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Primus Lune
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MessaggioTitolo: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyGio Mag 31 2012, 14:03

Giallo... mistero... suspence... Sono ingredienti su cui meditavo da un po'. E intanto qui si consumava un mistero: Dove abita Azucena Uglick? Dove potrà mai essere il suo negozio? Si è escluso Diagon Alley. Si è parlato di un paesino periferico. Da una rielaborazione di alcune parti del testo "Pozioni con Minami", benvenuti a Little Winteroak.

N.B. Non perdete tempo qui, qualche post più avanti c'è la seconda versione Wink


L’imponente quercia nella piazza principale agitava le proprie foglie mosse dal vento che apparivano come uno stormo di uccelli intenti a volare tutti insieme nella stessa direzione. Di tanto in tanto una di esse si staccava e iniziava a planare via da sola per chissà quale percorso. Il cielo era scuro, coperto da un fitto gruppo di nuvole grigie che non accennavano a lasciar posto al sole, pertanto il verde dei molti alberi e della quercia stessa , appariva meno accesso di quanto non fosse in realtà. Puntando lo sguardo oltre le case che attorniavano la piazza, si potevano scorgere delle colline dai contorni sinuosi e smussati sulle quali il grigiore delle nubi si rifletteva dando loro un’aria misteriosa.

Harry, turbato da tutto quello che stava succedendo, alla vista di quel paesaggio per quanto grigio, così mite e calmo, si fece trasportare dall’imaginazione. Come doveva apparire quel posto così tranquillo in una calda mattina primaverile? Un sole luminoso, ma dal tocco delicato, sarebbe stato ben visibile nell’imenso cielo azzurro e, accarezzando le foglie della quercia e i fili d’erba dei colli, avrebbe conferito loro lucentezza e un verde intenso; uccelli di ogni specie e dimensione avrebbero cantato a voce piena grati e felici del rinnovato splendore della natura; gli alberi avrebbero assecondato la danza di una leggera brezza proveniente dai monti che avrebbe portato con sé freschezza e avrebbe conferito a tutto, persone comprese, una sensazione di leggerezza e di tranquillità.

Camminava senza una meta ben definita fantasticando su queste cose, quando all’improvviso notò una certa folla davanti a una piccola bottega. Non appariva particolarmente agitata, anzi, a dire il vero, era ferma come se stesse aspettando pazientemente qualcosa. La cosa più insolita era vedere tante persone in un paesino così piccolo e periferico e, da questo, Harry ebbe il sospetto che dovesse trattarsi di un evento abbastanza importante. Decise dunque di avvicinarsi per capire meglio cosa stesse per succedere e si incamminò in quella direzione.

A mano a mano che si avvicinava era sempre più colpito dall’atteggiamento sereno e tranquillo che contraddistingueva la gente in attesa. I loro occhi fissavano intensamente l’entrata della bottega speranzosi, come se, oltre quella porta, potessero vedere realizzati tutti i loro desideri.

Mentre indagava sulle emozioni dei presenti, era arrivato già a metà percorso, quando, d’un tratto, distolse lo sguardo dai volti sempre più distinti della folla e rivolse la sua attenzione a un bizzarro manifesto che era stato affiso su uno degli alberi della piazza. I colori prevalenti erano il rosso e il dorato e un grosso calderone d’ottone luccivava in primo piano. Harry volle allora avvicinarsi per poter capire meglio di cosa si trattasse. Iniziava a distinguere, in quella che all’inizio gli sembrava una macchia dorata, delle lettere. Erano molto particolari e raffinate dalla presenza di ghirigori che le rendevano tondeggianti e divertenti all’aspetto. Quando fu abbastanza vicino, riuscì a leggere con chiarezza quelle parole:

I Calderoni di Zio Mc Cabe sta per aprire i battenti!
Venite a trovarci numerosi alla nostra inaugurazione
e avrete l’onore di incontrare un mago di fama internazionale.
Direttamente dall’America, resterà qui in Inghilterra
fino all’ultimo bagliore di Minami!
Affrettatevi!

Minami. Il nome di quella stella continuava a perseguitarlo. Quando ne era venuto a conoscenza, avendone ignorato l’esistenza fino a quel momento, pensava che la faccenda fosse nota solo a poche persone. Eppure, più passava il tempo, più il si rendeva conto che la fama dell’astro si espandeva a macchia d’olio tanto da arrivare a coinvolgere anche gli abitanti di un piccolo e tranquillo paesino di periferia e da attirare l’attenzione di sempre più maghi provenienti da paesi stranieri. Ma perchè arrivare in Inghilterra? In fondo la Terra, grazie al ciclo della Via Lattea, si trovava interamente nel raggio d’azione della magica stella. Non era un fenomeno limitato all’Europa, anche in America avrebbero potuto assistervi e goderne gli effetti. Harry pensò che la visita di quell’americano avesse a che fare con qualcos’altro che le luci di Minami. Che fosse coinvolto negli avvenimenti legati alle apparizioni della stella? Che avesse notizie di Ron?

Doveva andare più a fondo alla cosa. Cercò in quel tripudio di colori la data e l’indirizzo dove si sarebbe tenuto l’evento e realizzò che, il negozio in questione, era proprio quello attorno al quale si era radunata quella tranquilla folla che aveva attirato la sua attenzione: era la presenza di questo ospite speciale a creare un po’ di subbuglio nella piazza di Little Winteroak.

Così riprese a camminare verso il negozio, non prima di aver indossato il suo Mantello dell’Invisibilità. Ricordava bene cosa era successo pochi anni prima quando quel ciarlatano di Gilderoy Allock era stato ospite al Ghirigoro e voleva evitare che qualcun’altro si servisse nuovamente di lui per la sua pubblicità.

L’insegna de “I Calderoni di Zio Mc Cabe” era così appariscente e nuova di zecca da dominare su quelle di tutti gli altri negozi che davano sulla piazza. In fondo non era così difficile: le altre erano piccole botteghe dalle insegne semplici, stilizzate, che, dall’aspetto, sembravano essere state aperte molti anni prima. Dovevano essere negozietti storici del paesino a conduzione familiare, conosciuti bene da tutti gli abitanti. Al contrario il negozio di calderoni appariva nuovo, non come una bottega disordinata e polverosa, bensì elegante e raffinata.

Le persone iniziarono ad entrare in maniera tranquilla e ordinata. Harry decise di mantenersi a distanza per evitare di essere trascinato nel flusso di folla col risultato di far saltare la propria copertura.

Nel frattempo vide attraverso la vetrina che tutti i maghi e le streghe entrati, si erano riuniti davanti ad un piccolo palchetto in legno dove erano stati posizionati con cura un ampio calderone e un trono. Le gambe e i bordi di quest’ultimo, erano dorati e riflettevano la poca luce che penetrava nel negozio. La fodera della seduta e dello schianale era di un rosso acceso che conferiva al seggio un aspetto regale.

Il locale era arredato da alti scaffali in legno sui quali erano stati riposti con cura decine di calderoni di ogni genere, grandezza e materiale, nuovi e di ottima fattura.

