NATALE IN FAMIGLIA by -TEX-

L'inverno era arrivato presto. Il parco della scuola ormai sommerso sotto una spessa coltre bianca si prestava per interminabili battaglie di palle di neve. Harry, seduto nella sala comune, ripensava con malinconia a quei momenti dei primi anni di scuola trascorsi con spensieratezza insieme ai suoi amici, quando ancora il peso delle responsabilità non incombeva su di lui e immaginava la vita soltanto come un'avventura e Voldemort come un mago spietato che gliel'aveva rovinata.
Ora, si ritrovò a pensare, sono già alla fine del mio percorso scolastico e ho già un lavoro. Sono cresciuto in fretta! Gli esami sono prossimi e se non voglio rovinare tutto devo impegnarmi al massimo. Quanto vola il tempo!
Era la vigilia di Natale, giorno in cui il castello si animava di più. Addobbi, decorazioni, rendevano gli ambienti meno vuoti e più allegri. In qualunque stanza di Hogwarts Harry si recasse, trovava almeno un albero inghirlandato.
La sala comune era luogo d'incontro per gli studenti dove discutere sui regali che il giorno successivo speravano di ricevere o che avrebbero donato. Non mancavano, come al solito, i ritardatari che in tutta fretta incartavano gli ultimi regali da spedire.
Harry era contento di essersi portato avanti: li aveva comprati e impacchettati già da una settimana. Ad un certo punto la sua attenzione cadde su un ragazzino del primo o del secondo anno che imbarazzatissimo non riusciva a incartare i regali. Harry lo comprendeva molto bene! Anche lui a quell'età non sapeva che pesci pigliare.
Decise di aiutarlo. Si alzò e si diresse verso il ragazzo. Si sentì come Mosè quando divise le acque del Mar Rosso: tutti i ragazzini, come le acque, si spostarono al suo passaggio. Che colpo sarebbe stato per i Babbani sapere che Mosè era un mago e che le Sette piaghe d'Egitto in realtà erano suoi incantesimi si disse tra sè. Arrossì sotto tutti quegli sguardi, ma era abituato e fece finta di niente. Giunto dal ragazzo si chinò verso di lui e gli chiese: «ciao, sono Harry ti serve una mano?» indicando la pila di regali.
Il ragazzino che non si era accorto della sua venuta sobbalzò, diventando dello stesso colore dei capelli di Ron.
Le uniche parole che riuscì a farfugliare con un filo di voce furono «s-s-si … grazie!». Harry iniziò ad insegnare a Dirk, (su domanda di Harry aveva risposto di chiamarsi così) alcuni incantesimi facili facili per i regali.
Ne mancavano pochi quando comparve Ron dalle scale del dormitorio. Vedendo l'amico seduto sul tappeto con un ragazzino di undici anni si fermò di botto. Sul suo viso passò prima un'espressione di stupore e poi di divertimento.
«Ti stai allenando per Ted?» gli chiese ghignando indicando il ragazzo.
«Dai Ron!» disse, mentre Dirk diventò bordò, «anche i tuoi fratelli ci aiutavano quando eravamo alle prime armi e Hermione ancora di più!».
Ron sorrideva ancora e fece per dire qualcosa ma poi si fermò. Harry vide passare un'ombra sul suo volto, ma fu solo per un'istante.
«Comunque ero venuto a dirti che dobbiamo muoverci o arriveremo dalla McGrannit in ritardo e … sai com'è lei!»
Tra una cosa e l'altra se l'era completamente scordato! Avevano deciso di passare il giorno di natale alla Tana, insieme a tutti i Weasley, i Granger e alla signora Tonks con Teddy. Aveva chiesto il permesso a Kingsley e l'aveva ottenuto, a condizione che portasse la bacchetta di Sambuco con sé per non lasciarla incustodita al Castello. Inoltre il ministro aveva detto che avrebbe mandato un Auror di scorta per sorvegliare la casa.
Salutò Dirk e corse nel dormitorio a preparare qualche vestito da portare con sé. Scese in tutta fretta le scale e quasi travolse Ron che stava salendo a chiamarlo.
«Ehi!! Un po di attenzione!» urlò l'amico prima di accorgersi che era lui «ah! Sei tu ...Hermione e Ginny ci stanno aspettando di sotto, muoviamoci prima che si arrabbino!».
Scesero le scale di corsa e atterrarono in sala comune con un tonfo che attrasse lo sguardo di tutti verso di loro.
«Beh, che cosa avete da guardare!?» inveì Ron contro i curiosi e si diresse verso la fidanzata, vicino al ritratto della Signora Grassa.
«Ron! Cerca di essere un po' gentile! Loro non hanno fatto niente! Piuttosto, non ti ricordi che è vietato correre per le scale?» disse Hermione accigliata. Harry incontrando lo sguardo di Ginny, trattente a stento una risata. Ron sembrò non farci caso al rimprovero di Hermione, ma tenne il broncio fino all'ufficio della preside.

