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MessaggioTitolo: James   James EmptyMer Dic 01 2010, 01:15

E' il 1° Dicembre... felicemente si ricomincia a tentare di procedere nella realizzazione del libro. Cosa si farà... non si sa ancora bene ma intanto... proviamo!!
Ecco a voi un testo che non serve a un tubo Razz , che allontana dagli attuali argomenti primari e scottanti .
Ringrazio per la gentilissima collaborazione di alaron1134, per i pomeriggi che ha perso con me a fantasticare!
Perdonate i grossolani e frettolosi errori! Wink .. ma anche no!
Ave e tante care cose!


«Non capisco perchè sei così teso» sbottò Ron, mandando i piatti a lavarsi nel lavandino con uno svolazzo di bacchetta.
«Io non sono teso!» ribattè Harry, togliendo la tovaglia dalla tavola e tendendo l'orecchio verso il salotto. Da tre settimane, ormai, i lavori di ristrutturazione della casa si erano conclusi e con l'aiuto di Ron e George avevano definitivamente traslocato a Godric'Hallows . Un bene per Ginny. I nove mesi di gravidanza stavano quasi per scadere e, benchè le giornate si stessero allungando, faceva ancora freddo; un freddo difficile da respingere vivendo a Grimmuald Place .
Dal salotto risuonarono le risate di Ginny e Hermione. Harry sospirò, riponendo la tovaglia nel cassetto.
«Sì, sì!» continuò Ron, divertito. «Come dici tu»
Harry avvampò. «Senti, quando sarà arrivato anche il tuo turno poi, mi divertirò io!»
«Potrebbe volerci del tempo...» disse Ron, riponendo i piatti lavati e ascigati nella mensola. «... sai, ho sposato una donna in carriera!»
La porta si aprì facendo entrare a passo lento Hermione con accanto Ginny. Solo due settimane prima erano stati da Madama McClan a prendere dei vestiti più larghi, ma adesso risultavano già stretti. Sembrava che il piccolo dentro avesse tutta l'intenzione di radoppiare le sue dimensioni.
«Ginny!» accorse Harry. «Non dovresti alzarti e affaticarti...»
«Tranquillo, amore, c'è ancora tempo.» rispose la moglie scoccandogli un rapido bacio e sorridendogli.
«Glielo dicevo anch'io di stare tranquillo!» sbuffò Ron, cingendo con le spalle Hermione.
«Spero che tu stia sorreggendo Harry in questo momento particolare...» cominciò Hermione, fissandolo severa.
«Sorreggerlo?» fece Ron, fintamente preoccupato. «Ma Harry non ha mica una pancia enorme... o forse è solo questione di tempo?»
Risero tutti e quattro di cuore, riuniti nella piccola cucina che, forse, un tempo aveva ospitato medesime discussioni e ilarità tra i genitori di Harry,in dolce attesa, e Sirius e Lupin.
Harry guardò fuori dalla finestra, oltre la piccola siepe ben curata che delimitava la loro propietà, oltre la piazzetta con al centro il monumento in memoria ai caduti Babbani nel quale si celava un monumento significativo per la memoria del mondo magico ricordando i caduti nella Grande Guerra contro Lord Voldemort, tra cui i suoi genitori, ma il suo sguardo si fermò solo sul cancelletto arrugginito da cui si accedeva al piccolo cimitero immerso nella nebbia. A Harry parve strano pensare alle tombe dei suoi genitori in un momento d'attesa gioiosa come questo, ma, forse, così strano proprio non era. Il mistero della vita e della morte sono coesistiti sempre: un qualcosa che va oltre la magia stessa.
«Harry?»
«Mmmm?»
«Mi meraviglio che tu abbia creato una passaporta per andare al Daphne Mors» borbottò la ragazza contrariata.
«Solo per emergenze Hermione, ne avevamo già parlato» sospirò Harry, infastidito dalle insinuazioni della ragazza sulla sua correttezza nelle leggi magiche. «Domani Ginny ha una visita e poi rimarrà lì per un po', quindi è chiaro che non ce ne sarà bisogno!»
«Altrimenti... sai che bello...» disse Ron e poi aggiunse imitando la voce di un bambino: «Mamma, come sta papà? Lo andiamo a trovare a Azkaban?»
«Prima devono riuscire a prendermi!» dichiarò Harry, dandogli un pugno sul braccio.
