I RISVOLTI DEL CILINDRO: FRANKIE E PRIME(2°Testo)

Harry riversò il ricordo all’interno del pensatoio e lanciò uno sguardo in direzione di Hermione* che si era spostata vicino alla finestra, per riuscire a vedere in anticipo chi stesse arrivando. Senza indugio fece un respiro profondo e immerse il viso nella sostanza argentea. La familiare sensazione di turbinante caduta nel vuoto lo catapultò in una strada luminosa e trafficata.
Il ragazzo riparò i suoi occhi verdi con la mano, sentì sulla pelle un leggero vento caldo e dopo aver respirato l’aria tiepida iniziò a guardarsi intorno.
Un via vai continuo di gente asiatica, indaffarata come tante formiche, lo mise in confusione; si chiese chi fosse il proprietario del ricordo.
Piccole abitazioni dai tetti a punta si susseguivano per tutta la lunghezza della via e le persone che gli sfrecciavano davanti indossavano chi lunghi kimoni riccamente decorati, chi pantaloni e maglie strappate e cappellini di paglia gialla a punta. Alcuni di questi si tiravano dietro delle strane carrozzine con della gente seduta che chiacchierava tranquillamente senza preoccuparsi dei frequenti scossoni.
Le donne avevano lunghi capelli neri, raccolti in elaborati chignon ed erano molto pallide, ma con labbra rosso vermiglio e indossavano calzature di legno che sprofondavano sulla strada polverosa e piena di sassolini.
Una leggera musica orientale si confondeva con le grida dei venditori e il suono delle voci dei bambini che giocavano in strada.
Improvvisamente una bottega attirò la sua attenzione, perché si accorse che molti dei passanti non si soffermano nemmeno per un solo istante ad ammirare la vetrina particolarmente vivace, così si decise e si diresse verso l’ingresso aperto dove stava appoggiato un uomo dall’aria felice.
Prima di entrare si soffermò ancora all’esterno per osservare da vicino la vetrata e capì che si trattava di un negozietto di cappelli, c’è ne erano di tutte le dimensioni e di tutte le tonalità, alcuni erano davvero insoliti, troppo, per delle semplici persone.
L’uomo che stava davanti alla porta e osservava divertito la gente passare, rientrò ed Harry lo seguì fino ad un’altra porticina che conduceva ad un piccolo laboratorio stracolmo di stoffe e di teste di manichini di legno. Qualche metro più in là dell’uscio su un tavolinetto sotto la finestra, un paio di forbici stavano tagliando briosamente un pezzo di tessuto verde acido, mentre degli aghi velocemente cucivano un fiocco rosa su un cappello blu acceso.
Il mago fece un lungo sospiro e spostò un telo da sopra un cappello a cilindro di un viola intenso, che si trovava su un tavolo, poi sorrise e si mise il drappo sulla spalla.
Harry lo riconobbe, non avrebbe più dimenticato la prima volta che lo aveva sentito.
«Manca poco, tra un po’ potrai iniziare ad assolvere il compito per il quale sei stato creato» disse soddisfatto in direzione del copricapo.
Poi tirò fuori la bacchetta e la diresse verso la sua creazione, ma il rumore di una porta sbattuta, lo fece trasalire e velocemente ricoprì il cappello per poi dirigersi verso la direzione da cui aveva avuto origine il rumore, senza riporre il legno, ben stretto in mano. Anche Harry fu tentato di sfoderare la sua bacchetta e mosse qualche passo per seguirlo ma subito si bloccò quando sentì il mago esclamare sollevato: «Ah! Sei tu …».
«Wǒ de fùqīn...» disse una voce da bambino.
«In inglese... devi parlare in inglese, dovrai impararlo per quando andremo in America» disse pazientemente.
«Chi aspettavate padre?» chiese il piccolo in un buon inglese.
«Nessuno Zhou, nessuno…».
Un bambinetto di circa sei o sette anni, dalle guance paffute e dal sorriso sdentato entrò nella piccola stanzetta, fissando subito il suo sguardo a mandorla verso il drappo bianco.
«Lavorate ancora su quello strano cappello viola?».
«Ormai è quasi pronto. Si chiama Cilindro, e lo sai che quando avrò finito saprà cantare?» rispose al figlio sorridendo.
«Bello! Allora si chiamerà Cilindro Canterino. Vi piace questo nome padre?» disse il bambino iniziando a saltare gioioso intorno all’uomo.
«Si, è molto bello il nome che gli hai dato» disse seguendolo con lo sguardo.
Harry percepiva tanto amore in quella stanza e per pochi istanti divenne malinconico, lui non aveva avuto nemmeno la possibilità di conoscerlo suo padre.
Il mago scoprì nuovamente il cilindro e riprese ciò che aveva interrotto, mentre il ragazzino diligentemente si era seduto su uno sgabello di legno poco lontano.
L’uomo tracciò con la bacchetta un grande cerchio intorno al cilindro, chiuse gli occhi e una goccia di sudore gli rigò la fronte; alle spalle di Harry la forbice e gli aghi ricaddero con un tonfo sul tavolo.
Il cinese non sembrò preoccuparsene e concentrato continuò.
Il tavolo iniziò a tremare impercettibilmente e una luce azzurra avvolse il copricapo che si alzò di qualche centrimetro dalla superficie piana.
«Wǒ chuàngzào le nǐ, ràng wénzì duì shìjiè de zhèngquè sīxiǎng hé qūdòngqì» esclamò.
(io ti creo, per dare parola al mondo e guidare le menti giuste)
Un blagliore accecante innondò tutta la stanza, il cilindro piroettò su se stesso ed iniziò il suo primo canto.

