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 Harry in missione

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remus.




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MessaggioTitolo: Harry in missione   harry - Harry in missione EmptyMar Mar 03 2009, 13:57

Salve a tutti.

È la prima volta che posto un pezzo qui, ma seguo questo lavoro sin dall'inizio. Di solito mandavo direttamente i miei testi al grande capo (!). Ora il libro è ben avviato è ho voluto mandare questo brano a voi perché altrimenti è difficile coordinare le cose.
Questa non è una versione definitiva in quanto l'ho scritto mantenendo volontariamente un po' di mistero su qualcosa che sta avvenendo a Hogwarts mentre Harry è a spasso. Così, tanto per rendere più piacevole la lettura. Comunque penso non sia difficile capire il mistero.

Tenete presente che ogni parola di quello che ho scritto può essere criticata e modificata senza problemi.

Che altro... buona lettura (critica)!
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remus.




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MessaggioTitolo: Re: Harry in missione   harry - Harry in missione EmptyMar Mar 03 2009, 13:59

«Sei in ritardo!».
«Ehm, dovevo sistemare un paio di cose... ».
«Beh in fondo è un tuo dovere... ».
Dopodiché si avviò fuori dai cancelli di Hogwarts. Harry lo seguì.
Era difficile stare lontano dagli altri in un giorno così importante. Aveva dato istruzioni precise e non dubitava che se la sarebbero cavata da soli, ma non sopportava di non poter fare la sua parte. Unglucklich aveva scelto una punizione veramente crudele: programmare il loro viaggio proprio in quel giorno.
Il cielo era terso è il sole splendente regalava una delle ultime belle giornate dell'anno. Nonostante questo, il professore si era raccomandato di portarsi dietro il mantello più pesante che aveva.
«Attaccati, partiamo» disse Unglucklich.
Adesso doveva concentrarsi sulla missione, preoccuparsi non avrebbe cambiato nulla. Prese saldamente il braccio del professore.
«Bene».
Un'istante prima di smaterializzarsi sentì le prime urla levarsi in lontananza e non poté fare altro che rassegnarsi.
Quando il nodo alla pancia provocato dal viaggio si sciolse, si accorse che erano riapparsi in un prato. Il tempo era umido e freddo, erano avvolti dalla nebbia. Si sistemò indosso il mantello, fortunatamente Unglucklich aveva insistito.
«Posso sapere dove siamo? Cosa ci facciamo esattamente in questo posto?» chiese Harry.
«Dobbiamo prendere una barca, naturalmente».
Naturalmente...
Solo allora fece caso al rumore di sottofondo: acqua.
«E... perché?».
«Perché dobbiamo raggiungere l'isola che sta al centro del lago. Quindi ci serva una barca».
Non era facile seguire i pensieri del professore.
«Ma non potevamo arrivarci direttamente?».
«Dove siamo diretti non ci si può materializzare».
Harry non capiva dove stavano andando. A parte Hogwarts conosceva pochi luoghi in cui non era possibile materializzarsi. Stavano raggiungendo un'isola in mezzo ad un lago che, per qualche motivo, era protetta magicamente.
«Di qua... ».
Camminarono in mezzo alla nebbia verso l'acqua. Ben presto si intravide la loro meta: una piccola barca di legno.
Unglucklich salì dentro e si sedette con le spalle al lago. «Mettiti comodo... » disse.
Non appena Harry ebbe tutti e due i piedi sulla barca questa partì improvvisamente scivolando lentamente sul pelo dell'acqua. Riuscì a fatica a mantenere l'equilibrio e poi si accuccio sull'asse di legno che faceva da panchina. Di fronte a lui il professore aveva un mezzo sorriso in volto.
«Posso sapere qualcosa di più?».
«Non voglio toglierti la sorpresa, presto ti sarà tutto chiaro... ».
La nebbia creava un muro bianco intorno a loro e l'unica cosa visibile era il nero specchio del lago. L'acqua era completamente liscia e nemmeno il passaggio della barca riusciva a incresparla.
Harry si piegò sul lato e allungò la mano verso la superficie scura, curioso. L'indice aveva quasi raggiunto l'acqua quando il professore rapidamente si alzò e blocco il suo braccio gridando. «FERMO!».
Cosa diavolo...
Allarmato, si rimise seduto, immobile col cuore impazzito. Esterrefatto guardò il professore.
«Scusa, dovevo avvertirti prima. Non è saggio toccare l'acqua» spiegò. «Per proteggere l'isola, nel lago vivono creature pericolose, non lascerebbero passare nemmeno una formica».
Harry guardò intimidito l'acqua. Non osava immaginare quali esseri vivessero in quei fondali.
«Sei curioso?» chiese Unglucklich. Poi infilò la mano sotto il mantello e ne estrasse un pezzo di biscotto rinsecchito. «Stai a guardare... ».
Detto questo lanciò lontano quello che aveva in mano. Nell'attimo in cui questo sfiorò il pelo dell'acqua, delle minacciose sagome nere indistinte apparirono in quel punto e si avventarono ferocemente su quel misero biscotto. Prima che Harry potesse cercare di distinguerle più chiaramente si erano già dileguate.
«Se vuoi ancora bagnarti le mani fai pure».
Harry si toccò le dita come ad assicurarsi fossero ancora al loro posto e si chiese in quale strano posto stessero andando.
Solo in quel momento si accorse che, dietro ad Unglucklich, si stava delineando nella nebbia un'imponente costruzione scura che riempiva l'intera visuale. Quando furono più vicini capì che si trattava di un castello, un castello costruito con pietre completamente nere.
Quel luogo era familiare, Harry non c'era mai stato ma, ne era sicuro, l'aveva già visto.
La barca sussultò e si arenò su una spiaggetta.
«Siamo arrivati. Questa, mio caro Potter, è la prigione di Nurmengard» rivelò infine il professore. «Vedi lassù, la torre più alta? All'ultimo piano c'è la stanza che è stata per decenni... ».
Harry sapeva già tutto. « ... la cella di Grindelwald».
Unglucklich lo guardò stupito. «Ragazzo, riesci sempre a sorprendermi. Come lo sapevi?».
«Ho assistito al suo assassinio».
«Vuoi dire che eri nella mente di Voldemort mentre lo uccideva?».
Harry annuì.
«Sorprendente».
Scesero dalla barca e si diressero verso il muro nero.
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remus.




