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 Amici per la pelliccia

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piero70

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MessaggioTitolo: Amici per la pelliccia   Amici per la pelliccia EmptyMar Giu 25 2013, 10:16

Mi sono sempre chiesto come abbiano fatto i Malandrini a diventare animagi. Secondo me andò più o meno così.
Ah, ovviamente mi sono permesso di infilarci qualcosa OT...
Spero mi perdonerete.
Fatemi sapere
Smile

Amici per la… pelliccia

Era un bel mattino di settembre ad Hogwarts e gli studenti del terzo anno di Grifondoro si stavano portando svogliatamente verso le aule di lezione.
Il sole che si specchiava sul Lago Nero, induceva più a pensare alle vacanze, appena passate, che alle noiose lezioni di Incantesimi o, peggio ancora, Storia della Magia.
Era dunque con questo stato d’animo che James, Sirius e un altro ragazzino basso e tarchiato di nome Peter si diressero verso l’aula dove il barbosissimo professor Ruf teneva le sue lezioni.
“Muoviti James!” disse Sirius vedendolo sulle scale che esitava, guardandosi in giro; “Guarda che la Evans è già in classe, se è lei che stai cercando!”
“Arrivo, arrivo!”, rispose lui, “Stavo solo cercando Remus; non lo vedo da nessuna parte!”
“In effetti non lo vedo da ieri sera!” riflettè Sirius “Dove si sarà cacciato?”
“Io stamattina presto l’ho visto che rientrava da fuori”, disse Peter con la sua voce stridula, “Non riuscivo a dormire perché ieri sera devo aver mangiato troppa torta di melassa e allora…”, ma non riuscì a finire la frase.
“Non ci importa dei tuoi mal di pancia Peter!”, disse James, “Dimmi piuttosto a che ora l’hai visto!”
“Ma… non so…! Saranno state le sei!” balbetto Peter quasi scusandosi per aver parlato.
“Cosa ci faceva fuori dal castello a quell’ora?”, si chiese allora Sirius
“Non lo so; ma è dall’anno scorso che ho notato che si comporta in modo strano, ogni tanto, quel ragazzo!”, fece James, “Vado a cercarlo!”
E si mise a correre su per le scale, di nuovo verso il dormitorio, seguito immediatamente da Sirius.
“Ma… James! Sirius! Le lezioni! Cosa dirà il prof. Ruf?” chiese disperato Peter.
“Non ti preoccupare, non se ne accorgerà nemmeno che non ci siamo”, gli gridò James
“Nel caso se ne accorgesse digli che abbiamo fatto indigestione di torta alla melassa!” ribattè Sirius, e ridendo scomparvero entrambi dietro un arazzo blu oltremare che evidentemente celava un passaggio segreto.
Nel frattempo, nel dormitorio dei Grifondoro, immerso nella tranquillità del primo mattino, la luce del sole non era ancora arrivata ad illuminare le grandi stanze con i letti ancora disfatti, ma la differenza di luminosità tra l’esterno e l’interno dell’edificio era enorme, per cui Remus non potè fare a meno di socchiudere gli occhi avvicinandosi alla finestra.
Guardò fuori, e il bagliore del sole che cominciava a riflettersi sul lago e sulle altre finestre lo costrinse a ritirarsi verso il suo enorme letto a baldacchino, dove si sdraiò con la faccia rivolta verso il cuscino in preda al solito mal di testa e a una certa nausea di fondo.
“Il prof. Silente ha detto che mi passeranno, andando avanti negli anni, i postumi della trasformazione”, pensò triste Remus, “Speriamo, perché non ce la faccio veramente più; e non ce la faccio più anche a non dire niente a James e Sirius! Potessi almeno sfogarmi con loro!!!! Ma ho paura che saputa questa cosa mi eviteranno come il vaiolo dei draghi! MALEDIZIONE!”, urlò, scagliando per terra il cuscino.
Insieme al cuscino cadde anche un pezzo di pergamena ripiegata, consumata dall’uso, come se fosse stata letta e richiusa un’infinità di volte.
Un’ombra di tenerezza passò sui suoi occhi quando la prese e la rilesse per l’ennesima volta; gliela aveva lasciata suo padre prima di morire dopo una lunga malattia:

“Remus, sii forte! Ricordati che la vita non è un filo che si spezza, la morte non è nulla, è come se fossi passato nella stanza accanto.
Noi continueremo a essere ciò che eravamo l’uno per l’altro; quando parlerai di me con qualcuno, quindi, non usare un tono diverso, non assumere un’aria solenne o triste, parla di me come hai sempre fatto.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere insieme (ti ricordi la mia imitazione dello zio, quando si era bruciato le sopracciglia preparando la pozione contro il singhiozzo?). Pensami. Sorridi, e pensami di nuovo.
La vita non deve perdere di significato; d’altronde perché dovrebbe? Non sono lontano. Sono solo dall’altra parte della strada..
Sii sempre onesto sopra ogni altra cosa, con gli altri come con te stesso; e soprattutto sii tollerante delle manchevolezze altrui, come vorresti che gli altri fossero nei confronti delle tue.
