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 Ricordi Oscuri

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MessaggioTitolo: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyMer Ago 10 2011, 18:59

E finalmente dp un mese di lavoro appare ai vostri occhi il testo scritto da me, Marta ed Angie! Molti avranno già letto l'anteprima, ma è stato notevolmente cambiato rispetto ad allora seguendo diversi suggerimenti che ci sn stati dati... Il testo è stato diviso in due parti per diversi motivi: prima di tutto xk sarebbe trp grande e noi stessi nella rilettura abbiamo fatto fatica a leggerlo tt insieme, poi x non stancare trp chi legge che potrebbe stufarsi a metà... In questo modo i due testi risultano separati tra loro ma uno risulta essere il diretto seguito dell'altro...
Buona lettura!

*

...[capitolo precedente] I tre, guidati da Hyde, si smaterializzarono nella notte con un leggero schiocco.

Ricordi Oscuri

Quando Harry riaprì gli occhi si accorse di essere in un vicolo buio dove era già stato diverse volte: le villette che costeggiavano la stretta stradina erano innevate e dalle finestre trapelava un po’ di luce che illuminava il selciato coperto di neve. Dall’imboccatura, una cinquantina di metri più avanti, era possibile scorgere le luci di diversi lampioni che illuminavano l’obelisco situato nella piazza principale. Si sentivano anche dei rumori provenire dalle abitazioni circostanti come uno spot pubblicitario in tv o delle risate dal pub della via principale.

«Dobbiamo muoverci.» disse Hyde con un tono sbrigativo mollando la presa dal braccio di Harry.

«Dove siamo?» chiese Draco senza seguire il compagno che aveva già fatto un paio di passi nella neve. «A Godric’s Hollow...» Le parole uscirono dalla bocca di Harry quasi spontaneamente: quanto tempo era passato dalla sua ultima visita il giorno del suo compleanno! Questa missione inaspettata cominciava ad affascinarlo sempre più. Nonostante la compagnia non fosse delle migliori, era contento di trovarsi nuovamente nel suo paese natale.

«Andiamo! Non abbiamo tutta la notte.» I tre si diressero in silenzio verso il centro del villaggio passando al margine della piazza. La neve ghiacciata sui lastricati in pietra era compatta, dura e scivolosa ed era possibile notare le numerose serie d’impronte, lasciate probabilmente dagli abitanti durante la giornata, che si diramavano nelle diverse direzioni e che il nevischio leggero, che continuava a cadere, non era ancora riuscito a coprire. Prima di voltare l’angolo per imboccare un’altra strada secondaria, Harry spostò lo sguardo verso il centro della piazza per cogliere l’espressione pacifica e felice sul volto delle statue dei suoi genitori che erano magicamente apparse al posto del monumento ai caduti. Riuscì a notare in lontananza la chiesetta gotica ed il cancello del piccolo cimitero: soltanto poco più di un anno prima aveva attraversato quella via mano nella mano con Hermione temendo, ed allo stesso tempo desiderando ardentemente, di riuscire a trovare le lapidi in marmo bianco recanti il nome di Lily e James Potter. Adesso non aveva il tempo per visitare il piccolo cimitero ma si ripromise di ritornarci il prima possibile, magari dopo aver ritrovato Ron.

Continuarono a camminare in silenzio per una decina di minuti sino a raggiungere le ultime case del villaggio. «Ma dove stiamo andando?» chiese Draco evidentemente indignato «Non potevi farci smaterializzare sul posto invece che farci fare la visita guidata di questo stupido paesino?»

«Non è possibile smaterializzarsi direttamente nel castello...» rispose secco Hyde «...ho già tentato durante le mie ricerche per Uglick quest’estate.»

“Allora era davvero lui, quel ragazzo che vagava per Godric’s Hollow il giorno del mio compleanno...” pensò Harry tra sè e sè.

«Ma cosa stiamo cercando esattamente in questo castello? Uglick è stato molto vago durante il nostro incontro a Hogsmeade.» disse Harry a voce bassa.

«Cerchiamo qualsiasi cosa abbia a che fare con quelli che hanno rapito Ron. Uglick pensa che possa esserci un collegamento con la famiglia dei Peverell visto il loro interesse per la Bacchetta.»

«E perché mai siamo venuti proprio a Godric’s Hollow per cercare informazioni sui Doni della Morte? Non bastava consultare un libro di favole?» chiese Draco.

«Io dovrei essere un lontano discendente di Ignotus Peverell e lui, come tutta la mia famiglia, deve essere vissuto qui, dato che la sua tomba si trova nel cimitero del villaggio.» rispose Harry cercando di capire che legame potesse avere il suo antenato con quella misteriosa setta.

«Infatti quest’estate ho passato qui diverse settimane alla ricerca di una possibile sua abitazione.» continuò Bryan e spostando lo sguardo su Harry disse con un sorriso compiaciuto «Non sono certo venuto a Godric's Hollow per osservare stupidi ragazzini che si smaterializzano con noncuranza davanti ai passanti, maghi o babbani che siano...»

«Sta zitto Hyde!» gli intimò Harry scatenando nel compagno un ghigno divertito e le risa di Malfoy. Intanto guidati dall’americano si erano inoltrati in una viuzza di campagna: la neve non era stata spalata ed era difficile continuare a seguire il sentiero nascosto sotto quella coltre bianca.

