TESTAMENTI APPARIZIONI E CUCCIOLI...che titolo!

Ma come mi piace confondervi le idee! Insultatemi, ditemi di smetterla di scrivere testi che capisco solo io, non servirà a niente! Questo testo è probabilmente il più strano che io abbia mai scritto...ho riutilizzato il tanto contestato pezzo "sogno o son desto?" ( non mi arrendo!). Ok sembrerò pazza ma vi giuro che tutto ciò ha uno SCOPO ben preciso!!!!! Quindi siate buoni...
Quella notte Harry era rimasto sveglio per quella che gli era parsa un eternità. Quando finalmente si era addormentato, i suoi sogni erano stati pieni di carrozze trainate da cavalli, da uomini incappucciati e da foreste nere e impenetrabili. Gli era già capitato che tutto ciò facesse parte dei suoi sogni: lo aveva attribuito allo stress ed alla paura provata per ciò che era successo a Ron oltre che per lo scampato incidente sul treno. Quella notte tuttavia, gli incubi erano stati stranamente vividi. Al risveglio, scese quindi in Sala Grande per fare colazione che albeggiava, per evitare gli altri e per avere il tempo di riflettere. Entrò. Era uno spettacolo magnifico: l’enorme sala era deserta, i tavoli di legno erano già apparecchiati per la colazione, il silenzio era rotto soltanto dal vento leggero che sbatteva piano contro le finestre, il soffitto incantato della sala era trapunto di stelle. Harry si sedette: non aveva fame, avrebbe bevuto un po’ di succo di zucca, poi aveva in programma di passare un po’ di tempo da solo con la sua Firebolt. Quando lo alzò per bere il primo sorso, la luce arancione che filtrava dalle finestre si rifletté sul calice d’argento, piroettando per la sala tante macchioline di luce iridescenti. Harry guardò il suo bicchiere brillare estasiato, ma poi, il calice come uno specchio, vide dietro di sè un riflesso di qualcuno che stava entrando. Si alzò e fece per andarsene, ma quando si girò verso la porta, Harry si trovò davanti una donna. I capelli rossi lisci fino alla schiena, il viso addolcito da un sorriso materno, nei suoi occhi c’era un pezzo di lui: sua madre era davanti a lui, il volto illuminato. Non seppe mai se furono più grandi la paura e la confusione che provò vedendola, o la felicità straripante: le due emozioni si equivalevano. Per un momento Harry temette di essere diventato pazzo. Si avvicinò. Lily allungò una mano e gli accarezzò la guancia. La sua mano era liscia e calda ed Harry si sentì finalmente a casa. Quando Lily allontanò la mano, per Harry fu come un dolore fisico. Non ebbe tuttavia il tempo di protestare che sua madre parlò: << Harry >>. Ah, risentire la sua voce, era il paradiso, tanto che per un attimo pensò di essere morto.
Lily si fece d’improvviso seria e Harry percepì dal cambio di espressione che lei aveva qualcosa da dirgli. << E’ importante Harry, stai attento. Non ho molto tempo e non posso spiegarti le cose come vorrei>>. Non era mai stato più confuso. <<Ricordati. Quando verrà il momento di spiegare, solo Severus potrà farlo, solo a Severus crederanno, perché solo lui sa. Ti ha lasciato gli strumenti. Sta a te usarli per arrivare alla verità. Tu sai come trovarlo>>. Harry fece per controbattere, ma Lily lo zittì, mettendogli delicatamente un dito sulle labbra. <<Addio>> disse, lo baciò sulla guancia, poi scomparve.
<< Aspetta!>> sussurrò. Ma era troppo tardi: se ne era andata. Temendo di perdere i sensi, Harry si sedette. Era sconvolto come non lo era mai stato: per un attimo, un attimo meraviglioso, aveva realmente creduto, si era illuso che fosse tornata per sempre. Si sbagliava. Ma se non era lei, se Lily non era viva, cosa poteva essere? Un fantasma? Una visione? Non sapeva veramente darsi una spiegazione. Ripresosi un po’ dallo stupore, poté ragionare più lucidamente. Il suo primo pensiero fu quello di andare a raccontare tutto al Professor Jattarius: lui avrebbe potuto fornirgli una spiegazione razionale. Ma in cuor suo sapeva che c’era al mondo un’unica persona a cui avrebbe potuto