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 Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter

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James_Potter

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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMer Lug 14 2010, 12:56

Ti confermi bravissimo scrittore!!!
Mi piace il tuo modo di scrivere
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Pell

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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyVen Lug 16 2010, 23:04

Capitolo 7 - Iniziano le lezioni

La mattina dopo Marius si svegliò di buon mattino, l'orologio segnava le 6 e mezza, quindi decise di vestirsi e di scendere giù nella sala comune poichè si era appena reso conto di essersi dimenticato l'orario della colazione. Scese nella sala comune, che in quel momento era deserta, e vide che la colazione iniziava alle sette e mezza, e avevano poi un'ora di tempo per poi iniziare le lezioni alle 8 e mezza. Guardando la bacheca Marius notò l'elenco che aveva citato la sera prima il preside, con l'elenco di tutto ciò che era proibito ad Hogwarts: Marius non ne conosceva neanche una visto che elencava cose tipo Caccabombe che non aveva mai sentito, ma noto che la maggior parte degli oggetti provenivano dal negozio " Tiri vispi Weasley", il negozio che Marius aveva visto a Diagon Alley tempo prima e dove non era riuscito a passare per mancanza di tempo.
Marius voleva cominciare ad avviarsi verso la Sala Grande, ma aspettava qualcuno che arrivasse dei suoi compagni di camera, oppure Michelle, per poter recarsi in compagnia visto che del giro della sera precedente non aveva preso alcun riferimento visivo. Intanto la sala cominciava ad affollarsi, gente più grande con borsoni pieni di libri che discutevano delle lezioni che ricominciavano, e solo più tardi scesero un gruppo di ragazze del primo anno, tra cui Michelle, che si diresse subito da lui.
- Buongiorno! - lo salutò con un sorriso.
- Buongiorno - disse Marius - Dormito bene?
- Sì, sì - rispose Michelle - i letti sono comodi. Ah! Loro sono Leana Faintser e Lucy Weasley stanno al nostro stesso anno.
- Io sono Marius Grebb - si presentò Marius. Leana sembrava una tipa molto particolare, con capelli corti a caschetto e occhi azzurro chiari che sembrava ti leggessero dentro, Lucy invece aveva lunghi capelli rossi.
- Sei per caso parente dei Weasley del negozio di Diagon Alley? - chiese Marius.
- Ah sì - rispose Lucy - sono i miei zii. Comunque qui a scuola io ho tanti cugini, noi siamo una famiglia numerosa.
- Vieni da una famiglia di maghi quindi? - chiese Marius ricordandosi improvvisamente una cosa.
- Già - rispose Lucy.
- Per questo conosci James Potter immagino - riprese Marius.
- Beh anche lui è mio cugino - rispose Lucy con un sorriso - e anche quella ragazza laggiù è una mia cugina - aggiunse poi indicando una ragazza grande che stava chiacchierando con una sua amica.
- Incredibile hai parenti dappertutto - fece Marius stupito.
- Che dite però di andare a mangiare ora? - intervenne Michelle.
- Sono d'accordo - agiunse Leana - ho una fame da lupi.
- Ma voi vi ricordate la strada? - chiese Marius.
- Non preoccupatevi - fece Lucy - ci penso io... Victoire!
La ragazza che prima aveva indicato Lucy si girò e appena vide la cugina fece un sorriso ampissimo e corse da lei. Marius notò che anche lei aveva i capelli rossi, e che era veramente bella.
- Lucy! Mia cara, come stai? - chiese Victoire baciando sulla guancia Lucy.
- Tutto bene - rispose Lucy con un sorriso - senti però ci sarebbe un problema, non ricordiamo come si arriva alla Sala Grande per fare colazione, ci puoi aiutare tu?
- Certamente - disse Victoire - venite con me.
I quattro si avviarono dietro alla cugina di Lucy e riuscirono ad arrivare subito nella Sala Grande. Questa volta Marius memorizzò bene il percorso. Arrivati alla porta ringraziarono Victoire e la salutarono, stavano per entrare quando Marius vide Robert Thomas e Juliet Stone che stavano venendo verso il loro gruppo.
- Hey Grifondoro - lì salutò Robert.
- Ciao - disse Marius con un sorriso - mi dispiace che non stiamo nella stessa casa.
- Purtroppo al Cappello non si comanda, comunque dai avremo modo di vederci lo stesso - disse Robert.
- Ieri volevo venire a salutarvi - disse Marius - ma ci hanno bloccato.
- Purtroppo quei Prefetti sono dei cagnacci - affermò Robert.
- Chi sono i Perfetti? - chiese Marius.
- I Prefetti non Perfetti - rispose Robert sorridendo - sono dei ragazzi che per meriti collaborano con la scuola.
- Ah capito - disse Marius.
- Vabbè io ora vado al tavolo che tra un po ci danno gli orari - disse Robert - Juliet vieni con me? - chiese Robert rivolgendosi all'amica immersa in una fitta conversazione con Michelle.
- Si arrivò - rispose Juliet, abbracciò Michelle, salutò Marius e si diresse con Robert.
Anche Marius e Michelle si misero a sedere e cominciarono a fare colazione. Marius notò che nessuno dei ragazzi del suo anno era ancora sceso a colazione, chissà che fine avevano fatto.
Poco dopo passò il professor Flincher a consegnare gli orari e anche lui notò l'assenza di gran parte degli studenti del primo anno, ma non fece in tempo a chiedere dove fossero finiti, che ecco entrare nella sala grande i 5 compagni di Marius, tutti con il fiatone, che si diressero verso il tavolo di Grifondoro.
- Che fine avevate fatto? - chiese Marius a Matt dopo che si era seduto.
- Ci siamo persi, non so dove eravamo finiti - spiegò Matt.
- Ma te come hai fatto ad arrivare così presto? Ti sei svegliato all'alba? - chiese Peter Gannifin, uno del gruppo con i capelli corti e scuri.
- No, semplicemente ho avuto la fortuna di incontrare Lucy - rispose Marius con un sorriso - mi sono fatto guidare da sua cugina.
- Ricordate che i ritardi sono puniti - intervenne una voce alle loro spalle, che Marius scoprì provenire dal professor Flincher, il quale era arrivato per consegnare gli orari. La prima cosa che Marius notò era il venerdì libero, ma soprattutto che il martedì aveva lezione di astronomia a mezzanotte.
- Uff... lezione di volo solo il giovedì - sbuffò Matt - non vedo l'ora di volare.
Marius non era della stessa prospettiva di Matt, in effetti era piutosto terrorizzato dall'idea di andare su un manico di scopa.
La prima lezione che avrebbero dovuto frequentare era Erbologia, che si sarebbe svolta, come scritto nell'orario all'esterno nelle serre. Questo fu per Marius un sollievo visto che avrebbe fatto poca fatica a trovarle.
Il gruppo di Grifondoro uscì dalla Sala Grande e si diresse verso il parco. Era una bella giornata di sole quindi era un ottimo clima per lavorare all'aperto. Arrivati alla serra furono accolti dal professore di Erbologia, che si presentò come Neville Paciock. Era un professore piuttosto giovane e Lucy Weasley disse che era un amico della sua famiglia, e infatti il professor Paciock le rivolse un caloroso sorriso quando fece l'appello prima della lezione. Quel giorno non lavorarono su nessuna pianta in particolare, ma il professore si dedicò alla spiegazione generale della sua materia e del programma che avrebbero seguito durante l'anno. Terminata la lezione si recarono all'ora di Storia della Magia ( fu il professor Paciock a spiegargli come arrivare), un'ora molto strana scoprì Marius, poichè era tenuta da un professore fantasma, il professor Ruf. Marius non sapeva se era prerogativa dei fantasmi essere noiosi, ma il professor Ruf riisultò essere particolarmente pesante: neanche un minuto per l'appello, che comincio a spiegare da pagina 1 del libro si testo parlando con una voce bassa e lenta che conciliava il sonno. Però Marius non voleva perdere ciò che diceva il professore perchè altrimenti sarebbe rimasto indietro, ma appena si guardò intorno all'interno della classe, scoprì che tutti i suoi compagni non stavano ascoltando, quindi decise di non preoccuparsi e rilassarsi, tanto il professore proseguiva imperterrito nella spiegazione senza rendersi conto che la classe non lo seguiva minimamente.
Terminata l'ora di Storia della Magia andarono a lezione di Incantesimi, ove finalmente Marius pensava di dover utilizzare la sua bacchetta. Entrati nell'aula scoprirono che avrebbero frequentato il corso con la classe della casa di Corvonero, e questo rese felici Marius e Michelle che avrebbero avuto lezione con i loro amici, almeno per quell'ora. La lezione fu tenuta da un mago minuscolo e assai anziano, con lunghi capelli bianchi ed una voce squillante, il professor Filius Vitious, che dopo aver brevemente introdotto la materia, cominciò a parlare loro dell'incantesimo di lievitazione, uno dei primi che avrebbero imparato e che gli sarebbe stato particolarmente utile nella vita quotidiana. Terminata la lezione andarono a pranzo chiacchierando, Marius prima andò al bagno insieme a Matt. Dentro al bagno, mentre Matt era ancora dentro Marius si guardò allo specchio, e senza alcuna sorpresa notò che i suoi capelli erano, come al solito, disordinati; Marius, per la prima volta in vita sua, penso che forse era ora di darsi una sistemata, ma non appena prese un pettine, che si trovava vicino al lavandino, sentì una voce:
- Fossi in te non lo farei - era un ragazzo che stava a Grifondoro con lui, si chiamava Bruce Sandon.
- E perchè? - chiese Marius un po scosso visto che non si aspettava di trovarlo lì.
- Mah, voci che girano - rispose Bruce con tono vago.
- Che voci? - insistette Marius impaziente.
- Niente - disse Bruce - solo che le ragazze del nostro anno parlano un gran bene di te e dei tuoi capelli, probabilmente hai fascino così spettinato - aggiunse poi con un ghigno.
- Come fai a saperlo? - chiese Marius curioso.
- Ho sentito prima che ne parlavano, in particolare quella Samantha Dresse sembrava molto interessata - spiegò Bruce. Marius era abbastanza compiaciuto di questa notizia, gli piaceva sapere che interessava alle ragazze.
- Di che si parla? - chiese Matt che nel frattempo era uscito dal bagno.
- Di ragazze - rispose pronto Marius.
- Ah! interessante - fece Matt improvvisamente interessato - avete visto quella Samantha quanto è carina?
- Eh già - rispose Bruce - peccato che guarda solo Marius...
- Ma ancora per poco amico mio - disse Matt rivolgendo un sorriso spavaldo a Marius - quando mi vedrà volare credo che cambierà mire.
- Guarda se vuoi te la cedo volentieri - ribattè Marius che nonostante fosse compiaciuto, non aveva un interesse particolare per Samantha, anzi non ci aveva mai parlato, ma vedendola dall'esterno gli pareva alquanto stupida - ma perchè tu sai già volare? - chiese poi.
- Lui è il figlio del grande portiere Oliver Baston, vorrei vedere se non sa volare - intervenne Bruce ammirato.
- In effetti ho già volato diverse volte - disse Matt un po imbarazzato - e poi non vedo l'ora che arrivo al secondo anno così potrò avere un manico di scopa personale, mio padre mi ha promesso che mi avrebbe dato il suo vecchio, così proverò ad entrare nella Squadra di Grofondoro di Quidditch.
- Quando c'è la prima lezione di volo? - chiese Marius.
- Dopodomani, dopo pranzo - rispose Bruce consultando l'orario.
Marius, Bruce e Matt si recarono ( con qualche difficoltà) nella Sala Grande, e appena entrati Matt li spinse verso un determinato punto del tavolo, ove sedeva Samantha Dresse. In effetti constatò Marius era una ragazza carina, tutta precisa e ordinata, con occhi azzurri e capelli lunghi; sedeva con una sua amica, di nome Melany Wallace, anche lei tutta precisa, ma di bellezza inferiore all'amica. Quando le due ragazze videro Bruce, Matt e Marius, gli sorrisero e li invitarono a sedersi vicino a loro. I tre andarono e pranzarono vicino a loro, e il risultato fu che Marius ricevette conferma di ciò che pensava, ovvero che al di là della bellezza, il carattere particolare di Samantha era lo scarso utilizzo che faceva del cervello. Bruce e Matt invece non sembravano averci fatto caso, e continuavano felici una conversazione su come poteva andare meglio il cappello da mago sui capelli di Samantha. Quando si alzarono Marius, fingendo di essersi scordato qualcosa, si allontanò dal gruppetto, e andò a cercare Michelle che probabilmente stava con Lucy e Leana.
- Vedo che hai fatto amicizia con Samantha - gli disse Michelle quando Marius le venne incontro.
- Veramente sono stati Bruce e Matt - rispose Marius - non è che avevo un grande interesse a stare seduto vicino a lei.
- Strano - riprese Michelle in tono ironico - è la più carina del nostro anno, almeno così si dice.
- Non per questo mi deve interessare - ribattè Marius - preferisco non parlare di come si può mettere meglio il cappello da mago su una lunga chioma di capelli biondi.
Tutte e tre le ragazze scoppiarono a ridere, poi presero le difese di Samantha:
- Alla fine non è così stupida come sembra - spiegò Lucy - è solo che le piace stare al centro dell'attenzione.
- Vabbè, anche se fosse non è il mio tipo - tagliò corto Marius - ora dobbiamo andare a Trasfigurazione vero?
- Sì - rispose Michelle - e conviene che ci avviamo visto e cosiderato che Flincher mi da l'idea di essere molto severo.
- Oggi durante la lezione qualcuno di noi incontrerà le prime difficoltà - disse improvvisamente Leana.
- In che senso? - chiese Marius.
- Cosa? - rispose Leana.
- Quello che hai detto - incalzò Marius.
- Ah - disse Leana con voce esitante - dicevo che credo sia una lezione dura.
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Dobbinky

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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMar Ago 10 2010, 14:27

vogliamo il seguito! Vogliamo il seguito!
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMar Ago 10 2010, 15:30

Minerva Mc Granitt ha scritto:
bellissima...aspetto il resto...Anche questa non si potrebbe mettere nella homepage come il diario di Augustus Merlin?A me piace moltissimo!

quoto quoto quoto quoto!!!!!!!!!!!!!!!
BRRRAVVOOOOOOO
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMer Ago 11 2010, 15:41

Arriva il seguito Very Happy ... tra l'altro ora potrei velocizzare l'uscita dei capitoli. Ho finito di scrivere la prima parte, che poi coincide con il primo anno, comunque eccovi l'ottavo capitolo

Capitolo 8 - Il mondo dei maghi e quello dei Babbani

Fu come Leana aveva previsto: il professor Flincher si rivelò particolarmente tosto, ma questa non era una sua prerogativa, bensì della materia in generale. La lezione l'avrebbero frequentata con i Tassorosso, e il profesor Flincher dopo un discorso di apertura, spiegò loro come trasformare un fiammifero in un ago, e poi invitò la classe ad eseguirlo. Al termine della lezione nessuno era riuscito a trasformare il fiammifero completamente, molti non avevano cambiato nulla entrando completamente nel pallone. Marius dal suo canto fu orgoglioso di notare che il suo fiammifero aveva una punta, tipica di un ago.
Dopo la cena tutti i Grifondoro erano riuniti all'interno della sala comune, a studiare o a chiacchierare o a giocare agli strani giochi dei maghi ( Matt gli aveva spiegato che loro giocavano a Gobbiglie o a Sparaschiocco). Marius era seduto su delle poltrone insieme a Matt, Bruce, Michelle e Lucy, discutendo del primo loro giorno di scuola.
- Di certo tu Marius non ti puoi lamentare - affermò Bruce.
- Perchè? - chiese Marius.
- E me lo chiedi pure? - rispose stizzito Bruce - sei uno di quelli che è riuscito meglio in Trasfigurazione, e da quanto ho capito è una delle materie più toste, e inoltre hai l'interesse di Samantha.
- Ancora con Samantha? - ribattè Marius - ho già detto che non mi piace.
In quel momento Lucy scoccò uno sguardo verso Michelle, che però non ci aveva fatto caso. Marius invece lo aveva notato e lo ricollegò subito al fatto che Lucy pansava che a Marius piacesse Michelle. In verità non era così, pensava Marius, certamente Michelle gli piaceva come persona, ci si trovava bene come amica, ma non provava verso di lei una particolare attrazione, un po come con Tonia.
- Avete visto Leana? - chiese Michelle.
- E' andata a dormire presto, era stanca e si sentiva un grande mal di testa - spiegò Lucy - e credo che presto anche io seguirò il suo esempio.
- Già, anche io credo che andrò a dormire - disse Matt.
- Anch'io - si unì Bruce.
- Tu Marius che fai? - chiese Michelle. Ma Marius non rispose, perchè era impegnato a seguire una discussione tra James Potter ed un ragazzo del secondo anno, riguardo il Quidditch.
- Ah! - esclamò Lucy con una risata - quello è Albus, il fratello piccolo di James, ora che ha un manico di scopa vuole provare ad entrare nella squadra di Quidditch, ma James lo sta prendendo in giro dicendogli che secondo lui non ce la farà mai.
Marius sorrise e continuò ad osservare i due fratelli litigare; notò che Albus e James si somigliavano moltissimo, anche se Albus aveva dei lucenti occhi verdi diversi da James.
Poco a poco Matt, Bruce e Lucy andarono a dormire e Marius rimase con Michelle nella sala comune.
- Allora questo primo giorno? - chiese Michelle.
- Non lo so - disse Marius pensieroso - sembra tutto così diverso, però alla fine non mi sembra sia cambiato nulla.
- In che senso? - chiese Michelle.
- Cioè io vedo che sto in un posto dove si usano ancora le penne di piuma d'oca, in un castello che sembra medievale - rispose Marius - Ma nello stesso tempo quando sto con voi mi sembra di non essermi mai allontanato da casa.
- Questo a significare che l'unica differenza che c'è tra Babbani e maghi - disse Michelle con un sorriso - è che i maghi sano maneggiare bene un pezzo di legno.
- Eh già - disse Marius ridendo.
- Ora però vado a dormire pure io - fece Michelle quando smisero di ridere - Tu che fai?
- Resto ancora un po qui - rispose Marius - credo che scriverò una lettera ai miei genitori, così gli racconto cosa mi è successo.
- Ho capito - disse Michelle - Allora ci vediamo domani, buonanotte.
- Buonanotte - la salutò Marius.
Dopo che Michelle salì le scale per andare nel suo dormitorio, Marius notò che nella sala comune erano rimaste poche persone; prese foglio e penna di piuma d'oca (con la quale si doveva abituare a scrivere) e cominciò a buttare giù la lettera da spedire ai suoi genitori

Cari mamma e papà,
come state? Io ho terminato oggi il mio primo giorno di scuola, è tutto diverso da dove stiamo noi, sembra di essere nel medioevo, pensate che usiamo addirittura le penne d'oca. Comunque io mi trovo bene, sono stato smistato nella casa di Grifondoro e ho conosciuto tanta gente simpatica. Le materie sono interessanti, anche se domani ne faremo di nuove. Vorrei che portaste i miei saluti a Klare.

