Ho scritto questo testo per smuovere un pò le acque, siamo troppo fermi e magari darò qualche idea a qualcuno che sa scrivere meglio di me.
Non è un testo di cui vado tanto fiero, più lo leggo e più non mi piace (come struttura. Poi ho il solito problema dell'impaginazione, mi si attacca quasi tutto
).
Sarà il fatto che non scrivo da tanto o il mio pessissimo umore in questo periodo, ma bando alle ciance ecco il mio testo:
Incipit capitolo 24
L'incantesimo uscì impetuoso e di un rosso opaco dalla sua bacchetta.
Non era possibile. Draco non poteva colpirlo, non aveva alcun senso, si fidava di lui e la possibilità che facesse parte dei cattivi era una su un milione. In un attimo l'incantesimo gli accecò la vista, ormai era a un palmo dal suo viso, così chiuse gli occhi, aspettando inesorabilmente il colpo. Niente. Sentì un grugnito e un corpo accasciarsi a terra come un sacco pieno di calderoni.
Harry aprì gli occhi confuso e vide Draco con la bacchetta abbassata e il volto rigato da un sorrisetto compiaciuto. Si guardò alle spalle e vide un uomo a terra, privo di sensi.
«Hai avuto paura? Pottino caro?» lo canzonò Draco cominciando a ridere e portarsi la mano alla pancia.
Harry lo guardò stupito e allo stesso tempo arrabbiato, da un lato era grato a Draco per averlo salvato, dall’altro avrebbe preferito essere avvisato; odiava quella sua risata spocchiosa. Stava per parlare, ma all’improvviso sentì un potente schianto e Hyde urlare come non lo aveva mai sentito.
Tutto accadde molto velocemente: Draco con un passo si avvicinò a lui, lo prese prepotentemente per un braccio e si Smaterializzò portandolo con sé prima che Harry potesse dirgli cosa stesse facendo.
Dove voleva portarlo?
Dopo la sgradevolissima sensazione della smaterializzazione, si ritrovò in un vicolo ceco davanti ad Hyde, con la bacchetta alzata e con la testa impregnata di sangue. Poi però si rese conto che sotto i suoi piedi non ci fosse niente, così un attimo dopo cadde sopra qualcuno, rotolò di lato, e si ritrovò accanto all’americano e la bacchetta dell’uomo tra i piedi. Il mago che aveva colpito cadendo si trovava ansimante a terra, mentre Draco gli puntava la bacchetta alle spalle.
«Stai fermo!» esclamò Draco con un modo deciso che Harry non aveva mai visto in lui, poi però accadde qualcosa che non si sarebbe mai immaginato: l’uomo si era voltato di scatto, aveva rubato la bacchetta a Draco e se lo mise di fronte, come uno scudo, con la bacchetta puntata alla tempia del ragazzo.
Harry guardò Hyde, entrambi non sapevano cosa fare, poteva provare a colpirlo, ma al momento non si fidava della sua mira.
«Adesso non fate più gli spavaldi, eh?»
Fece in tempo a vedere un’occhiata d’intesa fra Draco e Hyde, poi l’ultimo alzò la bacchetta e come una calamita quella di Draco si spostò verso la sua, così il Serpeverde con una mano prese la bacchetta e poi diede una gomitata all’uomo che con un grugnito lasciò andare la stecca.
«Petrificus Totalus!» pronunciò alla svelta Harry e il mago cadde a terra pietrificato.
«Bel lavoro di squadra ragazzi… e grazie» disse Draco imbarazzato massaggiandosi la testa «Dai non fare la femminuccia ora» buttò lì Hyde mentre con la bacchetta si curava la ferita alla fronte. Harry e Draco legarono velocemente l’uomo pietrificato, mentre Hyde andò velocemente nel negozio di Azucena per prendere lo zaino che aveva lasciato lì. Il ragazzo ritornò subito con la sacca nelle spalle e improvvisamente nella mente di Harry centinaia di domande cominciarono a nascere, era ora di capire, non ne poteva più di essere all’oscuro, gli dovevano una spiegazione, ma non sapeva da dove cominciare.
«Che cosa sta succedendo? Tu che ci fai qui? Sbaglio, o questo doveva essere un luogo sicuro?» domandò Harry ai due che se ne stavano lì impalati in silenzio «Allora?»
«Non è il posto e il momento adatto per parlarne…» disse Hyde, poi volgendosi a Draco «…torniamo dal Professore».
«Quale Professore?» chiese Harry più confuso che mai «Lui potrà spiegarti tutto meglio di me» disse l’americano con un tono molto convincente. «Ok» si arrese Harry alla fine «di quello però che cosa ne facciamo?» domandò indicando il mago legato.
Draco alzò la bacchetta e ne uscì un tenero furetto argentato, che fluttuò come una piuma nel vuoto e volò via nel cielo albeggiante . «Ci penserà il Ministero, non possiamo portarcelo dietro.» disse Draco sicuro e con una strana espressione che Harry non riusciva a decifrare.
Draco si voltò e si Smaterializzò, poi Hyde si avvicinò a lui, gli mise una mano sulla spalla e con un sonoro CRACK sparirono anche loro. Si Materializzarono in un’enorme laguna, l’acqua gli arriva alle ginocchia e un odore acre gli pizzicava leggermente il naso. Harry si guardò intorno e non vide Draco tra la fitta boscaglia che lo circondava. Il cielo era ormai quasi azzurro e qualche uccello esotico volava sopra le loro testa.
«Dove siamo?»
Hyde in risposta portò la bacchetta sopra la testa di Harry, la fece girare due volte in senso antiorario e poi l'abbassò velocemente, facendo comparire davanti a lui un isolotto al centro della laguna, con qualche alberello qua e là e una casa di mattoni al centro.
«Quello è il nostro rifugio, Draco non ci ha nemmeno aspettati» disse amaramente l’americano con tono compassionevole.
Harry non fece domande alla strana risposta di Hyde, cominciò subito a correre verso la casa, era ora che tutto quadrasse, era inutile chiedere ancora; sapeva che lì dentro avrebbe trovato le risposte alle sue domande. Arrivò presto davanti al rifugio, l’ingresso era spalancato così si accinse a entrare.
Si ritrovò in un piccolo atrio, arredato con un tappeto persiano, una vetrinetta a sinistra, delle scale in fondo e due porte a destra.
Hyde entrò e chiuse l'entrata alle sue spalle che fece un cigolio sinistro e chiese ad Harry di seguirlo verso la prima porta a destra.
Mentre si avvicinava alla soglia sentiva Draco che raccontava quello che era appena successo a qualcuno che per lui era ancora sconosciuto.
«…così il negozio della signora Azucena non è più utilizzabile, Professore» concluse Draco quando Harry varcò la porta.
Appena vide le altre due persone che si trovavano nella stanza Harry restò pietrificato: una era un’anziana signora, seduta su una poltrona rossa e avvolta con un piumone viola che doveva essere Azucena, l’altra era una delle quali si aspettava meno di rivedere; il Professor Uglick.