AcCULturiamoci!

La letteratura italiana merita una giusta considerazione e dovrebbe essere apprezzata di più! Ma purtroppo lo studio che ne facciamo a scuola non le rende giustizia... Tutti avrete detto di fronte ad una poesia di Leopardi, di Pascoli, di Petrarca ecc ecc "E CHE P***E!!". Qui "rivisitiamo" un pò le poesie (e non solo) . Approfittando dello sberleffo e facendoci due risate, impariamo ad apprezzare la nostra letteratura!

Cominciamo con una poesia del Petrarca (goditela Jo ) :
Solo et pensoso i più deserti campi

Versione originale
Solo et pensoso i più diserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
et li occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio uman l'arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché ne li atti d'allegrezza spenti
di fuor si legge com' io dentro avampi.

Sì ch'io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.

Ma pur sì aspre vie né si selvagge
cercar non so, ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io collui.

Breve "spiegazione"
Il sonetto "Solo et pensoso i più deserti campi" è una delle poesie più famose di Francesco Petrarca, poeta italiano del Trecento. Questa lirica è tratta dal "Canzoniere", opera in volgare alla cui compilazione Petrarca dedicò tutta la vita. Questa lirica racchiude tutto il travaglio interiore che affligge il poeta, costretto ad allontanarsi dalla gente per non far vedere agli altri il suo problema amoroso, e da qui il titolo della poesia, che ne sintetizza il senso: Petrarca,per tenere nascosto il segreto che cela dentro di sé agli altri, fugge in campi deserti, dove può distrarsi in colloqui immaginari con Amore.

Ecco la nostra versione:
Solo et pensoso i più deserti campi (Per Mik)

Solo et pensoso le più deserte bozze
va mesurando a passi tardi e lenti
et li occhi porta per fuggire intenti
ove commento uman la bozza stampi.

Altra scusa non trova che lo scampi
dal manifesto curiosar de le genti,
perché ne li tentativi d’incitamento spenti
di fuor si legge com’ei dentro avampi.

Sì ch’ei si creda omai che chat et bozza
et forum et topic sappian di che tempre
sia la sua vita, ch’è celata altrui.

Ma pur si assolate spiagge né sì lontan tinozza
cercar non sa, che Mik non vada sempre
ragionando con Bella, et lei con lui.

Citazione :

perché ne li atti d'allegrezza spenti
di fuor si legge com' io dentro avampi.

il suo sonetto più bello!

hai ragione ginny!!! è bellissima!!!

ahahah!!! davvero divertente!!!
magari sapessi inventarmi cose così..

Citazione :

La letteratura italiana merita una giusta considerazione e dovrebbe essere apprezzata di più! Ma purtroppo lo studio che ne facciamo a scuola non le rende giustizia... Tutti avrete detto di fronte ad una poesia di Leopardi, di Pascoli, di Petrarca ecc ecc "E CHE P***E!!". Qui "rivisitiamo" un pò le poesie (e non solo) . Approfittando dello sberleffo e facendoci due risate, impariamo ad apprezzare la nostra letteratura!

...Ho detto tutto Herm, mia cara, ti voglio bene..!!
Per qualunque cosa sulla letteratura, fatemi un trillo..!! Lunettina c'è sempre per il suo amore profondo...

PS: E se il topic si allargasse anche alla letteratura Latina e Greca?? DitemidisiDitemidisiDitemidisi!!!

Citazione :

Lunettina c'è sempre per il suo amore profondo... Wink

ed ora mi chiedo....perchè vuoi fare ingengneria o economiaa???!!!! -.-"! se un amore profondo ce l'hai già!!

Bella bella bella! Se la conoscevo anch'io vuol dire che è davvero famoso sto tizio! Resta il fatto che dopo la vostra meravigliosa versione Petrarca si starà rivoltando nella tomba.. Herm..

Citazione :

Ma pur si assolate spiagge né sì lontan tinozza
cercar non sa, che Mik non vada sempre
ragionando con Bella, et lei con lui.

Uahahahaha!

Luna Lovegood:* ha scritto:

PS: E se il topic si allargasse anche alla letteratura Latina e Greca?? DitemidisiDitemidisiDitemidisi!!!