Aspetto una vostra risposta con il gufo che vi manderò, vostro figlio
Marius


Credeva di aver finito con la lettera, ma poi si ricordò

P.s. Potreste tenermi aggiornati sul campionato del Birmingham

Era nel mondo dei maghi, pensava Marius, ma in fondo una parte di lui era legata al mondo Babbano e non voleva rimanere ignaro riguardo ciò che accadeva alla sua squadra del cuore.
- Sono d'accordo con te - disse una voce alle spalle di Marius, che lo fece trasalire.
- Come scusa? - chiese Marius girandosi e vedendo che a parlare era un ragazzo, probabilmente del settimo anno, che sedeva su una poltrona vicino a lui. In realtà il ragazzo sembrava troppo grande per essere di Hogwarts; Marius gli avrebbe dato almeno 19 anni, visto e considerato che aveva la barba, che un po stonava con la sua faccia che sembrava pulita come quella di un bravo ragazzo.
- Sul fatto che un mago cresciuto con i Babbani resterà sempre in parte legato al loro mondo - disse il ragazzo.
- Ma perchè lo dici a me? - chiese Marius - come fai a sapere che io provengo da famiglia babbana? Lo do a vedere?
- No, no - disse sorridendo il ragazzo, un sorriso che infastidì Marius, poichè mostrava una specie di aria di superiorità del ragazzo - semplicemente l'ho letto.
- Scusa, ma come hai fatto a leggerlo? E' scritto da qualche parte? - domandò Marius.
- Nella tua testa - rispose il ragazzo - ho letto nella tua testa.
- Ma scusa, come hai fatto a leggere nella mia testa? - chiese Marius completamente spazientito; un conto erano le magie, ma un conto era il fatto di non avere privacy neanche nella sua testa.
- Con la legilmanzia - spiegò il ragazzo - una pratica che utilizzano i maghi per leggere nella mente degli altri maghi. Io da poco ho imparato ad usarla e sto facendo un po di pratica.
- Ma perchè proprio su di me? - chiese Marius arrabbiato.
- Non lo so - si scusò il ragazzo - eri il primo che mi è capitato a tiro, comunque non preoccuparti non sono penetrato a fondo nei tuoi pensieri.
Questa notizia non rincuorò affatto Marius che non riusciva ad accettare l'idea che qualcuno senza che lui se ne accorgesse, poteva leggere nella sua testa.
- Scusa - proseguì poi il ragazzo - non mi sono ancora presentato, mi chiamo Goran Mulciber.
- Io sono Marius Grebb - rispose Marius con diffidenza, ancora non riusciva a stargli simpatico quel ragazzo.
- E questo è a conferma che non sei cresciuto tra noi - insistè Goran con un sorriso - ora vado buonanotte - e sparì su per le scale.
Marius rimase nella Sala Comune, immobile e anche abbastanza irritato dall'atteggiamento del ragazzo: era quello il prezzo che bisognava pagare ad essere maghi? Ad avere la propria testa come oggetto di studio del primo ragazzo che passa? Alla fine decise che ci doveva per forza essere un modo per impedire che ciò accadesse, e lui lo voleva imparare al più presto, prima però doveva scrivere a Tonia.

Cara Tonia,
come stai? io bene, e a quanto pare ho già rimorchiato. Tu come ti trovi nella scuola nuova, io ho conosciuto un sacco di gente simpatica ma poco fa ho conosciuto un tizio che mi ha letteralmente fatto imbufalire. Vabbè aspetto una tua risposta al più presto, poi ci vedremo nelle vacanze di Natale

Marius


Fatto questo Marius prese le due lettere e le mise in una busta indirizzata ai suoi genitori, che poi avrebbero pensato a recapitare a Tonia. Poi decise di andare a dormire, visto che si era fatto molto tardi.
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Pell

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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyGio Ago 19 2010, 19:41

Capitolo 9 - Goran Mulciber

Il mattino dopo Marius, prima di andare a colazione prese le due lettere e andò a cercare la guferia. Gli avevano detto che era all'ultimo piano, ma una delle cose che Marius aveva capito sin dal giorno prima è che ad Hogwarts è praticamente impossibile orientarsi, e ogni giorno puoi trovare davanti a te uno scenario diverso. Mentre vagava nei corridoi dell'ultimo piano, fu salvato da Nick - Quasi - Senza - Testa, il fantasma dei Grifondoro, che vedutolo in difficoltà gli indicò la strada per arrivare alla guferia. Arrivatovi scoprì di non essere il solo, infatti dietro a lui stava arrivando Juliet Stone.
- Buongiorno - la salutò Marius con un sorriso.
- Ciao Marius, come stai? - gli rispose Juliet.
- Bene, bene - le rispose Marius, in parte mentendole perchè era ancora infastidito dalla conversazione della sera prima con Goran Mulciber - Devi spedire una lettera?
- Sì, i miei genitori si erano raccomandati che gli scrivessi appena avevo un po di tempo - rispose Juliet - erano molto interessati a questa storia della scuola di magia, e il giorno della partenza erano più emozionati loro di me - Marius rise.
- Piuttosto sai come si fa? - chiese Marius.
- Non lo so - rispose Juliet - so che i gufi della scuola sono a disposizione di tutti, quindi prendiamone due e mettiamogli le nostre lettere.
Seguendo il consglio di Juliet, Marius cercò di prendere un grosso gufo semiaddormentato sul trespolo, il quale, non appena il ragazzo cercò di prenderlo, reagì rabbioso, graffiò il viso di Marius e volò su un trespolo più in alto. Juliet tentava invano di reprimere una risata, e Marius si rese conto che la scena doveva essere stata piuttosto ridicola.
- Mi sa che quello era un gufo che non si poteva prendere - disse Juliet, che poi notando che il taglio sulla guancia di Marius sanguinava, prese un fazzoletto e si diresse verso l'amico - Aspetta che ti tampono un po' la ferita.
- Grazie - le disse Marius - certo sono aggressivi questi gufi.
- Eh già - ribattè Juliet ridendo - piuttosto come facciamo a prendere questi gufi.
- Non lo so - rispose Marius pensieroso - certo ce lo potevano spiegare meglio.
- Proviamo a chiamarli - propose Juliet - tanto qui funziona tutto in modo assurdo, e poi tanto vale provare, anche perchè non abbiamo tanto tempo che tra un po iniziano le lezioni.
- Li chiamo io dai - disse Marius - Ci servono due gufi della scuola per spedire due lettere.
In quel momento due gufi partirono dal loro trespolo e si andarono a posare sulla spalla di Marius tendendo le zampe, probabilmente per prendere le lettere.
- Hai visto! ha funzionato - disse Juliet esultante.
Dopodichè i due legarono le loro lettere alle zampe dei gufi e li videro partire verso le case dei loro genitori.
- Chissà quando ci risponderanno - si chiese Juliet mentre scendeva con Marius nella Sala Grande per fare colazione - chissà quanto è efficiente qui il servizio postale.
- Senti Juliet - disse improvvisamente Marius - tu quanto ti senti legata ancora il mondo Babbano?
- Perchè mi chiedi questo? - chiese preplessa Juliet.
Marius decise di raccontarle la conversazione che aveva avuto la sera precedente con Goran Mulciber, e del suo discorso sui con legami che non potranno mai scomparire con il mondo in cui viveva precedentemente.
- E che problema c'è? - disse Juliet con semplicità.
- In che senso? - chiese Marius.
- Io anche se sono una strega, resto comunque figlia dei miei genitori, non ho intenzione di rinnegarli, e se a qualcuno crea problemi questa cosa, è un problema suo - rispose Juliet.
Marius le sorrise, convinto che quella che Juliet aveva affermato era la giusta via da seguire. I due raggiunsero la Sala Grande e, dopo essersi salutati, si recarono ognunoo al proprio tavolo; Marius individuò il gruppo dei suoi compagni di classe, e si mise a sedere vicino a Matt.
- Che ti sei fatto in faccia Marius? - chiese Matt notando la ferita sulla guancia di Marius.
- Niente, ho semplicemente avuto un incontro ravvicinato con un gufo irascibile - rispose Marius.
Finita colazione, il gruppetto dei Grifondoro del primo anno si recò al terzo piano per la prima lezione di difesa contro le arti oscure.
- Sembra che abbiamo un ex auror come insegnante - disse Matt eccitatissimo.
- Sì - intervenne Lucy Weasley - mio padre mi ha detto che è un tipo davvero in gamba.
- Cos'è un auror - chiese Marius, che aveva ancora molto da imparare riguardo il mondo dei maghi.
- Gli auror sono cacciatori di maghi oscuri, coloro che si occupano della sicurezza dei maghi - spiegò Lucy.
- Chi meglio di uno che combatte le forze oscure può insegnarci la difesa contro le arti oscure? - intervenne allegro Bruce Sandon.
Quando arrivarono, l'insegnante era già in classe e si presentò loro come il profesor Dawlish. Sembrava molto simpatico, raccontò alla classe la sua esperienza con le Arti oscure, spiegò che le Arti Oscure possono sembrare molto attraenti, almeno in apparenza, ma che bisogna starne alla larga il più possibile. Dopodichè chiese a tutta la classe di presentarsi e spiegò il programma che la classe avrebbe seguito per il primo anno.
Al termine della lezione, dopo che tutti i compagni furono usciti, Marius andò dal suo professore chiedendogli:
-Professore posso disturbarla un attimo?
-Dimmi tutto signor... - rispose il professor Dawlish.
- Grebb, Marius Grebb - rispose Marius, un po imbarazzato e un po insicuro, soprattutto per quello che voleva chiedergli - lei conosce la legilmanzia?
- La legilmanzia? Certamente - disse il professore - ma come fai tu a sapere della legilmanzia? Non sei un po troppo giovane?
- No, è solo che l'ho letta su un libro che avevo comprato quest'estate - si affrettò a dire Marius - Io vengo da una famiglia di Babbani e quindi per non trovarmi troppo indietro quest'estate avevo letto dei libri di magia - il che non era neanche troppo falso, pensò Marius, anche se non gli era mai capitato di imbattersi nel concetto di legilmanzia, ma raccontargli di Mulciber non credeva fosse la cosa migliore.
- Beh, se conosci la legilmanzia si può dire che sai più di molti ragazzi cresciuti tra i maghi - constatò il professor Dawlish con un sorriso - ma cosa ti interessava sapere?
- Io ho visto che chi pratica la legilmanzia può leggere nel pensiero - disse Marius - a me questa cosa al pensiero mi infastidisce; ma c'è un modo per evitarlo questo?
- Sì, ma si tratta di magia avanzata, oltre che implica un grande sforzo di volontà - sipegò il professore - Se tu sai che sei a rischio di legilmanzia, cerchi di bloccarla in qualche modo, te ne dovresti anche accorgertene, ma i potenti Legilmens per un mago del tuo livello sono impossibili da fermare.
- Grazie mille professore - disse Marius. Sicuramente Mulciber non è un legilmens potentissimo, anche per la sua giovane età, pensava Marius, d'ora in poi ogni volta che mi passerà vicino voglio vedere se riesce a leggermi nella testa.
Uscito dall'aula di difesa, raggiunse Matt e Bruce, che si stavano dirigendo nei sotterranei per la prima lezione di Pozioni.
- Forte il professor Dawlish vero? - affermò Bruce.
- Sì - rispose Marius - è un tipo davvero in gamba.
La lezione di pozioni era tenuta da un vecchio mago che, a detta di Marius, sfiorava l'ottantina, chiamato Horace Lumacorno, il quale era molto interessato a sapere le storie delle famiglie dei suoi allievi.

Al termine della giornata, Marius, Matt, Bruce, Michelle, Lucy stavano nella Sala Comune a chiacchierare sulla giornata passata. Marius era piuttosto distratto, si preoccupava di trovare con lo sguardo Mulciber, e vedere se provava a leggergli i pensieri. Ma probabilmente Mulciber in quel momento pensava a tutt'altro che alla legilmanzia, visto che era impegnato in una violenta discussione con Victoire Weasley, la ragazza che il giorno prima aveva aiutato Marius e gli altri a raggiungere la Sala Grande.
- Sempre a litigare quei due - disse una voce che risultò provenire da James Potter che si era avvicinato a loro.
- Perchè sempre? - chiese Marius.
- Mulciber e Victoire litigano sempre, ma mia cugina non è l'unica ad avercela con lui - spiegò James.
- Io quello ieri l'ho conosciuto, in effetti non è molto simpatico - disse Marius.
- Quello è il Grifondoro meno Grifondoro che abbia mai visto - disse James con disgusto - e lo credo bene vista la famiglia da cui proviene. Quello che non capisco è perchè il Cappello Parlante lo ha mandato qui...
- Perchè che ha la sua famiglia? - chiese Marius curioso.
- Devi sapere che ai tempi di Lord Voldemort, vi erano molti maghi che avevano deciso di seguirlo, ed erano detto Mangiamorte - spiegò James - e il padre di Mulciber era uno di quelli, e se non sbaglio si trova ancora nel carcere dei maghi ad Azkaban.
- Non conosco molto bene la storia di quel periodo - disse Marius - ma posso dedurre che era un bel criminale il padre di Goran.
-Eh già! - disse James - ed è proprio per questo che Goran ebbe molti problemi ad essere ammesso a scuola. Si diceva infatti di non voler più persone legate ai Mangiamorte ad Hogwarts, ma Goran non ha accettato questa decisione e quindi si è battutto fortemente per essere ammesso ad Hogwarts, finchè quando lui aveva tredici anni, il ministero della magia ha acconsentito ad ammetterlo ad Hogwarts.
- Ma ha iniziato dal terzo anno? - chiese Marius.
- No - spiegò James - lui ha iniziato i corsi regolarmente dal primo anno, solo che aveva due anni in più degli altri, e da quanto so ha poteri magici particolarmente sviluppati.
- Hey James - disse la voce di un ragazzo dai capelli rossi, che stava parlando con il fratello di James - ti muovi che dobbiamo andare da Lumacorno!
- E' vero me ne ero scordato! - esclamò James - Vabbè, ora devo andare, ti saluto Marius.
E James fuggì via dal buco del ritratto con suo fratello e il suo amico. Marius tornò quindi dal suo gruppo, che nel frettempo stava parlando del professor Vitious. Marius però era ancora assolto nei suoi pensieri, pensava a Mulciber e alle sue difficoltà di essere ammesso a scuola, in parte provava pena per lui anche se quando pensava alla sera prima cambiava idea, perchè uno che pratica la legilmanzia sugli studenti a caso non è un tipo completamente a posto.
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMer Ago 25 2010, 23:28

Capitolo 10 - Una bella opportunità


La prima settimana per Marius era finita, e ripensandoci, poteva ritenersi piuttosto soddisfatto: riusciva a capire bene tutto ciò che gli veniva spiegato e addirittura era stato il primo della classe a riuscire a trasformare un fiammifero in un ago, tantochè il professor Flincher lo aveva premiato con 5 punti per Grifondoro. Anche la temuta lezione di volo non era andata poi così male, anche se non era assolutamente ai livelli di Matt: l'amico infatti sembrava nato per volare; tutto ciò che spiegava madama Johnson, l'insegnante di volo, lui la eseguiva subito senza difficoltà.Nella mattina di sabato, Marius ricevette finalmente la risposta dei suoi genitori alla lettera, e anche quella di Tonia; da quanto era scritto stavano tutti bene, e anche il Birmingham era partito bene in campionato, e questo rese Marius felice.
- Hey Marius - lo chiamò Michelle mentre finiva di fare colazione.
- Dimmi - le rispose Marius.
- Ti va tra un pochino di venire giù al lago che mi sono data appuntamento con Juliet? C'è anche Robert - gli chiese Michelle.
- Ok - acconsentì Marius - ci vediamo tra un po' in sala comune.
Gli faceva piacere incontrarsi con Robert e Juliet, e avrebbe trascorso volentieri una mattinata all'aperto, perchè temeva che il pomeriggio lo avrebbe dovuto passare sui libri a studiare, visto che tutti i professori, fin dalla seconda lezione, avevano iniziato ad assegnargli molti compiti, anche piuttosto difficili.

