I maghi oscuri - Harry scopre da dove arrivano

I MAGHI OSCURI

Harry ebbe durante tutta la settimana delle visioni in cui compariva ogni volta una carrozza nera trainata da dei cavalli di un marrone scuro che rasentava il nero. Era la stessa dalla quale aveva salvato Ron a Diagon Alley. Esasperato e un po’ scocciato da queste intromissioni nella sua mente, più per il fatto che gli ricordava un periodo buio nella storia della magia che per il fastidio in sé, era deciso a scoprire chi fossero coloro che desideravano così tanto la Bacchetta di Sambuco. Harry era convinto che fossero maghi delle parti di Beauxbatons. Infatti al torneo Tremaghi, che alla fine si era trasformato in Quattromaghi, erano arrivati in volo con una carrozza, mezzo antico per viaggiare, ma grazie a qualche incantesimo era diventato il dormitorio dei nuovi studenti. Deciso di verificare la sua ipotesi chiese a Ron e a Hermione di accompagnarlo in biblioteca.
Era una giornata fredda e pungente, il clima ideale per rimanersene barricati nel castello al tepore dei camini appena accesi.
«Allora Harry, come mai ci hai portato in biblioteca mentre potevamo starcene nella sala comune a riposare?» chiese Ron, ma Hermione si rivolse severa verso di lui e disse «Guarda che al settimo anno bisogna studiare sfruttando ogni momento possibile!» e poi aggiunse rivolgendosi a Harry «dai spiegaci come mai ci hai condotto qui». Harry ormai era abituato ai loro battibecchi anche se non li concepiva: lui e Ginny litigavano raramente. «E’ una cosa della massima importanza, riguarda coloro che cercano la Bacchetta». A quelle parole, come se avesse eseguito un incantesimo, i due amici smisero di guardarsi in cagnesco e con sguardo interrogativo lo squadrarono.
«Ho deciso di scoprire chi sono e da dove vengono. Sono stufo di rimanere qui senza muovere un dito continuando a subire le loro intromissioni nella mia mente». «Ma Harry … » obbiettò Ron «non abbiamo nessun elemento che ci possa aiutare!».
Con stupore di Harry e di Ron, intervenne Hermione «non è vero Ron, abbiamo un solo indizio ma l’abbiamo» e così dicendo rivolse un cenno d’intesa con Harry che proseguì «la carrozza».
«Ron, non sono molti che al giorno d’oggi preferiscono viaggiare utilizzando una carrozza trainata da cavalli». Ron divento rosso per non esserci arrivato e disse «quindi noi dobbiamo cercare dei riferimenti a luoghi o a tradizioni che ancora oggi come mezzo di trasporto usano le carrozze». «Esatto» dissero all’unisono Harry ed Hermione. Detto questo si separarono e iniziarono a perlustrare ogni libro trovato sugli scaffali della biblioteca che faceva riferimento ai mezzi di trasporto magici moderni o a tradizione perdurate nel presente.
Ma dopo un pomeriggio di ricerche non ottennero nessun risultato. Demoralizzati e scoraggiati si diressero a cena, ripromettendosi di proseguire la loro ricerca il giorno successivo. Ma per tutti i giorni della settimana accadde la stessa cosa.
Harry e Ron si trovarono stracarichi di compiti che al contrario di Hermione rimandavano di giorno in giorno. Sarebbero sprofondati presto se non fosse stato per Hermione: con la scusa di farsi correggere i compiti riuscivano ad ottenere le soluzioni richieste. Riuscita a liberare la sera dallo studio, decisero di riesaminare i passaggi della loro ricerca per verificare di non aver tralasciato niente.
«Abbiamo cercato in tutti i libri di storia della magia contemporanea ma non abbiamo trovato niente, perché?» disse Ron esasperato, esprimendo il quesito che tormentava tutti e tre. Mentre erano in preda alla riflessione Hermione balzò in piedi esclamando «ho trovato!!» e corse fuori dalla sala comune scomparendo alla vista dei due amici. «Tipico di Hermione» disse Ron, «appena scopre qualcosa deve andare a verificare in biblioteca». «A quest’ora deve stare attenta, gli studenti dovrebbero già essere a dormire» pensò Harry preoccupato. Ma non aveva tenuto conto che Hermione in qualità di Caposcuola era più libera di uno studente normale. Infatti poco dopo tornò con un grosso volume tanto impolverato da rendere la lettura del titolo poco