Ok, non so come sono finita qui
So solo che un giorno avevo voglia di scrivere..e questo è quello che n'è uscito!
Non so se ne scriverò un seguito, era solo un passatempo!
Intanto spero vi piaccia..poi si vedrà!
In viaggio per Hogwarts..
Ormai suo padre era lontano, e Albus non riusciva più a vedere la mano che si muoveva per salutarlo. Prese le sue cose e andò a sedersi in uno scompartimento vuoto insieme a Rose. I due cugini erano molto legati e passavano sempre tanto tempo insieme. Era una fortuna essere a Hogwarts lo tesso anno! Al però era terrorizzato. Non essere un Grifondoro non solo sarebbe stato un disonore per la famiglia, pensava lui, ma voleva a tutti i costi essere nella stessa Casa della cugina. Infatti, ne era sicurissimo, Rose avrebbe continuato la tradizione, anche se non poteva sceglierlo. Lei era fatta così.
Stava molto bene, pensò, con la nuova divisa. Però notò subito che anche lei provava una certa emozione, forse paura.
<Tutto bene?> le chiese. <S-sì..credo. E tu?>
<Non molto..> rispose cupo. <Dai Al, su con la vita!
Ci siamo! Stiamo andando a Hogwarts! [cit. mi sembra xD] > <Giusto, non c’è motivo di essere tristi!> disse e fece un bel sorriso.
Passò qualche ora, durante le quali i due cugini parlarono di come sarebbe cambiata la loro vita, di quello che avrebbero visto e fatto.
Quando passò il carrello uscirono dallo scompartimento e non fecero in tempo a scartare una confezione di Cioccorane, che videro James con alcuni del primo anno, intento a raccontare qualcosa. Rose non ebbe esitazioni e si avvicinò, seguita a ruota da Albus.
<..quindi, mentre stava per essere ammazzato, riuscì a salvarsi grazie all’incantesimo più inutile del mondo! Così..
Expelliarmus!!> James aveva disarmato un bambino spaventato, terrorizzando tutti i suoi compagni, ma creando anche una certa ammirazione.
<Che stai facendo?> chiese Rose stizzita, ergendosi in tutta la sua altezza.
<Oh, niente. Racconto ai piccoletti di quanto mio padre sia grandioso, di come abbia sconfitto quel cattivone e di come
io abbia ereditato tutto il suo talento> concluse altezzoso.
<James, perché devi vantarti così?> Al non sopportava che il fratello raccontasse tutte quelle cose sul padre, non lo trovava giusto.
<Beh, fratellino, potresti farlo anche tu! E pure tu Rose, è pur sempre tuo zio. E anche zio Ron e zia Hermione sono degli eroi. Ragazzi, approfittatene!> e detto questo se ne andò, seguito a ruota dai suoi scagnozzi.
<Sono disgustata! Tu no? Al… Al, ci sei??> Ma il ragazzo non la stava ascoltando. Aveva sempre ammirato suo padre e gli voleva molto bene, come anche a suo fratello. Ma quello che aveva detto James lo aveva toccato. “..e di come
io abbia ereditato tutto il suo talento”. Non gli era piaciuto, no. Certo, suo fratello era molto dotato. E lui? Anche lui sarebbe stato all’altezza di un così grande nome? Oppure avrebbe umiliato la sua famiglia? E poi c’era Rose. Lei di certo sarebbe stata la migliore in ogni materia, come Hermione. Lui non sarebbe stato altro che un parente di Harry e James Potter e di Rose Weasley. Nient’altro.
Fu riscosso da quei pensieri dalla cugina che lo aveva strattonato, riportandolo nel loro scompartimento. <Mi dici che succede?> e Al non riuscì a tenerglielo nascosto. Si era sempre sfogato con lei, le aveva sempre detto tutto, perché ora doveva essere diverso? E lei ascoltava, a volte annuendo, altre sorridendogli. Quando ebbe finito parlò lei <Al> e lo disse con lo stesso tono di sua madre <Tu non sei solo un nome. Tu sei un ragazzo fantastico e, ne sono certa, un grande mago. Per cui non preoccuparti, né per James, che è solo uno sbruffone, né per tuo padre, né per me. Vedrai che non sarà così> e finì ammiccando.
E questo per lui era il più grande dei conforti.