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 CAPITOLO 30 BY -TEX-

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MessaggioTitolo: CAPITOLO 30 BY -TEX-   capitolo - CAPITOLO 30 BY -TEX- EmptyMer Nov 04 2020, 00:39

Harry si diresse verso l’ingresso della Tana con Ginny piuttosto irrequieto dalla notizia ricevuta da Aberforth. Con un cenno fece segno a Hermione, che parlava con la signora Weasley, di seguirli in cucina. Cominciò, senza che glielo chiedessero, a raccontare nei dettagli ciò che già aveva accennato nel biglietto, e poi aggiunse il maggior numero di particolari che gli balzavano alla mente sul luogo dove avevano tenuto prigioniero Ron e soprattutto su come l’avevano liberato. Parlò loro del professore, dei suoi dubbi sulla sua lealtà e, infine, riferì del patronus di Aberforth ricevuto poco prima.
«Devo recarmi da Andromeda immediatamente» disse rivolgendosi alle due ragazze e poi aggiunse vedendo l’espressione di Ginny mutare verso l’inferocito «Visto che Kingsley è qui gli chiederò di accompagnarmi così lo metto al corrente di quanto successo. Volevo farlo ieri sera ma poi tua madre mi ha somministrato un intruglio soporifero» concluse placando l’animo di Ginny. «Mi raccomando, tenetemi informato sulle condizioni di Ron e…» disse pensoso, «Cercate di decifrare il diario di Ignotus. Ho l’impressione che ci tornerà utile per sconfiggere la Setta. Se serve chiedete pure aiuto alla McGrannit».
«Contaci!» rispose Ginny determinata mentre Hermione annuì probabilmente felice di poter contribuire a distruggere coloro che avevano fatto del male a Ron.
Detto questo si alzò dalla sedia della cucina, abbracciò Hermione e baciò Ginny, per poi dirigersi verso il salotto dove trovarono il Ministro e il signor Weasley che parlavano animatamente.
«Ah eccoti Harry, dobbiamo parlare. Ci occorre sapere cosa è successo con la massima precisione» disse Kingsley, «dopo parlerò anche con Azucena ma al momento mi sembra che sia più utile lasciarla qui. Molly mi ha detto che sta curando Ron con buoni risultati».
«Non adesso Kingsley. Potresti accompagnarmi da Andromeda? E’ urgente. Una volta che saremo li ti spiegherò tutto» disse Harry sperando di aver fatto trapelare l’urgenza della richiesta.
«Ma…» iniziò Kingsley che venne subito interrotto da Harry con un cenno della mano.
«La bacchetta di Sambuco non è più al sicuro» aggiunse Harry che avrebbe preferito evitare di aggiungere quel particolare davanti al signor Weasley.
Il volto di Kingsley si adombrò. Probabilmente il fatto che Harry avesse accennato alla bacchetta, cosa che aveva evitato di fare in tutte le occasioni precedenti, fece capire al Ministro quanto importante fosse la richiesta.
«Andiamoci immediatamente» comandò risoluto il Ministro dirigendosi verso l’ingresso dopo essersi scusato con Arthur.
Salutò Arthur, Ginny ed Hermione con un cenno della mano. La signora Weasley fece capolino nella stanza proprio in quel momento lì. Probabilmente era sull’attenti per qualsiasi evenienza.
«Fate attenzione e Harry…» disse con la voce ancora rotta per la preoccupazione, «grazie per averci riportato Ron» e mentre lo diceva si strinse al marito.
Harry annuì non sapendo cosa dire. Una parte di lui si sentiva in colpa per quanto successo. Si voltò e seguì a ruota Kingsley fino al limitare della proprietà.
«Fai strada tu Harry, io non so dove abita Andromeda» disse con voce calma il Ministro.
Harry afferrò il braccio dell’amico e si smaterializzò.