Sisisisisisisisisisisisisi! Daidaidaidaidai!

A tal proposito (Io credo che d'ora in poi venererò questo topic... ) mi piacerebbe postare qui una delle mie canzoni preferite (Canzoni nel senso del metro usato, non la musica )... Ultimo canto di Saffo, di Leopardi...
So che non è proprio brevissima, ma vi invito a leggerla tutta quanta, con un tono piuttosto pacato e implorante, come se vi steste immedesimando in Saffo stessa... Non sto scherzando, davvero... Non ve ne pentirete... E' bellissima, e fa venire le lacrime agli occhi

Ultimo Canto di Saffo

Placida notte, e verecondo raggio
della cadente luna; e tu che spunti
fra la tacita selva in su la rupe,
nunzio del giorno; oh dilettose e care,
mentre ignote mi fur l'erinni e il fato,
sembianze agli occhi miei; già non arride
spettacol molle ai disperati affetti.
Noi l'insueto allor gaudio ravviva
quando per l'etra liquido si volve
e per li campi trepidanti il flutto
polveroso de' Noti, e quando il carro,
grave carro di Giove a noi sul capo,
tonando, il tenebroso aere divide.
Noi per le balze e le profonde valli
natar giova tra' nembi, e noi la vasta
fuga de' greggi sbigottiti, o d'alto
fiume alla dubbia sponda
il suono e la vittrice ira dell'onda.

Bello il tuo manto, o divo cielo, e bella
sei tu, rorida terra. Ahi di cotesta
infinita beltà parte nessuna
alla misera Saffo i numi e l'empia
sorte non fenno. A' tuoi superbi regni
vile, o natura, e grave ospite addetta,
e dispregiata amante, alle vezzose
tue forme il core e le pupille invano
supplichevole intendo. A me non ride
l'aprico margo, e dall'eterea porta
il mattutino albor; me non il canto
de' colorati augelli, e non de' faggi
il murmure saluta: e dove all'ombra
degl'inchinati salici dispiega
candido rivo il puro seno, al mio
lubrico piè le flessuose linfe
disdegnando sottragge,
e preme in fuga l'odorate spiagge.

Qual fallo mai, qual sì nefando eccesso
macchiommi anzi il natale, onde sì torvo
il ciel mi fosse e di fortuna il volto?
In che peccai bambina, allor che ignara
di misfatto è la vita, onde poi scemo
di giovanezza, e disfiorato, al fuso
dell'indomita Parca si volvesse
il ferrigno mio stame? Incaute voci
spande il tuo labbro: i destinati eventi
move arcano consiglio. Arcano è tutto,
fuor che il nostro dolor. Negletta prole
nascemmo al pianto, e la ragione in grembo
de' celesti si posa. Oh cure, oh speme
de' più verd'anni! Alle sembianze il Padre,
alle amene sembianze eterno regno
diè nelle genti; e per virili imprese,
per dotta lira o canto,
virtù non luce in disadorno ammanto.

Morremo. Il velo indegno a terra sparto
rifuggirà l'ignudo animo a Dite,
e il crudo fallo emenderà del cieco
dispensator de' casi. E tu cui lungo
amore indarno, e lunga fede, e vano
d'implacato desio furor mi strinse,
vivi felice, se felice in terra
visse nato mortal. Me non asperse
del soave licor del doglio avaro
Giove, poi che perir gl'inganni e il sogno
della mia fanciullezza. Ogni più lieto
giorno di nostra età primo s'invola.
Sottentra il morbo, e la vecchiezza, e l'ombra
della gelida morte. Ecco di tante
sperate palme e dilettosi errori,
il Tartaro m'avanza; e il prode ingegno
han la tenaria Diva,
e l'atra notte, e la silente riva.

Jo Potter ha scritto:

ed ora mi chiedo....perchè vuoi fare ingengneria o economiaa???!!!! -.-"! se un amore profondo ce l'hai già!!