Stai vicino alla mamma.
Un bacio grandissimo.
Papà”

“Sii forte…Come se fosse facile! Almeno quando eri vivo potevo parlarne con te!”, pensò Remus con lo sguardo annebbiato dalle lacrime, come sempre quando leggeva quella lettera.
Le amare riflessioni di Remus furono interrotte quando, all’improvviso, la porta del dormitorio si aprì ed entrarono James e Sirius.
“Guarda!” disse Sirius, “Il nostro amico sospira e singhiozza su una pergamena! Una lettera compromettente? Una delusione d’amore?”, scherzò.
“Accio pergamena!”, disse Sirius, e la pergamena volò tra le sue mani.
“RIDAMMELA! MALEDETTO!”, come una furia Remus si era lanciato su Sirius cercando di strappargliela di mano.
Sirius dal canto suo, meravigliato dalla reazione dell’amico, era rimasto fermo nel gesto di aprire la pergamena, e quando lo ebbe addosso, rotolarono insieme sul pavimento del dormitorio.
Finita la colluttazione, Remus si rialzò ansimante con la lettera in mano e, con le lacrime agli occhi, fece per riporla.
“Remus!”, disse allora James, che fino a quel momento era rimasto fermo e in silenzio, sbalordito dalla reazione dell’amico, “Cosa succede? Brutte notizie?”.
“Sì…cioè…no! Non capireste! Non potete immaginare… Scusa Sirius! Non volevo farti male!” furono le uniche parole che riuscì a dire Remus prima di uscire precipitosamente dal dormitorio, lasciando di stucco i suoi due migliori amici, che si guardarono stupefatti e preoccupati.
Nei giorni seguenti nessuno dei tre accennò più a quanto era accaduto, ma era evidente che la cosa aveva lasciato degli strascichi tra i ragazzi.
Remus se ne stava sempre di più in disparte, e non partecipava mai alle scorribande che i due amici gli proponevano.
Dal canto loro James e Sirius, non sapendo come affrontare l’argomento, e per una sorta di rispetto per l’evidente sofferenza dell’amico, non tentavano di approfondire la questione.
Non con lui presente, almeno.
Circa tre settimane dopo l’accaduto, infatti, James e Sirius si trovavano all’interno della Stamberga Strillante, durante uno dei loro frequenti raid notturni; avevano da bere e da mangiare, giacchè prima di rifugiarsi lì dentro erano passati, come al solito, dalle cucine per fare il pieno dagli elfi domestici; e avevano anche, come di consueto, una serie di libri sui segreti di Hogwarts e sulla magia avanzata che provenivano un po’ dalla biblioteca fornitissima di casa Black e un po’ da quella altrettanto fornita della scuola.
Sirius era sdraiato a pancia in giù che leggeva un libro di difesa dalle arti oscure, bevendo una burrobirra, mentre James era in piedi, appoggiato alla parete, che guardava, cautamente, per non farsi scoprire dall’esterno, dalla finestra.
“Guarda che cielo stellato e che luna, Sirius! E’ esattamente a tre quarti, tra una settimana sarà piena!”, disse con lo sguardo rivolto verso il cielo.
“James! Devo cominciare a preoccuparmi? Vuoi farmi delle avances al chiaro di luna?”
“Idiota!”, sibilò lui, tirandogli un pezzo di legno staccato dal telaio della finestra.
“E’ che non riesco a smettere di pensare a quello che è successo l’altro giorno con Remus; e questa luna me lo ha fatto venire in mente; hai presente come lui sia sempre molto attento a ciò che accade in cielo la notte, no?”
“Già!”, disse Sirius, sempre con la testa nel libro, “Chissà cosa gli passa per la testa!”
“Non lo so”, fece James, “ma deve essere qualcosa di grave; sembra malato; hai visto le occhiaie che ha in certi momenti? E il pallore del viso? Per non parlare del fatto che in certi momenti sembra così tirato in volto che pare un’ascia affilata! E gli occhi…”, ma non riuscì a finire la frase.
“….gli occhi cambiano forma e talvolta anche colore, con l’avvicinarsi della luna piena!”, lo interruppe Sirius, brandendo il libro che stava leggendo e iniziando a ridere e a saltellare per la stanza.
“Sei impazzito? Cosa stai facendo?”, chiese
“Cosa sto facendo? Ho appena capito cosa sta succedendo al nostro amico! Leggi!”
“Che libro è?”, chiese James prendendolo e guardando il titolo, “Difesa e attacco contro gli esseri magici più pericolosi di Helen BestMuggle?”
“Già! Era incastrato in una sezione nascosta della biblioteca della scuola, ma sono riuscito a portarlo via nascondendolo sotto il mantello un giorno che la bibliotecaria si era distratta per sgridare Peter, che aveva fatto cadere un libro”, disse Sirius con aria soddisfatta.
“Ogni tanto ne combina una giusta Minus! Fammi vedere cosa hai trovato!”
“Guarda a pagina 394!”, fece Sirius eccitato.
