CRASH!
«Colpo da maestro, Boss, come al solito!» esclamò Mic salvatosi per un pelo dall'incantesimo Bombarda lanciato da Ludo per distruggere il vaso che il suo seguace stava mantenendo, «Un centro perfetto!».
Ludo era in preda ad una crisi di nervi degna delle peggiori trasmissioni di Canale 5. «Tradimento! Ma come si permettono? Ma dico, mettere in dubbio le mie decisioni!» e così dicendo lanciò di nuovo l'incantesimo su Mic che, nel frattempo aveva preso in mano un nuovo vaso.
«Migliore del precedente! Complimenti Boss!» commentò Mic, sempre più spaventato dalla possibilità di un ricovero al San Mungo.
«E poi quella prefetta... com'è che si chiama?»
«...Marta» rispose titubante Dan, come se avesse dovuto nominare Voldemort.
«Ecco sì, quella ragazzina... come si permette di prendere parte alla ribellione! Dovrà vedersela con il sottoscritto! AAAAAAAAAB!»
Ab si mise sull'attenti con la sua bella tenuta rosa pronto ad obbedire ai comandi di Ludo.
«Ab, voglio le carte dell'espulsione sulla mia scrivania entro domani, e possibilmente che non siano rosa. Guardatevi, sembrate tante fatine dello zucchero!» e con questo distrusse un altro vaso che Mic aveva preso in braccio appena in tempo.
Dan era molto pensieroso, combattuto tra il seguire i vecchi o i nuovi ideali. Era stato nella ribellione, come Marta, tempo prima, ma in quell'ultimo periodo era diventato il fedele braccio destro del Boss. Qualcuno sarebbe stato deluso, da una qualsiasi delle sue decisioni.
«Qui serve un piano d'azione, bisogna coglierli di sorpresa e fare propaganda tra le nuove leve e il corpo docenti! Quella Anny, così attraente e così scatenata... ha scelto la persona sbagliata contro cui ribellarsi! Servono idee gente, idee! Qualcuno tiri fuori un buon piano!».
Ab prese la parola: «Capo, secondo me cuoceranno nel loro brodo e si stuferanno da soli della situazione. Capiranno che la loro è una lotta inutile e fallimentare e la minaccia si estinguerà da sola».
«Ab, non possiamo aspettare il loro tempo di cottura» rispose Mic, «qui si è messa in dubbio la legittimità delle decisioni prese da Ludo! Solo per questo andrebbero espulsi!».
«Ammiro molto il tuo modo di adularmi, Mic» intervenne Ludo commosso, poi continuò: «Dovrebbero prendere esempio da lui! È così che si fa carriera! Guardate Dan!»
Ab e Mic si girarono verso l'appena nominato Dan, il quale era ancora immerso nelle sue considerazioni.
«DAN! Sto parlando di te, ti sto lodando! Ti converrebbe ascoltare! Non mi ripeterò di nuovo!» lo richiamò Ludo.
«Scusi Boss, stavo ragionando...» rispose mesto Dan.
«Ragionando su come farli fuori? Vedete? Proprio come vi dicevo, ragazzi! Un seguace esemplare! Prendete esempio!».
«Boss,» intervenne Ab «non credo che onestamente Dan stesse pensando ad un piano contro i ribelli...».
«Attento Ab, ti voglio bene, ma non sperare di avere i miei favori gettando del fango su Dan. Stai forse insinuando che stia accarezzando la possibilità di unirsi alla ribellione?» lo ammonì Ludo iniziando ad alterarsi non poco.
«È un'eventualità, Capo!» aggiunse Mic, «abbiam visto tutti cosa è successo per un attimo ai suoi abiti rosa quando Marta è passata dall'altra parte...».
Ora anche nella testa di Ludo, memore dell'avvenimento citato da Mic, iniziavano a farsi spazio sospetti su Dan. Iniziò quindi ad alzare la voce per intimorirlo: «Sia chiaro che chiunque, d'ora in avanti esprimerà anche una sola parola in favore dei ribelli o si mostrerà clemente nei loro confronti, sarà espulso all'istante, CHIARO?!»
«Non avrei mai pensato che il rosa si intonasse così tanto con il mio incarnato! Devo dire la verità, i ragazzi hanno uno spiccato senso artistico!» esclamò Primus, estemporaneamente, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo.
