RAPIMENTO RON - ALTRA VERSIONE

Quanto segue, indicativamente, avviene subito dopo quanto narrato da Nev nel suo "testo (clicca qui)".
Siccome è un pò lunghetto, lo spezzo in due.

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Uscì dal camino della presidenza ancora scombussolato da quanto successo al Ministero. Era stato come essersi trovato in uno dei suoi incubi peggiori: un Harry Potter dedito alle arti oscure.
Vedere la sua copia lottare contro gli Auror, con un ghigno allucinato sul viso, e provare una gioia alterata nello spedire maledizioni mortali a chiunque gli si parasse di fronte …
Scosse la testa, cercando di allontanare quel pensiero, ricordando come Dawlish lo avesse pietrificato, di fatto togliendolo dallo scontro ed evitando che potesse essere scambiato accidentalmente per la sua copia.
E come dimenticare l'avvertimento dell'Harry cattivo: «Ricordati! Non ho bisogno di vincerti, perchè sarai tu a portarmi ciò che necessito!», e la seguente smaterializzazione che lasciò alle sue spalle la una risata isterica e crudele.
Ma quello che più lo inquietava era che questi si era smaterializzato in un luogo dove non era possibile la smaterializzazione!
Immerso in questi pensieri, si ritrovò davanti alla Signora Grassa senza accorgersi, e, per qualche secondo, guardò il quadro basito, incapace di fare qualsiasi cosa.
Si scosse, diede la parola d'ordine, ed entrò nel salone di Grifondoro. Cercò con lo sguardo i suoi amici, ma il salone era vuoto. Probabilmente, pensò, saranno già scesi in sala grande per la cena.
Si diresse verso la scala che portava al dormitorio, per cambiarsi gli abiti ancora sporchi dalla scaramuccia ministeriale, quando sentì aprirsi il quadro, e due voci conosciute parlare.
«Maledetto sutpido. Stupido. STUPIDO!» Il risentimento nella voce di Hermione non riusciva a nascondere il tono preoccupato, ben vicino alla disperazione.
«Hai ragione. Ma ricordati che mio fratello non è così indifeso come potrebbe sembrare. Però è uno STUPIDO!» Il tono di Ginny era duro, come sempre quando parlava delle idiozie del fratello. E mentre ridiscendeva i quattro scalini appena fatti, rifletteva sul fatto che la nota fortemente preoccupata in Ginny, solitamente significava soltanto guai.
«Hermione, dov'è Ron?» Le ragazze furono sorprese di trovarselo davanti all'improvviso.
«Non lo sappiamo.» rispose Hermione, scoppiando poi in un pianto sommesso, come se quelle tre semplici parole avessero incominciato a disintegrare un fragile muro dietro al quale erano celati timori imsopportabili.
«Stavamo andando a Trasfigurazione» attaccò Ginny «Ad un certo punto, Ron si è bloccato, ed ha mormorato qualcosa tipo “Ho capito dov'è!”, ma non ne sono sicurissima. Poi ci ha detto di andare avanti, perchè lui doveva andare in bagno. E da quel momento non si è più visto.» Il tono di Ginny era sempre più duro, ma gli occhi umidi testimoniavano ben altri sentimenti.
«L'abbiamo cercato dappertutto. Siamo arrivate anche alla Camera dei Segreti. Ma niente! E' come se fosse svanito nel nulla» Ginny terminò il racconto, con la testa china e le mani chiuse nervosamente a pugno.
Ma Harry già da qualche secondo non ascoltava più la ragazza.
Ho capito dov'è!
No! penso Harry, con lo sguardo sbarrato e rigido come se fosse stato pietrificato.
No, neanche Ron può essere così idiota!
No, non ci credo.
Ma più pensava che tutto ciò fosse impossibile, più una paura profonda e gelida lo attanagliava, portandolo sul limitare di un abisso nero, cupo e colmo di tutti i suoi peggiori incubi.
Lentamente, si costrinse a dare le spalle alle due ragazze, poiché, qualche anfratto ancor lucido del suo cervello, gli suggerì che le sue intuizioni ed emozioni potevano essere ben visibili ed interpretabili.
«Harry, tu sai dov'è Ron!» Ginny non aveva fatto una domanda.
Harry non sapeva cosa fare.