raccontarlo, un’unica persona che avrebbe realmente capito cosa era accaduto. E se quella persona era morta, si sarebbe accontentato di parlare col suo ritratto. Doveva andare subito nell’ufficio del preside. Niente riuscì a distoglierlo dal suo intento, neanche la fiumana di gente che entrò, affamata e vociante, in sala grande, tra cui c’erano Hermione, raggiante, e Ron, assonnato. Hermione capì dalla strana espressione sul suo volto che c’era qualcosa che non andava. “ Cavolo, quella ragazza è un orchidea delle emozioni vivente! Non le sfugge niente!” pensò Harry, a metà tra il divertito e l’ amareggiato che l’amica leggesse così facilmente le sue emozioni guardandolo negli occhi. Questa volta nei suoi occhi avvertì probabilmente una certa impazienza e, pur guardandolo un po’ preoccupata, non lo fermò. Harry le fu grato per questo: era ansioso di avere delle risposte e, anche se non lo ammetteva neanche con sé stesso, conservava una piccola, flebile speranza che quella di sua madre non fosse una visione, o un fantasma, ma qualcosa di più concreto.
Si fece spazio tra gli studenti che confluivano nella sala e, quando il passaggio fu più agevole, iniziò a correre. Qualche studente americano lo guardò di traverso e, nella fretta di arrivare, Harry pestò persino il piede ad Hawaii, che gli urlò dietro scandalizzata << Voi inglesi e i vostri piedoni abnormi!>>. Lui la ignorò. Arrivò al gargoyle di pietra del settimo piano con il respiro trafelato ed il battito accelerato, un po’ per la corsa, ma soprattutto per l’agitazione. Solo allora Harry si ricordò che non sapeva la parola d’ordine. Decise comunque di tentare.
<< Cioccorana!>>. Niente. << Piume di zucchero!>>.Il gargoyle non aveva evidentemente nessuna intenzione di aprirsi. <<Ghiacciolo al limone!>>. Niente da fare: il passaggio rimaneva chiuso. Harry, frustrato, iniziò a sbattere i pugni contro il passaggio, gridando, pur sapendolo inutile: << Apriti! E dai apriti!>>
Il gargoyle si scostò improvvisamente e Harry si trovò davanti un arrabbiatissima Minerva McGranitt, a cui rischiò per sbaglio di dare un pugno in faccia. << Potter!>> le gridò contro lei, le narici dilatate e le labbra sottilissime << Stai tentando di demolire il mio ufficio? Smettila immediatamente!>>. Fece per andarsene…
<< No, preside! La prego aspetti, mi faccia entrare, è urgente! Devo…devo paralare con il ritratto di Silente!>>. Udito che Harry aveva nominato Silente, la McGranitt si girò. La sorpresa traspariva chiaramente dal suo volto. << Vieni con me, Harry >> gli disse, tirandolo per un braccio. Dal fatto che lo chiamò per nome, Harry capì che la sua rabbia era svanita lasciando spazio alla incredulità e, chissà, forse anche ad un po’ di curiosità. Senza chiedergli spiegazione alcuna lo accompagnò per la scala a chiocciola fino ad arrivare davanti alla porta dell’ufficio con il battente d’ottone. Aperta la porta, subito Harry lo vide. Ignorò le teche chiuse a chiave, il pensatoi, gli altri quadri appesi sulle pareti di pietra, tutti i trabiccoli e le fiale. Ignorò perfino la scrivania, tanto che rischiò di sbatterci contro. Aveva occhi solo per lui: amico e maestro di vita, bianco e buono, Albus Silente sonnecchiava nel suo ritratto, un sorriso furbetto e gli occhiali a mezzaluna appoggiati sul naso adunco e sottile, un po’ storto dopo la zuffa col fratello Aberforth. Era una sua impressione o la sua pelle era in qualche modo più pallida? Si avvicinò al ritratto dietro alla scrivania. Era vicino, non più di un passo lo separava da lui, ma sentiva, in contrasto con la vicinanza fisica e materiale, che era lontano da lui anni luce. La sensazione della lontananza incolmabile che c’era tra lui e Silente colpì Harry forte. Ecco spiegata la differenza di colorito tra il Silente che aveva conosciuto e con cui aveva combattuto e quello che sonnecchiava beato nella cornice: pur non essendo un cadavere, la sua pelle diafana che sembrava quasi cartapesta stava ad indicare la distanza che c’era tra loro. Harry era vivo, Silente no.
