Premessa: Il testo è ambientato durante le vacanze di Pasqua, quindi circa quattro mesi dopo Natale. Draco ha trovato il
Libro dei Misteriosi Misteri nello scantinato di Magie Sinister, mentre i tre cercavano tracce di Ron a Nocturn Alley. Da qui sono arrivati a rintracciare il luogo della morte di Antioch Peverell, la Roccia Rossa (come quella della
Waste Land di Eliot, lo so!
). Alcuni dei nomi propri sono terribili, ne sono cosciente, ma non mi è venuto in mente niente di meglio.
Buona lettura, gente!
*
Nonostante fosse ormai Aprile avanzato, la Primavera sembrava essere decisamente lontana. Il cielo plumbeo e minaccioso faceva da sfondo a un paesaggio triste di colli aridi e brulli, ancora immersi nel sonno invernale. Harry si alzò in piedi e fece qualche passo avanti a sé.
La casa dei Lovegood sembrava incombere su di loro dall'alto della collina: un grosso insetto dalla forma strana posatosi incautamente sopra una larga testa pelata. In basso nella valle, il piccolo villaggio di Ottery-St.Catchpole era un'informe macchia rossa nella nebbia. Il vento gelido scompigliava i capelli e faceva svolazzare i mantelli attorno a loro come le ali di uccelli giganti.
Draco e Hyde raggiunsero Harry, spintonandosi e incespicando sul terreno accidentato.
<Che posto è questo?> chiese
l'americano voltando lentamente la testa a destra e a sinistra. Il paesaggio brullo tutto intorno non sembrava affatto rassicurarlo, poi posò lo sguardo sulla casa in cima alla collina e spalancò gli occhi.
<Quella deve essere la casa di Lunatica Lovegood> interloquì Malfoy, fermandosi qualche passo dietro di loro. <Lo stile di famiglia è inconfondibile!> rise.
Harry inspirò profondamente. Poco tempo prima Ginny gli aveva consigliato di contare fino a dieci prima di perdere la pazienza: era ora che iniziasse a darle ascolto. Si voltò verso i due compagni.
<Si, quella è la casa del signor Lovegood. E' il direttore del Cavillo, Hyde>
L'americano proruppe in una risata sgangherata.
<Il Cavillo? Vorresti dirmi che quella porcheria di giornale ha anche un direttore? E io che pensavo lo stampassero i Troll di montagna...>
Harry lo fulminò con lo sguardo, mentre Draco parve reputare più saggio non fare commenti e continuare a fissarsi le scarpe. Hyde smise di ridere e lo fissò, gelido.
<Calmati, Potter> sibilò tra i denti <Dovresti scegliere meglio i tuoi amici, se non vuoi che si rida di loro>.
Harry lo ignorò.
<E comunque, non siamo venuti fin qui per i Lovegood> intervenne Malfoy.
<Giusto!> gli fece eco Hyde <Perchè ci hai portati in questo posto?>
Harry si voltò verso di loro. Il vento freddo aveva impresso due macchie rosse sulle guance di Draco e gli faceva aderire addosso gli abiti e il mantello: sembrava più magro di come lo ricordasse, un ragno pallido dalle lunghe zampe. Scosse la testa, rassegnato.
<Perchè queste sono le colline sopra Ottery-St.Catchpole> Indicò la vallata con un braccio <Il villaggio è laggiù>.
Hyde e Malfoy si voltarono contemporaneamente verso il crinale del colle: i tetti rossi delle case si notavano appena, solo il campanile della chiesa emergeva, solitario, dal mare di nebbia sotto di loro.
Hyde sghignazzò di nuovo.
<Il posto ideale per un duello. E' sufficientemente tetro, direi>.
Harry cercò di immaginare che aspetto potessero aver avuto quelle colline nella lontana primavera in cui Antioch Peverell era arrivato da Godric's Hollow. Gli sembrò di vederlo, alto e fiero, incedere orgoglioso sotto il sole, con la Stecca della Morte in pugno e la convinzione di essere diventato il mago più potente del mondo.
Stava provando ad immaginare
l'incontro con Bofidus Spurge, quando la voce di Draco lo fece tornare bruscamente alla realtà.
<Allora muoviamoci! Vediamo di trovare questa dannatissima Roccia Rossa e facciamola finita!>.
Hyde si voltò verso di lui.
<Va bene, Malfoy. Tu vai avanti, noi ti seguiamo> sorrise, sarcastico <Ovviamente tu sai perfettamente dove andare>.
Malfoy avvampò di vergogna. Le guance, già arrossate per il vento, divennero scarlatte: Harry sapeva che detestava essere preso in giro dall'americano, e che lo seccava incredibilmente il fatto di non essere lui a capo della missione.