Marius e Michelle uscirono insieme dal castello, dirigendosi verso il lago, ove Juliet era già li ad aspettarli.
- Ciao! - li salutò Juliet.
- Robert non è venuto? - chiese Marius.
- Sì adesso arriva - rispose Juliet - doveva fare una cosa.
- Allora questa settimana? - disse Michelle.
- Beh è divertente - disse Juliet con un sorriso - anche se c'è ancora molto da imparare, soprattutto riguardo gli atteggiamenti dei gufi - aggiunse poi indicando i graffi di Marius sulla guancia.
- L'importante è che le cose prima o poi si sanno, in modo che la prossima volta non avremo problemi - affermò saggiamente Marius.
I tre rimasero seduti in riva al lago a parlare dei loro primi giorni di scuola ad Hogwarts; Robert arrivò poco dopo e si unì entusiasta alla discussione. Il tempo era ideale per passare una mattinata all'aria aperta, e Marius era davvevo felice di trovarsi con i suoi nuovi amici a parlare del più e del meno, e cominciava a rendersi conto che Hogwarts per lui stava diventando come una nuova famiglia in un nuovo mondo.
- Direi che adesso è tempo di andare a tavola - disse Juliet guardando l'orologio.
- Ok andiamo - disse Michelle alzandosi - Voi oggi pomeriggio che fate?
- Tocca fare i compiti, a noi hanno veramente dato tante cose - rispose Juliet.
- Abbiamo un destino comune - sentenziò Marius.
I quattro si diressero verso il castello per pranzare, quando l'attenzione di Marius fu attirata da Goran Mulciber che, con la bacchetta sfoderata era chino su una ragazza che sembrava priva di sensi. Marius, seguito da Robert, Juliet e Michelle, si avvicinò a Mulciber.
- Ehi! - chiamò Marius - Che succede?
Mulciber alzò gli occhi e guardò verso Marius, il quale notò solo in quel momento che la ragazza a terra era Leana, una sua compagna di Grifondoro.
- Credo che questa ragazza abbia avuto un malore - spiegò Mulciber - ho provato a soccorrerla.
- Non era meglio portarla subito in infermieria? - chiese Juliet.
- Sono appena arrivato - disse Mulciber - Marius puoi darmi una mano a tirarla su?
Marius si avvicinò ad aiutare Mulciber, ma la ragazza si stava riprendendo, e sembrava solo un po rintronata.
- Guarda si stà riprendendo - disse Marius.
- Era prevedibile - bisbigliò Mulciber.
- Cosa? - chiese Marius che aveva sentito Mulciber parlare.
- Niente, niente... - tagliò corto il ragazzo - Ehi! Ti senti bene?
Leana dopo aver aperto gli occhi si guardò intorno, come alla ricerca di qualcuno.
- Ehi Leana, ti senti bene? - le chiese Marius.
- Dov'è Lucy? - chiese la ragazza.
- Perchè Lucy? - le chiese Marius.
- Era con me prima, poi lei è andata al bagno - dissè Leana parlando piano - io credo di essermi addormentata.
- Forse non era niente, ora conviene che vai a tavola - intervenne Mulciber.
- Non credi che sia meglio che vada in infermieria? - chiese Marius - non sappiamo bene cosa le è successo.
- Fai come credi, per me non è necessario - rispose Mulciber - Ora vado a tavola - e rientrò spedito verso il castello. Marius rimase un po interdetto dal comportamento di Mulciber, sembrava quasi volesse evitare di andare in infermieria.
Furono Marius e Michelle ad accompagnare Leana in infermieria, che nel frattempo sembrava stare bene visto che camminava senza problemi. A metà percorso incontrarono Lucy che stava tornando dal bagno
- Che succede ragazzi?- chiese - dove state andando?
- In infermieria - spiegò Michelle - mentre eri via Leana ha avuto un malore.
- Davvero? - Lucy fece una faccia spaventata.
- Non preoccuparti - la rassicurò Leana - ora mi sento meglio.
I quattro raggiunsero l'infermieria (ancora con qualche difficoltà perchè dopo una settimana ancora non avevano imparato a muoversi per il castello). Marius spiegò a Madama Chips, l'anziana direttrice dell'infermieria, cosa era accaduto. L'infermiera diede a Leana una tisana, dicendole di non preoccuparsi e che probabilmente era tutto dovuto allo stress della prima settimana di scuola. Dopodichè scesero a pranzo, con Marius che si mise seduto vicino a Matt e Bruce.
- Marius proprio te cercavo - disse Matt dopo che l'amico si fu messo a tavola.
- Che succede? - chiese.
- Ti va questa sera di provare a giocare a quidditch? - gli propose Matt.
- Sinceramente non ci ho mai giocato - ammise Marius.
- Non ti preoccupare, giocheremo con madama Johnson - spiegò Matt - la scuola ha autorizzato gli studenti del primo anno più abili a volare, a muovere i primi passi nel Quidditch sotto la guida di madama Johnson.
- Uffa, avrei voluto giocare pure io - sbuffò Bruce.
- Perchè te non giochi? - chiese Marius.
- Madama Johnson ha detto che te eri l'unico insieme a me, di Grifondoro, che riesci a destreggiarti benino sulla scopa - spiegò Matt - per gli altri non è ancora il momento di giocare a Quidditch.
Marius provò un moto di orgoglio, in fondo già volava meglio di Bruce che proveniva da una famiglia di maghi, inoltre nelle materie a scuola era particolarmente brillante. Non che volesse entrare competizione con gli altri suoi compagni, o che volesse sentirsi superiore, semplicemente si era finalmente convinto delle parole che gli erano state dette, sul fatto che una volta arrivati a scuola, tutti sarebbero partiti dallo stesso livello, figli di maghi e non.
Verso la fine del pranzo venne al tavolo di Marius Juliet, che evidentemente voleva parlare con lui in privato. Mentre Marius si accingeva a seguirla, vide Bruce e Matt sghignazzare... chissà cosa pensavano.
- Che succede? - chiese Marius.
- Il ragazzo che oggi stava vicino alla vostra amica era quel Mulciber di cui mi avevi parlato vero? - incalzò Juliet guardandolo con sguardo penetrante.
- Sì... - rispose Marius - ma te lo avevo fatto vedere per caso?
- No, però ci sono arrivata - ribattè Juliet - più che altro per la tua reazione quando l'avevi visto con la bacchetta puntata.
- Ah! - esclamò Marius - allora immagino che avrai notato un'altra cosa che a me è parsa strana.
- Che voleva evitare di andare in infermieria? - domandò Juliet.
- Già - assentì Marius - a me dava questa impressione.
- Credi che stasse rirpovando a leggere nella mente? - chiese Juliet.
- Non lo so - disse pensieroso Marius - forse Madama Chips se ne sarebbe accorta.
- Ma devi anche considerare che probabilmente nessuno immagina che ad Hogwarts ci sia qualcuno che pratichi queste arti - disse Juliet.
- Anche questo è vero - fece Marius - sta di fatto che quello è un tipo da stargli lontano, non mi sembra uno a posto.
- Più che altro se è così pare si accanisca verso quelli del primo anno - riflettè Juliet - prima te, poi Leana... bisogna stare attenti.
- Non credo comunque che con i professori di mezzo riesca a muoversi più di tanto - disse Marius - per lui è pericoloso, inoltre ha un cognome troppo ingombrante per non essere guardato con circospezione.
- In che senso il cognome? - chiese Juliet, e Marius le spiegò ciò che James gli aveva raccontato tempo prima, riguardo la sua famiglia.
- Senti una cosa, ti va se un giorno andiamo in biblioteca, io te e anche Michelle, e ci leggiamo qualcosa della recente storia dei maghi? - propose Juliet - a me scoccia un pochino non sapere cose che altri sanno e che per giunta, dicono che sono fatti molto noti.
- Sono d'accordo con te - assentì Marius - allora facciamo che appena abbiamo un po di tempo libero andiamo in biblioteca.
- Va bene - disse Juliet - ora vado in Sala Comune a studiare, dillo te a Michelle.
- Vado anche io, ci vediamo - Marius si diresse verso la torre di Grifondoro. Gli piaceva Juliet, una ragazza simpatica con cui si poteva parlare tranquillamente, gli ricordava Tonia, anche se in questo caso Marius stava notando anche che era piuttosto carina. Immerso nei suoi pensieri, raggiunse Matt e Bruce, e insieme cominciarono a fare i compiti.
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyDom Set 12 2010, 23:23

Capitolo 11 - Halloween

Quella sera Marius scese con Matt verso il campo di Quidditch: non vedeva l'ora di provare a giocare, anche se temeva di fare una figuraccia. Arrivati al campo notò che non erano i soli, c'era anche un ragazzo di Serpeverde, due Corvonero e un Tassorosso. Tutti e sei erano in attesa probabilmente di madama Johnson, che avrebbe portato loro le scope.
- Mio padre mi ha detto che solitamente ad Hogwarts c'erano sempre scope scadenti - disse il ragazzo di Tassorosso.
- E' vero - assentì Matt - anche mio padre me lo ha detto, chissà con cosa ci faranno volare oggi.
- Vabbè l'importante è avere la possibilità di giocare - disse saggiamente uno dei due Corvonero.
- Tuo padre non sa però che le cose sono cambiate dai suoi tempi caro Baston - disse una voce alle spalle, era madama Johnson.
Tutti si girarono verso madama Johnson che si stava avvicinando verso il campo con una cassa sotto braccio.
- Forza ragazzi! - li incitò la professoressa - andate tutti in quel magazzino a prendere una scopa, non abbiamo molto tempo.
Tutti e sei andarono di corsa verso il magazzino, e quando aprirono la porta videro che da una parte c'erano le scope che venivano usate per le lezioni di volo, mentre dall'altra vi era un raggruppamento di scope che sembravano di qualità nettamente superiore a quelle usate per le lezioni.
- Ma queste sono Nimbus! - esclamò Matt.
- E' vero - gli fece eco il ragazzo di Tassorosso.
- E sono buone? - chiese Marius.
- Non sono l'ultimissimo modello - spiegò Matt - Ma sono comunque ottime scope, non credevo che la scuola avesse anche queste.
- Ma siamo sicuri che si possono prendere? - chiese il ragazzo di Corvonero.
- Si Froibert sono quelle che potrete usare per volare stasera - rispose Madama Johnson - Queste scope sono donate dal Ministero della Magia che vuole promuovere il Quidditch ad Hogwarts. Questo è il primo anno che è attivo il progetto per far iniziare a giocare a Quidditch ai ragazzi del primo anno. Forza prendete una scopa e usciamo così vi spiego le regole e gli esercizi che faremo oggi.
Matt si fiondò subito su una scopa che si trovava al centro, mentre Marius optò per una Nimbus 2007 che gli piaceva come era fatta, dopodichè si recarono all'esterno.
Madama Johnson dedicò la prima parte dell'incontro a spiegare le regole del Quidditch, soprattutto per Marius e per Hannah Barkley, una ragazza di Corvonero anch'ella cresciuta tra i Babbani e che quindi non conosceva affatto il Quidditch. Quando li invitò a salire sulle scope Marius si trovò inizialmente un po' spiazzato perchè la sua Nimbus era veramente veloce rispetto alla scopa che aveva utilizzato alla prima lezione di volo, ma notò che non era l'unico e che forse solo Matt non aveva avuto difficooltà fin da subito. Madama Johnson diede la possibilità a tutti di provare un po sui vari ruoli, li fece giocare da Cacciatori, da Battitori e da Portieri. Furono due i ragazzi che si distinsero particolarmente, Thomas Carrow di Serpeverde come Portiere e ovviamente Matt come Cacciatore, l'unico in gradi di segnare a Carrow. Marius era ancora piuttosto impacciato, anche se il più sfortunato fu Tomas Cardwaller di Tassorosso che mentre giocava come Battitore, lisciò un bolide che lo colpì sul naso.
- Sono incidenti che accadono - spiegò Madama Johnson mentre soccorreva Tomas - comunque ci metto pochissimo a sistemare tutto - e così fu, mormorò "Espimendo" colpendo con la bacchetta il naso di Tomas, che tornò subito come prima.
Al termine dell'allenamento si recarono tutti negli spogliatoi a farsi una doccia e poi andarono tutti nelle rispettive case a dormire.
- Che te ne è parso? - chiese Matt a Marius mentre risalivano verso la Torre di Grifondoro.
- E' divertente - rispose Marius - certo sono una bella schiappa.
- Non dire così - lo ammonì Matt - era la prima volta che giocavi ed è normale che trovi un po di difficoltà, io avevo già provato qualche volta in precedenza.
- Si, si immagino - disse Marius - ora non vedo l'ora che arrivi sabato prossimo per rigiocare.
Purtroppo per Marius il sabato successivo fu deluso, perchè a causa della pioggia l'allenamento venne spostato alla settimana dopo.
- E pensare che ha fatto bel tempo per tutta la settimana - si lamentò Marius quel sabato sera, mentre provava a giocare a Sparaschiocco con Bruce e Matt, con scarsi risultati.
- Speriamo bene per il prossimo sabato - disse pensieroso Matt - Comunque ha detto madama Johnson che appena tutti saranno in grado di volare bene durante le lezioni di volo si giocherà a Quidditch.
- Davvero? - intervenne Bruce - Che bello, non vedo l'ora, anche se spero che prima che accada questo madama Johnson mi ritenga in grado di giocare già la sera con voi.
Bruce aveva ragione, anche perchè nelle settimane successive c'erano ancora ragazzi con evidenti difficoltà nel volo, e quindi gli allenamenti di Quidditch per i ragazzi del primo anno si svolgevano solo la sera, anche se il gruppo si stava andando via via sempre più allargando, finchè, l'ultimo sabato di ottobre, al gruppo del Quidditch si unirono sia Bruce, ma anche Robert Thomas, cosa che rese molto contento Marius.
Ogni giorno che passava le lezioni ad Hogwarts si facevano sempre più dure, ma anche più interessanti, cosa che comportò anche un notevole aumento del carico di compiti, che impedì a Marius di vedersi con Juliet per andare in biblioteca.
- Se questo è il primo anno - si lamentò un giorno mentre studiavano Lucy Weasley - non oso pensare a cosa succedera poi.
- Dai consoliamoci - disse Matt - tra qualche giorno è Halloween, e si dice che qui ad Hogwarts organizzano veramente una bellissima festa.
La storia di Halloween incuriosì particolarmente Marius che pensava come potevano vivere i maghi una festa che di fatto è dedicata a loro. L'unica cosa certa era che Halloween aveva fatto sì che i professori allentassero un po la presa sugli studenti, infatti nell'ultima settimana di ottobre il carico di compiti diminuì notevolmente, tanto chè i Grifondoro del primo anno ebbero la possibilità, il pomeriggio del 30 ottobre, di andare a farsi una passeggiata nel parco, cosa che tra la pioggia e i compiti avveniva raramente.
Mentre Marius passeggiava con Matt, Lucy e Michelle nel parco, vide James, probabilmente anche lui senza compiti, che rideva e scherzava con una ragazza, mentre dietro ad un cespuglio c'erano due studenti sicuramente almeno del quinto anno che si baciavano. In quel momento a Marius venne in mente Juliet, chiedendosi dove fosse in quel momento. Non riusciva a capire quello che provava per lei: quando scendeva a colazione era la prima persona che cercava con lo sguardo, e durante le lezioni di Incantesimi era molto contento, perchè aveva la possibilità di passare un'ora insieme a lei, anche se talvolta capitava che non si parlavano. Non gli era mai accaduto niente di simile
- Alla fine non abbiamo più trovato l'occasione di andare in biblioteca - disse Michelle, facendo tornare Marius alla realtà.
- Credo che presto ne avremo l'opportunità - riflettè Marius - se i professori continuano ad essere clementi anche la prossima settimana, forse troveremo il tempo.
- Temo che i professori finito Halloween torneranno come prima - disse una voce alle spalle dei ragazzi, che risultò essere di Leana, che si era avvicinata senza che nessuno se ne fosse accorto.
- Speriamo di no - disse Matt in tono lacrimoso.
Finita la passeggiata, i cinque tornarono nella Torre di Grifondoro a prepararsi per la festa di Halloween; mentre rientravano Marius notò che la Sala Grande era stata chiusa per i preparativi.
- Stasera bisogna farsi belli - disse Peter Gannifin mentre si preparava insieme agli altri.
- E' già, un po di svago ci voleva - assentì Bruce - e ci sono tante belle ragazze in giro.
- Quasi quasi mi pettino i capelli - rifletteva Marius.
- Per Samantha? - ridacchio Matt.
- Ancora? Te l'ho detto che non mi interessa - sbuffò Marius.
- Peccato che dall'altra parte non è così - disse Bruce - Oggi pomeriggio sono stato con lei e con Melany e Samantha non ha fatto altro che chiedermi di te.
- E te che le hai detto? - chiese preoccupato Marius.
- Niente - rispose Bruce - sinceramente cerco qualche modo per farmi notare, ma ogni volta che sto con lei mi chiede di te.
- Ma non credere che ti sta appiccicata solo per questo motivo - intervenne Fred Rodman.
- In che senso? - chiese Bruce.
- Non hai visto come ti guarda l'amica sua? - disse Fred come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Davvero? - chiese Bruce compiaciuto.
- Io ho questa impressione - spiegò Fred - dovresti indagare meglio.
Bruce fece un gran sorriso, e poi si girò verso Marius, che capì al volo che intenzioni aveva Bruce.
- No, stasera no! - esclamò Marius cercando di anticipare Bruce sul tempo.
- E dai fallo per me - lo supplicò Bruce - fai un po il vago con Samantha e cerchi di capire questa cosa, non dovrebbe essere difficile dai.
Difficile non lo doveva essere pensava Marius tra se e se, anche perchè Samantha era molto ben disposta a parlare ogni volta che lui le rivolgeva la parola per qualsiasi motivo, il problema era che aveva altri progetti per la serata, progetti che andavano oltre il tavolo di Grifondoro.
- Che hai paura che Michelle si ingelosisca? - lo provocò Matt con un sorriso.
- Ancora con questa storia? - si scaldò Marius - Michelle non mi piace, mi ci trovo bene come amica, solo questo.
- E allora che problema c'è - disse Bruce con un sorriso - e comunque Samantha è una bella ragazza, magari parlandoci scopri qualcosa di positivo in lei.
Marius sbuffò, aveva capito che i suoi amici lo avevano incastrato, e non gli andava di dire i suoi reali progetti.
- E va bene - acconsentì alla fine - comunque questa me la lego al dito.
- Grazie sei un amico - disse Bruce con tono adulatorio.
Il gruppo dei maschi del primo anno di Grifondoro cominciò a scendere le scale. Quando Marius arrivò nella Sala Grande rimase esterefatto, avevano creato veramente una bellissima atmosfera con le zucche e tutte le statue dei mostri, la certezza era che questo sarebbe stato il suo Halloween più spettacolare. Si mise seduto al suo tavolo finendo "casualmente" vicino a Samantha, la quale gli rivolse un sorriso. Marius notò che era davvero molto carina, anche se ancora non gli diceva molto come persona.
Fu il preside McBride a dare l'avvio alla festa, augurando a tutti un buon Halloween. Dalle cucine dovevano aver dato il meglio di loro, pensò Marius, perchè le pietanze sembravano più buone del solito.
- Bello vero? - disse Samantha mentre Marius mangiava.
- Cosa? - chiese Marius che era distratto e anche un po infastidito visto che gli piaceva essere lasciato in pace mentre mangiava.
- Come hanno sistemato la sala - rispose Samantha.
- Ah sì - disse pigramente Marius.
- E' stata dura questa prima parte di scuola vero? - incalzò Samantha.
- Già - rispose Marius che ormai aveva capito che era impossibile stare tranquillo.
- Però tu sei un sacco bravo - lo adulò Samantha - riesci sempre a fare tutto quasi subito.
- Pure te sei brava - ribattè Marius un po' imbarazzato.
- Solo in Pozioni, dove mi sono fatta amica Lumacorno - disse Samantha.
- In che senso te lo sei fatto amico? - chiese Marius.
- Beh, è rimasto colpito da come lavoro, e mi ha invitato ad unirmi al Lumaclub - spiegò Samantha.
- Cioè? - chiese Marius interessato. Non sapeva se Samantha si stesse inventando la cosa o fosse vera.
- Gli studenti che gli stanno simpatici ogni tanto li invita a cena da lui - rispose - Dopodomani ho il primo appuntamento, sono curiosa di vedere come è.
- Beh buono avercelo come amico no? - disse Marius sorridendo.
- Sì sì - rispose Samantha - spero che sia una cosa divertente.
I due rimasero a parlare per diverso tempo durante la cena, Marius premeva per chiederle riguardo la sua amica Melany, che nel frattempo era immersa in una fitta conversazione con Lucy, ma proprio mentre stava per formulare la domanda, fu interrotto dal preside, che chiamò all'attenzione la scuola, annunciando che ora avrebbero spostato i tavoli e ci sarebbe stata la possibilità di ballare. Marius cominciò a preoccuparsi quando Samantha lo invitò a ballare, ma alla fine accettò di buon grado. Mentre ballavano vide James che ballava con la ragazza con cui era stato nel pomeriggio e Bruce che stava con Melany; evidentemente era riuscito a rompere il ghiaccio da solo, in teoria il compito di Marius era finito senza aver dovuto fare niente, ma continuò lo stesso a ballare con Samantha; in fondo non era male.
Alla fine della serata, quando McBride invitò tutti ad andare a dormire, Samantha e Melany scapparono via ridacchiando, mentre Bruce si avvicinò a Marius dandogli una pacca sulla spalla.
- Hai visto?
- Vedi in fondo non serviva che glielo chiedessi - appuntò Marius - sei riuscito a fare tutto da solo.
- Beh però non mi sembra che tu abbia sofferto tanto con Samantha - ridacchio Bruce.
- Vabbè, mi sono lasciato trascinare - si difese Marius - comunque l'ho rivalutata questa sera.
In quel momento passò vicino a Marius, Juliet che andava per mano con un altro ragazzo più grande di Corvonero. Questo fu un vero e proprio pugno nello stomaco per Marius che però, quando Juliet lo salutò, riuscì lo stesso a ricambiare con un sorriso.
Bruce e Marius furono raggiunti da Matt e da Michelle che gli scoccò un grande sorriso e poi gli disse a bassa voce:
- Ti sei dato da fare vedo -
- Beh... veramente... - Marius non sapeva come rispondere ancora un po' scioccato dalla vista di Juliet con il ragazzo - si, diciamo di sì.
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMer Set 22 2010, 20:51

beh, che dire Pell hai fatto un lavorone!!! Sei un genio!!!
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMer Set 22 2010, 22:53

