Informazioni film Hp7/8

ecco il momento più commovente



Lo guarderò fino a quando finiranno le lacrime

Fino ad ora sono uscite 23 recensioni, tutte positive. Speriamo bene.

Vero!
Mamma mia che bella premier ieri! Do i voti anche agli attori, posso? Di come si sn comportati ieri xD

Rupert: 9 (continuava a mettersi a posto il ciuffetto -.-")
Matthew: 9 (mi sta simpatico! )
Jason: 7 (se la tirava troppo, non so se mi spiego >.<)
Tom: 9 (insomma, mi spiace solo che non sia stata trattenuto tanto quanto lo è stato Daniel)
Micheal: 8 (non ho ben capito cosa ha detto xD)
Evanna: 10 (bella, simpatica ed emozionata)
Julie: 9 (mi fa ridere quando spiega perché le è piaciuto il "bitch")
Oliver e James: 10 (loro sono gli unici simpatici che continuavano ad andare dai fans )
Helen: 8 (anche lei, mi sembrava molto sicura, e troppo antipatica, scusate >.<)
Domhnall: 8 (non ho ben capito cosa ha detto >.<)
Warmick: 9 (molto simpatico, spontaneo e veritiero: gli è piaciuta più la parte cattiva xD)
Bonnie: 9 (a me non piace, però è stata carina anche se è stata poco trattenuta!)
David Yates: 7 (l’hanno ringraziato tutti, ma io sono di parte! xD)
Steve Close: 8 (mi piace, è simpatico )
David Barron: 9 (soprattutto per la fine)
Robbie: 9 (anche lui molto simpatico e piacevole)
Jim: 8 (l’abbiamo capito pure noi che hai avuto un ruolo secondario, a causa del tuo personaggio xD Però la tua voce era stupenda *_________*)
Emma: 10 (bella, brava, simpatica. Ho pianto pure con lei alla fine )
Ralph: 10 (grande, e sono felice che si sia abituato al naso xD)
Imelda: 9 (anche lei simpatica e divertente)
L’attore che interpreta Arthur: 7 (booooooooo…)
Helena: 9 (forse un po’ fredda all’inizio ma poi s’è aperta ed è stata simpatica )
David: 7 (no, non m’è proprio piaciuto. Sia alla premier di mercoledì che di giovedì aveva quell’odiosa gomma da masticare in bocca, dava i nervi)
Alan: 10 (sublime e simpatico )
L’attore che interpreta Scabior: 8 (ho capito na’ mazza -.-“)
Meggie: 9 (purtroppo però, non mi pare sia stata intervistata )
Natalia: 9 (nemmeno lei intervistata, ma abbastanza simpatica!)
Daniel: 8 (insomma, carine le battutine sugli occhiali, ma… che faccia da rinconglionito >.<)

JOANNE: 100 (semplicemente lei è una delle persone più speciali, lei che si è commossa, lei che brillava su tutti, tutto sembrava arrivare da lei

Nuovo spot TV

Nuova clip: Neville sul ponte di legno

Due clip sulla Stanza delle necessità

Il trio sul drago

Nuova Recensione

Harry Potter e i doni della morte: Parte II, si apre dove la prima parte ci ha lasciato, con voldemort che prende la Bacchetta di Sambuco. Come la storia acquisisce un ritmo sempre piu incalzante, e‘ una vera e propria gara. Harry, Ron, ed Hermione devono riuscire a distruggere tutti gli horcrux prima che voldemort li trovi

La caccia li porta alla Gringott per cercare nella camera blindata di Bellatrix Lestrange. E 'questa sequenza che utilizza al meglio l'aspetto 3D del film, come quando i personaggi sono nel carello e si fanno una specie di giro sulle montagne russe, e infine anche nel volo con il drago. Nella maggior parte del resto del film, l'elemento 3D non ha aggiunto alla storia alcunche, in qualche modo, sentivo che era un elemento di distrazione. Certo io non sono una fan di film in 3D, in ogni caso, nel complesso credo che l'uso del 3D sia stato inutile, anche se posso capire la tentazione ad usarlo. Immagino che si potrebbe dire che è stato sottovalutato - non ha portato nulla al film per migliorarlo. Non aiuta che in alcune scene che sembrano come se fossero aggiunte esclusivamente per il fattore 3D.