Mentre si avviavano lungo la strada innevata in direzione della casa di Andromeda Harry mise al corrente Kingsley degli eventi rocamboleschi che avevano portato alla liberazione di Ron. Di Hyde e Draco, della morte di Lucius Malfoy e dell’improvvisa comparsa del professor Uglick e di come questi li avessi trascinati repentinamente alla villa dove si rifugiava la Setta. «Non sapevo come contattarti senza rivelare agli altri di essere un Auror» disse Harry cercando di giustificarsi per non aver mandato subito le informazioni.
«Ho portato Ron e Azucena alla Tana perchè ci sono ancora gli incantesimi di protezione che abbiamo messo l’anno scorso» disse concludendo il racconto dei fatti «Poi la signora Weasley mi ha addormentato a tradimento con un intruglio spacciandolo per thè.
«Quando metto le mani su Uglick lo strangolo personalmente» disse Kingsley a denti stretti «con un minimo di rinforzi potevamo arrestarli tutti e mettere fine a questa deplorevole faccenda» abbaiò per poi aggiungere «ma non mi hai ancora detto come mai mi hai trascinato in questa landa desolata, Harry» disse aggrottando la fronte e guardandolo.
Harry stava per continuare quando arrivarono in prossimità della casa. D’istinto sfoderò la bacchetta. Kingsley che lo stava ancora osservando estrasse anche lui la bacchetta e si mise sull’attenti a scrutare la casa. Ad Harry si raggelò il sangue.
La porta di ingresso era stata scardinata e giaceva in giardino. Sembrava che ci fosse stata una colluttazione.
Harry fece per precipitarsi all’interno ma Kingsley lo bloccò per un braccio.
«Aspetta» disse parlando a bassa voce. Harry lo fissò e vide che stava mormorando qualche incantesimo, «non ci sono barriere e incantesimi di protezione magici» disse preoccupato.
«Homenum revelio» lo imitò Harry e captò che all’interno della casa era presente una sola persona. Harry sbiancò e barcollò. Kingsley che aveva approvato con un cenno del capo l’incantesimo del ragazzo lo sorresse e lo fissò interrogativo.
«Teddy»Harry riuscì a malapena a dire. Un lampo di comprensione attraversò il viso di Kingsley che si rabbuiò.
«Entriamo a controllare, sembra che se ne siano andati. Fai attenzione, potrebbero aver lasciato delle trappole» disse Kingsley concentrato. Prima di avviarsi vide Kingsley fare un lieve movimento con la bacchetta ma non se ne curò. Era molto più preoccupato per la sorte del figlioccio, di Andromeda e Aberforth.
Quando entrarono in casa Harry sudava freddo. Il salotto era sottosopra ma dei tre che avrebbero dovuto esserci nessuna traccia. Kingsley fece segno ad Harry che lui sarebbe andato in cucina e gli fece capire di controllare le altre stanze. Guardò nelle camere e nei bagno ma non trovò nessuno. Tornò in salotto e si diresse verso la cucina di Andromeda.
Entrò e trovò Kingsley inginocchiato di fianco ad un corpo che sembrava esanime.
«Abeforth!» esclamò Harry affrettandosi a chinarsi di fianco al vecchio amico. Ad Harry montò una rabbia esplosiva «la pagheranno, la pagheranno cara!» farfugliò livido.
Kingsley gli mise una mano sulla spalla.
«E’ ancora vivo, ma è messo male. Non ho mai visto nulla di simile» disse Kingsley. Harry a quelle parole osservò il viso dell’uomo disteso incosciente sul pavimento. Sembrava percorso da ragnatele nere: il sangue nelle sembrava essere diventato nero.
Kingsley appoggiò la bacchetta sulla fronte di Abeforth e a Harry parve che il viso si rilassasse un poco.
«Gli ho fatto un incanto che lo ha portato in uno stato dormiente senza sogni. Spero aiuti a rallentare il diffondersi di questo incantesimo oscuro dando il tempo di far arrivare rinforzi e soccorsi» disse come leggendo nella mente di Harry.