<< Harry hai intenzione di stare qui a fissarmi con lo sguardo vitreo ancora per molto?>> sbottò Silente, divertito.
Harry si riscosse dai suoi pensieri e quando lo fece, tutta l’angoscia, l’ansia, la speranza e la sorpresa che lo avevano colto poco prima con l’apparizione di Lily lo investirono. Prima di parlare, notò con la coda dell’occhio che la McGranitt, pur essendo ancora presente, si era eclissata in un angoletto della stanza per non disturbare e non aveva osato interrompere le sue fantasie ad occhi aperti. Silente notò lo sguardo che Harry riservò alla preside e disse: << Mi devi dire qualcosa>>. Non era una domanda. Harry annuì. << Minerva, perdona la mia scortesia, ma vorrei chiederti di uscire>>. Se la McGranitt rimase interdetta, non lo diede a vedere. Uscì.
<<Bene Harry, ora che siamo soli, puoi dirmi per favore il motivo che ti ha indotto a venirmi a trovare? Non che io non ne sia contento, ma…cosa c’è di tanto importante da farti saltare la colazione?>> disse quindi Silente, sorridendo.
<<Professore…>> - Silente lo invitò a proseguire con un cenno- << vede, questa mattina sono sceso molto presto in Sala Grande, così presto da trovare la stanza deserta. E…>>.
A quel punto Harry raccontò a Silente, il cuore traboccante di speranza, l’apparizione di Lily.
Dall’ardore con cui Harry parlava, Silente percepì probabilmente tutta la speranza del ragazzo. I suoi occhi profondi ed azzurrini si velarono di antica tristezza e la comprensione che può avere solo colui che ha provato in prima persona il dolore straziante della perdita di una madre di dipinse sul suo volto. Sembrava quasi dispiaciuto di farlo quando disse: << Lily è morta Harry e nessuno la potrà mai portare indietro>>.
Harry in cuor suo sapeva che questa sarebbe stata la risposta del preside. Si sentì tuttavia un po’ stupido: quando era un bambino, tante volte aveva sognato un ritorno dei suoi genitori. Ma ora era un uomo e non poteva più permettersi di abbandonarsi a certe debolezze. Accusò il colpo e quindi chiese: << E allora, professore, cosa…?>>.
<< Vuoi chiedermi cos’era l’ apparizione di tua madre questa mattina? Oh Harry. tua madre è morta, è vero. Ma è viva dentro di te!>>. Harry era confuso: possibile che Silente, anche da morto, non avesse perso il vizio di parlare per enigmi? <<Non capisco, professore…>
<<Ma è così facile Harry. Tu e Lily siete due anime strettamente legate. La vostra natura è così simile, il tuo bisogno di lei è come il bisogno che un uomo ha di acqua, il tuo desiderio costante di rivederla è così forte che lei ti è apparsa esattamente come tu volevi, tanto da fartela sembrare reale>>. Ed Harry capì. Quella che aveva visto non era sua madre. Era il riflesso di lei che Harry aveva chiuso a chiave nel suo cuore.
<< Tu avevi bisogno di aiuto, di risposte. Ma le cose che tua madre ti ha detto, in fondo le sapevi già. Avevi solo bisogno di un aiuto, tutto qui. E chi meglio di una madre può aiutare il figlio a comprendere ciò che già sa?>>
<< Vuole dire che io cercavo così tanto delle risposte che già sapevo e che il desiderio di scoprirle mi ha portato a trovarle sotto forma dell’apparizione di mia madre?>>
<<Così è un po’ complicato Harry, ma la sostanza è quella. Le risposte che tu cercavi si sono, si può dire, materializzate sotto forma dell’ apparizione di Lily. E’ apparsa davanti a te la parte di Lily che vive nel tuo cuore>>.
<<Quindi non sono pazzo?>> chiese Harry decisamente sollevato e allo stesso tempo incantato e meravigliato da ciò che aveva scatenato semplicemente tutto l’amore che provava per Lily.
<<Penso di poter rispondere con certezza di no. Non sei pazzo Harry, ami soltanto immensamente tua madre. Ed, ancora una volta, hai avuto la prova di quando amore e magia siano legati a doppio filo>>.
<<Ma…tutte quelle cose su Piton…cosa volevano dire, professore?>>
<<Se ti dico tutto io, Harry, dove sta il divertimento?>>