***
«Era ora che arrivaste!» disse la McGrannit, « non vorrete far preoccupare Molly, muovetevi!» proseguì indicando il camino e i ragazzi si affrettarono. Prima di essere risucchiato nel vortice della metropolvere Harry giurò di aver sentito la McGrannit augurare a tutti loro un felice natale.
***
«Che Merlino sia ringraziato!!» li accolse la signora Weasley a braccia aperte, stritolando in un abbraccio tutti quanti. Quando si staccò Harry aveva gli occhiali di traverso e Hermione i segni di un braccio sulla guancia sinistra. «Vi aspettavamo mezzora fa'!» disse con tono di rimprovero Molly. A quel punto comparvero anche il signor Weasley e George.
«Non fateci caso! Era preoccupata che vi fosse successo qualcosa!» disse George dando una pacca sulla spalla a Harry e al fratello.
«Ragazzi, come è bello vedervi! Portate le vostre cose in camera, che tra poco è pronto!» disse il signor Weasley sorridendo. «Su gentile concessione del ministro ho apportato dei cambiamenti ai piani superiori! Sono sicuro che rimarrete sorpresi!». E così dicendo li condusse alle scale per poi tornarsene in cucina dalla moglie.
Le vecchie scale non c'erano più. Erano state sostituiti da gradini di marmo bianco decorato. Le pareti erano linde dalle incrostazioni di una volta. Tutti quanti rimasero senza fiato ed Harry compreso. Appena salirono sui primi scalini la scala iniziò a muoversi da sola. Harry e Hermione ne riconobbero l'origine e iniziarono a ridere a crepapelle!
«C'era d'aspettarselo dal papà di Ron!» disse Hermione.
«Già! Però non è una cattiva idea!» rispose Harry scoppiando a ridere nuovamente.
I due fratelli Weasley ancora intenti a contemplare le nuove scale non fecero caso ai commenti.
Arrivando al primo piano si accorsero che la casa era molto più grande e spaziosa: i piani erano stati ampliati e dove prima c'era la soffitta ora ce n'era uno nuovo. Ora oltre le stanze per tutti i Weasley, compresi Bill e George, c'erano altre tre stanze per eventuali ospiti. Due di queste erano state assegnate temporaneamente a Harry e ad Hermione.
«Per il bastone di Mosè!» senti esclamare Ron dalla stanza di fronte, «è magnifico! Finalmente una camera tutta per me!».
La ristrutturazione della casa, dava alla struttura un aspetto ancora più accogliente di prima, oltre al fatto che sembrava un albergo con tutte suite.
Harry si sentiva spossato e decise di farsi una doccia veloce. Il bagno, anch'esso in marmo era magnifico. Era presente una finestrella che filtrava la luce naturale della Luna. Tutto l'arredamento del bagno si accorse Harry era di una marca pregiata: la Maguzzi. La doccia era dotata di regolatore di temperatura automatico, spazzola-massaggi incorporata e di shampoo. Si chiese come avesse fatto il signor Weasley a comprare tutto quanto e decise di informarsi discretamente a cena.
La signora Weasley preparò per quella sera un pasto semplice, ed Harry sapeva benissimo il motivo. L'indomani avrebbe cucinato talmente tante prelibatezze da far scoppiare anche un pozzo senza fondo. La cena si consumò in fretta e in silenzio poiché la stanchezza li stava colpendo uno per uno. Ultimati i preparativi ognuno salì nella propria camera. Harry trattenne Ginny sul corridoio del primo piano e la baciò. Sarebbero potuti rimanere lì per tutta la notte se non fosse stato per i signori Weasley che decisero di coricarsi presto.
«A domattina!» gli sussurrò l'amata che poi si affrettò a raggiungere la camera al secondo piano.

Harry entrò nella sua con un senso di sollievo: per fortuna Ginny si era salvata! Non poteva nemmeno immaginare come avrebbe continuato a vivere senza di lei. E la stessa domanda gli sorgeva ripensando a tutti i parenti delle vittime cadute per mano di Voldemort o dei suoi seguaci. Anche per lui la perdita dei genitori era stata dolorosa. Ma a differenza degli altri non li aveva mai conosciuti personalmente, non aveva mai condiviso momenti della vita parlando, ridendo e scherzando insieme a loro, o se lo aveva fatto, era troppo piccolo per ricordarsene.
Scacciò questi pensieri e svestitosi, indossato il pigiama, si infilò sotto le coperte.
Alla fine si addormentò.

[vecchio pezzo!!!!]Harry entrò nella sua. La stanchezza mista ad un senso di solitudine lo pervase. Si ritrovò a pensare a tutti i cari e gli amici che aveva perso per mano di Voldemort e dei suoi seguaci e si rattristò. Svestitosi e indossato il pigiama si infilò sotto le coperte e alla fine si addormentò.

FINE PRIMA PARTE