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 Cap. N. 5, 6 e ....... secondo noi!

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Dafne




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Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! Empty
MessaggioTitolo: Cap. N. 5, 6 e ....... secondo noi!   Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! EmptyMar Lug 29 2008, 11:50

Alcuni di noi hanno scritto dei brani pensando al seguito di quanto fino ad ora pubblicato sul nostro sito.
Ho voluto riunirli in questa raccolta, senza modificarli, per allietarvi durante questa pausa estiva. Anche per accontentare tutti quelli che aspettano trepidanti la pubblicazione del Capitolo N.6.
Tengo a precisare che questa NON E’ LA VERSIONE UFFICIALE, ma solo un nostro piccolo contributo a quello che potrà essere il seguito dei capitoli di HP8.
Siamo ormai abituati ad aspettarci dei colpi di scena da parte dello Staff HP8 che potrebbero sconvolgere quanto abbiamo scritto.
Se avete delle curiosità, delle critiche o dei consigli su questi “pezzi” potete farlo nei topic della sezione TESTI dove sono stati pubblicati dai loro autori.
Sarà l’autore stesso ad accettare o rifiutare le variazioni proposte. Io vedrò di inserirle in questa trascrizione.
E ora, BUON DIVERTIMENTO! lol!
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Dafne




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MessaggioTitolo: Re: Cap. N. 5, 6 e ....... secondo noi!   Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! EmptyMar Lug 29 2008, 12:03



Capitolo 6 - Al Ministero
* * *
Harry si svegliò e di colpo guardò l’orologio: erano ancora le 5. Si tranquillizzò subito, non avrebbe avuto senso alzarsi così presto; l’appuntamento con Kingsley era alle dieci, quindi avrebbe potuto dormire ancora un po’. Così si girò su un fianco, deciso a prendere sonno per la quarta volta quella notte. Dopo poco, però si ritrovò a pensare a quello che sarebbe potuto accadere quella mattina. Era troppo curioso di sapere il motivo dell’invito di Kingsley, non aveva idea del motivo per cui non doveva ancora comprare le cose per Hogwards.
Quando la signora Weasley lo aveva visto senza nessun libro né una nuova uniforme dopo il viaggio a Diagon Alley di pochi giorni prima, aveva tentato in ogni modo di fargli confessare cosa stava succedendo, ma Harry era riuscito ogni volta ad evitare l’argomento, anche se non era riuscito a togliere dalla testa della signora Weasley che aveva in mente qualcosa di losco. Anche Ginny era curiosa, ma, conoscendo Harry, aveva accettato l’idea che lui non poteva dirle nulla; lo guardava sempre un pò abbattuta e con apprensione, in un modo esasperante per lui, che si era ritrovato molte volte nell’indecisione sul da farsi con la propria ragazza. L’unico a cui aveva parlato della lettera era Ron, di cui era certo di poter fidarsi, visto che era il suo migliore amico. Harry ripensò alla scena di quando aveva confessato tutto a Ron e abbozzò un sorriso all’immagine della sua faccia sconcertata.
Subito dopo aver incontrato il giovane biondo americano, Harry aveva condotto Ron in un vicoletto a lato del negozio di Madama McClan senza dirgli una sola parola. I due si erano fermati appena le voci e il brusio delle strade di Diagon Alley, dove centinaia di maghi e streghe erano indaffarati nei loro acquisti, si erano attutiti. Mentre lo sguardo dell’amico era divenuto sempre più allibito e i suoi occhi si erano assottigliati a formare lo sguardo di uno che vorrebbe passarti ai raggi X per capire cosa devi dire, Harry si era scrutato attentamente intorno, per essere certo che nessuno potesse ascoltare quello che stava per rivelare all’amico.
Era stato Ron a cominciare la conversazione con voce impaziente: - Harry, perché mi hai portato qui? Ti sei ammattito il cervello? -
Harry si era tranquillizzato, quasi certo che nessuno potesse vederli o udire i loro discorsi, appena si era rivolto a Ron: - Ti devo dire una cosa -
Ormai Ron ritraeva l’impazienza in persona quando aveva sbottato: - Allora dimmi tutto! Non fare il misterioso! Cavolo Harry sono andato via dieci minuti! Cosa mi sono perso? Ma perché le cose interessanti devono accadere solo quando io non ci sono? -
- Vuoi parlare da solo ancora per molto? - lo aveva rimbeccato Harry. Ron si era zittito all’istante, evidentemente colto in fallo.
- Appena te ne sei andato, Hagrid mi ha consegnato una lettera - allo sguardo ignaro di Ron che cercava in mano a Harry una busta invisibile Harry aveva continuato indisturbato - Era stata scritta per me da Waynegan, quello americano - a queste parole Ron aveva alzato velocemente le sopracciglia - Mi diceva che Kingsley vuole vedermi tra pochi giorni nel suo ufficio per parlarmi di una cosa segreta -
Ron aveva subito riempito Harry di domande senza senso, ma lui era rimasto impassibile e serio mentre si raccomandava di non rivelare quello che gli aveva appena detto a nessuno e che non avrebbe dovuto dirlo neanche a lui. Appena i due avevano fatto un passo per tornare nel caos degli acquisti, però, Harry si era ricordato di non dover comprare nulla per la scuola e riferì la notizia all’amico, che si allibì ancora di più.
- Se tu non compri niente, allora non lo farò nemmeno io. Semmai torneremo ancora una volta qui. Non è un problema, ma se tu non dovessi tornare a Hogwarts non lo farò nemmeno io - Harry si era sentito immediatamente in colpa e aveva ribadito che non doveva rinunciare ai M.A.G.O. per lui e che, soprattutto, non avrebbe dovuto lasciare Hermione da sola tutto l’anno scolastico. A quest’ultima affermazione, le orecchie di Ron assunsero il solito colore rosso, e con tono basso e piatto rispose: - A lei non farà nessuna differenza se io ci sono o no -
Harry si ricordò anche le urla della signora Weasley davanti al Ghirigoro (con Ginny che si era allontanata immediatamente per non fare brutta figura) quando entrambi avevano detto che non avrebbero comprato il materiale scolastico; queste però erano rivolte soprattutto a Ron, poiché appena lei aveva menzionato Harry, il signor Weasley aveva tossicchiato talmente forte, che Harry tradusse quel rumore come un “non è colpa sua”. Tuttavia, il signor Weasley non rimproverò neanche Ron per quella scelta avventata.
Nei giorni seguenti Harry, ma soprattutto Ron si erano divertiti nel fare supposizioni straordinarie sull’incontro al Ministero, nelle quali era stata creata anche l’idea che Kingsley volesse conferirgli un Ordine di Merlino, Prima Classe, per i Servigi resi al Mondo Magico, con una sonora risata dell’interessato. Harry e Ron si erano anche chiesti il motivo dell’improvviso colpo di tosse del padre del secondo al Ghirigoro, e entrambi erano giunti alla conclusione che lui dovesse sapere almeno dell’esistenza dell’appuntamento di Harry. Harry rimase comunque molto confuso per tutto il periodo che separava la giornata a Diagon Alley con la data dell’incontro con il ministro, poiché non gli veniva in mente neanche una motivazione plausibile per essere stato chiamato con quell’urgenza; nella sua mente aveva perfino ipotizzato di dover subire un altro processo al Wizengamot, probabilmente per essersi Smaterializzo più volte durante l’anno appena passato senza aver passato l’esame di Materializzazione.
Alle sette, infine. si alzò e iniziò a prepararsi molto cautamente in modo da non fare rumore da non svegliare Ron, che dormiva e si muoveva molto nel sonno, borbottando parole strane, tra cui Harry era certo di aver udito il nome di Hermione. Quando fu pronto scese in cucina dove erano riuniti il signore e la signora Weasley che facevano colazione con un misero the e dei biscottini (Harry rimase sorpreso paragonando il loro pasto a quello che solitamente riservavano ai figli, almeno quando c’era lui, e n fu rattristato). I due lo salutarono con un tono di voce abbastanza allarmato, e la signora Weasley aggiunse, sospettosa: - Ti sei svegliato presto questa mattina Harry caro! Qualche motivo speciale? - Il tono dell’ultima domanda ricordò molto a Harry quello di Dolores Umbridge quando scopriva qualcuno a trasgredire le regole da lei imposte ad Hogwarts. - No, solo che Hagrid mi ha chiesto di andare ad aiutarlo con le compere per il nuovo anno da professore di Cura delle Creature Magiche e vuole andare al Serraglio Stregato molto presto per trovare gli animali migliori - si inventò lui su due piedi, ma evidentemente non aveva convinto la madre di Ron perché lei rispose subito, con voce secca: - Strano, me era sembrato di averlo visto davanti a quel negozio l’altro giorno a Diagon Alley. Subito, però, il signor Weasley si alzò e dopo aver salutato la moglie con un bacio sulla guancia e aver scambiato con Harry un’occhiata del tipo “non ci posso fare niente, è fatta così” scomparve per andare al lavoro.
Dopo una modesta colazione anche Harry si alzò per uscire, ma la signora Weasley lo bloccò alla porta: - Harry, qualsiasi cosa stia succedendo stai attento e fai solo ciò che credi opportuno fare. In poche parole, non fare sciocchezze - dopo questa affermazione secca, Harry capì che la signora Weasley non aveva creduto alla storia di Hagrid, ma le rivolse un sorriso vagamente rassicurante e uscì dalla porta che dava sul giardino e avanzò velocemente fino allo steccato che delimitava la proprietà della famiglia di Ron; quindi rivolse indietro lo sguardo fino a notare con la coda dell’occhio una piccola Molly Weasley che lo osservava con espressione preoccupata dalla finestra della cucina. Colto alla sprovvista, si voltò di nuovo, si concentrò e si lasciò la Tana con un piccolo “crac”. Un secondo prima di Smaterializzarsi gli venne in mente che, se davvero volevano sottoporlo a un processo per Uso Improprio della Materializzazione e si fossero accortosi che l’aveva usata anche per andare al Ministero, qualche anno ad Azkaban non glielo toglieva nessuno.

