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 Assalto alla Tana

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Kathy Black

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MessaggioTitolo: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptySab Nov 28 2009, 00:52

QUESTA è LA CONTINUAZIONE DI VACANZE DI NATALE, HO RISOLTO IL PROBLEMA DI FLEUR. QUI INIZIA QUANDO HARRY STA PER ANDARE DA TEDDY. COMMENTATE!!
Harry improvvisamente si sentì mancare, vide sfocare davanti a se il camino della Preside come in un risucchio, poi fu tutto buio. In un attimo si ritrovò in un luogo familiare: era alla Tana. Tutto era confuso, annebbiato, i contorni indefiniti, sfumati. D’impulso, come se sapesse già cosa fare chiuse gli occhi qualche secondo concentrandosi e quando li riaprì tutto divenne nitido: era al centro della stanza, si sentiva allo scoperto, ebbe l’impeto di nascondersi ma si rese conto che le due figure incappucciate nella cucina dei Weasley non si accorsero di lui;
<<Dov’è? Dimmi dov’è?>> abbaiò uno di essi rivolgendosì alla signora Weasley.
<<Non è qui, che cosa vuoi da lui?>>
<<Non mentire, stamattina doveva essere qui>> precisò calmo <<La Nostra Fonte non sbaglia mai>> disse voltandosi verso l’altro uomo che tratteneva Fleur per le braccia.
La signora Weasley era rigida ma lo sguardo era determinato.
<<La tua Fonte si è sbagliata>> rispose.
<<Donna! Non ho tempo da perd…>> iniziò l’uomo ma venne interrotto da un urlo di Fleur.
<<Lasciami!>> urlò lei irritata allontanandosi dal corpo dell’uomo che la teneva a se.
<<Vediamo se questo bel visino ce lo sa dire?>> diceva questi divertito avvicinandosi alla ragazza in modo invadente.
<<Gli ordini, ricordati gli ordini! Solo il ragazzo>> rimbeccò l’altro.
<<Gli ordini…non ci si può nemmeno divertire>> scoppiò furioso <<Torna da mammina!>> esclamò scaraventandola verso muro con violenza. <<Giù le mani delinquoénte…>>strillò scagliandogli un calcio negli stinchi. L’uomo scattò furente e alzò la bacchetta: un lampo di luce viola sbalzò indietro la ragazza facendola accasciare priva di sensi.
<<Ma cosa hai fatto?>> chiese nervoso
<<MALEDETTO!>> urlò forte la signora Weasley tentando di liberarsi le mani dalla corda
<<Cerchi questa per caso?>> disse divertito il primo alzando una bacchetta che teneva tra le mani.
La donna non riuscì a trattenersi e cercò di scagliarsi contro uno di loro ma l’altro, con un veloce gesto fece uscire dalla bacchetta un filo di luce incandescente…Aprì gli occhi, si ritrovò davanti al camino in presidenza, aveva il respiro affannoso; diede uno sguardo nell’ufficio, tutto era al proprio posto, il ritratto di Silente dormiva profondamente, gli occhiali a mezzaluna sulla punta del naso pronti a scivolare. Il cuore gli martellò in petto quando cominciò a prendere consapevolezza di ciò che aveva visto. Doveva fare qualcosa, subito! Senza nemmeno pensare prese un pizzico di Polvere Volante e lo gettò nel camino, questo si incendiò all’istante, poi si fermò; non poteva andare direttamente in cucina dei Weasley, sarebbe finito diritto nella trappola, doveva materializzarsi nel giardino ma da Hogwarts non era possibile, doveva farlo da un altro posto… Indulgiò qualche istante, poi gridò <<GRIMMAULD PLACE!>> gettandosi tra le fiamme.