<Neanche tu sai dove andare, Hyde> intervenne Harry <Siamo tutti e tre pari>
<Benissimo!> esclamò
l'altro, alzando gli occhi al cielo <E cosa avete intenzione di fare? Volete setacciare tutte le colline a partire da questa? Ci vorranno giorni, e noi non possiamo permetterci di perdere tempo!>.
Harry scosse la testa: sapeva che Hyde aveva ragione, ma non aveva idea di come procedere nella ricerca. Aveva concentrato tutti i suoi sforzi nel convincere gli altri due che la pista giusta era quella che passava per Ottery-St. Catchpole, ed era stato troppo felice quando si era visto nel giusto da non pensare ad altro.
Si voltò verso
l'americano, pronto a ricevere una delle sue battute sarcastiche, quando si accorse che Hyde non stava affatto preparando un colpo basso. Era seduto a terra e rovistava nel suo zaino, con
l'espressione concentrata di chi cerca qualcosa che si è ricordato improvvisamente di possedere. Ad un tratto rise, e si battè il palmo della mano contro la fronte.
Harry intercettò lo sguardo di Draco: il giovane Malfoy sembrava non aver ancora digerito lo scambio di battute con
l'americano, il colorito rosso acceso stava virando velocemente verso il verde acido.
Hyde, nel frattempo, aveva estratto la bacchetta e
l'aveva puntata verso i recessi dello zaino.
<Accio Revelator!> gridò, e allungò la mano con uno scatto felino: un piccolo oggetto schizzò fuori a tutta velocità, ma
l'americano lo intercettò e ne bloccò la fuga verso la libertà.
Harry si avvicinò, lasciando indietro Draco. Hyde si stava alzando da terra e si rassettava la veste e il mantello, continuando a tenere il pugno chiuso.
<Bene Potter, forse abbiamo risolto una buona metà dei nostri problemi> disse, con
l'aria soddisfatta che irritava tanto Malfoy.
<Cos'hai in mano?> chiese Harry. Non si fidava ancora di Hyde: non del tutto, almeno. Non aveva dimenticato la sensazione di disagio che aveva provato
l'estate, quando si era accorto di essere spiato a Godric's Hollow.
<Vigilanza costante!> avrebbe gracchiato Moody.
Harry increspò le labbra in una sorta di sorriso amaro.
Hyde allentò lentamente la presa: la cosa che era intrappolata nel suo pugno si agitò debolmente per qualche secondo, poi rimase immobile. Harry abbassò la testa per guardare.
Sul palmo della mano dell'americano c'era quello che sembrava un ferro da calza molto piccolo, o un ago da cucito molto grande. Al posto della cruna, una sfera trasparente, grande quanto una biglia, emetteva a intermittenza dei bagliori di luce rossa.
<Che cos'è quell'affare?>
Harry sobbalzò. Malfoy
l'aveva raggiunto, e ora fissava la mano di Hyde con un'espressione indecifrabile negli occhi.
<Questo, signori, è un Revelator> rispose Hyde, con
l'aria di un venditore ambulante che vanti la sua merce.
<Abbiamo capito come si chiama> intervenne Harry, seccato <Quello che non abbiamo capito è a cosa serve>. Detestava i modi teatrali dell'americano: a volte gli sembrava di avere a che fare con un Gilderoy Allock a cui il recupero della memoria avesse regalato una dose extra di arroganza. Per quanto gli suonasse strano ammetterlo, preferiva la compagnia del rancoroso e taciturno Draco al sarcasmo di Bryan Hyde.
<Capta tracce di magia> rispose
l'americano, fissando i suoi compagni attraverso gli occhi ridotti a fessure. Stava per aggiungere qualcos'altro, ma Malfoy lo fulminò con lo sguardo, con talmente tanta intensità che lo costrinse a fare parecchi passi indietro. Hyde boccheggiò per un paio di secondi come un pesce fuor d'acqua, ma dovette ritenere più saggio rimanere in silenzio.
<Va bene> annuì Harry, spazientito. <Quindi tu pensi che la Roccia Rossa conservi tracce di magia che possano essere intercettate con il tuo Revelator?>
Hyde fece segno di sì con la testa, senza parlare.
<Sai Potter> intervenne Malfoy <Forse
l'idiota americano non ha tutti i torti. Se davvero questa Roccia è il luogo in cui morì Antioch Peverell, deve essere impregnata di magia antica e potente. Gli assassinii magici lasciano...>. Si bloccò a metà della frase, come cercando di ricordare qualcosa, poi scosse la testa e abbassò lo sguardo.
<Cosa lasciano, Malfoy?> chiese Harry.
Draco inspirò profondamente.
<Tracce> rispose, in un sussurro <Lasciano tracce. E più potente è il mago che compie
l'assassinio, tanto più evidente sarà la traccia. Me lo spiegò mia zia Bellatrix, quando...>. Scosse la testa di nuovo. Per un momento, Harry credette che sarebbe scoppiato a piangere, invece si raddrizzò e li guardò, deciso.