(ms & camosh)
https://harrypotter8.forumattivo.com/testi-f17/inizio-capitolo-6-harry-si-prepara-per-andare-al-ministero-t205.htm


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Dafne




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Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! Empty
MessaggioTitolo: Re: Cap. N. 5, 6 e ....... secondo noi!   Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! EmptyMar Lug 29 2008, 12:06

* * *
Dopo pochi secondi Harry si ritrovò in un vicolo buio della Londra Babbana, dove l’unico oggetto interessante era una grande cabina telefonica di colore rosso che risaltava nella semioscurità. Harry si avvicinò mentre pensava alla sua ultima visita al Ministero, in cui era entrato tramite un passaggio in un bagno che non ricordava bene dove fosse. Avvicinatosi alla cabina, però, si accorse che era occupata; un uomo alto e bruno, con spalle molto larghe e vestito con giacca e cravatta, stava avendo un’animata conversazione con qualcuno all’altro capo del filo. Harry rimase molto sorpreso di trovare un Babbano lì, ma giunse in fretta alla conclusione che quella per i Babbani non era altro che una cabina telefonica.
Dopo poco l’uomo posò la cornetta e uscì di fretta dalla cabina, senza quasi neanche accorgersi di Harry, che riuscì però a notare alcune brutte cicatrici ce gli sfregiavano il viso. Un po’ incerto dopo aver visto il volto del Babbano, Harry entrò e digitò il codice per avere accesso al Ministero della Magia (sei, due, quattro, quattro e due); Harry si aspettava che la solita voce meccanica gli chiedesse chi era, ma, invece, udì una voce maschile un po’ acuta dire: - Benvenuto al Ministro della Magia, signor Potter! -
Harry rimase sorpreso da quella novità, ma non si poté neanche chiedere a chi appartenesse la nuova voce di benvenuto, quando si ritrovò letteralmente catapultato al centro dell’atrium. Appena poté rendersi conto del velocissimo spostamento che era avvenuto, Harry vide che di fronte a lui si stagliava una sagoma alta e robusta con folti capelli biondi che gli coprivano le spalle, che disse: - Benvenuto, signor Potter. Mi chiamo Larry Brown, e sono qui per scortarla all’Ufficio del Ministro della Magia. - Aveva una voce rassicurante, pensò Harry, ma non era la stessa che aveva sentito nella cabina.
Dopo che Harry ebbe risposto con un timido “buongiorno” al corpulento mago, egli lo invitò a seguirlo e i due a passo stranamente spedito attraversarono l’atrium, molto affollato proprio come Harry lo ricordava. Tutto era tornato alla normalità; la statua dorata rappresentante il mago, il centauro e il goblin si stagliava nuovamente al centro della stanza, mentre numerosissime aeroplanini di carta sfrecciavano ovunque. In fondo vi erano gli ascensori che portavano ai vari piani sotterranei del Ministero e che, come al solito, ospitavano una gran fila di persone. Harry si diresse verso di loro, ma il signor Larry Brown lo rimbeccò subito: - No, signor Potter, noi utilizzeremo un ascensore privato - Harry non rispose nemmeno ma si limitò a seguire la sua guida. Solo allora si rese conto di che strani vestiti questi indossasse: era completamente vestito di un rosso fuoco, con uno strano cilindro aperto sulla cima e un frastagliatissimo mantello rosso a pois bianchi. Senza chiedere nulla per non sembrare maleducato, si disse che doveva essere americano, e ora che ci pensava questa teoria era assecondata anche dal suo strano accento che non doveva essere inglese.
Larry Brown condusse Harry oltre un arco alla destra dell’atrium che lui non aveva mai notato; dopo di esso si apriva un’altra stanza abbastanza larga e completamente vuota, al cui centro si stagliava un’enorme statua di quello che doveva essere ottone, raffigurante un uomo non molto alto e con il viso spigoloso che stringeva la mano ad un sorridente Kingsley Shackelbolt. Harry notò che sotto la statua vi era incisa a caratteri dorati la scritta: “L’alleanza MA-MI (Maghi Americani – Maghi Inglesi), sancita da John Waynegan, Capo dei Maghi d’America, e da Kingsley Shackelbolt, Ministro della Madia Inglese”.
Senza spendere alcuna parola sull’imponente costruzione, Larry Brown condusse Harry ad un ascensore al centro della parete opposta all’ingresso. Al loro arrivo, le porte dell’ascensore si aprirono e i due salirono senza fiatare; quindi la macchina iniziò a muoversi piuttosto lentamente (almeno così sembrava ad Harry dopo l’arrivo della cabina), ma Harry non riusciva a capire se salisse o scendesse.
- Ho sentito molto parlare di lei, signor Potter - disse ad un tratto Larry Brown, osservando con desiderio la cicatrice sulla fronte di Harry ma parlando sempre con un tono decoroso - E sarei molto curioso di conoscere più approfonditamente la sua storia -
Harry rispose di scatto, portandola mano destra a coprire la cicatrice: - Sono sicuro che la mia storia sia già stata raccontata moltissime volte, quindi non vedo perché dovrei raccontargliela; e poi basta leggere la Gazzetta del Profeta per avere sempre nuove ed esilaranti notizie su di me, credo -
Subito, però , la porta dell’ascensore si aprì senza che Harry si fosse accorto che la macchina si era fermata, e Larry Brown uscì e, dopo aver rivolto un sorriso compiaciuto ad Harry, disse con voce calma e melliflua: - Siamo arrivati, signor Potter; la porta davanti a lei - e così svoltò a sinistra. Harry uscì dal’ascensore ed entrò in una stanza molto larga ma cortissima; si trovò molto vicino ad un grosso specchio che copriva metà della parete opposta all’ascensore, mentre al capo sinistro della stanza, abbastanza distante da lui, si era messo Larry Brown; al lato opposto, invece, Harry notò l’uomo in giacca cravatta e pieno di cicatrici che aveva visto nella cabina poco prima che lo stava osservando attentamente. Incerto su cosa doveva fare, rivolse uno sguardo al signor Brown, che, però, sembrava essere diventato di pietra visto che era immobile e quasi non dava segno di vita.
Harry decise allora di avvicinarsi allo specchio, più titubante che mai, e lo toccò appena con le dita della mano destra, quando sentì delle voci provenire dall’interno della superficie. - Tu sei pazzo, Kingsley! Come puoi pensare che un ragazzino possa compiere queste cose per te? - disse la stessa voce acuta che Harry aveva sentito nella cabina telefonica. - Un ragazzino? Un ragazzino, John! Stiamo parlando di Harry Potter, il ragazzo-che-è-sopravissuto! Il ragazzo che ha ucciso Lord Voldemort pochi mesi fa! Come puoi pensare che non sia adatto a questo compito? - aveva ribadito la voce calda di Kingsley. Harry giurò che John stesse per rispondere, quando la guardia in giacca e cravatta urlò: - Un passo avanti, prego, signor Potter ! - All’istante le voci all’interno dello specchio smisero di litigare e Harry ubbidì all’ordine appena ricevuto. Bastò un passo che si ritrovò all’interno di una stanza rotonda, davanti alle due figure di un uomo alto e di colore che Harry conosceva benissimo, e un uomo poco più basso di lui e con una folta barba grigia.
- Buongiorno, Harry - disse tranquillamente Kingsley; si sedette dietro la sua scrivania di legno intarsiata con strani simboli e con un solo colpo di bacchetta fece apparire due poltroncine di color porpora dal’altra parte del tavolo. - Accomodati pure - continuò - anche te John, siediti -
Harry avanzò verso la sua poltrona mentre esplorava con lo sguardo l’ufficio del Ministro; era di forma circolare e con un soffitto molto alto, le pareti di pietra erano accoglienti e adorne di numerosi quadri. Solo uno di essi, che Harry ritenne subito molto strano e inadatto all’arredamento della stanza, era posto in penombra in un angolo e raffigurava un folletto con la parrucca argentea che osservava la scena con sguardo critico. Posta di lato vi era un’altra scrivania lignea, che Harry pensò quella della segretaria di Kingsley, me ben presto lesse l’etichetta sul bordo di essa che recava “J. Waynegan, Presidente dei Maghi d’America”; sopra di essa non vi erano altro che penne multicolori e una pila di buste, tutte con il sigillo dorato della lettera che aveva portato Hagrid a Diagon Alley.
Raggiunta la sua poltrona, Harry si sedette e rivolse un sorriso ad un Kingsley piuttosto pallido e con numerose cicatrici intorno alla bocca e agli occhi, che evidentemente erano gli ultimi segni della guerra contro Voldemort. Appena si fu seduto, però, John tossicchiò come per richiedere l’attenzione, tirò fuori dalla tasca la sua bacchetta e spostò la sua poltroncina vicino a quella di Kingsley, forse perché non voleva abbassarsi ad essere l’invitato, pensò Harry. Subito dopo, Kingsley iniziò a parlare: - Ingegnoso, vero, lo Specchio Blocca-indesiderati? -
- Un’invenzione americana - sbottò subito John, che poi si alzò e sporse la mano destra verso Harry dicendo: - Sono John Waynegan, Presidente dei Maghi d’America, signor Potter. Felice d’averla conosciuta. - Harry gli strinse la mano, pensando subito che aveva davanti a sé una persona abbastanza boriosa e antipatica.
- Beh, si è un’invenzione americana, John - ribatté Kingsley con tono rassegnato e poi continuò rivolto a Harry - E’ uno specchio normale per chi non voglio che entri, mentre per gli altri si trasforma in un passaggio segreto -
- Ingegnosi gli Americani - commentò Waynegan rivolgendo un sorrisetto malizioso ad Harry, sempre più a disagio.
Harry annuì debolmente e poi rivolse uno sguardo interrogativo a Kingsley, che si sbrigò a dire: - Beh credo che ora dobbiamo proprio parlare del motivo per cui sei qui, Harry. Vedi… -
- Aspetta, Kingsley, prima vorrei porre alcune domande al signor Potter - s’inserì Waynegan guardando la cicatrice di Harry (lui si sbrigò a coprirla con un ciuffo di capelli). - Se vuoi sapere da lui come ha fatto ad uccidere Voldemort, John, penso che rimarrai deluso - commentò Kingsley, e Harry continuò: - Già, signor Waynegan. Se mi avete chiamato per sapere la mia storia vi consiglio di rivolgervi a Rita Skeeter, lei saprà di certo dirvi qualcosa; ma badate, quello che dice lei è solo una piccola parte vero. Ora e vi dispiace, vorrei parlare d’altro - Waynegan si sedette, colto in fallo, e osservò per un po’ il pavimento sotto i suoi piedi, mentre Kingsley riprendeva la parola con la sua solita voce calda e rassicurante: - Bene, Harry, ora devo parlarti di una questione della massima importanza - A queste parole,Waynegan sbuffò irritato, mentre Harry apriva la bocca per chiedere qualcosa. Evidentemente, lo aveva fatto troppo presto, perché il Ministro continuò: - Non c’entra niente con il tuo passato, Harry; voglio parlarti del tuo futuro –
(ms)
https://harrypotter8.forumattivo.com/testi-f17/continuazione-harry-al-ministero-by-ms-t211.htm