Distolse quindi lo sguardo dalla merce e vide un mago longilineo salire timidamente sul palco e accingersi a sovrastare il vociare provocato dalla folla lì presente. Era abbastanza giovane e aveva un viso fresco con due guance paonazze, rosse come pomodori, probabilmente per l’emozione.
Si schiarì la voce e iniziò a parlare: «Buonasera...un caloroso benvenuto a tutti i presenti...siamo qui per festeggiare...l’inaugurazione del nuovo cegozio di nalderoni».
A queste parole si udirono piccole risate alzarsi dalla folla. Anche ad Harry scappò un piccolo sorriso. Intanto il mago cercava di riprendersi dalla gaffe:
«Siamo qui per festeggiare...la nostra è una festa per... ci siamo riuniti tutti qui...»
Era visibilmente in imbarazzo. Ma d’improvviso fece irruzione sulla scena un altro mago ben più adulto del precedente e rivoltosi al più giovane, parlò cercando di mantenere il tono della voce più basso possibile:
«D’accordo Rodney, forse è meglio che tu scenda dal palco, ci penso io».
Era tozzo e grassoccio con due folti baffoni neri e pochi capelli arruffati dello stesso colore ai lati della nuca. Aveva un’aria più furba e da imprenditore.
«Streghe, maghi, studenti di tutte le età, zio Mc Cabe vi da’ il suo benvenuto nel nuovo negozio di calderoni qui nella tranquilla Little Winteroak! Insomma, siamo venuti a portare un po’ di scompiglio!» e su queste ultime parole strizzò l’occhio a due giovani streghe in prima fila. Poi continuò: «Qui potrete trovare una vasta gamma di calderoni di ogni forma, colore, materiale e misura possibile! Ogni vostro desiderio sarà realizzato qui da Zio Mc Cabe! ».

Era palese che ci sapesse fare con il pubblico e infatti il suo vocione riscosse un grande successo fino a meritarsi un fortissimo applauso.
«Ma adesso» continuò «veniamo alla vera ragione che ci ha fatti incontrare tutti qui quest’oggi. Vi abbiamo promesso un ospite internazionale e speciale, giusto? »

Dalla folla si levò un corò di voci dal tono emozionato che rispondeva alla domanda con un sonoro sì.

«E allora,» riprese il presentatore «è con immenso piacere che ho l’onore di accogliere qui sul palco di fianco a me, direttamente dalla grande America, la più grande investigatrice del mondo magico. Credetemi, ai nostri Auror darebbe del filo da torcere! Signore e signori, l’inconfondibile, inimitabile, elegentissima Sharon Wycliff!».

Una nuvola di fumo invase repentinamente il palco, offuscando la visuale per qualche secondo. Harry sentì le persone tra il pubblico parlottare tra loro. Alcuni erano rimasti delusi non conoscendo il personaggio appena presentato, altri invece erano in fibrillazione come se stessero per incontrare il loro più grande idolo. Il giovane Auror faceva parte della prima categoria, ma restava comunque abbastanza curioso di conoscere la strega americana e specialmente, voleva capire cosa l’avesse spinta a viaggiare fino in Inghilterra.

Quando finalmente il palco tornò visibile chiaramente, la sagoma tozza di Zio Mc Cabe non c’era più. Harry lo intravide soddisfatto del suo successo in prima fila, intento a controllare che tutto andasse come previsto. Di fianco a lui stava anche il ragazzo longilineo ancora un po’ imbarazzato per aver cercato, senza successo, di presentare l’evento poco tempo prima.

Una nuova figura fu illuminata dai raggi filtrati dalla vetrina mentre si accingeva a sedere sul trono. Aveva dei capelli rossicci che le cadevano di poco oltre le spalle, un leggero trucco le adornava il viso allungato e armonioso, sul quale spiccavano le labbra rosee e un naso sottile. Su di esso erano appoggiati un paio di occhiali marrone scuro dalle lenti ovali dietro le quali era possibile vedere due occhi scuri e profondi. Indossava un vestito nero terminante con una gonna che arrivava poco sopra al ginocchio. Su di esso portava una giacca viola chiaro che le dava un’aria impettita. Ai piedi calzava scarpe con tacco alto nere come il vestito.

La strega fu accolta con un discreto applauso durante il quale ella potè avere il tempo di prendere posto sul trono. Poi prese le parola: «Inutile presentarsi di nuovo. Noto con piacere che qualcuno ha già sentito parlare della sottoscritta e vi ringrazio per la calorosa accoglienza nella vostra Inghilterra». La sua voce era lenta, rassicurante, dal timbro non molto caldo, ma senza essere stridula. Era molto particolare ed era un’ottima arma per captare l’attenzione, infatti, come Harry potè notare, non appena iniziò a parlare il pubblico rimase in perfetto silenzio e iniziò a seguiva il discorso con molta attenzione. Intanto Zio Mc Cabe salì nuovamente sul palco e riprese la parola: «La signora Wycliff si è gentilmente offerta di darci un saggio del suo talento di investigatrice. Se c’è qualche volontario che vuole salire qui sul palco, possiamo cominciare» e un brusio di fermento si levò nella bottega. Sharon Wycliff ne approfittò per avvicinarsi al presentatore e per sussurrargli con fare severo, quasi minaccioso: «La ringrazio Mc Cabe, ma la prossima volta mi chiami Miss Wycliff».

Nel frattempo diverse persone tra il pubblico iniziarono ad alzare le loro mani per farsi vedere, segno che volevano offrirsi come volontarie. Mc Cabe, ripresosi dal rimprovero, ne scelse tre, promettendo però agli altri che, in un secondo momento, sarebbe stato anche il loro turno. Così il primo mago dei tre selezionati salì sul palco accompagnato dal proprietario che gli fece una piccola intervista. Si chiamava Chris ed era originario dell’Hampshire, ma si era trasferito a Londra quando era ancora un bambino. Sharon Wycliff iniziò a girargli attorno. Era un ragazzo grassoccio, non molto alto, dai capelli biondi e gli occhi chiari. Questi iniziò a guardare l’investigatrice in maniera sospetta. Harry non riusciva a capire se fosse spaventato non sapendo ciò che stava per accadere, se fosse solo emozionato di trovarsi davanti ad un pubblico, o entrambe le cose.

«Hampshire hai detto, vero Chris?»

«Sì...signora Wycliff» rispose timidamente. Era molto emozionato.

«Miss! Ti sarei grata se mi chiamassi Miss Wycliff» lo ammonì l’americana senza distogliere la sua attenzione dal volontario.

«Devo ammettere, Chris, » continuò «che è molto insolito incontrare un mago che sceglie come animale da compagnia una lucertola». Il ragazzo grassoccio sgranò gli occhi.

«Come fa a saperlo?» le chiese.

«Domanda interessante, caro ragazzo. Le lucertole hanno quest’abitudine di mordicchiare quando si trovano a disagio e, sulla tua tasca, ci sono impronte di una dentatura di piccole dimensioni. Evidentemente non è molto felice di viaggiare lì dentro, dovresti attrezzarti meglio»

Chris divenne rosso dall’emozione. Mise la mano nel taschino e ne tirò fuori il suo piccolo animale da compagnia. La piccola lucertolina aveva un’aria assonnata, come appena svegliatasi. Il pubblico applaudì rumorosamente. Harry stesso si era stupito delle capacità di osservazione dell’americana. Ma il fatto che si trattasse di un’investigatrice lo incuriosiva ancor di più su quelli che dovevano essere i reali motivi della sua visita nel regno inglese.