<Hyde ha ragione> disse <Usiamo questo Revelator e facciamola finita. Non abbiamo il tempo per perderci in chiacchiere!>.
Draco si diresse a passo fermo verso
l'americano: Hyde era rimasto immobile, con le braccia distese lungo il corpo.
<Come funziona quell'aggeggio?> chiese, indicando il pugno serrato che conteneva ancora il piccolo oggetto.
<Va tenuto sollevato> spiegò Hyde, asciutto. Fissava ancora Malfoy in cagnesco, come se si aspettasse qualche scatto improvviso. Harry si sentiva stranamente a disagio: aveva capito a cosa si riferiva Draco poco prima, e in quale occasione Bellatrix Lestrange doveva avergli parlato degli omicidi magici.
Sentì un brivido lungo la schiena che non c'entrava niente con il vento.
<E quando la luce rossa smette di lampeggiare e diventa verde, allora vuol dire che siamo in presenza di una potente traccia di magia> Hyde smise di parlare e sollevò il Revelator, come se volesse mostrarlo a una folla immaginaria. Il paragone con un venditore ambulante sembrò ad Harry sempre più appropriato.
Per un attimo non successe nulla: Hyde aveva solo un'aria molto stupida,
lì in piedi e con quella specie di ferro da calza lampeggiante stretto nella mano come uno scettro. Poi, all'improvviso, il Revelator iniziò a vibrare, come se un piccolo motore si stesse mettendo laboriosamente in movimento. Bloccato dalla presa di Hyde, prese ad ondeggiare a destra e a sinistra, una specie di fuscello metallico mosso da un vento impetuoso, poi, con un ultimo scatto deciso, si arrestò con la punta lampeggiante dritta davanti a loro, in direzione opposta alla casa dei Lovegood.
<Dobbiamo seguirlo> disse
l'americano <Ci sta guidando verso una traccia>.
<E cosa stiamo aspettando? Andiamo!> esclamò Draco, agitando il braccio e facendo ampi gesti con la mano.
Harry si accorse di essere rimasto imbambolato a fissare la luce rossa. Si riscosse e si incamminò dietro di loro, sapendo che li attendeva una lunga marcia tra le colline.
Dopo mezzora di strada, apparve chiaro che, seppure il Revelator aveva captato qualcosa, doveva essere molto lontana dal punto in cui si erano Materializzati. Hyde avanzava in testa, guardingo, con lo zaino in spalla e la luce rossa lampeggiante che sembrava ballare sulla sua testa. Draco lo seguiva, voltandosi ogni tanto a guardare a destra e a sinistra, come se volesse imprimersi in mente i particolari del paesaggio. Harry chiudeva la fila, silenzioso, pensando allo scambio di battute di poco prima. Era raro che Malfoy parlasse della sua famiglia, e quando lo faceva erano quasi esclusivamente ricordi che riguardavano Lucius: un'altra volta soltanto aveva detto qualcosa su sua madre, e Harry non ricordava di avergli mai sentito nominare Bellatrix, men che meno chiamandola
zia.
Si sentiva stanco e provato. Kingsley continuava a raccomandargli di non perdere la testa, di rimanere calmo e concentrato. Tutta quell'apprensione iniziava a stargli decisamente stretta: a volte aveva
l'impressione che il Ministro lo trattasse come uno scolaro discolo, o come un nipotino particolarmente vivace. Scosse la testa: gli sembrava di essere sempre più solo. Improvvisamente si trovò a pensare a Sirius, a cosa avrebbe detto e che cosa gli avrebbe consigliato in quel momento. Era passato il tempo in cui aveva creduto che il suo padrino fosse infallibile, però sentiva il bisogno di avere accanto uno spirito forte e deciso che lo sostenesse.
Era immerso nel ricordo del loro unico Natale insieme, a Grimmauld Place, quando il grido di Hyde lo fece tornare bruscamente alla realtà.
Il Revelator aveva cambiato colore. Lampeggiava sempre, ma ora la luce era di un acceso verde smeraldo. All'improvviso si raddrizzò, come
l'ago di una bussola, riprese ad ondeggiare per qualche secondo e poi si fermò, con la testa puntata verso sinistra.
Harry guardò in quella direzione: le pendici di un'altra collina emergevano, brulle e sassose, dal terreno. Quello che il Revelator aveva puntato, qualunque cosa fosse, doveva trovarsi al di
là.
<Materializziamoci in cima al colle> propose Draco <Non ne posso più di camminare>.
Hyde si voltò verso di loro. Per un attimo Harry pensò che avrebbe risposto di no per il puro gusto di farlo, invece
l'americano annuì.