Le performance per il film finale sono sicuramente in netto miglioramento. Helena Bonham Carter è di una vena comica elisarante, nelle scene in cui deve interpretare Hermione/Bellatraxi nella sequenza della Gringott. Ralph Fiennes mostra sottilmente a noi un Voldemort che sta lentamente perdendo aderenza e diventa sempre più disperato, quando si rende conto di ciò che lo sta intaccando. Matthew Lewis ottiene ha alcuni momenti davvero meravigliosi con il suo Neville, un discorso in movimento nel cortile di Hogwarts, che sicuramente porterà una lacrima. Maggie Smith è una forza da non sottovalutare quando è la McGranitt e da i comandi, creando momenti che faranno venire la pelle d'oca.

Il più impressionante di tutti è Alan Rickman, che viaggia dalla storia di Piton, pensando di conoscere l'uomo che ha dato la vita per proteggere il figlio della donna che amava. I rapporti tra Piton con Silente, James Potter, Lily Evans e Harry Potter sono pienamente esplorati e spiegati in una sequenza di scene che lasciano intravedere la chiave per la sopravvivenza di Harry quella fatidica notte in Godric Hollow. Ci sono momenti in cui la sua performance farà veramente rompere il vostro cuore.

La battaglia di Hogwarts è veramente degna della parola epica. Dal set che crollano, alla gamma di statue coinvolte nella guerra. Il team di produzione non hanno chiaramente perso una serie di occasioni per far finire con il botto questo franchise. Alcuni film possono fallire se mostrano molte scene d'azione, ma qui c'è sempre un personaggio riconoscibile dentro tutto quello che sta succedendo, mantenendo la vostra attenzione e, soprattutto, la vostra empatia. La morte di personaggi chiave sono soffermate, ma lasciando il tempo sufficiente per riconoscerli, ma non abbastanza. Tutti i momenti chiave ci sono e l'umorismo viene utilizzato in intervalli appropriati per contrastare le note più dark. Il tanto atteso bacio tra Ron e Hermione è un punto culminante: è carino, senza essere romanzato.

Il film si conclude, come il libro, con l'epilogo, di cui è stato fatto un re-shoot a dicembre. Mi sono divertita nel film. La cosa si è concentrata più sui bambini e sugli ormai adulti, e infine, interessano di più. Ho anche il sospetto che le protesi per invecchiare gli attori siano migliorate, Harry, Ron e Hermione non sono più quei vecchi che abbiamo visti paparazzati a maggio, ma sono dell'eta che deve avere.

Harry Potter e i doni della morte: Parte II è in definitiva un film basato sulla forza dell'amore e del perdono. Il film non può essere potente come il libro, ma confeziona un pugno fermo. Ho il sospetto che entrambe le parti dei Doni della Morte, funzionino meglio come film unico anzicchè come due parti distinte.

Altra recensione by Total film

"Hogwarts è cambia", spiega un ferito e malconcio Neville Paciock (Matthew Lewis) non appena accoglie i compagni piccoli maghi Harry (Daniel Radcliffe), Hermione (Emma Watson) e Ron (Rupert Grint) tornando alla volta dell' illustre Scuola di Magia e Stregoneria.

Lui non sta scherzando. Dalla sequenza di apertura in cui gli studenti marciano in ranghi e file tramite un cortile nebbioso, circondato da un'orda di Dissennatori, alla battaglia di chiusura monumentale che si riduce a macerie fumanti, questo certamente quell'aria tiepida e calda di casa a cui siamo abituati. Un film intenso di assedi in gran parte all'interno del cortile della scuola, Uno benefici dei Doni della Morte: Parte 2 è sicuramente il fatto di esser ritornati a casa, che nella prima parte si faceva sentire questa mancanza. C'è un particolare sguardo i dettagli, dovuti al ritorno alla regia di David Yates che rivisita i luoghi apparsi nei capitoli precedenti - come l'imponente stadio da, la Stanza delle Necessità, la splendida Sala Grande. La fonte della carneficina? lo psico/Serpentine Lord Voldemort (un delizioso mattivissimo Ralph Fiennes), che finalmente arriva allo scontro finale con la sua giovane nemesi, mentre è arrivato ad Hogwarts per distruggere gli oggetti che truffano la morte, i suoi Horcrux. Con tre gia distrutti, il trio torna ad Hogwarts, dove Harry è costretto a resistere all'attacco di Voldemort e il suo esercito di Mangiamorte.

Proprio come la seconda metà del culminante libro di JK Rowling, Yates ha lasciato molto affinchè si risolva e molti fili sciolti da legare. Per fortuna, lui è stato all'altezza del compito. Con poco più di due ore, I Doni: Parte 2 è la più breve pellicola della serie ed è anche la più coesa, esilarante e emotivamente soddisfacente capitolo finale che va in qualche modo a convalidare la decisione di dividere il libro in due film.

