Sangue per i Doni

Fu svegliato dal dolore, il dolore che gli prendeva la testa. Tentò di sollevare le palpebre ma riuscì solo a scorgere una flebile luce con l'occhio sinistro, flebile ma in grado di accecarlo. L'occhio destro era incrostato di sangue, non era in grado di aprirlo.
Cercò di riordinare le idee, ma il dolore gli ovattava la mente come se una matassa di lana gli aggrovigliasse il cervello. Non ricordava dove fosse, come ci era finito e nemmeno perché aveva l'occhio incrostato e la testa dolente.
Pian piano riprese controllo dei sensi, sentì il sangue che gli pulsava nel cervello: era a testa in giù. Sentiva una corda che gli stringeva la carne viva delle caviglie.
Sentiva odore di sangue rappreso ma percepiva anche qualcos'altro... non si trovava ad Hogwarts, l'odore di salsedine indicava la vicinanza al mare.
Con un altro sforzo immane ritentò di aprire l'occhio. Resistette al dolore e cercò di mettere a fuoco l'immagine. Come aveva ipotizzato si trovava su una spiaggia. Pochi centimetri sotto di lui iniziò a scorgere il pavimento ghiaioso.
Sbatté la palpebra e si sforzò ancora. Vedeva delle figure che si muovevano ma non sentiva alcun rumore.
Poi il cuore accelerò: davanti a lui, ben aperto sulla spiaggia, il Mantello dell'Invisibilità ed accuratamente adagiati sopra la Bacchetta di Sambuco e la Pietra della Resurrezione. I tre Doni della Morte erano nuovamente riuniti!
Harry pensò che il cuore non potesse battere più forte senza saltare fuori dalla cassa toracica, ma si sbagliava. Improvvisamente riacquistò anche l'udito e una voce che non avrebbe mai creduto di sentire ancora gli trafisse timpani e cervello facendolo gridare di dolore. Ma dalla sua bocca non usciva alcun suono.
«... siete degli incapaci! Vi avevo detto di portarlo qui cosciente, vermi schifosi, a loro serve cosciente, nemmeno questo siete riusciti a fare?». Gridava... l’odiata voce gridava ancora nel mondo dei vivi con quella vena di follia che in un attimo lo riportò di fronte all’arco nell’Ufficio Misteri; gesticolava, parlava con le figure incappucciate che le si trovavano intorno. Ma non era possibile, non poteva essere...
«Viva! Sì Amycus, sono viva. Quindi smettila di guardarmi in quel modo! Sono tornata, mi credi o hai bisogno di una dimostrazione?» estrasse la bacchetta dalla veste e la puntò contro il compare.
«No signora Lestrange io... sono solo...»
«Un idiota! Sei solo un idiota! Come tutti i tuoi compagni! Vi siete fatti catturare come allocchi da quei mezzi babbani, voi che dicevate di essere suoi seguaci, voi e quella schifosa di mia sorella! Se non fossi qui, sareste ancora a marcire nelle celle di Azkaban luridi ingrati, dovreste prostrarvi ai miei piedi e invece? Non sapete neanche rispettare i miei ordini!» urlava, urlava ancora e ancora, la sua voce trapassava le membra di Harry come un pugnale gelato annullando ogni dolore e lasciando solo una rabbia incontrollata; lì, dove le ferite gli squarciavano la pelle. I suoi occhi passarono ancora sopra i tre oggetti, la mente sempre più lucida: il Mantello, la Pietra, la Bacchetta... i tre Doni... padrone della morte...
«NO!» gridò con tutta la forza che aveva in corpo, sputando le parole contro quell’assurda verità.
«Cosa ...», Bellatrix si voltò a guardarlo. «Oh! Guarda chi si è svegliato! Il ragazzo che è sopravvissuto, il Prescelto, come ti chiamano adesso moccioso?» il solito sorriso beffardo sulle labbra sottili, gli occhi di fuoco e i capelli scuri che ondeggiavano con la brezza marina.
«No... non... non è... non è possibile...» parlava a fatica e il dolore alla testa gli annebbiava la mente.