«Sarà un onore ammanettarti, amico mio!» ghignò Ron.
«E per me schiantarti!» esclamò Harry, ghignando a sua volta. «Voglio proprio vedere cosa scriverai sul rapporto, tornando in Ufficio con la coda fra le gambe...»
«E' una minaccia?» chiese ironicamente Ron, avvicinando la mano alla tasca con la bacchetta in modo teatrale.
«No, è una promessa!» rise Harry.
«Già, ma avrò le attenuanti...Kingsley capirà! In fondo sei sempre il mio Capo!»
«Noi andiamo» interruppe Hermione, facendo morire la risposta di Harry, scoccando un'occhiata astiosa al marito, come se volesse sottolineare l'inutilità di certi discorsi.
«Ah... sì? Va bene...» si riscosse Harry, tornando a fissare l'amica.
«Se avete bisogno di qualcosa...» continuò la ragazza abbracciando Ginny.
«... chiamate Kingsley e metà Ministero accorrerà a casa Potter!» concluse Ron, improvvisando un dipendente del ministero di guardia «Ohi, ohi!! A casa Potter ci sono guai! Chiamate il Dipartimento delle Catrastrofi Magiche e l'Ufficio Auror! Muovetevi, cani rognosi! Il bucato non si fa certo da solo!»
«Cani rognosi?» domandò Hermione sconvolta tra le risate degli altri.
«Mi ha detto Harry di chiamare così i miei sottoposti...»
«Ma...come... ?» la ragazza si guardò intorno e notando lo sguardo divertito dell'amico, si scagliò contro il marito. «RON!»
«Va bene, ragazzi, la festa è finita!» dichiarò il ragazzo, bloccando la moglie e con una mossa rapida le cinse le gambe e se la mise in spalla.
«ROON!»
«Tornate quando volete» disse Harry «ma non domani, nè questa settimana che ne ho abbastanza di avervi tutte le sere a cena!»
«Ma se volete domani faccio il pasticcio» ammiccò Ginny, scompigliando i capelli della testa di Hermione di passaggio.
«Ah! Il pasticcio?» fece Ron, girandosi sulla soglia facendo sbattere la testa della donna sullo stipite.
«AAHH! RONAAALD!!»
«Ops! Vado, eh! Sennò questa...» diede una sonora manata sul fondoschiena della moglie sopra la sua spalla «... mi affattura!»
«Una maledizione non te la toglie nessuno, collega!» rise Harry.
Ron marciò per il vialetto, uscendo dal cancello rosso di ferro battuto .
«Se avete bisogno di qualcosa... fatemi sapere!» gridò Hermione, ormai rassegnata a rimanere sulla spalla del marito. «Stai bene, Ginny!»
«A presto!» salutò lei, appoggiandosi a Harry e agitando la mano.
Si smaterializzaro.
L'aria fredda della sera colpi, i due sull'uscio di casa. Harry si affrettò a chiudere la porta.
«Vieni, andiamo a letto!» disse Harry, cingendole la schiena con il braccio.
Cominciarono a salire le scale. La salita procedeva lenta ma costante. Harry non riuscì a non meravigliarsi ancora una volta della forza fisica e d'animo della donna che aveva sposato. Certo essere stata una giocatrice professionista doveva averle giovato parecchio. La preparazione dei Cacciatori e delle Cacciatrici è una delle più dure: contrasti scorretti e violenti con gli altri giocatori sono all'ordine del giorno, i bolidi li preferiscono come bersaglio e, quando tengono la Pluffa stretta sotto braccio, tutta la squadra avversaria, meno il Cercatore, piomba loro addosso.
Che donna!
Harry ricordava perfettamente quante volte si era fermato ad ascoltare la radio nel Quartier Generale degli Auror al Ministero, e quante volte un tuffo al cuore seguiva lo scandire del nome di sua moglie da parte del radiocronista.
«Harry ce la faccio, sai, tu vai pure a chiudere tutto e ricordati...»
«...di innaffiare la Mimbulus Mimbletonia, sì! Giusto! Sennò, poi, Neville ci rimane male!»
La giovane donna lo guardò con tenerezza. «Dai, Harry, non sarebbe male se ci mettessi un po' d'amore nell'accudire quella pianta; in fondo è un regalo di un amico e...»
«Ah, okay! Io pensavo che...» il giovane Auror fece una pausa premeditata «... il mio amore l'avessi indirizzato bene...» continuò piegandosi per baciarla, ma un dito deciso fermò la sua civetteria, sformandogli il naso. «Sì, va bene. Vado»