«Oh, geniale mago vero inventore,
svolgerò il compito con fervore.
Sin dal principio impegnarmi dovrò,
menti giuste servirò e guiderò»

Il bambino alle spalle del cinese era rimasto a bocca aperta, poi riprendendosi dallo stupore si alzò dallo sgabello e raggiunse lentamente il padre.
«Io mi chiamo Zhou. Cilindro Canterino, ti piace questo nome?» chiese cauto al cappello.
Improvvisamente la voce si fece più lenta e la stanza iniziò a sbiadire, era come se fosse stata avvolta da un fumo chiaro e leggero.
Una capriola indietro e sentì i suoi piedi toccare il pavimento di pietra, istintivamente diresse il suo sguardo verso l’entrata dove si trovava Hermione*.
La ragazza si accorse che la stava guardando e gli fece segno di continuare, nessuno si era ancora visto fino a quel momento. Lui annuì con un cenno del capo e prese dalla tasca una seconda fiala. Rimase a guardarla per un paio di secondi. Provava a immaginare cosa avrebbe visto. Poi stappò l’ampollina e ne versò il contenuto nel pensatoio.
Mentre Harry vi si immergeva, il liquido dell’ampolla iniziò a danzare nello spazio creando movimenti circolari, come trasportato da uno strano vento. All’improvviso, quasi come se qualcuno avesse fermato il vento con un incantesimo, il liquido iniziò a dividersi e compattarsi e si ritrovò al centro di un lungo corridoio. Le pareti erano gialle paglierino e davano l’idea di essere abbastanza vecchie. Sul pavimento invece vi erano delle tavole di legno simili a quelle che si trovano nelle baite di montagna. Vi erano porte su entrambi i lati, ognuna delle quali era di legno con una grossa maniglia di ottone e rappresentava la testa di un leone. Tra gli ingressi vi erano piccoli candelabri a parete, ognuno dei quali era composto da tre bracci e da altrettante candele. Di ottone anch’essi, ma meno curati delle maniglie, infatti sembravano moto più usurati e sporchi. La cera delle candele si squagliava lentamente e grondava dalle micce accese, fin dentro alle bugie dei candelabri. Al di sotto delle fonti luminose, erano appesi dei quadri rappresentanti diversi paesaggi di campagna. Harry riuscì a vederne solo alcuni: in un paio l’ambientazione doveva essere primaverile, essendo gli ambienti molto fioriti e ricchi di verde; in un altro autunnale, pieno di giallo, rosso e marrone; un altro ancora era invernale, con grossi cumuli di neve sparsi qua e là.
Nella maggior parte di questi vi era rappresentata una nobildonna, probabilmente settecentesca, con un ombrellino bianco che portava a passeggio il suo cagnolino molto stilizzato. Il ragazzo, osservando meglio le sagome, dedusse che l’ambiente in cui si trovava dovesse essere frequentato da molti babbani, infatti le immagini non erano animate. Gli risultò insolito rivedere quadri del genere, abituato a fotografie e quadri magici.