«Va bene. Non sarebbe meglio spostarlo sul divano?» chiese Harry mantenendo lo sguardo fisso sul vecchio. Non faceva che pensare che se fosse arrivato subito quando era apparso il patronus magari avrebbe potuto evitare questo disastro.
«Libera il divano» disse Kingsley adoperandosi con qualche incantesimo per sollevare Abeforth.
Harry si alzò e fece per dirigersi verso il salotto quando gli cadde lo sguardo su una pergamena sul tavolo della cucina. La prese in mano e lesse:
Potter, come promesso ce la siamo presa con la tua famiglia. La vecchia e il bambino li abbiamo noi.
Vogliamo la bacchetta di sambuco e il mantello.
Presentati a mezzodì il giorno dell’ultima apparizione di Minami insieme agli altri due eredi o i nostri due ospiti faranno la stessa fine del vecchio.
Kingsley lo stava guardando con aria interrogativa. Senza parlare Harry gli porse il biglietto e si diresse in salotto imprecando fra se e se per fare spazio sul divano. Poco dopo venne raggiunto dal ministro che trasportava il corpo di Abeforth galleggiante a mezz’aria e che depose delicatamente sul divano.
«Per tutti i Gargoyle, quanto ci mettono ad arrivare» imprecò Kingsley guardando l’orologio.
Harry era disperato e arrabbiato e senza che se ne fosse accorto stava camminando avanti e indietro in mezzo alla stanza pensando.
«Harry calmati» gli ordinò Kingsley, «non è tutto perduto» disse
Harry si fermò. Era vero! Se avevano lasciato quel biglietto significava che non avevano trovato la bacchetta di Sambuco! Aveva ancora una merce di scambio per salvare il piccolo Teddy e Andromeda. Si mise a scrutare e rovistare ogni angolo della stanza per vedere se trovava il dipinto di Ariana ma non lo vide.
«Harry! Che diavolo stai facendo?» gli chiese Kingsley preoccupato. Harry lo ignorò non tanto perché non volesse spiegargli che cosa stesse facendo ma perché aveva appena capito dov’era il quadro che stava cercando. Sulla parete dietro il divano in cui avevano adagiato Abeforth c’era un quadro storto raffigurante delle capre che pascolavano che non vi era mai stato prima. Inoltre il patronus di Abeforth era una capra. I conti tornavano.
«Revelio!» esclamò Harry puntando la bacchetta verso la parete. Il quadro sulla parete lasciò il posto al ritratto di Ariana.
Kingsley guardò stupefatto prima Harry e poi il ritratto.
«Harry mi puoi spiegare cosa sta succedendo? Cosa ci fa qui Abeforth con il quadro di sua sorella? E la bacchetta?» chiese Kingsley in tono leggermente spazientito. Harry si sedette vicino ad Abeforth e iniziò a raccontare di come avesse nascosto la bacchetta e il perché l’avesse nascosta nel quadro di Ariana. Era il posto più impesabile visto che la stessa era stata una vittima di quella bacchetta infernale. Harry guardò Kingsley che sembrava colpito da quell’idea.
Prima che potesse essere interrotto nuovamente proseguì raccontando come prima della liberazione di Ron il professor Uglick gli avesse letto nella mente e avesse visto il quadro. Il fatto che Uglick era rimasto alla villa della setta e del patronus di Abeforth che lo avvisava che sarebbe andato a casa di Andromeda con il quadro.
«Ma perché proprio a casa di Andromeda? Cosa centra lei?» chiese sembrando soddisfatto dalla spiegazione di Harry.
«Non lo so. Questo proprio non riesco a capirlo» rispose con amarezza Harry. Sapeva che probabilmente la setta era riuscita a seguire Abeforth fino a lì.