Dopo aver camminato con difficoltà per cinque minuti, proprio nel punto in cui la stradina sembrava voltare dalla parte opposta, apparve alla loro destra un edificio quasi invisibile nell’aria colma di neve. Sembrava essere a due o tre piani affiancato ad una struttura che poteva essere quella di una piccola torretta, non molto più alta del resto della costruzione. Si avviarono con passo spedito verso il cancello. Harry non desiderava altro che trovarsi al chiuso per scongelarsi le dita che stavano raggiungendo una colorazione bluastra; anche Draco e Bryan sembravano contenti di poter entrare in un luogo asciutto. Arrivati in prossimità del palazzo si avvicinarono al cancello d’ingresso il quale si aprì come per accoglierli: Ignotus Peverell doveva essere, un tempo, un tipo cordiale. Una "I" e una "P" grandi e imponenti risaltavano dagli intrecci in ferro battuto che rincorrendosi l'un l'altro formavano quelle due maestose inferriate: erano indubbiamente nel posto giusto. Continuarono a camminare per il vialetto sino a raggiungere il portone d’ingresso.

Alzando gli occhi per osservare meglio la facciata, Harry poté scorgere numerose finestre al primo piano ed altrettante nella parte alta dell’edificio, usata probabilmente come soffitta, ed un certo numero di tegole mancanti sul tetto della torretta: il maniero sembrava essere stato costruito e riadattato in tempi diversi e mostrava ormai il degrado tipico di un edificio che aveva superato il mezzo millennio.

«Apri Hyde, mi sto congelando!» si lamentò Malfoy.

«Se il nostro caro amico Harry non ci apre la porta siamo bloccati fuori! Altrimenti non avrei aspettato tanti mesi e sarei entrato da solo da un pezzo!»

Harry si avvicinò al pesante portone di quercia e afferrò uno dei due battenti a forma di testa di leone, lo sbatté più volte sul legno massiccio della porta e questa si aprì lentamente con un cigolio sinistro.

«Può essere aperta solo dal propietario o da un membro della sua famiglia.» continuò Hyde sprezzante. I tre ragazzi ammantati entrarono nel castello e si chiusero il portone alle loro spalle.

La sala che si presentò loro davanti era molto più grande di quella che potevano immaginare dall’esterno: l’interno del palazzo doveva essere stato ingrandito con la magia; l’edificio era in questo modo, allo stesso tempo, lussuoso e sfarzoso ma modesto agli occhi degli incauti babbani che vi passavano di fronte.

Si trovavano in un atrio di forma ellittica con i pavimenti in marmo bianco; lungo le pareti scorrevano due rampe di scale che si univano al primo piano in un balcone dal quale probabilmente si accedeva alle stanze da letto. Sotto questo, esattamente di fronte al punto dove si trovavano, vi era una grande porta in vetro che rendeva l’atrio comunicante con un’altra sala. L’intero ambiente risultava buio a causa della scarsa luce che riusciva a penetrare dalle finestre: la volta finemente affrescata era infatti appena percettibile agli occhi in quell’atmosfera cupa.

«Homenum Revelio.» disse sottovoce Draco, ma non successe niente. Erano soli.

Harry, allora, con un gesto della bacchetta accese le candele dell’enorme lampadario e la stanza si mostrò nel suo massimo splendore. La luce illuminò tanto l’ambiente che ora era possibile scorgere anche una piccola rientranza nella parete da cui si dipartiva una scala in pietra per scendere poi verso quelli che dovevano essere i sotterranei.

«Se la passava bene Ignotus!» disse con un ghigno Bryan rivolgendosi ad Harry.

Quest’ultimo evitò di rispondere alla provocazione e disse solamente «Cosa facciamo adesso? Controlliamo prima il piano terra?»

«Andiamo.» risolse Draco, non volendo riconoscere a Hyde il ruolo di comando nella missione nonostante la sapesse più lunga di lui e di Harry.

Sorpassata la porta in vetro si trovarono in un grande soggiorno.

Harry fece un gesto con la bacchetta e nel grande camino posto di fronte a lui cominciò a scoppiettare un bel fuoco che illuminava debolmente la stanza: le lezioni di Vitious sugli incantesimi non verbali stavano dando i loro frutti. La debole luce mostrò loro però una situazione inaspettata: i libri, prima disposti nelle librerie lungo le pareti, erano stati gettati a terra, i quadri erano stati staccati dai muri, il grande tavolo da pranzo, collocato dall’altra parte della stanza, era spoglio e i soprammobili, che prima probabilmente vi si trovavano sopra, erano ora distrutti e sparsi sul pavimento insieme alla tovaglia. Qualcuno li aveva preceduti ed aveva setacciato il palazzo da cima a fondo.

Harry e Draco guardavano la sala attoniti mentre Hyde non sembrava per niente sorpreso. «Conviene dividerci. Così potremmo perlustrare meglio ogni sala.»

«Ok. Allora io salgo al primo piano.» disse Harry serio.

«Io vado nei sotterranei e tu Draco rimani qui. Se hanno messo sottosopra questa stanza ci sarà sicuramente un motivo. Avvisate se trovate qualcosa di interessante.» Harry e Hyde si mossero verso la porta dalla quale erano entrati per poi dividersi nuovamente di fronte alla rampa di scale senza una parola. Saliti i gradini in marmo, Harry si fermò davanti alla porta del primo piano che era possibile scorgere dall’ingresso. Entrò e si ritrovò in un corridoio abbastanza lungo e buio con porte appena percepibili su entrambi i lati.