Ridiscese le scale.
Fece qualche svolazzo con la bacchetta, chiudendo luci e serrande. Prese in braccio Dudley, il grasso e grosso gatto bianco, dal suo cuscino e lo portò fuori. Appellò l'annaffiatore, lo riempì d'acqua e lo versò tutto almeno cinque volte sull'enorme vaso che ospitava il gigantesco cactus di fianco alla porta.
Dei ragazzi sfrecciarono in bicicletta per la piazza schiamazzando. Harry non alzò nemmeno lo sguardo. Finiti i compiti quotidiani, tornò in casa e chiuse la porta puntando la bacchetta sulla serratura. Si stiracchiò esausto e si diresse lento verso i piani superiori.
Ginny era già a letto in camicia da notte che l'aspettava, sfogliando il Settimanale delle Streghe alla luce di una candela. Harry si tolse gli occhiali passandosi le mani sugli occhi. Si spogliò, indossando il suo pigiama verde smeraldo con i boccini ricamati, un dono della sua gentilissima suocera. Andò in bagno, aprì l'acqua e cominciò a lavarsi il viso. Si guardò allo specchio, notando quanto sembrasse disordinato e trascurato: la barba che cominciava a essere troppo lunga. Come se non aspettasse altro, rasoio, pennello e la scatoletta contenente la schiuma schizzarono fuori dalla mensola e presero a vorticargli attorno. Rassegnato Harry porse il collo al suo destino. Ben presto ebbe la metà inferiore della testa coperta di schiuma. Il rasoio calò velocemente con micidiale precisione e il giovane Auror, abituato a combattere contro mostri e duellare contro stregoni assetati di sangue, strinse i denti e sperò tanto di arrivare al domani.
«Harry!»
Il richiamo della moglie lo portò a fare un movimento improvviso, ma il rasoio magico scartò evitando di tagliargli la gola. Harry abbandonò il bagno e accorse. Tuttavia il rasoio non aveva nessuna intenzione di lasciare il lavoro a metà e gli bloccò la strada, incalzandolo sul volto.
«Togliti dai piedi, maledetto!» ringhiò, utilizzando i riflessi sviluppati da anni di addestramento per aggirare l'oggetto pericoloso.
«Harry!» chiamò ancora Ginny.
La lama ligia al suo dovere attaccò ancora una volta. Harry si abbassò e, non appena il rasoio gli sfiorò l'orecchio, si girò afferrandolo al volo. Aperto il primo cassetto che gli capitò, vi gettò dentro l'importuno barbiere e lo richiuse con violenza, sigillandolo con un colpo di bacchetta. Preso un asciugamano per togliersi la schiuma dalla faccia, si precipitò verso il letto.
«Tutto bene?» chiese ansioso.
«Harry!» la giovane donna sorrideva. Gli prese la mano e se la mise sul ventre gonfio. «Sentilo, scalcia da morire»
Sotto la sua mano, il bambino si era improvvisamente scatenato, tanto che Ginny chiuse gli occhi per qualche istante dopo un colpo particolarmente forte. Harry sorrise e si accosto alla pancia baciandola dolcemente.
«Ehi, piccolo» sussurrò, lanciando uno sguardo alla moglie. «Dovresti calmarti adesso, sai, tua madre ha bisogno di riposo...»
«E anche tuo padre» aggiunse Ginny, passandogli la mano nei capelli e togliendogli un po' di schiuma dimenticata.
«... sì, anch'io. E' ora di fare la nanna, eh? Fai il bravo» baciò ancora una volta la pancia della moglie e finì di mettersi il pigiama. Ginny intanto aveva cominciato a passarsi la mano sul ventre ed a sussurrare una canzone lenta e dolce per calmare il piccolo.
Harry si mise a letto, avendo ben cura di coprire la moglie.
«'Notte, Ginny!» augurò scoccandole un veloce bacio sulle labbra.
«Buonanotte, Harry»
Con uno svolazzo della bacchetta spense le luci.
Padre! pensò l'Auror in carriera. Sono davvero pronto a diventare padre?
Con questo ultimo pensierò si addormentò cullato dalla ninna nanna di Ginny.
Padre...