Dopo un inizio entusiasmante che vede il trio fare irruzione nella Gringott, la banca che era stata definita impenetrabile, più o meno si passa poi direttamente in battaglia. Radcliffe, Grint e Watson sono ammirevoli, ma è da numerosi personaggi che ritornano dal passato che rubano la scena a i tre protagonisti. Come la doppiezza del personaggio del professor Piton, Alan Rickman conferisce una forte e cruciale, esposizione ad alcuni flashback. Maggie Smith sorprendentemente una tosta McGranitt guida la resistenza con abbandono vertiginosità, mentre Helena Bonham Carter è esilarante mentre impersona la Watson che ha preso la Polisucco per essere Bellatrix. E poi c'è Julie Walters, che vanta la madre di tutte le battute.

Con così tanto da fare e così poco tempo, è sfortunato (se non sorprende) che alcuni favoriti della serie - il professor Jim Broadbent il maldestro di Lumacorno, Emma Thompson la Cooman - vengono messi sullo fondo. Ma è una testimonianza della qualità del cinema che film come questi presentano diano anche poco tempo sullo schermo.Yates tratta saggiamente questi personaggi, ma non come dei cammei, ma come parte integrante dell'universo riccamente popolato di Hogwarts quindi perché non avrebbero dovuto essere lì?

I titoli di coda sono impressionanti e sporgenti, farciti con i nomi dei migliori attori della Gran Bretagna, questo va solo a dimostrare che, a differenza di Transformers e di alcuni film di questo mondo, questo è un blockbuster con un peso reale. Il meglio si ha, nella fuga con il drago dalla Gringott, la caccia all'Horcrix nella camera infuocata che sta per inghiottire il trio e duello tra Harry e Voldy. Questo è il cinema su larga scala . Si vede anche che il franchise sta riscoprendo la sua magia - con i soldati di pietra incantati, colossali creature e magie in abbondanza, Yates e il suo equipaggio offrino un sacco di belle creazioni artigianali e in CGI compiuterizzato, per il piacere dei nostri occhi (in grigio, ma non intaccata, dall'inutile conversione in 3D).

Lo Spettacolo è importante, ma è rassicurante vedere Yates e lo sceneggiatore Steve Kloves non aver trascurato i momenti più piccoli. L'orrore di vedere un lupo mannaro assetato di sangue sulla giugulare di una giovane Grifondoro, per esempio, ci ricorda quello che tutti i combattimenti sono. Questa è la guerra - la gente muore, i sacrifici si devono fare Ma la malinconia è pervasa da una manciata di momenti emotivi come il primo bacio di Ron e Hermione nella Camera dei Segreti o come la camminata verso la foresta fatale di Harry circondato dai suoi cari defunti.

Anche se il film è legato/attaccato alla fonte scritta della Rowling, alcune omossioni della sottotrama era inevitabile: il riferimento a Teddy il figlio di Lupin, la manta conoscenza del rapporto tra Silente e il mago oscuro Gellert Grindelwald (povero Jamie Campbell Bower, brevemente intravisto nella parte 1 nel ruolo del giovane Grindelwald che finisce sul pavimento della sala di montaggio).

Eppure, questo rimane uno dei film di Potter tra più accessibili - a nudo fa i bagagli e ci lascia con un'epica battaglia del bene contro il male. Coloro che non amano Harry Potter non cambieranno idea, ma per coloro che sono statati compagni di Harry da 10 anni con sette film, questa è una fina veramente ottima per un franchise fantasy così amato.

Verdetto:
Spettacolo di fusione ed emozione in un capitolo entusiasmante finale, il regista David Yates assicura la fine della saga con un botto. Niente è meglio di finali come questo.

VOTO
4/5 stelle

Recensione by Empire Magazine

E 'difficile esprimere quanto l'ultimo film di Harry Potter sia importante per i suoi fan, e quanto sia importante finire la serie con la nota giusta. Dopo dieci anni, otto film, quattro registi e oltre 6 miliardi dollari al box office, si tratta di questo. Il film finale ha rappresentato una sfida enorme per i suoi creatori, i quali erano tenuti a destreggiarsi tra scene d'azione gigantesche, di peso emotivo e do gite nella metafisica per spiegare la trama labirintica. Grazie a Silente, poi, che il regista David Yates e lo sceneggiatore Steve Kloves hanno gestito una ultima spinta erculea per finire le cose in grande stile.

