Spin Off "Jattarius & gli otto quesiti"

Jattarius e l'anno nuovo, episodio 1\8

Jattarius giaceva supino sul pavimento in una pozza di porridge. La stanza era illuminata da una fioca luce che filtrava da alcune persiane socchiuse. Nell'aria, si avvertiva una forte brezza di birra e sigari consumati da poco tempo. Le sedie e i tavoli sembravano facente parte di un arredamento da osteria squallida, da quanto erano rovinati ed impregnati di sporcizia. Come se non bastasse, vari mutandoni ( tutti di pregiata fattura ) erano stati usati come copri abajour, e le tovaglie utilizzate la sera prima recavano ampie macchie di bruciature a causa dell'eccessivo ardore con cui il signor Sanson aveva partecipato alla gara delle cicche volanti. Questa gara, consisteva nel fumare più sigari possibili, per poi sputarne le cicche ancora incandescenti su di un tavolo. Chi raccolieva il maggior numero di cicche, vinceva la gara. "Toc Toc" argh, lasciatemi dormire. mugolò Jattarius. "Toc Toc" <<Apri o butto giù la porta a calci! Anzi no, a colpi di Filipendo!! >>.Alla parola filipendo, gli occhi di Jattarius si animarono di vita propria..soltanto una persona poteva essere cosi tanto antiquata da usare un filipendo per minacciarlo. Balzato subito in piedi, Jattarius cercò di rimettere in sesto (si fa per dire) la casa. <<Bene, l'hai voluto tu! FILIPENDO!!>> urlò la donna. "SCRASH" fece la porta, che cadendo sollevo un polverone di cicche e polvere. <<Direi che questo anno caro Jatt, tu abbia superato qualsiasi record di cazzeggio!!>> canzono la donna. <<Beh vedi...>> inizio Jattarius che non pote finire la frase, perchè la donna inizio a gridare e a incitare al sacrilegio. <<Oh Cielo!! Hai usato pure le mie mutande! Disgraziato, guarda come le hai rovinate! Erano sponsorizzate da Juminifilms in persona!! ( Costui, era un imbroglione, a detta di Jattarius, che si spacciava per il produttore e per l'editore dei libri di un certo Philip Garden che a sua volta si spacciava come il figlio illegittimo di un certo Gilderoy Allock. Con questa messinscena, Jattarius credeva che quei due si sarebbero guadagnati da vivere per almeno cinquanta anni, fregando tutti i poveri idioti, anzi le povere illuse che amavano vivere cibandosi di pettegolezzi altrui.) <<Come hai fatto a rovinarle in questo modo??>> riprese la donna, lanciandogli sguardi assassini che avrebbero lampeggiato anche in una notte cupa. <<Come ho fatto? >> rispose Jattarius. Eh si bella domanda cara mia..Povera stolta, se te lo dicessi ti butteresti dal balcone del terzo piano di questa casa. penso Jattarius, ricordandosi di come la sera prima aveva usato quelle mutande per giocare a mosca cieca con i suoi amici ubriaconi alle due di notte..di come le avesse imbevute di porridge e di come, dopo averle incendiate le avesse buttate dentro al camino della signora Fedrich, che bestemmiando come un ossessa, dopo averlo rincorso per mezza Londra, gliele aveva rilanciate in testa. Infine, come se non bastasse, le aveva usate per riparare il gabinetto. <<Ehm non ne ho idea>> disse Jattarius <<Magari erano già in quelle condizioni>> azzardò. La donna, lo squadrò da capo a piedi e dopo aver sospirato, si rassegno del tutto ben consapevole che nonostante fosse giunto l'anno nuovo, il caro buon vecchio Jattarius sarebbe rimasto sempre lo stesso. Ma le cose non erano che all'inizio......

-.-

Stupendo!!!

P.S.: Di un po' non è che è un po' autobiografico... la donna ricorda tanto l'arpia!!!

Ehm... bello è bello caro Jattu... ehm, caro PH! Però... 1 di 8... il prossimi sette dovranno essere ben più lunghi per farci capire qualcosa!
Muahahahah "l'Arpia".... già mi sta simpatica!