“Vediamo…”, disse James, e cominciò a leggere. “Di seguito sono elencati i sintomi più frequenti che consentono di riconoscere…”
Smise di leggere e sbiancò leggermente.
“Un lupo mannaro? Remus è un lupo mannaro?”
“Così pare; leggi i sintomi. Sono esattamente quelli che hai elencato prima. E se ci aggiungi il suo interesse alle fasi lunari…”, disse Sirius.
“E ora? Cosa facciamo?”, chiese James
“Bella domanda”, rispose l’amico
Alcuni giorni dopo, Remus si stava aggirando da solo, di notte per i corridoi del castello.
“Bisogna che mi sbrighi!”, pensò Remus affrettandosi verso l’ufficio del prof. Lumacorno, “la luna piena è dopodomani e non sono ancora passato a prendere la pozione antilupo!”
Il passo malfermo e il viso sempre più tirato, Remus si stava dirigendo verso i sotterranei, quando all’improvviso, si fermò.
Gli sembrava di aver sentito un rumore nel buio.
Accese la bacchetta e si guardò intorno…. Nulla!
“Signor Gazza?” disse allora con voce esitante, “E’ lei? Si lo so che è tardi e dovrei essere nel mio dormitorio, ma ho un permesso scritto dal preside per andare dal professor Lumacorno…”
Non riuscì a finire la frase perché da una porta sulla sua destra spuntarono un paio di braccia che lo afferrarono e lo portarono con forza dentro quella che sembrava un’aula deserta.
“SSSHHHHHHHH!” Disse una voce dietro di lui. “Vuoi che Gazza ci scopra veramente?”
Ma lui conosceva quella voce!
“Sirius!” disse voltandosi di scatto, “E ci sei anche tu James?”
“Puoi dubitarne Remus?” disse lui spuntando da dietro la porta.
“Cosa ci fate qui? Cosa volete?”
“Quante domande! In realtà siamo noi che dobbiamo fartene una”, disse Sirius e gli porse il libro che stavano leggendo qualche giorno prima.
“Riconosci qualcuno nella descrizione che c’è a pagina 394?”, disse James
“Di cosa stai parlando? Cosa state architettando?”
“Leggi!”
Remus, seppur controvoglia, aprì il libro e cominciò a leggere.
“Come avete fatto a capire?”, disse infine chinando il capo.
“Abbiamo letto il libro e abbiamo fatto due più due”, disse James, “Pensavi di tenercelo nascosto ancora a lungo?”
“Oppure pensavi di avere a che fare con degli idioti?”, rincarò Sirius
“Magari ti piace raccontarci quelle panzane su tua zia o tua nonna che stanno male e che devi andarle a trovare! Casualmente una volta al mese!”, rincarò James.
“Nessuno più di me avrebbe voluto parlarvene, ma avevo paura che, sapendolo, mi avreste evitato, che mi avreste abbandonato al mio destino! E poi…”
“Poi?”, fece quasi minaccioso James
“Poi avevo paura! Si avevo paura per voi”, ripetè Remus, vedendo le facce incredule degli amici, “perché se avete letto il libro sapete anche che l’uomo una volta trasformatosi in lupo non riconosce più né amici né nemici, ma sente solo la sete di sangue, umano per giunta! Solo gli animali sono in salvo, perché il mannaro li riconosce come suoi simili.”
E quel punto fece una smorfia di sarcasmo, “Ormai dovrò cercarmi gli amici tra gli animali della Foresta Proibita!”
“Remus sei un idiota!”, disse James, “Come hai potuto pensare che ti avremmo lasciato al tuo destino? Troveremo una soluzione! Ti aiuteremo a farti passare questa…questa…”
“Maledizione? Disgrazia? Iattura?”, disse Remus ridendo amaramente, “chiamala con il nome che vuoi James!”.
“E comunque non c’è rimedio”, continuò, “L’unica cosa positiva è che Lumacorno mi prepara ogni mese la pozione antilupo, che attenua il fenomeno della trasformazione, stordendomi per tutta la notte; così mi impedisce di far del male agli altri e a me stesso. Poi, grazie al Preside Silente, che si è accollato la responsabilità senza dire niente agli altri insegnanti, mi rinchiudono tutta la notte nella capanna di Hagrid, dove resto in compagnia di Thor; all’alba, quando sono di nuovo umano, rientro di nascosto nel castello, e questo è tutto!”
James e Sirius si guardarono con un senso di compassione per l’amico, ma anche di eccitazione per la prospettiva di questa nuova avventura che si apriva davanti a loro.
“Accidenti Remus!”, disse James, “ma come è accaduto? Di solito solo un morso di lupo mannaro trasformato può tramutare un uomo in mannaro a sua volta!”
