Terza, ultima e definitiva versione. Grazie a tutti, questo testo è anche vostro!
X Snow e Angie: concordo con l'idea della battuta finale ma... è più difficle del previsto! La scuola mi svuota dentro e tutto l'umorismo sparisce, vi prego di perdonarmi... devo trovare la battuta giusta! Un nuovo Draco Malfoy<<Harry, Harry svegliati!>> la voce di Ron giungeva da un luogo molto lontano, troppo debole per essere sentita dall’amico ancora in stato di dormiveglia.
<<Harry alzati!>>…perché continuava ad urlare? Non era ancora un sogno quello?
BANG!
Harry si svegliò di soprassalto, cadendo dal letto e aggrovigliandosi alle tende del baldacchino. Si rialzò districandosi a fatica e inforcando gli occhiali, ancora troppo addormentato per badare a Ron, Dean, Seamus e Neville che ridevano di lui.
<<Scusa>> ridacchiò il suo amico dai capelli rossi <<Ho dovuto farlo: non ti svegliavi più, sembravi svenuto!>> continuò indicando la bacchetta che ancora teneva in mano.
Harry si lasciò cadere sul letto come un peso morto, borbottando stancamente.
<< Non è possibile… io… ma vai al diavolo…>>.
<<Moooolto volentieri!>> gli rispose lui sorridendo <<Ora però sono costretto a declinare l’invito, spicciati a vestirti, dei ragazzi di sotto hanno detto che Malfoy e quell’americano, Hyde, se le stanno suonando nel corridoio di Barnaba il Babbeo al settimo piano!>>. Solo allora Harry notò che in stanza erano solo in cinque, proprio come ai vecchi tempi. Questo bastò a svegliarlo completamente. La curiosità si destò in lui: cosa poteva aver fatto Bryan Hyde da far arrabbiare Malfoy?
Si vestì in tutta fretta, infilando più volte la veste nel verso sbagliato, e quando fu pronto si catapultò giù dalle scale che portavano nella Sala Comune di Grifondoro con Ron alle calcagna. Hermione li stava aspettando vicino al buco del ritratto, come tutte le mattine, un’espressione di totale disappunto sul viso: <<Avete sentito?>> disse, e senza aspettare una risposta proseguì <<Malfoy è sempre il solito, non è un comportamento adatto, è all’ultimo anno, dovrebbe dare il buon esempio!>>.
Harry e Ron la guardarono sbigottiti. <<Hermione, è di Draco Malfoy che stai parlando!>> esclamò quest’ultimo <<Il buon esempio… non scherziamo…>>.
<<Speravo che dopo quello che è successo l’anno scorso fosse rinsavito un po’! E poi, litigare proprio con un americano, dopo quello che ha detto la McGranitt sull’essere particolarmente gentili e ospitali, quando lo scoprirà andrà su tutte le furie!>>.
Mentre parlavano avevano raggiunto il settimo piano, qui una folla di studenti bloccava il passaggio per il corridoio dove, Harry lo sapeva bene, si trovava la Stanza delle Necessità. I ragazzi erano appiattiti contro le pareti e al centro due figure si fronteggiavano girando in tondo come lupi, le bacchette puntate l’uno contro l’altro, pronti a colpire. La scena riportò alla memoria di Harry un ricordo limpido avvenuto in quella stessa dimora solo, sette piani più sotto, dove lui era uno dei due combattenti e l’altro era Lord Voldemort. Se in quell’occasione le persone che assistevano erano silenziose e immobili, adesso il pubblico era percorso da un chiacchiericcio curioso ed eccitato, esaltato dalla prospettiva di un combattimento.
<<Se uno di voi sudici americani osa ripeterlo lo affatturo tanto velocemente che non avrà neanche il tempo di farsela addosso!>> stava dicendo Malfoy con il solito sorriso maligno sul bel volto distorto dalla rabbia.
<<Se chiami ancora uno di noi “sudicio americano” sarai tu quello affatturato!>> gli rispose a tono Hyde.
Risa di scherno si levarono dai ragazzi americani dietro di lui, un risolino acuto spiccò tra le ragazze. Hermione sbuffò indignata, anche lei come Harry, aveva riconosciuto la biondissima americana a cui, tempo prima, avevano chiesto “il Settimanale delle Streghe”.