chiara. Ma Hermione come se avesse letto nella mente ai suoi amici disse «Tergeo!» e il libro tornò pulito come quando fu scritto. Ora i caratteri d’oro del titolo erano chiaramente visibili. «Storia della Magia Contemporanea Internazionale» lessero Harry e Ron contemporaneamente assumendo entrambe un cipiglio interrogativo. «La soluzione» disse Hermione «è qui dentro. Avevo fatto questa ipotesi, ma l’avevo scartata perché pensavo fosse assurda, ma per sicurezza sono andata a verificare e invece si è rivelata molto interessante. Sentite: …durante il diciannovesimo secolo in Ameria si erano create delle nuove città, dove le ferrovie erano impossibilitate ad andare, si proseguiva semplicemente a cavallo o con delle carrozze, meglio conosciute come diligenze… Ancora oggi in alcune città magiche del Texas si usano delle carrozze come mezzi di trasporto locale; alcune famiglie, soprattutto le più numerose usano queste, apportando gli incantesimi necessari, come mezzo per lunghi viaggi extracontinentali … Molti le hanno paragonate con i Camper e le Roulotte babbane».
Appena ebbe finito di leggere si guardarono tutti e tre preoccupati. «Vuoi vedere che gli Americani si stanno interessando a noi perché questi che cercano la Bacchetta …» e qui Harry non finì la frase perché gli altri avevano capito. «Devo parlare il prima possibile con Kingsley. Devo fargli presesente cosa abbiamo scoperto. Noi intanto facciamo qualche domanda agli studenti americani, senza dare troppo nell’occhio. Ora vado a dormire, buonanotte!» «Buonanotte Harry» dissero in coro Ron ed Hermione. Così dicendo si avviò verso il dormitorio, ma arrivato quasi alla fine delle scale si accorse di non avere sonno. Riscese verso la sala comune per chiedere a Hermione il libro, ma vide che i due amici si stavano baciando. Decise quindi di lasciar perdere e si diresse nuovamente a letto. Qui si ricordò di dover parlare con Kingsley, il primo ministro. Aveva appena finito di scrivere un biglietto da spedire con un gufo della scuola quando si ricordò di aver dato al ministro un delle due statuine raffiguranti due canguri che Hermione gli aveva donato. La decisione di darne una al ministro, anche se era un amico ed era per un motivo più che valido, gli era costata molto. Avrebbe preferito darlo a Ginny in modo da potersi scrivere durante le lezioni. Ma ci aveva rinunciato solo perché aveva lo specchio magico che gli permetteva di parlarle a faccia a faccia. Il rischio di farsi beccare dai prof era alto, ma ne valeva la pena. Dato che doveva entrare nel marsupio del canguro che era alto circa dieci centimetri dovette ridurre all’essenziale il messaggio: «Kingsley, ho delle novità. Harry» così fatto lo mise dentro il marsupio e questo sparì. Non sapendo quando il ministro avrebbe visto il messaggio si mise a letto e si addormentò. La mattina dopo trovò la risposta di Kingsley nella statuina. «Harry,vieni alla Stamberga Strillante, ti aspetto lì all’ora di pranzo. Kingsley». Harry dovette leggere il messaggio più volte per convincersi di quello che aveva letto. Ron dormiva ancora e dato che era presto scese nella sala comune e si sedette in una poltrona. Mentre era assorto dai suoi pensieri sentì una mano che gli accarezzava i capelli. Giratosi di scatto vide che era Ginny, «ah sei tu! Da quanto tempo sei qui?» chiese Harry, «ero qui da un po’ ad osservarti, e ho concluso che quando sei assorto nei tuoi pensieri sei ancora più bello» e mentre lo diceva gli si sedette in braccio e lo baciò. Tutti i pensieri e le preoccupazioni scomparvero in un istante. Quando era con Ginny gli sembrava di vivere in un altro mondo. Era un momento veramente magico, ma non poteva durare per sempre. Infatti in quel momento frotte di studenti iniziarono a confluire per andare a far colazione. «Ci vediamo in giro» disse Ginny e così dopo averlo baciato un’altra volta si avviò anche lei insieme agli altri studenti giù da basso.
Era li seduto sognante quando fu raggiunto da Ron. «Ciao Harry, andiamo a far colazione?» gli chiese, «Ok» disse. E così insieme si avviarono.
Quella mattina avevano Trasfigurazioni.