“L’avete studiato bene quel libro eh?”, rispose lui, “E’ successo quando io avevo 5 anni; mio padre aveva offeso in qualche modo, non so neanche come, il più potente e il più sanguinario dei mannari esistenti, Fenrir Greyback, e lui…”
“Si è vendicato mordendo te per farti diventare come lui”, finì Sirius
“Esatto! E pensare che io all’inizio non sapevo neanche come fosse successo; credevo che chi mi aveva morso fosse un pover’uomo che non aveva potuto controllare la sua sete di sangue… Invece lui l’ha fatto apposta; è venuto dove abitavamo noi la sera della luna piena, e quando si è trasformato mi è venuto a cercare. Mio padre è morto pochi mesi dopo, ucciso dal rimorso!”
“Non ti preoccupare, Remus!”, disse allora James, che era rimasto in silenzio fino ad allora, “Ti aiuteremo noi! Che Grifondoro saremmo se lasciassimo il nostro migliore amico a combattere da solo con il suo… piccolo problema di peli, diciamo così?”
E scoppiarono a ridere tutti e tre insieme.
“In effetti non avevo mai pensato a usare un po’ di tricopozione per farmi passare il problema!”, disse Remus ridendo, finalmente rasserenato.
“Oh! Ecco! Questo è il Remus che conosco!”, disse Sirius.
Dopodichè uscirono in silenzio dall’aula deserta e accompagnarono Remus a prendere la pozione antilupo.
Nei giorni seguenti un ben strano spettacolo si presentò agli occhi degli studenti di Hogwarts; chiunque andasse in biblioteca, infatti, vi avrebbe trovato, pressoché a qualsiasi ora del giorno, e talvolta della notte, un terzetto formato da James e Sirius, che studiavano il problema dell’amico, cercando qualche soluzione su ogni libro della biblioteca su cui riuscivano a mettere mano, e Remus, che invece faceva i compiti per tutti e tre.
Fu proprio durante uno di queste notti di studio clandestino che il terzetto ricevette una visita inaspettata.
James e Sirius erano immersi nella lettura di due immensi libroni, “Usi e costumi delle creature magiche più pericolose. Vol. 3: Biografia non autorizzata di un lupo mannaro” di Nicholas von Konradiis, e “Unguenti e pozioni non convenzionali” di Elizabeth Rampon; nel frattempo Remus stava finendo di fare un tema da un metro di pergamena sull’uso della Belladonna nei veleni più comuni.
Erano talmente immersi nello studio che non sentirono arrivare le due persone che si trovarono d’improvviso davanti.
“Allora è vero!”, disse una voce femminile, “Non ci potevo proprio credere!”
“Evans!”, disse James, cercando di darsi immediatamente un tono, “Come mai sei qui? Non potevi resistere alla mia prolungata assenza vero?”
“Frena la tua immaginazione Potter! E’ solo che in questi giorni girava una voce insistente che vi dava assidui frequentatori della biblioteca, e siccome non era verosimile volevo verificare di persona, dopo aver avuto conferma da Peter, naturalmente!”
“Minus!”, disse Sirius sarcastico, “Vedo che ci si può fidare di te, vero?”
“Già!”, disse James, “Ti avevamo detto solo di dirci se qualcuno ci cercava, non di accompagnarlo personalmente da noi!”
“Scusate!”, disse Peter guardandosi la punta dei piedi e ritirandosi verso la porta nello stesso tempo, “Pensavo…credevo…”
“Lasciate perdere, ragazzi!”, disse Remus, allora, “Secondo me non è un problema!”
“Come non è un problema?”, disse sbigottito Sirius.
“Tu sai qual è l’oggetto delle nostre ricerche, vero Evans?”, ribadì Remus, guardandola fissa negli splendidi occhi verdi.
“Intendi dire pagina 394 del libro di difesa contro le arti oscure?”, ammise Lily con una strana luce nello sguardo.
“Co… come fai a saperlo?” disse James, stupito
“Beh…appurato che voi spendevate il vostro tempo in biblioteca, mi sono chiesta il perché, vista la vostra, diciamo, allergia allo studio assiduo”
“E cosa ti sei risposta?”, domandò Sirius
“Che l’unico motivo che vi potesse spingere a un tale comportamento era che qualcuno di voi avesse bisogno di qualcosa fuori dagli schemi, che non si insegna a scuola, e che non potevate chiedere ai professori”
“Però… che cervello fino! Forse stavi meglio a Corvonero”, rise James
“Quindi mi sono fatta raccontare nei dettagli da qualcuno”, e qui Peter cercò letteralmente di diventare tutt’uno con uno scaffale che aveva dietro le spalle, “cosa fate quando siete qui dentro, e dal vostro comportamento ho capito che voi due state cercando qualcosa per Remus!”
“Allora ho incominciato a cercare di capire di che cosa avesse bisogno, che non si possa chiedere ad un professore; e quindi ho cominciato a osservarlo con attenzione; poi, quando in classe siamo arrivati al capitolo sui mannari, ho capito…Mi dispiace veramente tanto Remus!”
“Grazie Evans! Apprezzo davvero il tuo interesse!” disse Remus, commosso
“Ehi!”, saltò su allora James, “Quando ti abbiamo offerto il nostro aiuto non ti sei messo a piangere per la commozione!”
“Ora quasi quasi mi offendo!” scherzò Sirius
E scoppiarono a ridere. Tutti, meno uno, Peter.