«Lumos!» con la luce proveniente dalla punta della bacchetta era possibile ora notare maggiori dettagli: diversi quadri erano appesi alle pareti tra una porta e l’altra ed i nomi delle figure rappresentate erano scritti su delle targhette poste sotto le cornici. «Demetrius Peverell, Margaret Peverell, Augustus Wemberd, Anton Luis Wemberd...» diceva sottovoce Harry leggendo i nomi dei suoi antenati che dormicchiavano nelle loro cornici o lo osservavano mentre passava. Scorrendo con lo sguardo tutta quella serie di quadri antichi e polverosi notò una stranezza. Proprio al termine del corridoio, come chiudi fila di quella serie di volti sconosciuti e tutti imparentati tra loro, vide che era posta un'elaborata cornice, con ghirigori e abbellimenti color ottone, grossa e massiccia. Ciò che lo stupì non fu però la cornice in sè, ma piuttosto ciò che essa conteneva: assolutamente niente.

Harry pensò che fosse molto probabilmente uno scherzo della luce, perciò si avvicinò, certo di trovarvi impresso un qualche volto rugoso e dagli occhi stanchi. Ma quando fu proprio davanti al quadro potè constatare che non si era ingannato. Una tela completamente nera era appesa esattamente di fronte a lui e non sembrava voler dare alcun segno di una qualsiasi presenza al suo interno.

I verdi occhi di Harry caddero sulla targhetta che si trovava al di sotto del dipinto. Lucida, come tutte le altre, portava impresso, a bei caratteri allungati, il nome della persona raffigurata nel quadro o che probabilmente vi sarebbe dovuta essere raffigurata.

Harry James Potter

Com'era possibile che il suo nome fosse sotto quella cornice? Cosa c'entrava lui con quello strano quadro nero?

«Sei l'ultimo discendente, ma ci vorranno anni prima che appaia il tuo volto là dentro … »

La voce lo fece sobbalzare. Era il tono di un uomo, abbastanza giovane apparentemente, che parlava alla sinistra di Harry. Si voltò ma non vide nessuno, solo il buio e deserto corridoio.

«Ancora non riesco a credere che tu sia cresciuto tanto, figliolo…»

Harry ebbe come un improvviso presentimento. Non poteva essere davvero lui... Eppure sembrava proprio così...

Spostò lo sguardo sul quadro accanto alla cornice vuota e si ritrovò a incrociare gli occhi con un giovane uomo dai capelli spettinati, gli occhiali e lo sguardo vispo ma malinconico.

«Papà…»

«Figlio mio, ormai sei un uomo. Ho sempre sperato di incontrarti, ho sempre desiderato che tu passassi in questo corridoio.»

«Papà...» Harry lo ripeteva, quasi stupidamente, come un bambino che assapora il gusto nuovo e fresco di una parola appena scoperta «Io non sapevo che tu fossi qua... Non avevo idea… Sarei venuto prima, molto prima se solo avessi immaginato…»

Lo sguardo di James Potter si fece per un momento più duro e la sua voce più seria «Harry, ricorda che io non sono tuo padre, ma solamente il dipinto di tuo padre. Non dimenticare mai che i morti non possono tornare. Non dimenticarlo Harry, sarebbe stupido farlo.»

Harry sapeva che il padre aveva ragione, annuì con la testa per rassicurarlo ma dentro di sé non era convinto delle sue parole. Era consapevole che quell'uomo era solo un ritratto, un viso impresso su tela, un'imitazione dell'originale, una bugia spacciata per verità, eppure qualcosa dentro di sé si divincolava tremendamente a quell'idea e, rompendo le catene della razionalità, urlava dentro di lui la convinzione di trovarsi di fronte alla persona in carne ed ossa verso la quale nutriva un enorme affetto, benché non l'avesse mai conosciuta veramente.
Harry si rese conto che dentro di lui si era aperta una diga: una valanga di sensazioni e sentimenti rischiava di travolgerlo, ma mettendo a tacere tutto quel trambusto, colse l'occasione e domandò al dipinto del padre «Papà, perché questa tela è nera?»
«Perché il suo soggetto non è ancora morto.»

«Sono io il suo soggetto?»

L'uomo chinò il capo in segno di assenso «Esatto Harry. E mi auguro di non dover vedere il tuo volto in quella cornice per ancora parecchi anni …»

«Ma… Io? Perché dovrei esserci io là dentro?»

«Per lo stesso motivo per cui io sono qua. Sono un diretto discendente di Ignotus Peverell e pertanto lo sei anche tu. Non so se lo sai, ma questo è il maniero di famiglia e in questo corridoio sono raffigurati tutti coloro che fecero parte della casata dei Peverell e negli anni si aggiungeranno ancora altre cornici, finchè la famiglia continuerà a sopravvivere.»

Harry diede un'occhiata a tutti i dipinti e rimase impressionato nel rendersi conto che lui aveva qualcosa in comune con tutte quelle persone dai visi sconosciuti.

«Immagino che tu sappia che questo castello in un certo senso ti appartiene di diritto per discendenza.» continuò James «Solo tu saresti potuto entrare e aprire il cancello senza problemi. Tu o qualsiasi altro discendente dei Peverell.»

Harry annuì soltanto. Tutte quelle informazioni, sommate alle sensazioni provocate dall'incontro con il dipinto del padre, avevano sortito un brutto effetto sulla sua capacità di parlare.

«Ora Harry, è importante che tu venga a conoscenza di alcune cose.» Il ragazzo si avvicinò alla tela per prestare ancora più attenzione a ciò che gli veniva detto.

«Se sei arrivato fin qua, suppongo che tu abbia le tue ragioni e sono portato a pensare che tu sia alla ricerca di qualcosa che riguarda Ignotus Peverell.» Harry annuì per l'ennesima volta e James riprese «So bene in cosa si sono immischiati i fratelli Peverell e so anche meglio che cosa ne è venuto fuori.»