Quando si materializzò nel giardino un freddo pungente gli trafisse i polmoni, il terrore si era impadronito di lui, era incapace di pensare, “dai dai che faccio?" chiese a se stesso mentre cercava a tentoni la bacchetta nelle tasche del mantello, avanzò ugualmente, non poteva certo lasciare che succedesse qualcosa alla signora Weasley o a Fleur, non se lo sarebbe mai perdonato.
Entrò silenzioso nella cucina dalla porta del retro, notò che era stata scardinata con violenza, la stanza era a soqquadro, un caos che non prometteva niente di buono. Sentiva la tensione salire al massimo, cercava di ascoltare, di carpire ogni piccolo movimento ma sentì solo dei singhiozzi provenienti da un punto impreciso dietro il tavolo che non riusciva a scorgere, mentre la radio, ancora sintonizzata su Radio Strega Network trasmetteva pimpante l’ultimo pezzo delle Sorelle Stravagarie. Avvertì una stretta allo stomaco nel sentire quell’innaturale contrasto tra normalità e disastro. Avanzò, i suoi passi divennero malfermi per l’agitazione; poi avvicinandosi e seguendo i singhiozzi vide Fleur, giaceva sul pavimento tra un ammasso di macerie, priva di sensi, il suo viso cenereo era incorniciato dagli argentei capelli scompigliati che le conferivano una triste bellezza; china su di lei, la signora Weasley la strattonava in lacrime, tentando di cogliere qualche segno.
Harry si avvicinò di corsa.
«Harry!» la signora Weasley sgranò gli occhi dal terrore quando lo vide «Harry cosa ci fai qui, devi scappare, nasconditi, ti stanno cercando» lo supplicò abbassando la voce.
Ma lui non la stava ascoltando, era come paralizzato, riuscì a borbottare «Fleur, come… cos’è successo? È ancora …» ma la frase gli morì in gola, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, avvertiva un peso schiacciante che gli levava il respiro, non poteva esser successo.
«È viva» rispose subito la donna all’espressione sconvolta di Harry, «Per fortuna non è stata colpita in pieno dalla maledizione ma… ha perso conoscenza» concluse tremante asciugandosi gli occhi con la manica strappata.
«Dobbiamo andar via di qui, presto» disse improvvisamente Harry sentendo le voci al piano di sopra farsi più forti. «Signora Weasley ce la fa ad alzarsi? Mi aiuti, prendiamo Fleur» continuò chinandosi per sostenerla. Sapeva che doveva condurle fuori dalla casa per potersi smaterializzare ma realizzò che non sarebbe stato facile visto il loro stato. La signora Weasley era ferita alle gambe, aveva lividi rossi e numerose ferite aperte che davano l'impressione di esser state provocate da una corda incandescente. Avvertì una stretta allo stomaco nel guardarle. La giovane donna invece sembrava immersa in un sonno profondo.
«Non c’è tempo! Vai, mettiti in salvo e chiama Artur, sono troppi, non puoi affrontarli da solo» disse la signora Weasley in fretta. « Vai!» aggiunse liberandosi dalla presa di Harry e guardando Fleur disperata.
«No, andiamo via subito, non vi lascio qui!» disse deciso. La signora Weasley lo guardò con le lacrime agli occhi, stava per dire qualcosa quando sentirono un fracasso provenire dal piano di sopra: stavano distruggendo tutto.
«Andiamo, si appoggi a me» aggiunse in fretta chinandosi e passandole un braccio dietro la schiena, doveva fare in fretta, sentiva i passi avvicinarsi alle scale, una voce profonda dal piano di sopra disse “qui non c’è niente”.
«Andiamo andiamo» incitò facendo forza per alzarla; piano la signora Weasley riuscì a mettersi in piedi nonostante era scossa da un tremito.
Lanciò uno sguardo verso le scale come se aspettasse di veder scendere qualcuno da un momento all’altro.
«FINALMENTE!» un' esclamazione di sorpresa li interruppe facendoli sobbalzare.
La signora Weasley emise un gridolino dallo spavento mentre Harry quasi lasciò cadere la bacchetta di mano, poi si voltò di scatto e vide una figura imponente e minacciosa torreggiante sulla porta; era un uomo alto, il volto era oscurato dall’ombra che proiettava il suo cappuccio.
«Harry Potter, sono… davvero onorato>> disse lentamente assaporando le parole.
<< Sai, stavamo quasi per andarcene… ma vedo che hai deciso di allietarci con la tua presenza e allora, quale miglior occasione per incontrarti!» concluse divertito.
Fece una pausa per contemplarlo.
«Colui che ha sconfitto il Signore Oscuro…» disse tra se improvvisamente serio, era catturato dalla figura del ragazzo, lo guardava insistentemente, Harry notò che muoveva le labbra, come se mormorasse qualcosa a se stesso; quella vista lo fece rabbrividire.
Avvertì la spiacevole sensazione di esser osservato, scrutato intensamente ma non rispose, si limitò a ricambiare con uno sguardo torvo; la sua mente era attraversata da mille pensieri, si imponeva di pensare un modo per uscire vivo da quella situazione ma non riusciva a formulare soluzione: era stato colto di sorpresa.
«Bene Potter, sarò molto chiaro, dammi quello che cerco e chiudiamo qui il nostro incontro» disse ad un tratto cambiando sorprendentemente tono e destando Harry da quei pensieri.