Mc Cabe ringraziò Chris, ancora meravigliato per ciò che gli era accaduto, e fece salire sul palco la seconda volontaria. Era giovane, non dimostrava più di 25 anni, aveva un viso fresco e bello con due occhi profondi e dall’aria sveglia. Disse di chiamarsi Suzanne e di venire da Greenwich. Mc Cabe la fece collocare al centro, e l’investigatrice iniziò il suo lavoro. Il pubblico era nel più completo silenzio. Ad Harry sembrava di conoscerla: era sicuro di averla già vista da qualche parte, benchè quel nome non gli dicesse nulla.

La Wycliff la osservava ancora più attentamente di come aveva fatto con Chris dell’Hampshire, e, soprattutto, cercava di incontrarne lo sguardo. Non si lasciò andare a commenti o a domande, si limitò bensì a osservarla con sguardo concentrato e anche un po’ infastidito, come se avesse capito qualcosa che non le andava a genio.

L’atmosfera era tesa a tal punto che Mc Cabe era preoccupato che la sua ospite facesse fiasco, e si sforzava di sorridere per mascherare l’agitazione.

Il clima diventava sempre più teso di attimo in attimo. Passò all’incirca un minuto, ma pareva non finire mai, quando finalmente la Wycliff ruppe il silenzio: «Hai uno sguardo molto vispo e attento. Stai cercando di scrutare attentamente i miei occhi per intuire quello che penso.»

Era così in effetti. Suzanne non faceva altro che puntare, come un rapace punta la sua preda, lo sguardo dell’americana assumendo un’espressione del volto quasi di sfida. Dal canto suo la Wycliff non mostrava alcun segno di imbarazzo o soggezione, anzi, rispondeva allo sguardo sfidando a sua volta la giovane.

«Spero tu non abbia problemi con la legge per quello che sto per dire», riprese l’americana con tono solenne, «sei un’animagus.».

Susanne non si mostrò assolutamente stupita e non accennò a voler rispondere. Si limitò a continuare a guardare l’altra donna con fare di sfida.

La Wycliff intervenne di nuovo: «Sì, hai ragione a stare in silenzio. In effetti non ti ho messa nei guai. Devi essere necessariamente registrata come animagus: tu sei la legge».

Mc Cabe seguiva la scena ansiosamente. Sembrava poter svenire da un momento all’altro. Il pubblico appariva stranito e sembrava non capire cosa stesse accadendo. Harry stesso non aveva un’immagine chiara di ciò che avveniva. Quando ad un tratto, nel locale si levò il suono di un batter di mani di una sola persona.

Chi è quest'animagus? Cosa avrà scoperto Sharon Wycliff? Perchè è qui? Ma soprattutto, chi è la persona che applaude? Tutto questo e molto altro, alla prossima puntata!


Ultima modifica di Primus Lune il Lun Giu 18 2012, 15:27 - modificato 4 volte.
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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyGio Mag 31 2012, 15:06

Wow Prim!!!! Mi hai incollato allo schermo del pc fino alla fine Shocked

Bellissimo, bello tosto il background e descritti mooolto bene tutti i particolari... mi sembrava veramente di essere dentro al negozio!! E l'aria misteriosa e indagatrice della signora, pardòn, miss Wycliff, è veramente superlativa cheers
aspetto con ansia il sequel, mio caro Primus Conan Doyle Razz

Citazione :
«Sì, hai ragione a stare in silenzio. In effetti non ti ho messa nei guai. Devi essere necessariamente registrata come animagus: tu sei la legge».
il sei la legge fa parte del mistero? Perchè sennò non ho capito cosa intendi...
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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyGio Mag 31 2012, 16:24

Ti ringrazio, Smiley Very Happy

Beh sì... chiaro il mistero, sarà più chiara anche la frase "tu sei la legge". Diciamo che il presentimento di Harry è giusto: Sharon Wycliff non è in viaggio di piacere in Inghilterra. E qualcuno se ne è accorto...
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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyGio Mag 31 2012, 16:41

Bravo Prim!!!
Proprio un bel racconto pieno di mistero.... che è venuta a fare questa Miss????

Non ho capito che c'entra questo negozio con Azucena.... forse ho fraintesol le tue parole iniziali?

on vedo l'ora di leggere il seguito....ancora complimenti!!!
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Primus Lune

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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyGio Mag 31 2012, 16:52

Grazie, Angie!! Very Happy

Allora il legame con Azucena è che questo piccolo paesino che ho immaginato, possa essere il piccolo paesino in cui si è detto che, dopo che il Ghirigoro aprì a Diagon Alley, si è trasferita Azucena. Chissà che Harry non possa star venendo proprio da casa dell'autrice del Proclama. Wink
Oppure che ci vada subito dopo (meno probabile per gli sviluppi che ho in mente).
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Enrico

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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyGio Mag 31 2012, 17:10

Gran bel testo! Davvero complimenti, Prim!
Aspetto con ansia il seguito!

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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyGio Mag 31 2012, 20:24

... E, a quasi un anno di distanza... FIAMMETTA FADDA COLPISCE ANCORA! cheers
Spoiler:

Che dire...
Non nutro particolare simpatia per i personaggi femminili, e questo è noto e stranoto. Soprattutto, mi infastidiscono quelli dalla femminilità così "esasperata"... viso armonioso, labbra rosee, tacco alto e gonna al ginocchio... e si fa chiamare anche MISS! No Finchè era la potterizzazione della Fadda, era un conto... ma questa tipa qui mi è decisamente antipatica!
Tralasciando i miei gusti personali e passando al testo vero e proprio.
L'inizio è lento. Lentissimo. Troppo descrittivo. Questo passaggio qui
Citazione :
Come doveva apparire quel posto così tranquillo in una calda mattina primaverile? Un sole luminoso, ma dal tocco delicato, sarebbe stato ben visibile nell’imenso cielo azzurro e, accarezzando le foglie della quercia e i fili d’erba dei colli, avrebbe conferito loro lucentezza e un verde intenso; uccelli di ogni specie e dimensione avrebbero cantato a voce piena grati e felici del rinnovato splendore della natura; gli alberi avrebbero assecondato la danza di una leggera brezza proveniente dai monti che avrebbe portato con sé freschezza e avrebbe conferito a tutto, persone comprese, una sensazione di leggerezza e di tranquillità.
ad esempio, rallenta l'azione e appesantisce la narrazione. D'accordo l'ambiente (e sono la prima che ne abusa Razz ) però hai già descritto il paesaggio al momento dell'arrivo di Harry, descrivere anche come Harry immagina possa essere in primavera è troppo...! No
E poi... cosa fa Harry a zonzo per la campagna inglese? Come mai
Citazione :
Camminava senza una meta ben definita
?? Hanno rapito il suo migliore amico, è iniziata una ricerca disperata... Com'è che solo et pensoso i più deserti campi va mesurando a passi tardi e lenti?