<Va bene> disse <Muoviamoci e vediamo cosa ci aspetta>. Girò su se stesso e scomparve, per riapparire sopra le loro teste un secondo dopo. Harry e Draco si affrettarono a seguirlo.
Dalla cima della collina si aveva un'ottima visione della vallata sottostante. La nebbia si era un po' diradata, e quindi Harry rimase sorpreso di non vedere il villaggio di Ottery-St.Catchpole. Guardò in direzione della casa dei Lovegood e vide il tetto del campanile brillare lontano, illuminato da un debole raggio di sole: dovevano aver percorso molta più strada di quanto non pensassero.
Il Revelator continuava a lampeggiare, mentre la luce verde si faceva sempre più intensa: ora puntava verso il basso. Hyde prese a correre in avanti, cercando di non inciampare e di non perdere
l'equilibrio. Malfoy lo seguì, imprecando ogni qual volta un piede urtava contro un sasso, e incitando Harry a stargli dietro.
Dopo una decina di minuti di quella discesa a rotta di collo, arrivarono alle pendici della collina e si fermarono, ansanti.
Harry si appoggiò a un grosso masso, cercando di riprendere fiato. Hyde era sempre in piedi, ma il sollevarsi ritmico delle spalle tradiva il suo respiro affannato. Draco si era accovacciato con le mani sulle ginocchia: sembrava davvero un grosso ragno in agguato.
Il paesaggio non era cambiato. Era sempre brullo e inospitale, ma davanti a loro si apriva una specie di stretto altopiano racchiuso tra le colline, dove qualche cespuglio di rovi invernali cresceva tra i sassi. Il Revelator puntava dritto avanti a loro, e gli intervalli dell'intermittenza si facevano sempre più brevi. Hyde riprese a correre, come un grosso cane trascinato da un guinzaglio invisibile. Gli altri due lo seguirono senza parlare, ansanti e affannati.
All'improvviso
l'americano si bloccò, abbassò il Revelator e corse a nascondersi dietro una gobba del terreno, facendo loro segno di seguirlo.
<Cosa
diavolo c'è, Hyde?> chiese Malfoy, trafelato.
Harry inciampò nel suo mantello e per poco non finì addosso agli altri due. Cercò di rimettersi in piedi, ma pestò la mano di Draco, che imprecò sonoramente.
<Zitti!> grugnì
l'americano <Ho sentito qualcosa che veniva verso di noi. State nascosti e non fate rumore>.
Harry si accovacciò come meglio potè tra i suoi due compagni. Avrebbe voluto tirare fuori il Mantello dell'Invisibilità, ma preferiva che gli altri due continuassero a pensare che nessuno dei tre Doni si trovava in viaggio con loro.
Dopo qualche secondo, Hyde si rialzò. Senza dire una parola, uscì allo scoperto in mezzo ai sassi e prese a correre verso un'altra gobba del terreno, molto alta, in fondo all'altopiano. Harry e Draco lo seguirono, affrettandosi come meglio potevano, ma
l'americano sembrava aver messo le ali ai piedi.
Lo videro scomparire dietro
l'avvallamento, sentirono uno strillo acuto e un forte rumore, come di frusta. Alcune scintille rosse si levarono in aria e, immediatamente dopo, Hyde ricomparve sulla strada, preceduto da una strana figura fluttuante.
Harry si fermò di colpo, rischiando di essere travolto da Draco: qualunque cosa fosse quella intercettata da Hyde, non sembrava umana, o almeno, non del tutto. Procedeva sollevata a qualche centimetro da terra, come se galleggiasse in aria. Intorno alla testa sembravano agitarsi dei tentacoli argentei e il viso aveva
l'aspetto di un'informe macchia viola, dalla quale, ogni tanto, cadeva qualcosa di piccolo e giallo, come granelli di polvere molto grandi.
Harry corse verso Hyde, strizzando gli occhi per vedere meglio.
L'americano si era fermato e sembrava aspettarlo: aveva
l'aria di un burattinaio alle prese con un pupazzo gigante.
Harry tirò fuori la bacchetta e fece qualche passo avanti: ora che la vedeva più da vicino, si accorse che la strana apparizione aveva un che di familiare. Guardò più attentamente, poi abbassò la bacchetta e riprese a correre verso Hyde, sconcertato.
Quando lo vide avvicinarsi,
l'americano fece un gesto ampio con il braccio, come se sciogliesse dei nodi invisibili: la figura fluttuante si accasciò ai suoi piedi, rimanendo carponi come uno strano gatto argenteo, o come un Patronus che aspetti un comando.
Harry abbassò la testa e intercettò lo sguardo di Luna Lovegood.
Portava una strana maschera sul viso: quella che da lontano aveva scambiato per una macchia viola era una specie di veletta che le copriva gli occhi. Aveva delle piccole perle di vetro giallo tra i capelli: probabilmente doveva essersi acconciata con cura quella mattina, ma
l'Incantesimo di Librazione di Hyde
l'aveva scomposta, lasciandole delle ciocche intrecciate solo da un lato.
