inserico i pezzi di trama dal 13 al 19:
- Citazione :
- 10. Rientro alla tana da D A > H rivela a Ron e Ginny il contenuto della lettera e discutono di quello che è successo nel vicolo
13. Rientro alla Tana > Harry rivela a Ron e Ginny il motivo dell’incontro con Kingsley e dell’incontro con Hermione
14. Decisione di Harry
15. Gufi > Lettere da Hogwarts: Harry capitano; Ron è prefetto con Hermione caposcuola
16. Il sig Weasley annuncia che il 1° sett andrà alla stazione di King's Cross per accogliere il presidente Waynegan.
17. H invita il sig Weasley a recarsi con lui Ron e Ginny a Grimmauld Place il 31 agosto
18. Partenza per Grimmauld Place 31 agosto di Harry, Ron, Ginny e Arthur Weasley
pezzo 10: il pezzo che segue in grassetto è quello di dafne... mi ha chiesto di finirlo...
Mai come in quel momento Harry avrebbe voluto avere Hermione accanto a se. Ron non sapeva della lettera che Ginny le aveva spedito annunciandole che loro si sarebbero trovali a Diagon Alley quel giorno.
O non era ancora arrivata o non sarebbe venuta. Dopo la sua fuga dalla tana forse non era ancora pronta ad incontrarli. In ogni caso Harry non voleva aspettare oltre. Voleva togliersi da lì il più in fretta possibile.
Harry e Ron sbrigarono i loro acquisti velocemente. Si recarono in farmacia per fornirsi degli ingredienti per le lezioni di Pozioni e per acquistare i libri per il nuovo anno scolastico.Arrivarono al negozio di “Tiri Vispi Weasley” che era mezzogiorno. Il negozio era se possibile più affollato di quando lo avevano lasciato. George era attorniato da una marea di ragazzini che gli arrivavano a malapena alla cintura dei pantaloni.
Tutti volevano acquistare le ultime novità in fatto di pasticche vomitose e torrone sanguinolento. Harry e Ron cercarono di avvicinarglisi il più possibile, ma tra i pacchi dei libri e le teste dei maghetti non riuscirono a raggiungerlo.
“Hei, George!” urlò Harry al di sopra degli schiamazzanti ragazzini. George si voltò verso di loro cercando di districarsi tra le innumerevoli braccia alzate che indicavano gli scafali alle sue spalle. “Come? Non sento!” rispose di rimando.
“Noi torniamo alla Tana” cercò di farsi sentire Harry “ci vediamo lì per pranzo”.
“No, penso che rimarrò qui. Avvisa tu la mamma che mangerò un panino in negozio. Come vedi ho molto lavoro e non mi posso allontanare”
“Come vuoi” fu la risposta di Harry.
Ron che era rimasto alle spalle di Harry si girò per aprire un varco verso il camino.
Harry lo seguì cercando di non perdere per strada gli scatoloni che reggeva tra le braccia.
Presero la polvere verde da un’urna d’argento posata sul camino. Era appartenuta ala famiglia Black. Harry l’aveva regalata a George e Fred per il loro compleanno.
Prima Ron e poi Harry entrarono nel camino.
“Tana!” Harry pronunciò il nome della destinazione scandendo bene le sillabe per evitare spiacevoli inconvenienti. Questa volta Ron si era levato in tempo dal braciere del salotto prima che arrivasse Harry.
“Oh, eccovi qua finalmente!” li accolse la voce della signora Weasley, mentre i due ragazzi cercavano di levarsi le ultime tracce di fuliggine dagli occhi e dai vestiti.
Avvicinandosi ad aiutare Ron chiese “Avete fatto buoni acquisti?” Poi voltandosi verso Harry disse “Mamma mia che faccia! Harry caro, che hai? Mal di viaggio? Eppure non è la prima volta che usi la Metropolvere “
“Ehm… “ doveva trovare una scusa plausibile. Da madre attenta Molly Weasley non si era lasciata sfuggire il disagio provato dai ragazzi. “Beh, ecco, abbiamo conosciuto Teddy Lupin. Sua nonna lo aveva con se quando l’ho incontrata davanti alla banca della Gringott. Me lo ha affidato per un po’ mentre lei sbrigava le sue commissioni in banca” replicò Harry in tono piatto.
“Oh, povero caro. Chissà come ti sarai sentito!” Molly gli cinse le spalle con un braccio e spingendolo dolcemente disse “Su, su. Andiamo in cucina. Ho preparato delle prelibatezze. Vedrete come vi sentirete meglio con qualcosa nello stomaco.”.
Harry intercettò lo sguardo di Ron che fece spallucce. Il messaggio era chiaro “Che vuoi farci? Lei è fatta così! Non le si può nascondere nulla”.
La discussione con Ron era rimandata a dopo pranzo.
A pranzo mangiarono in fretta e furia, scappando dalla cucina prima che la signora Weasley gli riempisse il piatto per la terza volta. Trovarono la scusa di salire in camera per sistemare gli acquisti fatti al mattino.
