èil mio primo testo, spero che vi piacerà e ringrazio bella per il suo aiuto
Era un sabato mattina ed Harry si svegliò urlando, ma nonostante il baccano nessuno aveva interrotto la propria dormita. Il giovane si trovava tra le sue candide coperte nel dormitorio di grifondoro e il silenzio regnava, interrotto solamente a scadenza temporanea dal russare di Dean.
Uno spiraglio di luce filtrava tra le tende e, dal suo rossore, il ragazzo intuì che dovevano essere circa le sei. Si stupì nel notare che il letto di Ron era vuoto,le coperte ammucchiate al fondo del letto: strano, pensò, lui era sempre poco incline a svegliarsi presto di mattina.
La curiosità del motivo per cui Ron si fosse alzato, gli fece venire la voglia e la forza di vestirsi, sempre sbadigliando. Nella fretta mise due calzini diversi e, purtroppo, una sciarpa affatturata del negozio “ Tiri vispi Weasley”, che stava cercando di strozzarlo. –Diffindo- pensò Harry puntando la bacchetta contro la sciarpa, perché la sua faccia aveva assunto un colorito bluastro. I pezzi di stoffa caddero ai suoi piedi e lui, con il respiro affanato, scese in sala grande. C’erano Ron, Hermione e Ginny, tutti e tre chini si “ Storia di Hogwarts”. –Ciao- mormorò Harry debolmente, quasi come se non volesse turbare la quiete che aleggiava nell’ aria –cosa fate qui a quest’ ora?- chiese, indicando gli altri tavoli vuoti. La sala grande, con i tavolini su cui abitualmente gli studenti giocavano agli scacchi, era deserta. Un vaso di fiori era per terra, macchie marroni e fogli secche giacevano immobili sul pavimento. Il fuoco scoppiettava nel camino, quel fuoco, ricordò Harry a malincuore, dove tre anni prima appariva la testa del suo amato padrino.
-Stavamo cercando delle informazioni su dove nascondere la bacchetta ad Hogwarts- . Al ragazzo venne in mente una cosa: - Ho fatto uno strano sogno, Hermione, di nuovo l’attacco alla scuola dell’altra notte, solo che c’era anche Silente che moriva e poi… - - ti sei svegliato e hai urlato- concluse Ron –Come fai a…- Ginny sollevò lo specchio che lui le aveva regalato per i suoi 18 anni e gli rivolse un sorriso che lo inebriò.
-Harry dove pensi di nasconderla? Stavamo pensando a un posto che solo tu puoi aprire o dove solo tu puoi entrare per questo dobbiamo pensare alle tue qualità: il Quidditch, no lo sanno fare anche altre persone…- ad Harry venne in mente l’immagine di Hide su una scopa che inseguiva la bacchetta di Sambuco.
Un posto che solo lui potesse aprire, la Stanza delle Necessità! No, era meglio di no : al 5° anno la Umbridge era riuscita ad entrare e l'anno prima Malfoy, Tiger e Goyle anche. Poi tutto l’ ES sapeva cos’ era e anche la Squadra d’ Inquisizione. Un posto, magari, di cui solo lui fosse a conoscenza… pronunciò la risposta prima ancora di averlo desiderato.
-La Camera dei Segreti!- Ginny trattenne il fiato
-Harry, tu non parli più il serpentese- gli ricordò Hermione con l'aria di chi deve dire a un bambino che non può mangiare dolcetti.
-Lo so, Hermy (Harry usava sempre quel tono per darle fastidio) ma vedi, c'è riuscito anche Ron: devo solo dire “apriti”! Poi le uniche persone che sanno dov'è l'ingresso sono sedute vicino a me e basteranno un paio di incatesimi protettivi e...- perse il filo del discorso; nella Camera dei Segreti, dove aveva sconfitto Voldemort per la seconda volta, dov aveva salvato la sua amata dal basilisco, che ora giaceva immobile tra i corridoi di quel labirinto...
-Harry, ci sei?- Harry era lì nella sala grande, al sicuro tra quelle mura, lontano dalle grinfie del basilisco, lontano da Voldem... BUM! Un' esplosione colpì l'ala destra del castello, ma gli studen continuarono a dormire beati.
- Hanno usato il Muffliato sulle stanze da letto!- esclamò Ron- forse è meglio non svegliarli per il momento poss...- BUM ! Un' altra esplosione – corriamo!!!!
s