Non che avesse paura, chiaro. Lui che aveva affrontato i maghi oscuri più temibili di tutti i tempi, lui che era diventato a solo 18 anni eroe dei due mondi. Anche il governo americano lo contattava ogni tanto per chiedere consiglio. Strano sì. Aveva il sospetto in effetti che gli spacconi americani non avessero veramente bisogno del suo aiuto, e che quelle lettere così ufficiali e tecniche non fossero altro che delle scuse per monitorare il suo stato di salute. Infatti la cosa più strana, in effetti, era il comportamento degli strani uccelli che recapitavano la posta oltre oceano. Enormi uccelli azzurri e verdi, sguardo glaciale e becco così appuntito che se avessero deciso di attaccarlo, non dubitava che lo avrebbero trapassato da parte a parte come una spada. Si avvicinavano, distruggendo ciò che stava nelle altre scrivanie. Si posavano sulla sua spalla affondando gli artigli lievemente e facendogli delle piccole ferite. Poi restavano fermi per qualche istante e, infine, gridando mollavano la presa e riprendevano il volo verso casa.
... Harry camminava su e giù per la corsia di quello che sembrava un ospedale.
Maledetti uccellacci. Che avevano tanto da strillare? si disse un po' scocciato. Più di una volta il giovane Auror si era chiesto se il suo sangue venisse utilizzato per esperimenti magici dall'altra parte dell'oceano.
Si fermò davanti a una porta rosa. Aspettava qualcosa. Chiaramente qualcosa che lo avrebbe reso felice.
La porta si aprì, lasciando uscire la professoressa McGrannitt con un fagotto tra le braccia avvolto in un panno scuro. Non sorrideva.
«Signor Potter si faccia da parte!»
Harry la guardò sconvolta.
«Signor Potter si tolga dalla mia strada!»
«Ma professoressa... io non capisco...»
«E' meglio per tutti se lei non capisce» ribattè gelida oltreppassandolo.
Harry infuriato le si rimise davanti.
«Professoressa! E' mio figlio quello che sta portando via!» esclamò mettendo mano alla tasca con la bacchetta.
«Speravo non fosse così stupido da avere dei figli!» ribattè lei, squadrandolo da capo a piedi.
«Cosa? Che va farneticando?» chiese il giovane Auror sentendo montare la rabbia.
«Con tutto quello che ha passato... con tutto quello che le è successo... sapeva meglio di me che ha ospitato per 17 anni un frammento d'anima di Voi-Sapete-Chi»
«E' andato distrutto! Perchè dovrebbe essere un problema?» domandò il ragazzo sconvolto, arretrando di un passo e fissando il fagotto tra le braccia della sua ex-professoressa di Trasfigurazioni. Improvvisamente un nodo gli serrò lo stomaco ed ebbe paura. Fissò negli occhi la professoressa. «Me lo faccia vedere» bisbigliò.
«E' meglio per tutti se lo porto via. Starà dai tuoi zii, almeno fino all'età per l'iscrizione a Hogwarts!» sbottò la McGrannit, sistemandosi meglio il fagotto tra le mani.
«ME LO FACCIA VEDERE!»
L'anziana professoressa lo guardò impassibile, poi, molto lentamente, scoprì il fagotto. Harry guardò. Un piccolo bambino con i pochi capelli arruffati dormiva beato. Sulla fronte spiccava qualcosa. Harry si avvicinò per vedere meglio. Una cicatrice a forma di saetta vi stava impressa proprio al centro.
«No...»
Il bambino si agitò nel sonno, disturbato dal suono della voce adulta così vicina a lui.
«No...»
Il bambino si svegliò. Aprì le palprebe e fissò il padre. I suoi occhi erano rossi con le pupille allungate verso l'alto. Occhi da serpente.
«No...»
La piccola paffuta manina del bimbo si protese verso di lui: reggeva una miniscola bacchetta.
«No...»
Harry portò la mano alla tasca afferrando la bacchetta, ma fu troppo lento. Ci fu un lampo di luce verde seguito da una risata di quella voce fredda e acuta che per tanti anni aveva minacciato la sua esistenza.
«NOOOOO»
Sì svegliò di soprassalto, rizzandosi a sedere.
Quando cominciò a distinguere la realtà dal sogno, una mano serrò la presa sul suo braccio facendolo sobbalzare impaurito.
