Spero vi piaccia. Dato che è il primo testo "serio" che scrivo nel forum, non so come è venuto, anche se mi sembra carino.
A voi l'ardua sentenza
Draco sbatté il pugno sul finestrino del treno. Era furioso.
L’Espresso per Hogwarts sarebbe dovuto partire per Londra, secondo programma, alle 07:00. Invece erano le 07:40 passate e il treno non dava ancora segnale di dover partire.
Sbuffò.
Se non fosse stato per la madre e per i bagagli lui si sarebbe tranquillamente smaterializzato; invece no, Narcissa aveva insistito perché prendesse il treno. Draco, seppur arrabbiato, sapeva benissimo perché aveva agito così.
Nel giro di qualche anno l’altezzoso e blasonato nome dei Malfoy era scomparso. La famiglia Purosangue per eccellenza non esisteva più.
Lucius e i suoi erano ormai visti dal Mondo Magico come una famiglia di doppiogiochisti, fedeli al Ministero negli anni bui dell’Oscuro Signore, ma pronti a tornare dalla parte di Tu-sai-chi al momento del Suo Ritorno per poi schierarsi contro di lui nella Battaglia Finale di Hogwarts.
Proprio quest’ultimo cambiamento è risultato, alla fine dei giochi, determinante.
Per questo i Malfoy erano mal visti dall’intera comunità magica, mangiamorte compresi. E proprio di questi ultimi era la maggiore preoccupazione di Narcissa.
Nel caso essi fuggissero da Azkaban, la loro prima azione sarebbe muovere vendetta contro i primi che li hanno traditi nel momento di difficoltà. I Malfoy, appunto.
Questi erano i pensiero di Draco quando vide una scena che destò la sua attenzione. Fuori dal treno, dall’altra parte della strada, scorse nella nebbia una figura da un’aria familiare.
Dal suo scompartimento non riusciva a vedere granché, anche per via della nebbia che era diventata veramente fitta. Poi, ad un tratto, vide i suoi lunghi capelli biondi e lo riconobbe: Hyde. L’americano gli era sempre sembrato strano. Il suo carattere ribelle, l’aria spavalda, l’impicciarsi in tutte le situazioni più strane…
Si sporse in avanti per vedere con chi stesse parlando, ma non ci riuscì. La nebbia rendeva ogni cosa invisibile, a stento riusciva a riconoscere l’americano.
<< Vuole qualcosa? >>.
Draco non si girò neanche. Conosceva quella voce da più di sette anni. Era la signora col carretto delle merende. Lui ovviamente non aveva mai usufruito dei suoi servigi, non era cibo all’altezza di uno come lui.
<< No >> rispose pigro, per poi cambiare bruscamente il discorso : << Quand’è che parte questo maledetto treno? Doveva partire alle sette e sono quasi le otto! >>.
<< Ci scusiamo >> rispose la donna, << ma poco prima di partire ci è arrivata una segnalazione. Stiamo aspettando un altro passeggero >>.
Draco sorrise ironico e, per la rabbia, scaraventò il cappotto dall’altra parte dello scompartimento.
La donna, compreso il comportamento del giovane, si diresse verso lo scompartimento affianco. Fece la stessa domanda fatta a Draco ed il giovane sentì in risposta delle voci a lui ben note.
<< Delle cioccorane, grazie >>.
<< Solo, Terry? >> esclamò una voce pomposa, << oggi ce ne andiamo da Hogwarts, bisogna festeggiare: dateci un paio di pacchi di Gelatine tuttiigusti +1 e delle Api frizzole >>.
<< Bravo Ernie >> concordò un’altra voce. << Per me anche un succo di zucca, se possibile >>.
La donna annuì. Nel giro di un minuto Terry Steeval, Ernie Macmillan e Seamus Finnigan (suoi ex-compagni rispettivamente di Corvonero, Tassorosso e Serpeverde ) ricevettero le loro cose.
La scuola non era finita solo per Draco.
In quel momento il treno inizio a muoversi.
<< Si parte >> disse una voce maschile magicamente amplificata, << destinazione Londra >>.