QUI HO INSERITO IL PEZZO POSTATO DA Lupin. MI SEMBRAVA BELLO E POTEVA ENTRARE BENISSIMO!


Nell'aula di Trasfigurazioni del professor Uglick, c'erano molti ragazzi provenienti da tutte e quattro le Case, ma l'insegnante non era ancora arrivato. Si sedettero in un banco a mezz'aula insieme a Bryan. Lo salutarono con un cenno neutrale e iniziarono a tirar fuori libri e pergamene.
Nel mezzo del brusio, improvvisamente, si sentì urlare dal fondo della classe.
«Oddio... aiuto... mi fa male il braccio... mi sento mancare!».
Harry si voltò, a gridare era stata una delle ragazze americane smistate a Tassorosso. Stava barcollando come si fosse scolata un barile di Burrobirra più un buon secchio di Whisky Incendiario! Poi, non sembrò più riuscire a mantenere l'equilibrio e, cercando di aggrapparsi ad una compagna, inciampò cadendo verso il pavimento. Contro ogni logica, invece di sbattere il naso a terra, iniziò a levitare volteggiando per la stanza in modo casuale.
«Aiutoooo! Qualcuno mi blocchi!» chiese disperata.
La situazione era però alquanto comica e un brusio di risate si alzò qua e là nella stanza. Ron fu costretto a ingoiare un attacco di ilarità da una secca gomitata di Hermione.
La ragazza stava passando sopra a loro e Hyde, svelto, si aggrappò alle gambe della compagna e la tirò giù rimettendola piedi a terra.
«yyyyy dove volevi andare?».
«Oh, grazie Bryan» disse lei cogli occhi lucidi.
Ma il sollievo non durò a lungo: la ragazza si ristaccò di nuovo dal pavimento e riprese a muoversi per aria.
«Hei, dove vai?» le disse Hyde riacchiappandola. La condusse al suo posto e la schiacciò sulla sedia. «xxxxx, bloccala per piacere» chiese alla connazionale che era seduta lì vicino.
«Incarceramus» disse lei e, improvvisamene, delle corde sbucarono dal nulla e iniziarono a legare l'altra ragazza alla sedia «Scusami, è un modo un po' duro, ma non mi è venuto in mente niente di meglio!».
«Oh, non importa,» rispose l'amica «basta che rimango a terra!».
Poi Hyde si girò verso il resto della classe «Allora? Si può sapere chi è stato? Adesso penso che vi siate divertiti abbastanza... fermate l'incantesimo!».
Nessuno rispose, nella stanza, ora, era calato il silenzio.
«Allora non è stato nessuno a fare questo?» disse guardando deciso in direzione di Malfoy e degli altri Serpeverde.
«Stai parlando con noi?» disse Malfoy «Guarda che di solito non passiamo il tempo a fare scherzi così stupidi».
La tensione stava salendo. Se il professore non si fosse fatto vedere presto, la situazione avrebbe potuto degenerare.
In quel momento la ragazza intrappolata iniziò ad oscillare ed a sollevarsi con tanto di sedia. «Oh, no... ancora! E pensare che io nemmeno ci sarei voluta venire qui! Se non fosse stato per mio padre... Ozward sì che è una vera scuola».
«Be', nessuno ve lo ha chiesto... potete fare le valigie quando volete!» rispose acido Draco mentre scacciava un insetto dalla faccia.
«Non ci possiamo far niente se i nostri ministri hanno deciso che bisognava “instaurare saldi rapporti”, se fosse dipeso da me, vi avrei lasciato mettere a posto questa scuola fatta di quattro sassi da soli!» disse Hyde tenendo ferma la sedia con un piede.
«Forse sarebbe stato meglio!».
«Almeno su questo siamo d'accordo!» fece Hyde, «Ma se non è opera vostra, di chi allora? Granger, come Caposcuola non dovresti intervenire?» disse spostando lo sguardo su Harry, Ron ed Hermione.
«Hyde, tu hai visto cos'è successo? Perché io non ne ho la più pallida idea» rispose lei sforzando gentilezza.
«No, non lo so! Ma dovrebbe essere tuo dovere capire i chi e i come quando qualcuno combina qualche brutto tiro come questo! Oppure non sei in grado di assolvere ai tuoi doveri?».
Ron si avvicinò con un paio di lunghi passi al biondo «Senti, tu! Hai finito di cianciare; se la tua amica non è in grado di stare con i piedi per terra non è mica colpa di Hermione!».
«Credi che lei si diverta a volteggiare per la classe?».
«Questo non lo so, ma non è colpa nostra!».
I due litiganti si diedero le spalle imbronciati.
Hermione guardò Ron con un misto di disapprovazione e gratitudine «Non cambierai mai, non riesci proprio a resistere alle provocazioni».
«Ma Hermione, se l'è cercata! Diglielo anche tu Harry!».
«Oh... non mettetemi in mezzo! Io spero solo che il professore arrivi subito ...» rispose Harry, «... la situazione è già abbastanza tesa» abbassò lo sguardo sulla sua copia di “Guida alla Trasfigurazione Avanzata”.
«Accidenti, è vero, sarà già passata mezz'ora e il professore ...» Ron si bloccò di colpo «O... o... oddio! Cos'ho sul naso?».