«Che cosa vuoi di preciso?» chiese questi anche se conosceva già la risposta. Cominciava a sentire un po’ di coraggio, come se il pianto rassegnato e silenzioso della signora Weasley dietro di lui gli trasmettesse forza, dopotutto non era la prima volta che affrontava la morte, era già stato pronto a morire ma quella volta era stato solo, non voleva che altri fossero coinvolti.
«Sai già cosa voglio, voglio l’arma che ha sconfitto il Signore Oscuro» disse fermo. Ci fu un secondo di tensione, poi l’uomo continuò «La voglio in cambio della vita delle donne» aggiunse quando si accorse che il ragazzo guardava con la coda dell’occhio Fleur che apriva piano gli occhi.
Harry rimase pietrificato: non si era aspettato uno scambio. Poi si rese conto che forse c’era una via di scampo ma doveva trovare una soluzione subito, prima che l’uomo si accorgesse che non aveva con sè la Bacchetta di Sambuco.
«Mi sembra del tutto equo, soprattutto per te Potter che hai sempre a cuore la vita degli altri» continuò con un sorriso forzato visibile nella penombra. Fu allora che Harry la notò: una cicatrice rossastra gli piegava all’insù il labbro forzandolo a sorridere con metà bocca e dandogli un aspetto grottesco.
«Va bene» rispose timoroso, lo sguardo ancora fisso sull’inquietante sorriso.
«Ti darò la Bacchetta, ma ad una condizione» ebbe un attimo di esitazione, poi continuò «Voglio che le donne siano spostate da qui».
« Sono io che decido le condizioni. Non lo dimenticare.>> precisò con tono improvvisamente serio; il suo modo di cambiare personalità da un momento all’altro fece inorridire Harry.
<<Resteranno qui e, solo dopo aver preso la Bacchetta le lascerò vivere, quindi, preparati a combattere Harry Potter; sai benissimo che per avere la sua obbedienza devo vincerti in un duello».
La situazione si stava mettendo male, doveva prender tempo, doveva intrattenerlo a parlare, ma intrattenerlo per cosa? Nessuno sapeva che erano lì intrappolati, nessuno sapeva che era andato alla Tana. Nessuno li avrebbe salvati. Si maledisse per aver agito con impulso come al solito.
«Sono disposto a duellare, purché questo avvenga lealmente, da uomo ad uomo» disse Harry «Chiedo solo che non vengano coinvolte».
La signora Weasley cominciò a mormorare tra i singhiozzi “non lo fare, da solo non ce la puoi fare…no..” ma la ignorò.
«Ma bene, è più facile di quanto pensassi. Questa è l’ultima concessione che ti faccio» rispose serio il mago.
«Portatele di là» intimò con tono aspro ai due uomini apparsi in quel momento ai piedi della scala sorprendendo nuovamente Harry nel cambiare tono.
Gli uomini, anch’essi incappucciati, si avvicinarono alle donne velocemente e le sollevarono per le braccia in modo brutale. Fleur emise un debole lamento al quale la signora Weasley non riuscì a trattenersi e scattò furente «Se le fai del male io …» ma non terminò la frase, si rese conto che non poteva fare niente, era disarmata; le condussero nel salotto, Harry notò del sangue dov’erano sedute poco prima, evidentemente anche Fleur era stata ferita. Sentì borbottare ancora la signora Weasley contro l’uomo ma già era più tranquillo, almeno non sarebbero state coinvolte nella battaglia.
Non aveva ancora fatto in tempo a voltarsi che improvvisamente sentì «CRUCIO», il dolore e la familiare sensazione dei muscoli che bruciano l’invasero scaraventandolo a terra con violenza, poi cessò lasciando spazio ad una fitta acuta alla spalla destra, nella caduta si era fatto male. Qualcuno rise, gli altri uomini erano giunti ad assistere.
Si rialzò a fatica “Altro che lealtà” pensò osservando la scena che gli si presentava davanti, c’erano altri tre uomini al fianco destro del suo rivale che lo guardavano.
«Mai voltare la faccia all’avversario» disse «pensavo l’avessi imparato Potter!» aggiunse schernendolo.
«In un duello leale non si attacca alle spalle, questo lo fanno solo i farabutti e i codardi!» sbottò Harry senza riuscire a trattenersi, sentiva la rabbia montare dentro di lui, senza controllo, strinse forte la bacchetta, questa emise delle scintille, vide lo sguardo dell’uomo posarsi su di essa incuriosito e avido.
Poi l’uomo con un movimento velocissimo alzò la bacchetta ma stavolta Harry era pronto: «PROTEGO» urlò respingendo con violenza l’incantesimo non verbale dell’uomo. Questo scosso dall’intensità dell’incantesimo scudo, fu costretto ad arretrare qualche passo velocemente e il cappuccio gli scivolò dalla testa. Era un mago anziano, quasi calvo, il viso, già sfigurato, era contratto dalla rabbia e dallo stupore per esser uscito allo scoperto; Harry portò d’impulso la mano sinistra alla spalla ferita, il movimento improvviso gli aveva scatenato un dolore pungente; poi ricordò il viso… l’aveva visto da qualche parte…
«Come hai osato…» disse con voce adirata rimettendosi il cappuccio con uno scatto. Nonostante questo, Harry intravide un ghigno di rabbia e disprezzo sul suo volto, cominciò a scrutare nei suoi ricordi, dove l’aveva visto?