«Harry! DOV'E' MIO FRATELLO?» l'indecisione del ragazzo, trasformò il tono duro della ragazza, in qualcosa di più cattivo, tagliente, imperativo.
Nel sentire questo cambiamento, Harry cominciò a girarsi lentamente, ed in tono forzatamente pacato rispose: «Si. So dov'è andato quell'idiota, pazzo sconsiderato del mio amico!»
«Bene. Ora andiamo. Le spiegazioni poss ...»
La frase rimase a metà quando Ginny vide materializzarsi una bacchetta nella mano di Harry, puntata verso di lei.
«PIETRIFICUM TOTALUM!»
Hermione fu scioccata nel vedere il suo migliore amico pietrificare la sua ragazza. E, incredula di quanto stava succedendo, guardò scioccata la bacchetta dirigersi verso di lei, e ripetere l'incanto.
Harry fece in modo di sistemare al meglio le due ragazze, quindi si piegò verso di loro.
«Ron è andato nella Foresta Proibita, dov'era la dimora di Aragog. Quando abbiamo parlato dei Doni l'ultima volta, deve aver intuito che ero in quel luogo che avevo fatto cadere la pietra. Ora, io andrò la. Ho paura, ragazze. Ho paura di aver perso il mio amico, e non voglio rischiare di perdere anche voi. Non so che cosa potrei trovare. Ma se trovassi ciò che temo, ho bisogno di sapervi al sicuro, per fare quello che sarà necessario senza ulteriori preoccupazioni.»
Quindi, si abbassò un po' di più verso Ginny, le diede un bacio leggero seguito da un Ti amo, ed uscì dal salone.


.. continua

... ed ecco il secondo pezzo.

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Appena fuori dal quadro, si precipitò giù dalle scale e nei corridori della scuola, come mai fatto in precedenza. Nella sua furia, travolse compagni e professori, incurante dei richiami e degli insulti che pioveano alle sue spalle, ed in men che non si dica si trovò al di fuori del portone di Hogwarts. Con la mente in preda lle nebbie della paura, vedeva i prati scorrere velocemente sotto i suoi piedi, senza ascoltare il dolore rabbioso dei muscoli delle gambe, sottoposti ad uno sforzo enorme.
Oltrpassò la dimora di Hagrid, e s'infilò ansante nella Foresta. Dovette fermarsi un secondo, per individuare il sentiero giusto. Quindi, non potendo più correre, s'incamminò lungo la stradina conosciuta con passo deciso e, quanto più possibile, affrettato.
Mentre le gambe si muovevano autonomamente, i ricordi circa quei luoghi lo assalirono a tradimento. Ricordò il terrore di Ron quando fu imprigionato dall'acromantula; di quando si trovarono di fronte ad Aragog; di come fuggirono con la macchina volante del signor Weasley; delle visioni dei suoi genitori, del suo padrino, del padre del suo figlioccio; di Voldemort; di King's Cross e Silente.
Ed eccola lì, quella radura che, ancora una volta, incrociava dolorosamente la sua strada.
«LUMOS!»
Un artiglio invisibile afferrò il suo cuore, ed incominciò a strigere sempre più forte.
Alla tenue luce della bacchetta, si vedevano chiari i segni di uno scontro. Cumuli di foglie che si alternavano a piccole zone in cui si notava l'erba crudelmente schiacciata e strappata, rami spezzati, ragnatele distrutte da fattori non imputabili al tempo.
E diverse macchie e pozze di sangue, qua è là, testimoniavano indiscutibilmente che qualcuno doveva essersi ferito.
O peggio.
Un rumore alle sue spalle, fece scattare i sensi allertati, ed i riflessi di anni di Quiddich e battaglie risposero in una frazione di secondo. Fece una capriola di lato, mentre estraeva la bacchetta, pronto ad affrontare al meglio qualsiasi pericolo.
«REFULGEO!»
Un bagliore accecante illuminò l'intera area. Compresi i due centauri fermi al limitare del luogo.
«Harry Potter», disse uno dei due, schermandosi con una mano gli occhi dalla luce. «Il nostro attuale capo vorrebbe vederti, per informarti dei fatti nefasti accaduti in questo triste pomeriggio.»
Harry li guardò sospettoso. Certo, c'era stato un certo avvicinamento tra maghi e centauri dopo la battaglia di Hogwarts. Ma non riusciva a dimenticare che, Fiorenzo a parte, gli altri centauri non erano mai stati così “amichevoli”.