Harry alzò lo sguardo: in mezzo alla faccia di Ron deformata da una smorfia, c'era uno strano insetto. Un insetto dal colore blu acceso, in cima al capo portava due ali rigide traslucide e dal fondo dell'addome sporgeva un lungo e sottile pungiglione che si muoveva sinuoso a destra e sinistra come a cercare il punto in cui penetrare.
«Harry! Svelto, trova qualche incantesimo!».
Harry sorrise alzando il libro di Trasfigurazioni e, prendendo la mira, disse «Non preoccuparti conosco un metodo babbano molto efficacie!».
Hermione parlò allarmata «NO! Harry, fermo!».
«Rilassati, Hermione, stavo scherzando ...».
«No, non hai capito. Quello è un Billywig ! È un'animale magico: la sua puntura provoca vertigini e levitazione. È originario dell'Australia e ...».
«Hermione... ti prego... puoi lasciare i dettagli per dopo... adesso aiutami!».
Hermione alzò la bacchetta ma, mentre stava per pronunciare l'incantesimo che aveva scelto, il piccolo Billywig si alzò in volo. Ruotava vorticosamente le due piccole ali, girando come una trottola impazzita. Era così veloce che quasi non si riusciva a individuarlo.
«È molto strano... quell'insetto vive solo in Australia, è quasi impossibile che sia arrivato fin qui da solo! Deve averlo portato qualcuno».
«Hermione! Lascia stare i tuoi dubbi, aiutaci a fermarlo... ».
La ragazza cercò più volte di bloccarlo senza successo. Il Billywig passò di banco in banco tra i ragazzi allarmati: sembrava quasi si divertisse a far scansare gli alunni intimoriti!
Dopo aver tentato l'ennesimo incantesimo Harry urlò «Bryan, perché te ne stai fermo lì? Non hai capito che è stato quel coso a colpire la tua amica».
Hyde si destò e iniziò ad aiutare gli altri a fermare il Billywig.
Ormai nella classe regnava il caos, il piccolo insetto vorticava irrefrenabilmente come una trottola per tutta l'aula e molti dei ragazzi cercavano invano di colpirlo con qualche incantesimo.
Dopo l'ennesimo giro della classe, il piccolo insetto passò accanto a xxxxx che, fulminea e precisa, lo colpì in pieno. Il Billywig andò a posizionarsi sulla cattedra, sempre col suo irrefrenabile trottolio. Poi, pian piano, iniziò a rallentare e a diventare sempre più grande. Le ali e il pungiglione quasi sparirono e il resto del corpo iniziò a deformarsi.
Nel giro di qualche secondo, al posto del Billywig si trovarono davanti un sorridente e curvo professor Jattarius Uglick seduto sulla cattedra!
«Ragazzi! Benvenuti, lasciatemi dire che è stato uno spasso spaventarvi!», iniziò, «Tuttavia sono molto deluso dalla vostra codardia... mi pare che fra di voi ci sia addirittura chi aspira a diventare Auror... e non è stato capace di fermare un piccolo insetto!».
«Piccolo... ma terrificante» commento Ron.
Cosa? Era stato il professore a provocare tutto quel trambusto, e lui che sperava arrivasse preso per calmare la situazione! Ed aveva anche punto yyyyyy, quella ragazza americana.
«Comunque sono contento che ci sia stato qualcuno che è riuscito ad individuare il pericolo: 10 punti al Grifondoro per la sagacia della signorina Granger ...».
Hermione sorrise compiaciuta.
«... tuttavia, non siete riusciti a capire che non era un vero e proprio animale ma il sottoscritto. Quindi un punto in meno per ogni incantesimo lanciato da ognuno di voi contro il vostro vecchio professore ...».
Il sorriso di Hermione si sformò in una smorfia.
«... a tutti tranne alla signorina xxxxx, naturalmente. È stata l'unica che, alla fine, ha scoperto il trucco! Venti punti a Corvonero» continuò, «Su... vuole illuminare i suoi compagni su cosa è successo?».
«Ecco, l'insetto si muoveva con troppa astuzia per essere solo un animale. Così ho pensato che in realtà fosse un mago e l'ho Detrasfigurato».
«Molto bene. Molto, molto bene. Vedete, con il vostro livello di studi e la vostra poca esperienza non siete ancora in grado di percepire l'essenza magica delle cose. Questa capacità vi permetterà di capire quello che realmente avete davanti, oltre alle apparenze» ruotò velocemente gli occhio sulla classe, «La vostra compagna è stata brava, perché, pur non avendo questa capacità, ha trovato la risposta con il solo intuito!».
Hermione alzò la mano vistosamente.
«Ma non è possibile! Quando si attua la trasfigurazione uomo-animale, la persona perde completamente coscienza di sé ed ha un comportamento tal quale a quello dell'animale. Mentre lei... mentre lei ha ricordo di quello che è successo e... e per di più ha detto che stava agendo secondo volontà».