Fantastico!!!!! Sei una forza PH!!!!!

Ahhahhahha grande ph!!!


Certo.. è ancora un po' confuso... ma col tempo ci capiremo qualcosa

P.S: è JattUrius, non Jattarius!!!

ahahahahahah!! stupendo ph!!!!!

Ficoooooo.


Comunque è FLIPENDO, ci hai messo una i in più!

l'ho detto che bisognava farlo mod... ha la stoffa giusta!!!!

bello ph!
nn sapevo k ci fossero ank ste cs!
cmq, quoto mic è flipendo...
oh, tranq... fino a poco tempo fa dicevo ank io filipendo..
vabbè...
brv!
Luma

Ahahahahaaha...bellissimo Ph!!!

Jattarius e la Setta Illuminata, episodio 2\8

Era una giornata ventosa. L'aria aveva un forte tasso di umidità quella mattina, come del resto tutti i giorni qualora si vivesse a Londra. I primi fiocchi di neve dell'anno erano caduti qualche giorno prima. Una telefonata misteriosa nel cuore della notte, aveva fatto la prorpia comparsa in casa Jattarius (se cosi poteva definirsi, essendo uno scroccone patentato che non pagava l'affitto da una settimana). “Pronto? Parlo col Signor Jattarius?”Costui si stropiciò gli occhi e rispose mezzo assonato per effetto del brandy e dei sigari. “Chi diavolo è lei? Come cazzo si permette di chiamare a quest'ora? Cosa crede, che la gente non sia stanca dopo una giornata di lavoro faticosa?”concluse con foga Jatt. In effetti la constatazione appena rivolta all'interlocutore misterioso era legittima, peccato fosse stata annunciata da un uomo che amava dormire dalle due di notte, alle 15 del pomeriggio del giorno successivo, per poi alzarsi con tutta la tranquillità di questo mondo, farsi un caffè, andare al circolo del poker, fare l'ennessima figuraccia con i Sir durante le scommesse, bere brandy e importunare con domande fuoriluogo delle vecchiette psicopatiche di Picadilly. Si! Quello era il massimo della vita per Jatt. “Senta, mi scusi per il disturbo. Ma ho chiamato per affidarle un caso della massima urgenza signor Jatt. Si tratta di mia zia, la signora Olfons De La Vega ( che palle sti cognomi Spagnoli! Pensò Jatt ).Vede è scomparsa circa due giorni fa, dopo un viaggio a Manchester. L'unica traccia, per cosi dire, che ha lasciato, è un biglietto che riporta la seguente dicitura. L'uomo si schiarì la voce e lesse: “Sir Adalbert, 23 avenue street Londonderry”.L'uomo riprese a parlare con voce supplicchevole e stuccosa. “Vorrebbe aiutarmi, la prego?”.Qualsiasi persona con un filo d' intelligenza avrebbe capito che non c'era bisogno di assumere un investigatore privato per risolvere questo mistero, dato che era stata ritrovata una traccia più che sufficiente, il biglietto. Ma Jatt era stanco, e non lucido. Comunque ebbe le forze per fare qualche calcolo estremamente laborioso. “Allora, le scorte di brandy si stanno esaurendo. Il Poker Club mi sta per scacciare perchè non pago i debiti di gioco. Consideriamo il fatto che cazzeggio dalla mattina alla sera.....mmmh ma si dai, al massimo se le cose dovessero complicarsi faccio una telefonata alla donna, per farmi aiutare.” Ecco i ragionamenti della mente più brillante di Londra. “D'accordo signor..ehm signor?” “Signor Alfrech!” “Va bene signor Alfrech. Accetto la sua richiesta, ma non per meno di quindicimila sterline.” “Oh signor Jattarius, non si preoccupi io sono molto distaccato dai beni materiali!” rispose quello. “Ecco, il solito puritano del piffero”. “ Va bene. Senta Signor Alfrech, inizierò le mie indagini dopodomani. Tra due settimane ci incontreremo di fronte al pub di Sourcerer Place, d'accordo? Mi riconoscerà perchè ( puzzo di alcool e sembro un barbone? Mmh no, non sarebbe professionale una presentazione del genere.) il giorno avrò una bibbia in mano. D'accordo?”. “ Bene Signor Jattarius.” Alfrech riattacco il telefono. “ Sempre se ne avrà modo caro vecchio Jattarius.....” penso l'uomo.