Harry rimase interdetto, ma non provò neanche a controbattere: Silente aveva acquistato un certo senso dell’umorismo, per caso?
<<Ora se non ti dispiace, vorrei tornare al mio pisolino. Stavo facendo un sogno incredibilmente vivido…mai provato a volare su piume di zucchero giganti, Harry? E’ un’esperienza che ti consiglio>>. Detto questo Silente gli strizzò l’occhio e si addormentò.
Nel momento stesso in cui le palpebre di Silente si abbassarono nascondendo ad Harry gli occhi azzurri e benigni, la porta dell’ufficio si aprì e lui si girò. La testa della McGranitt spuntò da dietro la porta socchiusa in modo molto comico, tanto che Harry si dovette sforzare di non ridere.
<<Potter scusa se disturbo>> disse brusca la McGranitt << volevo chiedere se avete…finito>>.
<<Sì preside. Ora me ne vado, scusi se le ho occupato l’ufficio senza preavviso, ma mi creda quando le dico che era una cosa urgente>>. Harry fece per andarsene, ma la McGranitt, entrando finalmente tutta intera, lo fermò. <<Ti chiedo ancora un minuto di pazienza>> disse andandosi a sedere alla scrivania << vedi c’è una cosa importante che dobbiamo sbrigare, ed una persona vorrebbe vederti>>. Lo stomaco gli brontolò rumorosamente dalla fame ed Harry si ricordò un po’ in imbarazzo di aver saltato colazione. Prima che potesse scusarsi e chiedere alla McGranitt di aspettare, la porta si spalancò.
<<Harry, dal ruggito che ha fatto il tuo povero stomaco devi essere veramente affamato>> ruggì Kingsley << ma spero che troverai due minuti da concedere al tuo capo!>>. Scoppiò in una fragorosa e cavernosa risata, in due lunghi passi raggiunse Harry davanti alla scrivania della preside e gli catturò la mano in una stretta poderosa degna di Hagrid, tanto che Harry si sforzò di non urlare. Non aveva mai notato che Kingsley, le spalle grosse, alto e barbuto, era molto grosso! Probabilmente la sua stazza gli era di aiuto. Se Harry avesse dovuto scegliere un Ministro tra l’immenso Kingsley e il piccolo inetto insignificante Caramell, a prima vista avrebbe sicuramente scelto Kingsley. Harry era sorpreso: il Ministro era la persona che meno si aspettava di vedere in quel momento. Era inoltre un po’ preoccupato…la presenza del Ministro a Hogwarts di prima mattina non era un buon segno. Per di più voleva parlare con lui. Per chi era venuto? Ron? Hermione? L’ultimo nome non voleva neanche pensarlo, ma, prorompente e incontrollabile, l’immagine di Ginny, bianca e pallida più del ritratto di Silente, distesa a terra in una posizione innaturale, gli occhi aperti, vitrei e senza vita fece irruzione nella sua mente. << Ehi Harry ti ha colpito un bolide? Sei tutto sudato…sembri quasi spaventato…sono io che ti faccio questo effetto? Mi dispiace informarti che non mordo!>> sbottò Kingsley, per sdrammatizzare. Harry si riscosse dai suoi pensieri e rispose, titubante, un po’ in ritardo, balbettando: << Buo-buo-buongiorno Signor Ministro. Cosa è successo?>>
<< Oh niente di cui preoccuparsi, Harry! Comodo, comodo…>> e con un cenno lo invitò a sedersi, mentre egli faceva altrettanto << sono qui per metterti al corrente di un episodio…non so come definirlo…esilarante?!?!>> e si abbandonò all’ennesima, rauca risata. “E’ di buon umore…” pensò Harry sollevato. “ Sono diventato paranoico. Devo calmarli o finirò per vedere in giro per il castello cadaveri di donne rosse di capelli insanguinate e martoriate…” si disse, concedendosi un ultimo brivido. Ora che era più calmo, notò che Kingsley portava a tracolla una borsa di tela marrone con dentro una massa informe che…si muoveva freneticamente? Si aggiustò gli occhiali: forse le allucinazioni erano arrivate ed era ora di fare una bella controllatina al San Mungo?
Esitante, Harry chiese a Kingsley: << Ministro, non vorrei essere inopportuno, ma è normale che… la sua borsa si muova?>>