«Harry Potter, eravamo stati avvertiti di una possibile tua ritrosia a seguirci. Non ci è permesso anticiparti di più, ma sappi che abbiamo subito delle perdite, oggi.»
«Chi?» chiese Harry, con il sospetto che lasciava il posto alla compassione.
«Cassandro, Antares e Candido. Ora, cortesemente, seguici.»
Senza ulteriori commenti o spiegazioni, i due centauri si girarono, addentrandosi nella foresta.
Per un secondo Harry non seppe cosa fare. Ma fu solo un attimo. La necessità di avere qualsiasi informazione che potesse riguardare la sorte del suo amico era troppo pressante.
Seguendo le sue guide, riflettè sul fatto che mai si era addentrato così in profondità nel cuore della Foresta Proibita. Ma per Ron sarebbe stato disposto a scendere fin dentro le fiamme dell'inferno. Come dimenticare i mille ricordi, i mille scherzi, le mille litigate che lo legavano al suo amico. Era impossibile. Come impossibile era ignorare quella sensazione di un pezzo mancante, che gli provocava un dolore fisico.
Un lamento simile ad un nitrito lo scosse dai suoi pensieri. Erano arrivati nel luogo del raduno dei centauri
Nella tenue luce del giorno che se ne andava, lasciando il posto all'argenteo bagliore dell'astro notturno, la foresta lasciò il posto ad un radura simile a quella di prima, Al limitare alla sua destra, vide i corpi senza vita di Cassandro e dei suoi amici, composti in maniera tale che sembrava che dormissero, se non fosse stato per le evidenti ferite che somigliavano a tante coltellate. Sul lato opposto, invece, vide delle centaure che portavano soccorso ai feriti, alcuni sdraiati, altri in piedi seppur traballanti sulle quattro zampe.
Venne accompagnato verso il centro dello spiazzo, presso un gruppo di centauri che stavano discutendo attorno ad una figura sdraiata. Uno degli accompagnatori gli disse di attendere, mentre l'altro parlava di spalle a quello che sembrava essere il capo designato.
E quando quest'ultimo si girò, Harry vide con stupore che trattavasi di Fiorenzo.
«Harry Potter, vorrei averti offerto un'accoglienza migliore. Ma, come vedi, triste è il momento attuale. Ed urgenti sono le notizie che ti devo dare.»
«Anch'io avrei preferito incontrarci in circostanze migliori.» Poi, violentandosi per rimanere calmo, nonostante il suo animo fosse un mare in burrasca, con tono neutro fece la domanda: «Fiorenzo, cosa sai di Ron?»
«Harry Potter, siediti per favore. Bui sono i momenti che stiamo vivendo. E da tempo tanti centauri non perdevano la vita in battaglia come negli ultimi mesi. Ma, prima di cominciare il racconto di queste ore appena passate, ti dirò che il nostro comune amico Ron Weasley era ancora vivo, seppur ferito, quando è stato rapito.»
«Come “rapito”?» Harry scatto in piedi «CHI L'HA RAPITO?» Se da una parte l'artiglio allentò la presa sul suo cuore, una volta saputo che c'erano probabilità che Ron fosse ancora vivo, altresì aumentò la sua preoccupazione e la sua rabbia verso questo questo nuovo e pericolosissimo avversario.
«Non lo so, Harry Potter. Ma ti prego, siediti ed ascolta.»Con la sua voce calda e profonda, Fiorenzo incominciò il racconto di come una pattuglia di centauri simbattè nella radura di Aragog, mentre Ron veniva torturato da tre altri maghi, che gli chiedevano di una certa Pietra. I due centauri decisero che uno sarebbe rimasto nascosto ad ascoltare, mentre l'altro galoppava ad avvertire i compagni. E mentre Cassandro, Magorian, Fiorenzo ed altri, non appena sentiti gli accadimenti, si precipitavano nel luogo indicato, l'altro assisteva alla continua tortura di Ron, ed al fermo diniego di questi a piegarsi. Finchè uno di questi, incominciò con tutta una specie di rituale e, dopo aver bevuto da un'ampolla quello che sembrava sangue d'unicorno, scagliò un anatema verso il ragazzo. E costui iniziò aparlare con una voce cavernosa ed inumana. Quando arrivò il gruppo di Cassandro, i maghi erano ancora lì, esultanti per aver trovato quello che cercavano, mentre Ron era dolorante a terra e si premeva una mano sul costato. Si scagliarono sui maghi per liberare Ron, ma altri cinque uomini si materializzarono alle loro spalle. Lo scontro fu furioso, e Cassandro ed altri due persero la vita a causa di maledizioni di incredibile potere, ed altri quattro furono gravemente feriti, tra cui Magorian. Ma anche gli avversari persero tre membri ed un altro paio vennero feriti. Quello che sembrava essere il capo degli assalitori fece di tutto per non lasciare feriti e morti, ma alla fine dovette accontentarsi dei feriti, prendere Ron personalmente, ed ordinare la ritirata.