Per quanto concerne il negozio di calderoni.
Quando si trattava della Fadda, il tutto aveva un senso: un'insegnante di Pozioni interviene all'apertura di un negozio di calderoni. E ci sta tutto. Ma perchè un'investigatrice dovrebbe presenziare ad una conferenza piena di gente che si interessa di pozioni? Io avrei cambiato la situazione, sfruttando magari solo il dialogo... Che so... Zio McCabe avrebbe potuto vendere Spioscopi e Avversaspecchi, invece che calderoni... scratch
Il dialogo non è cambiato molto, in realtà. A parte il fatto che non viene scelto Harry ma altri due volontari, ho sempre l'impressione di stare leggendo qualcosa di troppo "soffocato"...
Un piccolo appunto:
Susanne con la S è tedesco. In inglese si dice Suzanne.


Tirando le somme, si potrebbe sfruttare. Il personaggio della Miss non mi garba affatto, ma de gustibus non disputandum est
Spoiler:
, quindi mi rimetto in mano al popolo. Io cambierei luogo e contesto del dialogo (anche se lo Zio McCabe mi sta simpatico... il vecchio marpione! LOL Razz )e alleggerirei molto la parte iniziale...

Non mi ha entusiasmato più di tanto, insomma.
L'idea l'accetto, l'esecuzione tentenna.

Che altro?
Ah, si:
Citazione :
tu sei la legge
questa frase vale da sola tutto il testo, sappilo!

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Dan

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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyVen Giu 01 2012, 01:07

Bè io l'avevo già letto e quindi il mio parere l'ho già dato...

Cm già ti avevo accennato anche a me sembra strano che Harry si trovi a zonzo da sl... Xò cm già detto si potrebbe modificare x adattarlo di caso in caso... E cmq mi ero accorto anche io dell'evoluzione del testo di Fiammetta Fadda (anche se ha fatto una fusione alla Dragonball con "Mycroft" Holmes XD )

Il testo in generale mi piace... Poi dal punto linguistico e grammaticale ovviamente niente da dire...
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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyVen Giu 01 2012, 10:04

Vorrei rispondere ad Annie.
All'inizio del suo post Prim ha scritto:
Citazione :
Da una rielaborazione di alcune parti del testo "Pozioni con Minami", benvenuti a Little Winteroak

Ci sono piccoli errorini di battitura e parti un po' incasinate.... ma tutti si sistema.

Il paesino è quello della libreria di Azucena e quindi Harry non è a zonzo a casaccio.

Su una cosa do ragione ad Annie: sicuramente era meglio un negozio di oggetti più misteriosi....

Per Prim: il paesino dove si è trasferita la libreria mi pareva che si fosse detto che non fosse un paese magico, ma babbano, quindi non credo che possano esserci manifesti così palesi.
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Primus Lune

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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyVen Giu 01 2012, 13:04

Bene andiamo con ordine:

1) Sì, il testo, come ha precisato Anny è stato ispirato da Pozioni con Minami (di cui ho preso testualmente alcune parti). Ma come ha detto Angie, l'avevo già scritto Wink Razz

2) Il fatto che Little Winteroak sia babbano mi è sfuggito. Qualora fosse confermato, la cosa è facilmente rimediabile dicendo che Harry ha "trovato l'accesso alla parte magica di Little Winteroak" (malgrado sia babbano, possiamo immaginare che, col tempo, si sia costituita una comunità magica, all'insaputa della stessa Azucena. O che questa ignori che vi sia per il suo "vuoto di memoria". Diventerebbe una sorta di Diagon Alley, ma ristretta a un paesino) per cercare notizie di Azucena (qualcuno che la conosce). In questo modo saremmo certi che non è a zonzo per caso.

3) Lo sapete che ci avevo pensato che i Calderoni fossero fuori contesto? Però non mi veniva nient'altro in mente. Ho pensato che Zio Mc Cabe venda ultimi ritorvati di "spionaggio" (gi stessi Retroglass magari).

4) Per Anny: Sharon Wycliff è antipatica anche a me. Ma devo correggere Dan: non è la Fadda influenzata da Mycroft Holmes, ma è un altro personaggio che (come sottolineava Anny), rivendica il suo ruolo di donna emancipata e ha capacità deduttive analoghe a quelle della famiglia Holmes. In origine infatti, Sharon Wycliff doveva essere Mycroft Telford. In sostanza ne ammiro la determinazione, l'intelligenza, e la forza (vedrete come si comporterà nella seconda parte!)

5) Suzanne l'ho appena corretto

6) Tu sei la legge... vedo che vi siete tutti concetrati su quella frase. Molto bene!

Grazie ancora a tutti, a breve (dopo il weekend perchè sono in scena) una riedizione di questa prima parte. E poi il tanto atteso seguito. Cosa vuole la Wycliff? Chi è l'animagus? Chi sta applaudendo? Tutto questo e molto altro a Little Winteroak!
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Primus Lune

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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyDom Giu 17 2012, 19:56

Ecco arrivata la seconda versione della prima parte. Non cambia molto ma voglio pubblicarla tutta ex novo per non perdere la prima stesura e per dare una visione d'insieme migliore. Da "I Calderoni di Zio Mc Cabe" a "I Detector di Zio Mc Cabe"!

L’imponente quercia nella piazza principale agitava le proprie foglie mosse dal vento che apparivano come uno stormo di uccelli intenti a volare tutti insieme nella stessa direzione. Di tanto in tanto una di esse si staccava e iniziava a planare via da sola per chissà quale percorso. Il cielo era scuro, coperto da un fitto gruppo di nuvole grigie che non accennavano a lasciar posto al sole, pertanto il verde dei molti alberi e della quercia stessa, appariva meno acceso di quanto non fosse in realtà. Puntando lo sguardo oltre le case che attorniavano la piazza, si potevano scorgere delle colline dai contorni sinuosi e smussati sulle quali il grigiore delle nubi si rifletteva dando loro un’aria misteriosa.

Harry, turbato da tutto quello che stava succedendo, alla vista di quel paesaggio per quanto grigio, così mite e calmo, si fece trasportare dall’imaginazione. Come doveva apparire quel posto così tranquillo in una calda mattina primaverile? Un sole luminoso, ma dal tocco delicato, sarebbe stato ben visibile nell’imenso cielo azzurro e, accarezzando le foglie della quercia e i fili d’erba dei colli, avrebbe conferito loro lucentezza e un verde intenso; uccelli di ogni specie e dimensione avrebbero cantato a voce piena grati e felici del rinnovato splendore della natura; gli alberi avrebbero assecondato la danza di una leggera brezza proveniente dai monti che avrebbe portato con sé freschezza e avrebbe conferito a tutto, persone comprese, una sensazione di leggerezza e di tranquillità.

Camminava senza una meta ben definita fantasticando su queste cose, quando all’improvviso notò una certa folla davanti a una piccola bottega. Non appariva particolarmente agitata, anzi, a dire il vero, era ferma come se stesse aspettando pazientemente qualcosa. La cosa più insolita era vedere tante persone in un paesino così piccolo e periferico e, da questo, Harry ebbe il sospetto che dovesse trattarsi di un evento abbastanza importante. Decise dunque di avvicinarsi per capire meglio cosa stesse per succedere e si incamminò in quella direzione.