“Ma tu sei scemo! Secondo te, non ho niente da fare che accompagnarti a cercare una vecchia idiota? Guarda che io ho una vita sociale! Ho 35 anni, e non voglio fare la tua fine! Guardati, sei un depresso barbone ubriacone!” Jattarius inizio a guardarsi intorno come se il discorso non gli riguardasse. ( il che consisteva nell'assumere vacuo e innespressivo ). “Va bene, ti aiuto..altrimenti chissa in che guai ti vai a cacciare. Prima però dovrai darti una sistemata. Non voglio farmi vedere in giro con uno che non si rasa la barba da una settimana e che non veste Dolce & Gabbana!
“Eh? Dolce & Gabbana? Ah si quei due...”pensò Jatt. Va bene, però deciderò io la marca con cui vestirmi. Detto ciò, passarono il resto della giornata a girovagare per i negozi, finchè tra varie minacce di denunce ai danni di Jatt ( che non si sa come, cercava di sempre di sgraffignare almeno un misero lecca-lecca dai banconi ), alle lusinghe rivolte alla donna, quest'ultimo non fu reso presentabile. Ora vestiva: dei jeans neri Diesel, delle scarpe bianche Puma ( costate ben 80 euro ), e un impermabile alla Tenente Colombo. ( Lo so, lo scemo che ha scritto questa robaccia è stato pagato da non si sa chi, per fare della pubblicità occulta. Peccato non abbia visto nemmeno un euro ). La donna, molto più carismatica, vestiva bene con eleganza. ( non ho voglia di descriverla, tenete conto che vestiva Armani e usava Chanel N°5 ). Comunque, lei era bella, lui passabile..ecco il senso di questa descrizione.


I due erano seduti lungo un tavolo nero, che occupava una sala padronale, illuminata da sei lampadari ottocenteschi. La stanza era in penombra, e un vago odore di moquette innebriava il luogo. Lungo il capotavola sedeva un uomo calvo, che portava una cicattrice lungo la guancia destra. Era di carnagione scura, capelli mori e aveva un accento straniero, come se provenisse da un paese Sudamericano. L'uomo dopo aver fatto cenno ad un ometto piccolo, che con un profondo inchino si allontano per uscire dalla sala, disse: “Bene Alfrech. Sono molto soddisfatto del tuo operato. Continua cosi e potresti diventare il mio luogotenente in prima. Dimmi, quello stolto di Jattarius ha abboccato alla trappola?” “Si mio signore” “Bene...” “Ehm, signore, con lui c'è una donna però, dall'aria più sveglia. Lo so perchè dopo averlo chiamato quella notte, gli ho messo qualche uomo sulle tracce, che li ha visti incontrarsi in Hujo Street. Dobbiamo eliminarla?” “NO! Mi deludi Alfrech! Non possiamo eliminarla. Jattarius si insospettirebbe, e noi non vogliamo mandare all'aria questa operazione. Vedremo il da farsi.” Intanto a casa Jattarius. “Bene, ora che sei a posto, possiamo ragionare sul da farsi. Che informazioni abbiamo sulla vecchia?” Chiese la donna mentre sorseggiava una tazza di thè e si riscaldava di fronte al cammino. “Allora, la prima mossa da fare...”. La donna lo interruppe. “Ti ho chiesto che informazioni abbiamo! Non fare il coraggioso o il detective che non ne saresti mai in grado!” “Ma...ma, uff e va bene! Sappiamo che frequentava un certo Sir Adalbert a Londonderry.” “Bene! Ora si che si ragiona...andremo li questo pomeriggio” concluse la donna con fermezza.