<Harry!>
Luna si alzò in piedi e gli corse incontro, palesemente felice di vederlo sano e salvo, ma si bloccò quando Draco apparve alle sue spalle, ansante e scarmigliato.
Harry si avvicinò e le strinse la mano.
<Non preoccuparti, Luna> sorrise <Siamo in viaggio insieme>.
Lei lo guardò negli occhi, fissandolo con un'intensità tale che Harry pensò allo sguardo di Silente, e poi lo abbracciò. Harry la strinse a sé, ma mentre stava per parlare e chiederle cosa ci facesse
lì, Hyde gridò.
<
L'ho trovata!
L'ho trovata!>.
Draco li sorpassò di corsa, mentre Luna si divincolava dalla stretta e correva in avanti. Harry impiegò un paio di secondi a capire cosa fosse successo: stringere Luna tra le braccia gli aveva provocato una stretta dolorosa allo stomaco, e per un attimo si era trovato a pensare a Ginny e ai suoi capelli profumati. Si riscosse e si affrettò a raggiungere gli altri, dietro la gobba di terra.
Luna correva davanti a lui, talmente veloce che aveva già superato Malfoy, e ora puntava verso Hyde. Harry la vide raggiungerlo e strappargli il Revelator dalle mani. La sfera di vetro non lampeggiava più, adesso brillava di un'intensa luce verde smeraldo.
L'americano si spostò a sinistra per estrarre la bacchetta, ma Draco lo Disarmò con un lampo rosso.
<Cosa ti prende, Malfoy?> gridò Hyde.
Prima che lui potesse rispondere, Harry li raggiunse e lanciò un grido di sorpresa.
La Roccia Rossa era davanti a loro.
Era diversa dall'illustrazione del vecchio libro di Sinister, più piccola e meno imponente. Sembrava una pietra miliare sbozzata rudemente, oppure un masso che il tempo aveva trasformato a suo capriccio dandogli una forma simile a un cippo. Qualcuno vi aveva deposto sopra un mazzo di piccoli fiori gialli, legati con un fiocco viola e argento.
Inconfondibile, impresso sulla pietra da una mano antica, il simbolo dei Doni della Morte ammiccava sinistro sotto i deboli raggi di sole.
Hyde approfittò del momento per Appellare a sé il Revelator. Luna trasalì quando se lo vide sfuggire di mano e si voltò verso di loro, ansante.
<Cosa significa tutto questo, Harry?> chiese, spaventata.
I suoi grandi occhi erano fissi su di lui attraverso quella strana maschera che portava sul viso. Le spalle si alzavano e si abbassavano al ritmo affannato del suo respiro.
Harry guardò i suoi compagni. Draco esibiva un'espressione indecifrabile, sembrava turbato e sorpreso allo stesso tempo. Hyde era immobile, con la bacchetta ancora levata e
l'altra mano che stringeva il Revelator chiusa a pugno.
Harry fece qualche passo avanti e si spostò di lato, fino a trovarsi di fronte a Luna.
<Cosa ci facevi qui?> le chiese lentamente, guardandola negli occhi. Non riusciva a trovare una connessione logica per tutto quello che era successo negli ultimi minuti: aveva decisamente bisogno di schiarirsi le idee.
Luna aprì la bocca per rispondere, ma prima che iniziasse a parlare, si udì un CRACK e Xenophilius Lovegood comparve in mezzo a loro.
Per un attimo Harry ebbe la visione dei suoi capelli di zucchero filato che ondeggiavano nel vento, poi delle corde invisibili lo legarono e cadde a terra come una bambola rotta.
<Papà!> gridò Luna, e si precipitò verso il mago, immediatamente seguita da Malfoy.
L'americano rimase lontano, con la bacchetta stretta in pugno ma un'espressione confusa stampata sul viso.
<Cosa
diavolo fai, Hyde?> gridò Harry, mentre liberava il signor Lovegood con uno svolazzo della bacchetta.
<Proteggo il nostro segreto, Potter!> urlò Hyde di rimando, correndo verso di loro.
Xenophilius si alzò in piedi massaggiandosi una spalla. Si guardò intorno lentamente, prima da una parte e poi dall'altra. Il suoi sguardo si soffermò su Luna, scarmigliata e furiosa, e spalancò la bocca sorpreso, poi vide Harry e Draco e rimase immobile, sconcertato.
<Harry Potter!> riuscì ad articolare alla fine <Cosa ci fai qui, e perchè tu e i tuoi compagni mi avete teso un agguato?>
Se la situazione non fosse stata tanto assurda, Harry sarebbe scoppiato a ridere: Xeno Lovegood indossava uno degli abiti più stravaganti che avesse mai visto. Era tutto giallo, ma sembrava arricchirsi di strane sfumature verdi a ogni movimento. La punta delle scarpe argentate emergeva dall'orlo della veste, e una grande margherita viola appuntata sul petto completava
l'opera.