“Mannaro?”, disse con un filo di voce “Remus, tu…tu sei un lupo mannaro?”
“Non glielo avevate detto?” chiese sorpresa Lily.
“Beh, visto come sei riuscita ad arrivare fino a qui direi che abbiamo fatto bene! Non ti preoccupare prima o poi te lo avremmo detto Peter!”, disse James
“Comunque sei veramente una volpe! Come hai fatto a non accorgertene stando tutto il giorno con noi?”, disse Sirius, ma non ottenne risposta; solo un silenzio terrorizzato.
“Stai tranquillo Peter, non c’è pericolo! E’ tutto sotto controllo!”, disse James prendendolo per una spalla e portandolo verso di loro.
“No!... Io… Non ho paura! E’ solo che…”
“Che hai la normale reazione che ha una persona quando si trova davanti uno di noi!”, concluse Remus
“Ora non cominciare di nuovo a compatirti eh!?”, disse Sirius, “Vedrai che troveremo una soluzione, soprattutto se Evans ci darà una mano, e promette di stare zitta; non è vero Evans?”
“Certo che vi darò una mano! E ve la darà anche Peter vero?”
Dall’angolo più lontano della stanza Peter annuì, un po’ troppo velocemente per essere spontaneo.
“E starà zitto, ma sul serio questa volta! Vero Minus?”, lo incalzò James
“Sì!” riuscì solo a dire lui, in un soffio.
“Allora Evans”, incominciò James, “Ci porti qualche novità, oltre alla tua splendida presenza, naturalmente?”
“Chiariamo subito una cosa”, replicò lei stizzita, “Se io sono qui, contravvenendo a tutte le regole di Hogwarts e rischiando l’espulsione dalla scuola, è perché voglio aiutare Remus… E basta! E’ chiaro? Non voglio ripeterlo mai più, quindi non mettetevi strane idee in testa!”
“Non ti preoccupare Lily”, disse Remus, “James scherzava e io ti ringrazio a nome anche suo!”
“Ehi! Da quando parli a nome mio?”, finse di arrabbiarsi James.
“Mi dispiace dirvelo”, continuò lei, senza badare alle sue parole, “Ma non esiste incantesimo, unguento o pozione che possa guarire un morso di lupo mannaro! E comunque non lo trovereste su quelle schifezze che state leggendo! Puah! Konradiis e Rampon! Due ciarlatani da strapazzo!”
“Ormai abbiamo raschiato il fondo del barile, Evans!”, disse Sirius demoralizzato “Tu hai qualche suggerimento?”
“Forse!”, disse lei enigmatica, e gettò sul tavolo un libro verde e argento molto consumato “Gli animagi: una specie pericolosa?” di Michelle No-There e Claire Tower.
“Cosa avranno mai da insegnarci queste due streghe che ci possa servire?”, chiese sarcastico James
“Queste due VALIDISSIME streghe, oltre che donne affascinanti, e se avrai mai la fortuna di incontrarle ti consiglio di non fare il tuo solito sguardo ebete di quando mi vedi arrivare, hanno molto da insegnarvi! MA SOLO SE AVRAI L’UMILTA’ DI LEGGERE IL LORO LIBRO E NON L’ARROGANZA DI ESCLUDERLO A PRIORI SOLO PERCH… SONO DONNE!”, e detto questo, anzi, urlatogli questo in faccia, Lily se ne andò senza salutarli, né degnarli di uno sguardo.
“Ma cosa ho fatto di male?”, si chiese James, visibilmente sbalordito.
“Tu sì che ci sai fare con le donne James!”, lo prese in giro Sirius.
“Bah! Guardiamo un po’ cosa dice questa specie di inserto del Settimanale delle Streghe…”, e fece l’occhiolino agli altri che alzarono gli occhi al cielo.
“Mah! Qui parla soltanto del fatto che ci sono dei maghi in Inghilterra, e sono solo sette per l’esattezza quelli regolarmente registrati, che riescono a tramutarsi in un animale a piacere, e viceversa, a tornare maghi, senza problemi; non vedo come possa aiutarci!”
“La sfuriata della Evans ti ha proprio ottenebrato il cervello eh?”, disse Sirius
“Ho capito persino io!”, disse Peter dal suo angolino nascosto
“Volete dire…?”
“… che se Remus non può evitare di diventare un lupo mannaro una volta al mese, forse noi possiamo tenergli compagnia dopo esserci trasfigurati in animali!”, finì Sirius eccitatissimo all’idea.
“E’ l’incantesimo più difficile che abbia mai visto”, disse James guardando il libro, “Ma in effetti secondo me si può fare! Se l’hanno fatto già in sette non vedo perché non dovremmo riuscirci noi due!”
“Noi tre!”, aggiunse Peter, uscendo dall’ombra, “Anche io voglio provare a diventare un animagus!”
“No!” disse Remus, “non posso permettervi di rischiare la vita in questo modo! E’ troppo pericoloso!”