* * *
Era di fronte la porta dell'ufficio di Kingsley. Che cosa voleva dirgli di così importante?e perchè gli aveva chiesto di non comprare le cose per la scuola? erano questi i pensieri che avevano assillato harry negli ultimi giorni.... si fece coraggio e bussò la porta si apri subito ..
Kingsley era seduto dietro la scrivania e la sua voce profonda risuonò nella stanza ..
-Harry,benvenuto mi fa piacere che tu abbia accettato il mio invito accomodati prego ,posso offrirti qualcosa ?
-no grazie. Kingsley riportava ancora segni di una battaglia ma a differenza di Harry sembrava sereno ...
-come te la passi Harry?
-o beh tutto bene insomma rispetto agli ultimi tempi si può solo migliorare no?piuttosto come vanno le cose per il ministero e il mondo magico se devo essere sincero non riesco più a fidarmi molto della gazzetta del profeta..
-No nemmeno io la apprezzo molto comunque quì le cose vanno migliorando ci vorrà del tempo ora comunque abbiamo un sacco di stranieri che vengono a dare una mano anche per la ristrutturazione di hogwarts...
-immagino si riferisca agli Americani?Kingsley arrossì lievemente
-non sono così tremendi come si dice in giro ..fece una pausa e poi riprese ..
-Allora, mi sembri nervoso Harry non ti preoccupare ti ho fatto venire per farti una proposta che sono certo ti piacerà ! ho saputo che era tuo desiderio diventare auror ..è così?...
Harry non sapeva cosa rispondere quell'affermazione aveva fatto nascere in lui un idea pazzesca e allo stesso tempo fantastica e se Kingsley volesse.....
Annuì
-bene in questo caso Harry ..ti piacerebbe provare il lavoro? normalmente agli auror è richiesto un MAGO molto alto ma con te non credo che nessuno metterebbe in dubbio la mia decisione se ti assumessi..
Harry era senza parole aveva preso in considerazione l'idea per un secondo ma aveva pensato di essersi illuso e ora invece ...
-Non devi decidere subito... il lavoro dell'auror è faticoso, ma nel caso accetti potrai tornare comunque a hogwarts e seguire dei corsi di specializzazione e ogni tanto avrai degli incarichi da parte del ministero oltretutto la preside minerva ha accettato ... beh la scelta è solo tua e io non voglio metterti fretta pensaci e poi fammi sapere ... e così dicendo lo accompagnò fino alla porta..
(babybirba)
https://harrypotter8.forumattivo.com/testi-f17/harry-e-kingley-t204.htm

* * *
Harry uscì dall'ufficio di kingsley ancora pensieroso, l'idea era stata cosi allettante che aveva accettato d’impulso, ma sarebbe riuscito ad essere all'altezza del compito assegnatogli?...era confuso, con voldemort era stato diverso, era stato costretto ad andare avanti, a lottare perchè la storia di voldemort era anche la sua; continuò a camminare verso l'uscita ancora immerso nei suoi pensieri quando si trovò a pochi centimetri da un uomo corpulento con una folta barba grigia e quasi senza capelli, ‘’salve potter’’ disse con un mezzo sorriso,’’sono john Waynegan presidente dei maghi americani’’ wynegan fissava harry come per cercare di leggere i suoi pensieri,’’piacere di conoscerla’’ rispose harry senza sorridere ‘’come posso esserle utile?’’
‘’Oh niente di importante, vorrei solo scambiare un paio di parole con te in privato sui fatti accaduti in passato, ho qualche incertezza su molti avvenimenti che riguardano te, e ovviamente la tua storia’’ rispose sempre con un mezzo sorriso.
Harry non aveva nessuna intenzione di rivivere per l’ennesima volta quei momenti, e neanche di parlare con quell’uomo arrogante ‘’mi dispiace ho parecchio da fare, ma se controlla la gazzetta del profeta sono sicuro che la cara rita skeeter potrà risolvere tutti i suoi dubbi’’ e con questo harry se ne andò lasciando john wynegan a guardarlo stupefatto.
(di camosh)
https://harrypotter8.forumattivo.com/testi-f17/continuazione-ministero-t209.htm


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Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! Empty
MessaggioTitolo: Re: Cap. N. 5, 6 e ....... secondo noi!   Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! EmptyMar Lug 29 2008, 12:07