<<Io vi chiamo come mi pare e piace!>> ribatté Malfoy <<Perché è questo che siete: sudici traditori della madrepatria e quello che avete detto è disgustoso e ignobile! Non dovete permettervi… voi non sapete come sono andate le co…>>
<<Cosa succede qui?!>>. La professoressa McGranitt era spuntata dal fondo del corridoio interrompendo Draco. Si fece avanti a passo di marcia mentre la folla si disperdeva al suo passaggio, gli occhi che mandavano lampi da dietro gli occhiali. <<Qualcuno mi vuole spiegare cosa succede qui? Signor Malfoy? Signor Hyde?>>.
Silenzio.
<<Molto bene>> proseguì adirata <<Tutti e due nel mio ufficio, immediatamente!>>.
<<Harry vieni via!>> mormorò Hermione all’orecchio del ragazzo, troppo preso dalla conversazione per accorgersi che erano rimasti solo loro tre a guardare.
Corsero a perdifiato fino a svoltare l’angolo dietro un’armatura illuminata dalla luce del mattino. Ripreso fiato Hermione attaccò: <<Che vi avevo detto? La McGranitt era arrabbiatissima!>>.
<<E come darle torto?>> ridacchiò Ron <<Quei due erano ponti a scattare come due schiopodi! Sarebbe stato bello veder volare qualche schiantesimo, non trovi Harry?>>.
Il ragazzo non lo stava ascoltando. Frugava con furia nella borsa piena di libri, fece cadere parecchie pergamene ma non ci badò. Era sicuro di averlo portato, lo teneva sempre con se di questi tempi ed era il modo migliore per scoprire, per sapere, doveva sapere. Quando i suoi polpastrelli entrarono in contatto con qualcosa di liscio come l’acqua, lieve come l’aria seppe di aver terminato la ricerca. Estrasse il mantello dell’invisibilità, il terzo dono della morte.
<<Per le mutand…>> cominciò Ron, ma Hermione lo interruppe esasperata, aveva capito.
<<Oh Harry, non ti è ancora passato questo vizio?!>>.
Lui calcolò per qualche secondo se la domanda meritava una risposta e quando, infilato il mantello, iniziò a correre in direzione dell’ufficio della McGranitt concluse di no.
I corridoi gli scivolavano attorno veloci, Hermione non lo aveva mai capito in questo senso, quella sua ossessione per sventare i piani di Draco Malfoy. Perché anche questa volta stava tramando qualcosa, di questo era sicuro, solo sembrava…. Diverso, non collane maledette e idromele avvelenati. Forse pensò il ragazzo in preda alla curiosità mi sto solo illudendo che è cambiato veramente. No, era sempre Malfoy, la McGranitt non avrebbe concluso nulla, lui, Harry, sì. Aveva il diritto di sapere cosa poteva aver detto Hyde da farlo infuriare tanto, dopotutto, era o no un auror?
Il cuore gli batteva forte dall’emozione quando raggiunse il terzetto, ben visibile nel castello deserto, di fronte al Gargoyle che proteggeva l’ingresso all’ufficio della preside. Si infilò nel passaggio prima che si richiudesse e, raggiunta la porta che tante volte aveva varcato aspettandosi di vedere Silente, si acquattò al suo esterno. Non voleva entrare nell’ufficio, aveva sempre paura che il suo adorato ex preside potesse vederlo anche sotto il mantello. Non poteva rischiare una sua rivelazione alla professoressa McGranitt.
<<Allora>> la voce della preside giungeva forte e chiara <<Spero sappiate tutti e due che il vostro comportamento merita una punizione….>>
Uffa! Questo lo so già! Harry friggeva dalla curiosità. Ancora una volta origliava la conversazione di Malfoy da dietro una porta, quasi si aspettava di vederne uscire Piton: la lunga veste nera che oscillava dietro di lui, i capelli neri e unti, il naso adunco… Accidenti pensò il ragazzo frustrato tutti oggi i flashback?!
Il suo tuffo nel passato gli aveva fatto perdere gran parte della conversazione. Sentì il rumore di una sedia che veniva spostata bruscamente.
<<Non mi interessa quanto possano essere nobili le sue ragioni signor Malfoy, una punizione non gliela toglie nessuno!>> la McGranitt era furiosa. Nobili? Ha veramente detto nobili?