La più breve pellicola tra le otto, si basa solo su metà dell'ultimo libro, ma ha una trama alta quanto una montagna da scalare. I ritagli di un'anima divisa dal cattivo Lord Voldemort, sono nascosti negli "Horcrux" che devono essere trovati e distrutti - un processo che coinvolgerà una rapina in una bancabanca, un drago e un grande serpente morto. I misteriosi "Doni della Morte", tre potenti artefatti che consentono a chi li possiede di vincere la morte, devono essere scoperti e sostenuti. Voldemort stesso deve essere ucciso e ci deve, sicuramente,una battaglia gigantesca che coinvolge tutti i personaggi superstiti visti in tutto il franchising. Meno cattivi devono ottenere la loro giusta punizione, gli eroi deve cadere, e Ron (Rupert Grint) e Hermione (Emma Watson) hanno bisogno di una stanza per fare le loro cose.

Ciò che colpisce è che, qualora primi film ruotava intorno alla risuluzione di un mistero, questa volta il tutto si sposta verso una guerra senza perdere la sua enfasi sui personaggi e le emozioni. Le scene di battaglia sono opportunamente spettacolaro, con Hogwarts sotto attacco da un esercito di Mangiamorte, Dissennatori, giganti e bestie- Il castello è difeso da un piccolo numero di persone che fanno la differenza tra studenti e insegnanti. Gli effetti speciali non sono mai stati meglio, ma niente e meglio della verità, ne esplosioni ne altro, solo momenti di umanità La verità di Alan Rickman ovvero il beffardo professor Piton è finalmente scoperto, forse in una delle sequenze più commoventi dell'intera saga, mentre Ralph Fiennes ci mostra l'intera gamma di emozioni del genio di Voldemort e la sua follia e Maggie Smith, la professoressa McGranitt si rivela come il tosta, la bastardo dentro che abbiamo sempre sospettato che fosse.

Ma questa è l'ora di Daniel Radcliffe, con Hermione e Ron con ruoli si supporto, Harry deve andare avanti verso il suo destino.I suoi scontri con Voldemort sono brutali - c'è uno scontro tra un uomo e un bambino, anzicchè uno scontro tra pari. Nonostante Radcliffe rimanga frenato come attore, che a questo punto è anche una caratteristica del personaggio, la sua performance ha momenti di brillantezza. Per esempio quando entra nella sala Grande e vede una devastante visione di tutti quelli che sono morti per lui, i suoi occhi registrno un corpo dopo l'altro, vede amici morti e feriti. E infinitesimale come performance ma è la migliore che io abbia mai stato.

Detto questo, la finezza non è l'impressione schiacciante. La grande rivincita dell signora Weasley (Julie Walters) è frazionata, ma fatale, e molti altri personaggi minori dicono solo qualche frase, ma brillano comunque.Certo, questo è in linea con l'atteggiamento disinvolto del libro ma è un difetto che il film avrebbe potuto correggere. E 'uno di quei casi che ti lascia a desiderare, ma è una sensazione insolita in partenza, da un film di Harry Potter.

Verdetto
Un degno addio che racchiude tanta azione quanta ce n'era nei sette film precedenti e riesce a non ristagnare nell'emotivo. Harry Potter ci lascia come un silenzioso, pacato, eroe con vestiti di velluto per le ere a venire.

Alcune mini-recensioni


Recensione by Hollywood Reporter

Una conclusione soddisfacente... che giustifica appieno la decisione, in precedenza ritenuta puramente commerciale, di dividere in due parti l'ultimo libro. È un finale entusiasmante e - per usare un eufemismo - ricchissimo di azione. Piacerà a tutti i fan. Yates, che nei film precedenti era sembrato troppo diretto e asciutto, qui dispiega invece il suo pieno potenziale, orchestrando un'enorme scacchiera di eventi con finezza impressionante e una più intensa composizione drammatica. Steve Kloves ha avuto un lavoro difficile, perché ha dovuto inserire molti personaggi senza sacrificare il ritmo: quest'ultimo capitolo suggerisce un'attenzione ancor maggiore del solito all'equilibrio narrativo. Semplicemente, è chiaro che la troupe ha sentito la responsabilità di far bene il suo lavoro, e ci sono riusciti. Il 3D si sposa molto bene con i tanti effetti visivi, ma anche con la profondità che Yates conferisce a molte scene. Il duello finale tra Harry e Voldemort, due contendenti di pari forza, si compone di una serie di fasi distinte, che rivelano gli ultimi strati di informazione. Ed è ben alleggerito da tocchi di umorismo.