<< Finalmente >> sbuffò Draco. Tornò a guardare fuori dal finestrino. C’erano solo pochi studenti là fuori a salutare quelli che partivano. Hyde non era tra loro. Un pensiero lo attraversò. E se era l’americano il passeggero inatteso? Forse aveva ricevuto un gufo urgente e doveva tornare in patria?
Scacciò via il pensiero. Ormai Hyde, Hogwarts, i professori non gli importavano più. Incominciava una nuova vita. Dove, non lo sapeva neanche lui.
<< Posso sedermi? >>.
Draco si girò. Jattarius Uglick si era affacciato nel suo scompartimento e gli aveva chiesto posto. Il ragazzo, garbatamente, glielo offrì. Uglick si sedette proprio davanti a lui.
Quest’ultimo lo osservò.
Il professore di trasfigurazioni, Draco lo sapeva, era vecchio, ma solo allora si accorse di quanto fosse vecchio.
Era calvo, gobbo e pieno di rughe per tutto il corpo. Portava con sé solo una bisaccia a tracolla.
Il suo aspetto avrebbe potuto far pensare che fosse un vecchio decrepito, ma in quanto a cervello, Draco non aveva dubbi, era ancora piuttosto arzillo.
<< Allora, Malfoy >> esordì, << ecco che hai superato i M.A.G.O. e ti appresti a lasciare Hogwarts. Non sei più un bambino adesso, sei un
uomo >>.
L’aria spavalda di Draco scomparve. Con gente come Jattarius, mostrarti superiore non serve. Inoltre, l’ex-serpeverde aveva la netta impressione che il vecchio mago volesse parlare proprio con lui. Molti scompartimenti del treno, infatti, erano vuoti. Ma Uglick aveva deciso di venire da lui. Draco allora decise di fare il bravo studente e di rispondere.
<< Sì. Ho fatto gli esami e ho superato i M.A.G.O. >> disse.
<< Mi hai molto colpito >> disse il mago, << soprattutto nella prova di Legilmanzia. Hai dimostrato una forza di volontà non da tutti. Persino Hudson ha detto che è rimasto estasiato dopo la prova di Difesa contro le Arti Oscure. Tutti gli insegnanti erano unanimi nel dire che ha lasciato la scuola un grande mago >>.
Draco era meravigliato. Non erano da Uglick tutti quei complimenti. Non capiva dove il vecchio mago cercasse di arrivare.
<< Sono lusingato dai suoi elogi. E lei, perché è qui? Lascia la scuola? >> chiese cercando di sviare il discorso.
<< Ho delle cose da fare e ho chiesto a Minerva un permesso. Spero però di tornare il prima possibile >>.
Sentirono delle voci dallo scompartimento affianco.
<< Attenzione signori, attenzione! >> si sentì gridare Ernie, << ecco a voi Seamus Finnigan, futuro Auror, e Terry Steeval, futuro Ministro della Magia! >>.
<< Se quelli entrano al ministero, poveri noi! >> commentò Uglick.
<< Tu, Draco, cosa pensi di fare adesso? >>.
Draco esitò. Ora stava andando troppo sul personale. Si stava risvegliando l’orgoglio Malfoy che era in lui.
<< Non ne ho idea >> disse. << Adesso sto tornando a casa, poi deciderò >>.
<< Già >>.
Uglick frugò nella sua sacca e ne estrasse una copia della
Gazzetta del Profeta.<< Al ministero non se la cavano bene >> commentò, << servirebbero maghi del tuo calibro >>.
<< Non mi interessa una carriera al ministero >> replicò Draco. Le buone maniere erano finite.
<< Ne ero certo. La caduta del Signore Oscuro ha stravolto tutti i programmi >>.
Draco si alzò in piedi. << Come si permette di dire queste cose? Lei non era presente, non sa cosa… >>.
<< Defactio insinuere >>.
Draco non se l’aspettava, non era pronto.
Il treno, Uglick e tutto il resto sparirono.
Si ritrovò nel nulla. Era buio, tutto buio e faceva freddo, tanto freddo.
Non aveva mai provato un freddo del genere. Non era il freddo del vento, né il freddo dell’acqua, né tantomeno quello dei dissennatori. Era un freddo totale, che lo avvolgeva tutto, mente e corpo.