Harry la guardò più attentamente e per un attimo trattenne il respiro: al posto del polline, luccicava dorato il simbolo dei Doni.
<Mi dispiace, signor Lovegood> iniziò Harry, ma non potè continuare: Hyde si era messo tra di loro e lanciava occhiate sospettose a Xenophilius e al fiore che portava al petto.
Il mago fece per estrarre la bacchetta, ma Harry lo prevenne e scansò
l'americano con uno spintone.
Hyde incespicò nel mantello e finì addosso a Draco, che lo bloccò con un'abile mossa.
<Non so come siate soliti comportarvi in America> disse Harry, avvicinandosi ai due <Ma dalle nostre parti non lanciamo incantesimi sugli amici!>.
Hyde si contorse come un grosso mastino preso in trappola, ma Malfoy non mollò la presa.
<Quella
lì> indicò Luna <Stava mettendo quei fiori gialli sopra la Roccia Rossa!> gemette, disperato.
Harry si voltò verso Luna, ma fu Xenophilius a rispondere.
<Ma certo!> disse, guardando sorpreso prima Harry e poi Hyde <Oggi è il primo giorno della Luna Nuova e noi portiamo dei fiori nel luogo in cui i primi Cercatori dei Doni si giurarono eterna fedeltà. Non c'è niente di strano in tutto questo!>.
Harry fissò il signor Lovegood, sentendosi incredibilmente stupido: lui sapeva della passione di Xeno per i Doni, avrebbe dovuto pensarci prima. Se Luna si trovava in quel posto, doveva esserci una ragione, per quanto stramba potesse essere.
Malfoy, per la sorpresa, aveva lasciato cadere le braccia: Hyde ne approfittò e corse accanto a Harry, di fronte a Luna e a suo padre.
<Cosa sono i Cercatori?> chiese, con
l'aria sospettosa di chi ha paura di essere raggirato, gli occhi ridotti a fessure che scrutavano il viso di Xenophilius.
L'uomo indietreggiò di parecchi passi, come spaventato dalla potenza dello sguardo di Hyde.
<Cercano i Doni della Morte> rispose Harry per lui. Era inutile indorare la pillola, o arrampicarsi sugli specchi, cercando di far apparire le cose sotto una luce diversa: la conversazione avuta con il signor Lovegood
l'anno precedente era stata incredibilmente illuminante, anche se si era conclusa in modo quasi tragico, e Harry sapeva bene che Xeno era a conoscenza di molte cose che riguardavano i fratelli Peverell.
<Perchè non mi ha parlato della Roccia Rossa
l'anno scorso, signor Lovegood?> chiese, prevenendo Hyde che stava aprendo la bocca per parlare.
Xenophilius sospirò sonoramente.
<Non potevo, Harry Potter> disse con semplicità <Noi Cercatori siamo vincolati da molte promesse e da molti segreti: uno di questi riguarda questo luogo>.
Accanto a lui, Luna annuì senza parlare.
<Signor Lovegood...> intervenne Draco, fermandosi accanto a Harry e guardando la margherita viola. Xeno lo fissò, incuriosito.
<Tu non sei il giovane Malfoy?> chiese, con
l'aria di chi sta sostenendo una conversazione tra amici davanti a una tazza di thè.
Draco annuì, in silenzio.
<Ho saputo di tuo padre> continuò il mago <E' stata una terribile tragedia>.
Malfoy impallidì e non disse nulla. Harry si affrettò a riprendere la parola, dandogli il tempo di riprendersi: sentire gli altri parlare di Lucius era ogni volta un brutto colpo.
<Abbiamo trovato questo posto in un vecchio libro, signor Lovegood> disse.
Xenophilius lo guardò con espressione di educata curiosità, come uno studioso davanti a un animale particolarmente raro.
<Conosco quel Libro> rispose
l'uomo <E so anche chi lo possiede e perchè. Quello che non so è come abbia fatto a capitare tra le vostre mani>.
Luna trattenne il fiato, ma non parlò.
<Il signor Burke è morto> disse Harry <Diversi anni fa. Il suo socio Sinister ha perquisito la casa in quell'occasione e deve averlo trovato. Ovviamente non sapeva di cosa si trattava e
l'ha gettato nel retrobottega del suo negozio. Noi
l'abbiamo trovato
lì mentre facevamo ricerche di tutt'altro genere>.
Xenophilius scosse la testa, affranto.
<Caractacus è morto?>
Harry, Draco e Hyde annuirono in silenzio.
<Ora si spiegano molte cose...> mormorò il signor Lovegood, portandosi il lungo indice al mento in atteggiamento pensieroso.
