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 The life and lies of Lord Voldemort

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ShinyDarkF

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MessaggioTitolo: The life and lies of Lord Voldemort   The life and lies of Lord Voldemort EmptyMar Set 24 2013, 14:15

Vi lascio una piccola storia che ho scritto qualche anno fa, quindi scusatemi se c'e' qualche errore grammaticale. Spero che vi piaccia Smile



Harry Potter giaceva esanime a terra.
Voldemort si era alzato e lo stava guardando.
Era finita. Finalmente aveva vinto.
Finalmente poteva essere libero.
Prese la sua bacchetta, la bacchetta che aveva conquistato con la forza e che alla fine lo aveva soddisfatto, la bacchetta che aveva ucciso il suo più grande nemico.
Si sentiva ancora indolenzito, era improvvisamente svenuto ma non aveva capito il motivo, forse lo shock della vittoria, forse per colpa di una qualche maledizione.
Non aveva mai capito perché Harry e lui erano così uguali, stessa bacchetta, stessa determinazione, stesso destino, eppure uno si era dato al bene mentre l’altro aveva scelto il male.
Voldemort per un attimo restò perplesso.
Lui non aveva scelto il male, aveva preso la decisione giusta, voleva costruire un nuovo mondo dove i maghi avrebbero governato.
Nessuno lo avrebbe più chiamato mostro, nessun altro bambino avrebbe sofferto quello che aveva sofferto lui.
Nessun altro sarebbe stato sottomesso dai babbani solo per le “stranezze” che faceva.
Il Signore Oscuro aveva vinto, la sua vita stava per iniziare, poteva fare quello che voleva finalmente.
Guardava Harry che giaceva a terra, morto, ancora non era convinto di quello che era successo.
Con un solo ordine, Narcissa Malfoy si mosse con piccoli passi verso il ragazzo e quando esclamò quasi con le lacrime agli occhi: “Morto” un boato si alzò dalla folla.
Un sorriso emerse dalle sue labbra secche.
Non aveva voluto uccidere tanta gente, Piton soprattutto, che era stato il suo servo più fedele, ma era stato costretto a farlo, solo così sarebbe riuscito nel suo intento.
Mentre pensava queste cose, lui e gli altri Mangiamorte stavano camminando.
Bellatrix era la prima, quasi si sfioravano, lei sembrava felice.
Un altro sorriso comparve sulla bocca di Voldemort ma questa volta cercò in tutti i modi di non farlo vedere.
Hagrid portava il ragazzo come se fosse una reliquia d’oro.
Povero ragazzo, se solo qualche anno fa si fosse unito a lui e fosse diventato un Mangiamorte tutto questo non sarebbe mai accaduto, molte vite sarebbero state risparmiate.
Intanto il gruppo era arrivato davanti al castello.
Tanti studenti si erano radunati lì davanti e tutti sgranarono gli occhi dopo aver visto il corpo esanime di Harry.
“Venite e sarete perdonati, resistete e sarete uccisi” aveva intimato Colui-che-non-deve-essere-nominato.
Ma nessuno si era mosso.
Tranne Draco, ma ormai lui era uno di famiglia.
Un po’ biasimava quel ragazzo, voleva far parte dei buoni, voleva combattere al fianco di Harry eppure non aveva abbastanza coraggio.
Ecco, un altro ragazzo stava per farsi avanti ma non voleva unirsi al gruppo dei vincenti.
Un’altra vittima innocente, ma tanto una in più o una in meno non cambiava di molto.
Dopo tanto tempo e dopo tanti omicidi, ormai anche Voldemort era diventato più freddo, più spietato, trattava le persone come se fossero oggetti.
Tutte le persone tranne una ma lei non lo avrebbe mai saputo.
Voldemort non poteva rischiare di aprire il suo cuore, non dopo tutto quello che aveva fatto, i ricordi sarebbero tornati in mente, le facce di tutte le persone che aveva ucciso negli anni sarebbero ricomparse e lo avrebbero reso pazzo.
Eppure era pronto a correre il rischio pur di avere lei.
Dopo la battaglia, quando lui sarebbe diventato il capo, si sarebbe dichiarato e lei avrebbe ricambiato il suo amore.
Oppure sarebbe morta, no, forse non avrebbe mai avuto il coraggio di ucciderla, ma avrebbe trovato una dura punizione per lei.
O forse no, non avrebbe fatto neanche questo.
Poteva far del male a tutti, poteva pensare ai modi più bizzarri e orribili per uccidere ma quando pensava a lei ogni cattiveria scompariva.
Cercò di concentrarsi, a questo avrebbe pensato dopo l’ultima battaglia, anche se ormai mancava poco alla sua vittoria.
Il ragazzo stava parlando, faceva un discorso memorabile come se fosse stato un generale che ispirava coraggio ai suoi guerrieri.
Voldemort alzò la bacchetta, stava per pronunciare la fatale sentenza quando qualcosa accadde.
Harry improvvisamente si alzò e lanciò un incantesimo per disarmarlo.
Ma come era possibile? Lui era morto!