Recensione by Telegraph

Forse, la più grande vittoria di quest'ultimo film è che riesce a colmare le lacune della scrittura di JK Rowling, che nell'ultimo volume non era riuscita a trasmettere il necessario senso di epicità: ma qui Yates tramuta la battaglia finale in uno spettacolo davvero terrificante. Una prova cinematografica monumentale, e non è la fine. Come potrebbe esserlo? Nell'ultima scena sappiamo che, anche se non ci saranno altri libri, questi personaggi vivranno con noi per sempre.



Recensione by Variety

Va visto e giudicato come la seconda metà di un unico lungo film. Ma per certi versi, la seconda parte si regge sulle sue gambe: con il suo ritmo accelerato, il flusso incessante di azione e duelli, la Parte 2 sembrerà alla gran parte degli spettatori molto più entusiasmante e coinvolgente della più lenta e atmosferica Parte 1. Yates riesce a far convergere gli innumerevoli filoni drammatici, tematici, romantici, emotivi e musicali dei sette film precedenti. E per tutto il tempo, Yates e Kloves si prendono molte libertà - e molto intelligenti - con il testo sacro di JKR, in particolare durante il lungo e devastante assedio a Hogwarts (che era destinato a riuscire meglio sullo schermo che sulla pagina). La differenza più interessante rispetto al libro è che Voldemort si sente indebolito ogni volta che viene distrutto uno degli Horcrux, il che permette al digitalmente sfigurato Fiennes di introdurre - in modo sconcertante - un'ombra di vulnerabilità nel suo ritratto del Male implacabile.

Recensione by Daily Mail

Tutta la saga ci ha condotti fino a qui, e poteva facilmente essere una delusione. Ma la lotta tra bene e male è più che soddisfacente: è entusiasmante.Ho passato tutta la carriera a osservare e studiare gli attori, e per me è stato bellissimo veder crescere i tre protagonisti di Harry Potter. Certo, Daniel Emma e Rupert erano un po' legnosi alla prima apparizione; ma sono diventati interpreti che continuerò a seguire con piacere.Ho contato 1132 nomi nei titoli di coda: tutti - attori, produttori, tecnici, specialisti - sono tra i migliori professionisti del cinema britannico. E ora restano senza lavoro. Ma che bel modo di andarsene.

Cioè.. Notizie più belle di queste?

Nuova clip! La battaglia!



Non ho resistito ed è

Intervista a Daniel

SnitchSeeker: Ci è stato riferito che a Kate Winslet fu chiesto di interpretare la Dama Grigia, ma lei rifiutò. Chi sta interpretando questo ruolo e com’è stato recitare con lei per una scena?
Daniel Radcliffe: Purtroppo non è ancora stato annunciato, quindi non posso davvero parlare. Siate certi che è un’attrice Britannica meravigliosa il cui nome è noto e tenuto in alta considerazione da un sacco di gente. Qualcuno con cui, personalmente, ero entusiasta di lavorare. Lei è splendida nel ruolo e trasmette la solitudine, il senso di diffidenza e la rabbia amareggiata che quel personaggio ha bisogno di avere. Io in realtà non avevo sentito il rumor di Kate Winslet. Penso che se fosse stato vero, non sarei stato in grado neanche di guardarla negli occhi. Sono troppo innamorato di lei. Così, in un certo senso, credo sia un bene che non sia accaduto altrimenti penso che la mia perfomance sarebbe andata a pezzi.

Qual è stata la parte fisicamente più difficile [nei Doni: parte 2]?
Dan: La roba alla Gringott, nella camera blindata dei Lestrange dove tutti i tesori si moltiplicano, è stata davvero difficile. L’abbiamo girata con delle piattaforme mobili sul set in modo che il tesoro si moltiplicasse, queste piattaforme si muovono e io sarei dovuto saltare su quella successiva, e quella successiva ancora… non credo che i miei muscoli del polpaccio abbiano mai lavorato così duramente. Così è stata una cosa fisicamente piuttosto impegnativa.

Com’è stata Helena Bonham Carter nei panni di Hermione?
Dan: È stata molto, molto divertente. In realtà è stata una delle mie scene preferite da girare. Warwick Davis, Helena e Rupert tutti sul carro per andare alla camera blindata. Naturalmente Helena e Warwick sono stati istericamente diversi, entrambi. […] Helena è folle e geniale, tutto ciò che il popolo inglese ama. Così è stato molto divertente. Anche la scena in cui lei da frustate al drago è stata divertente. In quella parte io e Rupert eravamo bagnati fradici. È stato molto esilarante. Helena come Hermione è molto, molto divertente. O meglio, Helena si sentiva molto confusa.