«Ragazzino hai finito di giocare… AVADA KEDAVRA» urlò furente. Harry fece appena in tempo a ripararsi sotto il tavolo, il dolore alla spalla si fece più intenso, strinse i denti mentre si appoggiava sul braccio ferito per alzarsi gattoni. La maledizione colpì il camino mandandolo in frantumi, una nuvola di cenere si sollevò improvvisamente, Harry non riusciva a vedere niente, l’odore di fuliggine gli invase le narici, la cenere gli impastava la bocca. Le voci si fecero confuse, la stanza si stava allontanando, l’effetto corrosivo della Polvere Volante bruciata e mista a cenere prendeva man mano sopravvento sui suoi sensi. Doveva resistere ma era come se milioni di spilli roventi si avventassero nelle sue narici lasciando un bruciore mortale. Avvertì qualcosa di caldo scivolargli sulle labbra e sul mento, d’impulso si portò le mani al viso: era sangue.
«PRENDETELO!» strillò il mago rabbioso «SOTTO IL TAVOLO! NON DEVE FUGGIRE!».
Le urla dell’avversario lo destarono totalmente, avanzò carponi alla cieca, sentiva un trambusto di passi affrettati, anche loro si muovevano a tentoni. Sapeva che era l’occasione buona per fuggire, non riusciva a credere a tanta fortuna ma sapeva che non sarebbe durata a lungo: la cenere già iniziava a posarsi dolcemente a terra e sulle superfici dei mobili.
Uscì da sotto il tavolo, camminando chino per esser meno visibile, sentiva a pochi passi gli uomini che lo cercavano «MALEDIZIONE!» urlò il mago con cui aveva duellato. «IMBECILLI NON FATEVELO FUGGIRE DA SOTTO IL NASO!».
Harry avanzò rapidamente giungendo alla credenza vicino la porta, era quasi salvo. Improvvisamente si ricordò della signora Weasley e di Fleur, come aveva potuto dimenticarle! Fece per tornare indietro ma si rese conto che non sarebbe stato facile, la stanza ora era occupata dagli uomini. Riusciva ad intravedere le loro sagome in movimento, mentre questi spostavano e scaraventavano le sedie, il tavolo e ogni cosa dietro cui Harry potesse nascondersi, le figure iniziavano a prendere forma. Cominciò allora a considerare l’ipotesi di uscire nel giardino e smaterializzarsi per chiedere aiuto ma quando vide uno degli uomini dirigersi verso il salotto cambiò idea: non le avrebbe lasciate lì.. Constatò che l’unico modo per raggiungerle era quello di camminare basso costeggiando il muro. Mentre avanzava sentiva i movimenti a pochi passi da lui, «CERCATE CERCATE, È QUI NELLA STANZA!» urlava l’uomo scalciando tutto quello che gli veniva tra i piedi. Poi venne urtato accidentalmente da uno di essi…
«Ma che diavolo è….È LUI!» urlò all’improvviso, «È qui! INCARCERAMUS!» ed Harry, prima di rendersene conto si sentì avvolgere da corde che lo immobilizzarono. Gli uomini cominciarono ad esultare dalla gioia.
«EXPELLIARMUS» urlò una voce familiare proveniente dalle vicinanze della porta. L’uomo vicino Harry venne disarmato. «Bill di là! Non devono fuggire» aggiunse. Era il signor Weasley. Improvvisamente si sentì vivo, una piacevole sensazione di gioia gli avvolse il cuore dandogli forza. Non tutto era perso.
«AVADA KEDAVRA!» sbraitò uno degli uomini avvicinandosi al signor Weasley. Questi schivò per un soffio l’anatema rispondendo furente all’attacco con una maledizione Cruciatus ben assestata investendo in pieno l’avversario che si contorse a terra dal dolore. L’anatema che uccide andò invece a colpire di striscio il prezioso orologio della signora Weasley affisso sulla parete buttandolo a terra.
Intanto Bill si era fatto strada tra gli uomini che scagliavano maledizioni nell’aria riuscendo miracolosamente a schivarle, era chiaro che cercava disperatamente sua moglie e sua madre.
Harry tentò di liberarsi dalle corde ma erano così strette che a malapena riusciva a muovere le mani. Voleva intervenire, riusciva a vedere il signor Weasley duellare con quattro uomini ma non avrebbe resistito a lungo. “Diffindo ” mormorò tentando di muovere la bacchetta, le corde si allentarono e caddero a terra liberandolo. Stupito per il riuscito tentativo di liberarsi nonostante la bacchetta immobilizzata scattò avanti nella mischia e prontamente urlò: «EXPELLIARMUS» disarmando il quinto uomo appena sopraggiunto, ora erano in due ad essere disarmati.
«Grazie Harry!» disse il signor Weasley accennando un sorriso. Ma non ebbe il tempo di aggiungere altro, una maledizione non verbale lo colpì scagliandolo a terra.
«OH NO…» disse Harry senza fiato. «SECTUMSEMPRA» urlò furente di rimando.
L’uomo che aveva colpito si ricoprì di sangue e cadde a terra annaspando, Harry vide le ferite aprirsi ma non gli importò molto, questa volta voleva ferire, fargli male, fargliela pagare. Poi corse spedito verso il signor Weasley che giaceva riverso e immobile, il cuore gli martellava in petto, come se volesse scoppiare.
«PAPÀ» urlò Bill vedendo la scena mentre duellava con uno di essi al centro della stanza, sul volto un’espressione disperata.