Mentre pensava queste cose, iniziò a camminare guardando le tavole di legno a terra. Aveva l’impressione che, malgrado scricchiolassero un po’ fossero in buone condizioni. Quindi alzò lo sguardo e vide un uomo girato di spalle che faceva capolino da una delle porte. Da quella stanza fuoriusciva una luce molto forte che si distingueva nettamente da quelle presenti nel corridoio. L’uomo sembrava guardare verso la fine di quel lungo corridoio. Anche Harry allora guardò in quella direzione, ma non vide altro che un cartello di legno affisso al muro sul quale vi era scritto “Primo Piano”.
Decise così di avvicinarsi a quell’uomo. Ma quasi simultaneamente l’uomo rientrò nella stanza in maniera molto decisa e frettolosa, provocando un ampio movimento del mantello turchese che indossava. Harry accellerò il passo e si trovò davanti alla porta. Era stata lasciata semichiusa. Lentamente avvicinò la sua testa alla maniglia e iniziò a guardare all’interno della stanza dallo spiraglio rimasto aperto. Di fronte vi era un grosso camino simile a quelli che aveva visto al Ministero usati per la metropolvere, dentro vi ardeva un piccolo fuoco giallo le cui punte rosse sembravano danzare ed intrecciarsi mentre la legna scoppiettava allegramente. Sull’architrave e sui piedritti vi erano scolpiti dei bassorilievi raffiguranti motivi floreali che si intrecciavano e si arricciavano armoniosamente. Nei due punti di incontro dell’architrave con i piedritti vi erano invece piccole teste di leone, molto simili alle maniglie delle porte. Anche al centro dell’architrave ve ne era una, ma questa era molto più grande delle altre ed era l’elemento che attirava di più l’attenzione nell’intera decorazione. I boccoli dai quali era composta la criniera sporgevano un po’ fuori, andando a coprire la parte esterna della trave portante che era usata come mensola. Infatti vi erano appoggiati diversi oggetti. Quello dal quale Harry fu maggiormente attirato fu un orologio che si trovava al centro e che era parzialmente coperto dalla criniera leonina. Il quadrante era piccolo e le ore erano segnate con i numeri romani. Attorno ad esso vi erano due gigli i cui fiori si toccavano al di sopra del XII. Al di sotto, invece, vi era una specie di pendolo che oscillava da destra a sinistra e viceversa.
La sua attenzione passò poi alla destra del camino, dove vide l’uomo col mantello seduto su di una sedia che si trovava accostata ad una scrivania, entrambe marrone molto scuro. L’uomo era ancora di spalle, e in silenzio, quando all’improvviso qualcuno iniziò a parlare:



Fu a quel punto che le idee di Harry divennero chiare. L’uomo col mantello che si era seduto alla scrivania non poteva che essere il suo professore di Difesa contro le Arti Oscure: Hudson Willis.
Infatti, subito dopo aver fatto questa considerazione l’uomo si girò verso di lui e Harry vide il volto dell’insegnante.
E la voce non poteva essere che del suo Cilindro Canterino. Vide che era appoggiato sulla scrivania.
«Come vuoi, sappi però che il ministro è dalla sua parte» disse rassegnato il campione di Quidditch.
Nella mente di Harry quindi si formulò un nuovo interrogativo al quale avrebbe voluto dare risposta: chi era il prescelto del quale si parlava? Possibile che si trattassi di lui?
Mentre rifletteva su questo e la legna continuava ad ardere, il Cilindro prese la parola:



Pensò al fatto che ogni volta che quel dannato cappello apriva bocca, si sentiva sempre più confuso. Ora non solo si era parlato di un prescelto appoggiato da Kinglsey, ma anche di un “loro alunno” che sarebbe arrivato di lì a poco. Il copricapo e il professore litigarono ancora per un po’ alzando toni e voce come erano soliti fare.
All’improvviso però, il campione di quidditch si girò dalla parte di Harry. Quest’ultimo si spaventò poichè, istintivamente, pensò di essere stato scoperto. Così indietreggiò, ma immediatamente avvertì la presenza di qualcuno alle sue spalle. Rimase immobile per un istante, si girò e, davanti ai suoi occhi, si ritrovò il volto di Brian Hide.
In cuor suo Harry trovò le prove che cercava per giustificare i suoi grandi sospetti su quell’individuo. Aveva sempre saputo che aveva qualcosa da nascondere. Si scostò leggermente e fece in modo che lo studente americano entrasse nella stanza. Il passo di Hide appariva molto lento, quasi solenne, come se avesse, in un certo senso, timore di ciò che sarebbe successo di lì a poco, ma che fosse, allo stesso tempo, ben consapevole di poter affrontare qualunque avversità gli si fosse presentata davanti.
L’americano avanzò, fino ad arrivare al cospetto del professore e del suo copricapo viola. Willis fece cenno al ragazzo di sedersi.
Il giovane mago scostò un’altra sedia, che si trovava di fianco a quella dov’era seduto il professore e vi si sedette osservandolo mentre prendeva un foglio che era appoggiato sul camino proprio di fianco all’orologio che aveva così tanto colpito Harry. Glielo porse facendogli cenno di leggerlo.
Il giovane Auror quindi decise di avvicinarsi agli americani, ed entrò nella stanza. Mentre camminava non staccò lo sguardo dagli occhi di Hide che si muovevano continuamente da sinistra a destra intenti a leggere il foglio datogli dal professore.
La legna bruciava e si consumava sempre più, continuando a scoppiettare ogni tanto. La fiamma si era affievolita ma la danza delle sue punte continuava ad essere bella e quasi ipnotica.
Quando Harry arrivò alle spalle dello studente americano, cercò di leggere anch’egli cosa vi fosse scritto sul documento. Notò subito che era scritto in parte con lettere dell’alfabeto europeo e in parte con l’ausilio di simboli che dovevano essere di provenienza orientale. Si chiese se il suo nuovo cercatore ne avrebbe letto solo la prima parte, oppure se era in grado di decifrarne gli ideogrammi.
Riuscì comunque a leggerne l’intestazione prima che il professor Willis sfilasse dalle mani di Hide il foglio. L’intestazione diceva: “I nostri obiettivi, di Marianus* e Avolius*, fedeli seguaci di quarto grado del Sacro Fuoco”.
Harry rimase un attimo spaventato dal gesto improvviso dell’insegnante, quando questi iniziò a parlare: «Questo documento è frutto di una nostra intercettazione. Come hai potuto ben capire dalla lettura, questo gruppo di persone appartenenti alla setta, brama di ottenere un immenso potere. Hide, il nostro compito è di impedire che ciò accada».
«D’accordo, ho capito, ma...» rispose titubante il ragazzo, «come posso io esservi d’aiuto?»
«Oh, il tuo non sarà un compito troppo difficile, ragazzo!» disse Willis assumendo il suo tipico modo di fare maliardo: «Dovrai solo tenere d’occhio gli altri studenti ad Hogwarts e aggiornarmi su eventuali strani movimenti e comportamenti che assumono. Almeno, per il momento. Lì, come avrai capito, viene custodito un elemento chiave per la riuscita del piano di questi maghi oscuri» concluse porgendogli la mano.
Hide rimase qualche secondo a guardarla. Evidentemente era molto indeciso. Ma alla fine annuì e strinse la mano al professor Willis in segno di adesione, e su questa immagine il ricordo iniziò a svanire.