Aveva da essere anche un po’ del suo personaggio?
Dan: Sì, sì. Sì, certamente ha fatto quello che normalmente avrebbe fatto Bellatrix.

La Prima Parte è più un road movie. E’ stata un’ inesperienza davvero diversa nell’interpretare Harry?
Dan: Assolutamente. È un film molto diverso. È bizzarro, in un certo senso. Non penso che siamo stati consapevoli di quanto fosse diverso, al momento delle riprese. A quei tempi facevano delle scene come ogni altra. Non stavamo a pensare quanto differente sarebbe apparso alla fine. Ma poi quando ho visto il trailer e altri filmati, ho capito di quanto diverso sarebbe stato perché non abbiamo mai visto i personaggi in contesti così diversi. Pensa sia una delle cose che rendono la prima parte così eccitante. Vedete questi personaggi spogliati dal loro ambiente confortevole e sicuro, e di colpo fuori, nel deserto insieme. Il primo, oltre ad essere un road movie, è una situazione diversa, si impara molto di più dai personaggi. È una vera e propria esplorazione dei rapporti tra di loro e dei difetti - in particolare Harry e Ron,perché Hermione è come sempre la voce della ragione. Trasmette sensazioni molto diverse.

Puoi parlare un po’ della battaglia finale e delle emozioni di Harry che, andato via, ritorna e trova Hogwarts in battaglia e in fiamme?
Dan: È una cosa bizzarra. Non è tanto la scena del cortile in battaglia ad essere stata emozionante, in realtà lo è stato vedere la Sala Grande distrutta e trasformata in un ospedale da campo. Il momento più emozionante e sconvolgente. La Sala Grande è un simbolo e vederlo distrutto è bizzarro. Le emozioni per tutti noi sono arrivate alla fine quando abbiamo portato qualcosa a casa dal set. Triste che fosse, ci ha dato la consapevolezza di quanto fosse importante ottenere quel diritto. E quanto dobbiamo a tutte le persone che ci hanno sopportato per così tanto tempo per far tutto bene, così come a noi stessi. È una motivazione enorme. Anche per chi ci segue da tanto tempo. Sappiamo di dover loro molto, così abbiamo fatto questo film al meglio.

Qual è la tua cosa preferita dei film e perché?
Dan: Ci sono così tante cose tra cui scegliere. Abbiamo girato questi film per 17 mesi, così ho dimenticato il loro inizio, in verità. Ci sono due scene preferite. Una di queste è quando vado nella foresta e vedo i fantasmi dei miei genitori, Sirius e Lupin. Mi danno conforto in quelli che sono, in teoria, gli ultimi attimi di vita di Harry. Penso che sia uno dei momenti più commoventi dei film, e anche dei libri: lo penso dalla prima volta che lo lessi. E anche, con una nota personale, l’aver perso Micheal Gambon. E così la scena a King’s Cross in cui ci incontriamo dopo questo tempo di dimezzamento, nel mondo del limbo, è stato uno dei miei pezzi preferiti perché è un insieme sorprendete. È il momento più strano, inquietante e surreale di Harry Potter. In modo che sarebbe stata la mia scena preferita, probabilmente.

Nuova clip

Video interi dalla conferenza stampa

RAGAZZI CHI DI VOI HA GIà PRENOTATO I BIGLIETTI PER LA PER LA PRIMA????
(so che non interessa a nessuno ma io gli ho già presi da un mese)
e chi ha provato il videogioco???
write me

ecco un video appena rilasciato dalla worner bros, dove ci sono tutti e 8 i film ;

tv spot 10;

Che bello il trailer!

Ehm...5 minuti di film

Sono l'unico che va a vederlo il 20? xDD
o il 19, non so ancora la data >.<

Nuova recensione

Una piccola premessa prima di iniziare: non abbiamo visto il film (naturalmente) in maniera illegale e, tantomeno, abbiamo infranto l'NDA italiano, dato che chi scrive non ha partecipato neppure alle anteprime milanesi e romane che si stanno tenendo in questi giorni. Vi basti sapere che l'abbiamo visto al cinema e in 3D, nel migliore dei modi possibili. Questa recensione, dunque, non è un fake e, con un certo orgoglio, possiamo dire che è la prima che potete leggere in lingua italiana.
L'uso dello pseudonimo è un vezzo che ci concediamo, per cui prendetelo per quello che è: non riveleremo n'é il nome di chi ha scritto la review n'é le modalità con cui abbiamo potuto vedere il film.