D’un tratto dei sonori CRAC provenienti dall’ingresso principale interruppero la battaglia, Harry si voltò a guardare timoroso ma nello stesso istante scorse con la coda dell’occhio come gli uomini, sorprendentemente d’intesa, si diedero un cenno di assenso e scattarono a velocità folle verso la porta sul retro. Contemporaneamente irruppero nella stanza Kingsley e Dawlish con le bacchette sguainate, pronti a combattere.
«Stanno scappando!» disse Harry spiccando una corsa verso i nemici ma era troppo tardi, quando fu sulla soglia della porta sentì diversi CRAC provenire da fuori.
<<MALEDIZIONE!>> sbraitò Dawlish, giunto dietro di lui gettando la bacchetta a terra furioso. Al suo fianco Kingsley guardava silenzioso l’esterno mordendosi il labbro nervosamente: se li erano fatti sfuggire; poi si voltò e disse: «Incarceramus» puntando la bacchetta verso l’uomo che era ancora a terra in una pozza di sangue; <<Almeno lui non deve fuggire>> aggiunse amareggiato.
Harry si fermò un attimo fissando il vuoto, cercando di assimilare la rapida sequenza di eventi e dopo un momento, lungo un’eternità, si ricordò del signor Weasley e rientrò di corsa lasciandoli sulla porta; entrando vide Bill chino sul padre ma tirò subito un respiro di sollievo: era vivo, si stava muovendo.
«Fleur e la mamma, le hai viste?» disse Bill voltandosi disperato quando lo vide entrare.
«Si, sono nel salotto, le hanno spostate lì quando abbiamo iniziato il duello» concluse Harry amaramente, la voce rotta dai sensi di colpa che cominciavano ad affiorare.
«Torno subito» disse Bill lasciando il signor Weasley ormai cosciente e dirigendosi spedito verso il salotto.
Harry lo seguì con lo sguardo, poi avanzò anche lui facendosi spazio tra le macerie, inciampò nei cocci del vaso che aveva contenuto la Polvere Volante che soleva stare sul camino, c’erano pezzi di mobili, uno schienale di sedia spezzato, un misto indefinito di macerie ricoperto da uno strato di cenere.
D’un tratto la sua attenzione venne catturata da una luce che usciva fuori dalla porta: Kingsley aveva evocato un Patronus.
<<Arthur, tutto bene?>>
<< Mmh…ho avuto giorni migliori Dawlish>> rispose questi con una smorfia di dolore.
<< Non ti muovere, ho mandato un Patronus al San Mungo, stanno arrivando i Guaritori>> scattò il ministro osservando la scena.
<<No no…non perdiamo tempo, andiamo di là>> rispose pronto il signor Weasley <<Harry, ragazzo mio, dammi una mano>> continuò tentando di ricomporsi.
«Signor Weasley…è sicuro…» iniziò Harry . <<Certo, andiamo da Molly>> disse risoluto tendendo la mano.
<<Harry, faccio io, lascia stare sei ferito>> lo bloccò Dawlish aiutando il signor Weasley.
Harry li fissò immobile mentre arrancavano tra le macerie, si sentiva male, aveva la nausea. Era successo di nuovo, ancora per colpa sua era successa una catastrofe.
D’un tratto sentì dei CRAC provenire da fuori, avvertì delle voci, poi due figure varcarono la soglia, vestiti di verde acido; il primo era alto, giovane e atletico con folti capelli castani ( Very Happy Very Happy Very Happy Wink ; l’altro invece era molto singolare, Harry constatò che si trattava di un albino visti gli occhi rossi, la pelle e capelli bianchissimi ma era differente da quelli Babbani, emanava un tenue bagliore perlaceo; lo guardò stupito, per un momento dimenticò la situazione, quasi divertito osservò lo stranissimo contrasto di colori che si era creato sull’uomo, lo assomigliò ad un’insegna a neon in sembianze umane.
<<Myles, Chuck, finalmente!>> esclamò Kingsley sollevato <<Nel salotto presto! Di là!>>
Harry interruppe i suoi pensieri a quelle parole e si sentì subito in colpa per l’osservazione, era tutt’altro che divertente.
Chuck con il suo bel portamento corse spedito verso la porta che collegava le due stanze.
<<Myles, quell’uomo a terra non deve morire>>
Subito l’albino spettrò verso mago ferito facendo trasalire Harry per i suoi movimenti fluidi.
<<Cos’è successo Ministro?>> chiese allarmato Myles spostando lo sguardo dall’uomo a terra al viso di Harry; prontamente il ragazzo cercò di darsi una ripulita con la manica.
<<Ancora non lo so nemmeno io Kurt>> sospirò in risposta.<<E’ successo tutto così in fretta…>>
«Tu come stai Harry?» continuò guardandolo meglio allontanandosi da Myles.
«Bene, sto bene» rispose lui «Solo un po’ di sangue dal naso» aggiunse quando si accorse che Kinglsey gli posava lo sguardo sul volto. Questo gli accennò un sorriso e gli mise una mano sulla spalla.
«Dopo voglio sapere tutto quello che è successo».
«Va bene» rispose, non riuscì ad aggiungere altro.
Cercarono di avanzare ma non fu affatto facile, il ministro mise piede nel contenuto riverso di un calderone che evidentemente prima dell’aggressione bolliva sul fuoco perché questi si era bruciato.
«Gratta e netta» disse Kinglsey, una considerevole quantità di poltiglia mista a macerie svanì dai loro piedi fino alla porta del salotto.
«Meglio no? Non sono bravo con gli incantesimi da casalinga» disse tirando un sorriso forzato.