«Sono fiero di te Harry» disse Kingsley cercando di tirargli su il morale, «il nascondiglio era perfetto. Peccato che quel verme di Uglick ti abbia letto la mente con qualche trabocchetto. Probabilmente è stato lui a riconoscere il quadro e dove era ubicato. Probabilmente è stato lui a rivelarlo alla setta. Ma non riesco a capire perché lo ha fatto dopo avervi aiutato a liberare Ron e a scappare. E ancora meno capisco perchè Abeforth sia venuto qui con tutti i posti in cui poteva andare» proseguì lui pensoso.
Entrambi erano immersi nei loro pensieri quando furono ridestati da una moltitudine di CRACK. Diversi maghi dovevano essersi smaterializzati nei pressi della casa. Harry balzò in piedi con la bacchetta in pugno pronto a sfogare tutta la sua rabbia e frustrazione contro qualsiasi nemico si fosse presentato.
Kingsley si avvicinò alla finestra e scostò leggermente la tenda decorata con fiori di pesco per guardare fuori.
«Sono i rinforzi» disse Kingsley con tono molto arrabbiato.
Fecero capolino con la bacchetta sguainata una decina di Auror. Harry ne riconobbe un paio di quelli presenti all’addestramento. Quando videro il ministro abbassarono subito le bacchette. Kingsley si avvicinò minaccioso ad uno di loro e lo prese per il bavero. Harry non aveva mai visto perdere il controllo a quel modo a Kingsley.
«Dove diavolo eravate finiti Donald?» gli latrò in faccia livido di rabbia, «il vostro ritardo poteva costarci la vita» disse il Ministro mollando la presa.
«Non… non è stato semplice mettere insieme una squadra… siamo dislocati in diverse zone… poi i guaritori del del San Mungo…» cercò di giustificarsi il mago ma si zittì dopo un occhiataccia del Ministro.
«Disponetevi in perimetro intorno alla casa e lanciate tutti gli incantesimi di protezione che vi vengono in mente» ordinò Kingsley che aveva ripreso il controllo.
«Ma cosa è successo?» chiese il mago ancora scosso dalla ramanzina del suo capo.
«La setta. Ha attaccato di nuovo. Ora fai come ti ho detto e fai entrare i guaritori» intimò il Ministro al mago che senza obiettare uscì dalla casa. Harry sentì che impartiva gli ordini ai suoi compagni. Poco dopo entrarono due guaritori nella casa.
«Ai suoi ordini Ministro» dissero all’unisono i due maghi.
«Vedete di fare il possibile per lui» disse indicando Abeforth.
Harry e Kingsley si misero in disparte lasciarono trafficare i due guaritori sul corpo del vecchio mago. Passaro diversi minuti e videro fare diversi tentativi con pozioni e ampolle. Quando i due si guardarono scuotendo la testa Harry capì che non c’era più niente da fare e delle lacrime iniziarono a scendergli lungo le guance.
I guaritori si volsero verso loro due e dissero quello che entrambi avevano già intuito.
«Non possiamo far nulla per lui» dissero a malincuore, «non conosciamo la magia che lo ha colpito e visto quanto è estesa probabilmente anche con la cura giusta non potremmo salvarlo» disse uno dei due.
Kingsley annuì nascondendo l’emozione. Harry tremava dalla rabbia. Un’altra vita spezzata per quella maledetta bacchetta.
«Potete dargli qualcosa per farlo tornare cosciente almeno per qualche minuto?» chiese il ministro.
Harry lo guardò per capire cosa avesse in mente. Probabilmente voleva provare ad ottenere qualche risposta prima che Abeforth si spegnesse per sempre.
Uno dei due guaritori estrasse da un borsello una fiala contenente un liquido verdastro e dopo essersi avvicinato al vecchio gliela somministrarono.
«Ora uscite per favore» intimò Kingsley ai due medici. Questi anche se avevano qualcosa da obiettare non lo diedero a vedere e uscirono salutando con un cenno il ministro.
Harry e Kingsley si avvicinarono e si misero al capezzale di Abeforth aspettando che riprendesse conoscenza. Non passò molto prima che l’uomo aprisse gli occhi. Gli occhi lucidi di Harry incrociarono quelli azzurri di Abeforth.