«Ti riferisci ai Doni?» domandò Harry intuendo che quella conversazione stava prendendo una piega molto interessante.

«Mi riferisco ai Doni, si, ma non solo. Non so se hai mai sentito parlare di una setta…»

«Certo, si, mi trovo qui proprio per questo motivo.» spiegò il ragazzo «Devo fermarli prima che facciano qualche pazzia e devo ritrovare il mio migliore amico…»

«La setta ha rapito un tuo amico?» la voce del padre era allarmata, il suo sguardo attento.

«Un ragazzo alto, con i capelli rossi e le lentiggini?» chiese James.

Harry ebbe un sussulto «Hai notizie di Ron?!»

James sospirò dalla sua cornice e riprese a parlare «Si, ho sue notizie. Ma andiamo con ordine. Devi sapere che la setta è alla ricerca di informazioni sui fratelli Peverell, è una cosa che ho sempre saputo e perciò in tutti questi anni ho sempre temuto una loro irruzione qua dentro. Nella villa si trovano le memorie scritte da Ignotus che contengono un mucchio di dettagli utili e interessanti su di lui, sui suoi fratelli e sui Doni»
«Memorie scritte... Intendi una specie di diario?»
«Si, esattamente. Bè, le mie paure di tutti questi anni erano fondate. Proprio l'altra notte sono entrati degli uomini del maniero. Con loro c'era un ragazzo, un ragazzo lentigginoso con i capelli rossi...»
«Ron!» Ron era stato lì! Solo poco tempo prima! Ron era ancora vivo! Il grosso macigno che schiacciava il petto di Harry per un momento parve alleggerirsi.
«Hanno perquisito, setacciato e messo sotto sopra tutta la residenza» continuò James «Quando erano troppo stanchi per continuare sono venuti in questo corridoio e hanno interrogato tutti noi dipinti, uno per uno, minacciandoci di darci fuoco. Nessuno però ha voluto aiutarli, nessuno ha aperto bocca.»

«Hanno fatto del male ad alcuni di voi?» domandò Harry interrompendo il discorso del padre.

«Avrebbero voluto ma non sono riusciti a bruciare nemmeno una tela. Non sapevano che su di noi è stato posto un incantesimo di protezione.» James si lasciò sfuggire un mezzo sorrisetto di sollievo e poi riprese «Insomma, non avendo trovato nulla hanno abbandonato la residenza strattonando Ron come se fosse una marionetta e si sono portati via il ritratto di Ignotus nella speranza di ricavare qualche informazione. Per il momento i segreti dei Peverell sono ancora al sicuro»

Harry provò una lieve pena per il povero dipinto di Ignotus Peverell. Quella era stata la sua dimora per secoli e a causa di un gruppo di pazzi fanatici era stato portato via dal luogo cui apparteneva.

«Papà,» chiese il ragazzo appena gli balenò in mente un'idea «questo diario… bè, per caso sai dove si trova?»

James Potter sorrise al figlio rivelando nella luce che scaturiva dai suoi occhi tutto il suo passato da “malandrino” «Qui accanto alla mia cornice c'è una porta. Oltre di essa si apre quello che fu lo studio di Ignotus. Il diario è nascosto molto bene e per trovarlo dovrai interpretare alcuni simboli magici nascosti sulle pareti.» Notando l'esitazione del figlio, combattuto tra il portare avanti la missione e il restare a parlare con suo padre, James disse «Figliolo, fai quello che devi fare. Io ho fiducia in te e sono fiero dell'uomo che sei diventato.»

Harry sorrise con amarezza e affetto ma non seppe aggiungere altro se non «Grazie papà … »

Lo guardò negli occhi ancora per un attimo e poi si voltò.

Doveva avvertire gli altri. Quello che cercavano era lì che li aspettava.

Appena sceso al piano terra sentì che Draco li stava chiamando; si diresse allora velocemente nel soggiorno con impressi ancora in mente gli occhi scuri del padre che lo guardavano fieri e commossi.

«Cosa hai trovato Draco?»

«A parte tutta questa confusione, non ho trovato niente di importante, ma c’è un Pensatoio sopra quel mobile...»

«Non è strano che sia l’unica cosa rimasta intera? O l’avranno lasciato di proposito quelli della setta?»

«La setta? Come fai a dire che proprio la setta è stata qui?» chiese Draco sospettoso.

«Perchè al piano di sopra ci sono dei quadri e quello di... insomma, uno di loro, mi ha raccontato che pochi giorni fa c’erano alcune persone qui nel castello. E avevano Ron! Quindi sono loro.» rispose Harry «A quanto pare ci hanno preceduto. Vediamo se c'è qualcosa al suo interno...»

Harry voltò lo sguardo verso l’angolo che gli aveva indicato Malfoy e vide un oggetto diverso rispetto a quello appartenuto a Silente: sembrava un piatto in argento che rimaneva sospeso in aria sopra una consolle con dentro un sottile strato di una sostanza liquida e scura. Ricordi.

In quel momento entrò Hyde di corsa nella stanza ed Harry distolse gli occhi dall'oggetto magico per parlare con l’americano.

«Che c’è? » chiese quest’ultimo coperto di ragnatele e con un po’ di fiatone. Sicuramente aveva fatto le scale velocemente. «Ho sentito chiamare, ma quei sotterranei sono un vero labirinto. Ci sono solo topi, polvere e ragnatele ovunque!»

«Draco ha trovato un Pensatoio.» spiegò Harry che al momento era ben poco interessato ai sotterranei della residenza «Ci stavamo chiedendo perchè fosse l’unico oggetto rimasto intatto. Al piano di sopra, poi, ho saputo che la setta è stata qui.»

