ciao raga, mi sono sbizzarrito un po' per creare il capitolo 11, spero che vi piaccia! è una piccola parte di quello che vorrei scrivere!
essendo la prima volta che scrivo una cosa del genere, ci saranno degli errori! correggetemi!
gio
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Il nascondiglio
Harry si sedette in una poltrona della sala comune a riflettere su ciò che era successo. Ormai era deciso a nascondere la bacchetta di Sambuco il prima possibile. Era troppo pericoloso portarsela dietro. Riporla nella tomba di Silente si era dimostrato troppo rischioso e ora che ci pensava era troppo insicuro. Come Voldemort un altro mago oscuro avrebbe potuto trafugarla. Inoltre era stato già visto alla tomba dal professore di Trasfigurazioni, Jatturius e dopo quello che era successo diffidava di lui. Un fattore che lo preoccupava era la presenza nel suo stesso dormitorio di Hyde, il ragazzo americano che sembrava seguirlo.
«Harry!» lo chiamò Ron destandolo dai suoi pensieri «ti senti bene?». «Si, stavo pensando un nascondiglio per la bacchetta» rispose lui. Ron sedendosi in una poltrona accanto a lui lo guardò in modo strano: «ma non volevi nasconderla nella tomba di Silente?». A quel punto gli rivelò le sue preoccupazioni. «Non ci avevo pensato» disse Ron, «così le cose si complicano, hai già qualche idea?». In verità Harry aveva delle idee, ma erano una più improbabile dell’altra e disse: «Ci sto ancora riflettendo». Dopo alcuni minuti di silenzio Ron esclamò «potremmo metterla nella Stanza delle Necessità», ma Harry che aveva già preso in considerazione l’idea disse: «secondo me è troppo insicura, come noi abbiamo trovato il Diadema di Corvonero nascosto da Voldemort, qualcun altro potrebbe trovarla». «Già» disse Ron, «per questo genere di cose ci vorrebbe Hermione. Lei ha sempre una soluzione per tutto» disse sorridendo. Vado a chiamarla.». «No» disse Harry. Ron lo guardò stupito «Come?». Harry allora gli raccontò quanto accaduto poco prima. «Essere Caposcuola alla fine è solo una seccatura, non si ha mai del tempo libero» disse Ron. Harry sapeva benissimo che lo diceva solo per invidia. Diventare Caposcuola era il sogno di Ron e lo sapeva bene grazie alla loro avventura del primo anno con lo Specchio delle Brame. Ritornatogli il malumore per la questione Ron disse «Notte» e andò a letto. Harry sorrise a quella scena, sapendo in realtà quanto si amassero i due. Rimase fino a tardi a sognare ad occhi aperti sul futuro suo e di Ginny. Era sicuro che prima o poi l’avrebbe sposata. Non seppe mai per quanto rimase a vagheggiare perché la stanchezza della prima giornata di scuola, con tutti i suoi avvenimenti prese il sopravvento e si addormentò. Il sonno fu agitato e pieno di incubi, ma grazie ad uno di questi trovò la soluzione al problema. Svegliatosi madido di sudore ebbe l’immagine dell’incubo ancora impressa nella mente: la Camera dei Segreti era il posto adatto. Nessuno sapeva dov’era, potevano entrarci solo lui e i suoi amici Ron ed Hermione. Ma per poter veramente metterla al sicuro avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di un’Auror o di qualcuno esperto in incantesimi di protezione molto più sofisticati di quelli che avevano usato loro durante il regime di Voldemort. Anche qui parve che la soluzione fosse ovvia ed esclamò: «la McGrannit!». Di Kinglsley si fidava ma non sapeva a chi avrebbe detto dell’ubicazione della bacchetta; della McGrannit si fidava ciecamente. Guardando l’ora e vedendo che erano già le sette del mattino, suppose che la preside fosse già al lavoro; perciò prese la bacchetta di Sambuco e si avviò al ritratto della Signora Grassa.