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MessaggioTitolo: Re: Harry in missione   harry - Harry in missione EmptyMar Mar 03 2009, 13:59

«Vedi, alcuni mesi fa è successo un fatto strano» iniziò a raccontare il professore. «C'è stata una strana intrusione, il che è già di per sé strano in quanto questa prigione è sicura come Azkaban. Ma non si capisce cosa siano venuti a cercare». Harry ascoltava attentamente. «Inizialmente non mi sono interessato alla questione, ma adesso sono convinto che abbia qualcosa a che fare con i nostri cari maghi oscuri».
Aveva ottenuto l'attenzione di Harry che, ora, si era definitivamente convinto che essere lì fosse la cosa giusta.
«Andiamo, ci sta aspettando un mio vecchio amico».
Sul muro davanti a loro c'era un enorme portone di legno impregnato di catrame nero. Sopra erano appena visibili poche parole incise nella pietra “Per il bene superiore”. Harry interrogò con lo sguardo il professore.
«Residui di tempi passati» disse senza dare altre spiegazioni.
Affianco al portone si apriva una piccola porta. Unglucklich la raggiunse e bussò con forza.
Una voce rimbombò intorno a loro: «Ah, caro Jattarius. Sei arrivato finalmente, ti apro subito».
Si sentirono strani rumori metallici provenire da dentro e, infine, la porta si aprì. Il professore entrò senza esitare ed Harry lo seguì. Si ritrovarono in una piccola stanza con le pareti scure. Fuori faceva freddo ed era umido ma si stava benissimo, rispetto alla sensazione che si provava dentro. Non sapeva da cosa dipendesse ma stare là dentro era opprimente.
Nella piccola stanza c'era una porta sulla parete alla loro destra, sulla parete di fronte e su quella a sinistra c'erano due finestre protette da inferriate. Da quest'ultima si vedeva il portone dalla parte interna: probabilmente la stanza fungeva da guardiola. Harry si avvicinò alla finestra di fronte a loro. All'interno del castello trovava posto un grande cortile. Su di esso si affacciavano tutti gli edifici della fortezza disposti in modo apparentemente casuale. C'erano strutture basse ad un piano ed edifici alti con decine di finestre ordinatamente allineate. Poi, qua e la, si ergevano le torri. La più alta, però, sovrastava di gran lunga le altre.
Harry si rassegnò al fatto che ogni palmo di quella costruzione fosse completamente nero. Una cosa però lo inquietava: pur potendo godere della vista di gran parte della costruzione, non c'era nulla che si muoveva e non si sentiva alcun rumore.
«Fa impressione, eh?» chiese Unglucklich.
Harry annuì.
Allora la porta laterale si aprì ed un uomo di mezz'età entrò. Era alto un bel pezzo più di Harry, tanto che era passato a di misura dalla porta. Indossava un mantello blu scuro con un piccolo stemma sul petto: doveva essere una sorta di uniforme.
«Grabow, quanto tempo» disse Unglucklich andando ad abbracciare il suo amico. «Questo è Harry Potter, ti ho parlato di lui, vero?».
L'altro gli tese la mano ed Harry la strinse.
«Io sono Pawolov Grabow, direttore del carcere di massima sicurezza di Nurmengard» si presentò con un forte accento. «E guarda che non siamo proprio fuori dal mondo! La fama di Harry Potter è arrivata anche qua». Harry distolse lo sguardo imbarazzato.
«Grabow, non dovevi mostrarmi qualcosa? Sono curioso di vedere come siano riusciti a penetrare Nurmengard» chiese Unglucklich impaziente.
«Non sei cambiato per niente, vai sempre subito al sodo» rispose. «A dire la verità non sono entrati nella prigione. E meglio che tu veda con i tuoi occhi, torniamo fuori dobbiamo andare sulla parete est».
I tre uscirono di nuovo all'esterno e camminarono sotto le mura che seguivano perfettamente la linea della riva del lago. O, forse, era stato il lago ad adattarsi alle mura. Il professore e il direttore parlavano tra di loro rievocando vecchi ricordi.
Voltarono dietro l'angolo e proseguirono ancora per qualche momento prima di fermarsi. Harry non riusciva a trovare niente di particolare in quel punto.
«Non ci eravamo mai accorti di questo, almeno fino a quando non è stato aperto qualche mese fa... » disse il signor Pawolov battendo la bacchetta contro una pietra. Quando la punta della bacchetta toccò il muro questo si aprì mostrando un'apertura.
Unglucklich si mostrò sorpreso. «Incredibile, un passaggio segreto per entrare a Nurmengard».
«Non è esatto. Da qui non si può entrare nella prigione. C'è solo un corridoio».
«Cosa? E chi pensi l'abbia creato?».