«Diffindo!» esclamò lei ed Harry cadde rovinosamente al suolo. Non riuscì a muovere un muscolo che Bellatrix lanciò un'altra maledizione.
«Incarceramus!» disse; dal nulla apparvero dei sinuosi serpenti neri che iniziarono ad avvilupparsi sul corpo di Harry sollevandolo e legandolo stretto ad una roccia tagliente.
Poi Bellatrix si chinò a raccogliere qualcosa da terra, gli si avvicinò e gli inforcò gli occhiali in faccia, facendo attenzione a far scorrere la stanghetta nella ferita.
«Questi devono essere tuoi» iniziò, «voglio che tu mi veda bene mentre ti parlo!». Poi lo osservò meglio, levò gli occhiali che gli aveva appena messo, fece una faccia stupita e con l'unghia scalzò la crosta che aveva sull'occhio destro. «Ora va meglio, non credi?».
Harry soppresse l'istinto di gridare mentre un rivolo di sangue iniziò a scendergli sulla faccia. Sputò un misto di sangue e saliva, ma non ebbe la forza di colpirla.
«Dove sono finite le tue buone maniere?» continuò malevola. «Credo proprio che noi due dovremmo fare una bella chiacchierata».
«Come... come è possibile? Dovresti... dovresti essere ...» tentò il ragazzo con un filo di voce.
«Ragazzino sciocco e presuntuoso, tu pensi di essere l’unico a sapere tutto? Pensavi che il mio padrone non me ne avesse parlato? Ti sbagliavi: io sapevo tutto!» rispose. Bellatrix Lestrange era davanti a lui, anche se sembrava assurdo era ritornata dai mondo dei morti. Ma se davvero lei sapeva tutto c'era la possibilità che in realtà non se ne fosse mai andata. «Ma Silente pensava... pensava ...».
«Il vecchio bacucco si sbagliava. Il Signore Oscuro mi diceva tutto ...» e proruppe in un altra risata malefica. Poi gli si avvicinò con gli occhi sbarrati.
Harry raccolse le forze e con tutto l'orgoglio che riuscì a metterci scandì: «Attenta a come parli di Silente».
«Perchè altrimenti?». Bella gli si fece vicino, piegò il capo fissandolo con occhi folli. Poi portò la bocca vicino al suo orecchio e gli sussurò: «Devo ricordarti che non sei nella posizione di fare il gradasso?». Fece un passo indietro alzando la bacchetta e, con gli occhi di un bambino che scarta un regalo, disse a denti stretti: «Crucio!».
Il dolore prese Harry in tutto il corpo facendolo gridare e dimenare convulsamente. La testa gli scoppiava e ogni piccolo taglio gli bruciò come fosse comsparso di sale. Poi lo pervase una sensazione di sollievo: stava perdendo conoscenza.
L'ennesimo bruciore arrivò dalla guancia, aprì gli occhi vedendo Bella che ritraeva il braccio: l'aveva schiaffeggiato.
«No, no Potter! Troppo facile fare il sonnellino, voglio che provi ogni briciola di dolore!».
Harry a fatica seguiva le sue parole, era ai limiti dell'umana sopportazione.
«Prima di morire questa sera, penso di doverti delle spiegazioni, bambino ingenuo. Così potrai lasciare questa terra in pace, se così si può dire!.» ridacchiò la Mangiamorte. «E poi non vuoi sapere di questi?» chiese indicando il punto in cui giaceva il Mantello. «Non vuoi sapere cosa ci fanno qui i Doni della Morte? La Bacchetta di Sambuco del mio Signore! Ma lui non immaginava, il suo unico pensiero eri tu: voleva trovarla, domarla per poi finalmente ucciderti. Non immaginava la storia che c'era dietro! E pensare che aveva avuto un'altro Dono proprio tra le mani e senza sapere il suo vero potere; sai di cosa parlo non è vero?».
La pietra della resurrezione.
La donna si fermò come interrotta da qualcosa o qualcuno; anche Harry aveva percepito un sibilo, un fruscio tra i Mangiamorte dietro di lei quando improvvisamente l’aria sembrò congelarsi, persino Bellatrix s’irrigidì. Non erano i Dissennatori... ma qualcosa di altrettanto spaventoso.