«Harry!» Ginny lo fissava pallida, con gli occhi che brillavano alla luce della luna. «Credo... credo che sia ora!»
«O-ora?» Harry la fissò sbigottito, cercando di togliersi dalla mente gli occhi del bimbo.
«Harry... mi si sono rotte le acque...»
Se prima il giovane Auror stava recuperando lucidità, questo lo fece tornare punto e a capo. Il panico si impossessò di lui. Adesso... così presto!
«Io.. resisti!» schizzò fuori dal letto, indossando i vestiti e nel contempo riversando quelli della moglie in una grossa valigia aperta nel pavimento.
Infilati gli stivali alla donna, la fece alzare lentamente sorreggendola e gli mise un cappotto sulle spalle. Presa la valigia nella mano libera e tenendo la bacchetta nell'altra Harry diede un occhiata finale alla stanza chiedendosi se avesse preso tutto, ma, ormai, era tardi per rimediare.
«Ginny, afferra la valigia per la maniglia» le disse e non appena le sue mani si furono serrate, diede il via al conto alla rovescia dell'incanto. «Tre, due, uno...»
Harry avvertì il familiare strappo in un punto imprecisato dietro all'ombelico e il terreno gli manco sotto i piedi. L'istante successivo i suoi piedi urtarono il pavimento lucido di una piccola sala d'aspetto. Le quattro corte pareti erano addobbate di disegni magici per bambini che raffiguravano animali delle più svariate specie. Dietro ad una scrivania bianca stava una giovane guaritrice intenta a dettare alcuni dati alla sua penna d'oca che sfrecciava su una pergamena dorata. Quando li notò si alzò all'istante, estraendo la bacchetta.
«Oh, i signori Potter, sono arrivati finalmente» esclamò, spedendo un piccolo coniglio argentato lungo il corridoio che si apriva alla sua destra. Harry si chiese cosa avesse tanto da sorridere. Dal suo punto di vista era arrivato il momento di farsi prendere dal panico.
«Lei... io...noi... sta per...»
«Sì, certo signor Potter!» rispose cordialmente la guaritrice, mentre un lettino guidato da un medimago arrivò sferragliando dal corridoio. «Possiamo far accomodare la signora qui»
Insieme distesero Ginny sul lettino e cominciarono a sospingerla verso la prima porta che si apriva dal corridoio. Una porta rosa.
Harry si fermò sbigottito. La guaritrice si voltò a sua volta.
«Signor Potter, lei per favore può aspettare qui qualche minuto» disse sempre sorridendo, mentre Ginny scompariva all'interno.
«Ma...»
«La faremo entrare a breve, stia tranquillo. Potrà stare accanto alla signora nel momento del parto, ma ora dobbiamo fare degli accertamenti. La prego: si rilassi!» e scomparve all'interno a sua volta.
Rilassarsi? Facile a dirsi. Se avesse preso a testate il muro, magari...
CRACK
Ron ed Hermione apparvero al centro della sala d'attesa con i mantelli da viaggio sopra i pigiami.
«Harry, tutto bene? Come sta Ginny?» gli saltò al collo l'amica.
Ron si inciampò con le pantofole di traverso nel tentativo di avvicinarsi.
«Sta facendo degli accertamenti... ma non ho la più pallida idea di cosa...»
CRACK
I tre sobbalzarono all'unisono all'apparizione di un piccolo mago con la barba lunga rossa avvolto in un mantello dello stesso colore.
«Augustus!» gridarono stupiti.
«Ehi, capo!» fece il mago rivolto a Harry. «Tutto bene?»
«Per il momento... Ma tu cosa fai in servizio a quest'ora?»
«E perché non sei a controllare qualche Pub?» aggiunse Ron, sistemandosi le pantofole.
«Molto simpatico!» sputò Merlin verso il collega. «Il ministro vuole che recuperi qualche turno arretrato... ai quali, di solito, il capo chiudeva un occhio!» concluse lanciando uno sguardo di supplica verso di Harry.
«Tranquillo un po' di lavoro non ti ucciderà!» replicò Ron.
«Quando torni, capo?» domandò Augustus, avvicinandosi ad Harry, deciso a sapere quanto sarebbe durata ancora questa agonia.
«Io... non...»
CRACK
Percy apparve di fronte a loro. Raddrizzandosi si sistemò gli occhiali di corno.
«Harry, tutto bene? E Ginny?»