«Non lo so, ma deve esserci stato sin dalla costruzione del castello, escludo che sia stato creato dopo. E questo mi preoccupa: sono ben pochi quelli che potrebbero aver assistito all'edificazione. E la maggior parte di essi è morta proprio qua dentro».
«Hai ragione, non è un buon segno» assentì Unglucklich. «Comunque, entriamo?».
Camminarono attraverso un angusto corridoio che si fermava su una parete, immancabilmente nera.
«Ecco, si arriva fino a qui,» spiegò il direttore, «ma sono convinto che ci sia ancora qualcosa... ».
Unglucklich esaminò il muro attentamente. «Non c'è niente di particolare... ».
«Lo so, non ho trovato nulla neanch'io».
«Anche se... se davvero è stata costruita nei tempi passati, forse un'idea ce l'avrei... ».
Quando parlava il professore dava per scontate troppe cose.
Tirò fuori la bacchetta e pronunciò una strana formula.
Immediatamente i blocchi di pietra iniziarono ad entrare nella parete creando un altro passaggio che rivelò l'esistenza di una camera nascosta. Era piccola, pentagonale, con le pareti completamente lisce. Al centro una piccola colonna.
«Diamine, Jattarius, non dirmi che ha a che fare con Grindelwald».
«Temo di sì».
Harry fece per chiedere spiegazioni ma il professore lo fermò. «Non ora, Potter».
Unglucklich esaminò attentamente le cinque pareti alla ricerca di chissà quali indizi. Poi si avvicinò al piedistallo al centro, lo scrutò attentamente ed annusò la superficie.
«Potter vieni qua. Prova ad annusare».
Harry non discusse, la fiducia che riponeva nelle capacità del professore gli impedivano di dubitare di quello che stava facendo. Si avvicinò e imitò quello che aveva fatto Unglucklich.
Dopo qualche momento parlò: «Non sento niente... niente di particolare».
Il professore gli spinse la testa più vicino.
«Se stai così lontano certo che non senti niente. Concentrati».
«Ancora niente» disse Harry deluso.
«Va bene, proviamo un sistema più sicuro».
Estrasse la bacchetta e la puntò contro il viso di Harry.
Il ragazzo si passò le dita sulla bocca, poi sul naso, sugli occhi e sulla fronte. Non c'era niente di anomalo.
«Cosa mi ha fatto?» chiese preoccupato.
«Prova ad annusare adesso» rispose con una strana sfumatura compiaciuta nella voce.
Harry tornò a passare il naso sulla pietra.
Poteva sentire chiaramente centinaia di odori. La maggior parte non riusciva a collegarli a niente, erano odori nuovi.
«Allora? Senti nessun odore più forte degli altri?».
Cercò di concentrarsi.
«In effetti sento un odore più forte... ».
«Dove l'hai già sentito?».
Harry inspirò nuovamente riempiendosi di quel odore.
«Si, mi ricorda qualcosa... ma non riesco a capire». Poi tutto gli fu chiaro. «Ma certo! É odore di biblioteca».
«Finalmente,» disse Unglucklich soddisfatto, «quello che senti è odore di pergamena o, meglio, pergamena mal conservata. In questi luoghi umidi si sviluppano muffe che attaccano i fogli di pergamena e sviluppano un odore caratteristico».
Harry arricciò il naso pensando a cosa aveva respirato.
Unglucklich tornò a passare la bacchetta sul naso di Harry. «Adesso sei di nuovo normale».
«Beh, non è male sentire tutti quelli odori!».
«Non ne sarei così sicuro: una volta sono entrato in un gabinetto sotto l'effetto dell'incantesimo, la cosa non è stata per nulla piacevole!».
Harry sorrise mascherando il disgusto al pensiero di ritrovarsi nella stessa situazione.
«Quindi, cosa possiamo dedurre?» chiese il professore.
«Beh, se c'è questa muffa, doveva per forza esserci qualche pergamena».
«Esatto. Quindi sappiamo che qui c'era qualche pergamena o qualche libro. Sappiamo che, presumibilmente, qualunque cosa fosse, stava qua da molti anni, dal regno di Grindelwald forse. E, infine, che chi è entrato... sapeva fin troppe cose» concluse.
Un libro... anzi... il libro. Il libro che aveva visto nella sua visione. Il vecchio chino a studiare la pagina di pergamena davanti a lui. In effetti quel volume sembrava vecchio, molto vecchio. Ed ora sapeva da dove veniva. Forse doveva parlarne con il professore, ma non era del tutto sicuro che fosse la cosa giusta.
«Il tuo lavoro è sempre impeccabile» disse il direttore a Unglucklich.
«Dei complimenti non so che farmene!» rispose «Piuttosto, non puoi dirmi nient'altro di utile?».
«Beh, chiunque sia stato, è stato molto abile, non ci siamo accorti di niente fino a dopo che se ne andato. Erano le sei del mattino, e le guardie, mentre facevano un giro intorno alla fortezza, hanno trovato delle impronte che... entravano letteralmente nel muro. Non lo so quando sia accaduto».