It all ends.

Harry avanza nella sale di una Hogwarts irriconoscibile, distrutta, quasi bombardata. Tra le mani stringe una bacchetta non sua e intorno a lui giace solo la disperazione, fredda, buia come il viso ormai spento di chi s'è sacrificato perché Voldemort non trionfasse. I suoi occhi non sono più quelli di dieci anni fa, no, decisamente no. L'undicenne che entrava ad Hogwarts ormai ha lasciato il posto a un giovane stanco, ferito nel corpo e nell'anima, che in poco tempo ha incontrato troppe volte il destino. Tuttavia non c'è pessimismo nel suo sguardo; anzi, c'è una determinazione nuova: quella di chi sa bene quale sia il suo ruolo nel mondo e si sente pronto a caricarsene il peso sulle spalle.

Qual'è la grandezza della saga di Harry Potter? In cosa questa epopea si distingue dalla pletora di epigoni che negli ultimi anni hanno affollato librerie e cinema? Cosa rende l'opera della Rowling così capace di risvegliare nel pubblico emozioni talmente profonde da far stare delle persone per giorni sotto la pioggia con la sola speranza di cogliere, in un modo o nell'altro, uno sbuffo di magia?

La risposta a tutte queste domande è nello sguardo di Harry e nel modo in cui questo sguardo è cambiato dal 2001 in avanti; anzi, il termine esatto è "cresciuto". Si, Harry è cresciuto e insieme a lui sono cresciuti milioni di appassionati che, mentre le loro vite cambiavano, hanno trovato nelle avventure dei tre maghetti una straordinaria lente per capire meglio ciò che accadeva intorno a loro; le nuove sensazioni, il cambiamento nelle relazioni interpresonali, i grattacapi scolastici e quelli sentimentali. Con Harry Potter il cinema (e la letteratura) "per ragazzi" ha smesso di essere una fuga dal mondo, ma è diventata una chiave per accompagnare la persona dall'infanzia fino alla prima giovinezza. Non è azzardato dire che almeno due generazioni (forse anche tre) sono cresciute insieme a Harry, Ron ed Hermione, e sono proprio queste due generazioni a rappresentare oggi il futuro prossimo della società. Dieci anni fa cominciavano i primi anni di scuola, oggi - dieci anni dopo - sono pronti a uscire allo scoperto, lasciando non solo metaforicamente le tranquillizzanti aule per un mondo spesso crudele e privo di scrupoli. In questa seconda parte di Harry Potter e i doni della morte, i protagonisti sono costretti a vivere "fisicamente" il trauma del passaggio all'età adulta, guardando impotenti alla distruzione del posto che per anni aveva rappresentato la loro unica casa: quella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts tanto imponente e misteriosa nei primi film diventa un immenso campo di battaglia e mette a nudo tutte le sue debolezze; le torri crollano, le sale - un tempo austere e silenziose - si riempiono di polvere e sudore, mentre addirittura i professori sembrano arretrare davanti all'avanzata di un male tanto oscuro quanto incomprensibile, mosso solo dalla volontà di sottomettere tutto e tutti.

Volendo fare della psicologia spicciola potremmo quasi dire che l'intera saga di Harry Potter rappresenta una sorta di psicodramma collettivo (con annesse sedute di autocoscienza) per chi, come noi, ha sempre guardato con una certa repulsione all'idea di dover rinunciare a quanto può esserci di magico o inatteso nel mondo in cui viviamo. Ma in realtà questo film in particolare riesce nel compito più difficile ovvero accompagnare delicatamente il pubblico verso un epilogo, scontato certo, ma non voluto. Disperatamente non voluto. Per quanto atteso, infatti, lo showdown finale, quello che non ti lascia nessuna domanda inespressa, è sempre il meno desiderato. Tutto sommato la tensione data dalla storia che si interrompe è ben poca cosa rispetto alla consapevolezza che "It all ends", tutto finise qui. Senza possibilità di appello.