«Percy, ma... chi è stato ad avvisare?» chiese, guardando Ron.
«Oh, beh» rispose questi. «Ho mandato un patronus ai miei, ma non ho di certo avvisato...»
CRACK
Una piccola strega occhialuta con dei fogli di pergamena in mano apparve dietro a Merlin e si precipitò verso Hermione.
«Signora Weasley!» esclamò senza nemmeno alzare lo sguardo. «C'è stata una violazione dell'Applicazione della Legge Magica, riguardante i trasporti magici. Creazione illegale di passaporta. Ho pensato di disturbarla a quest'ora solo perché il soggetto presunto colpevole è... oh!» si interruppe notando la platea che la osservava confusa. «Ehm... buonasera!»
«Grazie, Olga, ora puoi andare...» fece Hermione gentilmente. «Da qua in poi ci penso io...»
«Lo devo arrestare, tesoro?» chiese Ron, mostrando una ironica speranza.
«Non credo sia necessario...»
CRACK
I signori Arthur e Molly Weasley apparverò vicini alla scrivania e accorsero verso Harry.
«Harry caro, tutto bene? Ginny dov'è? Come sta?»
CRACK
Kingsley Shacklebolt apparve al centro della sala, molto vicino a Ron.
«Ho notato la passaporta, Harry!» sorrise, guardando una per una le persone assiepate nella piccola sala d'aspetto.
«Sì, ministro...»
«Kingsley, Harry, dopotutto siamo in famiglia!»
«... sì. Non avrei dovuto usare la passaporta...»
«Tranquillo, non ti preoccupare. Come sta Ginny invece?»
«Lei è...»
CRACK
George apparve poco lontano dalla madre.
«Quanta bella gente!» salutò dando una forte manata alla nucca di Percy, facendogli scivolare gli occhiali lungo il naso. «Serata ideale per far festa!»
CRACK
Bill e Fleur apparvero addosso a George.
«Ops! Pardon George!» si scusò il fratello. «Dov'è Ginny? E' già nato?»
«Arry! Tutto bene? Come stai?» domandò Fleur, ponendosi di fianco alla suocera.
«Ho paura che se appare qualcun altro, rischiamo seriamente di...»
CRACK
Merlin finì faccia a terra nel tentativo di schivare Neville, apparso su di lui proprio in quell'istante.
«Vengo or ora da Hogwarts... è già nato?» chiese il nuovo professore di Erbologia.
«Arjdfklgds!»
«Ehi, Merlin... che ci fai lì a terra?»
«Una buona domanda...» convenne George. «Forse se lo sta chiedendo anche il Ministro...»
«Io.. cosa? Oh sì, Olga. Vediamo di archiviare la faccenda...» disse Kinglsey, chiedendo la pergamena dalle mani della segretaria.
CRACK
Luna apparve roteando facendo barcollare pericolosamente la segretaria che manco la mano del ministro e si fece scivolare la pergamena dalle mani.
George l'agguantò al volo. Leggendola avidamente.
«Guarda, Perce! Ti toccherà scortare il padre di tuo nipote ad Azkaban» ghignò, porgendogli la pergamena.
«George!»
«Scusa Ma', ma non vorrai che si sappiano in giro questi inciucci del Ministero...»
«Inciucci? Quali inciucci? Che inciucci?»
«Ehi, King, non te la prendere... non si parlava di te!»
«Io rappresento la comunità magica!»
«Non mi sembra un buon motivo per lavarsi i panni sporchi tra noi...»
«ARTHUR!»
«Molly, cara, non gli ho insegnato io a dire quelle cose»
«Si può sempre trovare una mediazione e incolpare qualcuno innocente che ci fa comodo rinchiudere per un po'...»
«RON!»
«Perchè mi guardi in quel modo, collega?»
«E' la fesseria più grossa che abbia mai sentito!»
«Panni sporchi? Insomma, si tratta solo di una passaporta e una situazione d'emergenza!»
«Una fesseria più grossa anche del Cannolo Balbuziente?»
«Ci vorrebbe il vecchio Caramell per rimettere in sesto questo Ministero contorto e mafioso»
«Mafioso a chi?»
«Ci sono importanti novità al riguardo che lasciano pensare ad una connessione telepatica tra i Troll di fiume e i Cannoli Balbuzienti; mio padre...»
«Harry, come sta la mia Mimbulus Mimbletonia? Dovevo mandarti quei concimi magici la settimana scorsa ma temo di aver dimenticato l'indirizzo esatto...»
«I gufi di oggi non sono più come quelli di una volta!»
«Come il Ministero stesso!»