A voi l’anticipazione e la continuazione degli eventi...

*=personaggi che possono essere cambiati

Bè...complimenti ragazzi, davvero bello
forse l'unica cosa che non mi ha del tutto convinto, nonostante sia fatta molto bene, è la descrizione della corridoio nel secondo ricordo..è a mio parere un po' troppo lunga

Come ho detto in chat, mi piace il fatto che vengano di nuovo chiamati in causa gli Americani, quindi approvo in pieno il testo

Ho trovato due errori

Primus Lune ha scritto:

Un blagliore accecante innondò tutta la stanza

Bagliore....Inondò
Per il resto, molto ben scritto...senza altri errori..Bravi

Primus Lune ha scritto:

Improvvisamente una bottega attirò la sua attenzione, perché si accorse che molti dei passanti non si soffermano nemmeno per un solo istante ad ammirare la vetrina particolarmente vivace, così si decise e si diresse verso l’ingresso aperto dove stava appoggiato un uomo dall’aria felice.

Soffermavano

Per il resto, trovo questo testo molto interessante e ben scritto!
Mi ha incuriosito tantissimo, veramente, complimenti!

Bellissimo, sono senza parole!

questo mi piace e bellissimo !! il primo nn mi ispira tanto

Ho letto tutti e due i vostri testi e devo dire che sono scritti entrambi benissimo, complimenti! fra i due io preferisco questo

Wow!
Sono due testi fantastici! Scritti bene e con un certo stile
Ma preferisco questo all'altro, devo dire la verità
Innanzitutto lo trovo più interessante..in più mi intriga troppo la storia di Hyde!! E mi appassionerà sicuramente qualsiasi risvolto prenda, alla fine, la trama!
E poi lo vedo buono sto povero ragazzo disprezzato da tutti quanti!

Ancora complimenti!!

magnifico magnifico!!!!!

tuttavia sono sempre del solito parere... si dice sempre troppo!!!
secondo me per HP8 ci sta bene... che Harry tenti di acciuffare Uglick fino all'ultimo... quando si scopre che il vero cattivone era un altro!!
questo testo potrebbe essere messo verso la fine?? e chi lo sa fatto sta che si dice troppo.....

Tra i due testi preferisco questo anche se... il cilindro buono? Non so... I punti accapo un po' pochini? ma tranquilli si aggiusta subito! Complimenti anche qui! Continuo a dire, la coppia funziona!

Anche questo testo è molto bello emozionante, ma preferisco le opzioni dell'altro... morto Voldy abbiamo bisogno di veri cattivoni, il Cilindro è un'occasione troooppo ghiotta per non approfittarne!

Beh, sì. Riflettendoci ha ragione Lady.. Io ho detto di preferire questo testo, ed è ancora vero.
Ma comunque il Cilindro ha le caratteristiche giuste per essere un cattivo..
A questo punto non saprei..
Ma se il Cilindro è cattivo deve esserlo per forza anche Willis?
Perchè io lo vedo come uno a metà..cioè..nè buono nè cattivo..mi sono fatta capire?

Ma infatti Cioc...se è il cilindro ad essere cattivo, willis è ne più ne meno un burattino!

Perfetto!
Quindi lo vedo anche io cattivo il Cilindro
Fatto sta che preferisco questo testo all'atro

Non so se qualcuno lo aveva già detto (mi faceva fatica leggere tutti i commenti).
Ma questa storia è più completa.
Qui c'è willis, c'è Hyde...insomma se in questa storia metteste che il cilindro è cattivo, non vi piacerebbe????

bene a me piace molto di più questo con il cilindro BUONO perchè secondo me harry dovrebbe avere qualcuno con cui confidarsi e qualcuno che lo aiuti come faceva silente.

poi, secondo me harry potrebbe trovare i ricordi mentre stà andando ad allenarsi per fare l'auror da Willis e quando trova queste ampolle con scritto sopra tipo:
CILINDRO ( o qualcosa del genere), in un attimo di distrazione di willis ruba le due fialette. che ne pensate?