«Harry, aiutami a mettermi seduto» disse Abeforth con un filo di voce. Harry e Kingsley lo misero seduto cercando di fare più delicatamente possibile, «Andromeda e Teddy?» chiese con una smorfia di dolore guardandoli.
«Li hanno presi quelli della setta. Ma penso stiano bene. Vogliono scambiarli con la bacchetta. Meno male che l’hai nascosta bene» gli disse Harry sorreggendolo.
«Dannazione. Non sarei dovuto venire qui… Anche se Andromeda…» disse lui fermandosi affaticato.
Ad Harry mentre Abeforth parlava era venuta un’idea e da quella era nato il suo piano. Ma non aveva tempo, doveva agire subito.
«Andromeda…» proseguì il vecchio mago ma Harry lo fece fermare con un gesto della mano.
«Questo può attendere Abeforth» disse Harry deciso.
«Harry, ma sono informazioni utili…» si intromise Kingsley.
«Possono aspettare. Ho un piano ma dobbiamo agire in fretta» disse lui rivolto ad entrambi, «fidatevi» e senza aspettare una risposta si alzò in piedi e si rivolse ad Ariana nel quadro che stava anche lei piangendo.
«Ariana, mi serve la bacchetta di Sanmbuco» le disse con tono di supplica, «è ora di porre fine a questo strumento di morte».
La ragazza senza dire una parola annuì ed estrasse la bacchetta dalla manica del vestito e la porse ad Harry.
Questi infilò la mano nel quadro ed estrasse la stecca della morte dal quadro sotto lo sguardo stupito di Kingsley.
Harry si rivolse nuovamente ai due maghi.
«Abeforth… disarmami e prendi la fedeltà della bacchetta… prima di…» disse Harry con le parole che gli si bloccarono in gola.
«Quindi sto morendo?» chiese Abeforth. I due maghi annuirono sinceramente dispiaciuti, «poco male, almeno raggiungerò la mia amata sorella e potrò fare i conti con Albus. E distruggerò quello strumento infernale» disse d’un fiato il mago, «sei sicuro che funzionerà Potter?» chiese infine.
«Ne sono quasi certo» disse Harry.
A quelle parole Abeforth, con uno sforzo quasi sovraumano, alzò la sua bacchetta verso Harry e pronunciò l’incantesimo di disarmo. La bacchetta di Sambuco volò dall’altra parte della stanza. Lo sforzo indebolì Abeforth che perse conoscenza per non riprenderla mai più.
Kingsley che era rimasto silenzioso fino a quel momento si alzò, guardò Harry e chiese: «Qual è il piano Harry?».
«Nel momento in cui Abeforth…» iniziò Harry, «la bacchetta perderà i suoi poteri. Il legame con la morte sarà spezzato. Diventerà una bacchetta qualunque. Consegnerò la bacchetta di sambuco alla setta dopo che avranno liberato Andromeda e Teddy» spiegò Harry sperando che Kingsley approvasse.
«Così in teoria non potranno usarla per i loro scopi» disse ad alta voce il Ministro.
Entrambi furono interrotti da un sibilo proveniente dalla bacchetta. Si voltarono e videro un fumo azzurrino abbandonare la bacchetta e dissolversi nell’aria.
In quel momento seppero che l’idea di Harry aveva funzionato e che l’ultimo dei Silente era andato per sempre.
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MessaggioTitolo: Note   capitolo - CAPITOLO 30 BY -TEX- EmptyMer Nov 04 2020, 00:41

Sono riuscito a scrivere...

Probabilmente bisognerebbe sistemarlo e ampliarlo dividendolo in due capitoli... non so aspetto i vostri commenti... Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: CAPITOLO 30 BY -TEX-   capitolo - CAPITOLO 30 BY -TEX- EmptyVen Nov 13 2020, 23:36

Mi piace Tex, ma non come 30 alternativo, piuttosto come prosieguo. Ci si lavora ma ci sono delle belle idee!!!
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