<Bè...> continuò <Se il Libro di Spurge ha ritenuto opportuno mostrarvi questo luogo, io non starò certo qui a questionare>.
<Come Spurge?> chiese Harry con veemenza, avanzando di qualche passo in avanti <Cosa c'entra il Libro dei Misteriosi Misteri con Bofidus Spurge?>.
Xenophilius Lovegood portò le mani all'altezza del petto, con le palme verso
l'esterno, come a volersi proteggere.
<Vedo che conoscete molte cose, ma ne ignorate tante altre, ragazzi miei> disse, pacato.
<Spurge è stato un mago malvagio!> intervenne Hyde, gli occhi spalancati e lo sconcerto dipinto in viso <Ha assassinato Antioch Peverell per ottenere la Bacchetta di Sambuco, e poi, quando gli è stata rubata, ha giurato eterna vendetta e ha fondato la Setta del Fuoco Sacro!>
Xeno lo fissò, con la stessa espressione che avrebbe avuto davanti a un pollo con tre gambe.
<Temo di non capire, mio caro ragazzo> disse, scuotendo il capo <Cos'è la Setta del Fuoco Sacro?>
Per un attimo Hyde sembrò cadere dalle nuvole, poi tirò fuori la bacchetta e la puntò contro il petto del signor Lovegood.
<Lei mente!> gridò.
Luna lanciò uno strillo acuto, mentre Harry gridava
<Expelliarmus!>. La bacchetta volò via dalle mani dell'americano e cadde a terra. Lui si voltò verso gli altri, furioso.
<Cosa credi di fare, Potter?> urlò massaggiandosi il polso <E' chiaro che ci sta raccontando un sacco di balle!>
<Calmati Hyde!> replicò Harry <Sei in grado di lasciarlo parlare prima di aggredirlo?>.
Luna si era stretta a suo padre e li fissava terrorizzata. Xeno, altrettanto spaventato, stava cercando di riprendere fiato.
Harry scosse la testa. I Lovegood erano strambi, su questo non c'erano dubbi, ma non erano malvagi. Quando Xenophilius
l'aveva venduto ai Mangiamorte era stato solo per cercare di salvare sua figlia: lui lo sapeva e non gliene aveva mai fatto una colpa.
L'uomo stava dicendo la verità: non conosceva la Setta del Fuoco Sacro.
<E' un'accolita di Maghi Oscuri, signor Lovegood> riprese Harry, cercando di assumere un tono colloquiale, come se stesse commentando le ultime notizie sul Puddlemere United <Noi pensiamo che ci siano loro dietro il rapimento di Ron Weasley>.
Luna trattenne il fiato e spalancò la bocca, mentre suo padre fece <Ah!> e lo fissò, interessato.
<Vogliono qualcosa in cambio da me, qualcosa che ha a che fare con i Doni> continuò Harry, tenendo gli occhi puntati su Hyde per impedirgli di scattare di nuovo.
<Capisco> annuì Xenophilius, assorto <Mi occupo da tanti anni della Ricerca dei Doni, Harry Potter, ma non ho mai sentito parlare di questa Setta. Bofidus Spurge è stato il primo dei Cercatori, e al suo Libro sono affidate le istruzioni per trovare questo ed altri posti più o meno segreti>.
Si voltò verso Hyde, ma
l'americano era rimasto immobile, apparentemente attentissimo a seguire il discorso.
<La Roccia Rossa è il luogo in cui la Ricerca ebbe inizio, molto tempo fa. E' qui che Ignotus e Cadmus Peverell si incontrarono dopo la morte del loro fratello Antioch, sempre qui Bofidus Spurge con un pugno di fedeli amici fece la promessa di riunire tutti e tre Doni. Qui venne formulato per la prima volta
l'
Incanto Invictus da Rodolphus Bodging, Summus Lovejoy e Benedictus Burke. In quel momento, la Ricerca sembrò conclusa nel migliore dei modi.>
Xenophilius Lovegood sospirò e scosse la testa.
<Purtroppo i Tre Custodi vennero traditi, e così, al giorno d'oggi, non c'è stato più nessuno in grado di riunire il potere dei tre Doni e piegarli al proprio volere>.
Fece una pausa, guardandoli tutti e tre, inspirò profondamente e agitò la mano, come se volesse allontanare un insetto fastidioso.
<Pazienza> commentò alla fine, alzando le spalle <Ormai è storia vecchia>.
Harry rimase immobile, sovrappensiero. Stava cercando di ricordare dove, e se, aveva mai sentito nominare
l'
Incanto Invictus: per quanto si sforzasse, non riusciva ad associarlo a niente di familiare. Sentì la mancanza di Hermione e scosse la testa, affranto. Poi udì la voce di Draco formulare la stessa domanda che stava per salirgli alle labbra:
<Cos'è questo
Incanto, signor Lovegood?>
Xenophilius lo guardò, con un sorriso amaro.