<< Oh! Ah ah…sì sì tutto regolare, Harry. E tu sta un po’ fermo!>> disse alla borsa, colpendola con una mano. Dalla tela spuntarono però un musino nero, tenerissimo , due occhietti gialli desiderosi e intelligenti e due orecchie lunghe e pelosissime. Pur avendolo visto solamente una volta al terzo anno, Harry lo riconobbe subito: un piccolo cucciolo di snaso lo fissava curioso dalla borsa di Kingsley. << Uno..snaso?>> chiese Harry confuso.
<< Definirti perplesso sarebbe un eufemismo Harry! D’altronde, non c’è da stupirsi, quando me l’hanno riferito, ho pensato fosse uno scherzo del “Dipartimento di analisi eredità e confisca beni” …sai sono dei giocherelloni! Il problema è che non è uno scherzo…>> disse poi, rivolgendosi più a se stesso che a Harry. << Comunque, vedo che lo hai riconosciuto! E’ un piccolo esemplare di snaso!>>
<< Temo di non capire, Ministro…>> disse allora la McGranitt. Harry si era quasi dimenticato di lei: era stata in silenzio per tutta la durata del colloquio. Notò che le sue narici erano dilatate e le sue labbra erano così strette e sottili tanto che Harry pensò le avesse ingoiate per sbaglio. Conoscendola da tempo sapeva che, quando assumeva quel cipiglio, era profondamente irritata. Harry immaginò che non fosse contenta di avere un snaso nell’ufficio: quelle bestiole, anche se così piccole, erano in grado di scatenare un putiferio pari ad uno spettacolo dei migliori fuochi d’artificio di Fred e George. Non sarebbe stato piacevole, si disse Harry, ritrovarsi lo studio pieno di buche…
<<Non mi aveva detto di dover consegnare a Harry l’eredità del professor Piton?>> chiese quindi severa la McGrannit. L’eredità di Piton? Doveva aver capito male…
<< Sì, Minerva, è quello che sto facendo>>. Rispose Kingsley leggermente indispettito. Poi, porgendo la borsa Harry, gli disse: << Mi scuso per il ritardo Harry, ma il Ministero, trovandosi ad affrontare una situazione particolare, ha concesso una deroga al “Dipartimento di analisi eredità e confisca beni” per quanto riguarda il limite dei 31 giorni. I dipendenti del dipartimento hanno esaminato con cura il testamento e l’eredità di Severus Piton e hanno concluso, non poco sconcertati, che egli ti ha, come dire, “affidato” questo snaso>>.
Superata la sorpresa iniziale, Harry provò una profonda irritazione. Si sentiva preso in giro da Kingsley: come poteva prendere alla leggere un episodio decisamente assurdo? Era impossibile che Piton gli avesse lasciato in eredità uno snaso! A che scopo? Probabilmente la McGranitt era ancor più risentita, quando disse: <<Se questo è uno scherzo, non è divertente, signor Ministro! Stiamo parlando di una faccenda seria! E’ totalmente inopportuno da parte sua un tale comportamento!>>. Poche volte Harry l’aveva vista così arrabbiata: soffiava come un gatto e il suo volto era chiazzato di rosso. Al che, Kingsley si rese conto di aver esagerato. Era profondamente dispiaciuto quando si rivolse a Harry dicendo: << Minerva ha ragione Harry. Ti devo delle scuse, ma, vedi, la situazione era così comica che…non so cosa mi sia preso! Immagina che i tuoi dipendenti ti consegnino uno snaso da dare a Harry Potter…beh, credimi se ti dico che non ho mai visto una cosa del genere!>>. L’irritazione di Harry scemò un po’, poiché in fondo lo capiva: non era una cosa che capitava tutti i giorni. Un po’ più calmo, chiese: << Kingsley, avete trovato altro, oltre allo snaso?>>
<< In effetti, adesso che me lo chiedi, abbiamo trovato un piccolo bigliettino. La grafia è stata riconosciuta e non abbiamo dubbi: lo ha scritto Piton di suo pugno. Mi dispiace Harry, ma non dice un gran che. Pare proprio che Piton non abbia scritto il men che minimo testamento>> disse Kingsley, che, dopo il singolare accesso di ilarità di poco prima, era ritornato l’immagine della pacatezza. Harry prese il pezzetto di pergamena che Kingsley gli porgeva. Lo aprì in modo che gli altri non lo vedessero e lesse:

Spero che tu abbia un po’ più di sale in zucca di tua padre per capire quando verrà il momento di utilizzare ciò che ti ho lasciato.
Quando tutto ti sembrerà perduto, questo snaso ti sarà utile, Potter.
Se mi odi così tanto da non volermi fare quest’ ultimo, unico favore,
fallo per tua madre. In fondo, pur essendo stato in tante occasioni con lei
un essere spregevole, penso mi volesse bene. Fallo per Lily, glielo devi.

Severus

Harry sorrise: Piton era sempre Piton. Voleva conseravre per sè le paroile e le emozioni di quel messaggio quindi quando alzò la testa dalla pergamena, era impassibile, una maschera di cera.
Kingsley e la McGranitt lo fissavano in attesa che dicesse qualcosa. Rimasero tuttavia sbalorditi quando Harry disse: << Molto bene. Signor Ministro, Signora Preside, dovrei andare. Non ho ancora fatto colazione e ho un certa fame. Grazie per avermi avvisato e per avermi consegnato…lo sna..beh, l’eredità di Piton>>. Detto questo, Harry prese dalle mani di un incredulo Kingsley la borsa di tela contente lo snaso e uscì.
Finalmente al riparo da occhi indiscreti, mentre scendeva la scala a chiocciola e si dirigeva verso l’accogliente sala comune di Grifondoro, una sola lacrime gli rigò il volto. Harry la asciugò col bordo della manica. Pur non avendo capito cosa gli volesse dire Piton, si ripromise di scoprirlo e di aiutarlo. Non aveva fretta. La cosa che sentiva di dover fare in quel momento era di riferire tutto a Ron e Hermione. L’importante era che, come aveva scritto Piton nel biglietto, quando sarebbe venuto il momento Harry sarebbe riuscito a capire e ad usare ciò che Piton gli aveva lasciato. Ron e Hermione, come sempre, lo avrebbero aiutato a capire. E in fondo, di disse, non lo faceva solo per Lily, lo faceva perché doveva a Severus Piton molto più di quanto quest’ultimo immaginasse.