«Cosa?» chiese Hyde sorpreso « E come hanno fatto ad entrare?»

«Ci penseremo dopo, ora guardiamo cosa c’è dentro.»

Le tre figure si avvicinarono in silenzio al mobile e osservarono per un lungo attimo la superficie increspata del Pensatoio.

«É nero.» disse Malfoy con una nota di disgusto nella voce.

«Tutto lascia presupporre che sia stato lasciato da loro, ma perché?» continuò Hyde.

Draco avvicinò per primo il volto al Pensatoio e ne fu risucchiato istantaneamente dentro. Poi si avvicinò Harry e, chino in avanti, trasse un profondo respiro prima di precipitare nel ricordo. Quando atterrò si ritrovò accanto a Malfoy in un lungo corridoio appena illuminato dalla luce di una bacchetta. Altri tre maghi incappucciati si trovavano vicino a loro.

«Dove ci troviamo?» chiese Harry

«Non ne ho la minima idea.» rispose l’americano appena apparso dietro di loro.
«C’è da chiedersi come mai abbiano lasciato questo ricordo... Chiaramente hanno lasciato questo messaggio per qualcuno. Ma per chi? E perché? Chiaramente vogliono farci sapere qualcosa, forse lasciare un messaggio... Ma perché?»
Nessuno degli altri due compagni rispose. Le tre figure ammantate cominciarono a muoversi lungo il corridoio ed i ragazzi si misero a seguirli. Era possibile scorgere le volte basse e umide che, coperte da un sottile strato di brina e di muschio, luccicavano alla flebile luce della bacchetta del primo mago. Le pietre dei muri, irregolari ed instabili, sembravano pronte a cadere ad ogni minimo tocco e, incapaci di reggere il peso di quelle che le sovrastavano, a ridursi in polvere facendo crollare l’intera struttura. I tre maghi oscuri continuarono a camminare svoltando diverse volte per quel labirinto buio e freddo. Sfilavano, alla loro destra, una serie di porte con delle piccole finestrelle chiuse da sbarre.

«Oh cavolo!» disse Harry rompendo il silenzio assordante e rimanendo impietrito sul posto. «Questa dev’essere una prigione!»

Un piccolo gemito provenne da dietro. Gli sguardi di Harry e dell’americano confluirono sul volto di Draco, che li ignorò e rimase completamente impassibile. Nonostante non vi fosse traccia dei Dissennatori sembrava che la loro passata presenza fosse rimasta incrostata, insieme al panico e agl’incubi dei carcerati, alle pareti porose della struttura.

Ad un cenno del mago le ombre che lo seguivano si arrestarono. Spense la bacchetta e le tenebre li circondarono all’istante. Harry capì cosa li aveva fatti bloccare: si sentiva rimbombare nell’oscurità un suono sordo e cadenzato che si faceva sempre più forte. Il passo di un Auror.

Le tre figure attesero immobili qualche secondo che la luce della bacchetta della guardia si avvicinasse; poi il primo pronunciò sottovoce «Infernus Obscurus».
Dall’oscurità che li circondava iniziarono a muoversi dei sinuosi tentacoli di fumo che, come dei serpenti, strisciavano sulle pareti e sulla volta, rapidi e letali, in direzione del mago che si avvicinava ignaro. Di scatto, come lance, trafissero il petto dell’Auror, che cadde in ginocchio senza emettere neanche un suono per poi essere colpito da un raggio di luce verde che, fulmineo, saettò per il corridoio.

I tre maghi oscuri ripresero a camminare scavalcando il cadavere dell’Auror. Quando Harry vi passò accanto riconobbe immediatamente il volto: l’aveva visto per la prima volta solo qualche giorno prima ma il suo viso gli si era impresso nella mente. Edgar Phelps. Ricordava perfettamente di aver osservato la sua foto sulla Gazzetta del Profeta e ricordava ancor meglio la didascalia nella quale era scritto il lavoro svolto da quell'uomo: Auror di pattuglia nella prigione dei maghi, una prigione ben precisa di cui tanto aveva sentito parlare.
«Azkaban!» esclamò, gli altri due si voltarono verso di lui «Siamo ad Azkaban!»
Draco distolse velocemente lo sguardo assumendo un’espressione grave.
Come potevano essere tanto crudeli da voler mostrare loro proprio quel ricordo?

Guardò nuovamente la faccia di Draco: non trapelava alcuna emozione. Le tre figure si arrestarono davanti ad una porta. Quello che doveva essere il capo della spedizione fece un gesto con la bacchetta, poi parlò per la prima volta.

«Restate qui.» La sua voce era calma e fredda come il ghiaccio. Quindi il mago oscuro superò la porta come se fosse fatta di fumo, mentre i compagni rimasero fuori a fare la guardia. Draco fu il primo a seguirlo a passo svelto, mentre Harry e Bryan entrarono subito dopo di lui.
Piombarono in una cella circolare e piccola,col soffitto così alto da renderla ancora più claustrofobica. Le pareti erano state coperte di segni e scritte lasciati dalle unghie e dal sangue di coloro che avevano occupato quella prigione nei secoli passati, a partire dalla sua creazione. Tramite una grande grata, posta dal lato opposto alla porta d’ingresso, era possibile vedere il terrazzo in pietra che dava sull'oceano, dal quale, probabilmente, un tempo i Dissennatori si cibavano delle paure e degli oscuri ricordi degli occupanti.
Alla loro sinistra su un pagliericcio, si trovava seduto un uomo dai capelli biondi, col capo chino in avanti, che fissava la tremolante luce di una candela posta di fronte a lui: Lucius Malfoy. Il padre di Draco.