Bagman cercò di tenere a freno la rabbia: «Primus... io sto cercando in tutti i modi di vendicarmi di quelle mezze calzette, mentre tu te ne stai lì a guardare i lustrini e ad esaltare il loro senso artistico!? AAAAAAAAAB CRUCIALO!».
«Ehi, Boss, da bravo, pianino e con calma, ok?» rispose Primus ignorando la reazione isterica di Ludo, «Questa guerra non l'ho mica fatta nascere io? Insomma, ci sono gli oppressori, ci sono gli oppressi, è una situazione tipo»
Ab e Dan provarono a fermare Primus, mentre Mic si tolse dalla direzione di un possibile incantesimo di Ludo.
«Vuoi dire che sei dalla loro parte?» iniziò Ludo diventando progressivamente più rosso in viso di un peperone, «Non hai sentito cosa HO APPENA DETTO!?»
«No, non ti ascoltavo ma non sono né con loro, né contro di loro. Né con te, né contro di te. Ho l'incarico di prefetto, ma non ho alzato mai la mia bacchetta contro i ribelli. Questo fa di me il perfetto esecutore dell'elemento mancante a questa guerra»
«Cioé?» chiese irritato Ludo.
«Un arbitro, sveglia! Voglio dire, serve qualcuno che attesti la vittoria di uno dei due schieramenti, che controlli la validità delle azioni, e così via. Tra le varie cose ho il mio Avvocato con me che si farà garante della validità degli attacchi»
«Osi dire, sciocco, che esci dalle mie fila? DAAAAAAAAN, UCCIDILO!»
Dan era perplesso sul da farsi, quando Prim si avvicinò a Ludo e iniziò a parlargli con tono persuasivo: «Se combattete tutti, chi avrà l'onore e il privilegio di incoronarti vincitore al termine della guerra? Serve qualcuno, che sia stato neutrale, che possa dichiarare senza ombra di dubbio la sovranità del vincitore... Ludo, il sommo dominatore di Hogwarts...». Lo sguardo di Ludo era perso nel vuoto: stava già pregustandosi la scena. Poi, come svegliatosi da un sogno, concesse a Prim il suo nuovo status e diede nuovi ordini: «Siamo in 4, ma la vostra lealtà è senza pari, li stracceremo! AAAAAAAAAAB! Prendi dolci per tutti!».
**
Al quartier generale della ribellione tutti stavano dando il bentornato a Marta. Il sorriso di Anny era paragonabile a quello di un bimbo che trova il regalo sempre desiderato sotto l'albero di Natale. Nel mentre però Snape/Giò e Smiley erano in disparte a discutere sul da farsi.
«Una bomba... una bomba in un finto regalo di pace, che ne pensi Smiley?»
«No Giò, no... serve qualcosa di meglio, qualcosa che li scoraggi... per sempre!»
«Ok Smiley, mi sembri leggermente fuori di te...»
In effetti Giò aveva completamente ragione: gli occhi sgranati di Smiley e il viso tendente al rosso fuoco, avrebbero inquietato chiunque.
«Per un attimo ho pensato davvero che ti saresti schierata dalla loro... mi hai fatto prendere un grosso spavento, sai?» disse Anny amorevolmente a Marta.
«Il potere è bello, ma la forza dei propri ideali è tutto! Qui ci sono le cose per cui gli uomini hanno combattuto per decenni...» e iniziò un discorso lungo e appassionato sui moti rivoluzionari di tutti i tempi e sui grandi condottieri che avevano portato il popolo alla conquista dei propri diritti e cose del genere. Anny lo ascoltò estasiata e, dietro di lei, Piero aveva lo sguardo sognante, perfettamente integratosi nel clima rivoluzionario. Dobby guardava la scena con perplessità.
«Un virus! Gli facciamo prendere un bel raffreddore! Anzi, un'influenza! E nel mentre che sono malati, prendiamo il potere!» disse Smiley con un'espressione ancora più pazza di prima.
«Ok, Smiley, tutta questa storia ti sta facendo male. È vero che siamo le SS, ma non bisogna esagerare dopotutto» suggerì Giò.
«Giammai!» Urlò Smiley scagliando uno schiantesimo che per poco non colpiva Piero.
«Smiley, contieniti!» la ammonì Anny.
«Ottimo intervento, Miss Baggins!» esclamò ammiratissmo Piero.
«E tu non chiamarmi "Miss"... »
«Agli ordini, Miss».
Giò riprese a parlare all'amica: «Forse è meglio che ti prenda una pausa...».