Il testo è molto buono, c'è ambiente ed è molto scorrevole, con ampi accenni ai sentimenti di harry.

Jo Potter ha scritto:: <<Harry, dal ruggito che ha fatto il tuo povero stomaco devi essere veramente affamato>> ruggì Kingsley << ma spero che troverai due minuti da concedere al tuo capo!>>. Scoppiò in una fragorosa e cavernosa risata, in due lunghi passi raggiunse Harry davanti alla scrivania della preside e gli catturò la mano in una stretta poderosa degna di Hagrid, tanto che Harry si sforzò di non urlare.

Jo Potter ha scritto:: << Ehi Harry ti ha colpito un bolide? Sei tutto sudato…sembri quasi spaventato…sono io che ti faccio questo effetto? Mi dispiace informarti che non mordo!>> sbottò Kingsley

Jo Potter ha scritto:: e si abbandonò all’ennesima, rauca risata. “

Ho solo da farti queste due piccole precisazioni:

1 ti ho evidenziato sopra tutti gli aggettivi che usi quando parla Kingsley, e sono praticamente opposti a quelli usati dalla Row, infatti lei usa sempre calmo, pacato, tranquillo, tu invece hai usato ruggì......, io preferivo l'altro kingsley!
2 Harry mi sembra in alcuni punti un po' un fantoccio! sembra sempre un po' tocco, e non è mai stato così!

per il resto ripeto è un ottimo testo! dimmi che ne pensi delle mie considerazioni!

hai ragione su kingsley...ma volevo dare l'idea del " grosso e forte ministro della magia" e poi era di buon umore... mettiti nei suoi panni: i tuoi dipendenti ti consegnano uno snaso: o piangi o la prendi sul ridere!!!

non sono d'accordo su harry...scusa eh, ma uno che
1 ha appena rivisto la madre morta ( non so te ma io mi sarei presa un bel colpo
2 ha parlato con silente ( non dimientichiamoci che è harry è "l'uomo di silente sempre e comunque" e che vederlo in un quadro e non in carne ed ossa fa un bell'effetto!) che ha distrutto le sue speranze...
3 si vede lasciare in eredità che cosa...non una spada un boccino e un deluminatore ma....uno snaso!!!!!!!
renditi conto di come si deve sentire!!!!!!

X quanto riguarda il testo: sei rimasto più incuriosito o schifato?

un piccolo ps

Citazione :: con ampi accenni ai sentimenti di harry.

chi mi conosce lo sa, i sentimenti sono la mia passione!!!! lol!

il testo è molto bello! e mi piacerebbe vedere dove vai a parare con la storia dello snaso! sono molto incuriosito!

per quanto riguarda harry hai ragione, però io lo vedrei più triste che imbambolato! se io vedessi la mia ragazza morta (come lui la immagina) mi verrebbe da piangere, non rimarrei immobile a guardare il nulla!

devo ancora conoscerti meglio, ma mi piace il tuo stile!

thanks...! modificherò, mi hai dato qualche consiglio interessante! =)

BELLISSIMO!!!!!!!!! sono stracurioso di sapere cosa centra lo snaso!! spero che la continuazione arrivi presto...! Very Happy

dato che per ora non sto scrivendo è l'unica cosa che posso fare! afro

Un capolavoro e scritto molto bene

ma è...è...è...insomma è.... F-A-N-T-A-S-T-I-C-O...Jo sul serio mi piace un sacco come scrivi!!!mi ricorda molto zia row... Sad

e cmq l'idea di Kingsley mi piace...era troppo tranquillo da come lo descriveva zia ro'!!!!!!!!!!!!!!!bello bello, brav bravxDxDxD Wink

ma una cosa...la Firebolt di Arrì non è stata persa durante il viaggio da casa dursley a tonks???o l'ha ricomprata???cmq davvero bello...ripeto, mi piace un sacco!!!!lo inserirete nel libro, giusto???hihi che bello, complimenti Jo Twisted Evil

leggo domani che sono cotto x) E magari scappa un FAVOLOSO! Wink

Cavolo la firebolt forse è un problema...