Narcissa aveva mentito, era l’unica risposta, l’avrebbe punita, avrebbe punito lei e tutta la sua famiglia ma prima era meglio occuparsi una volta per tutte di Potter.
La battaglia ricominciò.
Lampi di luce verde e rossa aleggiavano nell’aria.
Molti Mangiamorte venivano colpiti, disarmati, e dei ragazzi rimanevano uccisi.
E poi successe.
Molly Weasley stava solo cercando di salvare i suoi figli, nulla di male, anzi, ma era con lei che stava lottando e in pochi secondi era tutto finito.
Bellatrix era come diventata di pietra e poi era esplosa, forse in quei pochi secondi neanche aveva realizzato quello che era successo.
Voldemort urlò, un urlo misto di rabbia e di orrore.
Sembrava che il pavimento sotto di lui stesse cedendo, come se si fosse formato un varco pronto ad inghiottirlo.
Si guardò intorno, nessuno aveva fatto incantesimi, il pavimento ormai sporco della scuola era intatto.
E nessuno lo aveva colpito, nessuno gli aveva scagliato maledizioni.
Allora perché provava tutto quel dolore?
Il suo cuore ormai era troppo chiuso, sennò avrebbe pianto, ne era sicuro.
No, doveva continuare, doveva vincere la battaglia, per lei, che lo aveva sempre incitato, che voleva la sua vittoria e che aveva lottato fino alla fine per questo scopo.
Ora Voldemort cercava solo lui, il ragazzo che era sopravvissuto, che lo aveva contrastato per così tanto tempo ma, probabilmente, lui era nascosto sotto il suo mantello dell’invisibilità.
Cercava solo vendetta.
E poi Harry spuntò fuori dalla folla.
Come faceva quel ragazzo ad essere così sfrontato?
Lo aveva chiamato Tom, il suo vecchio nome, quello che voleva abbandonare per sempre.
Non voleva essere il piccolo e ingenuo Tom Riddle, voleva essere Lord Voldemort, il più temuto mago di tutti i tempi.
E poi Harry prese la sua bacchetta, erano solo loro due, lo scontro era iniziato.
“Avada Kevadra”
“Expelliarmus”
Un raggio di luce verde incontrò una luce rossa, più forte che mai.
Si sentiva debole, non riusciva a reggersi in piedi, la bacchetta stava per cadere dalla mano.
Un ragazzo non poteva essere così forte, non lui, non Harry Potter.
Lui, il più potente tra i maghi, non poteva essere battuto da un insignificante ragazzo.
Eppure il raggio di luce rossa si avvicinava e negli occhi di Harry ormai si leggeva la vittoria.
La bacchetta di sambuco aveva fallito, neanche uccidere Piton era servito a governare la bacchetta.
La luce verde era quasi sparita e, nonostante tutti gli sforzi che faceva, il suo incantesimo si affievoliva sempre di più mentre la luce rossa ormai era quasi arrivata.
Mancavano pochi centimetri e lo avrebbe colpito.
E sapeva cosa sarebbe accaduto dopo: non c’erano più Horcrux che potevano salvarlo e il suo corpo ormai era troppo debole per sostenere un incantesimo così forte.
Non ci sarebbe stata nessuna vittoria, né quella notte né un’altra.
Sarebbe morto.
Prima che la luce lo colpisse, i ricordi riempirono la sua mente.
La sua vita era da sempre stata insignificante.
Non aveva mai conosciuto i suoi genitori, ma da quanto aveva saputo suo padre era stato un babbano ed era scappato lasciando sua madre da sola.
Le aveva spezzato il cuore.
Già da piccolo aveva imparato a farsi rispettare.
Tutti dicevano che era stato lui a far del male agli altri bambini, a rubare loro i giocattoli ma non era vero, non del tutto almeno.
Aveva fatto delle cose orribili ma lo aveva fatto perché gli altri lo trattavano male, gli altri lo avevano sempre chiamato “mostro” solo perché faceva delle magie.
Lui non sapeva cosa era la magia, credeva di essere davvero malvagio di natura, così almeno gli avevano detto tutti, i bambini non volevano giocare con lui e aveva la sensazione che anche gli adulti segretamente lo deridessero.
Usare la magia era l’unico modo che aveva per difendersi.
E poi era arrivato Silente, ma non aveva risolto niente.
La sua ribellione era cresciuta, non voleva essere come tutti gli altri maghi, lui era superiore, lui si era scoperto l’erede di Serpeverde, era destinato a governarli tutti.
Spesso si era confidato con Silente, ma neanche lui capiva.
Che strano, eppure Silente era un mago potente, era sicuro che avrebbe capito come si sentiva.
E invece non faceva altro che sminuire il suo potere.
Ma questi erano solo flash sbiaditi che aleggiavano nella mente di Lord Voldemort, cose che lui ormai considerava passate, cose che ormai aveva quasi dimenticato.
Forse voleva dimenticare.
La sua vera vita è iniziata molti anni dopo, quando era diventato Voldemort, il Signore Oscuro, colui che avrebbe governato su tutti, colui che avrebbe completato il progetto che Silente non aveva mai avuto il coraggio di portare avanti.