“Ormai è deciso Remus!”, disse Sirius e cominciò a scorrere la giaculatoria necessaria per eseguire l’incantesimo.

Se vuoi l’Essenza di animale,
di qualunque specie sia,
Concentrazione e convinzione
e fa’ la tua magia.
Che tu voglia l’occhio d’aquila
o preferisca invece cuor di leone
Urla “Transféro!” e buona sorte
per la tua prima trasformazione!

“Ehi!”, esclamò James, “Qui dice anche che se si riesce ad avere qualche cosa dell’animale in cui ci si vuole trasformare riesce meglio! E che bisogna pensare come l’animale, entrare nella sua testa!”
“E che più grosso è l’animale, maggiore deve essere la concentrazione!”, concluse Sirius, leggendo sopra le spalle di James.
“Quindi bisognerà scegliere animali piccoli!”, mormorò, quasi tra sé Peter.
“Parla per te Minus!”, esclamò James, “Per quello che mi riguarda, a me sono sempre piaciuti i cervi!”
“E a me i grossi cagnoni!”, aggiunse Sirius
“Allora è deciso!”, disse James, “Appuntamento venerdì prossimo alla Stamberga!”
Quel venerdì sembrava non arrivare mai; James e Sirius erano talmente eccitati da non badare assolutamente alle lezioni ed ai professori che si trovavano davanti.
Fu così che ad una domanda del Prof. Lumacorno sulle proprietà dell’artemisia, James rispose che probabilmente sarebbe molto piaciuta ad un cervo e che Sirius ad una domanda della Prof. Sprite su quale tipo di suolo i cavoli carnivori delle Highlands preferissero per crescere meglio, rispose che uno valeva l’altro, bastava che fosse abbastanza morbido da poter essere scavato per riporci la propria riserva di ossi da sgranocchiare.
L’unico che si consumava dall’ansia era Peter, che non aveva ancora scelto un animale che, a suo dire, potesse andargli bene.
La sua ansia continuò anche quel venerdì sera, mentre si trovavano tutti e quattro nel tunnel che portava alla Stamberga Strillante.
“Allora Peter, hai scelto un animale che ti si addica?”, chiese Remus.
“Lascia perdere!”, rispose Sirius, “E’ in dubbio tra una formica ed un pidocchio!”
“Una formica?”, lo prese in giro James, “Sei sicuro di riuscire a concentrarti abbastanza, Peter?”
“O di riuscire a pensare come lei?”, rise ancora Sirius
“Smettetela! Voglio proprio vedere cosa riuscirete a fare voi!”, replicò lui, acido.
“Basta ragazzi!”, disse Remus, “Non è il caso di litigare! Pensate invece a concentrarvi se davvero volete fare questa pazzia!”
Fu in quel momento che un lampo scaturì dalla bacchetta di Sirius.
“Cosa succede? Chi c’è?”, disse James
“Niente è solo che sfogavo la tensione sui questi nostri piccoli amici!”, disse Sirius indicando alcuni piccoli topi che passavano in quel momento, e cercando di spaventarli con dei lampi di luce.
“Fermo!”, urlò Peter, “Che male ti hanno fatto queste bestiole?”, e ne prese uno in braccio come per proteggerlo.
“Ma guarda!”, rise James, “Stai a vedere che Peter ha trovato l’animale in cui trasformarsi!”
Nel frattempo erano arrivati alla Stamberga e cominciarono a prepararsi per provare a trasfigurarsi.
“Io ho portato un corno di cervo che mi ha dato Hagrid!”, disse James.
“Io invece un po’ di pelo di Thor!”, fece Sirius.
“E tu Peter, potresti aiutarti con il tuo nuovo amico di stasera!”, disse James ridendo.
“Ridete, ridete! Vedremo chi riuscirà per primo a fare questa magia!”, rispose acido Peter.
Per primo provò James, tenendo ben stretto in mano il corno; “Allora… Mi sto concentrando... Sono molto convinto… TRANSFERO!”, urlò.
Si guardò deluso, “Non ci sono riuscito… Ho ancora le mie gambe e le mie braccia!”
Ma quando si voltò vide i tre amici che ridevano con la pancia per terra.
“Cosa succede?”
“Amico!”, disse Sirius, “Direi che la Evans in questo momento non ti sta pensando molto!”
Allora James si guardò incuriosito nel riflesso della finestra e quasi cadde indietro per lo spavento.
Infatti dalla sua testa partiva uno splendido palco di corna da cervo, che dopo qualche minuto scomparvero.
“Beh! E’ già qualcosa! Prova tu Sirius!”, disse rivolto all’amico che ancora aveva le lacrime agli occhi.
Sirius si concentrò con il pelo di Thor in mano, dopodichè urlò l’incantesimo.
“Direi che non è successo niente!”, disse sarcastico James.
“Aspetta a dirlo!”, fece Sirius, grattandosi selvaggiamente, “Non mi sono trasformato in cane, ma tutte le pulci di Thor ce le ho addosso, accidenti!”
Dopo che anche le pulci scomparvero, tutti si rivolsero verso Peter.