Perchè purtroppo con la letteratura non si campa... O fai il professore, o niente.. E troppo precariato purtroppo... -.-'

Ahahahah ragazze... emh... ma dico io... povero Petrarca

Emh... comunque... grazie!
Un pensiero speciale per quando sono partito (la punizione) e uno per quando sono tornato (questa rivisitazione della poesia )!

Silvia... la tua la leggo dopo... ho 2 settimane di studio arretrato da portare avanti... e ci metterei un po' a leggerla

Snow... ho ancora qualche problema ad interpretare le tue faccine... potresti gentilmente postare la traduzione?

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.


T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.


T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti


che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

da Cento sonetti d'amore di Pablo Neruda

Povera Herm, voleva acCULturarsi, invece la state acculturando

Ci penso io

Tanto strane 'ste donne paion

Tanto poco gentil e tanto poco onesta pare
Jo Potter quand'ella in vece di far spremuta,
ch'ogne arancia in mano sua deven arma bruta,
e li occhi strabuzzan a guardare.

Bella si va, sentendosi imprecare,
malignamente di nero vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da chissà qual terra a ognun cruciare.

Mostrasi si' piacente quando Herm la mira,
che da' per li intestini una dolcezza al core,
che 'ntender non la puo' chi no la prova, ah la pizza!

E par che de la di Lily labbia si mova
una frase soave pien di parole,
e invece la bocca aprendo: Sospira.

Mi dispiace per le altre strane donne... ma le strofe erano solo 4

Se dobbiamo acculturarci acculturiamoci:

Il Sabato del Villaggio (Leopardi)


La donzelletta vien dalla campagna
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta
dimani, al dí di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dí della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch'ebbe compagni nell'età piú bella.
Già tutta l'aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
giú da' colli e da' tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dí del suo riposo.

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l'altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s'affretta, e s'adopra
di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.

quella di rem è davvero adorabile!!! grande!!

Uahahah! Scusate per le altre sicuramente più dignitose ma.. Rem, ti stimo!

Rem..!!!!! Mi meraviglio di te!!!!!! Qui dobbiamo acculturarci, non prendere i grandi della letteratura per i fondelli!!!!!!!!!!!!!
E piuttosto, leggiti Ultimo Canto di Saffo!!!!!!!!!!!!!

Luna se leggi il primo messaggio di Herm... il senso del topic era storpiare le poesie... ma secondo te Herm vorrebbe acculturarci??? Ma andiamo!!!!!

Herm non lo so se vuole acculturarci... IO SI!!!!!!!!!!!!!!

Sono d'accordo con Remus. Il topic è nato con lo scopo di rivisitare le poesie in chiave ironica e divertente, quindi Rem ha fatto benissimo!

Scusa Silvia, ma io quoto Rem!

Oltre al fatto che l'idea di Herm era quella che ha detto Rem... la domanda da farsi è... chi vuole acculturarsi??!! Scherzo

acculturarsi è bellissimo...per questo esiste la scuolaa!!!
quindi quoto rem!!!

ecco che finalmente qualcunio ci acCULtura!!!!
viva Rem!!

... Non mi prende sul serio nessuno... Che cosa orribile...

E si continua con Dante.... lasciamo le donzelle e occupiamoci dei messeri...

Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io

Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch'ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;

sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse 'l disio.

E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch'è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:

e quivi ragionar sempre d'amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i' credo che saremmo noi.


Ludo, i' non vorrei che tu e Mik ed io

Ludo, i' non vorrei che tu e Mik ed io
fossimo presi per il deretano
e non messi con vasel(lina), ch'ad ogni mano
la bozza prudesse al dispiscer vostro e mio;

sì che sintassi od un altro tempo rio
non si correggesse invano,
anzi, sperando sempre di far svelto
di stare insieme basta per Dio!

E mona Ludo e scemo Mik poi
con quelle ch'è sul numer de le quaranta
le dividiam o le facciamo mozze?

e quivi ragionar sempre di bozze,
e ciascuna di lor fosse abbastanza,
sì come i' credo che saremmo noi.

PS: Luna se vuoi apriti un topic!!! Ma qui solo CULtura!

ti vedo ispirato caro!

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fila in bozza!!! Muhahahah!!!