Harry e Kingsley si diressero verso la specchio-porta.
Harry notò che da questo lato lo specchio lasciava vedere l’esterno come attraverso un vetro.
Vide il sig. Brown davanti alla parete opposta, lì ad aspettarlo.
Kingsley, accanto a lui, fissò un punto imprecisato davanti a sé. Poi, rivolgendogli un sorriso, lo invitò ad attraversare il varco. Harry si stupì per come Kingsley aveva tolto l’incantesimo.
Era davvero in gamba! Lo aveva fatto senza emettere alcun suono. Fino ad allora aveva visto farlo solo a Silente e a Piton. Ebbe dei dubbi sul fatto di diventare un auror. Non era ancora riuscito a fare gli incantesimi non verbali. Attraversando il varco sentì di nuovo quella corrente fredda attraversargli il corpo, ma cessò nell’istante in cui si ritrovò davanti a un sig. Brown sorridente.
Kingsley si voltò verso di lui e lo salutò velocemente.
<< Bene. Allora Harry pensaci sù e fammi sapere al più presto>>.
<<Lo farò, non dubitarne>> rispose Harry.
<<Il signor Brown ti accompagnerà all’uscita >>e detto questo rientrò nella sua stanza.
<<Prego sig. Potter, mi segua>> disse Brown voltandosi verso l’ascensore.
Arrivati nell’atrium. Brown gli diede le indicazioni per uscire dal ministero.
<<Spero di rivederla spesso qui da noi>> lo salutò Brown tendendogli la mano. Evidentemente era un’usanza dei maghi d’america salutarsi in quel modo. Così rispose al saluto.
Harry era sorpreso. Sembrava che tutti sapessero del suo incarico tranne lui.
Si avviò verso la fontana. Da uno dei cammini vide uscire tra la folla una donna che gli veniva incontro sorridendo. Harry si sorprese per il suo abbigliamento. “Una babbana al ministero?”
La donna era vestita con un tailleur blu con gonna corta e camicetta bianca che metteva in risalto la sua carnagione. I capelli lunghi erano domati in un’acconciatura che li raccoglieva sulla nuca. Era uno schianto! Si accorse che teneva tra le braccia un fascio di pergamene. Lei gli rivolse la parola.
<<Harry, anche tu da queste parti?>>
<<Hermione?>> esclamò stupefatto Harry. Chissà che faccia da sciocco aveva. Si riprese <<Ho fatto un salto qui perché volevo fare i miei complimenti di persona a Kingsley per il suo nuovo incarico. Harry la guardò con attenzione. La trasformazione di Hermione da ragazza un po’ schiva a donna in carriera era stata così, così …Pensò a Ron e a quanto era stupido il suo comportamento. Al suo posto non l’avrebbe lasciata sola nemmeno un momento. Durante l’anno precedente, passato a perlustrare tutta l’inghilterra, aveva avuto modo di conoscerla a fondo, di vedere dentro il suo cuore. Aveva capito la sua sofferenza per l’abbandono di Ron. Avrebbe voluto abbracciarla forte, ma non voleva essere frainteso. Se le cose fossero andate diversamente forse loro due .. non voleva pensarci. Nè lei nè Ron avevano avuto il coraggio di dichiararsi il loro amore, fino a quando lei non si era lasciata andare a quel bacio liberatorio nella stanza delle necessità.
Hermione, lui non ne aveva mai dubitato, era bella dentro. Ora col suo aspetto dimostrava a tutto il mondo quanto fosse bella anche fuori.
<<E tu come mai sei qui?>> le rispose.
<<Ho letto sulla Gazzetta del Profeta dell’istituzione del CIOCCOCREMA e ho dato la mia disponibilità al ministero per collaborare tramite il CREPA per sensibilizzare quelle famiglie che ancora si rifiutano di liberare i loro elfi domestici>>. I suoi occhi scintillavano mentre lo diceva.
<<A proposito. Sai chi è il portavoce degli elfi? Il nostro caro Kreacher.
<<Kreacher?>> la interruppe Harry.
<<Si, dopo aver guidato gli elfi domestici delle cucine di Hogwarts contro Voldemort, loro lo hanno eletto a capo della delegazione trattante per i diritti degli elfi. La preside McGranitt li ha liberati per il loro valoroso comportamento durante la battaglia. Molti di loro, i più anziani, non volevano saperne, ma Kreacher li ha convinti>> si fermò per riprendere fiato.
<<Quel nanerottolo non finirà mai di stupirmi!>> Harry sorrise. <<Ma tu avrai un bel po’ di lavoro da fare>>.
<<Non me ne parlare, Harry. In più la McGranitt mi ha nominata Caposcuola e non ho ancora scritto uno straccio di bozza x il discorso ai prefetti.>>
<<Hermione, se ti conosco bene, non avrai problemi a prepararlo>>
<<Tu non sai quanto mi senta tesa. E se sbaglio o dimentico qualcosa ?…>>
Hermione era un fiume di parole. Sembrava facesse di tutto per distrarre Harry dal ricordo del loro ultimo incontro. Harry avrebbe voluto scusarsi. Ma di cosa? La permalosità di Hermione lo metteva sempre di cattivo umore.
<<Come stanno gli altri? Bene spero. Ancora non ho avuto tempo per scrivere a Ginny. Presto sarà il suo compleanno e 17 anni sono importanti da festeggiare. Devo pensare a qualcosa di adatto da regalarle>>. Harry non credeva alle proprie orecchie. Come aveva potuto dimenticarsene! Con tutte le novità di quei giorni aveva scordato la cosa più importante.
<<Per la barba di Merlino>> Hermione interruppe i suoi pensieri. <<Harry, sono in ritardassimo e sai quanto io odii arrivare tardi. Abbraccia tutti da parte mia, mi raccomando!>> e si avviò verso i cancelli. Harry rimase di stucco! Nemmeno una parola su Ron. Aveva parlato sempre lei senza lasciargli il tempo di ribattere.
<<Quando ci rivedremo?>> gli urlò dietro Harry.
<<Presto, spero>> rispose Hermione prima di sparire tra la folla.

(dafne)
https://harrypotter8.forumattivo.com/post.forum?mode=editpost&p=4892

* * *
Dopo esere uscito dal ministero harry tornò alla tana, quando entrò in cucina trovò la famiglia weasley seduti a tavola a mangiare, non si era accorto di come fosse passato veloce il tempo,’’harry caro siediti, ti ho tenuto il pranzo al caldo non sapevo a che ora saresti tornato’’ e con un colpo di bacchetta la signora weasley fece apparire una sedia con davanti un piatto pieno di pietanze succulente; harry si mise a mangiare molto velocemente, non vedeva l’ora di raccontare tutto quello che era successo a ron, che intanto lo guardava ditraverso come per cercare di spillargli qualche informazione, ginny intanto gli tirava qualche occhiata malinconica dall’altro capo del tavolo, la signora weasley invece in quel momento era troppo preoccupata a guardare in ogni istante l’orologio ‘’vostro padre è di nuovo bloccato in ufficio, e anche oggi è in ritardo per il pranzo’’ disse arrabbiata, ‘’continuano a non piacermi tutti questi americani al ministero, e arthur è sempre piu impegnato’’.
Finito di mangiare harry e ron andarono nella stanza che condividevano e harry gli raccontò gli avvenimenti della mattinata, ‘’wow ma è stupendo harry! Sei un auror e non hai neanche dovuto fare gli esami!’’ dosse ron con una nota d’invidia, ‘’non so quanto sia stupendo, non credo di essere all’altezza di questo lavoro, non ancora almeno; comunque dobbiamo andare comunque a prendere le cose per hogwarst, kingsley mi ha detto che il mio primo incarico sarà li, non mi ha ancora specificato di cosa si tratta, ha detto comunque che per non destare sospetti dovrò continuare a studiare, anche se meno materie degli altri’’ continuò harry, ‘’mi ha detto che mi dirà in seguito cosa dovrò fare’’, ron era perplesso, ‘’e cosi si torna a hogwarst, avevo quasi convinto la mamma a non farmi andare’’ disse sconcertato.
Ad un tratto la porta della camera si spalancò ed entrò ginny con gli occhi bassi '' ron per favore puoi lasciarci soli, devo parlare con harry'', ginny alzò lo sguardò e fissò harry, non l'aveva mai vista così, sembrava fragile, ma allo stesso tempo il suo sguardo era duro, ron uscì dalla stanza senza dire una parola…

(camosh)
https://harrypotter8.forumattivo.com/testi-f17/continuazione-ministero-t209.htm

-ron per favore puoi lasciarci soli, devo parlare con harry.. ginny alzò lo sguardò e fissò harry, non l'aveva mai vista così, sembrava fragile, ma allo stesso tempo il suo sguardo era duro, ron uscì dalla stanza senza dire una parola…
Ginny entrò e appena la porta si chiuse alle sue spalle si sedette accanto a harry e lo fisso col suo sguardo profondo che sembrava ingrado di leggergli nel cuore..
- harry..la sua voce era bassa più del solito sembrava preoccupata ..io ti sto osservando da un po' e be è da quando siamo tornati da diagon alley che sei strano non hai preso le cose per la scuola e ti ho sentito confabulare con ron prima..
-senti ginny ..era giusto confidarsi con lei sapeva di potersi fidare e poi come avrebbe potuto ginny fidarsi di lui se gli teneva nascosta una cosa simile..
-quando siamo andati a diagon alley hagrid mi ha dato una lettera di kingley dove lui mi chiedeva di incontrarlo e di non prendere le cose per la scuola.. fece una pausa
-è li che sei andato questa mattina?
-si ..lei lo fisso intensamente poi lentamente abbassò lo sguardo...
-che cosa ti ha detto?
-lui mi ha offerto un posto come auror e io.. ho accettato ...
-me lo immaginavo ..ginny aveva ancora lo sguardo basso e la voce era poco più di un sussurro
-senti harry io lo so che tu saresti un ottimo auror però per favore non ..non cacciarti nei guai non sopporterei di perderti ancora perciò ti prego pensaci bene...
-ginny..
lei si alzò e usci chiudendo la porta...

(babibirba)