Aveva già subito questo attacco, ma ora era diverso, maledettamente diverso.
Ad un tratto vide un’immagine, un agglomerarsi di colori. Impotente, come fluttuando, in quella dimensione senza spazio né tempo, rivisse i suoi ricordi…
Era nella Torre di Astronomia, la bacchetta puntata contro Silente. “Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti…”
L’immagine cambiò. Era al primo anno, il cappello parlante sfiorò appena la sua testa e decretò: “Serpeverde!”…
Cambiò ancora: era al sesto anno, in un aula del castello, pochi giorni prima di Natale. Piton lo teneva per un braccio. “Ascoltami. Sto cercando di aiutarti. Ho giurato che ti avrei protetto. Ho stretto il Voto Infrangibile…”.
“E allora lo dovrà infrangere: non ho bisogno della sua protezione!”.
E ancora: era nella Stanza delle Necessità, con l’Ardemonio di Tiger che lo stava uccidendo e Potter che lo salva all’ultimo…
Un’altra immagine: Harry e Voldemort che si combattono. L’Avada Kedavra del Signore Oscuro che ritorna contro il suo proprietario e Harry che, trionfante, prende al volo la Bacchetta di Sambuco…
Infine, come a completare il cerchio, di nuovo l’immagine di Silente e la sua terribile, fatale frase: “Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti…”.
L’incantesimo era finito.
Draco era steso sul pavimento della carrozza, gli occhi chiusi. Ma non aveva ancora perso i sensi.
<< So molte cose di te >> disse Uglick, << alcune me le ha dette Minerva, altre le sapevo di mio, altre le ho scoperte l’altro giorno con quest’incantesimo. In sintesi, mi sono fatto una bella idea di lei, signor Malfoy.
Davanti a me c’è un ragazzo che aveva dei progetti, degli obiettivi, che sono crollati come un castello di carte. Un ragazzo tormentato, che a 18 anni ha vissuto e affrontato cose molto, troppo grandi per uno della sua età. Ogni sua azione è dettata principalmente dalla rabbia, dalla voglia di evadere e di rimettersi in discussione. E per di più… >>.
Si abbassò affianco a lui, con la bocca vicino all’orecchio dell’ ex-serpeverde.
<<…Biancospino e crine di unicorno. Dieci pollici esatti. Il fato certe volte è ironico, sa, Malfoy? Adesso lei è qui a combattere con la stessa bacchetta che pochi mesi fa ha sconfitto l’Oscuro Signore e ha annientato le sue speranze, che erano anche le
tue… >>
<< NO! >.
Uglick fu preso di sorpresa.
Si ritrovò all’improvviso per aria a testa in giù, il corpo immobilizzato.
Draco si alzò in piedi. Respirava affannosamente.
<< Levicorpus e Petrificus Totalus…non verbali… >> spiegò.
<< Ho ascoltato tutto. Hai ragione, le mie azioni sono dettate dalla rabbia, sono tormentato, turbato, afflitto,
ma… >>.
Si alzò del tutto, la bacchetta puntata contro la tempia di Uglick.
<< Ti sbagli quando parli delle
mie speranze. Io non ho
mai voluto uccidere Potter, io ho
sempre voluto e
voglio tuttora vivere la mia vita. Potter è un capitolo chiuso. Adesso esisto solo
io >>.
Pronunciata l’ultima sillaba, si sentì bussare alla porta dello scompartimento.
<< Cosa è successo? >> chiese Seamus, << Abbiamo sentito dei rumori: chi c’è qui? >>.
Con un rapido gesto, Draco liberò Uglick e andò alla porta.
Seamus, Ernie e Terry aprirono le loro bocche in una “O” di sorpresa quando videro il loro ex-compagno venire ad aprirli e il professor Uglick che si stava appena rialzando da terra.
<< C’è stata una semplice chiacchierata >> spiegò Draco.
<< Andatevene e lasciateci stare >>.
Quelli non se lo fecero ripetere due volte e tornarono nel loro scompartimento.
<< Sei stato bravo >>.
Draco si voltò. Il professore si era rialzato.
<< Hai confermato le idee che già avevo su di te. E’ per questo che ho una proposta da farti >>.