Harry capì che era proprio come sospettava e, intuendo cosa stava per accadere, si sentì stranamente vicino a Draco. Il mago incappucciato fece un passo in avanti con fare elegante e l’occupante della cella, accortosi della sua presenza, indietreggiò improvvisamente tentando di avvicinarsi il più possibile al muro.

«Lucius, è così che si accoglie un vecchio amico?» gli si rivolse il mago con voce divertita.

Tirò indietro lentamente il cappuccio mostrando il volto: era giovane e alto. I capelli biondi erano raccolti in una coda di cavallo e il viso era coperto da una barba abbastanza corta e curata, dello stesso colore dei capelli. Per quanto avesse un bell’aspetto, il sorriso cattivo e gli occhi penetranti grigi come il ghiaccio, gli conferivano un’aria misteriosa ed enigmatica.

«Despero?» rispose Malfoy con un filo di voce. «Perché sei qui?»

«Non si può fare una semplice visita ad un amico?» rispose quello con un ghigno.

Malfoy lo guardò con un aria interrogativa, tra il curioso e lo spaventato.

Il mago continuò «Sono qui come membro della Setta. Hai qualcosa che ci serve.»

A queste parole Lucius sgranò gli occhi visibilmente terrorizzato.

«Immagino tu sappia di cosa io stia parlando…»

«Non ho niente con me te lo giuro!»

«Non sai mentire Lucius, non l’hai mai saputo fare. Legilimens!»

Malfoy cadde in ginocchio e Draco si mosse istintivamente verso di lui come per aiutarlo: il ricordo era ormai solo una lontana ombra di ciò che era accaduto, di un passato superato e irreversibile, loro non potevano più fare niente.

«Che sciocco, non ha senso che tu menta. Sai bene che i miei metodi per ricavare informazioni non si limitano alle semplici conversazioni amichevoli.»

«Ti prego, lasciami in pace.» disse Malfoy sconvolto, in tono di supplica.

«Sai bene che mi serve… Al-Nasl sta per brillare.»

Lucius iniziò a spostarsi verso la grata del terrazzo. Le catene alle caviglie e ai polsi gli impedivano i movimenti. «Ti prego… No…» Si appoggiò alle sbarre, come se una maggiore distanza dal giovane mago potesse proteggerlo.

Draco assisteva attonito alla scena. I suoi occhi erano lucidi e muoveva lentamente la testa come per scacciare dalla propria testa quella visione.

Despero sorrise. Agitò la bacchetta e la grata si dissolse, facendo cadere Malfoy all’indietro sul terrazzo di pietra. Continuò ad indietreggiare strisciando mentre il mago veniva avanti.

«Lucius, perché tentare di scappare? È sufficiente che tu mia dia quel ciondolo.»

«So a cosa serve, non vi lascerò distruggere la mia famiglia.»

«Povero ingenuo. Crucio.» Draco emise un gemito vedendo il padre contorcersi per dolore.

In quel momento il cielo notturno e coperto si colorò di rosso: la stella stava illuminando la terra da dietro la coltre di nubi. Da sotto la camicia di Lucius iniziò a intravedersi una luce che aumentava sempre più. Despero spalancò gli occhi eccitato. Con un gesto della bacchetta fece cessare l’incantesimo che torturava l’ex-mangiamorte. Si avvicinò e si inginocchiò davanti a lui. Gli afferrò il mento con la mano e lo sollevò in modo che quegli occhi terrorizzati incontrassero i suoi. Sorrise nuovamente e con l’altra mano strappò dal collo di Malfoy il laccio di cuoio al quale era legato il ciondolo che sfavillava e lo mise in tasca senza distogliere lo sguardo. «Addio Lucius. Levicorpus».

La figura inerme cominciò a sollevarsi e a dirigersi verso il bordo del terrazzo: si bloccò solamente quando si trovò sospesa nel vuoto. Harry poteva sentire il forte rumore continuo e monotono delle onde dell’oceano che si infrangevano con impeto sugli scogli sottostanti .

«Ti prego, lascia in pace la mia famiglia.»

«Amico mio, devo essermi dimenticato di rivelarti un piccolo particolare. Ci serve tuo figlio. Draco, giusto?».

«No lasciatelo… Per pietà!» riuscì a dire con voce strozzata dal dolore. A questo punto i suoi occhi si riempirono di lacrime.

«Certo, lo lasceremo. Noi non dovremo fare proprio niente, sarà lui stesso a venire da noi. Per vendicare la morte di questa povera, vile e meschina creatura che ha avuto come padre.»

Lucius spalancò gli occhi. Despero fece solo un gesto con la bacchetta e le corde invisibili che tenevano l’ex-mangiamorte attaccato alla vita si dissolsero facendolo cadere nel vuoto. L’urlo ed i singhiozzi di Draco si mescolavano al grido del padre che precipitava scomparendo nella nebbia che circondava la base della prigione.

Il ricordo cominciò a svanire per poi diventare completamente buio e scagliarli fuori dal Pensatoio. Quando Harry riaprì gli occhi si trovavano nuovamente nel soggiorno del castello di Ignotus Peverell: Draco era inginocchiato a terra tremante con le mani che gli coprivano il volto pallido rigato dalle lacrime; sul viso di Hyde, invece, regnava un’espressione confusa e scioccata che aveva preso il posto del suo solito ghigno di superiorità. Harry non sapeva assolutamente cosa fare o dire: gli sembrava di essere tornato indietro di due anni quando aveva trovato Malfoy piangere nel bagno del secondo piano.

