Hogwarts...addio!

Hogwarts...addio!

«Silenzio!» ordinò Harry ad Hyde quando arrivarono nella Sala Comune di Grifondoro. Era ancora molto presto e di certo non voleva svegliare nessuno, soprattutto Hermione e Ginny. Hermione sapeva che sarebbe andato via da un giorno all'altro, ma non sapeva come lo avrebbe spiegato a Ginny. Già pensava alla sfuriata che avrebbe fatto la sua ragazza, molto simile a quella della signora Weasley, al fatto che non avrebbe più visto la sua pelle candida, che non avrebbe più sentito il suo profumo. Senza saperlo si trovava accanto al suo a letto a baldacchino.Tutti dormivano e Hyde gli fece cenno di sbrigarsi: lui era già pronto. Molto cautamente si abbassò sotto il letto, prese il suo baule e lo aprì: non voleva svegliare nessuno anche se non aveva molta fretta. Spinse tutto il contenuto fuori e dopo aver selezionato ogni cosa minuziosamente, introdusse all'interno del suo zaino tutti i suoi abiti e oggetti magici: l'incantesimo di estenzione irriconoscibile era venuto bene. Stavano uscendo dal dormitorio maschile e con lo zaino in spalla, Harry scese velocemtente le scale. «Ciao Har...che ci fai con quel zaino?». La voce di Ginny li accolse quando arrivarono nella luminosa Sala Comune . La ragazza aveva delle piccole occhiaie attorno agli occhi e i capelli gli scendevano sbarazzini giù per la schiena: sembrava stanca, ma in realtà era molto affranta per via di Ron. Harry ebbe una forte fitta al petto, ma non si destò di un millimetro. Per la seconda volta in quel giorno si trovava faccia a faccia con il terrore più nero. Affrontare Ginny non era mai una passeggiata, il ragazzo preferiva una mandria di ippogrifi imbufaliti . «Ginny...» . Il fiato gli si mozzò in gola e non sapeva come continuare. «Devo parlarti!» . La ragazza lo guardò interrogativa, ma improvvisamente cambiò espressione: i suoi occhi diventarono lucidi e le sue labbra si curvarono verso il basso. «Vuoi di nuovo lasciarmi?Devi andare di nuovo via?Devi cercare R...».La voce di Ginny si affievollì e i suoi occhi si riempirono di lacrime . Harry abbracciò velocemente la sua ragazza asciugandoci dolcemente le lacrime. Hyde si allontanò imbarazzato e gli disse in un filo di voce che lo aspettava nella Sala Grande, così varcò velocemtente il ritratto della signora Grassa. «Non sarà come prima!Ci terremo sempre in contatto .Io devo andare...lo sai». Ginny sciolse l'abbraccio e gli calò la testa a mo' di sì. «C'è un problema!» . «Cosa?» domandò Harry curioso e malizioso allo stesso tempo. «Mi dispiace ma...non trovo più lo specchio».La sua voce era poco sicura e tradiva sicuramente ciò che sentiva: era molto dispiaciuta. Harry la strinze di nuovo a sè e le disse di non preoccuparsi e che l'avrebbe ritrovato. Ginny era così strana.Adesso sembrava accettare con tanta facilità la sua partenza. Restarono abbracciati per un bel pò; uno cercava conforto nell'altro e niente avrebbe cambiato quell'essenza che tanto lì accomunava. Lei era cambiata dopo il rapimento di Ron ,anzi, tutti erano cambiati, pure Harry . Dopo qualche minuto dietro le scale sbucò Hermione ancora più trasandata di Ginny. Il suo volto era rigato da lacrime asciutte, gli occhi erano rossi e il suo volto emanava un'aria molto triste. Harry abbracciò anche lei e le comunicò la notizia della sua partenza. La ragazza gli fece un segno d'assenzo e poi varcò velocemente il ritratto da sola . Harry, Ginny, Hermione e stranamente, anche Hyde, fecero colazione insieme senza rivolgersi nessuna parola, tutti, alcune volte, si davano delle occhiate di sottecchi, ma niente di più. Aspettarono nel parco l'arrivo dei Weasley che avrebbero partecipato al pranzo di Natale che si svolgeva ad Hogwarts. Poco prima dell'arrivo dei Weasley arrivò il nonno di Hyde, perchè, secondo il piano che avevano organizzato Harry ed Hyde, avrebbe accompagnato il nipote in america a causa del rapimento che era accaduto ad Hogwarts. Si chiamava Connor Hyde, un uomo molto smilzo e vecchio, che vestiva in modo assai elegante.Successivamente decise petulante di partecipare anche lui al pranzo di Natale . Nessuno parlò quando si trovarono tutti a tavola ed Harry ne fu sollevato. Arthur gli disse che, se voleva, lo avrebbe accompagnato al ministero (Harry naturalmente disse no) e Hermione lo informò che la notte scorsa aveva avuto l'idea di inviare una lettera al ministro, con a piè di pagina il nome di Harry, e aveva chiesto di farsi consegnare il canguro, che adesso risiedeva nel suo dormitorio. Quando il pranzò finì salutò tutti e diede un bacio nella guancia di Ginny. «Stai attento Harry caro!» disse la signora Weasley quando il ragazzo venne ad abbracciarla. Attraversò il parco velocemente con alle spalle Hyde e suo nonno e dopo aver sorpassato i cancelli di Hogwarts il ragazzo volle concedere ad Hogwarts il suo definitivo saluto e dopo aver puntato la bacchetta verso l'alto, uscirono delle scintille rosse che illuminarono il cielo grigio . Crac.Si era smaterializzato. Si ritrovò ad Hogsmead di fronte all'emporio di scherzi di Zongo e un attimo dopo comparvero Hyde e Conner . «I ragazzi» disse il vecchio lasciando il braccio del nipote. Hyde si avvicinò ad Harry e intanto Conner era entrato nell'emporio. «Lui resta qui.Noi dove andiamo?» . «Ci ho pensato molto e...vieni con me» rispose Harry porgendo il braccio all'americano . Hyde lo afferò e con un sonoro Crac scomparvero dalla viuzza.

Può essere messo dopo il testo di Anny...anzi, l'idea era quella, comunque attendo le critiche