Aveva grandi progetti, progetti che era sicuro avrebbe realizzato.
Ma se ne rese conto solo quando iniziò ad uccidere.
Non voleva farlo, non voleva uccidere altri maghi come lui, eppure si sentiva costretto a farlo.
Così tutti lo avrebbero rispettato, non importava come e per quale motivo.
Ma questo lo sapeva troppo bene.
Ricordava tutta la sua vita da Voldemort nei minimi dettagli, non c’era un grande bisogno di evocare questi ricordi nel momento finale.
Eppure queste memorie erano importanti perché era stato in quel periodo che aveva conosciuto lei.
Bellatrix Lestrange, così bella, così strana all’apparenza.
Ma Voldemort sapeva che non si doveva mai giudicare qualcuno senza conoscerlo pienamente.
Era diventata la sua serva più fedele, ormai passava sempre più tempo con lei che con gli altri Mangiamorte e tutti gli incarichi migliori venivano affidati a lei.
Lei provava qualcosa per lui, si vedeva, o almeno lui ne era certo.
Era sempre così dolce con lui, nonostante sapeva che ogni volta rischiava la morte.
Lei non sembrava curarsene più di tanto, non aveva paura di lui, non lo seguiva per questo motivo.
L’unica soluzione spiegabile era che si era innamorata di lui e forse anche Voldemort provava questo sentimento.
Era pronto a dichiararsi quando lei si sposò.
Qualcosa dentro di lui si ruppe, forse il suo cuore.
Erano gli anni in cui Harry Potter nacque.
Piton lo aveva supplicato più volte di risparmiare Lily, la madre di Harry, ma lui era deciso, se non poteva conoscere l’amore, nessun altro l’avrebbe conosciuto.
E così una sera Voldemort uccise Lily e James ma non riuscì ad uccidere Harry.
Silente raccontava sempre che era stato l’amore di sua madre a proteggere il ragazzo, forse è vero, ma c’è stato anche qualche altra cosa.
Piton aveva da sempre amato Lily ma lei non aveva ricambiato il suo amore e aveva sposato un altro.
Proprio come era successo a lui.
E da quell’amore era nato Harry. E se da Bellatrix e suo marito fosse nato un ragazzo proprio come quello che si trovava davanti?
Provò ad essere arrabbiato ma non ci riuscì, nonostante quello che aveva fatto, aveva perdonato la donna e avrebbe fatto di tutto per proteggere suo figlio, come se fosse stato proprio.
E così il suo cuore si era aperto per un attimo, come non aveva mai fatto.
E inconsapevolmente invece di maledire Harry lo aveva benedetto, gli aveva concesso grandi poteri che forse non avrebbe mai avuto prima di quell’incontro.
Ma poi si era accorto di quello che aveva fatto, era rimasto stupefatto e l’incantesimo si era rivolto contro di lui, come se avesse voluto punirlo.
E quando si era svegliato era in un corpo totalmente diverso e davanti a lui c’era quel ragazzo che lo aveva ridotto così male, quel ragazzo che doveva scomparire.
Lo avrebbe ucciso, proprio come aveva progettato di fare molti anni prima.
E poi avrebbe completato il suo progetto.
Ma Harry era scappato.
Intanto la notizia del suo ritorno si era diffusa e tutti i Mangiamorte erano tornati, lei compresa.
Bellatrix, non più bella come una volta a causa delle tante sofferenze della prigione.
Come potevano averle fatto questo?
Voldemort diventò furioso, il Ministero non sarebbe rimasto illeso da questo affronto.
Lei non parlava più di suo marito, come se non fosse mai esistito.
Dopo tutti questi anni, dopo la sua assenza, era sempre rimasta fedele a lui, a Voldemort, e a nessun altro. Lui aveva finalmente capito che quello era vero amore.
Non lo aveva mai incontrato prima, aveva incontrato solo morte e sofferenza ma mai amore eppure l’aveva riconosciuto subito.
Era pronto a dichiararsi, era pronto a cedere alle lusinghe di Bella ma lo avrebbe fatto solo dopo la sua vittoria, dopo che il mondo sarebbe stato ai suoi piedi.
Lei non lo avrebbe rifiutato, non lui, non il più potente non solo dei maghi ma di tutto il mondo.
Nessuno lo avrebbe più considerato un debole, nessuno lo avrebbe giudicato.
Era così vicino al suo intento.
La luce rossa lo colpì e tutto il mondo scomparve.
Lui scomparve, sembrava che stesse bruciando.
Il dolore era straziante ma in un certo senso l’uomo era anche felice.
Una lacrima scese sul suo viso, una lacrima che era rimasta nel suo occhio per tanto tempo.
Era pronta, aspettava solo il momento giusto per cadere.
Il momento in cui Lord Voldemort avesse scoperto di essere un umano proprio come tutti gli altri.
Era questa la fine, o forse il principio.
L’avrebbe rivista, in un mondo dove sarebbero stati solo lui e lei.
Il loro sogno si sarebbe avverato.
Alla fine ce l’avevano fatta.
Sarebbero stati insieme.
Per sempre.