“Ginny vieni con noi?” Alla domanda di Harry la ragazza si rivolse alla madre “Mamma posso andare via anch’io?”
“Vai pure cara. Ho tutto sotto controllo” le rispose la signora Weasley puntando la bacchetta sulla pentola poggiata sul tavolo che raggiunse fluttuando l’acquaio dove lo spazzolone stava già lavando i piatti.
In camera Ron si sedette sul letto con le mani strette sul bordo del materasso. Harry invece prese a camminare avanti e indietro sollevando piccole nuvole di polvere al suo passaggio. Ginny li guardava perplessa. “Ragazzi, cos’avete? E’ da quando siete tornati che siete strani” Senza guardare Ron si rivolse ad Harry “Avete fatto strani incontri a Diagon Alley?”
“Come?” Harry si fermò di colpo. Come faceva Ginny a sapere … ma no. Si riferiva sicuramente all’appuntamento mancato con Hermione.
“Dai, diglielo” sbottò Ron. Ginny si rivolse a Ron “Dirmi cosa?”
“Che qualcuno vuole rubare la bacchetta di sambuco!” rispose tutto d’un fiato Ron.L’espressione di Ginny era a dir poco spaventata e terrorizzata, non se lo era aspettato.
“Ma chi può voler prendere la bacchetta? Chi sa che l’hai?”
“Non lo so, sono preoccupato anche io”
Raccontarono inoltre del tentato rapimento di Ron e di come Harry lo aveva salvato. Ginny era più scioccata che mai.
Harry avrebbe voluto avere con se il pensatoio di Silente, la sua testa era troppo stipata di pensieri e congetture. Aveva per un attimo pensato di spedire un gufo ad Hermione ed a Kingsley ma così come vennero queste idee se ne andarono.
I giorni passarono e l’udienza con il Ministro si avvicinava. I tre amici sempre più spesso discutevano su di che cosa avrebbero discusso Kingsley ed Harry. Ma di questo non riuscirono a trovare risposta.
La sera prima era molto teso, si stava preparando ad andare a letto quando Ron per l’ennesima volta volle parlare di cosa avrebbe discusso con il ministro.
“vorrà di certo lodarti con qualche premio per il grande gesto eroico che hai fatto! Ne sono sicuro!”
“mmm… non ne sono così sicuro, se fosse stato solo un premio non credo che ci sarebbe tutta questa segretezza!”
Non trovando cosa rispondere i due si finirono di vestire per poi coricarsi.
ho unito il mio testo a uno di emme che nn sarebbe stato utilizzato... la sua parte è quella in
grassettoho aggiunto i pezzi 13-14
Anche se ancora stordito dalla conversazione con Hermione Harry si avvicinò a uno dei grossi camini di marmo posti nell’Atrium e con un pizzico di polvere volante che era posta su un camino ritornò alla Tana. Questa volta Harry prima di mettersi in viaggio si era assicurato di non indossare gli occhiali, il viaggio fu breve e come sempre un senso di nausea si impadronì lui.
<mi chiedevo chi potesse essere.> la signora Weasley era spuntata dalla cucina con addosso il grembiule da cuoca e la bacchetta sfodera.
<giusto bene Harry, stavo iniziando a cucinare il pranzo e non sapevo quanto saresti stato fuori. Potresti apparecchiare la tavola e poi andare a chiamare Ron e Ginny?>
<certo nessun problema. Mi dia solo un attimo per rassettarmi e vado. George l’avverte che non riesce a venire a pranzo, ha troppo lavoro>
<certo caro fai pure con calma. Povero figlio mio, così giovane e già così impegnato nel lavoro> e detto questo sparì oltre la porta della cucina da cui stavano risalendo dei profumi deliziosi.
Harry apparecchiò in fretta la tavola e corse fin l’ultimo piano della casa nella speranza di trovare Ron in camera sua. Doveva parlagli di tutto quello che era stato detta in quella straordinaria mattinata. Attraversò la soglia della camera e con Ron c’era Ginny che stava facendo giocare Arnold con Snitch.
Quando entrò i due lo guardavano con una certo sospetto.
<Harry c’è qualche cosa che vuoi dirci?> chiese con gentilezza Ginny mentre lui si sedeva accanto a lei sul letto.
<ho da raccontarvi tante cose, che nemmeno potete immaginare> riprese Harry <ho parlato con Kingsley e…>
In quel momento la mamma di Ron entrò in camera di sorpresa tanto che Harry e Ron sfoderarono la bacchetta.
<Per la barba di Merlino. come mai tanto nervosismo? Volevo informarvi che è pronto il pranzo e di sbrigarvi prima che si raffreddi>
<scusi signora Weasley è stato un riflesso incondizionato> riuscì a proferire Harry mentre scendevano tutti assieme le scale sgangherate che portavano al piano terra.
<non preoccuparti. Ora pensa solo a riempirti la pancia. A stomaco pieno non si è più così nervosi> replicò la signora Weasley con un ampio sorriso.
I quattro mangiarono e dopo aver sparecchiato Harry Ginny e Ron tornarono in camera di Harry e Ron per finire il discorso.