Grazie Very Happy al più presto arrivano gli altri
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyGio Set 23 2010, 15:35

Beh si.. davvero, davvero molto bello. Bravo^^
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyVen Ott 01 2010, 22:53

Capitolo 12 - Un compito difficile


Nei giorni successivi alla festa di Halloween, Marius non ebbe più tempo per pensare a Juliet o a Samantha, visto che i professori ripartirono a tutto spiano con i carichi di compiti. I professori avevano evidentemente interrotto la fase di calma antecedente alla festa ed erano ripartiti con le spiegazioni. Però doveva dire che l'impegno che metteva nella scuola veniva ripagato da ottimi risultati: infatti lui fu uno dei primi a riuscire ad imparare ad utilizzare perfettamente l'incantesimo di lievitazione che il professor Vitious aveva spiegato.
Intanto continuavano anche le lezioni di Quidditch, e cominciava a diventare bravino pure lì, giocando da cacciatore; era, infatti, riuscito anche a segnare a Thomas Carrow, che dimostrava di essere un ottimo portiere.
Nel frattempo si stava avvicinando anche l'inizio del campionato della scuola di Quidditch, con la partita tra Grifondoro e Serpeverde, che si sarebbe svolta al termine della seconda settimana di Novembre
- Questa è una delle partite più sentite di tutto il campionato - spiegò la sera prima della partita Matt a Marius - soprattutto perchè tra le due case c'è grande rivalità.
- Io sono curiosa di vedere James giocare - disse Lucy Weasley, che si trovava con loro.
- In che ruolo gioca? - chiese Marius.
- Cercatore - spiegò Lucy - come del resto tutti i suoi antenati, sia lo zio Harry, ma anche il padre erano ottimi cercatori.
Marius cercò con lo sguardo James nella Sala Comune, e notò che era molto teso, si teneva in disparte, cosa che raramente accadeva, forse cercando di concentrarsi sulla partita del giorno appresso.
- Speriamo di vincere - disse Bruce.
Purtroppo le speranze di Bruce andarono deluse, infatti il giorno dopo Serpeverde dimostrò di essere nettamente superiore a Grifondoro, rifilandogli una sconfitta, che fu resa meno pesante solo da James che, sul punteggio di 180 - 10, per Serpeverde, aveva preso il Boccino, rendendo il divario tra le due squadre meno netto di quello che era emerso durante la partita.
- Mamma mia che partita! - esclamò Matt mentre rientravano nel castello.
- Serpeverde è veramente forte - riconobbe Marius.
- Sì ma i nostri cacciatori sono scadenti - osservò Matt - chissà se il livello è questo potrei fare un pensierino ai provini dell'anno prossimo.
- Beh ora impegnamoci negli allenamenti con madama Johnson - disse Marius.
Quella sera ci fu l'ultimo allenamento serale dei ragazzi del primo anno. Infatti madama Johnson aveva annunciato che tutti erano più o meno in grado di giocare e che quindi dalla prossima settimana avrebbero giocato durante l'ora di lezione di volo, anche per lasciare maggiore disponibilità del campo alle squadre che volevano allenarsi per il campionato. Di questo Marius fu felice, in parte perchè preferiva giocare di giorno, e il sabato sera lo aveva libero per fare altro.
Mentre Marius, Matt e Bruce tornavano nella Sala Comune di Grifondoro, sentirono delle voci provenire dal corridoio accanto.
- Ancora? - disse la prima voce, familiare a Marius - ti ho già detto che non voglio averne niente a che fare.
- Guarda che ti conviene - ribattè la seconda voce, probabilmente di uno studente più grande.
- No, io non sono come i miei zii - disse nervosamente la prima voce.
Marius corse verso quel corridoio e sbirciò cercando di capire chi erano i due che litigavano, e scoprì essere Goran Mulciber e Thomas Carrow.
- Basta ti prego - piagnucolò Thomas - perchè insisti?
- Perchè buon sangue non mente - insistette Mulciber.
- No! Ho detto di no! - ribattè Thomas - non voglio entrare in una storia del genere.
- Io lo facevo per te - disse rassegnato Mulciber.
- E io penso di stare meglio così - tagliò corto Thomas che se ne andò verso i sotterranei.
Marius corse via e raggiunse Matt e Bruce, non voleva essere trovato da Mulciber mentre origliava una sua conversazione.
- Che succede Marius? - chiese Matt - chi erano i due che litigavano? Mi sembrava la voce di Carrow.
- Ve lo dico in Sala Comune - rispose Marius.
Quando arrivarono in Sala Comune, Marius spiegò loro chi era Mulciber, e il contenuto della litigata tra i due. Sia Bruce che Matt presero la cosa con relativa sufficienza.
- Quel Mulciber da quanto so è figlio di un Mangiamorte - disse alzando le spalle Matt - probabilmente visto che anche Carrow ha il cognome di due Mangiamorte, voleva farselo amico, in fondo stanno entrambi sulla stessa barca.
- Oppure - suggerì Marius - quel Mulciber ha qualcosa in mente e gli serve qualcuno che lo aiuti e avrà pensato che vista la famiglia da cui proviene, Carrow potesse essere la persona adatta.
- Mamma mia subito a pensare male Marius - lo prese in giro Bruce.
- E' che quel Mulciber non mi piace - spiegò Marius parlando a bassa voce per non farsi sentire, nel caso che Mulciber rientrasse all'inmrovviso in Sala Comune.
- Perchè? - chiese Matt - sembra un tipo a posto, va bene a scuola da quello che sento dire ed è un Prefetto.
- Non c'entra niente - ribattè Marius, e decise di raccontare ai suoi due amici l'episodio che era avvenuto qualche mese prima, la sera del primo giorno di scuola e anche la storia di Leana.
- Secondo me quello che ha fatto è stato solo per fare lo sbruffone - dissè Bruce.
- Ma siete sicuri che una cosa del genere si possa fare ad Hogwarts? - chiese Marius, che aveva come la sensazione che l'episodio di Leana e la conversazione di stanotte tra Thomas Carrow e Mulcuber fossero in qualche modo collegate.
- Non so se sia lecito - rispose Bruce - però non mi parè ti abbia recato danni irreparabili.
Marius era un po infastidito da questa sufficienza dei suoi amici nei confronti degli strani atteggiamenti di Mulciber, e decise che il giorno dopo a colazione ne avrebbe parlato con Juliet, a costo di fare tardi a lezione. In effetti era da un po' che non si parlavano, e gli faceva molto piacere farsi una chiacchieratina con lei, anche se nella sua mente vi era una sorta di battaglia tra Samantha e Juliet, e ancora non si capiva chi fosse in grado di spuntarla. Alla fine decise di non porsi il problema per quella sera, e andare a dormire.
Il mattino dopo Marius scese presto a colazione, nella speranza di incontrare subito Juliet (- un altro episodio come quello della guferia - pensava tra se e se Marius - magari -). Fu tutto inutile, perchè Marius riuscì ad intercettarla solo dopo.
- Ciao Juliet! - la salutò Marius.
- Ciao Marius - gli rispose sorridendo la ragazza - come stai?
- Tutto bene - rispose Marius - senti posso parlarti un attimo?
- Ora proprio no Marius, mi dispiace ma sto di frettissima, devo tornare alla mia sala comune che ho dimenticato una cosa - gli rispose Juliet - ma è una cosa urgente?
- Mulciber - mugugnò Marius.
- Senti facciamo così - gli propose Juliet - ci vediamo oggi pomeriggio dopo le lezioni, dillo anche a Michelle, magari riusciamo anche ad andare in biblioteca.
- Va bene - assentì Marius - magari incontriamoci dopo le lezioni direttamente in biblioteca.
- Ok - rispose Juliet - a dopo.
Juliet andò, e raggiunse il suo ragazzo, che evidentemente l'avrebbe accompagnata al dormitorio dei Corvonero; questo causò a Marius un certo fastidio, attenuato dalla prospettiva del pomeriggio che avrebbe passato con Juliet e Michelle.
Le lezioni quel giorno durarono veramente tanto per Marius, che ormai aveva la mente già rivolta a quel pomeriggio, tantochè fallì miseramente nell'incantesimo delle pastoie che il professor Vitious stava spiegando, e non si rese conto neanche che il professor Dawlish aveva annunciato che alla ripresa delle lezioni dopo Natale sarebbero passati alla difesa pratica contro le Arti Oscure.
- Non sei contento? - chiese Michelle a Marius mentre si dirigevano in biblioteca.
- Di cosa? - domandò Marius.
- Che da dopo Natale faremo pratica di Difesa contro le Arti Oscure - rispose Michelle.
- Mi sa che neanche ci avevo fatto caso - confessò Marius - ero un po' distratto oggi in classe.
- E l'ho notato - confermò Michelle - non è da te andare male a Incantesimi.
- Vabbè ogni tanto capita - si difese Marius.
- Ma cosa hai? - chiese Michelle esasperata.
- Niente - rispose Marius alzando le spalle.
- Non è che ti sei innamorato? - incalzò Michelle sorridendo.
- No... - rispose Marius, che poi aggiunse vedendo lo sguardo dell'amica - cioè, non lo so, sono un po' confuso...
- Ti va di parlarne? - propose Michelle.
- ... non lo so - mormorò Marius
- Ah... vabbè... - tagliò corto Michelle, che però lasciava intendere di aver qualche sospetto.
Quando Marius e Michelle arrivarono in biblioteca, Juliet non era ancora arrivata, e Marius approfittò per raccontarle tutta la storia di Mulciber. Nel frattempo era arrivata anche Juliet, accompagnata dal suo ragazzo, che però non rimase con loro.
- Insomma di cosa volevi parlarmi prima Marius? - chiese Juliet.
- E' successa una cosa strana l'altra sera - spiegò Marius - ci stava Mulciber che stava parlando con un ragazzo di Serpeverde del primo anno, Thomas Carrow, gli stava proponendo di fare qualcosa, ma Thomas ha rifiutato.
- Beh, è strano che uno del settimo anno di Grifondoro cerchi di organizzare qualcosa con uno del primo anno di Serpeverde - disse saggiamente Michelle.
- Ma non è l'unica cosa - continuò Marius - il fatto è che sia Mulciber che Carrow, da quanto mi ha detto Matt, portano i congnomi di due Mangiamorte.
- Pensi che abbiano in mente qualcosa? - chiese Juliet.
- Non lo so - rispose Marius - l'unica certezza è che a me quel Mulciber non piace, mi da l'aria di uno che nasconde qualcosa.
- Prova a parlare con Carrow - propose Michelle.
- Si che gli dico " Ehi Thomas senti una cosa mi puoi dire cosa ti ha detto quella sera Mulciber mentre litigavate"? - disse Marius scettico.
- L'idea di Michelle non è sbagliata - disse Juliet.
- Grazie amica mia - le sorrise Michelle - qui nessuno più mi da retta.
- Bisognerebbe fare in modo di porgli questa domanda in modo indiretto - continuò Juliet - dovresti fartelo amico Marius.
- Perchè a voi non interessa? - disse Marius.
- Certo che sì - rispose Juliet - ma te parti avvantaggiato, giocate a Quidditch insieme.
- Vabbè da ora anche voi giocherete a Quidditch - ribattè Marius.
- Si però tu parti comunque avvantaggiato, è già un po' che giochi - insistette Juliet.
- Proverò a parlarci - disse infine Marius.
L'idea di parlare con Carrow un po' lo preoccupava, non tanto perchè fosse un tipo antipatico, anzi, da come descrivevano i Serpeverde i suoi compagni di Grifondoro, sembrava un tipo a posto, simpatico e disponibile, quanto perchè non voleva che venisse a sapere che lui aveva origliato la conversazione con Mulciber.
Il pomeriggio passò piacevole, Juliet, Michelle e Marius si misero in biblioteca e presero diversi libri sulla recente storia del mondo dei maghi, entrando a conoscenza della storia di Harry Potter e il terribile mago del male Lord Voldemort, e dei suoi seguaci, i Mangiamorte, tra i quali notò Marius c'era, come gli aveva detto James, il padre di Mulciber, ma anche due Carrow, probabilmente parenti di Thomas. Rimase sorpreso quando vide il nome di Seamus, che aveva preso parte alla Battaglia di Hogwarts, che ci fu nel 1997, e che culminò con la scomparsa di Lord Voldemort.
Verso l'ora di cena furono interrotti dall' arrivo del ragazzo di Juliet, che le chiese di scendere a cena con lei. Juliet salutò i suoi due amici e scese a cena con lui; Marius rimase accigliato a fissare i due mentre uscivano dalla biblioteca.
- Ehi Marius! - lo chiamò Michelle.
- Eh? - fece Marius uscendo da quella sorta di trance in cui era entrato.
- Che ne dici di scendere anche noi a cena? - propose Michelle.
- Si sì andiamo - assentì Marius.
- Beh però oggi è stato interessante - disse Michelle mentre andavano verso la Sala Grande - abbiamo imparato un sacco di cose.
- Eh già - rispose Marius - addirittura ho trovato il nome di Seamus, un mio parente che mi ha aiutato un sacco ad avvicinarmi al mondo della magia.
- Hai visto? - ribattè Michelle con un sorriso - anche se credo di aver scoperto qualcosa più di te oggi.
- Perchè? - chiese Marius, fermandosi sulla porta della Sala Grande.
Michelle non rispose e scappò, lasciando Marius sulla porta. Dopo qualche secondo si avviò anche lui verso il tavolo dei Grifondoro un po' perso nei suoi pensieri; pensava a Michelle che aveva forse scoperto la sua cotta per Juliet; la domanda che Marius si poneva era se anche Juliet se ne era accorta, ma vista la tenerezza con cui trattava il suo ragazzo, pensava Marius, anche se lo ipotizzasse non è che gli desse tanta importanza.
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyGio Nov 25 2010, 22:51

Torno anche a postare la mia ff che tra l'altro in questo periodo che non mi sono fatto nè vedere nè sentire, sono riuscito a portare avanti. Finendo di scrivere la prima parte ed iniziando la seconda Very Happy