Smiley iniziò a sbuffare come un toro che attende il matadòr per lo scontro finale.
«Bada a come parli, bamboccio! Potrei ucciderti nel sonno se ne avessi voglia! E credimi, stai facendo di tutto perché ciò accada!»
Snape/Giò guardò perplesso l'amica e si allontanò con assoluta calma.
Anny quindi prese la parola: «Signori, siamo qui per i nostri ideali, siamo qui per le nostre idee, siamo forti per la nostra ideologia... non abbassiamoci ad atteggiamenti rozzi come quelli dell'Ordine Costituito, non vogliamo essere loro sostituti, saremo i loro boia!»
«Sono già allo spiedo!» esclamò Piero.
«Li abbiamo in pugno!» urlò Dobby.
«Non si accorgeranno neanche di quando entreremo di soppiatto nelle loro stanze e perforeremo i loro toraci con i nostri pugnali!» intervenne Smiley.
Tutti la guardarono perplessi. Giò cercò di intervenire: «Smiley, non credo che...»
«Taci! E spera che non provi i miei piani su di te!».
A Marta sembrò inutile parlare dopo il suo discorso precedente e, soprattutto, dopo le allucinanti parole di Smiley.
«Che bel quadretto!» esclamò qualcuno improvvisamente. Dobby e Piero si posizionarono subito davanti al loro capo per difenderla, mentre Marta avanzò verso l'angolo dal quale proveniva la voce. Ne aveva riconosciuto il proprietario: «Prim... svelati o ci obbligherai ad attaccarti!». Prim uscì dall'oscurità e si rese visibile. Smiley e Giò gli puntarono le bacchette contro ma lui mosse la mano platealmente senza compiere alcuna magia, ma con una tale decisione da far tornare i due coraggiosi rivoluzionari sui propri passi.
«Cos'è, non gridavi di essere il prescelto?» lo provocò Anny, puntandogli la bacchetta.
«Certo, io sono il prescelto. Oh dai, Anny! Cos'è quest'arroganza? Lo sappiamo che chiunque mi avesse nel proprio schieramento avrebbe la vittoria assicurata!»
«Non certo per la gara di modestia» commentò Smiley.
«Non ci provare, mocciosa!» le gridò Primus cambiando improvvisamente il suo atteggiamento da bonario a minaccioso e puntandole contro la sua bacchetta.
«Non provare ad alzare la tua bacchetta contro Smiley, Prim!» disse Marta frapponendosi tra loro.
Smiley la scostò in malomodo urlando: «Via pivella! Insegno io un po' di educazione a questo giovanotto! Voglio vedere se riuscirà ancora a parlare con una bacchetta ben conficcata nella gola!»
«Ferma Smiley...» s'intromise Giò.
«Zitto! O vuoi fare la stessa fine?» lo ammonì l'altra S.
«Calma ragazzi, se Primus è qui è per dirci qualcosa» disse Dobby cercando di placare gli animi.
«È una trappola, vogliono tenderci un'imboscata!» urlò Piero, tentando di aizzare nuovamente tutti contro l'intruso.
«Lasciamolo parlare» sentenziò Anny.
«Grazie Anny!» disse Primus, poi continuò «volevo comunicarvi che mi ritiro ufficialmente dalla battaglia. Conservo il mio ruolo di prefetto ma non combatterò né tra le file dell'Ordine Costituito, né tra le vostre. Sarò l'arbitro della guerra!»
«Non ne abbiamo bisogno!» urlò Piero puntandogli contro la bacchetta.
Prim ignorò completamente il mago e, come successo con Ludo poco prima, iniziò a persuadere Anny: «Quando vincerai servirà qualcuno di esterno al tuo movimento, magari però che conservi una posizione di prestigio, che proclami la vittoria della democrazia... e così sarai ricordata al pari di quegli uomini illustri che citava Marta poco fa... Anny, la motivatrice delle masse...». Anny si lasciò incantare dalle parole del mago sognando, come successo a Bagman, il momento della sua vittoria. Poi accettò il ruolo di Primus e lo congedò. I vestiti rosa dell'arbitro si trasformarono in una toga da giudice e lui scomparve d'improvviso.
«Hanno un uomo in meno!» urlò Dobby.
«Bisogna attaccarli ora che sono vulnerabili, prima che facciano proseliti!» urlò Smiley.
«Hasta la vittoria siempre!» disse Piero incitando gli altri.