Harry pensò che il Ministro stava cercando di sdrammatizzare, di tirarlo un po’ su. Apprezzò il suo gesto ma niente poteva cancellare l’odio verso sè stesso che cresceva dentro senza sosta.
Tuttavia si sforzò di ricambiare. «Sì» rispose con un debole sorriso, sentì le croste di sangue spezzarsi al movimento dei suoi muscoli facciali.
<<Ho notato la tua espressione poco fa>> confidò il ministro dopo qualche minuto di silenzio.
<<Myles è molto più di un guaritore, è un Magicalbinus, ha poteri straordinari nel curare le ferite da maledizione, io stesso gli devo la vita. Anche Chuck è in gamba, è uno dei migliori. Per questo li ho chiamati personalmente.>>
Harry non seppe rispondergli, si limitò a guardarlo.
<<Entriamo?>> continuò dubbioso per rompere quel momento di imbarazzo. Il ragazzo annuì.
Ma quando giunse nel salotto Harry capì immediatamente che qualcosa non andava, il Guaritore si era messo da parte appoggiandosi alla parete mentre i signori Weasley e Bill erano ai lati del divano sul quale Fleur, di un pallore spettrale piangeva silenziosa. Bill le accarezzava dolcemente i capelli argentei bisbigliandole parole di conforto che nessuno riusciva a sentire. La signora Weasley piangeva anch’essa piano appoggiandosi al marito.
Harry non si avvicinò, non voleva violare quel momento di dolore privato della famiglia; nemmeno Kingsley avanzò ma guardò la scena da lontano con espressione impenetrabile. Nella sua mente il perchè di tanto dolore si fece subito chiaro ma non voleva crederci. Ad un tratto Dawlish si mosse per uscire dalla stanza e mentre passava si avvicinò. «Come sta?» chiese il ministro a bassa voce; questi si avvicinò al suo orecchio e sussurrò qualcosa che Harry non riuscì a sentire ma sulle sue labbra lesse chiaramente la parola “bambino”. Nel momento in cui ebbe la conferma del suo presentimento fu come se il mondo si fosse fermato, il silenzio gli invase la mente. Si accorse di non poter stare un attimo di più in quella stanza, si sentiva scoppiare, uscì di corsa allontanandosi il più possibile da quelle persone a cui lui aveva fatto del male. Corse avanti senza guardare niente, nell’impeto di fuggire inciampò nell’orologio della signora Weasley scaraventandolo diversi metri in avanti ma non ci badò, nemmeno quando calpestando una delle lancette vide il nome di Ginny; uscendo dalla porta sul retro sbattè contro qualcuno, non l’aveva visto accecato com’era dalla rabbia, solo quando questi parlò riconobbe la voce. «Harry! Dove vai?» esclamò Ginny spaventata, al suo fianco c’era Hermione, poi notò anche Ron e la Preside McGrannit che lo guardavano angosciati.
Alla loro vista si sentì ancora più male. «Fuori» mormorò facendosi spazio e allontanandosi di corsa, corse ancora, senza sapere dove andare, voleva solo metter distanza da tutto, da Ginny, da Ron, non voleva esser presente quando avrebbero appreso la notizia, al solo pensiero della loro reazione si sentì crollare.
Qualche minuto dopo, col respiro ansante si appoggiò allo steccato ricoperto di ghiaccio nel giardino, si reggeva in piedi a stento, un dolore lancinante gli trafiggeva il fianco destro, tremava dalla rabbia. Scagliò un calcio ad secchio pieno d’acqua vicino ai suoi piedi, il contenuto semi ghiacciato si versò sui suoi pantaloni destandolo dalla collera mentre il secchio andò ad atterrare rumorosamente nel pollaio spaventando le galline. Osservò due gnomi abbandonare sonnolenti un cespuglio dirigendosi verso il capanno delle scope, evidentemente erano stati svegliati dagli schiamazzi provenienti dall’aia; poi alzò gli occhi, il sole stava tramontando dipingendo il cielo di un armonioso arancio che delicatamente sfumava in un tenue rosa; nella calma surreale cominciò a pensare, a prendere seriamente in considerazione l’idea di allontanarsi per sempre da quelle persone tanto care, non poteva continuare a distruggere le loro vite.
Non sapeva quanto era rimasto lì a pensare, era scosso da brividi di freddo, il sole era già dietro l’orizzonte ma ancora luminoso, si preparava un’altra nottata di gelo. Improvvisamente una mano delicata gli sfiorò il braccio facendolo sussultare: era Ginny.
Harry la guardò, gioia e dolore si fusero dentro di lui; Voleva sorriderle, farle capire quanto fosse lieta la sua presenza ma non ci riuscì, si limitò a prenderla per mano, era gelida. Lei ricambiò stringendo forte e lo guardò intensamente, il suo sguardo era determinato ma nello stesso tempo un velo di tristezza l’oscurava, era come se gli avesse letto nei pensieri, temeva qualche sua decisione drastica. Harry fissò i suoi occhi come se fosse la prima volta; fu un momento molto forte, sentì la commozione salire senza controllo, gli occhi cominciarono a bruciargli, non voleva che Ginny lo guardasse ma non riusciva a staccare lo sguardo; poi lei si gettò tra le sue braccia e le fu grato, sentì le sue lacrime bagnargli la faccia e fu in quel momento che capì: da lei non si sarebbe separato mai più, né l’avrebbe mai più pensato.