"E qualcosa rimane,
fra le pagine chiare e le pagine scure,
e cancello il tuo nome dalla mia facciata..."
de Gregori, Rimmel

Si, qualcosa rimane, qualcosa di più profondo delle mere considerazioni cinematografiche (che ci riserviamo di fare con la review che vedrete lunedì), rimane la consapevolezza di aver vissuto uno dei momenti più alti della storia della Settima Arte: una grande saga che in dieci lunghissimi anni non ha saputo perdere se stessa, siglando una specie di tacito patto con gli appassionati. Un patto di fiducia (cosa che le major, con i tempi che corrono, fanno sempre meno). Warner Bros ha accettato l'idea che film e pubblico potessero crescere insieme, proponendoci una Pietra Filosofale tutta giocata sulle immagini straordinarie di Chris Columbus e un Doni della Morte in toni di grigio, dove David Yates, in questo davvero molto bravo, ha saputo tenere la barra dritta anche quando lo scivolone era dietro l'angolo, o la tentazione di edulcorare le cose poteva farsi strada. Questa conclusione non concede niente allo spettatore e pretende un'attenzione quasi certosina per seguire le complesse vicende di Voldemort, della bacchetta di sanbuco e della battaglia per Hogwarts, ma, allo stesso tempo, ci ricompensa regalandoci alcune delle scene più struggenti dell'intera saga, come la morte di Piton, flagellato dai morsi di Nagini con il suo sangue che sbatte sul vetro facendo lo stesso rumore di un colpo di pistola, o lo straordinario Lucius Malfoy di Jason Isaacs, quasi shakespeariano nel suo tracollo dalla boria alla disperazione, fino alla follia. Oppure ancora Maggie Smith con la sua Minerva McGranitt che, ormai vecchia e stanca, in un ultimo afflato di energia libera Hogwarts dalla tirannia dei Mangiamorte.
Tuttavia questo film è più un'opera corale, sul modello delle tragedie greche classiche, in cui, attorno ai due personaggi principali, ogni personaggio tenta a modo suo di sopravvivere alla giornata; ed è proprio la grandezza degli eventi a schiacciare sotto il suo peso Harry, Ron e gli altri; anche lo stesso protagonista, per la prima volta, si sente non solo spaventato a morte, ma anche in balia di forze che non può o non sa controllare. Addirittura una figura come quella di Silente rivela una componente oscura: il Preside sapeva da sempre che lo scontro finale avrebbe visto la morte di entrambi i contendenti e, per usare le parole di Piton, ha usato "il ragazzo come un maiale da macello". Insomma, Harry non è un eroe tipico, il deus ex machina che risolve la situazione: è solo una mera pedina che si muove in un disegno più ampio, finalizzato alla sconfitta di Voldemort e alla liberazione del mondo magico. Harry siamo tutti noi: il personaggio racchiude in se la forza straordinaria di chi con le sue scelte sa di poter cambiare le cose, ma vive di continue debolezze e indecisioni. E allo stesso modo Ron e Hermione sono tutte le coppie che, attraverso la loro travagliata storia d'amore (che finalmente avrà il sigillo che merita) scoprono insieme quanto sia difficile costruire un rapporto capace di funzionare; sbagliando forse, ma senza mai arrendersi.
L'ottavo film di Harry Potter non si può valutare dimenticando tutti questi argomenti, dimenticando la sua storia, dimenticando la passione che ha animato fan e cast nel corso di questo decennio. Per questo motivo chi scrive ha davvero grosse difficoltà a spiegarvi perché I Doni della Morte sia un film necessario. Necessario perché risponde a un bisogno dell'anima, chiude un ciclo generazionale che - spiace dirlo - sarà comprensibile appieno solo a chi ha vissuto da adolescente i primi anni duemila. Necessario perché figlio del suo tempo, così bisognoso di eroi ma capace di esprimere l'eroismo anche attraverso gli atti più semplici. Necessario perché il cinema vive della materia di cui sono fatti i sogni. Necessario perché tutti abbiamo bisogno della fantasia. Necessario perché, forse, chi scrive - anche in questa bella serata di Luglio - la finestra la tiene ancora aperta.

Non sia mai che la civetta si presentasse con qualche anno di ritardo.
Harry Potter e i Doni della Morte chiude con onore quella che, senza dubbio, è stata la saga cinematografica più importante del decennio. Con quest'ultimo film, finalmente David Yates raggiunge la maturità artistica e tecnica necessaria per concludere le avventure di Harry e i suoi amici. Il film è un capolavoro? Probabilmente non lo è, ci sarà qualcuno a lamentarsi del 3D, del fatto che non hanno inserito questo o quel particolare. Tuttavia una cosa è certa, accompagna per mano lo spettatore verso un epilogo tanto desiderato quanto non amato, in cui Harry si accomiata dai suoi fan in maniera matura e rispettosa. E già questo è una grande conquista.

Foto dall'after party della premiere