«Penso sia accaduto proprio poco prima delle sei» disse Unglucklich sicuro.
«E come fai a dirlo?».
«Un mago cosi abile si dimenticherebbe di occultare le proprie traccie? Probabilmente è stato disturbato dalle guardie ed è dovuto andarsene velocemente. E, comunque, le orme sulla sabbia non durano a lungo. Basta un po' di vento e l'acqua arriva facilmente alle mura livellando la spiaggia».
Unglucklich era diverso dagli altri Auror che Harry aveva conosciuto, era un misto tra un grande mago ed un investigatore. Gli era bastato qualche indizio per capire molte cose.
«Bene, Grabow. Se non c'è nient'altro penso che abbiamo finito».
«Si, se non vuoi chiedermi nient'altro... ».
«Una cosa vorrei chiederla io,» intervenne inaspettatamente Harry, «avete fatto qualche ipotesi di come siano riusciti a farsi beffe di tutte le vostre protezioni?».
«Non proprio... vedi, è impossibile attraversare il lago senza il nostro consenso. Ci sono solo due possibili modi che mi vengono in mente per raggiungere la fortezza: essere un mago potentissimo al pari di Voldemort oppure... ».
Unglucklich concluse la frase dell'amico. « ...oppure avere qualcuno che ti aiuta dall'interno».
«Esatto. Ma le mie indagini interne non hanno dato risultati. Non so che pesci pigliare».
«Bene, appena scopri qualcosa fammelo sapere» disse Unglucklich sarcastico, sottintendendo che non avrebbe cavato un ragno dal buco. «Ora noi andiamo».
«Va bene Jattarius. Ma se scopri qualcosa fammi sapere»
Ripercorsero i confini del castello per raggiungere la barca.
Non aveva avuto modo di visitare l'interno della prigione, ma la cosa non gli dispiaceva per nulla.
Il professore e il direttore si salutarono da vecchi amici e il signor Powolov fece promettere a Harry che prima o poi si sarebbero rivisti. Poi salirono sulla barca che non si era mossa da dove l'avevano lasciata. Una volta saliti questa ripartì lentamente.
«Vedi Potter,» esordì Unglucklich, «questa fortezza è stata costruita da Grindelwald negli anni in cui era al potere. Serviva a rinchiudere i suoi oppositori. Qui dentro hanno perso la vita molti maghi».
Per il bene superiore... ora era chiara la scritta sopra la porta. Il motto di Grindelwald. Il bene superiore, quel bene superiore in virtù del quale voleva imporre la dominazione magica.
«Dopo il duello con Silente e la fine del regno del terrore, la fortezza è stata trasformata in prigione. Ironicamente molti dei suoi seguaci sono stati rinchiusi nella prigione voluta da loro stessi. La stessa sorte è toccata da Grindelwald, dall'epica battaglia al giorno della sua morte, per cinquantatré anni, è rimasto rinchiuso in quella torre».
«Prima cosa ha fatto per aprire la porta?».
«C'erano delle formule che i maghi oscuri utilizzavano per mantenere la loro segretezza o per occultare qualche luogo come in questo caso».
«Ma lei come... ».
«Questo non sono tenuto a dirtelo. Forse, un giorno ne saprai di più».
«Ma tutto questo vuol dire che qualcuno dei compagni di Grindelwald è di nuovo in attività?».
«È una possibilità. Ma tenderei ad escluderla. Come ti ho detto, gran parte dei maghi oscuri sono stati richiusi. E anche se qualcuno fosse ancora in giro sarebbe un po' vecchiotto per essere pericoloso».
«E... allora?».
«Beh, quella sala segreta poteva essere nota solo a qualcuno che era stato in contatto con Grindelwald o, più probabilmente, con qualcuno dei suoi seguaci».
Harry rimase in silenzio a riflettere su quello che aveva appreso. Era ansioso di sapere quale fosse l'opinione di Kingsley su quello che avevano visto quel giorno.
La barca raggiunse l'altra sponda e loro scesero.
«Bene, ripartiamo».
Harry si legò al professore e i due lasciarono Nurmengard e quell'insana umidità.
Tutto quello che era successo in quel viaggio aveva fatto passare in secondo piano quello che stava succedendo quel giorno ad Hogwarts. Ma, una volta materializzato fuori dai confini della scuola, gli ritornarono velocemente in mente le altre preoccupazioni.
«Posso andare, adesso?» chiese.
«Oh, certo. Ti ho fatto rimanere in pena abbastanza».
Harry salutò velocemente il professore e iniziò a correre più forte che poteva. Quasi senza accorgersene superò l'ingresso, salì le scale su fino alla sala comune. Si ritrovò ansimante davanti al ritratto della Signora Grassa.
«Carciofo fritto» disse tra un respiro e l'altro.
Non aveva ancora nessun indizio su come se l'erano cavata i suoi compagni. Ma non appena entrato tutto sarebbe stato più chiaro.
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Falcio93