*

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Enrico

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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyGio Ago 11 2011, 13:08

Molto breve Razz

Allora, che dire...posso solo farvi tanti complimenti. e' un testo stupendo, io non sono riuscito a trovare imperfezioni ed errori, gli altri forse troveranno qualcosa.

La seconda parte la leggerò più tardi, forse domani Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyGio Ago 11 2011, 19:15

Grazie Enri!
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyGio Ago 11 2011, 19:41

Grazie mille Enri! Very Happy
Speriamo che anche gli altri abbiano voglia di leggerlo presto!
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Enrico

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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyGio Ago 11 2011, 19:42

Adesso sono tutti in vacanza, magari quando tornano Wink
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyGio Ago 11 2011, 23:15

Ma che meraviglia! Un bel testo fresco fresco ad aspettarmi al ritorno dalle fredde montagne abruzzesi! Very Happy

Allora.
Mi piace ed è ben scritto. Lo stile è perfetto, a parte qualche periodo troppo lungo (la Row, come la maggior parte degli inglesi, usa periodi molto brevi e punti frequentissimi) soprattutto all'inizio.
Non so se sia stato intenzionale, ma la tempesta emotiva che travolge Harry dopo aver visto il ritratto del padre è l'esatta contro-parte a Draco che vede morire Lucius. E questa cosa mi piace.
Adesso leggo la seconda parte!
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Madama Marta

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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyVen Ago 12 2011, 08:53

Anny Baggins ha scritto:
Non so se sia stato intenzionale, ma la tempesta emotiva che travolge Harry dopo aver visto il ritratto del padre è l'esatta contro-parte a Draco che vede morire Lucius. E questa cosa mi piace.


Si, in effetti abbiamo pensato di mettere entrambi i personaggi in due situazioni molto particolari, simili e parallele. Fungono un po' da climax con la seconda parte (Il segreto dei Doni) perché prima vediamo l'incontro con il ritratto di James (che già è abbastanza forte), poi la morte di Lucius (che è una bella batosta per il figlio) e infine la straziante fine di Virginia (che è praticamente un suicidio emotivo per l'uomo che la ama!).

Sono contenta che ti piaccia! Grazie del commento Smile
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyVen Ago 12 2011, 11:58

Bene, ho finito di leggerlo. Lunghetto, eh Smile
Complimenti, davvero. E' scritto molto bene, sono d'accordo con Anny per quanto riguarda la lunghezza di alcuni periodi. Tuttavia, non ho notato altri errori.

MA. So che l'incontro di Harry con il padre è molto bello, ma sinceramente.. Non so come dire, mi ha stufato Smile Adesso l'ha visto troppe volte.. Non so, è una mia sensazione! Per la storia è necessaria la sua figura per dare delle spiegazioni, ma anche il fatto della Setta lo butta in faccia a Harry troppo velocemente, senza troppe spiegazioni. Mi capite?

Nonostante tutto, bellissimo testo! Bravi Wink
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyVen Ago 12 2011, 15:04

Bien, l'ho letto l'altra mattina a casa di ANgie, su cartaceo (che gran cosa, la carta Smile )e tutto per intero, ma commenterò a pezzettini.

Partiamo dallo stile del testo: buono, scorrevole e sufficientemente coinvolgente.
Trovo però che ci siano troppi rimandi al passato del tipo:
Citazione :
soltanto poco più di un anno prima aveva attraversato quella via mano nella mano con Hermione temendo, ed allo stesso tempo desiderando ardentemente, di riuscire a trovare le lapidi in marmo bianco recanti il nome di Lily e James Potter.
A me personalmente, hanno un pò stufato! Stessa cosa vale per l'altro testo dove, mi pare, si facciano dei riferimenti alla ricerca degli Horcrux.
Comunque mi piace come avete caratterizzato i personaggi, molto curati l'ambiente e il background (forse un pò troppo!!!).

Per quanto riguarda l'idea in se, nonostante il bel testo, continua a non convincermi: non vedo la necessità di coinvolgere Draco e suo padre (che secondo me assolutamente NON deve morire) in tutta la vicenda, e soprattutto, anche io mi chiedo come abbia potuto la setta entrare prima di loro se può solo un discendente dei peverell.
L'altra cosa, di cui ho parlato con ANgie, riguarda proprio questa faccenda: abbiamo dei nuovi personaggi, che senso ha tirarne fuori di vecchi? Io lascerei in pace Draco, che non ha proprio senso che ritorni, e coinvolgerei soltanto Hyde e Uglick.

E poi...basta con le lacrimeeee...ma soprattutto, ci sta anche che veda il quadro di James, ma per me i quadri non hanno tutta questa autonomia. Lo so che quello di SIlente era molto autonomo, ma la faccenda non mi convince. Se proprio vogliamo farglielo incontrare, la metterei in un altro modo.

Sommando tutto, direi che questa prima parte, per quanto interessante e scritta bene, non s'ha da fare! O per lo meno, andrebbero cambiate muchas cosas... pronti per l'altro commento??
Eccolo che arriva!
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyVen Ago 12 2011, 22:21

LadyTonks ha scritto:
Per quanto riguarda l'idea in se, nonostante il bel testo, continua a non convincermi: non vedo la necessità di coinvolgere Draco e suo padre (che secondo me assolutamente NON deve morire) in tutta la vicenda, e soprattutto, anche io mi chiedo come abbia potuto la setta entrare prima di loro se può solo un discendente dei peverell.