A mano a mano che si avvicinava era sempre più colpito dall’atteggiamento sereno e tranquillo che contraddistingueva la gente in attesa. I loro occhi fissavano intensamente l’entrata della bottega speranzosi, come se, oltre quella porta, potessero vedere realizzati tutti i loro desideri.

Mentre indagava sulle emozioni dei presenti, era arrivato già a metà percorso, quando, d’un tratto, distolse lo sguardo dai volti sempre più distinti della folla e rivolse la sua attenzione a un bizzarro manifesto che era stato affiso su uno degli alberi della piazza. I colori prevalenti erano il rosso e il dorato e un grosso occhio troneggiava in primo piano. Harry volle allora avvicinarsi per poter capire meglio di cosa si trattasse. Iniziava a distinguere, in quella che all’inizio gli sembrava una macchia dorata, delle lettere. Erano molto particolari e raffinate dalla presenza di ghirigori che le rendevano tondeggianti e divertenti all’aspetto. Quando fu abbastanza vicino, riuscì a leggere con chiarezza quelle parole:

I Detector di Zio Mc Cabe sta per aprire i battenti!
Venite a trovarci numerosi alla nostra inaugurazione
e avrete l’onore di incontrare un mago di fama internazionale.
Direttamente dall’America, resterà qui in Inghilterra
fino all’ultimo bagliore di Minami!
Affrettatevi!


Minami. Il nome di quella stella continuava a perseguitarlo. Quando ne era venuto a conoscenza, avendone ignorato l’esistenza fino a quel momento, pensava che la faccenda fosse nota solo a poche persone. Eppure, più passava il tempo, più il si rendeva conto che la fama dell’astro si espandeva a macchia d’olio tanto da arrivare a coinvolgere anche gli abitanti di un piccolo e tranquillo paesino di periferia e da attirare l’attenzione di sempre più maghi provenienti da paesi stranieri. Ma perchè arrivare in Inghilterra? In fondo la Terra, grazie al ciclo della Via Lattea, si trovava interamente nel raggio d’azione della magica stella. Non era un fenomeno limitato all’Europa, anche in America avrebbero potuto assistervi e goderne gli effetti. Harry pensò che la visita di quell’americano avesse a che fare con qualcos’altro che le luci di Minami. Che fosse coinvolto negli avvenimenti legati alle apparizioni della stella? Che avesse notizie di Ron?

Doveva andare più a fondo alla cosa. Cercò in quel tripudio di colori la data e l’indirizzo dove si sarebbe tenuto l’evento e realizzò che, il negozio in questione, era proprio quello attorno al quale si era radunata quella tranquilla folla che aveva attirato la sua attenzione: era la presenza di questo ospite speciale a creare un po’ di subbuglio nella piazza di Little Winteroak.

Così riprese a camminare verso il negozio, non prima di aver indossato il suo Mantello dell’Invisibilità. Ricordava bene cosa era successo pochi anni prima quando quel ciarlatano di Gilderoy Allock era stato ospite al Ghirigoro e voleva evitare che qualcun’altro si servisse nuovamente di lui per la sua pubblicità.

L’insegna de “I Detector di Zio Mc Cabe” era così appariscente e nuova di zecca da dominare su quelle di tutti gli altri negozi che davano sulla piazza. In fondo non era così difficile: le altre erano piccole botteghe dalle insegne semplici, stilizzate, che, dall’aspetto, sembravano essere state aperte molti anni prima. Dovevano essere negozietti storici del paesino a conduzione familiare, conosciuti bene da tutti gli abitanti. Al contrario il negozio di Detector appariva nuovo, non come una bottega disordinata e polverosa, bensì elegante e raffinata.

Le persone iniziarono ad entrare in maniera tranquilla e ordinata. Harry decise di mantenersi a distanza per evitare di essere trascinato nel flusso di folla col risultato di far saltare la propria copertura.

Nel frattempo vide attraverso la vetrina che tutti i maghi e le streghe entrati, si erano riuniti davanti ad un piccolo palchetto in legno dove era stato posizionato con cura un trono. Le gambe e i bordi di quest’ultimo, erano dorati e riflettevano la poca luce che penetrava nel negozio. La fodera della seduta e dello schianale era di un rosso acceso che conferiva al seggio un aspetto regale.

Il locale era arredato con alti scaffali in legno sui quali erano stati riposti con cura decine e decine di oggetti magici. Harry riuscì a riconoscere degli Spioscopi, alcuni Avversaspecchi e Sensori segreti, ma notò che il negozio non era fornito solo di Detector come il suo nome lasciava pensare.
Gli scaffali erano divisi in settori ognuno dei quali conteneva oggetti accomunati tutti da una stessa funzione. Quello che stava guardando raggruppava “Tutti i ritrovati magici utili per scoprire inganni e segreti”. Tra questi scorse un’ampia scorta di Sonde sensitive. A dire il vero c’erano decine e decine di articoli dai nomi stravaganti dei quali ignorava completamente l’esistenza. La maggior parte di essi era di origine americana ed erano contrassegnati da una particolare etichetta colorata. Tuttavia era nella sezione contenente gli “Articoli per sorvegliare luoghi e spiare persone”, nella quale si ritrovava la maggiore concentrazione di dispositivi etichettati, tra i quali Harry riconobbe solo i Retroglass.

Distolto lo sguardo dalla merce vide un mago longilineo salire timidamente sul palco e accingersi a sovrastare il vociare provocato dalla folla lì presente. Era abbastanza giovane e aveva un viso fresco con due guance paonazze, rosse come pomodori, probabilmente per l’emozione.
Si schiarì la voce e iniziò a parlare: «Buonasera...un caloroso benvenuto a tutti i presenti...siamo qui per festeggiare...l’inaugurazione del nuovo degozio di netector».
A queste parole si udirono piccole risate alzarsi dalla folla. Anche ad Harry scappò un piccolo sorriso. Intanto il mago cercava di riprendersi dalla gaffe:
«Siamo qui per festeggiare...la nostra è una festa per... ci siamo riuniti tutti qui...»
Era visibilmente in imbarazzo. Ma d’improvviso fece irruzione sulla scena un altro mago ben più adulto del precedente e rivoltosi al più giovane, parlò cercando di mantenere il tono della voce più basso possibile:
«D’accordo Rodney, forse è meglio che tu scenda dal palco, ci penso io».
Era tozzo e grassoccio con due folti baffoni neri e pochi capelli arruffati dello stesso colore ai lati della nuca. Aveva un’aria più furba e da imprenditore.
«Streghe, maghi, studenti di tutte le età, zio Mc Cabe vi da’ il suo benvenuto nel nuovo negozio di detector qui nella tranquilla Little Winteroak! Insomma, siamo venuti a portare un po’ di scompiglio!» e su queste ultime parole strizzò l’occhio a due giovani streghe in prima fila. Poi continuò: «Qui potrete trovare una vasta gamma di detector e ogni tipo di oggetto adatto a sorvegliare e spiare i vostri amici e i vostri nemici, provenienti addirittura dall'America! Ogni vostro desiderio sarà realizzato qui da Zio Mc Cabe! ».