Londonderry è un quartiere molto particolare. Si narrano su di esso, delle leggende sin dal lontano medioevo, quando un ben noto conte della cittadina di Vatery giunse alle porte della città di Londra con al seguito sei cavalieri. Si dice che, una volta arrivato sia morto li sul posto. Molti affermarono di aver visto una mano scostare il mantello del conte per poi pugnalarlo. Ovviamente questa mano non era di uno dei suoi cavalieri, bensi era sospesa nel vuoto. Dopo l'omicidio era scomparsa. Apparte queste leggende, il quartiere era il più ricco della città. Ovunque Jatt posasse lo sguardo non vedeva altro che signori in giacca pronti a fare compere per le loro signore in qualsiasi boutique. Anche i mercanti erano molto signorili. Invece della solita maglietta, usavano una bella camicia bianca. Eppure c'era qualcosa che non quadrava. Sembrava che tutto fosse innaturale quasi artificiale. Jatt non se ne accorse subito, ma la donna si “Prendi la bacchetta al mio tre”. sibilò la donna guardandolo con la coda dell'occhio. La donna dopo aver pronunciato queste parole, si avvicinò ad un negozio. Era vuoto, e si sentiva un leggero sibilio, come se qualcuno stesse imponendo un incantesimo di illussione su di un qualcosa. “Hargentens!” urlò la donna. Una folta coltre di fumo nero coprì l'intero cielo. Ogni casa o persona scomparve. I pochi alberi che c'erano presero fuoco. L'aria divenne gelida. Una voce sussulto nel buio. Era Jatt; si erse in tutta la sua statura, poi come un colpo di frusta cadde ai piedi della donna. Era stato colpito da un raggio blu proveniente dall'oscurità.“Jatt!” urlò la donna. Una voce sghignazzo nel buio. “Ahaha mia cara. Non preoccuparti, il tuo caro Jatt è solo svenuto. Certo, quando si rialzerà da terra sarà un po' indolenzito, ma...vedi questo non è un problema. Nessuno di voi due se ne andrà da questo luogo. Per ben 10 anni ho aspettato questo momento...Ora è arrivato. E non me lo lascerò scappare!.” L'uomo uscì dalla penombra. Il suo volto presentava una cicatrice lungo la guancia destra. I capelli mori gli conferivano un aspetto forte ed elegante. Eppure quasi in costrasto, i suoi occhi celesti rappresentavano un cupo cinismo. La giacca nera e i pantaloni neri che indossava erano di ottima fattura. La donna lo squadrò. In un attimo ebbe un attacco di panico. Aveva riconosciuto l'uomo. “Tu sei Darius!” urlò. “Si mia cara. Vedo che la tua memoria non ti inganna. Ah povero Jatt. Se solo potesse assistere a questa discussione.” disse l'uomo ammicando verso Jatt riverso sulla strada bagnata. Aveva iniziato a piovere. “Bene, ora che mi hai riconosciuto, non ti chiedi il perchè di tutto questo? Va bene, se non me lo vuoi chiedere lascia che ti racconti. Era la sera del 12 marzo 1975. Avevo appena trovato la famosa Setta Illuminata. Ero entusiasta. La Setta, sai, non si fa trovare cosi facilmente. Soltanto gli Eletti possono riuscirci. Loro me ne hanno dato la possibilità. Una volta entrato nell'organizzazione, mi diedero degli incarichi molto speciali. Ero molto felice. Feci carriera velocemente. Infine, divenni Fratello D'Arme, ossia il braccio destro del Maestro D'Arme, colui che comanda l'intera organizazzione. L'ultima missione che mi affidò, fu quella di recuperare il Diamante di Koronaris.” l'uomo fece una pausa. La donna era impietrita. “Questo diamante è molto raro. Permette a chiunque lo possieda di evocare incantesimi rari e molto potenti. L'unico ostacolo tra me e la buona riuscita dell'operazione era Jatt. Lo stesso uomo inutile, che adesso giace li per terra. A quel tempo era un Auror. Ahahah era capisci?” La donna era agghiacciata. “Quell'uomo è un pazzo” pensò. “Vedi. Ho ucciso molte volte per l'organizzazione e non me ne pento. Illustri maghi sono caduti ai miei piedi. Ma Jatt era diverso. Non si fece ne appagare dal potere del diamante, ne dalle mie offerte. Cosi, dovetti uccidere tutti i suoi amici, tutta la sua famiglia. Lui non cedette mai. Fui costretto a uccidere il suo capo infine. Jatt, venne rimosso dall'incarico. Io riusci a recuperare il diamante e a scomparire. Venne aperta un'inchiesta su Jatt. Alla conclusione di questa, venne giudicato colpevole per inadempienza ai propri doveri e venne radiato dal corpo degli Auror. Metà della giuria che aveva il compito di giudicarlo era stata minacciata o corrotta da me. Ebbi fatto terra bruciata al mio più illustre nemico.Capisci ora?” concluse l'uomo. “Ma..adesso cosa vuoi? Non è abbastanza?” chiese la donna che cercava di prendere tempo; aveva scoperto il punto debole dell'illusione. Sarebbe bastato lanciare un incantesimo dell'arte della manipolazione e tutta la messinscena sarebbe caduta. Poi lei e Jatt sarebbero scappati. Già scappati. Come? Jatt era a terra privo di sensi. “La mia unica ambizione è uccidere Jatt. Nonostante lo abbia rovinato, per me non è abbastanza. Anche lui mi diede del filo da torcere. Uccise 5 dei miei più illustri soldati. Non lo perdonerò mai. Inoltre lui gode ancora del favore della gente. Non posso permettere l'eventualità di una sia amnistia e reintegrazione nel corpo Auror. Sarebbe la fine per la Setta Illuminata. Il nostro compito è quello di porre pace nel mondo. Tutti uguali, nessuna distinzione! SI! Un nuovo mondo che farà capo a me!” l'uomo iniziò a sorridere. Il suo ghigno era perfido. La donna, aveva deciso di tentare la sorte. Ora o mai più. “Ermetron!” Un tuono squarciò l'oscurità. Il vento prese a soffiare forte. La pioggia aumento e nella confusione generale la donna si mise sulle spalle Jatt. Ovunque era un cozzare di persone e cose. Grida, maledizioni e quant'altro sfiorarono la donna, che però come unico obiettivo aveva quello di non fermarsi mai. Un'ultimo lampo squarciò il cielo, e Jatt e la donna riuscirono a scappare tra le grida di Darius.