«Va tutto bene» gli mormorò dolcemente, «ci sono io con te».
A queste parole il suo pianto composto divenne senza controllo, Harry la strinse forte trattenendola mentre la sua gentile postura era scossa dalle lacrime, la trattenne forte, come se così facendo avrebbe alleviato la sofferenza; poi anche lui si abbandonò appoggiando la testa sulla spalla di Ginny, il suo profumo gli trasmise forza e sicurezza: Non c’è Felix Felicis che tenga si disse sorridente asciugandosi gli occhi con la manica e osservando il suo respiro condensarsi nell’aria gelida.
Quando decisero di rientrare era già buio. «Lumos» fece Harry per illuminare il sentiero fino a casa; si sentiva più leggero, questa volta non aveva commesso l’errore di lasciarla nonostante tutto quel che era successo, sapeva che lei non gliel’avrebbe mai più perdonato.
Ginny lo teneva stretto per la mano, come se temesse di perderlo.
«Guarda che non scappo» le disse sorridendo tra se notando il suo naso rosso per il freddo: era ancora più bella.
« Non si può mai sapere» e lo baciò sulla guancia.
<<Aspetta…Tergeo>> mormorò poi puntandogli la bacchetta al volto. Lui si sentì subito pulito. Ricambiò con un sorriso.
Mentre si avvicinavano alla porta, un urlo spaventoso li fece sobbalzare, Ginny si fermò di scatto; d’un tratto, la gioia e la serenità che aveva recuperato poco prima lasciarono posto al terrore, era ripiombato nella realtà; non era un urlo normale, aveva un timbro animalesco.
«Resta qui, entro io a vedere» le disse serio.
«No, lì dentro c’è la mia famiglia, non puoi chiedermi questo!» rispose Ginny agitata lasciandogli la mano. Poi partì spedita verso l’entrata, Harry dovette correre per raggiungerla e afferrando il braccio la trattenne. «Va bene, ma resta dietro di me» disse guardandola negli occhi.
Ginny obbedì e si mise dietro, avanzarono silenziosi.
«PARLA BASTARDO!» ruggì la voce sconosciuta.
Proveniva dalla cucina ma dalla loro posizione non riuscivano a vedere chi fosse. Si avvicinarono ancora di più, Ginny gli stringeva la mano forte, quasi conficcandogli le unghie.
«Ma chi può essere?» sussurrò lei con voce tremante, mentre lo diceva calpestò accidentalmente un pezzo di vetro che tintinnò nel silenzio facendoli sobbalzare.
«Ssh, stai calma!» mormorò in risposta.
Si nascosero dietro il muro accanto la porta, Harry trovò il coraggio di sporgersi per sbirciare e ciò che vide lo lasciò di stucco: nella stanza c’erano Bill, il signor Weasley, Kingsley, Dawlish e l’uomo catturato, ora era cosciente ed era stato legato ad una sedia; si sentì uno stupido a star lì nascosto, ma erano in due ad aver sentito l’urlo, non era stato frutto della sua immaginazione!
«Entriamo» disse deciso e Ginny lo seguì.
Quando varcarono la soglia nessuno si accorse della loro presenza, tutti fissavano impauriti Bill che dall’atteggiamento non sembrava più lui. Era fuori di se, andava avanti e indietro furioso, si muoveva continuamente, senza sosta, portava le mani tra i capelli, sul viso e tremava violentemente. Anche la sua faccia era “trasformata”, era una maschera di rabbia, le cicatrici ancora più evidenti. Quando si voltò, Harry lo vide chiaramente ed ebbe un sussulto: aveva gli occhi fuori dalle orbite, emanavano un bagliore rossastro. Ginny lo guardava pietrificata.
«CHI È IL TUO CAPO? A CHI RISPONDI?» urlò rabbioso avvicinandosi al prigioniero.
«Come hai osato… VENIRE NELLA CASA DI MIO PADRE?» terminò con un urlo folle, animalesco; l’uomo lo guardava inorridito, scosso da un tremito incontrollabile.
«PARLA!» continuò oramai fuori di senno; quello mosse le labbra ma non ne uscì alcun suono.
«CRUCIO!» ululò puntando la bacchetta sul prigioniero che si contorse sulla sedia dal dolore.
«BILL, BASTA! Questo non te lo consento» scattò Kingsley facendo un passo in avanti, a differenza degli altri non si era lasciato intimorire. «Se continui non mi lasci altra scelta che intervenire».
Il signor Weasley invece lo guardava spaventato, come se temesse che il figlio potesse perdere il controllo da un momento all’altro.
«ME NE FREGO DI COSA POSSO O NON POSSO FARE!» urlò; poi, un lampo di ferocia gli attraversò lo sguardo e con una mano colpì violentemente il prigioniero al volto buttandolo a terra ancora legato alla sedia, profondi solchi si aprirono sul suo viso: l’aveva sfregiato con le unghie. Questi mugolò e scalciò per quanto potè dalla sua buffa posizione riversa nonostante le corde lo tenessero fermo.
«ORA BASTA!» urlò il signor Weasley scattando verso di lui con in alto la bacchetta.
«HAI OLTREPASSATO IL LIMITE».
Bill si voltò feroce, il volto “lupesco”, pronto ad attaccare, il suo sguardo saettò sulla bacchetta che gli veniva puntata, poi guardando il padre i suoi occhi assunsero un’espressione umana, quasi di vergogna e con un ultimo sguardo alla stanza uscì di corsa nel giardino.
Il signor Weasley lo osservò torvo e con il respiro ancora affannoso abbassò la bacchetta.