Capitolo 13 - Ritorno a casa

Il mese di Dicembre portò le prime nevicate ad Hogwarts, ma Marius non aveva avuto ancora modo di parlare con Thomas Carrow: un po' perchè era preso da altre cose, un po' perchè non riusciva a trovare le parole e l'opportunità di parlarci. Intanto però si avvicinavano la vacanze di Natale, e Marius doveva provare a parlarci prima di ripartire da Hogwarts. L' occasione si presentò durante l'ora di allenamento di Quidditch, poichè a causa di un'epidemia influenzale, più di metà gruppo dei ragazzi del primo anno non era uscito per fare lezione, e quindi erano pochi.
A causa dell'assenza di Matt, anche lui ammalato, Marius era stato scelto come capogruppo dei Cacciatori, perchè tra tutti era quello messo meglio, grazie anche ai molti allenamenti serali che faceva fin dall'inizio dell'anno. Nonostante questo, non riuscì a segnare più di un gol a Thomas, che era veramente un portiere formidabile.
- Sei veramente in gamba - si complimentò Marius con Thomas al termine dell'allenamento - ogni giorno che giochiamo me ne rendo conto sempre di più.
- Anche tu - rispose Thomas con un sorriso - questo è il primo anno che giochi a Quidditch vero?
- Sì - rispose Marius - sono Babbano di nascita, fino a qualche mese fa per me il manico di scopa lo vedevo come strumento per pulire e basta.
- Già - sorrise Thomas, cosa tra l'altro molto strana visto che era spesso accigliato - questa è la dimostrazione che chi viene da famiglie Babbane vale quanto i figli dei maghi, purtroppo però molta gente non lo vuole capire.
Marius lo guardò sopreso, era raro trovare un Serpeverde che affermasse queste cose.
- Nella casa mia in pochi la pensano come me - proseguì Thomas, come se volesse sfogare i propri sentimenti repressi - e credono che anche io la pensi come loro solo per il mio cognome.
- Ho visto l'altro giorno alcuni nomi di mangiamorte, che avevano il cognome come il tuo - disse Marius.
- Sono i fratelli di mio padre - spiegò Thomas - lui però è uno a posto, quando Amycus e Alecto hanno scelto di seguire Tu-Sai-Chi, lui se ne è distaccato, però la gente crede che io sia come loro, anche quel Mulciber.
- Che c'entra Mulciber? - chiese Marius eccitato, cercando di incalzare il discorso - non è di Grifondoro?
- Sì - spiegò Thomas - però anche lui ha idee strane, mi ha parlato di un progetto, e aveva bisogno di gente fidata, ma non ho alcuna intenzione di seguirlo, quello secondo me ha preso dal padre.
- Beh da quello che ho letto sui Mangiamorte, e da quel che mi ha detto un giorno lui, posso dire che hai ragione - disse Marius.
- Perchè? - chiese Thomas.
- Mi ha fatto tutto un discorso sul fatto che resterò sempre legato al mondo dei Babbani, ma con un tono di scherno che mi ha dato alquanto fastidio - spiegò Marius.
- Lo so, lui è così - disse Thomas - ed è strano che sia un Grifondoro e non un Serpeverde.
- Che vuol dire - ribattè Marius - tu sei un Serpeverde ma non la pensì come lui.
Thomas gli sorrise, apprezzando ciò che aveva detto Marius. I due poi si salutarono augurandosi buon Natale, visto che quella era l'ultima lezione di Quidditch prima delle vacanze. Dopodichè Marius andò di corsa in infermieria, dove Michelle trascorreva la convalescenza, per dirle che aveva parlato con Thomas.
Arrivato in infermieria chiese a Madama Chips, la vecchia capo infermieta, se poteva vedere Michelle; purtroppo però l'amica in quel momento stava dormendo e quindi Marius dovette rinunciare a parlarle, e andò a Trasfigurazione.
- Dove stavi? - chiese Matt quando Marius raggiunse l'aula, giusto in tempo per l'inizio della lezione.
- Ero andato in infermieria - rispose rapidamente Marius - ma te che ci fai qui? Non stavi male?
- Sono uscito stamattina - spiegò Matt - però Madama Chips mi ha impedito di giocare a Quidditch, e stamattina non sono venuto a Incantesimi perchè stavo in biblioteca a vedere quello che avevo saltato in questi giorni.
- Ho capito - disse Marius - comunque sai che ho avuto la conferma che quel Mulciber non è un tipo normale.
- Ancora con lui! - esclamò esasperato Matt - ti sei fissato; piuttosto con Samantha come va?
- Che fai cambi discorso? - disse Marius un po arrabbiato - comunque con Samantha non ti saprei dire, parliamo ogni tanto, il problema è che ho un'altra ragazza in testa.
- Chi è? - chiese Matt curioso.
- Niente, è una di Corvonero, ma è difficile con lei - rispose Marius evasivo.
- Il nome? - insistette Matt.
- Poi ti dico, ora dobbiamo entrare in classe - rispose Marius, per ora preferiva non dire niente a nessuno. Matt entrò deluso in classe.
Nel pomeriggio Marius riuscì a raccontare a Michelle quello che gli aveva detto Thomas, dello strano progetto di Mulciber, delle sue idee.
- Dovremo dirlo al preside - propose Michelle.
- E' impossibile credo - rispose Marius - può anche essere che Mulciber volesse coinvolgere Thomas in un progetto di approfondimento didattico, potrebbe prenderci per stupidi, e magari arrabbiarsi pure.
- Hai ragione - disse Michelle - comunque il primo che vede Juliet glielo dice, l'altra volta quando è passata a salutarmi mi ha chiesto di te.
- Davvero? - chiese Marius, tradendo forse troppo interesse.
- Sì - rispose Michelle con un vago sorrisetto - si chiedeva se fossi riuscito a parlare con Thomas.
- Ah! Vabbè ora ti saluto che devo andare in Sala Comune che ci stanno Matt e Bruce che mi aspettano - disse Marius - dopodomani iniziano le vacanze e finalmente abbiamo un po' di tempo libero.
- Già - disse Michelle - fortunatamente domani madama Chips dovrebbe lasciarmi uscire dall'infermieria, ci vediamo.
- Ciao! - la salutò Marius, che si diresse verso la Sala Comune, quando incontrò James Potter.
- Ehilà Marius! - lo salutò.
- Ciao James! - ricambiò Marius - dove vai?
- A trovare Selma ovviamente - rispose con un sorriso James - senti un po' te da quanto tempo è che frequenti i Serpeverde?
- Io? - chiese Marius senza capire.
- Sì, ho visto che stavi con Thomas Carrow - spiegò James.
- Ah sì - disse Marius - ma è un tipo simpatico, gli stavo chiedendo una cosa.
- Ok - disse James.
- Ma come hai fatto a saperlo? - chiese Marius.
- Sono figlio di mio padre - disse James ridendo, e poi scappò via.
Marius rimase lì un po' interdetto, e poi si diresse verso la torre di Grifondoro, a passare un pomeriggio dedicato al dolce far niente insieme ai suoi amici, Bruce e Matt.
Quando arrivò il momento di ritornare a casa, Marius notò che solo una minoranza di studenti restava ad Hogwarts. Il professor Flincher comunicò a tutti i ragazzi in partenza, che il 7 gennaio ci sarebbe stato l'Espresso per Hogwarts che li avrebbe riportati a scuola.
Il viaggio lo trascorse piacevolmente in compagnia di Matt, Michelle, Lucy e Leana. Marius non chiese nemmeno dove fosse Juliet, perchè immaginava stesse in uno scompartimento con il suo ragazzo, e anche Bruce era andato con Melany, mentre Samantha era rimasta ad Hogwarts.
Quando arrivarono a King's Cross, Marius vide Seamus con il padre di Robert che lo aspettavano. Dopo aver salutato tutti i suoi amici, raggiunse il cugino, cogliendo anche l'occasione di augurare buon Natale a Robert, con cui l'ultimo periodo aveva avuto poche opportunità di dialogo.
- Andiamo che di là ci sono Diana e Maurice che ti aspettano - lo intimò Seamus.
Marius non vedeva l'ora di vedere i suoi genitori, nonostante già sentisse la mancanza di Hogwarts.
- Marius! - strillò la madre, che dopo averlo visto materializzarsi oltre la barriera, corse ad abbracciare il figlio.
- Ciao mamma! - la salutò Marius.
- Ehilà figliolo - lo salutò il padre abbracciandolo.
I quattro si diressero poi verso l'uscita, quando Marius fu fermato da una voce che lo fece letteralmente scattare.
- Marius! - era Juliet, con i suoi genitori, Michelle e la sua famiglia - ti volevo salutare!
Marius si girò e sorrise, lei lo abbracciò e poi gli disse:
- Tanto poi tra due settimane ci rivediamo, Michelle mi ha detto che sei riuscito a parlare con Thomas -
- Sì - rispose Marius - poi fattelo dire da lei cosa mi ha detto, è interessante!
- Sì, me lo ha accennato - rispose Juliet - dai ci vediamo, buone vacanze!
- Grazie anche a te - rispose Marius sorridendo.
Mentre il gruppetto di Juliet si stava allontanando, Marius notò che Michelle ridacchiava. Questo probabilmente era la certezza che aveva capito tutto, pensò Marius.
- Hai delle spasimanti vedo...- disse Seamus che aveva assistito alla scena.
- Magari - disse Marius un po' affranto, e si avviò insieme ai suoi genitori e a Seamus verso l'uscita.
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyVen Nov 26 2010, 19:34

Bello! Non mi ero letto gli ultimi capitoli ma leggendo molto velocemente ce l'ho fatta! Comunque anche questo mi è piaciuto! Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyVen Nov 26 2010, 23:13

Ed ecco il prossimo Very Happy


Capitolo 14 - E' come un altro mondo

Quando Marius tornò a casa, rimase impressionato nel vedere quel mondo che per tanto tempo gli era appartenuto, ora sembrargli più lontano: il televisore, lo stereo, la lavastoviglie, il computer, tutti oggetti della sua vita quotidiana, che ormai appartenevano al passato. Ormai era abituato alla posta via gufo, alle penne d'oca, la teconologia Babbana sembrava una cosa assurda. Nonostante questo era comunque contento di essere a casa. Per prima cosa, prese un giornale sportivo (con le foto immobili) e andò a controllare cosa aveva combinato il Birmingham, e notò con sommo piacere che era secondo in classifica, anche se nella seconda divisione, sembrava avere buone possibilità di passare in Premier League.
- Ehi Marius! - lo chiamò il padre - non ci racconti niente della tua scuola?
- E' vero - intervenne Mamma Diana.
Effettivamente Marius per tutto il tragitto verso casa era rimasto piuttosto silenzioso, perso nei suoi pensieri verso Juliet, e ora a casa si era subito fiondato a vedere il giornale.
- Avete ragione - si scusò Marius - soltanto che è strano tornare a casa. Lì a Hogwarts è tutto così diverso, la tecnologia non esiste; rivedere la tv e il computer mi ha fatto un effetto un po' strano.
- Capisco - disse papà Maurice - però dicci qualcosa, sono troppo curioso.
Con un sorriso, Marius iniziò a raccontare tutto quello che gli era accaduto a scuola, delle lezioni di Trasfigurazione, al Quidditch ( - Certo che questi maghi non stanno mai con i piedi per terra - aveva commentato papà Maurice), fino ai quadri che parlavano tra di loro. I suoi genitori rimanevano sempre più allibiti, di fronte agli strani racconti di Marius.
- Caspita! - esclamò papà Maurice, quando Marius ebbe terminato di raccontare - mi piacerebbe un giorno entrarci in un posto del genere.
- Mi sa che i Babbani non possono entrare - rise Marius - però posso provare a far fare un'eccezione.
- Chissà - disse pensieroso il padre - ora però vai su in camera a sistemarti, che stasera c'è una bella sorpresa.
Marius salì in camera, senza dare troppo conto alla sorpresa preparata dai suoi genitori, forse era tornata Klare con un giorno di anticipo dalla settimana bianca. Anche l'ingresso in camera fu particolare: rispetto al suo dormitorio nella Torre di Grifondoro, questa appariva quasi misera anche se con tutto quello che aveva passato lì dentro, non poteva che essere affezionato. Dopo essersi lavato e vestito, scese in salotto, dove si trovava la sorpresa fattagli dai suoi genitori, ovvero due signori, e una ragazza carina dai lunghi capelli ramati, Tonia, che appena lo vide corse ad abbracciarlo.
- Marius! - esclamò - come stai?
- Tutto bene - rispose con un sorriso Marius - allora eri tu la sorpresa.
- Già - disse Tonia - te ultimamente non ti sei fatto molto sentire.
- Hai ragione - si scusò, in effetti tra Juliet, le lezioni e Mulciber, non aveva avuto più modo di scrivere a Tonia - poi ti racconto tutto.
Marius andò a salutare i genitori di Tonia, e dopo si misero tutti insieme a tavola. Durante la cena, il discorso su ciò che aveva fatto Marius a scuola, fu accuratamente evitato, perchè i genitori di Tonia non sapevano, e non dovevano assolutamente sapere, che scuola frequentasse in realtà Marius.
Dopo cena Marius e Tonia uscirono in giardino: faceva molto freddo, ma fortunatamente non pioveva e lì si poteva chiacchierare in tranquillità.
- Allora che mi racconti? - incalzò Tonia.
- E' un sacco bello lì - rispose Marius - ho conosciuto un tanta gente simpatica, ed è tutto talmente particolare che ogni giorno scopri qualcosa di nuovo.
- Nella lettera che mi avevi scritto ad inizio anno mi avevi detto che avevi rimorchiato - disse Tonia, andando subito al punto che più le interessava.
- Sì, Samantha si chiama - spiegò Marius sorridendo.
- E a te piace? - chiese Tonia.
- Mah, è carina, e anche simpatica però...
- Ti piace un'altra? - insistette Tonia.
- Già - rispose Marius - e credo di essermi preso una bella cotta.
- Dici? - domandò Tonia.
- Beh diciamo che ogni volta che penso a lei, sento come una stretta allo stomaco e una strana voglia di stiracchiarmi - spiegò Marius.
- Allora sì - disse Tonia - anche a me ultimamente sta succedendo.
- Davvero? - chiese Marius colpito, Tonia era molto difficile in fatto di ragazzi.
- Sì - rispose Tonia - e tu lo conosci pure.
- Dai dimmi chi è - incalzò Marius.
- Daniel... - rispose Tonia arrossendo.
- Daniel! - esclamò Marius stupito - ma non ti stava antipatico?
- Beh, prima sì - disse Tonia - però ultimamente è cambiato, stiamo al banco insieme, ed è diventato molto simpatico.
- E lui? Che ne pensa - chiese Marius.
- E che ne so - rispose Tonia - ci parlo, però non avuto il coraggio di dirglielo.
- Immagino - disse Marius - purtroppo quando si tratta di confessare i propri sentimenti è sempre difficile.
- Sei diventato un tipo poetico - rise Tonia - quella che ti piace come si chiama?
- Juliet - rispose Mariu - il problema che è fidanzata con uno più grande.
- Ma hai avuto modo di parlarci? - chiese Tonia.
- Come no! - esclamò Marius - anzi lei è una delle prime persone che ho conosciuto a scuola, e abbiamo passato un sacco di momenti insieme.
- Vabbè forse è solo questione di tempo - provò a consolarlo Tonia, notando che l'amico aveva assunto un tono triste.
I due passarono tutta la sera a parlare, di Hogwarts, e di quelli che era successo a Saint Patrick in sua assenza. Marius era molto contento di aver rivisto Tonia, la persona che più gli era mancata ad Hogwarts, nonostante avesse trovato ottimi amici come Michelle, Matt e Bruce.
I giorni successivi al suo ritorno a casa, Marius li passo principalmente con Tonia, ed ebbe anche la possibilità di reincontrare tutti i suoi più cari amici delle elementari. Tutti i discorsi, in quel periodo, vertevano su cosa si sarebbe ricevuto a Natale. In realtà Marius non pensava molto ai regali, ma aspettava il giorno di Natale per farsi una bella chiacchierata con Seamus.
Il giorno di Natale andarono tutti a casa dello zio Andy, e per l'occasione Marius si pettinò addirittura i capelli, evento che scioccò particolarmente lo zio, che chiese preoccupato a mamma Diana, se al college in America gli avessero fatto il lavaggio del cervello.
- O forse ha conosciuto qualche bella ragazza - intervenne Seamus da dietro.
- E' vero - assentì lo zio Andy - forse è stata lei a farti il lavaggio del cervello.
- E invece zio ti dirò che i miei capelli un po' scompigliati sono piaciuti molto ad Hog... - si interruppe Marius rendendosi conto che stava dicendo qualcosa che non doveva dire - dicevo a scuola.
- Ormai non ci sono più le ragazze di una volta - sospirò sorridendo lo zio Andy recandosi verso la cucina.
- Attento a come te ne esci - lo ammonì Seamus.
- Scusa - disse Marius - però è difficile.
- Lo so, però è importante che nessuno se ne accorga - lo rassicurò Seamus.
Fortunatamente durante la cena non rischiò mai di nominare il nome di Hogwarts. La cosa che stupì un sacco Marius era il comportamento di suo cugino Jack, che di solito era antipatico e scorbutico, quel giornò lo salutò calorosamente, e passarono molto tempo a parlare di scuola. La festa fu molto piacevole, soprattutto quando Seamus, mentre tutti stavano cominciando ad andare via, lo prese in disparte.
- Senti Marius, il mio regalo te lo darò poi, è meglio in un altro momento, che non è diciamo adatto all'ambiente - disse a Marius.
- Non ti preoccupare - disse Marius.
- Ti volevo dire anche un'altra cosa - aggiunse Seamus - dopodomani facciamo una cena con i vecchi compagni miei di Hogwarts, ti andrebbe di venire?
- Volentieri - disse Marius sorridendo.
- Dillo ai tuoi genitori, poi mi mandi una risposta con il gufo che ti arriverà domani - disse Seamus.
- Che gufo? - chiese Marius.
- Colui che ti porterà il mio regalo - disse sorridendo Seamus, che poi se ne andò.
Marius era davvero curioso riguardo il regalo di Seamus, e contemporaneamente non vedeva l'ora di andare alla cena, poichè immaginava ci sarebbero stati anche James e Robert. Gli faceva piacere ricontrare qualche amico mago,visto che già provava nostalgia di Hogwarts. Certo se ci fosse stata anche Juliet sarebbe stato meglio...
La sera di Natale, Marius tornò a casa con un sacco pieno di regali. Aveva ricevuto diversi vestiti, ma anche molti libri, da parte dei suoi parenti. I suoi genitori, invece, non gli diedero un regalo, poichè sapevano della nuova vita di Marius, ma gli fecero avere dei soldi, che lui avrebbe potuto poi cambiare alla Gringott, per comparcisi quello che voleva. Apprezzò molto il loro pensiero, anche perchè immaginava come potesse essere difficile per loro, avere un figlio che viveva in un mondo completamente diverso dal loro.
- Mamma, domani posso andare a cena con Seamus? - chiese Marius il giorno appresso.
- Sì - rispose la madre - ti viene lui a prendere?
- Credo di sì, mi ha detto di mandargli una risposta al più presto, credo che passerà lui - disse Marius, che si chiedeva come sarebbero andati, sperava nella materializzazione.
Marius salì in camera, e lì trovo una bellissima sorpresa: un bellissimo gufo, con un pacco, che conteneva il regalo di Natale di Seamus. Marius lo aprì eccitato, e vide che conteneva una scatola con scritto sopra "Tiri vispi Weasley", che Marius ricordò essere il negozio a Diagon Alley che aveva visto ma che non era riuscito ad entrare. Prima di aprire il pacco, scrisse su un foglio la risposta a Seamus, e mandò il gufo. La scatola conteneva gli oggetti più assurdi: bacchette finte, dolci chiamati Merendine Marinare, delle strane orecchie chiamate oblunghe. Sicuramente avrebbe avuto bisogno di una guida per riuscire ad utilizzarle tutte.
Il pomeriggio passò a trovarlo Tonia, con cui passò piacevolmente la giornata, anche se aspettava con ansia la cena con Seamus, il quale si presentò la serà del giorno dopo alle sette in punto, e dopo aver salutato i genitori e Klare, chiese a Marius se fosse pronto.
- Sì sono pronto - rispose Marius - ma come ci muoviamo?
- Non ti preoccupare, ho fatto collegare il camino di casa tua alla Metropolvere - rispose Seamus tranquillo.
- Cioè? - chiese Marius.
- Usiamo la polvere volante - spiegò Seamus - tu entri nel tuo camino, dici il nome della destinazione e la Metropolvere ti porta dove hai detto.
Marius rimase un po' colpito, sperava nella materializzazione anche se questo tipo di trasporto sembrava comunque rapido.
- Diana usiamo il tuo camino! - annunciò Seamus alla madre mentre si avviavano nella sala con il camino - Allora, prendi un po di questa polvere - disse poi passandogli un contenitore che aveva tirato fuori dalla tasca - buttala nel camino, entraci dentro e urla " La tana ".
- La tana? - chiese Marius.
- Sì, andiamo lì a cena stasera - rispose Seamus.
Marius prese la polvere, si avvicinò al camino, e ve la getto. Si alzarono delle fiamme e Marius si allontanò preoccupato.
- Vai tranquillo - lo incoraggiò Seamus - non scottano troppo.
Marius entrò nel camino, e nonostante fosse infastidito dal fumo, riuscì a gridare "la Tana". Si sentì come trascinato in un vortice, non riusciva a controllare i suoi movimenti, si sentiva come quando perdeva il controllo della scopa. Il viaggio fu abbastanza rapido, ma per Marius sembrò non finire mai e, quando capì di essere atterrato, si sentiva piuttosto provato. Scoprì di essere all'interno di un camino. Ne uscì e subito fu chiamato da una voce familiare
- Ehilà Marius! Anche tu qui? - era James Potter.
- Già - disse Marius frastornato.
- Hai un aria strana - notò James.
- Sto cominciando a rivalutare i viaggi in macchina - disse Marius.
- Era la tua prima volta con la polvere vero? - chiese James.
- Già - disse Marius. In quel momento sentì un altro tonfo venire dal camino, era Seamus che era appena arrivato.
- Ehilà! Tutto a posto? - lo saluto Seamus.
- Sì sì, più o meno - disse Marius ancora un po' rintronato.
- Dai venite di là che sono già arrivati tutti - lì esortò James.
James lì guidò lungo la casa: era veramente particolare, notava Marius, piena delle più svariate cianfrusaglie, oggetti strani. Quando arrivarono nel salone, Marius trovò molte facce conosciute e altrettante sconosciute. Vide Robert, con suo padre Dean, riconobbe il fratello di James, Albus, e anche il padre di James, il famoso Harry Potter, che si ricordò di averlo visto alla stazione prima di partire per Hogwarts. Seamus presentò tutti a Marius, che vide che c'era anche il professor Paciock con la moglie, che avevano incontrato al Paiolo Magico prima dell'inizio della scuola. La sorpresa più piacevole per Marius, fu la presenza di una sua compagna Leana Fiantser, figlia di una compagna di scuola di Seamus, tale Lavanda.
La serata trascorse piacevolmente, con i ragazzi che avevano un tavolo riservato a loro.
- Ehi Marius - chiese una ragazza che Marius aveva visto a Hogwarts e che quella sera aveva scoperto essere la figlia del proprietario di casa Ron Weasley.
- Dimmi - rispose Marius.
- Tu stai allo stesso anno di mia cugina Lucy vero? - chiese la ragazza, chiamata Rose.
- Sì - rispose Marius - certo che voi siete pieni di cugini ad Hogwarts! - esclamò sorridendo.
- Già - rispose Rose - e staltr'anno saremo ancora di più, perchè sia mio fratello Hugo, che la sorella di James e Albus, Lily, cominceranno il primo anno ad Hogwarts.
- Che poi mi ha raccontato Lucy - intervenne James - che hai molto successo con le ragazze.
- Ah sì? - chiese Marius, sentendo Leana ridacchiare.
- Una certa Samantha, sentivo dire - disse James sghignazzando.
- Samantha Dresse? - intervenne Albus il fratello di James.
- Si proprio lei - confermò Leana sorridendo.
- Beh sei fortunato - disse Albus - è davvero carina.
Marius annui. Albus non era il primo ad invidiare Marius per essere nelle grazie di Samantha. Sicuramente negli ultimi tempi l'aveva rivalutata, ma nonostante questo era ancora convinto di preferire Juliet a lei.
Il resto della serata passo piacevolmente a ridere, a scherzare e mangiare, anche se quest'ultima attività risultò piuttosto fastidiosa nel viaggio di ritorno, visto che gli sballottolamenti della polvere volante gli provocarono dolori di stomaco notturni.
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Snape Jo

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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyLun Nov 29 2010, 02:17

bellissimo pell complimenti !!!!!



Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool Cool



voglio vedere un po di azione da ora in poi però Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil Twisted Evil
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Piff Potter

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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyLun Nov 29 2010, 22:53

Anche questo molto carino! ( Anche se per essere un capitolo è un pò corto... ) Comunque Giovanni mi ha tolto le parole di bocca! A quando un pò di azione? Laughing
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Pell

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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMar Nov 30 2010, 09:30

Mi fa piacere chee abbiate apprezzato questo perchè è stato uno dei miei capitoli diciamo "in crisi" considerando che non sapevo che inventarmi... ancora un po' di pazienza perchè il finale di questa prima parte sarà abbastanza movimentato... in serata posto il prossimo Very Happy
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Daniele Lupin

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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMar Nov 30 2010, 23:53

aspettiamo i nuovi capitoli Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMer Dic 01 2010, 23:23

Capitolo 15 - Una scelta difficile

Le vacanze erano giunte al termine, e Marius si trovava sull' Espresso di Hogwarts, insieme ai suoi amici, Michelle, Lucy, Leana, Matt e Bruce, a raccontarsi le vacanze.
- Ho saputo che sei stato alla Tana - disse Lucy.
- Già - rispose Marius - c'era anche Leana.
- Lo so, io le vacanze estive le passo spesso lì, da mia nonna - spiegò Lucy - visto che mio padre spesso lavora.
In quel momento entrò James nello scompartimento, seguito anche da un altro ragazzo, probabilmente più grande.
- Matt, puoi venire un secondo? - chiese.
- Che succede? - chiese Matt.
- Vieni e ti spiego - tagliò corto James.
Matt si alzò e seguì i due ragazzi.
- Chissà che volevano - si chiese Marius.
- Sicuramente grandi notizie per Matt - rispose Leana.
- In che senso? - chiese Marius.
- Vedrai - disse l'amica, sorridendo.
Matt non si fece vedere per gran parte del viaggio, che proseguì tranquillo, finchè Marius sentì il suo stomaco fare una capriola, c'era Juliet sulla porta.
- Ehilà Juliet! - la salutò Michelle.
- Ciao! - rispose lei - venite un attimo - disse poi indicando Michelle e Marius.
- Ok - rispose Marius alzandosi prontamente.
- E che è! - sbottò Bruce - ve ne andate tutti.
- Beh veramente potresti andare anche te, nell'altro scompartimento c'è Melany - intervenne sghignazzando Lucy.
- Ah - disse Bruce, che improvvisamente diventò rosso - la vado a salutare allora...
Bruce uscì insieme a Marius, Michelle e Juliet.
- Allora? - disse Juliet.
- Cosa? - chiese stupidamente Marius
- Secondo te cosa? - intervenne Michelle sarcastica.
Marius in realtà era confuso, che Michelle avesse parlato dei suoi sospetti riguardo i sentimenti di Marius a Juliet?
- Mulciber - disse Juliet come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Ah! - esclamò Marius, si era quasi dimenticato.
- Che ne pensi - chiese Juliet.
- E' strano, troppo strano - disse Marius - tutto quello che ha detto a Carrow può significare tanto, ma anche niente. Poi è uno studente molto in vista..
- In che senso? - domandò Michelle
- E' uno degli studenti più brillanti ad Hogwarts, un prefetto...
- E soprattutto è nelle grazie del preside - lo interruppe Juliet.
- Cioè? - chiese Marius.
- Ho comprato la Gazzetta del Profeta stamattina, e c'è un' intervista al preside, dove ad un certo punto fa un vero e proprio elogio al nostro amico - spiegò Juliet.
- Ah sì? - domandò Marius interessato.
Juliet passò il giornale a Marius, che lesse tutta l'intervista al preside Dorian McBride, che aveva speso davvero delle belle parole nei confronti di Goran Mulciber. Evidentemente la sua storia, con il ministero che gli impediva di entrare ad Hogwarts, stava a cuore a molta gente
- Credo che qualsiasi cosa stia tramando - sentenziò infine Marius - resterà sempre intoccabile ad Hogwarts.

Tornati ad Hogwarts, gli studenti del primo anno, furono letteralmente aggrediti dai professori. Flincher e Lumacorno gli avevano dato delle prove veramente difficili da superare, e anche il passaggio dalla teoria alla pratica nella Difesa Contro le Arti Oscure, non fu affatto semplice. Il professor Dawlish, aveva spiegato loro che c'erano vari modi per combattere le Arti Oscure, ma che bisognava saper padroneggiare perfettamente almeno due incantesimi, fondamentali: l'incantesimo di disarmo e lo Schiantesimo. Entrambi, spiegò il professore, erano molto impegnativi da imparare, soprattutto per ragazzi del primo anno, ma i nuovi programmi del Ministero, accorsati con la scuola, prevedevano l'inserimento di questi difficili incantesimi fin dall'inizio.
- Pensa - stava spiegando Lucy un giorno a Marius durante una lezione - che mio padre mi dice sempre che Voldemort è caduto con l'incantesimo di Disarmo.
- Quindi è importante! - esclamò Marius - dai riproviamoci.
Marius e Lucy si misero uno di fronte l'altro, poi Marius urlò:
- Expelliarmus! -
La bacchetta di Lucy subì un fremito, ma non le cadde di mano.
- Non c'è male - disse da dietro il professor Dawlish - in queste lezioni probabilmente, trascorreremo molto su questo incantesimo e visto come sta andando non mi stupirei se tra un mese riuscirà a padroneggiarlo completamente. Molto bravo signor Grebb, 5 punti a Grifondoro.
Alla fine della lezione Marius era molto compaciuto, e sperava di perfezionare il prima possibile l'incantesimo di disarmo
- Sei davvero bravo Marius - gli disse Samantha improvvisamente, mentre scendevano a pranzo.
- Beh... grazie - rispose Marius un po' imbarazzato.
Da quando era tornato ad Hogwarts, Marius aveva trascorso molto tempo con Samantha, con lei che gli dava una grande mano in Pozioni, materia dove eccelleva, mentre lui la aiutava dove lei aveva bisogno.
- Ti vedo pensieroso - disse Michelle a Marius durante il pranzo - che è successo?
- Niente - rispose Marius vago, in realtà pensava a Samantha. Se sotto Natale era convito che gli piacesse solo Juliet, negli utlimi tempi erano sorti in lui dei dubbi, visto che Juliet era comunque fidanzata, e Samantha si era dimostrata comunque carina e simpatica.
- E dai! - esclamò Michelle spazientita - sei sempre così vago.
- Vabbè te lo dico dopo in privato però - si difese Marius.
Michelle si alzò dal tavolo e si diresse rapidamente verso la porta. Marius, ingenuamente, convinto di averla in qualche modo offesa, le corse dietro.
- Allora? - incalzò Michelle quando Marius la raggiunse.
- Ma... - Marius era spiazzato.
- E dai - lo implorò Michelle.
- Ma è solo che sono un po' confuso - spiegò Marius.
. Per caso riguardo Samantha e Juliet? - chiese Michelle.
Marius la guardò stupito, come...
- Si vede lontano un miglio - spiegò Michelle.
- Dici? - chiese Marius, anche un po' preoccupato.
- Sì, però credo di essermene accorta solo io, che in questi mesi ho imparato a conoscerti - disse Michelle.
- E' un bel problema - disse Marius.
- Lo so - ribattè Michelle - e sinceramente vorrei tanto in qualche modo aiutarti, io ti devo un grande favore.
- Che favore? - domandò Marius.
- Credo che sia grazie a te che mi sono riuscita ad inserire bene tra ii Grifondoro - rispose Michelle - prima, fin da quando sono piccola, sono praticamente sempre stata con Juliet, e se non c'eri te quel giorno allo Smistamento, non so come avrei fatto.
Marius sorrise.
- Purtroppo però in questo caso è una decisione che devo prendere io - disse - era più semplice quando mi piaceva solo Juliet.
- Sono sicura che tu farai la cosa giusta - lo rassicurò Michelle, che poi si diresse di nuovo verso la Sala Grande
- Speriamo - disse Marius bisbigliando. In quel momento vide che verso di lui si stavano dirigendo Matt e Bruce, entrambi con espressioni gioiose.
- Che è successo? - chiese Marius.
- Lascia perdere - rispose prontamente Bruce - Matt è entrato nella squadra dei Grifondoro.
- Davvero? - domandò stupito Marius.
- Sì - esclamò Matt - l'altro giorno sul treno James, con Luke Colinder, il capitano della squadra, mi hanno detto di andare a fare una prova con loro. Non l'ho detto a nessuno perchè non volevo fare figuraccie, ma giusto adesso mi ha detto James che giocherò la partita con i Tassorosso.
- Cavolo Matt! - esclamò Marius - sono contento per te, dai poi verremo a fare il tifo.
- Certo - rifletteva Matt - questi giorni sarà dura, mancano due settimane alla partita e dovrò allenarmi per bene per entrare negli schemi della squadra.
- Dai che ce la fai - lo incoraggiò Bruce - per i compiti ti aiutiamo noi, vero Marius?
- Certo - sorrise Marius - abbiamo qui con noi uno dei giocatori più giovani e promettenti della scuola, dobbiamo coccolarcelo per quando diventerà famoso.
- Grazie ragazzi - li ringraziò Matt.
Per Matt, i giorni a venire furono veramente duri: stava sempre fuori ad allenarsi, tornava alla torre dopo le dieci, però sembrava davvero contento. L'altra volta aveva detto a Marius, che madama Johnson gli aveva concesso di usare una vecchia Firebolt, una scopa che nonostante gli anni poteva essere considerata un gioiellino notevole.
Quella sera Marius stava finendo di scrivere un tema di pozioni per Matt. L'ora era piuttosto tarda e la Sala Comune era praticamente vuota, anche se, con dispiacere di Marius, uno di quelli svegli era Goran Mulciber, che però sembrava assorto in chissà quali pensieri.
- Ehi Marius - disse una voce alle sue spalle. Marius si girò, e vide che era Samantha.
- Ciao Samantha, ancora in piedi? - domandò Marius.
- Già - rispose lei - non ho molto sonno. Tu che fai?
- Sto finendo di fare questo tema di pozioni - disse Marius - lo sto facendo anche per Matt, ma ora ho finito.
- Ti va di andare lì davanti al caminetto? - chiese lei
- Sì - acconsentì Marius, che sentiva il cuore battere forte. Forse era il momento di trovare una soluzione ai dubbi che lo attenagliavano da un po'.
Improvvisamente, Samantha gli prese la mano.
- Senti Marius - disse - tu mi piaci un sacco.
Marius rimase un po' spiazzato da quell'affermazione. Samantha era stata molto, forse troppo diretta, e Marius non sapeva che dire.
- Samantha... io...
- Scusa! - lo interruppe lei.
- Scusa cosa? - chiese stupidamente Marius.
- Niente - rispose Samantha - ti ho messo in difficoltà.
- No - disse Marius - cioè un po sì - aggiunse sorridendo.
- Vabbè - disse infine lei - ora vado a dormire, ciao buonanotte - Gli diede un bacio sulla guancia e sparì.
Marius rimase lì davanti al fuoco, un po' a disagio. Samantha gli si era dichiarata, e lui come unica risposta aveva detto che lo aveva messo in difficoltà... si sentiva un po' stupido.
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyGio Dic 02 2010, 19:14

Questo è molto bello! Rispondendoti... un pò si nota che sei in una sorta di fase di stallo... Razz
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Pell

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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyDom Dic 05 2010, 23:12

Capitolo 16 - Esordio col botto
- Dai su non ci pensare, c'è chi ha fatto di peggio - Era stato questo il commento di Matt all'avvenimento della sera prima - certo forse mi aspettavo qualcosa di più da te.
- Beh mi ha preso alla sprovvista - si difese Marius.
- Certo però se a me si dichiarasse Samantha, non perderei troppo tempo - disse Matt ridendo.
- Il problema è un altro - spiegò Marius.
- E cioè? - chiese Matt - è la più carina del nostro anno, che problema dovrebbe esserci? - aggiunse scherzando.
- E' che forse mi piace un'altra - spiegò Marius.
- Sempre quella di Corvonero? - chiese curioso Matt.
- Sì - annuì Marius.
- Ma mi vuoi dire una volta per tutte di chi si tratta? - domandò Matt stizzito.
Alla fine Marius decise di dire a Matt chi era:
- Juliet -
- Davvero? - chiese Matt stupito.
- Già - sorrise Marius.
- Ti sei andato a complicare la vita, amico mio - sentenziò Matt - cerca di apprezzare chi ti sta accanto.
L'affermazione di Matt, nonostante fosse scherzosa, fece riflettere Marius. Sicuramente con Samantha sarebbe stato tutto più facile, ma Juliet gli piaceva e, nonostante tutte le difficoltà, non si sentiva intenzionato a cambiare la propria idea.