Ron era già seduto sul suo letto e Ginny e Harry in quello di quest’ultimo. Per precauzione avevano scagliato l’Incantesimo Muffliato verso la porta.
<dove ero rimasto?> chiese Harry.
<stavi parlando di Kingsley>
<è vero. Mi ha chiesto di diventare Auror.> le facce dei due suoi interlocutori erano a dir poco sbalordite.
<urca Harry! sarai il più giovane Auror della storia magica.> replicò Ron.
Ginny era in silenzio. Sul suo volto si leggeva un qualche cosa che non andava.
Raccontò per filo e per segno tutto ciò che era successo in mattinata. Alla fine del racconto i due erano più basiti di quanto non lo fossero all’inizio. Harry aveva cercato di glissare il più possibile sull’incontro con Hermione ma ormai il danno era fatto. Aveva fatto l’errore di dire quanto era in forma e felice nel fare il suo lavoro che Ron rimase deluso nel saperlo. L’effetto fu che per tutto il resto della giornata Ron era più taciturno che mai.
Quella notte Harry quasi non chiuse occhio. Troppe cose erano accadute nell’ultima giornata, l’incontro con il ministro ed Hermione. La proposta di diventare Auror. Il lavoro di una vita. Aveva deciso, avrebbe accettato la proposta. Sul suo orologio erano segnate le tre meno un quarto quando lo vide per l’ultima volta prima di addormentarsi.
Il mattino seguente si svegliò con un profumino di uova e pancetta che proveniva dalla cucina. Ron non era nel suo letto. Harry si vestì e scese. Trovò la signora Weasley come sempre su i fornelli.
<buongiorno Harry, mi dispiace dirtelo ma oggi ho mandato Ron ad aiutare George al negozio. Dopo ieri sapevo che gli serviva una mano e l’ho mandato. Non preoccuparti> aggiunse di fretta vedendo lo stupore sul suo volto <è solo per oggi.>
Poco dopo scese anche Ginny a fare colazione. Sul volto della ragazza era ancora dipinta una strana espressione.
Quando ebbero finito e riposto i piatti nel lavandino mentre una spazzola li lavava da soli Ginny chiese a Harry di aiutarla a far scendere Arnold dalla cima dell’armadio dove si era nascosto per giocare.
Quando entrarono nella camera di Ginny Arnold era sul letto.
<dovevo parlarti> disse lei mentre chiudeva la porta e si accingeva ad abbracciarlo.
<lo sospettavo che c’era qualche cosa sotto. Lo ti si leggeva in fronte che avevi qualche cosa da dire, è da ieri pomeriggio, dopo ciò che ho raccontato, che sei così>
<appunto proprio da ieri dopo il tuo racconto.> riprese lei <ieri tu mi hai distrutta. Mi son già immaginata tante di quelle volte la tua morte. Tutto l’anno scorso io ero in pensiero per te sempre. E ora vengo a sapere che hai deciso di fare il mestiere più pericoloso di tutti.>
Negli occhi di lei Harry poteva vedere il dolore che provava. Degli occhi così belli e profondi. Le loro teste si avvicinarono e si abbandonarono ad un lungo bacio. Sembrava fosse passata un’eternità quando si allontanarono e si abbracciarono. E lui le sussurrò all’orecchio:
<ho deciso di accettare. Nulla mi potrà far cambiare idea ma sappi che qualunque cosa succederà io sarò sempre accanto a te> e detto questo usci dalla stanza. Il pensiero di dare del dolore a Ginny face a sua volta stare male lui.
Ron tornò dopo pranzo con un’aria stanca.
<quei nanerottoli infami. Noi non eravamo così alla loro età, portavamo rispetto per i più vecchi> ma Harry non ascoltava veramente ciò che Ron diceva, durante i momenti quando Ron prendeva fiato lui annuiva o diceva cose del tipo “si” “certo” “hai ragione tu”.
La testa di Harry era altrove. Pensava sempre di più al gufo che quella mattina quando era da solo aveva spedito a Kingsley, sulla lettera s’era solo scritto “Accetto”, nel caso venisse intercettata.
Dopo un mese di pulizie generali alla Tana, in cui tutti aiutarono a riordinare ogni piccolo angolo della casa, giunse finalmente l'ultima settimana di vacanza.
La signora Weasley iniziò subito ad agitarsi e a correre su e giù per le scale per raccogliere tutti gli indumenti sporchi da lavare, nel terrore che, come tutti gli anni precedenti a quello, i suoi figli ed Harry dovessero riempire i loro bauli la mattina del primo settembre. Nel tempo in cui non si divertivano o non provavano nuove tattiche di gioco nel piccolo campo sopra la collina dei Weasley, Harry e Ron continuarono a seguire il programma di ripasso ideato da Hermione, anche se Ron era molto riluttante all'idea.In questo clima di relax per i giovani e di solita agitazione per la signora Weasley, mentre George continuava ad occuparsi del suo negozio e Percy e il signor Wealey tornavano sempre più tardi la sera e si alzavano sempe prima il mattino.(continua...)