perchè dici che è un problema? Harry in un capitolo precedente dice che avrà bisogno di una nuova scopa per affrontare la stagione di Quidditch, quindi si può scrivere che ha comprato un'altra Firebolt

si lo so...xo è sempre una grana in più...sapete una cosa...odio le incongruenze!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Very Happy

x mik: commento al testo?!?!?sono curiosa =)
e poi sono un po' di malumore...ho visto il film... Shocked

Si scusa hai ragione... volevo commentralo già ieri sera ma poi mi sono dimenticato.... Il testo mi piace, è bella l'idea che Lily aiuti Harry e sono anche molto curioso di sapere cosa ci farà Harry con lo snaso (forse Piton ha nascosto qualcosa per Harry e lo snaso lo aiuterà a trovarlo?). Per quanto riguarda il film... potevano farlo meglio... Very Happy

fantastico... cheers

certo la storia di Lily è alquanto strana!!! ma ne è gia stato discusso!!! Wink

io so cosa ci fa Harry con lo Snaso!!!!!! Twisted Evil

:...chiarisca o mi vedrò costretta ad eliminare il messaggio...! =)

chiarisco... chiarisco... ma in separata sede!!!! Wink

bellissima!! Strana è dir poco xD però è bella u.u si si.. me gusta Very Happy

Numero di messaggi : 33 Età : 31 Punti : 5445 Data d'iscrizione : 17.07.09

Molto bella complimenti....anche se mi sembra strano che piton avesse uno snaso Very Happy

....cmq voglio sapere cm va avanti eh..... Smile

concordo con fla182 vogliamo sapere come va avanti!! Very Happy

Numero di messaggi : 1152 Punti : 6794 Data d'iscrizione : 03.03.09

Diciamo che con la spiegazione che ha dato Silente mi hai convinto un po' di più sulla visione di Lily!
Poi il colpo di scena dell'eredità/snaso è molto potteriana e simpatica! Solo una cosa, gli snasi e le puffole, vanno daccordo? Immaginate la scena:
«Snow! (che è il nome che ho dato allo snaso) Sputa subito Snitch, è maleducazione mangiare la puffola del tuo padrone!».

Io modificherei un pelo la struttura... mi stona il fatto che ad ogni problema Harry corra nell'ufficio della preside (è una cosa ricorrente in molti testi), a questo punto la mcGranitt potrebbe trasferirsi lasciandolo ad Harry! Per questo propongo che Harry fosse invitato là dalla mcGranitt per una questione ignota (che poi sarà lo snaso) e che approffitando dell'occasione parli al quadro.

Un ultima cosa, perchè la visione proprio in sala grande... mi pare un posto poco adatto.

Va be', ora sto zitto, ciao!

La sala grande mi piaceva...un posto enorme e deserto!
Per quanto riguarda lo studio: è una questione importante, Harry è OBBLIGATO a parlare con Silente...
Poi non so...

Ho postato il cappello, per chiudere definitivamente il pezzo. Forse avete notato che mancano i commenti di Ron e Hermione. Nella remota eventualità che questo pezzo servisse a qualcosa, li scriverò. Ora mi dedicherò al seguito =)

Un bacio,
JO

Numero di messaggi : 1152 Punti : 6794 Data d'iscrizione : 03.03.09

Ehm... forse nella lettera di Piton volevi scrivere "tua madre" non "tua padre"!!!
Finalmente, forse, ho capito a cosa serve lo snaso... bell'idea! Ma se è come credo stai commettendo un errore cronologico!!!
Sono stato troppo criptico? Muhahahaha!!! (E con questa ennesima risata ti devo circa 345 euro di diritti d'autore!!)

ancora più intrigante la seconda parte!!! bellissimo!! nn vedo l'ora di leggere l'ultima parte! Very Happy

oddio ho scritto tua padre!??!?!?! remus spiegati meglio!! errore cronologico??

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