Nel frattempo, ad Hogwarts si stava avvicinando la primavera, e il gran giorno della partita, c'era un bel sole in cielo, che non si vedeva da molto tempo. Quel giorno Matt era tesissimo, il suo esordio a Quidditch, probabilmente era una cosa che sognava da una vita, ma aveva comunque un ruolo di responsabilità e la paura di sbagliare era tanta.
- Dai che andrà tutto bene - provò ad incoraggiarlo Marius.
- Speriamo - disse Matt - tutti contano su di me.
- Ma agli allenamenti sei andato bene no? - intervenne Bruce.
- Si, ma gli allenamenti sono una cosa, la partita un'altra - fece Matt, come per convincersi di non essere in grado di giocare.
- Te vai e non pensare a niente - provò a dirgli Marius - vedrai che andrà tutto bene.
- Speriamo - ribattè Matt, con una voce poco fiduciosa.
I tre scesero insieme nella Sala Grande per fare colazione, ma Matt quella mattina sembrava voler fare lo sciopero della fame.
- Devi mangiare qualcosa - lo incoraggiò Marius.
- Ma che mangio... - rispose triste Matt.
- Mangia, qualsiasi cosa, se ci arrivi a stomaco vuoto, va a finire che ti senti male a metà partita - ribattè Marius stizzito.
- Prendo un toast - fece Matt un po' dubbioso.
Poco dopo, nella Sala Grande, arrivarono tutti gli altri Grifondoro del primo anno, e si misero tutti intorno a Matt, per augurargli buona fortuna.
- Ma di che ti preoccupi Matt! - esclamò Fred Rodman - sei il figlio di Oliver Baston, e questi giorni hai dimostrato di aver ereditato il suo talento.
Matt sorrise a Fred, poi provò a concentrarsi di nuovo sul toast, quando arrivò al tavolo di Grifondoro, Luke Colinder, il capitano, ad annunciare a Matt che dovevano recarsi al campo. Matt salutò tutti i suoi compagni e si aggregò alla squadra, con una faccia molto preoccupata.
- Speriamo bene - disse Bruce.
- Fidati che andrà bene - fece Fred, che sembrava davvero convinto riguardo le possibilità di Matt.
- Dai su andiamo al campo, a prendere i posti - li incoraggiò Michelle, che era con loro.
Tutto il gruppo di Grifondoro del primo anno si diresse compatto verso il campo, per vedere l'esordio di Matt. C'era molta attesa intorno a questa partita, visto che sia Grifondoro che Tassorosso avevano perso la prima partita con uno scarto minimo, e quindi chi perdeva oggi sarebbe finito fuori dai giochi definitivamente. Arrivati al campo, Marius e gli altri si andarono a cercare i posti migliori, e li trovarono vicino alla cabina della telecronaca. Pronto a commentare la partita c'era un ragazzo del quinto anno di Grifondoro, che Lucy salutò calorosamente.
- Hey Dominique! -
- Ciao Lucy - ricambiò il saluto il ragazzo - come va?
- Tutto bene, speriamo di vincere oggi - rispose Lucy
- E' già... - sospirò Dominique.
- E' un tuo cugino anche lui, immagino - disse Marius.
- Ovviamente - rise Lucy - hey guarda, stanno entrando in campo.
- Benvenuti amici! - esclamò Dominique dalla cabina di telecronaca - alla partita tra Grifondoro e Tassorosso, valida per il campionato interno di Hogwarts.
- Come è professionale mio cugino - commentò Lucy.
- Vediamo che nelle file di Grifondoro ci sono grosse novità, a partire dal ritorno del capitano Luke Colinder, che riprende il suo posto da battitore, insieme a Fred Weasley. James Potter confermato come cercatore, mentre vediamo che tra i cacciatori, oltre a Dennis Smith e Samuel Brown, c'è il giovane Matthew Baston, che gioca la prima partita con i Grifondoro. Novità anche in difesa per la formazione di Grifondoro, con l'innesto del fratello di James in porta, Albus Potter - l'annuncio della formazione di Grifondoro fu accompagnata da un boato dalla parte dello stadio con i colori dorati. Anche Tassorosso era pronta ad iniziare la partita; i loro avversari indossavano delle divise giallo canarino.
La partita iniziò, e subito Matt dovette giocare la prima Pluffa, che però fu intercettata da uno dei cacciatori di Tassorosso, che doveva chiamarsi Davis. Quest'ultimo sembrava davvero abile, partendo velocissimo verso i tre anelli, ed evitando un primo bolide, ma non il secondo che lo costrinse a far cadere la Pluffa, che fu raccolta da Dennis Smith, che la lanciò subito verso Samuel Brown, che però fu fermato da uno dei cacciatori di Tassorosso. La partita era molto tesa, a dimostrazione del fatto che chi perdeva era fuori dai giochi. Il primo gol arrivò dopo dieci minuti buoni di partita, e fu di Tassorosso, con Leitinen, che riuscì a superare Albus Potter. Matt per il momento sembrava un po' spaesato, e Marius sperava vivamente che nel corso della partita la situazione migliorasse.
Il gol comunque fece svegliare gli altri due cacciatori di Grifondoro, che si gettarono in attacco, seguiti da Matt, che ebbe l'onore di realizzare il gol del pareggio, dopo un ottimo passaggio smarcante di Samuel Brown.
- La partita sembra davvero bloccata su questo 10 - 10 - diceva Dominique dalla cabina di telecronaca - ma, attenzione, sembra che i due Cercatori abbiano trovato qualcosa...
Tutto lo stadio trattenne il respiro; di fatti James e il cercatore di Tassorosso, erano partiti spediti verso l'anello più basso della porta di Grifondoro. Anche Marius riuscì poi a notare lo scintillio tipico del boccino. I due cercatori erano appaiati, e avevano quasi ripreso il boccino, tutti e due tesero la mano e... ci fu un vero e proprio scontro tra i due, che caddero dalla scopa, fortunatamente a pochi metri da terra. Quando si rialzarono, Marius vide che James era sorridente, e che in pugno teneva il Boccino d'oro, avevano vinto!
- James Potter prende il Boccino d'oro - annunciava Dominique - Grifondoro vince la partita 160 - 10!
Tutti cominciarono ad abbandonare lo stadio, e Marius, insieme a Bruce e Michelle, era intenzionato ad andare verso gli spogliatoi, ad aspettare Matt. La partita era durata davvero poco, ma l'importante era vincere.
- Dai non è andato male oggi Matt - diceva Michelle.
- Beh ogni tanto lo vedevo un po' spaesato - rispose Bruce - comunque ha anche realizzato un gol, quindi sarà contentissimo.
- E' stato comunque un ottimo esordio - sentenziò Marius.
- E una grande vittoria - aggiunse Bruce.
Quando la squadra di Grifondoro uscì dallo spogliatoio, c'era un clima festoso e fiducioso per l'ultima partita. Si erano riaccese le speranze di vincere la Coppa di Quidditch.
- Ehi Matt! - esclamò Marius, chiamando l'amico.
- Ciao ragazzi - li salutò Matt.
- Allora complimenti per la vittoria e per il gol - disse Michelle.
- Grazie - disse Matt visibilmente compiaciuto - anche se è stato difficile, tante volte mi sono trovato un po' a disagio durante la partita.
- Però con te - lo rassicurò Bruce - anche gli altri due, sono andati molto meglio rispetto alla partita con Serpeverde.
- Già - confermò Marius.
- Vabbè - tagliò corto Matt - l'importante era vincere oggi, e vincere anche contro Corvonero, per sperare di vincere la coppa.
- Dai che ce la farete - lo incoraggiò Marius.
- E a proposito di Corvonero - disse Matt - guardà un po' là.
Marius si girò e vide che vicino alla riva del lago, stava seduta Juliet tutta sola.
- Carpe diem ragazzo - disse Matt sorridendo.
Marius sorrise, poi, visto che Michelle non si era accorta dell'amica, si allontanò dal gruppo silenziosamente, e raggiunse Juliet.
- Ehi! - la chiamò Marius.
Juliet si girò sorpresa, e Marius notò che aveva gli occhi rossi, segno che aveva smesso di piangere da poco.
- Tutto bene? - chiese stupidamente Marius.
- Dalla faccia che dici? - ribattè sarcasticamente Juliet.
- Tutto male - si rispose da solo Marius.
- Già - confermò lei.
- Ti va di dirmelo? - chiese Marius, forse mancando un po' di tatto.
- David - disse lei - mi ha lasciata.
In quel momento la testa di Marius andò in tilt, ma riuscì comunque a dire:
- Mi dispiace -
Sapeva che era un commento stupido, ma non sapeva cosa dirle, e per lo più temeva di dire qualcosa di sbagliato e di farla arrabbiare ancora di più.
- La cosa che mi fa arrabbiare - disse improvvisamente lei - è come mi ha trattata oggi.
- Perchè? - chiese Marius.
- Mi ha cominciato a fare tutti discorsi complicati - spiegò Juliet - e mi trattava come una stupida, dicendomi che ero piccola, che non potevo capire le reali motivazioni.
Marius rimase attonitò di fronte alla sua affermazione. Purtroppo lui aveva anche il problema che non aveva mai avuto una ragazza, quindi riguardo questi problemi non aveva molta esperienza, alla fine provò a dire:
- Comunque, tu sei una bella ragazza, forse più avanti troverai qualcuno migliore.
- Speriamo - rispose Juliet sorridendo - grazie comunque di essere venuto, eri andato a vedere la partita?
- Sì - spiegò Marius - e mentre ritornavamo ti ho vista qua tutta sola, volevo venire a salutarti.
- Grazie - disse Juliet, che poi si avvicinò a Marius, e gli poggiò la testa sulla spalla. Marius sentiva il cuore che batteva all'impazzata, e sperava tanto che Juliet non si accorgesse di questa reazione involontaria.
I due rimasero seduti in riva al lago per più di un'ora senza dire una parola. Juliet era entrata in una sorta di trance, guardava fissa davanti a se in silenzio, con Marius che si sentiva in difficoltà e non sapeva come comportarsi.
- Mi sa che dobbiamo cominciare a tornare dal castello - disse ad un certo punto Juliet.
- Credo di sì, ormai è ora di pranzo - assentì Marius.
- Dai andiamo - fece Juliet alzandosì da terra.
I due si incamminarono insieme verso il castello.
- Scusa - disse Juliet mentre salivano.
- Perchè? - chiese Marius.
- Ti ho fatto perdere tempo - rispose lei - tutta la mattina al lago senza fare niente.
- Ma non preoccuparti - esclamò Marius - in realtà sono stato benissimo.
- Grazie - disse Juliet sorridendo, probabilmente credeva che Marius lo avesse detto solo per non farla stare in pensiero, ma in realtà Marius era stato davvero bene, vicino a lei.
I due si separarono all'ingresso della Sala Grande, con Marius che raggiunse al tavolo i suoi amici.
- Ma dov'eri? - chiese Michelle quando si sedette.
- Giù al lago - spiegò Marius - ho incontrato Juliet.
- Aha - esclamò trionfante Michelle.
- Ma che pensi? - scattò Marius - abbiamo solo parlato.
- Beh sì, immagino, anche perchè lei è fidanzata - disse Michelle.
- Non più - la corresse Marius - si sono lasciati oggi.
- Davvero? - sentendo quelle parole, Michelle era scattata, e corse verso il tavolo di Corvonero.
Marius invece si unì ad una conversazione riguardo le possibilità di vittoria di Grifondoro della Coppa di Quidditch.
Quando tornarono nella Sala Comune, Marius notò che c'era Samantha che parlava con la sua amica Melany, la quale vedendo i ragazzi entrare si diresse subito verso Bruce. Samantha guardò Marius, e sorrise. Marius arrossì violentemente. Con Samantha non aveva più avuto modo di parlarci faccia a faccia dopo la sua dichiarazione improvvisa, e Marius temeva che lei volesse parlargli proprio in quel momento, quando Marius credeva di avere ormai preso una decisione, in favore di Juliet. Per evitare problemi si diresse di corsa nel dormitorio, con la scusa di prendere i libri.
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyLun Dic 20 2010, 22:56

Capitolo 17 - Grandi amicizie
Le giornate passavano, e poco a poco la temperatura si alzava, le vacanze di Pasqua erano volate via, e per i ragazzi di Hogwarts si avvicinavano gli esami di fine anno. Marius e gli altri erano molto presi dallo studio, ma c'era ancora una cosa che poteva distoglierli dalla paura dell'esame. L'ultima partita del Campionato di Quidditch, contro Corvonero. Se Grifondoro vinceva con un margine superiore ai 20 punti, aveva vinto la coppa. Matt purtroppo stava vivendo un periodo difficile, visto che passava molto tempo ad allenarsi e la sera era troppo stanco per studiare. Marius tentò in tutti i modi di aiutarlo, copiandogli gli appunti, cercando di agevolargli lo studio, ma non era affatto facile.
Nel frattempo per Marius le lezioni di Difesa contro le arti oscure procedevano a gonfie vele, era stato il primo della sua classe, e a detta del professor Dawlish, il primo di tutto il suo anno, a riuscire a disarmare il compagno.
- Certo che sei un fenomeno! - esclamò Bruce al termine della lezione.
- Vabbè, sarà stata anche fortuna - disse Marius imbarazzato.
- Ma che - intervenne Michelle - sei un sacco bravo, e non è la prima volta che riesci prima di noi nelle cose nuove.
Marius sorrise arrossendo.
- Peccato che forse con le donne ancora non sei a buon livello - gli sussurrò Michelle all'orecchio.
- Perchè? - chiese Marius.
- Il giorno della partita, Juliet è stata davvero contenta che tu sia andato a farle compagnia - gli spiegò Michelle.
- Davvero? - domandò Marius felice
- Sì, è da quel giorno che mi dice sempre che è molto contenta di aver conosciuto ad Hogwarts uno come te - rispose Michelle - però tu ormai non ci parli mai.
- E' che... - cercò di spiegarsi Marius. In realtà non sapeva per quale motivo, ma dal giorno della chiacchierata davanti al lago, Marius aveva una specie di paura di parlare a Juliet, dovuta al fatto che quel giorno al lago era stato perfetto, e correva il rischio di rovinare tutto facendo qualcosa di sbagliato.
- Vabbè qualsiasi cosa, comunque dovresti parlarci di più - disse Michelle - a lei fa piacere.
- Grazie - le sorrise Marius. Michelle era sempre stata una buona amica, sempre sincera e sempre pronta ad aiutarlo.
Gli unici momenti per parlare con Juliet erano nella Sala Grande, durante i pasti, ma con oltre trecento persone in una sala, non era facile incontrarsi. Neanche la lezione di Incantesimi, che i Grifondoro frequentavano insieme ai Corvonero, si rivelava come il momento adatto a parlare, visto che le lezioni del professor Vitious stavano diventando sempre più dure.
Intanto si era arrivati alla vigilia della partita decisiva del campionato, e la sera prima della partita, Marius era nella Sala Comune insieme a Bruce e Matt, che era davvero teso.
- Ho una paura per domani - diceva.
- Devi stare tranquillo - lo rassicurò Marius - ce la potete fare.
- Speriamo - disse Matt - quanto mi piacerebbe sollevare la coppa domani.
- Se confermate i progressi fatti vedere contro Tassorosso, allora la cosa si può fare - disse Bruce.
- Dai sì! - esclamò Matt - negli ultimi allenamenti siamo andati davvero forte, basterà rifare quello che abbiamo fatto in allenamento.
Matt disse questo, ma non ne era molto convinto, visto che continuava ad essere molto teso. Quella notte Marius lo sentì muoversi un po' troppo per essere addormentato.
Il giorno dopo tutta la scuola era in fermento, perchè la partita di quel giorno era decisiva, e stabiliva chi potesse vincere la coppa delle case, tra Corvonero, Grifondoro e Serpeverde. Al momento Serpeverde e Corvonero erano in testa alla classifica, con 2 vittorie a testa, e Grifondoro indietro con una vittoria. Se Grifondoro vinceva ma con meno di 20 punti di scarto, la coppa sarebbe andata a Serpeverde, in caso contrario alla vincitrice dello scontro.
Matt non parlò per tutta la colazione, e non sembrava neanche in grado di muoversi dal tavolo, finchè non fu Luke Colinder, il capitano della squadra, a venire a chiamarlo.
- In bocca al lupo Matt - gli augurò Michelle, anche se Marius non era sicuro che l'amico l'avesse sentita.
Marius e gli altri scesero al campo subito dopo colazione, in modo da prendersi i posti migliori, ma arrivati al campo rimasero in parte delusi, perchè gran parte degli studenti era già dentro lo stadio. La giornata era bella, e questo andava a vantaggio di una partita spettacolare.
- Attenzione, vediamo che i giocatori stanno entrando in campo - annunciò Dominique Weasley, circa un'ora dopo che Marius e gli altri erano arrivati al campo - vediamo i Grifondoro capitanati da Luke Colinder, in tenuta rossa, mentre i Corvonero, capitanati da Larry Cresswell, hanno la divisa blu. La partita di oggi è decisiva per l'esito del campionato. Ricordiamo che Corvonero per ora è in testa alla classifica grazie alle vittorie con Tassorosso e Serpeverde, mentre il Grifondoro ha vinto con Tassorosso ma ha perso di poco con Serpeverde, e per vincere la coppa deve vincere di almeno 20 punti. Ma attenzione, vediamo che Madama Johnson libera il Boccino d'oro, è iniziata la partita!
L'ultima esclamazione di Dominique fu accolta con un boato. L' inizio di Grifondoro fu a dir poco esaltante. Matt, Dennis Smith e Samuel Brown erano scatenati. I cacciatori di Corvonero erano disorientati dall'aggressività degli avversari, e presero ben otto gol in meno di venti minuti. La folla di Grifondoro era impazzita, bisognava stare solo attenti al Boccino d'oro.
- Vediamo che i Corvonero chiamano un time - out - annunciò Dominique - ce ne è sicuramente bisogno, visto che per il momento è Grifondoro a dominare la scena, ed è in vantaggio per 80 - 0.
Il time out servì poco a Corvonero, che subì cinque gol consecutivi da Dennis Smith, che stava disputando una gran partita.
- Sono scatenati oggi - esclamò Marius.
- Il problema che il boccino non si vede - disse Bruce pensieroso - e il loro cercatore è davvero bravo, l'ideale sarebbe portare il punteggio già al sicuro, che Cresswell prenda il boccino, riusciamo comunque a vincere, partita e coppa.
- Beh visto come stanno andando i nostri cacciatori non è una cosa impossibile - osservò Marius. Infatti il punteggio ora segnava 160 - 10.
Sembrava davvero fatta per Grifondoro che stava manifestando una netta superiorità nei confronti di Corvonero, quando ci fu un boato da parte della folla. Infatti James e il cercatore di Corvonero, Cresswell, erano in picchiata, e stavano avvicinandosi al boccino. Marius guardò il punteggio: 180 - 10, se James avesse perso il Boccino, la coppa sarebbe andata a Serpeverde. James e Cresswell erano spalla contro spalla, il Corvonero deviò la traiettoria, sbilanciando James, ormai il boccino era perso. I tifosi di Grifondoro già disperarono, quando Marius alzò gli occhi, e vide che Matt stava volando rapidamente verso gli anelli di Corvonero. Doveva segnare prima che Cresswell prendesse il Boccino. Matt tirò, il portiere era battuto, la palla era entrata. Dopo qualche istante, Cresswell prese il Boccino.
Nello stadio scese il silenzio, non tutti avevano capito cosa era accaduto, quando Dominique annunciò all'altoparlante
- Grifondoro batte Corvonero 190 - 160 -
Il tempo di fare un rapido calcolo, e dalla curva dei Grifondoro si alzò un boato: avevano vinto la Coppa. Marius saltellava sulla sedia, abbracciato a Bruce e a Fred Rodman. Erano tutti molto contenti, anche perchè era stato Matt a segnare il gol della vittoria.
Al momento della premiazione, le tribune del campo di Quidditch, erano dominate dai colori rossi dei Grifondoro in festa. In molti avevano perso le speranze di vincere la coppa, dopo la brutta sconfitta nella prima partita, ma alla fine erano riusciti nella grande rimonta. Durante la premiazione, Marius intravide Juliet che rientrava al castello insieme ai suoi compagni. Una parte di lui sembrò spingere per andarle dietro, ma nello stesso tempo voleva assistere al momento di gloria di Matt che alzava la coppa.
- Hai visto che bravo che è stato Matt - disse una voce al suo orecchio. Marius si girò e vide che era Samantha.
- Sì - annuì lui.
- Senti - incalzò Samantha, un po' imbarazzata - ti andrebbe di parlare?
- Sì - rispose Marius, che cominciava a sentirsi agitato - aspettiamo però che premiano la squadra.
- Però ti prego non mi evitare - lo implorò Samantha.
- Io non ti evito - ribattè irritato Marius.
- Beh mi sembra che è da un po' che non mi rivolgi la parola - disse lei seria.
Marius rimase ammutolito davanti a quella affermazione. Non sapeva come comportarsi, ma nello stesso tempo non voleva essere scorretto nei confronti di Samantha. In fondo in quel periodo, si era comunque dimostrata un'ottima amica, voleva essere onesto con lei.
- Dai tra un po' vengo - le promise Marius.
- Dopo la premiazione - si premurò di ricordare Samantha.
- Anzì no - disse improvvisamente Marius. Sentiva che era il momento di parlarle.
- Cosa? - chiese Samantha.
- Senti - disse Marius esitando - allora...
- Che c'è? - insistette Samantha.
Vederla così curiosa, fece sentire strano Marius, che non riusciva a dirle ciò che pensava. Aveva paura di dirle la verità.
- No... niente - rispose Marius scuotendo la testa.
Samantha rimase qualche istante a guardare Marius, un po' dubbiosa, ma alla fine si spostò, raggiungendo Melany.
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMer Mar 16 2011, 12:07

Ciao a tutti, è un po' che non scrivevo... torno a ripostare la mia vecchia FF... con questo capitolo si chiude la fase lenta e si entra nella fase un po' più interessante Very Happy




