il libro dei fondatori: il giorno seguente

Il giorno seguente, un sabato come tanti altri sabati d'autunno, nel parco le foglie cadevano dagli alberi ad una velocità allarmante e i venti freddi pungevano gli intrepidi ragazzi che si avventuravano fuori dalle mura della scuola per farsi una passeggiata.
Harry si svegliò con la mente confusa, un unico sogno in cui vedeva carrozze, libri, creature oscure e luoghi mai visti e istintivamente guardò verso il letto di Ron per scoprire che era gia vuoto, l'amico era sceso a colazione senza svegliarlo, ma Harry non lo biasimò, la sera prima era andato a letto con una faccia terribile, probabilmente voleva stare da solo.
Quando scese in Sala Grande la sua teoria trovò fondamento: Ron era seduto a metà della tavola dei Grifondoro tra una Ginny come sempre energica e un Seamus che a malapena teneva gli occhi aperti, ma Hermione era seduta distante da Ron, era una decina di posti più in su immersa in una conversazione con Lavanda Brown.
Harry si avvicinò a Ron e diede a Ginny il bacio del buongiorno e si sedette vicino all'amico ma lui sembrava non averlo notato, era immerso nei suoi pensieri.
Ginny spostò lo sguardo da Harry a suo fratello e poi di nuovo ad Harry e disse <è giù di morale perché ha litigato di nuovo con Hermione>, Harry rimase stupito <che è successo?>, lei scrollò le spalle e rispose <prima Ron la ha salutata e lei gli ha risposto: "vai dalla tua Sarah tesoro" è da quel momento che è così>.
Ne Ginny ne Harry aggiunsero altro per il resto della colazione, più per la paura di peggiorare lo stato d'animo di Ron ma Harry approfittò del temporaneo isolamento di Ron per parlare con Hermione in tranquillità.
Tornò nella Sala Comune e trovò Hermione seduta vicino al caminetto, Harry le si avvicinò cautamente <ciao Hermione>, lei lo fissò per un istante e disse <buon giorno Harry, passato una buona nottata?> Harry era un po incerto se affrontare il discorso Ron ma vide che lei era abbastanza di buon umore allora si fece avanti <ehm..prima stavo parlando con Ginny e...> ma prima che potesse finire la frase Hermione lo interruppe <stop, fermo, non aggiungere altro ho capito dove vuoi andare a parare e non dirò una parola in merito>, sentendo quella frase Harry si scoraggiò e decise di lasciar perdere.
Trascorsero i successivi quaranta minuti a parlare dell'incontro con Sarah la sera prima <io continuo a dubitare della veridicità del libro Harry, non abbiamo altre fonti con cui confrontare quello che vi è scritto> spiegò Hermione con aria pomposa, ma Harry rispose <secondo me Hermione non sei obbiettiva, si vede che non ti va a genio quella Sarah e secondo me sei influenzata da questa storia...> ma Hermione fece finta di non ascoltarlo e proseguì con il suo discorso <vorrei chiedere alla professoressa McGranitt cosa ne pensa, sono sicuro che lei potrebbe avere qualche idea valida a riguardo>.
Hermione continuò a parlare per una decina di minuti fino a quando Harry, ormai stanco di sentirla parlare, inventò la scusa di dover andare a cercare Ron anche se non ne aveva la minima intenzione perchè sapeva bene che sarebbe passato da una persona che continuava a parlare a una che si rifiutava si spiccicare parola.
Mentre camminava per i corridoi senza meta gli venne in mente una cosa ma che per un motivo o per l'altro non riusciva mai a fare: visitare nuovamente la Stanza delle Necessità.
Quando arrivò al corridoio a lui tanto familiare incominciò a camminare avanti e indietro pensando <ho bisogno di un posto dove rifugiarmi, un posto dove stare al sicuro>, e come ogni volta la porta magicamente apparì dove prima non vi era nulla, ma questa volta aveva qualcosa di strano, la porta era sempre stata di un colore lucido e vivo mentre questa volta aveva un colorito sporco e scuro.
Si avvicinò e fece per aprirla ma quando tirò la porta non si aprì e la cosa lo sorprese: possibile che la Stanza delle Necessità potesse essere chiusa a chiave? Dopo qualche tentativo si arrese optando per riprovare in un secondo momento in compagnia di Hermione e si diresse nella Sala Grande dove incontrò Neville <ciao Neville come stai?ti vedo in perfetta forma> disse Harry guardando l'amico <al San Mungo mi hanno curato bene dopo la guerra e sono tornato in salute!> rispose Neville con un enorme sorriso.
In quel momento ad Harry balenò l'idea in mente: Neville aveva passato la maggior parte dell'anno nella Stanza delle Necessità quindi magari sapeva perchè era chiusa <Neville prima ho provato ad entrare nella Stanza delle Necessità ma la porta era chiusa, tu sai come mai?> Neville assunse uno sgurardo a metà tra il sorpreso e il divertito <non è che hai fatto qualche dispetto alla Stanza?Devi sapere che lei ha come dei sentimenti, se ti lamenti di lei o lasci confusione quando te ne vai la volta dopo resta chiusa>.
Harry si sforzò di pensare cosa poter aver fatto alla Stanza e la risposta gli salì alla mente con un gran dispiacere: qualche mese prima prima mentre era dentro, Tiger aveva distrutto tutto con l'Ardemonio compreso l'utilissimo libro di Piton.
Dopo qualche secondo di pausa Harry parlò di nuovo <senti ti andrebbe di fare quattro passi nel parco?non ho nulla da fare> Neville rispose prontamente <certamente Harry ne sarei onorato> così Harry passò il resto della mattinata a farsi raccontare da Neville i dettagli di cosa era successo a scuola mentre lui era in giro a cercare gli Horcrux.
All'ora di pranzo rientrarono per mangiare, quando arrivarono in Sala Grande la scena che gli trovarono davanti agli occhi fu quella di un Ron urlante con il volto paonazzo e davanti a lui un Hermione isterica e tutta la Sala muta tranne alcuni Serpeverde che si bisbigliavano nelle orecchie a vicenda indicando i suoi due amici.