Era palese che ci sapesse fare con il pubblico e infatti il suo vocione riscosse un grande successo fino a meritarsi un fortissimo applauso.
«Ma adesso» continuò «veniamo alla vera ragione che ci ha fatti incontrare tutti qui quest’oggi. Vi abbiamo promesso un ospite internazionale e speciale, giusto? »

Dalla folla si levò un corò di voci dal tono emozionato che rispondeva alla domanda con un sonoro sì.

«E allora,» riprese il presentatore «è con immenso piacere che ho l’onore di accogliere qui sul palco di fianco a me, direttamente proprio dalla grande America, la più grande investigatrice del mondo magico. Credetemi, ai nostri Auror darebbe un bel po' di filo da torcere! Signore e signori, l’inconfondibile, inimitabile, elegentissima Sharon Wycliff!».

Una nuvola di fumo invase repentinamente il palco, offuscando la visuale per qualche secondo. Harry sentì le persone tra il pubblico parlottare tra loro. Alcuni erano rimasti delusi non conoscendo il personaggio appena presentato, altri invece erano in fibrillazione come se stessero per incontrare il loro più grande idolo. Il giovane Auror faceva parte della prima categoria, ma restava comunque abbastanza curioso di conoscere la strega americana e, specialmente, voleva capire cosa l’avesse spinta a viaggiare fino in Inghilterra.

Quando finalmente il palco tornò visibile chiaramente, la sagoma tozza di Zio Mc Cabe non c’era più. Harry lo intravide soddisfatto del suo successo in prima fila, intento a controllare che tutto andasse come previsto. Di fianco a lui stava anche il ragazzo longilineo ancora un po’ imbarazzato per aver cercato, senza successo, di presentare l’evento poco tempo prima.

Una nuova figura fu illuminata dai raggi filtrati dalla vetrina mentre si accingeva a sedere sul trono. Aveva dei capelli rossicci che le cadevano di poco oltre le spalle, un leggero trucco le adornava il viso allungato e armonioso, sul quale spiccavano le labbra rosee e un naso sottile. Su di esso erano appoggiati un paio di occhiali marrone scuro dalle lenti ovali dietro le quali era possibile vedere due occhi scuri e profondi. Indossava un vestito nero terminante con una gonna che arrivava poco sopra al ginocchio. Su di esso portava una giacca viola chiaro che le dava un’aria impettita. Ai piedi calzava scarpe con tacco alto nere come il vestito.

La strega fu accolta con un discreto applauso durante il quale ella potè avere il tempo di prendere posto sul trono. Poi prese le parola: «Inutile presentarsi di nuovo. Noto con piacere che qualcuno ha già sentito parlare della sottoscritta e vi ringrazio per la calorosa accoglienza nella vostra Inghilterra». La sua voce era lenta, rassicurante, dal timbro non molto caldo, ma senza essere stridula. Era molto particolare ed era un’ottima arma per captare l’attenzione, infatti, come Harry potè notare, non appena iniziò a parlare il pubblico rimase in perfetto silenzio e iniziò a seguire il discorso con molta attenzione. Intanto Zio Mc Cabe salì nuovamente sul palco e riprese la parola: «La signora Wycliff si è gentilmente offerta di darci un saggio del suo talento di investigatrice. Se c’è qualche volontario che vuole salire qui sul palco, possiamo cominciare» e un brusio di fermento si levò nella bottega. Sharon Wycliff ne approfittò per avvicinarsi al presentatore e per sussurrargli con fare severo, quasi minaccioso: «La ringrazio Mc Cabe, ma la prossima volta mi chiami Miss Wycliff».

Nel frattempo diverse persone tra il pubblico iniziarono ad alzare le loro mani per farsi vedere, segno che volevano offrirsi come volontarie. Mc Cabe, ripresosi dal rimprovero, ne scelse tre, promettendo però agli altri che, in un secondo momento, sarebbe stato anche il loro turno. Così il primo mago dei tre selezionati salì sul palco accompagnato dal proprietario che gli fece una piccola intervista. Si chiamava Chris ed era originario dell’Hampshire, ma si era trasferito a Londra quando era ancora un bambino. Sharon Wycliff iniziò a girargli attorno. Era un ragazzo grassoccio, non molto alto, dai capelli biondi e gli occhi chiari. Questi iniziò a guardare l’investigatrice in maniera sospetta. Harry non riusciva a capire se fosse spaventato non sapendo ciò che stava per accadere, se fosse solo emozionato di trovarsi davanti ad un pubblico, o entrambe le cose.

«Hampshire hai detto, vero Chris?»

«Sì...signora Wycliff» rispose timidamente. Era molto emozionato.

«Miss! Ti sarei grata se mi chiamassi Miss Wycliff» lo ammonì l’americana senza distogliere la sua attenzione dal volontario.

«Devo ammettere, Chris, » continuò «che è molto insolito incontrare un mago che sceglie come animale da compagnia una lucertola». Il ragazzo grassoccio sgranò gli occhi.

«Come fa a saperlo?» le chiese.

«Domanda interessante, caro ragazzo. Le lucertole hanno quest’abitudine di mordicchiare quando si trovano a disagio e, sulla tua tasca, ci sono impronte di una dentatura di piccole dimensioni. Evidentemente non è molto felice di viaggiare lì dentro, dovresti attrezzarti meglio»

Chris divenne rosso dall’emozione. Mise la mano nel taschino e ne tirò fuori il suo piccolo animale da compagnia. La piccola lucertolina aveva un’aria assonnata, come appena svegliatasi. Il pubblico applaudì rumorosamente. Harry stesso si era stupito delle capacità di osservazione dell’americana. Ma il fatto che si trattasse di un’investigatrice lo incuriosiva ancor di più su quelli che dovevano essere i reali motivi della sua visita nel regno inglese.

Mc Cabe ringraziò Chris, ancora meravigliato per ciò che gli era accaduto e gli regalò un Rivelatore. Chris tornò tra il pubblico e il proprietario fece salire sul palco la seconda volontaria. Era giovane, non dimostrava più di 25 anni, aveva un viso fresco e bello con due occhi profondi e dall’aria sveglia. Disse di chiamarsi Suzanne e di venire da Greenwich. Mc Cabe la fece collocare al centro, e l’investigatrice iniziò il suo lavoro. Il pubblico era nel più completo silenzio. Ad Harry sembrava di conoscerla: era sicuro di averla già vista da qualche parte, benchè quel nome non gli dicesse nulla.

La Wycliff la osservava ancora più attentamente di come aveva fatto con Chris dell’Hampshire, e, soprattutto, cercava di incontrarne lo sguardo. Non si lasciò andare a commenti o a domande, si limitò bensì a osservarla con sguardo concentrato e anche un po’ infastidito, come se avesse capito qualcosa che non le andava a genio.

L’atmosfera era tesa a tal punto che Mc Cabe era preoccupato che la sua ospite facesse fiasco, e si sforzava di sorridere per mascherare l’agitazione.

