere della morte di nostro Padre, di essere solo degli opportunisti senza scrupoli che usarono la sincera amicizia di Edmud Peverell per sfruttare la sua disponibilità e i suoi favori. Sono riuscito a calmarlo ma temo che scoppi da un momento all'altro ancora una volta...
I funerali sono sempre l'occasione in cui ognuno si mostra per quello che sinceramente è. Tutti abbassano la guardia perché il dolore atterrisce e non c'è modo di fingersi diversi ma si appare nella propria essenza e nelle proprie difficoltà. Forse solo io (e dicendolo riconosco una momentanea ma dovuta assenza di modestia) sono capace nella mia ristretta famiglia di porre freno alle mie emozioni.
Oh padre, non pensare, te ne prego, che la mia compostezza sia sintomo di assenza d'affetto! Anzi! Vedere il legno, nel quale le tue membra sono per l'eternità riposte, esser calato là dove i miei occhi mai più potranno frugare la sua liscia superficie mi provoca un tuffo al cuore così forte che temo possa risentirne fino a fatal danno. Oh padre, non puoi immaginare lo sconforto che segretamente provo...
Ma ormai la candela è consunta e la notte prepotentemente pretende il mio sonno. Il tempo di scrivere per ora è concluso.

Ingotus Peverell


25 Maggio del 1298 d.C.

Un matrimonio. E quindi è questo ciò che ora si appresta a manifestarsi nella nostra famiglia...
Un matrimonio, delle nozze, un connubio... Cos'altro di più nobile e meraviglioso può esistere? Nient'altro potrebbe portare tanta felicità e gioia quanto l'unione di due anime che si amano profondamente e sinceramente. E come potrei non essere felice nel sapere che le due fortunate creature sono il mio adorato fratello e la mia amata Virginia?
Io voglio solo il meglio per entrambi, solo ciò che li condurrà alla pace e alla completezza.
Ma non posso negare l'esistenza di un'ombra, una macchia oscura che dentro di me agisce sottraendo al mio spirito parte della gioia che dovrei provare. Quasi mi sento in colpa nell'ammettere che forse non desidero con tutto me stesso questa unione...
Virginia, oh Virginia... Se solo avessi scelto me, ti avrei reso felice, ti avrei protetta e avvolta con tutto il mio amore, come un manto caldo in una serata invernale, senza sottrarti la libertà di vivere... Se solo avessi scelto me, mi avresti reso l'uomo più fortunato, raggiante e beato di questo universo...
Ma così non è stato. Hai scelto mio fratello, Cadmus, ed io so quanto egli ora è radioso alla luce della tua scelta. Mai e poi mai potrei distruggere la vostra acquistata felicità.
Poche ore fa il mio buon fratello è giunto a portarmi la notizia della sua proposta. Ieri sera i due giovani hanno sancito a parole l'unione che si apprestano a celebrare con comune e nobile rito. Davanti allo sguardo luminoso di Cadmus ho celato i sentimenti contrastanti che si sono fin da subito riversati in me. Gli ho mostrato la mia esultanza per l'avvenimento, gli ho fatto le mie congratulazioni. L'ho abbracciato mentre i suoi occhi si inumidivano per l'estrema e dovuta contentezza.
Era da tanto che non lo vedevo così sereno... Si merita un futuro di fortuna e benedetta spensieratezza.
Probabilmente saranno solo queste pagine ad essere rese partecipi della punta di lancinante dolore che si insinua in me a causa di questa lieta notizia. Festeggerò e sorriderò con loro perché è così che dev'essere. Anche Virginia come Cadmus ha avuto giorni troppo cupi e io desidero solo la sua più totale beatitudine e felicità, se la sua scelta è stata fatta con il cuore non posso che appoggiarla e gioirne.
Auguro loro tutta la fortuna del mondo. Per quanto mi riguarda vivrò nel silenzio della delusione, potrò cavarmela seppur solo ormai...

Ignotus Peverell


27 Maggio del 1298 d.C.

Come pochi giorni fà è toccato a me reggere la tortuosa e pesante verità del matrimonio che ormai è imminente nei nostri futuri, questa mattina è stata la volta di Antioch prendere parte alla notizia.
Le mie più buie supposizioni si sono dimostrate realtà ed è accaduto proprio ciò che temevo si sarebbe verificato.
Poco dopo colazione Cadmus si è recato da Antioch che si trovava accanto alle stalle per esercitarsi con nuovi incantesimi nel piccolo cortile in terra battuta. Gli ha detto che avrebbe desiderato parlargli di un fatto molto delicato che comportava la richiesta di un suo parere in quanto membro più anziano della famiglia. Antioch inizialmente non ha prestato molta attenzione a nostro fratello ma si è mostrato disposto ad ascoltarlo dopo aver interrotto i suoi esercizi. Cadmus gli ha annunciato del matrimonio, gli ha raccontato della proposta, della gioia di Virginia, del loro amore, della mia approvazione...
Come è ingenuo il povero Cadmus! Si è presentato ad Antioch esultante ed esuberante procurandogli solo maggiore irritazione di quella che già egli avrebbe nutrito alla sola notizia. Se fossi stato io a parlargli per primo forse avremmo evitato tutto ciò che è accaduto in seguito...
Antioch è infatti andato su tutte le furie. Ha cominciato ad urlare, urla forti e potenti che hanno fatto allarmare tutta le servitù e agitare i destrieri che riposavano nelle stalle. Io stesso sono stato colto di sorpresa da quelle grida e mi sono precipitato in soccorso del povero Cadmus. Quando giunsi, Antioch era completamente accecato dall'ira. Pareva non capire perché Virginia avesse potuto scegliere di sposare un uomo come suo fratello minore, così debole da non essere degno di starle accanto. Antioch sosteneva che lei avrebbe dovuto scegliere lui, forte, sicuro, adatto a proteggerla e renderla felice. La mia venuta è stata provvidenziale perché sono riuscito appena in tempo a bloccare gli incantesimi che Antioch stava per scagliare contro nostro fratello il quale, colto totalmente dall'inaspetatezza di quella violenta reazione, non sembrava dar segni di volersi difendere.
Ho portato via Antioch, abbiamo fatto una passeggiata per i campi e l'ho fatto ragionare. È stato necessario molto tempo e ancor più parole ma alla fine sono riuscito a domare gli istinti di rabbia, gelosia e vendetta che avevano manipolato la sua quiete. La delusione ovviamente è ancora là, nel suo animo, ma perlomeno ho acquietato l'ira, pacando la sua impulsività.
Al concludersi di quella lunga chiacchierata, Antioch ha affermato che Virginia sarebbe stata infelice e Cadmus sarebbe per sempre rimasto uno stupido debole. Ma lui non se ne sarebbe più curato. Lui avrebbe pensato a sè stesso e si sarebbe unicamente occupato di costruirsi una vita migliore della loro.
Io so che il dolore, che ancora adesso sta provando per aver perso la possibilità di unirsi alla donna che ama, è tanto quanto il mio, perciò lo capisco e non lo biasimo. Forse questa esperienza lo aiuterà a migliorare il suo carattere e sarà un buon allenamento per imparare a dominare gli istinti. Mi auguro che qualcosa di buono ne venga fuori...

Ignotus Peverell

Bravo Enri!

Noi dell.I.P.B.T. company siamo rimasti estasiati dalla quantità di commenti positivi ricevuti sui testi precedentemente pubblicati! Pertanto è stato aggiunto all'ultimo messaggio un nuovo testo datato 27 Febbraio 1298.

Buona Lettura,
e che sia la volta buona

sotto consiglio di Enrico, ho letto questi testi! Bravi!