Capitolo 18 - Notte prima degli esami

Dal giorno della finale, Matt divenne l'eroe dei Grifondoro e a scuola era ormai una celebrità.
- Essendo del primo anno, prima era come se non esistevo, mentre ora sono quasi al centro dell'attenzione - notò un giorno con piacere Matt.
- E' la fama del Quidditch - rispose Lucy.
- Però agli esami non c'è il Quidditch - intervenne Michelle.
Marius era insieme ai suoi amici a preparare gli esami, che ormai erano imminenti. Con Matt, Lucy, Michelle, Bruce e Leana, avevano deciso di studiare qualche pomeriggio insieme, in modo da potersi aiutare a vicenda. Talvolta però accadeva che quando usciva la parola di troppo, terminava la serietà, per fare posto alle chiacchiere futili.
- Certo è un peccato sprecare queste bellissime giornate a studiare - constatò Bruce ad un certo punto.
- E' vero, ci sono talmente tante cose da fare con queste belle giornate - assentì Michelle, scoccando un'occhiata penetrante a Marius. Il motivo per cui l'amica lo avesse guardato, era legato al fatto che non aveva più parlato con Juliet.
- Dai su ragazzi studiamo - cercò di tagliare corto Marius che non doveva pensare alle ragazze, perchè un esame importante si stava avvicinando.
Nelle giornate successive, Michelle smise di lanciare frecciatine a Marius, anche perchè lei stessa era molto tesa per gli esami che incombevano.
La sera prima degli esami, Marius era nella Sala Comune davanti al caminetto, nel tentativo di fare mente locale sugli argomenti che quel giorno aveva ripassato. Ad un certo punto vide in una parte della sala sedeva Samantha, tutta sola, persa in non so quale pensiero. Marius decise di andare da lei, doveva essere chiaro, sia perchè lo doveva a Samantha, che per evitare ulteriori problemi, che immaginava si potessero creare nel caso in cui non si fosse fatta piena luce su una qualsiasi situazione.
- Ehi Samantha - la salutò avvicinandosi a lei.
Samantha inizialmente trasalì, poi gli rivolse un sorriso. Marius si rese conto che era davvero carina, però lui in testa aveva solo Juliet, quindi non doveva lasciarsi condizionare.
- Pronta per l'esame di domani? - chiese, cercando di attaccare un discorso.
- Abbastanza - rispose Samantha - sinceramente ho un po paura, però credo di aver studiato abbastanza bene.
- Dai che andrà tutto bene - provò a rassicurarla Marius.
- Speriamo - fece lei.
- Senti... - tentò di iniziare Marius.
- Mi vuoi dire che non ti piaccio? - lo interruppe Samantha.
- Co...come? - domandò Marius, un po' spiazzato.
- Beh, si era capito - disse Samantha con calma.
- Perchè? - chiese Marius, sentendosi un po' stupido.
- Da quando mi sono quasi dichiarata, sembrava avessi paura di avvicinarti a me - spiegò Samantha, con una nota di tristezza nella voce.
Marius decise che doveva essere chiaro con Samantha. Aveva capito che per questa cosa ci era rimasta male, e voleva cercare di farle capire che comunque lui voleva essere suo amico.
- Senti Samantha - iniziò - tu sei un sacco carina, davvero. Questi mesi che ti ho conosciuto ho capito che sei una bellissima persona...
- Però... - incalzò lei.
- Però c'è una ragazza che occupa completamente la mia testa - spiegò Marius - è la prima volta che mi succede e non saprei spiegarti bene la mia sensazione. E' solo che ogni volta che sto con lei mi sento quasi un'altra persona. A volte penso che la mia vita potrebbe andare avanti solo stando vicino a lei -.
Con sopresa di Marius, Samantha sorrise.
- Perchè ridi? - chiese Marius.
- Sei veramente incredibile Marius - disse Samantha con un tono di voce quasi adulatorio.
- Io? - domandò Marius un po' spiazzato. Non immaginava che la conversazione potesse prendere una piega del genere.
- Sì - rispose Samantha - è la prima volta che sento parlare un ragazzo così, con parole così... dolci.
- Dolci? - ribattè Marius.
- Già - continuò Samantha - non avrei immaginato sentire da un ragazzo la spiegazione di una sensazione così come me l'hai detta tu.
Marius sorrise. Non sapeva come interpretare la frase di Samantha, però gli sembrava che lei avesse apprezzato.
- Sono comunque contenta che tu sia stato così sincero con me - proseguì Samantha - posso sapere però chi è lei?
- Juliet Stone di Corvonero - rispose Marius che come al solito, al nominare il suo nome, sentì una stretta allo stomaco.
- Ah! - esclamò Samantha.
- Cosa? - domandò Marius.
- Se ti posso dare un consiglio - rispose - io mi farei avanti.
- Dici? - chiese Marius.
- Ho visto come ti guarda durante la lezione di Incantesimi - disse Samantha.
- Davvero! - esclamò Marius.
- Io ho avuto questa impressione - spiegò Samantha.
Marius rimase per un momento attonito, al pensiero di Juliet che lo fissava. In realtà ci aveva fatto caso, però si era autoconvinto che fosse solo frutto della sua immaginazione e che, visto che gli piaceva, gli sembrava che lo guardasse sempre.
- Senti Marius - disse poi Samantha - io vado a dormire, e ti conviene andare anche a te.
- Resto qui altri dieci minuti e poi vado - ribattè Marius.
- Io comincio ad andare ora, buonanotte - conclusè Samantha.
- Buonanotte e... grazie - rispose Marius.
Samantha gli sorrise poi, senza dirgli niente, gli diede un bacio sulla guancia e salì verso il suo dormitorio. Marius rimase giù nella Sala Comune. Si era fatta un'ora abbastanza tarda, ed era rimasto solo visto che domani sarebbe stato tempo di esami per tutti. Seduto davanti al fuoco pensava alle parole di Samantha riguardo Juliet. Il fatto che lei talvolta lo fissava era vero, anche se probabilmente era solo un caso. Davanti al fuoco, Marius promise a se stesso che avrebbe parlato con Juliet al più presto, prima di tornare a casa.
Mentre stava per andare a dormire, Marius sentì il buco del ritratto aprirsi. Si girò e vide che c'era James Potter, con un altro ragazzo di Grifondoro del terzo anno.
- Ehilà Marius - lo salutò allegro James quando lo vide - non riesci a dormire prima degli esami?
- Fossero gli esami il problema... - sospirò Marius - tu invece?
- Con Joseph - disse indicando l'amico - ho un rituale. Il giorno prima degli esami andiamo a banchettare nelle cucine.
- Perchè tu sai dove stanno le cucine? - chiese Marius curioso.
- Certo - disse James, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- E lì non ti dicono niente se vi piombi in pieno coprifuoco? - insistette Marius.
- Gli Elfi Domestici non conoscono le regole di Hogwarts - spiegò James - e in cucina ci sono solo loro. Sono le creature più disponibili della terra, ti offrono un sacco di cose da mangiare e quasi si offendono se non prendi niente.
Marius non aveva mai visto un Elfo Domestico, nonostante ne avesse sentito parlare. Certamente riguardo ciò che aveva letto su loro, unito all'attegiamento descritto da James, gli ricordavano un po' sua nonna. Piccolina, sempre in movimento che amava cucinare e quando ti ospitava a pranzo ti offriva sempre un sacco di cibo.
- Per caso ti è avanzata qualche cosa - chiese poi Marius che sentiva un leggero languorino.
- No, mi dispiace - rispose James - abbiamo finito tutto prima.
- Non fa niente - lo rassicurò Marius - però un altro giorno mi devi far vedere dove sono.
- Come no! - esclamò James - però devi imparare a non farti scovare. Se per caso un professore ti trova fuori dal dormitorio a quest'ora, sei rovinato.
- Ce la farò - rise Marius.
- Bene noi andiamo - concluse James, che insieme al suo amico, si stava dirigendo verso le scale.li
- Ok - disse Marius - vado anche io se no faccio troppo tardi. Buonanotte e in bocca al lupo per domani, se non ci vediamo.
- Crepi - sorrise James - buonanotte e in bocca al lupo anche a te.
Dopo che si fu salutato con James, Marius si diresse verso il suo dormitorio. Era pronto per affrontare il suo primo esame da mago. Poteva e doveva farcela.
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MessaggioTitolo: Re: Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter   harry - Marius Grebb, 20 anni dopo Harry Potter - Pagina 2 EmptyMer Lug 20 2011, 10:33

Come promesso torno a tediarvi con la mia Fan Fiction. Nei mesi in cui non mi sono fatto vivo ho continuato a scrivere (ormai sono arrivato quasi a metà del secondo libro) anche se mi sono ripromesso di dare una ri-editata ai capitoli scritti precedentemente, a causa di alcune idee che mi sono venute in corso d'opera Very Happy comunque ecco a voi il capitolo 19 della storia, spero vi piaccia Very Happy


Capitolo 19 - Scomparsa
Il mattino seguente, Marius si svegliò presto, e dopo essersi preparato, attese che i suoi amici fossero pronti prima di scendere a colazione. Mentre si dirigevano verso la Sala Grande, la tensione era davvero palpabile: c'era Bruce che non diceva una parola, e al contrario Michael McBride, che era un tipo timido e silenzioso, non la smetteva mai di parlare, chiedendosi che domande gli avrebbero fatto Vitious e Flincher, le cui materie dovevano essere l'argomento d'esame di quella mattinata. Dal canto suo Marius era piuttosto tranquillo, sapeva di aver fatto quello che poteva, e in fondo non vedeva l'ora che iniziassero gli esami, poichè proprio Incantesimi, era con i Corvonero di Juliet.
Quando arrivarono nella Sala Grande, Marius trovò il gruppetto delle ragazze che stava già facendo colazione. Samantha gli scoccò subito un sorriso, che non sfuggì agli occhi attenti di Michelle.
- Ieri Samantha è salita a dormire tardi - disse proprio Michelle a Marius, mentre facevano colazione.
- Immagino - rispose Marius - era con me.
- E che è successo - chiese Michelle interessata.
- Niente di che - la rassicurò Marius - ho solo messo in chiaro alcune cose, così è meglio per tutti.
- Bravo - sorrise Michelle - insomma sei pronto?
- Come no! - esclamò Marius.
- Certo che il tempo è volato - notava Michelle.
- Un sacco! - assentì Marius - ti ricordi il primo giorno?
- Come ieri - ricordava Michelle - che tu e Robert ci avete offerto da mangiare.
- Già - disse Marius - e ora stiamo già per finire il primo anno.
- Ora però vediamo di finirlo bene - fece Michelle.
Marius e Michelle si riaggregarono alla conversazione di tutti gli altri Grifondoro, riguardo l'incantesimo delle Pastoie, che evidentemente non a tutti riusciva bene. A proposito di Incantesimi, un esame su cui Marius puntava molto, era certamente Difesa contro le Arti Oscure: in classe era riuscito a padroneggiare completamente l'Expelliarmus, e già stava muovendo i primi passi con lo Schiantesimo; per questo sperava di prendere un bel voto.
Terminata colazione, si diressero tutti insieme verso l'aula. A metà percorso incontrarono il gruppo dei Corvonero, che stava andando a fare l'esame. Subito Marius si mise a cercare con lo sguardo Juliet, e la trovò, che parlava con Robert, ed un altra ragazza, che Marius sapeva si chiamasse Sophie Aebersold.
- Ehi Juliet, Robert - li chiamò Marius. I due si girarono e sorrisero a Marius. Forse era pura immaginazione, ma il sorriso di Juliet sembrava davvero splendente.
- Marius! - lo salutò - sei pronto?
- Speriamo - disse Marius.
- Ma che speriamo - intervenne Robert - tu vai davvero forte a Incantesimi.
- E' vero - confermò Juliet.
Di fronte a questi complimenti, Marius si sentì un po' imbarazzato, ma reagì di buon grado. Continuò a camminare vicino a Juliet per tutto il percorso che portava all'aula di Incantesimi, ma non riusciva a dire niente, si era come ammutolito. Quando arrivarono davanti l'aula, Marius riuscì a dire:
- Allora in bocca al lupo -
- Crepi - rispose Juliet - anche a te.
Con un rapido sorriso, Marius si voltò, e raggiunse i suoi compagni. Si sentiva stupido, aveva avuto la possibilità di stare qualche minuto con Juliet, e invece era rimasto muto. Ora però non doveva distrarsi, visto che l'esame stava per iniziare. Il professor Vitious, spiegò loro che l'esame era diviso in due parti, la prima parte teorica scritta, mentre la seconda pratica. La prima prova andò liscia come l'olio, con Marius che trovò il compito abbastanza facile. Per la prova pratica, Marius ricevette una bella sorpresa.
- Per la prova pratica, vi eserciterete in coppia - stava dicendo il professor Vitious - e per le coppie saranno scelti uno di Grifondoro e uno di Corvonero.
Marius sperava vivamente di capitare con Juliet. Almeno avrebbe avuto un modo per iniziarci un discorso. Vitious, come se gli avesse letto nel pensiero, disse:
- Signor Grebb e signorina Stone, prego -
Marius e Juliet si sorrisero a vicenda, e andarono a fare l'esame. Juliet era davvero brava, riusciva a fare tutto ciò che il professore le chiedeva. Anche Marius se la cavò bene, anche se gli dispiaceva alzare la bacchetta contro Juliet. Alla fine Vitious gli sorrise, annunciandogli che avevano finito e che potevano andare. Marius e Juliet uscirono di fuori.
- Dai è andato bene l'esame - iniziò Marius.
- Già - disse Juliet.
- Tu ora che esame hai? - chiese Marius.
- Erbologia - rispose Juliet - ma a mezzogiorno.
- Ah - esclamò Marius - io alla stessa ora ho Trasfigurazione.
- Però c'è ancora tempo - disse Juliet guardando l'orologio - Mancano cinquanta minuti a mezzogiorno.
- Ti va di andare a fare una passeggiata al parco? - propose Marius. Fuori era una bella giornata, e una camminata all'aria aperta era l'ideale per rilassarsi dopo un esame.
- Certo! - esclamò Juliet radiosa.
I due scesero insieme verso il parco, parlando del più e del meno. Dopo venti minuti di chiacchiere ininterrotte, tra loro calò di nuovo il silenzio.
- Senti... - cercò di dire Marius - come stai?
- Bene - rispose Juliet, un po' spiazzata dalla domanda.
- Sicura? - chiese Marius.
- Aaah - fece Juliet, capendo all'improvviso - ti riferisci a David vero?
- Beh, sì - rispose Marius.
- Comunque bene - disse Juliet - ormai l'ho dimenticato, fortunatamente.
- Ah, bene - fece Marius meccanicamente. Juliet ormai non pensava più a David, il suo ex ragazzo. Che fosse un segnale? Al solo pensiero sentì il suo stomaco fare una capriola.
- Tu invece? - chiese Juliet.
- Io cosa? - domandò stupidamente Marius.
- Michelle a Natale mi aveva detto di Samantha di Grifondoro - disse Juliet.
- Mmm - fece Marius, facendo segno di no con la testa.
- Non ti piace? - chiese Juliet. La sua domanda non tradiva emozioni. Marius sperava di sentire qualche flessione speranzosa, ma il suo tono appariva piatto.
- E' carina, però...
- Però? - insistette Juliet.
Marius sentiva il suo cuore battere fortissimo. Quello poteva essere il momento opportuno per dichiararsi, ma non riusciva a trovare le parole giuste. Ieri con Samantha era riuscito a spiegare quello che provava, ma ora sembrava più difficile.
- Niente, non credo sia il mio tipo - disse Marius, un po' sconsolato.
Juliet gli sorrise. Un sorriso privo di emozioni apparenti. Non gli sembrava che lei provasse gioia o tristezza per quello che Marius le aveva detto, ma aveva un atteggiamento molto più simile ad un'amica che ascolta i problemi sentimentali di un amico. Probabilmente era così. Per lei Marius era solo un amico, niente di più. Questo fece intristire un po' Marius, che però tornò subito alla realtà.
- Conviene che torniamo verso il castello, che io trasfigurazione ce l'ho al terzo piano - disse
- Ok - assentì Juliet - è stata una bella passeggiata, mi ha fatto piacere. Era da un po' che non ci facevamo una bella chiacchierata.
Di fronte all'ultima affermazione, Marius arrossì. Non sapeva se lei lo avesse notato, comunque il loro improvviso allontanamento era dovuto soltanto a lui, che aveva avuto paura di riparlare con lei.
- Beh ora che finiscono gli esami avremo più tempo libero e più possibilità di incontrarci - disse Marius.
- Già - disse Juliet - allora bisogna solo aspettare un po'. Senti io vado verso le serre. In bocca al lupo per Trasfigurazione. Ci vediamo dopo
- Ok ciao - rispose Marius - in bocca al lupo anche a te.
Marius si recò tutto solo verso l'aula di Trasfigurazione, perso nei suoi pensieri. Per una notte aveva avuto l'illusione di essere per Juliet qualcosa di più di un semplice amico, ma probabilmente non era così. Comunque ora doveva concentrarsi sugli esami, che era importante farli bene.
La distrazione Juliet, non fu comunque un problema per Marius, che riuscì a completare brillantemente tutte le prove di esame che gli erano state sottoposte, da Trasfigurazione a Pozioni. L'ultimo esame che gli mancava era quello di Astronomia, che si sarebbe tenuto naturalmente di notte. Era un esame particolarmente difficile, non tanto perchè Astronomia era una materia impegnativa, ma per il fatto che far funzionare il cervello a notte tarda, dopo che avevi sostenuto esami per tutto il giorno, era piuttosto complicato. Nonostante questo Marius ritenne che l'esame era andato più che bene.
Tutti i ragazzi tornarono insieme verso la Sala Comune, chiacchierando allegramente visto che gli esami erano terminati. Marius però non si sentiva di particolare buon umore, perchè gli esami erano andati bene, ma la piacevole fiammella di speranza che gli aveva acceso Samantha due notti prima si era bruscamente spenta.
- Ragazzi ma Leana dove sta? - chiese improvvisamente Melany, l'amica di Samantha.
- Aveva finito la prova prima - rispose prontamente Lucy - sarà già tornata nella Torre.
Tornati nella Sala Comune di Grifondoro, i ragazzi andarono tutti a letto, stanchi dopo una giornata dura. Marius decise di rimanere qualche minuto ancora davanti al caminetto. Con lui rimasero anche Matt e Michelle, che sicuramente avevano notato il malumore del loro amico.
- Oh Marius! - disse Matt quando tutti gli altri erano saliti nei rispettivi dormitori - ma che ti è preso?
- Niente - rispose lui.
- Niente? - ribattè sarcastico Matt - è da ieri pomeriggio che hai una faccia...
- Precisamente da prima dell'esame di Trasfigurazione - disse Michelle, che probabilmente la sapeva lunga.
- Niente - insistette Marius - per davvero.
- Niente o Juliet - rispose Michelle sarcastica. Aveva toccato un tasto dolente, e Marius sentì come un pugno nello stomaco.
- E' vero - si ricordò Matt - dopo l'esame di Incantesimi eri sparito con lei.
- Già - mormorò Marius - e purtroppo ho avuto un brusco risveglio, dopo che era iniziato un sogno...
E iniziò a raccontare tutto quello che gli era accaduto, dalla chiacchierata con Samantha, alla passeggiata nel parco.
- Senti Marius - disse Michelle - io credo di conoscere Juliet abbastanza bene. Lei è anche molto timida, magari aveva paura.
- Dai può essere - assentì Matt, che cercava in tutti i modi di ritirare su il morale di Marius.
Ad un certo punto, mentre parlavano, furono interrotti da Lucy, che stava scendendo le scale di corsa, con una faccia preoccupata.
- Ragazzi! - li chiamò ansimando.
- Lucy - le sorrise Michelle - che succede?
- Leana... non si trova più - disse Lucy.
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