Allora x spiegare il motivo x il quale la setta è riuscita ad entrare prima dei nostri eroi ci abbiamo messo davvero tanto... Ma nel testo abbiamo lasciato un unico indizio (che si rimanda ad un'idea che abbiamo elaborato e che spero riusciremo a scrivere...) Esiste cm sappiamo tt una discendenza dei Peverell sennò nn ci sarebbe stato neanche Voldemort ed in questo testo siamo riusciti a risolvere un errore fatto dalla Rowling nel 7° libro (e ne vado molto fiero) abbiamo dato una discendenza ad Antioch Peverell in quanto la Row aveva detto che questo veniva assassinato e che il fratello Cadmus moriva suicida quindi non era possibile alcuna discendenza se non da Ignotus e questo risultava impossibile...
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptySab Ago 13 2011, 00:31

Ma la Rowling non ha specificato dopo quanto tempo Antioch sia stato ucciso, quindi avrà avuto un figlio e anche una moglie
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptySab Ago 13 2011, 00:35

Infatti abbiamo creato una moglie ed un filgio x antioch
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptySab Ago 13 2011, 14:38

La vostra idea va più che bene (dare anche ad Antioch una discendenza), ma considerate che comunque, di ogni famiglia (e soprattutto le famiglie antiche) esistono diversi rami "cadetti", oltre a quello principale.
Harry e Gaunt potrebbero discendere entrambi da Ignotus Peverell, basterebbe semplicemente ammettere che Ignotus potrebbe aver avuto due figli, i quali potrebbero essersi sposati e aver avuto dei figli a loro volta. In questo modo, ciascuno dei nipoti di Ignotus potrebbe aver dato origine a un ramo.
Senza contare che, con ogni probabilità, il ramo principale dei Peverell deve essersi estinto, perchè nè Harry, nè Gaunt portano il cognome Peverell... Rolling Eyes
(Ma come mi piacciono le genealogie...)
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyDom Ago 14 2011, 23:32

Che dire testo perfetto! Compimenti a tutti e tre!
L'unica cosa che ho trovato strana e l'incontro tra Harry e suo padre, non lo so non mi convince troppo.... Adesso leggo la seconda parte
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyLun Ago 15 2011, 12:25

Qui si trova perfettamente la condensazione della struttura manzoniana. Questo lo faceva nel corso di più capitoli, mentre qui è concentrata in un unico testo che, per quanto possa essere considerato lungo, non è proprio chilmetrico ed è abbastanza piacevole (sarà per la descrizione clinica dei particolari che io assaporo sempre volentieri).

Interessante questo nuovo luogo (messaggio criptato per Frankie qualora passerà: Abbiamo il pensatoio!!).

I ricordi sono una tematica ampia e senz'altro molto affascinante. Sono questi che ti portano a collegare tutte le vicende tra loro.

In alcuni punti siete un po' "avari di virgole" che sono, a mio parere, la base per periodi, qualora si necessiti la loro costruzione, che mi affascina allo stesso modo della descrizione, più lunghi del "normale", dove per normali si intendono quelli che siamo soliti costruire nel linguaggio parlato, che sono ben diversi da alcuni presenti nel testo e da questo costruito da me. Razz

C'era quest'espressione che ha destato la mia attenzione:

Citazione :
Piombarono in una cella circolare e piccola,col soffitto così alto da renderla ancora più claustrofobica

Non credo che una cella possa avere paura degli spazi chiusi (significato letterale di claustrofobico). Per cui io opterei per angusta invece che claustrofobica.

In generale il climax lo trovo ben costruito, il background ben curato e anche il malandrino che alle volte stempera un po' la tensione ci sta bene.

Questo sarebbe uno dei testi che mi piacerebbe intervallare con il racconto di un altro evento che si svolge in contemporanea. Ma ciò non ci è possibile farlo per via dello stile interno della narrazione.

Forse i dialoghi (quel maledetto corso di scrittura teatrale Razz) sono un po' appesantiti... più che altro per la forma e per il lessico. Si distaccano poco dal narrato, ma non credo sia un grosso problema.

Ultima cosa: non è slegato benchè sia scritto da 3 persone...avete aggiunto acqua di cottura? Razz

Vediamo che succede col secondo...
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyMer Ago 17 2011, 15:11

Bello! Molto bello!
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyMer Ago 17 2011, 21:37

Ricomento il capitolo, prima dissi che non mi convinceva l'incontro tra Harry e il padre ora motivo la riisposta:

-Secondo me quando James era vivo (dopo Hogwarts ha vissuto solo 4anni) era troppo impegnato con l'ordine della fenice nella battaglia contro Voldemort, non penso che avesse cosi tanto tempo...

Non c'e l'ho con voi tranquilli! Il testo è bellissimo come i vostri altri ma se qualcuno avesse un'altra idea (solo su questo punto) si faccia avanti!
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Ludovic Bagman
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MessaggioTitolo: Re: Ricordi Oscuri   Ricordi Oscuri EmptyGio Set 01 2011, 16:55

l'ho lettooooooooooooooooooooo!!!! cheers cheers è festa!! Rolling Eyes

dunque:
-l'idea di far morire Malfoy Senior non mi è mai piaciuta... ma devo ammettere che ormai mi state traviando... Razz Razz
-la presenza di Draco nel gruppo è indiscutibile nel testo.. se fosse tolto no avrebbe più tanto senso Sad e quindi devo cedere anche in quello.
-Il maniero dei Perevell è un idea molto interessante!!! Very Happy
-Il dialogo con il padre non mi piace molto... ma è una sensazione mia!

testo scritto molto bene Wink
personaggi stanno nei loro ruoli perfettamente! Very Happy


ora continuo con l'altro testo Wink
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