«Eccellente, eccellente signorina Granger. Quella che ha descritto, sottolineandone le ripercussioni negative, è la normale Trasfigurazione uomo-animale. Come vi ha spiegato la vostra compagna, se per caso doveste compiere l'errore di Trasfigurarvi in un'animale, la vostra coscienza e la vostra capacità d'agire sarebbe quella dell'animale da voi scelto. Per questo motivo, ogni vostra capacità magica sarebbe annullata, compresa quella di Detrasfigurarvi», poi passò lo sguardo su tutta la classe, accertandosi di aver catturato l'attenzione, «Tuttavia, quando avrete visto passare molte lune, e dopo molti tentativi non andati a buon fine, sarete in grado di Trasfigurarvi con un'accuratezza molto maggiore di come potreste fare adesso. Nel caso di poco fa, io ho preso le sembianze del Billywig mantenendo però, per quanto il limitato cervello dell'insetto mi permettesse, coscienza di me stesso. In questo modo sono stato in grado di controllare il corpo dell'animale a mio piacimento. Tuttavia vi sconsiglio di provarci se non tra qualche decennio».
«Ma non capisco una cosa» iniziò xxxxxx, «anche se era cosciente, non era sicuramente in grado di Detrasfigurarsi ...».
«... e quindi, se nessuno di noi non l'avesse capito, non avrebbe potuto riacquistare le sue sembianze normali» concluse Hermione.
«Bene, bene. Avete perfettamente ragione. In quelle condizioni non avevo nessuna capacità magica, tranne quelle proprie del Billywig che, come sa bene la vostra amica, non sono per niente trascurabili» dicendo questo fece un rapido gesto per liberare yyyyy che rimase seduta senza levitare, «Ora che ho riacquistato le sembianze normali, anche l'effetto del veleno è scomparso. Ma, per rispondere alla vostra domanda, avevo l'assoluta certezza che prima o poi qualcuno di voi ci arrivasse, a costo di lasciarvi tutti a nuotare per l'aula come pesci in un acquario!
«Tuttavia, non ho questa gobba sulla schiena per niente. Avevo avvertito la preside Mc Granitt del mio esperimento e, sebbene abbia cercato di dissuadermi, mi ha promesso di Detrasfigurarmi se nessuno di voi l'avesse fatto».
La Mc Granitt doveva essersi trovata in una situazione molto strana!
«Sono sicuro che i miei colleghi vi abbiano parlato dell'importanza dei M.A.G.O.,» disse guardando i ragazzi che annuivano. Con un'espressione compiaciuta proseguì «Emerite baggianate! Ascoltate questo vecchio pazzo, quei pezzi di pergamena che vi daranno a fine anno non valgono uno Gnomo secco!».
La classe rimase inebetita davanti al professore sempre più compiaciuto.
«Quando vi ritroverete davanti alla vita vera, nessuno vi chiederà quanti e quali M.A.G.O. abbiate, ma sarà importante quello che valete. Vi saranno situazioni, in cui le circostanze vi costringeranno ad agire velocemente. E in questi pochi attimi che avrete a disposizione, dovrete aver ben chiaro cosa dovrete fare e, se vi attarderete a pensare a come compiere l'incantesimo, potreste aver terminato il tempo a vostra disposizione».
«Ma non saremo mica in pericolo di morte continuamente!» obiettò Ron.
«Oh, certo, nella maggior parte dei casi, il rischio che correrete non sarà sicuramente mortale! Tuttavia potrà influenzare la vostra vita. Mentre Trasfigurate un fiore alla vostra ragazza, fare attenzione al profumo e all'intensità del colore, oltre che al tipo di fiore, può fare la differenza nel proseguimento dell'appuntamento! In un vostro futuro lavoro, se esiterete di un solo secondo in più di un vostro collega, potreste compromettere la vostra carriera!»
La classe lo ascoltava attentamente.
«Allora, sapete qual è la cosa più importante nell'arte della Trasfigurazione? Ve lo dico subito: la conoscenza perfetta della cosa, viva o morta, che dovete Trasfigurare e di quello in cui volete Trasfigurarla. In questo modo potete ottenere il controllo su quello che dovete fare. Solo dopo sono importanti le vostre capacità magiche. Ricordate: conoscenza, controllo e capacità.
«Ma iniziamo subito... vediamo un po'... voglio che proviate a Trasfigurare la sola pelle del vostro braccio sinistro in pelle di... di... di lucertola. Sì, di lucertola dovrebbe andar bene» Muovendo la bacchetta fece apparire una grossa lucertola su ogni banco. «Osservate bene com'è fatta, concentratevi sulla vostra pelle e su quella dell'animale. Da adesso, fino alla fine della lezione, voglio che proviate a far questo!» Finito di parlare si diresse verso la porta.
«Ma dove va?» chiese qualcuno.
«Oh, vado a bermi un Frullato di Ribes della Foresta Nera nella sala professori, che bontà ...» rispose e uscì dalla porta.
La classe iniziò a vociare discutendo del nuovo professore. Ron si piegò indietro con la sedia per scambiare qualche parola con Dean.
«Oppure» da fuori ritornò chiara la voce di Uglick, «potrei Trasfigurarmi in una mosca e continuare a ronzare qua attorno!».
Le voci si fermarono all'istante e tutti si concentrarono sul proprio braccio sinistro.
«E signor Weasley, stia attento con quella sedia, potrebbe cadere ...».
CRASH!
La sedia di Ron era scivolata all'indietro e lui si era schiantato con la schiena a terra.
«Accidenti!».