Il clima diventava sempre più teso di attimo in attimo. Passò all’incirca un minuto, ma pareva non finire mai, quando finalmente la Wycliff ruppe il silenzio: «Hai uno sguardo molto vispo e attento. Stai cercando di scrutare attentamente i miei occhi per intuire quello che penso.»

Era così in effetti. Suzanne non faceva altro che puntare, come un rapace punta la sua preda, lo sguardo dell’americana assumendo un’espressione del volto quasi di sfida. Dal canto suo la Wycliff non mostrava alcun segno di imbarazzo o soggezione, anzi, rispondeva allo sguardo sfidando a sua volta la giovane.

«Spero tu non abbia problemi con la legge per quello che sto per dire», riprese l’americana con tono solenne, «sei un’animagus.».

Suzanne non si mostrò assolutamente stupita e non accennò a voler rispondere. Si limitò a continuare a guardare l’altra donna con fare di sfida.

La Wycliff intervenne di nuovo: «Sì, hai ragione a stare in silenzio. In effetti non ti ho messa nei guai. Devi essere necessariamente registrata come animagus: tu sei la legge».

Mc Cabe seguiva la scena ansiosamente. Sembrava poter svenire da un momento all’altro. Il pubblico appariva stranito e sembrava non capire cosa stesse accadendo. Harry stesso non aveva un’immagine chiara di ciò che avveniva. Quando ad un tratto, nel locale si levò il suono di un batter di mani di una sola persona.
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Madama Marta

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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyMer Giu 20 2012, 10:22

Scrivere testi del genere e fermarsi nel punto cruciale della narrazione dovrebbe essere vietato!!! Evil or Very Mad
Devo sapere cosa succede!!!

Benché la simpatia non sia una sua dote, trovo la nostra new entry niente male. Decisamente pungente, interessante nella sua caratterizzazione ma credo che riuscirò a inquadrarne meglio il personaggio con la seconda parte del racconto perché per ora (almeno mi sembra di aver capito) abbiamo visto solo uno dei suoi tanti aspetti.

Lo svolgimento dei fatti mi piace, ottimi i dialoghi (i tuoi sono sempre azzeccati, mmm effetto delle influenze teatrali? Smile ) e la fine è tragicamente strepitosa (dico tragicamente perché mi lascia l'amaro sapore del dubbio Question )

Unica pecca secondo me: l'inizio è un po' troppo lento. Personalmente apprezzo le parti lente, le descrizioni dettagliate e un po' esasperate, ma non tutti i lettori potrebbero pensarla come me e purtroppo bisogna tenerlo in considerazione.


Ottimo lavoro come sempre Prim! Wink
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Ludovic Bagman
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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyMer Giu 20 2012, 13:05

non ho letto la prima versione.. lo ammetto...
mi basta la seconda!! Very Happy

ottimo ottimo Prim, un quadro completo e definito...
dal mio punto di vista ti dilunghi un po' troppo nella prima parte... esageratemente, ritengo, così che il ritmo diventa lento... lasciando trasparire una pesantezza non dovuta alla narrazione in sè! Wink

vediamo se ci può servire questo nuovo personaggio... Smile
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MessaggioTitolo: Re: Benvenuti a Little Winteroak   Benvenuti a Little Winteroak EmptyVen Set 07 2012, 18:01

Qualcuno forse continuava a chiedersi da diverso tempo che fine avesse fatto Sharon Wycliff, chi fosse la ragazza volontaria e chi stesse applaudendo le mani. Se non lo stavate facendo, ebbene, non dovrete neanche iniziare. Ecco a voi la seconda parte delle avventure di Little Winteroak!