«Andiamo!» ordinò Anny.
**
Ludo aveva progettato il suo attacco a sorpresa nei minimi dettagli: Ab li avrebbe attirati in Sala Grande, Dan avrebbe chiuso le porte, Mic avrebbe lanciato schiantesimi a volontà, e lui se ne sarebbe rimasto nel suo ufficio a mangiare i pasticcini che Ab aveva portato poco prima. Fu immensa la sorpresa degli altri tre nel vedere i propri avversari venirgli incontro in Sala Grande. Effettivamente anche dall'altra parte avevano progettato di prendere di sorpresa i prefetti, e restarono perplessi nel trovarli tutti insieme pronti a uno scontro. Ludo fu chiamato da Dan e così i due schieramenti erano completi, la battaglia stava iniziando.
«Sulla forca!» gridò Giò.
«Bannati!» replicò Ab.
«Senza pietà!» urlò Marta.
«Via i traditori!» controbatté Mic.
«Hasta la vittoria siempre!» ripeté Piero.
«Sì, grossomodo questo...» aggiunse Dan perplesso.
«A morte senza pietà, voglio camminare sulle vostre budella!» rispose Smiley.
«Sì, vinceremo!» intervenne Dobby.
Anny e Ludo si incontrarono al centro della Sala, senza emettere neanche un suono. Avevano lo sguardo carico d'odio l'uno verso l'altro. Tornati nei loro schieramenti, stavano per dare inizio alla battaglia.
Volarono incantesimi di ogni tipo: Giò pietrificò Ab, il quale però fece appena in tempo a schiantare Piero; Smiley stava per infilzare Dan con la sua bacchetta, quando però fu schiantata da Mic; Dobby guardava la scena cercando di capire come fronteggiare al meglio gli avversari ma, quando venne aggredita da Bagman, fu difesa da Marta che si beccò due o tre schiantesimi in pieno petto; Anny cercava di dirigere le sue truppe nel migliore dei modi.
Il capo della rivoluzione intervenne però quando vide che Ludo e Mic stavano per realizzare un attacco combinato ai danni di Dobby. Era sul punto di ferirli gravemente quando qualcuno piombò sul campo di battaglia e li interruppe.
«AVETE IDEA DEL CAOS CHE C'È QUI DENTRO?!» urlò la Prof appena materializzatasi. Tutti tacquero: nessuno osava mettere in dubbio ciò che diceva la Prof, e nemmeno il suo essersi materializzata malgrado ad Hogwarts ciò non sia possibile.
«Adesso,» continuò Lady con tono minaccioso «nessuno se ne andrà di qui fino a quando non avrete messo tutto a posto e vi proibisco categoricamente di combattere ancora qui in Sala Grande. Trovatevi un'altra arena!».
I due schieramenti, entrambi demoralizzati, si misero di buona lena a pulire fino a quando le pareti e il pavimento della Sala non parvero brillare. Decisero quindi di spostare il proprio combattimento all'esterno, nel cortile. Raggiunta la nuova location vi fu un nuovo scambio di minacce e di sguardi di sfida. Avevano tutti le bacchette pronte a scagliare ogni genere di incantesimo quando...
«Fermi! Non è possibile combattere ora!»
«Arbitro dei miei stivali! Come osi frapporti tra me e la vittoria?» chiese irritato Ludo.
«Le rivoluzioni non possono mica aspettare che qualcuno, dall'alto, dia il via!» disse Anny, anch'ella irritata.
«Signori, riorganizzatevi e tornate qui tra un po' » rispose loro Primus, poi continuò: «Phelps, da bravo, qui!».
Phelps uscì dal castello e raggiunse gli altri in cortile. Aveva in mano una gigantesca pila di fogli di carta che poggiò su un tavolino appena materializzato dal mago vestito da giudice.
«C'è un po' di modulistica da compilare, signori! Dovete specificare in quale schieramento siete e firmare. Coloro che vorranno passare da una parte all'altra in corso d'opera dovranno pagare una penale il cui ammontare sarà da pattuire. Inoltre non tutti si sono schierati, ed è giusto che anche gli altri decidano. Il nostro Phelps ad esempio sta ancora pensando sul da farsi. Quando avrò tutti i moduli, allora si comincerà».
Con sommo disappunto, i due leader ordinarono ai propri adepti di prendere i moduli e si ritirarono nei rispettivi quartier generali.