“Dai, Minus! Tocca a te!”, disse James guardando l’amico che ancora si coccolava il ratto raccolto prima nel tunnel.
“Ecco… Io… Non so!”, bofonchiò lui
“Dai muoviti! Fifone!”, lo incitò Sirius, “Hai visto che non succede niente!”
“Ok! Va bene… Allora… Transféro!”, disse Peter con scarso entusiasmo.
“Ecco! Visto che non è successo niente?”, fece James
“Niente?”, disse allora Remus, che fino a quel momento era rimasto in silenzio in disparte, “Guardate qua!”, e sollevò una lunghissima coda da ratto che fuoriusciva dai pantaloni di Peter.
“Ah! Aiuto! Fate qualcosa! Non voglio rimanere così!”, urlò lui spaventatissimo, agitandosi per la stanza.
“Tranquillo Peter! Tra un po’ dovrebbe sparire!”, fece James ridendo, “Certo che agitandoti in quel modo sembri proprio un ratto, eh!?”
E così, dopo che anche la coda sparì, i quattro amici fecero ritorno nei dormitori felici ed eccitati per la nuova avventura che si parava loro davanti.

L’eccitazione non fu di lunga durata però, perché l’incantesimo si rivelò più difficile del previsto.
Nei mesi seguenti l’appuntamento notturno alla Stamberga Strillante divenne praticamente quotidiano; persino il giorno di Natale e durante le feste i quattro amici si riunirono per provare a trasformarsi, con esiti peraltro non troppo convincenti; Lily, dal canto suo, dopo la sfuriata con James in biblioteca non si era fatta più vedere, ma Remus affermava che continuava ad informarsi da lui sull’andamento delle loro riunioni.
La situazione si sbloccò una sera di maggio quando, dopo numerose prove infruttuose alla Stamberga Strillante, i quattro amici si erano fermati lì per discutere se andare avanti o smettere.
“Ragazzi!”, stava dicendo James, “Ora capisco perché ce ne sono solo sette in tutta l’Inghilterra! Non ce la faremo mai!”
“Dai! Proviamo ancora!”, disse allora Sirius, “Non possiamo abbandonare così!”
“Io ve lo avevo detto che era una follia!”, disse Remus
La discussione stava salendo di tono, quando, all’improvviso, si sentì bussare alla botola.
“Per Merlino! Chi può essere? Ci hanno scoperto! Ci espelleranno dalla scuola!”, gridò agitatissimo Peter.
“Stai tranquillo e non urlare Peter!”, fece James, “Che allora sì che ci scopriranno davvero! Se fosse la McGrannit o Silente non credo che busserebbero!”
“Chi c’è?”, domandò Sirius
“La dea della fortuna!”, disse una voce femminile.
I quattro si guardarono attoniti e aprirono la botola, facendo entrare una cascata di capelli rossi.
“Evans!”, fece James ringalluzzito, “Sei venuta a chiedermi scusa per la scenata di quest’autunno?”
Lily lo incenerì con uno sguardo, dopodichè si rivolse a Remus e a Sirius.
“Mi sembra che abbiate, ancora una volta, bisogno del mio aiuto a quanto pare!”
“Cosa vuoi dire?”, fece James minaccioso, “Ce la facciamo benissimo da soli!”
“Frena i tuoi ardori James!”, fece allora Sirius e, indicando la sacca che lei aveva a tracolla, aggiunse “Cosa ci hai portato di bello Evans?”
“Direi che non avete letto bene l’incantesimo…”
“Come no?”, disse James offeso, “Concentrazione, convinzione…”, ma non riuscì a terminare la frase.
“… e buona sorte per la prima trasformazione!”, finì lei, tirando fuori una boccetta di liquido dai riflessi dorati.
“Cos’è quel liquido?”, domandò Sirius
“Questa”, disse lei, con gli occhi che le brillavano, “è la pozione della fortuna, si chiama Felix Felicis! La sto preparando da quest’inverno perché ci vogliono dei mesi perché sia pronta! Appena letto bene l’incantesimo ho cominciato a farla, di nascosto, nel mio dormitorio!”
“E sei sicura che ci voglia questa... pozione fortunata, per far andare bene l’incantesimo?”, domandò ironico James, “Noi pensavamo che fosse solo un augurio quel verso!”
“Saper leggere tra le righe! Questa è la differenza tra un vero mago e un ciarlatano!”, disse allora lei, facendo infuriare James “Almeno sai l’alfabeto immagino Potter, vero? E comunque se non ti basta la mia parola ti dovrebbe bastare quella del prof. Lumacorno, al quale ho chiesto con uno stratagemma se quel verso dell’incantesimo voleva proprio dire quello che pensavo. All’inizio era sospettoso perché è materia del sesto anno, ma gli ho detto che mi ci ero imbattuta per caso approfondendo la sua ultima lezione sulle pozioni vietate durante gli esami e non ha avuto più dubbi”.
“Lo credo! Sei la migliore del corso! Lumacorno stravede per te! Fortuna liquida eh?”, disse Remus.