* * *
Ultimo giorno alla tana.
Dopo un mese di pulizie generali alla Tana, in cui tutti aiutarono a riordinare ogni piccolo angolo della casa, giunse finalmente l'ultima settimana di vacanza.
La signora Weasley iniziò subito ad agitarsi e a correre su e giù per le scale per raccogliere tutti gli indumenti sporchi da lavare, nel terrore che, come tutti gli anni precedenti a quello, i suoi figli ed Harry dovessero riempire i loro bauli la mattina del primo settembre. Intanto Ron e Ginny si dedicarono interamente alla pulizia dei loro manici di scopa, visto che erano rimasti fermi da oltre un anno, mentre Harry provava la sua nuova "Firebolt plus", il suo ultimo acquisto risalente al loro viaggio a Diagon Alley. Nel tempo in cui non si divertivano o non provavano nuove tattiche di gioco nel piccolo campo sopra la collina dei Weasley, Harry e Ron continuarono a seguire il programma di ripasso ideato da Hermione, anche se Ron era molto riluttante all'idea.
In questo clima di relax per i giovani e di solita agitazione per la signora Weasley, mentre George continuava ad occuparsi del suo negozio e Percy e il signor Weasley tornavano sempre più tardi la sera e si alzavano sempre prima il mattino, giunse infine l'ultimo giorno di vacanza.
Quella mattina Harry si svegliò di buon ora a causa della signora Weasley che entrò parecchie volte nella stanza che condivideva con Ron per consegnare loro gli ultimi panni. Sceso in cucina, Harry rimase di stucco per la sorpresa. Intorno al piccolo tavolo di legno dei Weasley vi erano radunati Charlie, giunto dalla Romania, Bill e Fleur, che appena vide Harry si precipitò ad abbracciarlo urlando «Arrì».
Ron giunse in cucina subito dopo di lui e iniziò ad abbracciare i fratelli che gli mostrarono dei doni inaspettati per l'ultimo anno ad Hogwarts.
Vedendo quei regali a Harry sorse spontanea una domanda. «Ma se noi ripetiamo l'anno, Neville, Seamus, Dean e tutti gli altri non saranno più con noi! Loro hanno già frequentato il loro ultimo anno ad Hogwarts!»
Con sua enorme sorpresa nessuno era scioccato davanti a quella domanda, nemmeno Ron che rispose subito con tranquillità «Ma Harry non lo sai? Tutti ripetono l'anno per via di Voldemort» Evidentemente l'espressione sul volto di Harry era ancora sconcertata, perché Bill aggiunse in fretta «Molti alunni non hanno potuto frequentare per il loro Stato di Sangue e molti altri non sono andati per colpa dei genitori o per altre cause. E anche Ginny non ha finito le lezioni... per non parlare che nessuno ha potuto dare gli esami visto che dopo la battaglia sono tornati tutti alle loro case!»
Harry si sentì sollevato dopo questa spiegazione.
«Pensa quanto sarà felice Neville che avrà già studiato parte del programma e magari non sarà l'ultimo della classe!» Appena Ron terminò la frase scoppiò un risata unanime (a parte la signora Weasley che in quel momento era letteralmente immersa tra i fornelli), che coprì completamente il rumore di passi ch scendevano le scale. Senza alcun preavviso, Ginny piombò in cucina seguita da una seria Hermione, che passò di fianco a Ron a capo chino (mentre lui rimase quasi pietrificato nel vederla), salutò Harry con un veloce gesto del capo e si affrettò ad abbracciare Fleur come se fosse una sua amica d'infanzia (Harry e Ginny si scambiarono uno sguardo incerto ed accondiscendente, capendo entrambi il motivo di quel gesto).
Dopo un'abbondante colazione la signora Weasley spinse tutti nelle loro camere a finire di preparare le ultime cose per al partenza, mentre Hermione rimase con lei ad aiutarla a cucinare il pranzo per tutti.
Appena Harry e Ron entrarono nella loro camera, Ron si sedette sul suo letto a gambe incrociate e con le spalle rivolte ad Harry, come per dar segno che non aveva voglia di parlare e iniziò immediatamente a raccogliere tutti i suoi calzini dal pavimento, costantemente osservato dalla squadra dei Cannoni di Chudley. Harry scrutò la sua parte di stanza, finché si rese conto che Snitch era sparito.
Come un fulmine sgattaiolò fuori dalla porta ed entrò nella camera di Ginny, sicuro di trovare lì la sua Puffola Pigmea.
Appena aprì la porta fu investito dai lunghi capelli rossi di Ginny che lo baciò come non aveva mai fatto prima e disse «Ero sicura che saresti venuto a cercare Snitch! L'ho presa apposta!» A questa verità Harry ricambiò con un altro bacio senza dire alcuna parola, finché non fu lei a staccarsi e a sussurrare «Harry, promettimi che noi non litigheremo mai come Hermione e Ron.»
«Certo» rispose Harry senza pensare «Noi non siamo permalosi come loro»
Con la scusa di lasciare Snitch giocare con Arnold Harry rimase in camera con Ginny per tutta la mattina, parlando prima di Ron e Hermione poi del nuovo anno a Hogwarts, infine delle nuove partite di Quidditch. Durante il pranzo Harry si trovò a sedere in mezzo a Ron e Hermione, entrambi che non intendevano parlare con nessuno e che rimasero in silenzio per tutto il pasto.
Subito dopo il dolce, però, giunse sul tavolo Erroll, il vecchio gufo di casa Weasley e con un tonfo atterrò esattamente al centro di quello che rimaneva di un delizioso dolce alla menta che aveva cucinato Hermione.
Bill prese la lettera dagli artigli del gufo e, dopo aver letto il destinatario, disse «E' per te mamma».
La signora Weasley la afferrò e andò a leggerla vicino ai fornelli, concedendo ai presenti solo un frettoloso «E' di Arthur», mentre Fleur sparecchiava a colpi di bacchetta e Harry saliva le scale, intrufolandosi nuovamente in camera di Ginny. Dopo quasi un'ora, però, i profondi passi della signora Weasley iniziarono a salire le scale, e una sua mano era appena entrata nella stanza quando Harry si smaterializzò appena in tempo e atterrò sul pianerottolo al terzo piano, davanti alla porta della stanza di Ron. Senza riflettere, entrò nella stanza e vide quello che avrebbe voluto vedere da un mese. In piedi di fronte al poster dei Cannoni di Chudley Ron e Hermione erano immersi in un lungo e umido bacio. Appena però i due si accorsero della sua presenza, Hermione lasciò andare le mani del ragazzo e uscì velocemente dalla porta, rossissima in volto, mentre Harry trovò appena la voce per dire «Scusate».
Hermione aveva appena lasciato la stanza, mentre Ron guardava Harry con aria accusatoria come se avesse appena tentato di ucciderlo, quando la signora Weasley entrò dicendo con voce ferma «Avete finito di fare i bagagli? Papà e Percy stanno arrivando! Sono riusciti a liberarsi solo oggi pomeriggio... tutta colpa di quel Waynegan! Sbrigatevi, ci devono accompagnare a ….

(scritto da “ms”)
https://harrypotter8.forumattivo.com/testi-f17/inizio-capitolo-6-ultimo-giorno-alla-tana-t158.htm


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Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! Empty
MessaggioTitolo: Re: Cap. N. 5, 6 e ....... secondo noi!   Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! EmptyGio Ago 21 2008, 07:54