«Ma, insomma! Non capisco tutto questo accanimento...»
«Olga, cara, non è un po' tardi per stare ancora qui?»
«Perchè hai solo metà faccia rasata, Harry? E' una moda dell'ultimo momento o hai problemi con l'Avversarspecchio?»
«Rintengo che il rasoio che ti abbiamo regalato funzioni magnifiquement!»
«Ministro, dovrebbe firmarmi ancora due o tre relazioni che mi sono pervenute proprio questa mattina»
«COSA VORRESTI DIRE PER MAFIOSO?»
«Insomma... dopotutto siamo sempre in un ospedale!»
«Hagrid mi ha detto che sarebbe venuto appena lo sapeva, ma non credo che si stia!»
«E questo come lo chiami? Indennità professionale?»
«Ma io pensavo non parlassi seriamente!»
«Qualcuno mi trattenga sennò lo affatturo...»
«GEORGE!»
«Ma che diavolo porti ai piedi Ron?»
«... e per di più è sicuro che i Cannoli nascondano la pista per trovare il Ricciocorn...»
«Oh, per l'amor del cielo! Non ancora...»
«Ma di che stanno parlando?»
«Mafioso tipo Mondungus?»
«SIGNOR POTTER!»
La voce amplificata della Guaritrice ammutoli tutti in presenti assiepati nella piccola sala d'aspetto. Si voltarono in direzione del silenzioso soggetto preso in questione.
«Noi la potremmo aspettare anche di più, ma sa... i tempi del parto non dipendono da me!»
Harry si fece largo velocemente tra gli amici e raggiunse la guaritrice che lo condusse verso la grande porta rosa. Gli aprì un battente e gli fece segno di precederla.
«E' tutto sotto controllo! La signora Potter sta bene!» esclamò verso coloro che attendevano appena oltre la fine del corridio.
Harry le passò davanti ed entrò.
La stanza non era molto grande, ma ad Harry parve interminabile il cammino che lo portò al capezzale di Ginny.
Lei alzò lo sguardo appena si accorse, uno sguardo stanco, quasi assonnato.
«Harry...»
L'Auror si gettò in ginocchio prendendole la mano tra le sue e portandosela a contatto con le labbra. La guaritrice passò loro accanto andando a trafficare vicino al medimago.
«Signora Potter...» cominciò la strega, accendendo un piccolo faro sopra la loro testa «penso che stia per cominciare! Mi raccomando, abbiamo bisogno del suo aiuto!»
Harry riportò lo sguardo sulla moglie, che annuiva debolmente.
Improvvisamente la mano della donna strinse con forza le mani del marito, facendogli male.
Ginny strinse i denti e si fece sfuggire un gemito.
«Su avanti signora Potter, un altro piccolo sforzo...»
Harry quasi non sentì la voce della guaritrice, tutto intento a tenere lo sguardo fisso in quello di Ginny e stringerle la mano, quasi volesse trasmetterle forza.
La moglie cominciò ad ansare sempre più frequentemente.
«Su su.. ci siamo quasi...»
Nello stesso istante in cui lo sguardo di Ginny intercettò gli occhi verdi del marito la sala parto fu riempita da un pianto disperato. Harry distolse lo sguardo dirigendolo verso l'origine dei vagiti.
«Un bel maschietto!» esclamò la guaritrice, tenendo il bimbo a testa in giù avvicinandolo ad una vaschetta mentre asciugamani e saponi le sfrecciavano dietro.
«Ti amo!» sussurrò Harry baciando la moglie con trasporto.
In pochi istanti, il bambino avvolto in asciugamani rossi, venne portato ai genitori e messo tra le braccia della madre.
La guaritrice si allontanò, lasciando ai Potter qualche attimo di intimità. Ma non potè aspettare oltre: una pergamena le si parò davanti. Sospirando si avvicinò per concludere la parte burocratica della faccenda.
«Un maschietto sano e forte. Complimenti davvero! Allora, dunque, quale nome avete scelto per il piccolo?»
Harry la guardò, con la penna d'oca in mano che lo fissava. Riportò lo sguardo su suo figlio. Poi fissò la moglie eloquentemente. Da giorni ormai si era immaginato questo momento e voleva che fosse condiviso.
«James...» disse Ginny, sorridendo alla guaritrice.
«... Sirius...» continuò Harry, stringendola a sè.
«... Potter» concluse la guaritrice annuendo.