“Sì è proprio così, ne basta un sorso per essere fortunati per qualche ora. Direi che una boccetta è più che sufficiente per far andare a buon fine l’incantesimo!”
“Ma accidenti Evans!”, disse James arrabbiato, “Non ce lo potevi dire prima? Avremmo risparmiato ore di tentativi infruttuosi e non avremmo corso il rischio di essere espulsi almeno un centinaio di volte da quest’inverno!”
“Credevo che amassi il rischio Potter! E poi, a quanto mi dicono, non stai affatto male con le corna da cervo!”, fece lei ridendo.
James si voltò furente verso Peter, che sbiancò “Non sono stato io, James! Te lo giuro!”
“Glielo ho raccontato io!”, fece allora Remus ridendo, venendo in soccorso all’amico “Mi sembrava il minimo tenerla al corrente dei nostri progressi visto che ci aiutato parecchio in questa storia!”
“Ma sì! Ridiamo tutti del povero Potter che ha rischiato di andare in giro con le corna vita natural durante per aiutare i suoi amici!”, fece James semiserio.
E si misero tutti a ridere.
“Dai adesso beviamo la pozione e proviamo l’incantesimo!”, fece Sirius eccitato.
“Va bene! Io per primo!” disse James, e bevve un sorso della pozione dorata.
“Mmmh! Buona! Mi sento un leone! Anzi… un cervo!” e, senza por tempo in mezzo urlò l’incantesimo, “TRANSFERO!”
E all’improvviso un potente bramito risuonò all’interno della Stamberga.
Un magnifico esemplare di cervo si era materializzato dove fino a pochi secondi prima c’era James!
I ragazzi erano sbalorditi. Nessuno aveva la forza di parlare.
Fu Sirius il primo ad aprire bocca; “Fantastico! Ora provo io!”
Bevve la pozione e fece l’incantesimo; ed ecco apparire un enorme cane nero pelosissimo, che cominciò a scodinzolare e abbaiare, dopodichè si mise a giocare tra le zampe del cervo.
“Tocca a te Peter!” disse Lily allora.
“Cosa c’è? Non dirmi che ti tiri indietro proprio ora che ce l’avete fatta!”
“No! No!... è solo che… insomma…!”
“Non aver paura Peter!”, disse Lily “Bevendo la pozione non ti può succedere niente di male!”
Rinfrancato da queste parole Peter allora bevve e fece l’incantesimo e si trasformò in un grosso ratto grigio che cominciò a girare per la stamberga, facendo attenzione a non essere calpestato dal cervo e dal grosso cane che ancora stavano giocando fra di loro.
“Lily… Non ho parole… Grazie!” fece Remus con le lacrime agli occhi.
“Remus, non mi ringraziare! L’ho fatto volentieri! Non potevo sopportare che tu fossi ancora più emarginato di quanto non lo fossi già, a causa del morso di un lupo mannaro; cosa di cui tu non hai nessuna colpa tra l’altro. La tolleranza tra gli individui, anche di razze diverse, dovrebbe essere uno dei valori fondamentali della nostra società; questo potrebbe essere un primo importante passo”.
“Evans sei una strega eccezionale! E una donna fantastica! Invidio molto colui che riuscirà a rubarti il cuore!”
Lily allora si voltò ridendo verso i tre animali che stavano ancora giocando, e, se non ci fosse stato il buio della notte a proteggerla, Remus avrebbe notato che un lieve rossore si era diffuso sul viso di lei.
Pochi minuti dopo, la strana combriccola uscì dal tunnel e si diresse verso la Foresta Proibita e, se qualcuno si fosse affacciato da una finestra del castello avrebbe vista una scena ben strana.
C’erano due persone, un ragazzo alto e magro e una splendida ragazza dai capelli rossi che guidavano, come pifferai magici, un cervo con in groppa un grosso ratto e un enorme cane nero verso il folto del bosco.
E poco dopo avrebbe sentito risuonare bramiti e uggiolii di felicità che sarebbero durati fino all’alba, una scena che si sarebbe ripetuta, da quel giorno, circa una volta al mese.
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MessaggioTitolo: Re: Amici per la pelliccia   Amici per la pelliccia EmptyMar Giu 25 2013, 12:57

Molto molto molto molto bello! Very Happy
su qualcosa immagino tu abbia lavorato un po' di fantasia (non ricordo se Lily era o meno a conoscenza del 'piccolo problema peloso' di Lupin, prima di iniziare a uscire con James... e mi sembra che la Stamberga Strillante fosse stata costruita proprio per ospitare Lupin che si trasformava, ma anche lì ho ricordi un po' nebulosi)... e le riunioni notturne di Sirius e James mi sanno tanto di Death Poets Society (figo però, eh!).

...che dire... non vedo l'ora che tu ti faccia sotto a scrivere qualcosa per il libro! cheers
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MessaggioTitolo: Re: Amici per la pelliccia   Amici per la pelliccia EmptyMar Giu 25 2013, 13:12

eeeesatto...
infatti avevo detto che avevo messo elementi OT!
ottima memoria!
Smile
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