Ultima modifica di Kathy Black il Lun Nov 30 2009, 02:08 - modificato 1 volta.
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remus.




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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptySab Nov 28 2009, 12:15

Kat che dire.... fantastico! Very Happy
Ben scritto, ben raccontato ma sopratutto ben costruito.

Bellissima la storia di Bill (va be' tra lupi...)!

Qualche cosa che mi ha convinto di meno...
Citazione :
<<Resteranno qui e, solo dopo aver preso la Bacchetta le lascerò vivere, quindi, preparati a combattere Harry Potter; sai benissimo che per avere la sua obbedienza devo vincerti in un duello».
scratch qui non si capisce! Razz
Citazione :
«Grazie Harry!» disse il signor Weasley accennando un sorriso. Ma non ebbe il tempo di aggiungere altro, una maledizione non verbale lo colpì scagliandolo a terra.
Uff... sempre a dire grazie a Harry, che palle!!

Poi... la parte dei cattivi è ancora poco convincente, ma è perchè di questi cattivi non sappiamo ancora nulla... speriamo di scoprire presto qualcosa!

Altro piccolo suggerimento, quando Harry arriva, potrebbe mandare lui un Patronus per chiamare il signor Weasley, cosi si vivono i momenti sucessivi nell'attesa del suo arrivo... cresce la tensione!!

Ok, finito... cha altro dire? mmm Certo!! Mi toccherà aggiornare la lista testi Razz
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Harry-Mik94

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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptySab Nov 28 2009, 12:41

Quoto Rem, è davvero fantastico, mi ha lasciato incollato allo schermo fino alla fine.
Non c'è nulla da criticare; per quanto riguarda i cattivi non sappiamo ancora nulla, quindi volendo si potrà modificare quando sapremo qualcosa di più.

X Rem: Ma Harry sa mandare i patronus con i messaggi? A me non risulta... però forse mi sbaglio...

Bravissima Kathy!!!
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george

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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptySab Nov 28 2009, 12:58

ancora non ho finito di leggerlo, ma ti odio.


mi hai rubato un combattimentoooooooooooooooooooooooooooo come hai osatooooooooooooo

grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptySab Nov 28 2009, 15:42

Bellissimo Kat, ti posso solo fare i complimenti, a parte ciò detto da Rem, sei stata bravissima, quegli errorini si correggeranno, non ti preoccupare


BRAVA! Very Happy Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptySab Nov 28 2009, 15:50

Molto bello Kathy anche se ciò messo tantissimo tempo per leggerlo
però mi è piaciuto molto cheers cheers cheers

george sta calmino Razz Razz
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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptySab Nov 28 2009, 16:08

Mamminaaaaaaaaaaaaaaaa Che bello!! Accidenti Cate, bravissima!! cyclops cheers Complimentissimi, davvero!! Non ho nulla da criticare!! xD Eccellente!! Continua cosi!! Very Happy
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Bellatrix Black.

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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptySab Nov 28 2009, 16:32

Wonderful Kathy! flower Bravissima! In assuluto il miglior testo che tu abbia scritto! Lungo e ben sviluppato... a questo proposito, scusa per il ritardo ma l'ho letto con calma per trovare imperfezioni ma... Rem mi ha rubato le parole di bocca, o dalla tastiera! Wink A parte quelle piccole cose e ciò che ha detto Mik: non sopravvalutiamo Harry! Da quando manda messaggi con i patroni???... Non ho niente da dirti! Se non complimenti, continua così!
lol!
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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptySab Nov 28 2009, 17:39

UAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAO!
Kathy, ma è stupendo!
Complimentissimi! Razz
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Sirius Mic

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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptySab Nov 28 2009, 17:54

Harry può essersi imparato durante il viaggio, nel caso pensava gli fosse servito, Hermione si è portata molti libri, li ha etti, ed ha imparato
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kinderangie

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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptyDom Nov 29 2009, 18:22

Come sempre arrivo per ultima a commentare i testi.
Kat, che dire......semplicemente fantastico.
Ormai tutti i "difetti" li hanno già detti, quindi posso dilungarmi con i complimenti.
Bella storia, piena di ritmo, suspence e sentimenti.
Ok l'ambiente.
Bel duello......capisco come si sente George!!!! muhahahahah!!!

BRAVISSIMA!!!! Very Happy
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Ludovic Bagman
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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptyLun Nov 30 2009, 21:19

bounce bounce a me sto testo piaaaaaaaaaaaceeeeeeee!!!!!!!!!1 cheers Kathy ha tirato fuori il suo lato oscuro e c'ha messo l'anima!!!!!!!! bounce mi piace!!!!! cheers Bill che perde il controllo fa la ciliegina sulla torta!!! Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptyGio Dic 03 2009, 13:37

Un pò in ritardo ma... OK! Niente da dire sul duello, niente da dire su Bill Wink, ma una cosa devo dirla: per una volta non ho riempito Ginny di parolacce leggendo il tuo testo! Hai "dosato" bene le "dosi"! Razz
Hai già sottolineato tu stessa le somiglianze di alcune parti del tuo testo con dei pezzi di quello di Ludo (è impressionante! ma forse perchè son "frasi" tipiche di certe situazioni)

Ben scritto! Wink
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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptyGio Dic 03 2009, 14:23

Citazione :
ma forse perchè son "frasi" tipiche di certe situazioni)
quoto... e se posso dire... io di fantasia ne ho poca!!! Wink W il Re delle citazioni!!!! king
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MessaggioTitolo: Re: Assalto alla Tana   Assalto alla Tana EmptyGio Dic 31 2009, 09:52

bellissimo kat!
quoto in tutto e per tutto gli altri, rem.
cmq, è scritto molto bene ed è piacevole leggerlo...
continua a scrivere racconti come questo! Very Happy
Luma
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