«Bellatrix, non devi ucciderlo!» disse una voce.
«Io?» chiese la donna irrompendo in una risata. «Ma se non ho nemmeno iniziato!».
«Calmati Bella, calmati, non avresti potuto fare di meglio.» disse un'altra voce, una voce disumana.
Harry era confuso, sentiva le parole ma non riusciva a distinguere bene la scena. Vista e mente erano annebbiate dal dolore. Una figura incappucciata si fece avanti, doveva essere quello che aveva parlato. Portava qualcosa in mano, tenendola accuratamente davanti a sè. Non capiva cosa fosse ma gli sembrava avesse un colore violaceo. Il mago si avvicinò ancora.
«Mettimi sopra di lui».
Harry sobbalzò. La voce inumana proveniva da quell'oggetto. Solo ora riusciva a distinguerne la sagoma: era un copricapo. Ma non uno qualsiasi, era un cilindro, il Cilindro Canterino del professor Willis!
Non riusciva a capire... ma non riusciva nemmeno a pensarci, il suo corpo era troppo provato.
Il mago fece ancora un passo e, alzando le braccia, posò il cappello sulla testa di Harry. Il ragazzo scosse violentemente il capo cercando di vincere il dolore e lamentandosi con foga. Ma tutto fu vano: il Cilindro sembrava incollato alla sua testa, non si muoveva di un millimetro.
Poi in un lampo perse il controllo della sua mente, il dolore scomparve e si ritrovò libero da sangue e corde. Non era più sulla spiaggia in mezzo ai Mangiamorte, era in una stanza buia e diroccata, dove qualche figura vestita di nero con il cappuccio tirato fin sopra gli occhi circondava un vecchio tavolo illuminato dalla luce di una candela, seduto a quel tavolo un uomo era chino sopra un libro gigantesco.
«Riconosci quel libro ragazzo?» la voce del Cilindro invadeva la testa di Harry rimbombando come all’interno di una campana. Non gli dava fastidio, era suadente e tutta la sua attenzione era per quella voce disumana, per un attimo gli sembrò di vivere solo per sentirne il suono, un attimo e riprese a parlare: «Quello è il libro “Segreti dell’Arte più Oscura”, no, non quello che aveva la tua amichetta ma quello originale, scritto in rune antiche e tradotto dal vecchio che vedi proprio accanto a te».
Cinereus. L'uomo della visione sul treno.
Incredibilmente si ritrovò accanto all’uomo, lo guardò più da vicino: sembrava non vedesse la luce del sole da mesi, anni forse; pensò di avvicinarsi, di allungare una mano per sfiorare quel volto antico ma il Cilindro lo interruppe. «Non puoi» disse la voce «Questi che stai vedendo, questa realtà dove stai vivendo sono ricordi: i ricordi della vittoria dopo secoli di ricerca. La ricerca costante dei Doni, finalmente, qui in Inghilterra ha ritrovato la speranza grazie a questo libro, la Setta ha ricominciato a vivere.»
Harry non capiva: la Setta? Una ricerca dei Doni? Voleva dire che i maghi che per tutto l’anno hanno tentato di rubargli la Bacchetta di Sambuco, la Pietra e il mantello erano...
«La Setta del Sacro Fuoco, sì hai capito bene. Una setta, un gruppo nato insieme ai Doni stessi! Nato con il compito di distruggere i Doni. Harry lo capisci bene che i Doni sono malvagi? Pensa a tutti i guai che hanno causato, alle morti che hanno provocato ...».
Era vero quanti distruzione era stata causata dalla Bacchetta di Sambuco! Anche la morte di Silente, sulla Torre di Astronomia quella notte... lui impotente sotto il Mantello... il Mantello un'altro Dono, quante ne aveva passate con l'eredità di suo padre... il Mantello non aveva causato morte anzi lo aveva salvato in...
«No Harry! Ti stai sbagliando i Doni sono malvagi, vanno distrutti! E solo noi possiamo farlo».
La voce diceva che andavano distrutti... come poteva quella voce dire il falso?
«Ora ragioni ragazzo!».