Molto bello ph, mi piace!!!!

ke bello ph!!!!
fenomenale!!!! mi piace un sacco!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Bellissimo PH!!!!
Se tocca sopportarti per leggere queste cose, vorrà dire che faremo uno sforzo
No, davvero, ho trovato pochissimissimi errori; è scorrevole, corretto, avvincente, coinvolgente, ecc... ecc...
Ma soprattutto ha uno stile suo, cioè tuo... hai un tuo stile!

L'unico appunto è che per essere un testo potteriano c'è poca magia

Quoto tutto ciò che ti è stato detto! Bellissimo! Complimenti

Ahahahahaha

Davvero bello ph!!!

Ora voglio vedere come vai avanti!

Veramente bello ph, complimenti.
P.S. fa comparire più magia in qst testo, ne hai messa troppo poca!

La Vita, episodio 3/8

Jatt era disteso faccia a terra. Il corpo indolenzito dalla fatica e dalla stanchezza sembrava non rispondere. All'improvviso, l'uomo riusci a sorreggersi sui propri gomiti e alzò lo sguardo. Il panorama che si parò di fronte a Jatt era inquietante, ma allo stesso tempo molto buffo. Il cielo aveva tonalità che spaziavano da un intenso lilla, ad un violetto-rossaceo. Il sole, sebbene non fosse visibile, emanava un'aura color indaco. Ogni albero o arbusto presente sulla scena era sagomato. L'uomo non si chiese il perchè fosse in quel luogo, ma piuttosto, perchè aveva aspettato cosi a lungo per iniziare ad esplorarlo. Alzatosi in piedi, avverti un senso di vertigine, la vista si offuscò, ma dopo pochi passi ogni difficoltà parve dissolversi. Il terreno su cui poggiava i piedi aveva una consistenza soffice, quasi fosse neve; la sua colorazione però non rispecchiava quest' ultima: infatti, la terra era bluastra. Avviato qualche altro passo incerto, Jatt riusci ad inoltrarsi all'interno di una foresta, poco distante dalla radura in cui si era risvegliato. Solamente quando varcò la prima schiera di alberi, si accorse il mondo in cui si trovava aveva solamente le due dimensioni, quasi fosse un disegno a matita su di un foglio. Preoccupato, ma anche incuriosito, l'uomo si guardò per vedere se anche il proprio corpo fosse bidimensionale. <<No..>> mormorò Jatt quasi deluso. <<Io sono normale, ma dove sono?>>.


