Caro diario,
ti scrivo ora che ho qualche minuto tutto per me. Sai, è uno di quei momenti in cui si cerca con tutti sé stessi di raggiungere il proprio obiettivo; ma sembra un' impresa impossibile.
Uno si sforza, si concentra, ma nulla. Eppure la sensazione è quella che qualcosa deve arrivare; è avvilente pensare che siamo qui per niente.
Oggi è una giornata noiosa. Anche la play si è scocciata e si è inceppata proprio mentre capitan Zanetti stava per segnare contro la Juve. Che sfiga! Le cose si interrompono sempre sul più bello.
Ma cosa ci posso fare io? Questa è la vita e così devo tenermela.
Dici che dipende da me invece?
Sì forse hai ragione ma è faticoso. L'altro giorno vedevo un telefilm dove hanno detto una grande verità (già, i filosofi del ventunesimo secolo sono gli sceneggiatori!): e cioè che lo star bene o lo star male, e i periodi cattivi o i periodi buoni, non sono dati dalle cose che ci succedono intorno, ma sono stati d'animo nostri.
Possiamo star bene in una situazione negativa, o star male in una situazione positiva.
Solo che... è più faticoso stare bene che star male.
Come una partita di calcio: è più difficile segnare che incassare goal. Forse hanno ragione, ci vuole impegno. Ci vuole volontà di fare le cose per bene, di star bene. Perché se ti becchi un 2 all’interrogazione di matematica la colpa è solo tua, no? Uno potrebbe studiare e fare bene.
E a volte uno ci mette la buona volontà... si sforza un attimo di più... e raggiunge un piccolo risultato. Che soddisfazione... ci si sente subito meglio. Ma in fondo ci si rende conto che non è finita, che ora c'è qualcos'altro da fare prima di essere del tutto soddisfatti.
Ora mi sento proprio così: mi sono impegnato e qualcosa ho fatto. Ma non tutto.
Ma com’è che si dice? “Chi si accontenta gode”. E io mi accontento di poco… mi basta una Champions di tanto in tanto.
Ma prima di lasciarti, voglio impegnarmi fino in fondo. Perché arriva il momento in cui si sente che è arrivata l'ora di agire. E si ha la consapevolezza che in quel momento tutto sarà semplice. E il mio momento è adesso.
...
Ho le lacrime agli occhi, sono felice. C'è un istante in cui quello che si doveva fare è stato fatto e il resto non conta. Sappiamo che una parte di noi ci ha lasciato per sempre, ma siamo ugualmente soddisfatti. Il mondo sembra girare per il verso giusto e ci sentiamo invincibili.
Poi la sensazione passa. Pian piano si affievolisce e la realtà torna a bussare. E ti rendi conto che ora si aprono nuove sfide, ti rendi conto che c'è qualcosa che non hai considerato e di cui ora devi preoccuparti.
E così ti ritrovi a gridare come un disperato, con le braghe calate: «Mamma è finita la carta igienica!».
Ora ti lascio. Tra poco arriva Giulia. Oggi cominciamo un nuovo gioco.
Che Dio benedica la mamma,
Massimo.