«Sono veramente colpito» iniziò una voce proveniente dall’entrata. Tutti i presenti si voltarono in quella direzione. La maggior parte appariva semplicemente incuriosita, ma alcuni sembravano addirittura spaventati. Dalla sua posizione Harry aveva la visuale completamente coperta e non riusciva a vedere nient’altro che l‘agitazione dei presenti. Zio Mc Cabe aveva gli occhi del terrore, benchè anch’egli non riuscisse a vedere la scena e tirasse la giacca di Rodney perchè egli gli desse qualche informazione in più. Il ragazzo era anche lui terrorizzato e fissava il punto da cui proveniva la voce. Presumibilmente vedeva abbastanza chiaramente la scena data la sua altezza.
Il mare di folla che riempiva il negozio si mosse, aprendosi e creando un corridoio che conduceva dalla porta d’ingresso al palco. Nella stanza risuonavano unicamente il battito di mani e un rumore di passi che non poteva essere prodotto da due soli piedi. Sharon Wycliff aveva distolto lo sguardo dalla giovane Suzanne, volgendolo verso la platea. A differenza di tutti gli altri il suo volto non era attraversato da alcuna forma di paura o di curiosità, anzi, guardava gli uomini avvicinarsi sorridendo in maniera sarcastica e soddisfatta. Fu proprio lei a rompere il silenzio con tono sardonico: «Ma certo, la piccola Auror Animagus qui accanto a me non poteva essere sola. Vicecapo Merlin, qual buon vento?». Harry rabbrividì: l’uomo che stava avanzando era il fantomatico Auror di pattugia Augustus Merlin di cui aveva sentito parlare. E finalmente riconobbe in Suzanne l’Auror Cassandra Marshall che aveva conosciuto qualche tempo prima. Merlin aveva smesso di applaudire. Adesso era visibile anche ad Harry con la sua media statura, un accenno di barba, probabilmente una dimenticanza di quel mattino, un po’ brizzolata come i capelli arruffati e il lungo impermeabile nocciola sul quale era posto un mantello marrone. Avanzava fiero e lento, senza accennare imbarazzo o timore, accompagnato ai lati da Dorian Wilkinson e Christopher Griffiths.
«Diciamo che» iniziò Merlin, sarcastico anch’egli «passavamo da queste parti e avevo voglia di mettere alla prova le sue rinomate capacità deduttive».
«Onoratissima della sua attenzione.» rispose a tono l’investigatrice «Anche se trovo vi siano attività molto più entusiasmanti. Se le va c’è un pub proprio qui accanto, dicono abbia un’ottima riserva di whisky» e accompagnò la frase con un altro sorriso beffardo.
Wilkinson fece una smorfia per trattenere una risata. A quanto pare anche l’americana aveva qualche informazione sul suo interlocutore.
Mc Cabe, che ormai era stato raggiunto dagli Auror, non perdeva un attimo della conversazione, spostando lo sguardo ora sulla sua ospite, ora sul vicecapo. Aveva l’espressione di chi si trova tra due persone pronte a dar luogo a una rissa e ha intenzione di fermarle in tempo. Anche il pubblico seguiva con grande attenzione il dialogo. La tensione era al massimo.
Dopo aver ammonito con lo sguardo il suo sottoposto, Augustus Merlin si rivolse proprio al proprietario della bottega: «Signor Mc Cabe, sarebbe così gentile da accompagnare tutti i suoi ospiti fuori dal negozio? Per scusarsi regali un paio di Retroglass a tutti i presenti gentilmente offerti dal Ministero, poi mi dirà di quanto deve essere risarcito. Mi scuso per il disagio ma noi e la signora Wycliff dobbiamo parlare di un paio di cose» e detto ciò lanciò un’occhiata severa all’investigatrice che rimase impassibile.
Il proprietario eseguì gli ordini alla lettera e in pochi secondi nel negozio erano rimasti soltanto i 4 Auror, l’americana e Harry ben nascosto sotto il suo mantello. Mc Cabe e Rodney tornarono e consigliarono ai presenti di accomodarsi nel retrobottega, onde evitare spiacevoli inconvenienti causati dall’accidentale messa in funzione di qualcuno degli articoli esposti. Fecero quindi strada agli ospiti e si congedarono. Inavvertitamente Rodney lasciò la porta del retrobottega aperta e questo consentì a Harry di intrufolarvisi. Successivamente Griffiths pose rimedio alla disattenzione del mago longilineo, chiudendola e, allo stesso tempo, rischiando di scontrarsi con Harry, che fece appena in tempo a farsi da parte.
Nella stanza c’erano dei piccoli scaffali con libri contabili e al centro un grosso tavolaccio attorniato da 2 sedie, una per ogni lato. Sharon Wycliff si accomodò senza problemi e Merlin si sedette sull’altra sedia. Il resto degli Auror gli rimase accanto all’inpiedi. Harry si accovacciò davanti ad una delle pareti laterali, proprio sotto l’unica finestra dell’ambiente.
«Finalmente possiamo fare due chiacchiere, la cerchiamo da un po’»
«Sarei potuta fuggire appena sentito il vostro fiato sul collo, e, mi creda, Vicecapo, il suo si sente da molto lontano con quell’odore di whisky incendiario».
Merlin guardò severo Wilkinson, prevenendo la sua risata e l’Auror si trattenne. Incassò la provocazione senza cederle e continuò come se niente fosse: «Mi dica, è al corrente di quanto accaduto lo scorso 5 Settembre?»
L’americana si tolse gli occhiali e accostò la mano in cui li teneva al mento. Alzò poi lo sguardo come per ricordare ripetendo sottovoce la data appena comunicatele.
Rivolse infine nuovamente lo sguardo verso il Vicecapo e sentenziò, mentre si rimetteva gli occhiali: «No, non mi viene in mente nulla per quella data»
Merlin ridacchiò ironicamente e pazientemente commentò: «Sarà bene rinfrescarle la memoria allora. In quella data ben 4 dei nostri Auror sono stati misteriosamente assassinati nella Foresta Proibita»
Harry rabbrividì. Quell’episodio era quello a cui aveva accennato Kingsley una delle ultime volte che lo aveva incontrato.
Sharon Wycliff non si mostrò affatto preoccupata o meravigliata e mantenendo la calma rispose: «Non c’è bisogno di interpellare un’investigatrice della mia fama per capire che è stato un incidente. Ci sono così tante belve in quel posto, evidentemente hanno infastidito qualche centauro»
«Oh no, Sharon...»
«Per lei sono Miss Wycliff, Vicecapo» lo interruppe.
Merlin fece finta di nulla: «I nostri Auror sono addestrati per cose del genere, non sarebbero stati abbatuti. Oltretutto i corpi non mostrano alcun segno di danno fisico. L’omicidio è stato compiuto con l’Anatema che uccide»
Sharon Wycliff iniziò ad applaudire beffardamente: «I miei complimenti, davvero. Una deduzione degna di questo nome. Lei sì che è un vero Auror!»
«Signora Wycliff, la prego di non mancarmi di rispetto o altrimenti potremmo condannarla per inquinamento delle prove. Sappiamo che è stata sulla scena del crimine prima di noi»
«Miss, Miss Wycliff, la prego. » puntualizzò la detective «Vuole accusarmi? E allora chiedo di vedere un avvocato»
Griffiths intervenne: «Signora...»
«MISS!» sbottò l’investigatrice «Miss! Come devo farvelo capire?»
Griffiths rimase in silenzio nel più completo imbarazzo. Merlin riprese la parola: «Wycliff, la prego di collaborare. Se ci aiuta le promettiamo protezione e non verrà denunciata per alcuna accusa»
L’americana guardò timidamente a terra, come indecisa sul da farsi. Mise quindi la mano nella tasca della giacca e ne trasse fuori un taccuino color ocra, stropicciato e bruciacchiato sull’angolo destro in alto. Lo gettò quindi sul tavolaccio con disprezzo e si alzò. Cassandra lo arraffò repentinamente come un falco si appropria della sua preda e lo iniziò a sfogliare. Lo porse verso Merlin che scostò la testa per leggere anch’egli, mentre gli altri due si spostarono alle spalle della ragazza e del Vicecapo per partecipare alla lettura. L’investigatrice iniziò: «L’ho trovato nella tasca di uno dei vostri cadutii. Su quel taccuino dice di chiamarsi Jerome Raydor. Non vi troverete nulla, l’ho già spulciato da cima a fondo»
«Questo lo lasci sentenziare a noi» decretò severo Augustus Merlin
«Disse uno di coloro che hanno ignorato il ritorno di Lord Voldemort» sentenziò la Wycliff.
Nel sentire quel nome Cassandra Marshall e Wilkinson sbarrarono gli occhi dalla paura. Griffiths e Merlin rimasero apparentemente calmi, benché quest’ultimo pregò subito l’americana di non pronunciare il nefasto appellativo.
Merlin si alzò e accennò ad andarsene seguito dai suoi fidi segugi. Ma dopo appena due passi si rigirò verso l’americana, alzatasi anch’ella e le disse: «Lei scherza Miss Wycliff. Ma la faccenda è molto più seria di quello che pensa. Veda di non impicciarsi e ne resti fuori. Faccia i suoi spettacolini da quattro soldi per negozi e teatri, ma non cerchi di fare azioni eroiche, non servirebbero a nulla». Quindi girò nuovamente la testa verso l’uscita ma fu fermato dai passi dell’americana intenta ad avvicinarsi al gruppo di Auror: «Caro Vicecapo, lei sa benissimo di non avere nulla tra le mani per venire a capo degli omicidi e rapimenti che si stanno verificando nelle notti in cui la stella brilla. Io, posso superarvi non appena voglio. Mi basta un piccolo indizio, una misera testimonianza per trovarmi molto più avanti di voi. Ne verrò a capo, e di sicuro prima di lei, Vicecapo. Qualcuno sta commettendo ingiustizie sui più deboli per arrivare a chissà quale pazzo scopo e chi dovrebbe fermarlo non lo fa. E Sharon Rose Wycliff lo prenderà, ma certamente non per lei o per qualche suo tirapiedi la cui fonte più grande di divertimento è prenderla in giro facendo leva sul suo vizio di attaccarsi alla bottiglia». Wilkinson abbassò lo sguardo con aria colpevole mentre i due rimasero a guardarsi negli occhi per una manciata di secondi nel più completo silenzio quando finalmente Merlin esclamò con tono scostante: «Buona giornata, Miss Wycliff» ed uscì dal negozio assieme al suo team di Auror.
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