Ultima modifica di Ludovic Bagman il Mer Dic 01 2010, 23:01 - modificato 2 volte.
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remus.




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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyMer Dic 01 2010, 09:43

lol! lol! lol!

Citazione :
«E' tutto sotto controllo! La signora Weasley sta bene!»

Se Hermione è la signora Weasley, Ginny dovrebbe essere la signora Potter!

Il pezzo del rasoio è molto Row!!!!

Ah... questo è un pezzo da... mmm circa HP15! Quindi starebbe meglio nella sezione Harry Potter Works!
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Ludovic Bagman
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Ludovic Bagman


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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyMer Dic 01 2010, 12:13

orpo boia... Sad con tutte queste signore... controllo e sposto nella sezione apposita
oppure aspetto il richiamo formale di mik Smile

Noto con piacere che ha già provveduto a spostare il suo testo ma.. signor Bagman! No Che errori mi fa? Proprio lei! Razz
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Frankie.

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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyMer Dic 01 2010, 14:05

Ah!!! Ecco a cosa ti serviva la descrizione di una sala parto!!

Testo bellissimo, qualche imprecisione qua e là... tipo la signora Weasley...e... ma Merlin non era alto, alto, alto..?
Complimenti ad entrambi!! Very Happy
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fedora

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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyMer Dic 01 2010, 14:58

Siete stati grandiosi. Ho davvero riso di gusto per la scena della sala d'attesa e sto ancora ridendo Very Happy Very Happy
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Horcrux94.

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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyMer Dic 01 2010, 18:52

Sono senza parole!!!!!!!!!!! è veramente Bellissimo Very Happy
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kinderangie

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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyMer Dic 01 2010, 18:58

Complimenti, veramente divertente, ma soprattutto molto molto curato.
Due o tre errorini di battitura,

ma la scena del rasoio è FENOMENALE!!!!

Mi immagino se arrivava Hagrid....chissà che frittata!!!
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Aberforth Silente

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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyMer Dic 01 2010, 21:57

Aahahahahah ma è bellissimo! Very Happy
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AlaskaMudblood

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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyGio Dic 02 2010, 15:03

Boooss! Ma che mi combina? Sto testo è stupendo! :-o
Grandioso grandioso!! Stupendo! Waaa! Very Happy
La scena dove sono tutti stipati a parlare dei fatti loro è stupenda!
Complimenti! cheers
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Piff Potter

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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyGio Dic 02 2010, 19:04

Ahahahahahahhahahahah splendido Very Happy
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CIOCCORANA2112

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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyDom Dic 05 2010, 22:03

lol! lol! lol! lol!

Ahahha!!! E' bellissimoo!! Very Happy
Divertente e scritto benissimoo! Smile

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ramomagic

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MessaggioTitolo: Re: James   James EmptyLun Dic 06 2010, 10:38

Si potrebbe scrivere un libro con questo inizio... Harry Potter 13
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