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MessaggioTitolo: Re: Harry in missione   harry - Harry in missione EmptyMar Mar 03 2009, 16:13

bellissimo testo, mi è piaciuto un sacco complimenti......nn ho trovato errori ma sn sicuro ke qlcn1 + bravo d me ci riuscira
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StepHarry__96

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MessaggioTitolo: Re: Harry in missione   harry - Harry in missione EmptyMar Mar 03 2009, 17:06

Bell testo!!! Very Happy Very Happy
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babybirba

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MessaggioTitolo: Re: Harry in missione   harry - Harry in missione EmptyMer Mar 04 2009, 13:59

wow..
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wizzyman

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MessaggioTitolo: complimneti   harry - Harry in missione EmptyMer Mar 04 2009, 18:45

Bello stile complimenti!
Ho letto nella chat che il secondo capitolo è in parte opera tua... lo sospettavo in effetti!
Devo dire che io ho letto il libro tutto di filato, ed è tutto molto bello, ma trovo che i capitoli dall'1 al 5 (almeno fino ad ora) siano i migliori sia dal punto di vista della fantasia che dal punto di vista dello stile, poi anche il 6 non è male il 7 e l'8 un pò meno...
il 1° è emozionante e divertente
il 2° è misterioso
il 3° pieno stile Rowling
il 4° commuovente
il 5° avventuroso
insomma avete capito! Quindi complimenti per il 2° e per questo!
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remus.




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MessaggioTitolo: Re: Harry in missione   harry - Harry in missione EmptyGio Mar 05 2009, 10:55

grazie mille a tutti!
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