DA QUI RIPRENDE IL MIO
Per il resto la mattina fu abbastanza normale. All’ora stabilita Harry sotto il mantello dell’invisibilità si diresse presso il Platano Picchiatore. «Wingardium Leviosa» disse, e un bastoncino si sollevò. Harry lo fece picchiare contro al nodo che stava alla base dell’albero e questo si calmò. Percorse tutto il tunnel fino a giungere alla porta d’ingresso della Stamberga. Bussò. «Avanti!» entrò e rimase bloccato sull’ingresso dallo stupore. Non si trovava più nella vecchia catapecchia decadente in cui si era imbattuto quattro anni prima. Era stata ampliata e resa vivibile. Nella sala in cui si trovava vide sulle pareti di destra e di sinistra molti camini. Tutti quanti erano collegati con la metropolvere e come al Ministero erano un modo non proprio comodissimo ma rapido per uscire di lì. Harry immaginò data la quantità di questi, che fosse vietata la smaterializzazione all’esterno della vecchia casa abbandonata. Appunto perché era abbandonata, non bisognava destare sospetti sulla sua attuale natura. Un andirivieni di persone all’ingresso della baracca, così ancora appariva dall’esterno, sarebbe stato sospetto. Al centro della stanza si stagliava una imponente scala a chiocciola. Harry che non sapeva della presenza di altri piani gli si avvicinò. Un cartello segnalava che ai livelli superiori erano presenti gli alloggi degli Auror dislocati in missione alla scuola e nei suoi dintorni in maniera permanente. Davanti a lui si apriva uno stretto corridoio che terminava con una porta di legno massiccio tutta decorata e intagliata. Ai lati del corridoio si aprivano diversi uffici, che brulicavano di maghi tutti intenti a lavorare.
Mentre ancora osservava le modifiche gli si fece incontro un Auror. Harry si ricordò di averlo già visto all’epoca della sua udienza al quinto anno, ma non ne ricordava il nome. «Ciao Harry» disse, «il ministro ti sta aspettando nella stanza infondo al corridoio. Ti accompagno». Così dicendo si avviò verso la porta. Il mago bussò e se ne andò salutandolo. Bussò e la voce di Kingsley disse «Avanti». Quando entrò Kingsley lo salutò «ciao Harry, vieni qua che mangiamo un boccone insieme». Harry acconsentì dato che non aveva ancora mangiato. «Hai detto che hai delle novità» disse il ministro, «si, penso di aver scoperto la nazionalità di quelli che cercano la Bacchetta» disse Harry. Kingsley si fece più attento e Harry proseguì «penso che siano Americani». A quelle parole per poco non gli cadde la forchetta dalla mano. «Ne sei sicuro?» gli chiese e Harry gli spiegò tutta la ricerca che avevano fatto in biblioteca. «Devo vederci più chiaro» disse Kinglsey, «andrò a parlare personalmente con il loro primo ministro». «Ok, ricordati però di non parlare della Bacchetta» gli ricordò Harry. «Non ti preoccupare» rispose lui. Harry non aveva mai visto Kingsley così furente, ma quando si salutarono aveva già riacquistato tutta la sua calma. «Se hai novità, fammi sapere, va bene Harry? Appena scopro qualcosa ti dico» «ok grazie!». E così dicendo si lasciarono.