<E' il sogno di ogni Cercatore, mio giovane Malfoy> rispose <Si dice sia stato ideato dai tre fratelli Peverell, prima che Antioch venisse inghiottito dal vasto mondo e che Cadmus impazzisse dal dolore e si togliesse la vita>.
Alzò gli occhi al cielo con espressione estatica e poi continuò:
<Purtroppo la formula è nascosta, celata tra le pagine del Libro di Spurge, al quale fu dettata da Ignotus in persona. Si dice che si rivelerà soltanto quando torneranno tre persone talmente unite tra di loro, simili eppur dissimili, “congiunti doppi” recita un antico testo a cui facciamo spesso riferimento...>
Harry trasalì. Aveva già sentito quell'espressione, ma non riusciva a ricordare dove: gli sembrava avesse vagamente a che fare con Willis, ma non ne era del tutto sicuro. Guardò i visi dei suoi compagni, ma nessuno dei due mostrava più che curiosità o attenzione. Harry scosse la testa, sicuro di stare perdendo un collegamento importante senza poterlo evitare.
<Queste tre persone> stava continuando il signor Lovegood <Pronunceranno la formula e potranno sottomettere a sé i Doni, piegandoli definitivamente al loro volere. Ma dovranno essere perfettamente pari, senza nessuno che tenti di prevalere sull'altro, e ognuno dovrà canalizzare tutte le sue energie in uno dei Doni, in uno e solo uno. Non dovrà avere mire sugli altri due, né pensare di assoggettarli tutti e tre diventandone il Padrone>.
Xenophilius scosse di nuovo la testa.
<E' ovvio che
l'
Incanto Invictus rimarrà sempre solo un sogno> concluse, rassegnato <Noi Cercatori agiamo da soli, e ognuno di noi coltiva il sogno segreto di possedere tutti e tre i Doni. Non c'è speranza che la formula segreta si riveli>.
Ci fu una pausa, come se tutti aspettassero qualcosa. Luna si era spostata accanto a Draco, ed entrambi sembravano persi nella contemplazione di un punto imprecisato davanti a loro. Hyde era immobile e fissava Harry e il signor Lovegood, uno di fronte all'altro.
Un raggio di sole fece capolino tra le nuvole e illuminò i fiori sulla Roccia, che sembrarono risplendere come piccole pepite.
Harry si riscosse e guardò Xeno.
<Come furono traditi i Tre Custodi?> chiese.
La faccenda stava iniziando a incuriosirlo, più di quanto non volesse ammettere. Era come avere a che fare con un immenso puzzle: prima della fine non sarebbe mai riuscito ad essere perfettamente sicuro del risultato, però doveva andare avanti, in un modo o nell'altro.
<Lisandrus Burke era un uomo malvagio> rispose Xenophilius Lovegood, fissando il suo sguardo penetrante negli occhi di Harry <Con
l'inganno costrinse suo fratello Benedictus a rivelargli la formula segreta e i nomi degli altri due Custodi. Appena ebbe ottenuto quello che desiderava, lo uccise e si impadronì della Bacchetta di Sambuco. Lovejoy e Bodging riuscirono a mettere in salvo la Pietra e il Mantello, ma i Doni erano stati nuovamente macchiati col sangue, e
l'
Incanto Invictus era stato infranto>.
Xeno scosse il capo e rimase in silenzio.
Harry intercettò lo sguardo di Hyde.
L'americano sembrava concentrato a riordinare una serie di pensieri: mormorava parole tra sé e scuoteva la testa come un automa.
<Posso farle una domanda, signor Lovegood?> chiese di nuovo Harry.
<Dimmi, ragazzo mio, dimmi pure>.
Harry prese fiato e guardò prima Luna e poi suo padre.
<Come mai non mi ha detto tutto questo quando ci siamo parlati,
l'anno scorso?>.
Xenophilius sorrise.
<La Ricerca dei Doni è fitta di enigmi e di misteri. Ognuno di noi Cercatori sa cosa rivelare a chi, e soprattutto quando rivelarlo. Il mio istinto mi ha suggerito cosa raccontare durante il nostro primo incontro, e cosa tacere. Allo stesso modo, oggi mi ha fatto capire che era il caso di spingermi molto più in
là. Ci sono cose che probabilmente né io, né tanto meno voi, conoscerete mai. E altre che ci saranno rivelate a tempo debito>.
Harry annuì e sorrise di rimando. Luna strinse forte la mano di suo padre ed entrambi si voltarono verso la Roccia Rossa.
Il sole era scomparso dietro una nuvola: il simbolo dei Doni sembrava scrutarli dalla pietra come un occhio senza palpebre.
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, non so perchè...
!