Arrivati alla stazione, Harry e mezza famiglia Weasley si avviarono a passo spedito verso il binario 9 e ¾. La signora Weasley, arrabbiata e in preda al panico, borbottava guardando l'orologio.
“Come ogni anno, mai una volta che si arrivi in orario!”
Arrivati al muro che separava i binari 9 e 10, a turno tutti salutarono in fretta i signori Weasley e lo attraversarono con noncuranza e indifferenza, cercando di non dare nell’occhio.
Superato il passaggio, Harry rallentò e si accorse di aver perso di vista Ron, che fino a un attimo prima si trovava dritto di fronte a lui. Non riuscì a spiegarsi come fosse sparito così velocemente finchè non vide emergere dal vapore che riempiva il binario la figura di Hermione.
“Harry!” La ragazza lo salutò con un caloroso ma frettoloso abbraccio. Attaccata all’uniforme di Hogwarts portava una grossa spilla rossa e gialla, su cui era incisa un’elaborata ‘C’.
Ron doveva essersi accorto che Hermione stava davanti al passaggio per aspettarli, così se l’era silenziosamente svignata.
“Scusami se vado di fretta, ma devo correre allo scompartimento dei Prefetti. Sai, è il Caposcuola che fa il discorso a loro, ci ho lavorato tutta la notte e…”
“Capisco…” fece Harry osservando l’amica. Probabilmente non era riuscita a prendere sonno quella notte ed era rimasta sveglia a perfezionare anche la più piccola virgola del suo discorso.
Quindi si separarono: Hermione abbracciò velocemente Ginny, evitò due o tre carrelli ed entrò di corsa nel primo vagone.
Solo allora Harry si accorse di come il binario fosse più stipato di gente del solito. Molti ragazzi americani, con tanto di bauli e ingombranti valigie, dovevano già essere pronti a partire. Harry ebbe la sgradevole sensazione di essere osservato.
Lui e Ginny non fecero in tempo a percorrere un paio di metri che un fitto gruppo di perfetti sconosciuti li aggredì a suon di sguardi curiosi, bisbigli fastidiosi e mille flash di macchine fotografiche. Non riuscì a distinguere neanche uno dei volti che lo osservavano: era rimasto accecato da tutti quei flash, e il vapore certo non contribuiva a vederci nitidamente.
Il vapore…
“Devono essere gli americani di cui parlavano papà e Percy” disse Ginny, guardandosi intorno. “Harry, se potessero ti porterebbero a casa come souvenir!''
Ma Harry non l’ascoltava più.
Rivedere la stazione gli fece salire una gran malinconia. Improvvisamente gli tornò in mente la sua conversazione con Silente in quello strano posto nella sua fantasia, così pieno di fumo, così simile a King’s Cross. Gli parve di sentire ancora quell’orrenda cosa che si agitava e piagnucolava in un angolo mentre lui cercava di ignorarla, cercava di capire dove si trovasse.
“Harry, che ti prende?”
Harry tornò alla realtà. Ginny lo guardava preoccupato. Lei non poteva sapere, non le aveva raccontato nulla. E a pensarci bene, anche Ron e Hermione erano ignari di tutto ciò che era successo con Silente. Questa cosa Harry aveva deciso di tenerla per sé, senza confidarsi con i suoi migliori amici e senza saperne il perché.
“Niente, niente, sto bene…”
Avrebbe rivelato tutto in un secondo momento.
“Sei sicuro?”
“Ma sì, non preoccuparti”.
“Be’, allora… ti dispiace se vado a cercare Luna? Ci vediamo più tardi, ok?” disse Ginny.
“D’accordo”.
I due si scambiarono uno sfuggevole bacio, poi Ginny si allontanò, lasciando Harry da solo.
Be’, troviamo un posto, pensò Harry a malincuore. Si fece strada tra la folla e il fumo e finalmente raggiunse il treno. Sollevò il proprio baule, vi entrò e cominciò a cercare Ron.
L’impresa era molto difficile, il treno sembrava più stipato del solito. Superò uno, due, tre vagoni, mentre tutti i suoi compagni si rallegravano vedendolo e lo salutavano.
Poi scorse Neville che si trascinava dietro il baule e corse da lui a salutarlo, per quanto le ristrette dimensioni dell’affollato corridoio glielo permettessero.
“Ehi, Harry! Come va, stai bene?” chiese Neville.
“Non c’è male” fece Harry. “Neville, hai mica visto Ron?”
“No, non mi pare. Se vuoi ti aiuto a cercarlo, tanto sono ancora alla ricerca di uno scompartimento libero.”
Procedettero. “Sai, Harry, sul treno ci sono un mucchio di ragazzi che non ho mai visto prima. Hanno un’aria sospetta, non so… sembrano diversi da noi.”
“Sono americani” lo informò Harry. “Ci saranno anche loro a Hogwarts, quest’anno.”
"Come mai?" chiese Neville, curioso.
"Molti maghi americani sono venuti in Inghilterra per dare una mano al Ministero, o qualcosa del genere. I loro figli studieranno con noi".
La cosa sembrò turbare Neville, che riflettè un attimo e poi disse:“Be’, vuoi sapere una cosa? Non mi piacciono granchè. Non lo so, ho sentito come parlano, con quel loro accento, mentre camminavo per il corridoio. Si credono superiori, mi hanno guardato come se venissi da un altro pianeta. Ma forse è un po' presto per giudicarli, non so..."
Harry non aveva ancora avuto modo di socializzare con i ragazzi americani. A giudicare da come ne parlava Neville, dovevano essere molto antipatici. Si limitò a rispondere con un’alzata di spalle, chiedendosi se fosse davvero così.
Proseguirono per il corridoio affollato, finchè trovarono Ginny e Luna anche loro intente a trovare un posto.
“Oh, ciao Harry!” disse Luna allegramente. “Tutto a posto? Hai un’aria un po’ confusa…”
“Sto bene, grazie Luna” rispose Harry.
Non del tutto convinta, Ginny, con una perfetta imitazione della signora Weasley, si alzò in piedi furiosa con le mani sui fianchi e disse: “Adesso ci spieghi che cos'hai, Harry? E’ da quando siamo arrivati a King’s Cross che hai una faccia da funerale!”
“Non ho niente, sto bene” ripetè Harry. Poi provò a cambiare argomento: “Avete visto Ron, per caso?”
“Sì, è qui dentro” rispose Ginny indicando uno scompartimento poco più avanti. “Io e Luna l’abbiamo visto entrare in fretta. Non ci ha degnate di uno sguardo”.
“Sembrava triste” aggiunse Luna. “E anche un po’ arrabbiato”.
“Vado a parlargli” annunciò Harry, e si congedò.
Aprì la porta scorrevole, entrò e la richiuse.
Ron, seduto con le braccia incrociate, stette ad osservare imbronciato Harry che sistemava il suo baule e si sedeva di fronte a lui.
“Non dovresti essere nello scompartimento dei Prefetti?”
“Non ci vado”.
“Be’, allora?” interloquì Harry. “Perché sei sparito?”
Ron rimase un attimo in silenzio, poi disse a bassa voce:“C’era Hermione” e non aggiunse altro.
“Oh, quando la smetterete, voi due?” chiese Harry.
“Se siamo litigati non dipende da me” disse Ron,, forse per convincere più se stesso che Harry.
I due rimasero un paio di minuti in silenzio. Harry guardava fuori dal finestrino, Ron si fissava le ginocchia. Poi sembrò trovare il coraggio di aprirsi con Harry, e iniziò a sfogarsi con lui.
“Harry, c’è qualcosa che non va. Non riesco bene a capire cosa… non lo so
Il tempo passava lentamente…
“… e poi è lei che ha torto e che dovrebbe venire da me a chiedermi scusa. Sono il suo ragazzo, il suo ragazzo, Harry! O almeno credevo di esserlo… non so più a che cosa pensare…” Ron s’incupì ancora una volta.
Per quasi tutto il viaggio sull’Espresso per Hogwarts, Harry stette a sentire il suo migliore amico che si lamentava, sbuffava e s’incupiva ogni due minuti. Era ormai mezz’ora che fissava Ron e non apriva bocca. Stanco dei suoi interminabili monologhi, Harry provò a far ragionare l’amico.
“Ascolta Ron”, disse con la voce un po’ roca di chi non parla da molto tempo, “ne ho fin sopra i capelli di questa storia. Vai tu a parlarle, invece di riempirmi la testa di chiacchere. Insomma, vuoi fare pace o no? Lo sai come è fatta Hermione. Vai nel suo scompartimento…”
“Io non…”
“Fammi finire!” fece Harry serio. “Vai nel suo scompartimento e chiedile scusa. Sii uomo, per una buona volta! Alzati, forza!”
Harry scattò in piedi e si avvicinò a Ron. Lo afferrò per un braccio e provò a sollevarlo. Non riuscì a far alzare il sedere di Ron neanche di un millimetro.
“Oh, andiamo, Ron!” s’impazientì Harry, continuando a tirargli il braccio. “Fatti coraggio e…”
Ma in quel momento si sentì bussare. Sulla soglia della porta chiusa una Hermione dallo sguardo curioso stava fissando intensamente la scena.
“Eccola, perfetto!” Harry lasciò andare l’amico, aprì la porta scorrevole, fece entrare Hermione e uscì di corsa, non senza aggiungere un: “E cercate di fare pace, per l’amor del Cielo!”
Chiuse di colpo la porta scorrevole e iniziò a cercare Ginny per il treno.
Fortunatamente, non dovette camminare molto. Sentì delle voci familiari provenire dallo scomparto successivo. Giunse alla porta e gettò un’occhiata dentro. Non si era sbagliato: c’erano Neville, Luna e Ginny che chiacchieravano animatamente. Harry entrò, si abbandonò sul sedile accanto a Ginny e chiuse gli occhi, sospirando. Neville e Luna ripresero la loro conversazione.
“… e quando sarò grande farò la ricercatrice di Creature Magiche sconosciute. La professoressa McGranitt al corso di Orientamento Professionale di due anni fa mi ha detto che ho buone potenzialità. Quanto vorrei dimostrare al mondo magico l’esistenza dei Ricciocorni Schiattosi…” sospirò Luna, esibendo uno dei suoi soliti sguardi sognanti
“Allora? Stanno parlando?” chiese Ginny a Harry.
Hermione doveva essersi confidata con Ginny e aver chiesto il suo parere prima di andare da Ron.
“Lo spero” Harry si immaginò una Hermione che spiegava i motivi del litigio davanti a un Ron sorpreso, imbarazzato, paonazzo e allo stesso tempo un po’ imbronciato.

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Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! Empty
MessaggioTitolo: Re: Cap. N. 5, 6 e ....... secondo noi!   Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! EmptyLun Ago 25 2008, 07:21