<<Ma preside, ha capito cosa ho…?>>
<<Ho capito benissimo signor Malfoy.>> rispose lei asciutta <<Come ho già detto le sue ragioni sono meritevoli, non per questo però posso revocarle la punizione. Non tollero duelli nei corridoi quindi vorrei vi presentaste entrambi… sì signor Hyde entrambi, non mi sembra che il signor Malfoy stesse duellando da solo, non crede? Dicevo, entrambi nell’ufficio del signor Gazza lunedì alle ore 8 subito dopo la cena. Penserà lui a punirvi. Potete andare.>>
Dei passi raggiunsero la porta e subito dopo ne uscirono Draco e Hyde guardandosi in cagnesco.
Harry si tolse di mezzo e prima che i due potessero raggiungere il passaggio del Gargoyle lui ne era già uscito.
Camminò lentamente sotto il sole che entrava dalle finestre. La delusione stava prendendo possesso di lui. Non aveva risolto nulla, non aveva comunque capito l’accaduto. La curiosità però era ancora viva e accesa dentro di lui, se possibile era aumentata: la preside aveva definito nobili e meritevoli le intenzioni di Malfoy. No, non è possibile, avrò sicuramente sentito male! Nel profondo però, era sicuro di aver sentito benissimo, anche se si auto convinceva del contrario.
Senza rendersene conto aveva raggiunto la Sala Grande gremita di studenti, ripose il mantello nella borsa e, individuati Ron ed Hermione li raggiunse per la colazione.
<<Allora?>> domandò curioso Ron al suo arrivo, smise perfino di mangiare il suo bacon. <<Cos’hai scoperto Scherlock?>> chiese Hermione neanche lontanamente interessata come Ron.
<<Scherlock? E chi sarebbe?>> ribattè Ron confuso.
<<Sherlock Holmes è un investigatore, protagonista dei racconti di… Oh va bè lasciamo perdere!>> concluse bruscamente notando che il suo ragazzo non la stava ascoltando e aveva occhi, e orecchie, solo per Harry. Da quando avevano fatto pace la situazione era notevolmente migliorata, ma la tensione non era ancora del tutto sparita.
<<Niente>> rispose Harry abbattuto.
<<Come niente?>> Ron era visibilmente deluso.
<<Niente, non sono riuscito a capire niente, ho provato a sentire la conversazione ma poi…>>
La sua voce fu soffocata da quella di una ragazzina di corvonero che stava commentando animatamente la scena appena avvenuta di fronte ad un gruppetto interessato.
<<Certo che quel Malfoy è proprio esagerato!>> stava dicendo <<Voglio dire… arrabbiarsi in quel modo… solo perché l’americano ha parlato male del professor Piton! D’altronde, tutti pensano che sia stato un doppiogiochista e Hyde è stato l’unico ad avere il coraggio di dirlo!>>.
Harry, Ron ed Hermione si pietrificarono all’istante, a Ron cadde la forchetta nel piatto con un tintinnio. La sorpresa colpì Harry con la forza di un treno in corsa. Ecco cosa aveva fatto, o meglio, detto: aveva difeso Piton. La meraviglia, lo stupore lasciarono per un attimo posto ad un sentimento che mai si sarebbe aspettato di provare nei confronti di Draco Malfoy: qualcosa di molto simile a gratitudine. Harry si era sbagliato, accecato dall’antipatia nei suoi confronti aveva subito pensato che stesse tramando qualcosa, arrossì. Mai un suo sbaglio lo aveva reso più felice.
<<A quanto sembra>> disse Hermione esitante <<Almeno un po’ è rinsavito!>>, A quel punto Ron no riuscì più a trattenersi <<cappero!! Fra poco se Draco continua cosi ci toccherà nominarlo Grifondoro ad Honorem, ve lo immaginate Draco con una bella sciarpa Rossa e oro… Bleah!! Meglio non esagerare>>, a quel punto i tre non poterono far a meno di mettersi a ridere .
E mentre insieme a i suoi compagni ancora rideva. Harry posò il suo sguardo in alto: il soffitto della Sala Grande era un limpido cielo azzurro che sembrava rispecchiasse perfettamente il suo umore e tra se pensò, almeno oggi giustizia è stata fatta per Severus Piton! O almeno… in parte!