Niente di personale, solo per confondervi le idee ancora di più.
E' pessimo in forma di scrittura e tutto il resto. Però starebbe bene a fine
capitolo 20 (ecceeerto
) e mi sta pizzicando l'idea di sostituire Hyde a Neville...
<<Harry…>>.
<<Seamus sto male>>.
<<Io lo so ma… >>.
<<No, tu non sai, io sto male!>>.
Harry in effetti aveva assunto un colore verdastro e sembrava sul punto di un clonato di vomito. Il ragazzo lo guardò in volto, stupito. Lui trovò una buona idea quella di lasciare la Sala Comune e dirigersi verso il dormitorio. Corse per le scale tenendosi la pancia e giunto su, andò a sbattere contro lo spigolo del letto in una parte per la quale gli risultò scomodo non lanciare un urlo.
Sì gettò sulla porta del bagno, agitando convulsamente le mani sulla maniglia e, non riuscendo a credere che per una dannata coincidenza fosse occupato, continuò finché da dentro non arrivò un rumore assordante. La porta si aprì di scatto e una massa gli cadde addosso, piantandogli qualcosa di appuntito esattamente nello stomaco. Un sapore amaro gli giunse in bocca mentre sentiva la voce della persona che gli era caduta addosso parlare.
<<Harry… ti rendi conto in che situazione siamo? Avresti potuto…>>.
Le parole dello sconosciuto vennero fermate dal clonato di vomito che giunse tempestivo e colpì in piena faccia il misterioso. Harry balbettò qualcosa mentre gli occhi focalizzavano a poco a poco la scena, mentre la mano andava istintiva alla bacchetta. C’era la porta del bagno rivoltata su di un lato e Neville che gli piantava un gomito nello stomaco, con i pantaloni abbassati; era piombato esattamente su di lui. E come se non bastasse erano tutti e due bagnati di una sostanza verdognola.
<<Va tutto bene? E… ehm, mi dispiace per Ron>> balbettò Neville.
Harry scoppiò in una risata isterica, mentre Neville lo fissava a bocca aperta probabilmente chiedendosi se non avesse dovuto chiamare qualcuno. Ma Harry concluse la sua risata liberatoria alzandosi e strofinandosi gli occhi.
<<Mi cambio e torno in Sala Comune>>.
<<Oh ho un’idea migliore>> disse Neville e con uno svolazzo della bacchetta, Harry era completamente pulito.
<<Ah. Grazie>>.
Ma non andò subito in Sala Comune. Sapeva cosa avrebbe trovato, solo ragazzetti che, bisbigliando tra loro, lo guardavano scommettendo sulla sua prossima mossa. Conosceva Hogwarts. Le notizie si diffondevano a perdita d’occhio e quando meno te l’aspettavi, la gente ti domandava: ‘Ehi, ma tu sei Harry Potter?’. Ora avrebbe voluto urlare al cielo e dire che no, lui non era Harry Potter, lui non c’entrava nulla o che non voleva entrarci nulla in quella faccenda. Nella faccenda della sua vita.
Allora si fermò e si buttò disteso sul letto, mentre Neville, tirato anche lui su, lo guardava cupamente.
<<Devo andarmene Neville. Devo lasciare Hogwarts una volta per tutte>> disse, prendendo il baule e rovistandone il fondo.
<<Se vuoi sarò con te>>.
<<Sai che vorrei ma so che saresti molto più utile qui>> spiegò cercando di infilare disordinatamente più cose che poteva nella valigia.
<<Ci puoi contare se lo sarò>>.
<<Allora ascoltami bene. C’è una spia. Ho assoluto bisogno che tu la trovi>>.
Un ragazzetto dall’aria contrariata entrò nel dormitorio e timidamente richiamò l’attenzione di Harry.
<<Mi scusi signor Potter ma c’è il Ministro in Sala Comune>>.
<<C’è chi?>> urlò Neville sbigottito.
<<Il Ministro Kingsley in Sala Comune. Cerca Harry Potter>>.
Ovvio, aveva già ignorato molti ragazzini petulanti che gli avevano detto di andare in presidenza. Per un attimo il ragazzo fu tentato di dire che non gli interessava e che non sarebbe uscito a parlare con nessuno, che aveva cose più importanti a cui pensare, come trovare il modo di suicidarsi senza provare dolore; tuttavia qualcosa gli disse che non era corretto. Indugiò per un attimo, poi con il volto stanco e contratto, si avviò seguendo il ragazzino, mentre Neville gli dava una pacca sulla spalla incoraggiante. In un batter d’occhio si ritrovò il Ministro davanti, più magro e depresso che mai.
<<Harry puoi seguirmi in presidenza? Io e la professoressa McGranitt vorremo parlarti>> cominciò a dire con la mano che volgeva al buco del ritratto. Poi, si accorse che Harry lo guardava di sbieco e continuò: <<Ti prego Harry>>.