Harry riguardò il vecchio, ma era sparito, tutte le figure intorno al tavolo non c'erano più. Nemmeno il grande tavolo non era più lo stesso, ora era una piccola scrivania. La voce proveniva dal mago incappucciato seduto di fronte a lui.
«I Doni vanno distrutti» ripetè la voce. «Ma ci serve il tuo aiuto, tu ci vuoi aiutare vero?».
Certo che voleva aiutarli, era la cosa giusta da fare. Ma come poteva aiutarli, era solo un ragazzo...
«Lo so Harry» proseguì dolcemente la voce. «È stato difficile essere te stesso, tutte le responsabilità e mai un briciolo di chiarezza. Il bambino che è sopravvissuto, il Prescelto e adesso, anche Padrone della Morte... non è davvero troppo per un ragazzo di appena diciotto anni?».
Incredibile quanto quel cappello riuscisse a a prevedere i suoi pensieri, li leggeva prima che Harry finisse anche solo di formularli; era incantato, incantato da quella voce che gli stava parlando in modo chiaro, netto, come nessuno mai aveva fatto con lui.
«Non ti piacerebbe vivere la tua vita in pace, con i tuoi amici...».
Immagini di Ron e Hermione, sorridenti, spensierati.
«... con i tuoi cari ...».
La famiglia Weasley alla Tana, il piccolo Teddy in braccio ad Andromeda.
«... con la tua amata ...»..
Ginny.
L’immagine di Ginny impressa nella mente di Harry: bella, bella più del sole, i capelli rossi mossi dal vento, quel suo profumo di fiori... Sì! Pensò Harry Sì! È lei che voglio, è questa vita che voglio!
«Molto bene, sapevo che saremmo arrivati ad un compromesso» disse ancora il cappello. «Se è davvero questo che vuoi, se è lei che vuoi, per sempre e senza pericoli devi solo darci qualcosa in cambio: il tuo sangue, il tuo sangue di tua volontà e tutta questa pressione su di te... potrà finalmente sparire».
Un coltello nella mano destra di Harry... le immagini di Ginny nella testa... la voce del Cilindro persuasiva, convincente, come un’ancora di salvezza sollevò il coltello e lo appoggiò sul polso sinistro, a terra di fronte a lui c'erano i tre Doni sistemati come aveva visto, intorno a lui le figure incappucciate
Il suo sangue. Questo avrebbe permesso finalmente di distruggere i Doni e di dargli la felicità tanto bramata.
«NO!». L'urlo di una donna lacerò la notte.
Il tempo si fermò. La pace fisica e mentale che aveva provato da quando la voce del Cilindro aveva iniziato a parlargli se ne andò, lasciandolo nuovamente in balia del dolore. Ma in quell'infinito istante, prima che il suo fisico lo abbandonasse, ritrovò la lucidità mentale. Cosa stava facendo?
Lasciò cadere il coltello.
Loro non volevano aiutarlo. Una serie di immagini si susseguì nella sua mente: l’incappucciato la sera del primo bagliore di Minami, il rapimento di Ron, l’uomo che gli aveva rubato il mantello e aveva ucciso Azucena, Luna nella foresta con in mano la pietra della resurrezione... Non erano dalla sua parte.
Cadde a terra stremato, sentì che qualcuno gli levava il Cilindro dalla Testa.
«Tornerò!». L'ultima parola dalla voce.
Per fortuna il grido lo aveva riportato in sè, ma di chi era la voce?
Grida, passi, fatture si confondevano intorno a lui. Poi il nulla.

BRAVISSIMI!!!!!!

Luke Weasley

CHE CAPOLAVORO! CONTINUATE COSI'!!!!!! UN IDEA FANTASTICA FAR RITORNARE BELLA.... SI POTREBBE COLLEGARE AL TESTO (MI SEMBRA DI REM, MA NN NE SONO SICURO) IN CUI HARRY, RON ED HERMIONE SONO NEL REPARTO MISTERI AL MINISTERO E SENTONO GLI INDICIBILI PARLARE DEL VELO E DELLA BACCHETTA ... MI SEMBRA UNA BUONA IDEA, COSA NE DITE?