Ginny poggiò la testa sulla spalla di Harry, e il profumo dei suoi capelli gli cancellò via dalla testa le noie e le seccature di poco prima. Ma lo fece solo per pochi minuti: i pensieri spiacevoli gli tornarono alla mente.
Non ne poteva davvero più di vedere litigare quei due. Non riusciva proprio a capirli: lui e Ginny stavano così bene insieme, l’unica volta che si erano creati dei problemi era stato due anni prima, al funerale di Silente, ed era stato per un valido motivo. Allora non potevano stare insieme perché Ginny rischiava di correre pericoli mortali, ma quei due adesso di cosa si preoccupavano?
“Lo spero proprio” Harry guardò attraverso il finestrino. Il paesaggio stava cambiando: le lucenti colline erbose avevano ceduto il posto a un ambiente più buio e aspro, e in lontananza si potevano ammirare le montagne che circondavano Hogwarts.
“Stiamo arrivando, vado a cambiarmi”. Harry notò che Ginny, Luna e Neville indossavano già le uniformi della scuola. Baciò Ginny e uscì in cerca di uno scompartimento vuoto.
Prima di trovarlo dovette oltrepassarne uno con Dean Thomas e Seamus Finnigan concentrati in una partita a Spara Schiocco, uno chiuso dentro cui non vide chi c’era e uno pieno di entusiasti ragazzini del primo anno. Una volta arrivato, si accorse di essersi scordato di portare con sé l’uniforme. Bell’idiota che sei, pensò Harry. L’aveva lasciata nello scomparto in cui Ron e Hermione stavano parlando. Decise di tornare indietro, senza la più pallida idea di ciò che doveva aspettarsi. E se fosse giunto da loro in un momento particolarmente imbarazzante della conversazione? Fece comunque dietro front e camminò per il corridoio. Stare fermo e da solo non serviva a niente.
Aveva appena superato lo scompartimento con i ragazzini del primo quando sentì una voce beffarda che non conosceva provenire da quello accanto, chiuso. Subito dopo giunsero fragorose risate.
“Harry, che succede?” Neville era sbucato dalla sua cabina, poco più avanti.
“Non lo so…” Harry si avvicinò e guardò dentro attraverso il vetro della porta scorrevole.
Rimase col fiato sospeso: seduta a terra, Hannah Abbott in lacrime teneva fra le mani un vasetto contenete qualcosa di molto simile a un piccolo cactus. Davanti a lei un’infuriata Ginny puntava la bacchetta contro un ragazzo che portava un berretto da baseball. Harry non riuscì a riconoscerlo perché gli dava le spalle. Attorno ai tre un gruppetto di ragazzoni grandi e grossi faceva da sfondo alla scena.
A un tratto uno di loro vide Harry attraverso il vetro del finestrino e, allarmato, abbassò la tendina con un colpo di bacchetta. Harry allora provò a spingere la porta scorrevole di lato. Non si mosse, doveva essere stata chiusa a chiave.
“Alohomora!” urlò Harry, estraendo la bacchetta.
La porta si aprì di scatto, e il ragazzo con il berretto si voltò.
Harry non riusciva a crederci: davanti a lui il biondino che aveva visto a Godric’s Hollow lo guardava con un sorriso beffardo stampato in faccia e un’aria di superiorità.
“Bene, bene. Guardate un po’ chi abbiamo qui. Harry Potter!”
I ragazzoni lo fissarono intimoriti e si agitarono, cercando di scappare dallo scomparto.
“Fermi voi” ordinò il biondino in tono autoritario. Gli spettatori si calmarono all’istante.
Neville si avvicinò e si mise al fianco di Harry, osservando stupito la scena.
“Come puoi vedere, ho da fare, Potter” disse il biondino indicando col mento Ginny e Hannah. “Smamma!”
In tutta risposta, Harry entrò a passo lento nella cabina, senza smettere di fissarlo, la bacchette puntate l’una al petto dell’altro, Neville alle sua spalle che lo seguiva.
“Ginny, si può sapere cosa sta succedendo?” chiese Harry.
Ginny aveva il volto trasfigurato dalla rabbia. Mosse le labbra lentamente:
“Niente, Harry. Penso solo che questi idioti meritino una lezione”.
Ginny e Hannah non erano mai state grandi amiche, ma probabilmente vedendola in difficoltà lei era intervenuta in sua difesa.
Il sorriso del biondio si allargò, i ragazzoni tornarono ad agitarsi.
“Fermi, ho detto! E a te, Potter, ho detto di smammare… Stavo spiegando a questa piccola ragazzina quanto sia ridicola con quella piantina. Dove l’hai presa, in una discarica?” Il ragazzo, senza abbassare la bacchetta, si voltò verso Hannah, lui con un sorriso maligno, lei che provava a rialzarsi singhiozzando.
Fu allora che Neville prese la parola: ”Visto che sei così ignorante da non sapere nemmeno che quella è una pianta americana molto utile, ti consiglio di non aprire la bocca solo per darle fiato”.
E così dicendo prese sottobraccio Hannah e la trascinò via lasciando di stucco Harry e Ginny, che ripresisi si affrettarono a seguirli.
Tutti e quattro tornarono nello scompartimento in cui Luna era rimasta da sola. Era profondamente immersa nell’ultima copia del Cavillo.
Neville e Hannah presero posto di fronte a Luna, che abbassò la rivista e li fissò con i suoi occhi sporgenti.
“Oh… perché piangi? Qualcosa non va?” chiese Luna curiosa, mentre anche Harry e Ginny prendevano posto.
“Quei dannati americani… cosa ti hanno fatto?” domandò Neville.
Hannah stava iniziando a calmarsi, asciugandosi le lacrime e stringendo il suo vasetto.
“Sembravano così gentili all’inizio… mi hanno detto che volevano vedere la mia pianta. Io sono entrata nel loro scompartimento, e loro hanno iniziato a prendermi in giro…”
“Stupidi… oltretutto questa pianta è molto bella, non trovate? E’ una mimbulus cactacea, somiglia un po’ alla mia mimbletonia, solo che se viene infastidita spara aculei invece di pus”.
Hannah lo guardò intensamente, colpita e ammirata, gli occhi ancora lucidi.
Neville se ne accorse, e Harry notò che il suo volto era quasi impercettibilmente arrossito.
“Sai… dopo l’anno scorso mia nonna era così fiera di me che mi ha regalato un sacco di libri sulle piante, e…”
Ma Neville non riuscì a finire la frase. All’improvviso la porta scorrevole si spalancò e sulla soglia comparve il biondino. Dietro di lui emergeva il gruppo ben piazzato di americani.
“Tu…” il ragazzo si era rivolto a Neville in tono bellicoso. “Come ti sei permesso di chiamarmi ignorante, con la faccia da idiota e il corpo da balena che ti ritrovi, eh?”
Neville si alzò e, nonostante il biondino fosse più alto di lui, non si fece intimorire e ribattè:
“Ti ci sono voluti più di cinque minuti per capire che il mio era un insulto, e dai a me dell'idiota?”
“Hai la lingua lunga, tu. Be’, in questo caso sarà meglio darti una lezioncina. Tyson! Pitbull! Fuori le bacchette!”
Dietro di lui due ragazzi tutti muscoli le estrassero.
Neville aveva già sfoderato la sua quando Luna, ancora immersa nella lettura, parlò:
“Sapete, mio padre dice che tra i Babbani va molto un detto che dice ‘can che abbaia non morde’. E’ carino, no?”
Luna sollevò lo sguardo e si accorse che tutti i presenti la guardavano sbigottiti. Di fronte a quegli sguardi attoniti, rimase sorpresa e aggiunse:
“Che c'è? Mai sentito un detto?”
”Tieni a freno la lingua, mocciosa!” Il biondino sembrava innervosito. Sempre sulla soglia della cabina, puntò la bacchetta contro Luna.
“Stupeficium!”
“Protego!”
Neville era stato più veloce e aveva protetto Luna. Ora si preparava a contrattaccare…
“Pietrifi…”
Ma Harry si alzò di scatto e si frappose fra i due. Con una calma marziale, non da lui, disse:
“Neville, siediti. Non è il caso di cominciare ad azzuffarsi ancor prima di arrivare a scuola. Ne riparliamo a Hogwarts” e così dicendo chiuse la porta e abbassò la tendina con un colpo di bacchetta.
Harry sentì i ragazzi americani allontanarsi.
“Scusa, Harry, hai ragione…” fece Neville, imbarazzato.
“Non preoccuparti”.
Harry fu avvolto da un grande affetto nei confronti di Neville. Non aveva dimenticato che mentre lui vagabondava in cerca degli Horcrux, Neville aveva mantenuto in vita l'ES, aveva combattuto con grande coraggio… aveva tenuto testa a Voldemort e ucciso Nagini… forse era da considerarsi eroe più di Harry…
Poi Harry disse: "Ciao ciao!"

(a, b & c = alstor, babybirba & camosh)
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Dafne




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Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! Empty
MessaggioTitolo: Re: Cap. N. 5, 6 e ....... secondo noi!   Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! EmptyLun Ago 25 2008, 08:12