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MessaggioTitolo: Re: The life and lies of Lord Voldemort   The life and lies of Lord Voldemort EmptyMer Set 25 2013, 11:24

Molto, molto, molto commovente, oltre che scritto bene (ci sono un paio di errori di sintassi, ma non sono molto gravi).
Complimenti cheers 
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MessaggioTitolo: Re: The life and lies of Lord Voldemort   The life and lies of Lord Voldemort EmptyGio Set 26 2013, 11:24

C'è una questione di fondo che non mi quadra:
Voldemort innamorato? significherebbe che Silente ha sbagliato tutto, che in fondo in fondo Tom Riddle provava del rimorso?
E dunque una volta morto il rimorso avrebbe rimesso insieme i pezzi della sua anima? scratch 

Io la stessa storia l'avrei scritta dalla parte di Bellatrix... Mi sembra un po' improbabile questo flusso di coscienza in bocca a Voldemort No 
Però scritto bene, eh.
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MessaggioTitolo: Re: The life and lies of Lord Voldemort   The life and lies of Lord Voldemort EmptyGio Ott 03 2013, 23:33

Citazione :
Molto, molto, molto commovente, oltre che scritto bene (ci sono un paio di errori di sintassi, ma non sono molto gravi).
Complimenti cheers
Grazie mille, mi fa molto piacere che ti sia piaciuta ^.^

Citazione :

C'è una questione di fondo che non mi quadra:
Voldemort innamorato? significherebbe che Silente ha sbagliato tutto, che in fondo in fondo Tom Riddle provava del rimorso?
E dunque una volta morto il rimorso avrebbe rimesso insieme i pezzi della sua anima? scratch

Io la stessa storia l'avrei scritta dalla parte di Bellatrix... Mi sembra un po' improbabile questo flusso di coscienza in bocca a Voldemort No
Però scritto bene, eh.
Allora, qui devo spiegare un pò di cose. Diciamo che questo racconto ha una questione psicologica di fondo. Volevo dimostrare che si, Voldemort è cattivo e questo lo sappiamo tutti, ma che in fondo anche lui è umano e quindi, nonostante abbia cercato di sopprimere il suo lato buono, questo è sempre presente nel suo profondo ed emerge nel momento in cui tutto finisce. Non lo definirei rimorso, è quasi come un flash istantaneo nell'attimo prima della morte, in cui pensa al fatto che forse la sua vita poteva effettivamente essere diversa da come è stata. La questione è un pò contorta, lo so, perchè si deve capire un tema di fondo che c'è sempre nelle mie storie: i cattivi non sono interamente cattivi (così come i buoni non sono interamente buoni!). No, questo flash è troppo debole e veloce per cancellare anni di crudeltà quindi non rimetterebbe insieme i pezzi della sua anima, anche perchè in quel momento molti pezzi sono già stati distrutti quindi sarebbe proprio impossibile rimetterli insieme. Spero di essere stata abbastanza chiara.
Non la scriverei dalla parte di Bellatrix proprio perchè da lei si aspetta di più che sia capace di provare dei sentimenti, nonostante la sua malvagità, mentre sembra impossibile applicare lo stesso principio a Voldemort.


Detto questo, grazie per l'attenzione Smile
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