La donna era china su di un corpo che all'apparenza apparteneva ad una persona svenuta. Il volto della donna era ancora contratto dallo sforzo effettuato per scappare da Darius. Nella mano destra, teneva un flaconcino di medicinali. Lei abusava sempre dei medicinali, come quella volta a Sheffield; se non fosse stato per l'intervento di un certo Young, un dottore della zona, di certo non sarebbe soppravissuta. Lei, il suo tabagismo e l'asma avevano stretto un accordo segreto, quasi diabolico. Il fumo per lei e il suo piacere, le sigarette ovviamente erano una diretta conseguenza del suo tabagismo, sempre più radicato al posto della coscienza, e i medicinali per l'asma aggravato. "E con questa, fanno quattro pillole"pensò la donna disgustata, mentre riponeva il flaconcino nella borsetta e si chinava nuovamente su Jatt. Respirava affannosamente, ma sembrava stesse bene.


<<Dove sono?>> urlò Jatt. L'uomo era sempre più disperato. Si era perso nella foresta, tutto era uguale. Infine, dopo aver percorso circa un miglio, giunse di fronte ad un bivio. Il cartello indicava che sia a destra sia a sinistra vi era una locanda. <<Ma che caz...?>>. stava per dire Jatt, quando fu interrotto da una voce grave e cupa. <<Anche lei si è perso, nevvero?>> chiese un uomo baffuto ed elegante. Il suo volto esprimeva tranquillità, ma era chiaramente comprensibile che data la propria età, non desiderasse altro dalla vita ingiusta che aveva vissuto, la morte. <<Proprio cosi>>. rispose Jatt. <<Un'altro che si è perso. O Dio, quando finirà tutto mai tutto ciò? Sono proprio stanco. Venga ragazzo, andiamo a sinistra, mai fidarsi della destra...>> proclamò il vecchio. <<Ma chi è lei?>>chiese Jatt perplessò, mentre lo seguiva. <<L'importante non è chi sono io. Io non ho nome, io non ho forma, io non ho pensiero, io non ho facoltà. Io sono tutto ciò che non è. L'importante è chi sei tu!>>. concluse il vecchio, scuotendo la testa ammareggiato. <<Vedi, il problema è che venite qui, senza saper nulla! Porcamiseria! Lo dico sempre, che non serve a niente mandarvi in questo luogo se ignorate perfino la propria persona....>> disse il vecchio con affanno. Jatt cominciò a pensare di essere matto, anzi che il vecchio fosse pazzo. <<Ecco lo sapevo>> riprese il vecchio. <<Ragazzo, tu qui non puoi pensare. Oddio, che pivelo, addirittura non sai nemmeno che qui non si pensa. Qui si sceglie tra il passato e il divenire. Il presente non esiste, dunque il pensiero non esiste. Ogni qual volta dovessi provare a pensare, io sentirei tutto ciò che ti frulla in mente. Questo stesso luogo è un emanazione del tuo subconscio, del tuo pensiero. Ora ti chiedo: dove credi di essere?>>. concluse il vecchio con espressione annoiata. <<Nella mia...nella mia mente?>>rispose timidamente Jatt. <<Si e no! é un errore che fanno in molti. Tu sei più precisamente, nella tua coscienza.Ora ti chiederai...come ho fatto ad entrarvi? Perchè ha questi colori? Perchè c'è questo vecchio? Io posso rispondere solamente alle ultime domande, poichè la prima risposta oramai la conosci soltanto tu. Tuttavia non ti darò alcun aiuto, poichè la mia fine è giunta. Ti saluto. Stammi bene ragazzo, e non perderti nei maendri oscuri di questo luogo!>>. Una luce, lo illuminò, per poi dopo qualche istante avvolgerlo e farlo scomparire nelle tenebre, lasciano Jatt solo e basito. Quest ultimo non sapeva che fare, quando all'improvviso ricordò le parole del vecchio:"Mai fidarsi della destra...". Pertanto decise di scegliere la strada sinistra del bivio. La monotonia del paesaggio fece rabbrividire Jatt. Alcuni rivoletti di sudore freddo impregnarono la sua fronte e il suo corpo. Cominciò a pentirsi di non aver scelto l'altra strada, quando infine giunse alla meta designata: la locanda. Sebbene, i colori del mondo erano pur sempre freddi, la temperatura era aumentata. La locanda era in stile gotico, posizionata su di una radura circondata da qualche cespuglio. Jatt arrivò di fronte alla porta, fece per aprirla ma si fermò ad osservarne lo stipite. Su di esso erano imprese le seguenti frasi:



Es ut iuov eradroicir, acitnemid, rep retop eraibmac e eredirros la orutuf.
Es ut iuov eresse oic ehc ire rep erpmes, iuiv osseda rep non erasnep, am nu inamod non it eraresimmoc!


Jatt sorrise. Frugò nelle proprie tasche e dopo aver preso uno specchietto, rilesse le frasi ora riordinate correttamente. Dopo aver compiuto questa operazione, tramite un incantesimo di memorizazzione, scolpi nella propria mente le frasi, deciso a ripeterle alla donna. Jatt riflettè. <<Quali erano le tre domande del vecchio? Ah si, la prima era: Come ho fatto ad entrarci? Jatt prese a camminare aventi e indietro di fronte alla locanda. Rilesse le frasi ed infine dopo aver sorriso pronunciò a voce alta: Sono qui per riparare ai miei errori!. Una crepa preannunciata da un rumore sordo spaccò in due il terreno. Un rivolo unico di lava cominciò a sgorgare dalla fenditura. Jatt rimase immobile. Sapeva di essere sulla via giusta. Continuò: Perchè ha questi colori?. Perchè per troppo tempo ho messo a tacere la mia coscienza abbandonandomi ai piaceri futili della vita!. Una seconda crepa si aprì lungo il cielo. Cominciò allora a piovere. La pioggia a contatto con la lava sgorgata dal terreno, oramai liquefatto, provocò un immensa nebbia. Ora era il turno dell'ultima domanda: Perchè c'è questo vecchio? Jatt a questa domanda pianse. Aveva capito di essere lui quel vecchio, una sua proiezione nel futuro, poco prima della propria morte. L'uomo cadde in ginocchio. La pioggia bagnava il suo volto e inzuppava i suoi abiti. Ora alla tristezza e al dolore, si accompagnava la certezza i un domani più roseo. L'ultima crepa era verticale. Il luogo aveva ripreso la propria tridimensionalità. Il cielo, gli alberi e tutto quanto, sbiaditi a causa della pioggia, ripreserò i loro colori naturali. Jatt volse lo sguardo in cerca di qualcuno. Finalmente la vide, bella come non mai. Stava dormendo, quando lui si avvicinò e si chinò per baciarla sulle labbra.

bellissimo!!!
non smetterai mai disorprenderci ph!!!!

PHHHHHH!!!

Scusa, ho letto solo il primo per ora e mi è paiciuto un casino...chissenefregadeglierroridibattitura!

Mi sono scompisciataaaaaa!!!

Leggerò presto gli altri!

Wow....un sapore particolare....e poi quando si parla di Londra.mi hai sciolto! Quanto sei originale accidentiiiiiiiii! E squisitamente personale!

WOW!!!

Ph sei grande!
Sei nella perfetta parte di un poeta maledetto!!
Quando avrai finito potrai vantarti di essere l'unico qua dentro con un opera completamente compiuta!

Grandioso!