Ormai la notte era calata sull Hogwarts Express e tutti i bollori del viaggio si erano lentamente assopiti. Molto presto rispetto a quanto Harry si aspettava, si sentì il treno frenare e dal finestrino iniziò a intravidersi la stazione di Hogsmeade che si avvicinava sempre di più.
- Siamo arrivati – disse lieto neville quando il treno si fu totalmente fermato.
- Meno male – disse ron guardando fuori nella notte buia - ho veramente fame! Chissà cosa ci sarà di buono per cena…- Harry si fece strada tra la folla nel corridoio del treno seguito da ron che con noncuranza spostava i ragazzini del primo anno come fossero birilli.
Scesero dal treno con fatica; la gente si accalcava alle porte e tutti gli americani parlottavano tra loro chiedendosi come sarebbe stata la nuova scuola.
Harry cercò con lo sguardo in mezzo agli altri studenti Ginny e Hermione ma non le vide; IN COMPENSO lui e ron persero di vista neville e hannah abbot.
- Primo anno! Da questa parte! Quelli del primo anno con me! - Harry sorrise sentendo quella voce tanto famigliare e si voltò.
- Hagrid! - dissero in coro lui e Ron.
- Oh, ciao ragazzi! Tutto a posto spero! - commentò l'omone acchiappando un ragazzino del primo anno e mettendolo in fila con gli altri.
- Si tutto bene - disse Harry sorridendo cercando di non sembrare preoccupato; non aveva detto a Hagrid dell’incarico dato da Kingsley ma da come Hagrid lo guardava in mezzo alla folta barba riusciva a capire che sospettasse già qualcosa.
- Cercate di non mettervi nei pasticci mi raccomando! – continuò lui - ne avete già avuti abbastanza -
- Hai ragione, Hagrid, stai tranquillo; ora è meglio se andiamo a cercarci una carrozza! Ci vediamo a cena - disse Harry, VEDENDO UNA CALCA DI GENTE AVVICINARSI VERSO LE CARROZZE.
- Giusto! - aggiunse lui, mentre i due si stavano allontanando – Tanto qui ho un sacco di lavoro da fare… e alla svelta! – Harry vide Hagrdi dare un’occhiataccia ad un piccolo bambino molto vivace alla sua sinistra, poi, però si voltò e continuò a correre con Ron.
Mentre se ne andavano VERSO LA RADURA DA DOVE PARTIVANO TUTTi I CALESSI, Harry sorrise sentendo un paio di ragazzi del primo anno dire: - sono sicuro che QUELLO Lì E’ un gigante, guarda quanto è grosso! -
Appena, però, I DUE ebbero raggiunto lo spiazzo DELLE CARROZZE, notarono una folla di studenti che si accalcavano, cosa che non era mai successa in sei anni di studio a Hogwarts. CON UN VELOCE SGUARDO DI ACCORDO, DECISERO DI AVVICINARSI E QUINDI SI ACCODARONO NELLA CALCA DI STUDENTI, GIUSTO IN TEMPO PER SENTIRE UNA VOCE FAMILIARE CHE URLAVA: - Non c’è niente da guardare, qui! – HERMIONE ERA Più SEVERA CHE MAI - I Thestral hanno da sempre trainato le carrozze, quindi non dovete aver paura a salire. Vi porteranno al castello sani e salvi. -
“I Thestral” pensò Harry ‘‘perché Hermione ha menzionato i Thestral?” Ron arrivò prima di lui alla risposta, dicendo: - Ora DOVREI vederli! -
- Cosa dovresti vedere, Ron? - chiese Harry senza pensarci su.
- I Thestral! - urlò lui, facendosi spazio tra la folla schiamazzante.
- Sono proprio contenta - commentò UNA VOCE SOGNANTE ALLE SPALLE DI HARRY, appena LUI rimasE solO.
- CIAO LUNA! - LA SALUTo’ LUI VOLTANDOSI - NON TI HO VISTA SUL TRENO! perché DICI COSì? -
- Perché nessuno mi crederà più pazza - Harry sapeva a cosa stava pensando - Quando raccontavo agli altri che I THESTRAL SONO CAVALLI ALATI MOLTO BRUTTI PERCHE’ SONO PELLE E OSSA SI VEDE SOLO IL LORO SCHELETRO NESSUNO MI CREDEVA, MA ORA CHE LI POSSONO VEDERE QUASI TUTTI… - finì la frase con un risolino compiaciuto. Harry NON COMMENTò NEANCHE QUEST’ULTIMA PENSATA DI LUNA, MA SI DEDICò PIUTTOSTO A CHIEDERSI PERCHE’ QUASI TUTTI ORA POTEVANO VEDERE I THESTRAL. La risposta venne da sé; in molti avevano visto la morte di Voldemort o di qualche persona nella battaglia di Hogwarts di qualche mese prima.
L’atmosfera di paura mista a sorpresa che si era creata in quella radura venne, però, spezzata da una voce che Harry ormai riconobbe subito.
- Cosa c’è da guardare? - disse il ragazzo biondo col cappellino da baseball da dietro la folla - Tyson, facci spazio - aggiunse poco dopo, con noncuranza. Al loro arrivo solamente i più lontani dalle carrozze si voltarono, mentre gli altri rimasero intenti ad osservare o cercavano di salire per primi. La folla, però, si aprì SVOGLIATAMENTE a causa di un ragazzo robusto e muscoloso che si FACEVA SPAZIO con SPINTONI E PUGNI, seguito dal biondino, alcuni altri ragazzi e un gruppetto di bellissime ragazze vestite con gonne minuscole e top tutto a strisce bianche e rosse. MENTRE LA FOLLA SI APRIVA IN DUE, Harry intravide il viso lungo e perlaceo di Draco Malfoy, che stava discutendo intensamente con una ragazza alta, magra e con una folta chioma nera e riccia che lui non riconobbe perché era girata di spalle.
Quando Tyson si fu fatto strada fino alla carrozza più vicina, apparirono in fondo alla coda di persone Hermione e Ginny, che doveva essere stata con lei fin dall’inizio. Appena il biondo, che si attggiava da capo del gurppo, FU GIUNTO VICINO AD UNA CARROZZA disse , con voce arrogante, sapendo di essere ascoltato da quasi tutta Hogwarts: - Non vedo proprio cosa ci sia di così tanto spettacolare in una carrozza trainata magicamente! -SBUFFO’ GUARDANDO CON ARIA DI SUPERIORITA’ RON CHE, HARRY SE NE ACCORSE SOLO ORA, ERA RIMASTO FINO A QUELL’ISTANTE INTENTO AD OSSERVARE CAUTAMENTE E CON LA BOCCA APERTA IL THESTRAL Più VICINO; L’AMERICANO SALì PER PRIMO SU UNa CARROZZA, SEGUITO DAGLI ALTRI SUOI COMPARI CHE SI DISTRIBUIRONO su due cocchi. L’ultimo dei ragazzi a salire fu un tipo non molto alto e magro che, Harry ne era quasi sicuro, rivolse un debole sorriso a Ginny, rimasta immobile di fianco AD UNA SERIOSA HERMIONE E AD UN RON molto rosso.
Ben presto la folla si disperse, e tutti gli studenti PARTIRONO per essere portati al castello. Harry e Luna si ricongiunsero a Ron, Hermione e Ginny SOLAMENTE quando TUTTI SE NE ERANO GiA’ ANDATI.
APPena TUTTI FURONO SALITI SULL’ULTIMA CARROZZA, HARRY NOTO’ che luna era l’unica CHE SEMBRAVA tranquilla, MENTRE gli altri avevano una faccia smarrita.
- Non me li immaginavo così - COMMENTO’ Ron, ancora sovrappensiero.
- Anzi, non avevo proprio idea di come potessero essere - continuò l’amico mentre la carrozza partiva per la via del castello.
- ME LI IMMAGINAVO COMPLETAMENTE DIVERSI - DISSE HERMIONE DOPO UN MOMENTO DI SILENZIO - ERO PROPRIO FUORI STRADA – AGGIUNSE POI Più PER SE STESSA CHE PER GLI ALTRI.
- Io non avrei voluto mai vederli - affermo’ Ginny con VOCE SCONVOLTA girandosi ad ammirare il paesaggio. Harry, con un gesto automatico, la abbracciò con dolcezza per calmarla.
- Vi ricordate quando li abbiamo cavalcati tutti insieme e voi non potevate vederli? - aggiunse Luna con una straordinaria presenza di spirito - Tu Ron mi dicevi che mi inventavodelle bugie dicendo che li vede solo chi ha visto la morte... - Si girò di scatto e incrociò le mani, offesa.
- Scusa Luna - si scusò Ron, un pò rosso in viso - E' che, sai, sembrava proprio una storia per bambini -
Tutti scoppiarono a ridere , ma appena si tornò seri seri Hermione disse: - Ho notato che molti dei Serpeverde erano già partiti quando sono arrivata vicino alle carrozze -
- Io ho visto Malfoy nella mischia - cercò di contraddirla Harry.
- Si, ma Hermione ha ragione - commentò Ron nell’evidente tentativo di riappacificarsi con lei (l’aveva subito guardata con occhi dolci dopo aver proferito parola). Hermione fece finta di niente, ma spiegò, quasi sussurrando agli amici: - Credo che i Serpeverde non possano vedere i Thestral perché quasi tutti sono scappati prima della battaglia -
- Perché sussurri, Hermione? - chiese poi Ginny.
- Secondo me è rimasta senza voce dopo aver urlato contro tutti – commentò Ron tra le risate. Hermione gli tirò uno schiaffetto sulla testa, ma si abbandonò anche lei alle risate insieme a tutti gli altri.
QUANDO FURONO USCITI DA HOGSMEADE, si girò a guardare le altre carrozze, notando molti ragazzi che, come i suoi amici, fissavano impietriti i Therstal.
Nella carrozza era calato NUOVAMENTE il silenzio, MA fu Luna alla fine che lo ruppe, DICENDO CON NONCURANZA: - Chissà cosa ci sarà per cena; spero ciambelle e bacon - GLI ALTRI QUATTRO si guardarono sconvolti.
- Luna, le ciambelle e il bacon si mangiano a pranzo non a cena - AFFERMO’ RON CON L’ARIA DI CHI LA SA LUNGA
Luna LO guardò torva PRIMA DI RISPONDERE: - No, invece; mio padre ha scritto sul Cavillo CHE la Mc Grannit ha CAMBIATO i pasti… - POI VEDENDO, LE ESPRESSIONI INTERROGATIVE DEGLI ALTRI SI AFFRETTò AD AGGIUNGERE - per gli Americani, sapete - Hermione guardò esasperata Ginny e si voltò, GIUSTO IN TEMPO PER OSSERVARE IL GRANDE CANCELLO DI HOGWARTS SORMONTATO DA DUE GARGOYLE CHE SI APRIVA AL LORO PASSAGGIO.
- Chissà perché quest’anno hanno illuminato il parco - COMMENTO’ PRIMA CHE GLI ALTRI POTESSERO ACCORGERSI DELLO STRANO BAGLIORE ARGENTEO DI PICCOLE LUCINE CHE VOLTEGGIAVANO TRA GLI ALBERI; ma nessuno seppe risponderLE.
Poco dopo, MENTRE HARRY STAVA ANCORA OSSERVANDO LE PICCOLE LUCCIOLE CHE ILLUMINAVANO IL PARCO, il Thestral che tirava silenziosamente il cocchio svoltò.A tutti i passeggeri si presentò alla vista un vasto lago nero come la pece. Harry alzò gli occhi e vide la sagoma del castello di Hogwarts stagliarsi sul cielo blu scuro, le torri toccare quasi le stelle e le migliaia di minuscole finestrelle illuminate che si distribuivano nel nero delle mura; poco lontano vi erano anche le ampie vetrate illuminate della Sala Grande, ansiose di ospitare migliaia di studenti.
“Era di nuovo giunto nella sua prima vera casa” PENSO’ TRA SE’ “Quella casa in cui aveva vissuto momenti SIA felici SIA tristi, quel castello dove aveva conosciuto i suoi amici e anche i suoi peggiori nemici, quella scuola che era stata il luogo di molte morti solo pochi mesi prima, quella scuola che, sicuramente, (e in quel momento i SUOI pensieri si rivolsero tutti ad uno specifico ritratto nell’Ufficio del Preside) era stata anche la casa di Albus Silente”.

(di camosh e ms)
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MessaggioTitolo: Re: Cap. N. 5, 6 e ....... secondo noi!   Cap. N. 5, 6    e     ....... secondo noi! EmptyMer Set 03 2008, 17:00


LA RACCOLTA E' STATA AGGIORNATA
lol!

se trovate che manca qualcosa avvisate me o babybirba in chat Very Happy
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