bel testo(è beauxbatons la scuola francese), mi è piaciuta l'idea di accorpare un altro testo anche se penso che si dovrebbe chiedere il permesso a chi lo ha scritto.
James

E lo so ma si era disconnesso, appena si riconnette glielo chiedo, massimo lo tolgo! cmq sono contento che vi piaccia!

per domani se riesco avrete la continuazione!

anche io aspetto

prima parte ok....seconda parte da ampliare...
CIO aggiungerei ambiente, dialoghi e magari, visto che ho notato che in pochi lo fanno,...odori!Cmq aspetto con trepidazione il seguito...
Baci,
JO

ciao ecco in grassetto una prima modifica. secondo voi può andare?

gio

sì sì è bello

ok grazie, lo sto rivedendo tutto!

Finalmente abbiamo scoperto dove stanno gli Auror a Hogwarts!!! Alla faccia della casa disabitata, è passata più gente nella Stamberga Strillante (nei sette, anzi otto, libri) che nella Sala Grande!

Aspetto il seguito...

io nella stamberga ci aggiungerei ancora più ambiente... i camini vabbè... ma altre cose sarebbero gradite... mi vengono in mente quegli uffici della CIA... con tanti schermi e radiotrasmettitori.... chissà cosa si potrebbe mettere nel covo degli Auror...
grande e continua così!!!

io suggerirei degli Avversaspecchi

esatto bravo!!! meglio che rilegga la descrizione dell'ufficio di moody nel quarto libro... li ci dovrebbero esserci delle bell'idee!!!

da morire

eh? pianta delle emozioni? veritaserum? ma snowolf, gli auror non usano questi metodi che vanno contro la privacy dell'interrogato... penso che pinze schiacciapollici, ruota della tortura, acido, sedia elettrica e un po' di maledizione cruciatus qui e lì, possano far cantare come il cilindro canterino anche Voldy in persona...

anche questa soluzione è plausibile oltre che divertentissima

...IO SONO PER LA NON VIOLENZA...

già e per sicurezza la santa inquisizione li affogava tutti!! vedi che avanti che erano???? Babbani al potere!!