Al termine del racconto, Harry chinò sconsolatamente il capo.
«Harry Potter, credo d'intuire i tuoi pensieri. Per alimentare la speranza, posso soltanto dire che era ferma intenzione del loro capo di tenere in vita il nostro amico.»
«Ti ringrazio, Fiorenzo.» Harry alzò la testa, ed il misto di angoscia, paura e dolorosa consapevolezza di non poter far nulla nell'immediato per il suo amico, sembrava averlo fatto invecchiare di un numero imprecisato di anni.
Ma era anche conscio che, per aver qualche possibilità di salvare Ron, doveva liberarsi di quelle sensazioni, e tornare a quella ferma determinazione che lo pervadeva l'ultima volta che era entrato nella foresta.
Con una nuova risolutezza nella voce, chiese a Fiorenzo di mostrargli i maghi caduti.
Venne portato oltre il limitare della radura, e, vicino a quella che sembrava essere una latrina a cielo aperto, vide i tre corpi scomposti ed ancora crivellati di frecce, come se fossero dei normalissimi puntaspilli.
Harry si avvicinò, nonostante l'odore pungente del luogo. Si chinò sui cadaveri, e notò che i volti erano coperti da delle maschere argentate, che ricordavano vagamente quelle dei mangiamorte, ma queste erano più antiche e, in un certo senso, più inquietanti.
«LUMOS»
Iniziò a smascherarne i volti, quando, arrivato al terzo corpo, un rabbioso ruggito eruppe dalla sua gola.
Il volto era quello di uno degli agenti dell'M.B.I. Americano, uno di quelli che dovevano sorvegliare i due specchi posti all'entrata dell'ufficio di Kingsley. Ed il collegamento con quanto successo al Ministero, lo colpì forte come neanche un bolide avrebbe potuto fare.
Incominciò a vagliare tutti i fatti, cercando di ordinarli per importanza. E, come l'accendersi di una luce, una similitudine gli balzò nitida.
«Fiorenzo, che tu sappia, quanto in là nella Foresta si spinge il possesso della scuola?»
«La foresta, originariamente, non faceva parte della scuola, quantomeno, non tutta. Venne poi annessa interamente quando fu stipulato il trattato che ci concedeva di circolare liberamente nella stessa, senza la minaccia costante di venir attaccati. Quindi, Harry Potter, la risposta alla tua domanda è: sì. La foresta fa parte della scuola.»
«Ma, allora c'è qualcosa che non mi torna. Se la foresta fa parte della scuola, come possono questi maghi usare la smaterializzazione? All'interno dei confini della scuola non è possibile!»
«Non ho una risposta sensata alla tua domanda. Posso dirti, però, che questi maghi oscuri usavano delle formule e degli incantesimi che mai io, od i miei fratelli, ne abbiamo inteso il suono o sperimentato la potenza.»
Harry tacque. Continuava a far andare lo sguardo pensieroso da Fiorenzo al corpo dell'agente. Le implicazioni di quanto riferitogli da Fiorenzo erano talmente gravi che potevano mettere a repentaglio tutte le future decisioni in merito alla sicurezza dei centri di potere conosciuti.
Era ora d'informare immediatamente la preside ed il ministro.
«Fiorenzo, devo chiederti un altro favore. Devo tornare a scuola il prima possibile, ed ho la necessità di portare con me i corpi di questi tre disgraziati.»
Non appena sentita la richiesta, qualche ringhio sordo si levò da diversi centauri, che avevano capito la reale portata del piacere richiesto. Ma vennero subito tacitati da un gesto di Fiorenzo.
«Harry Potter, ti conosco troppo bene, per non essere certo della tua buona fede e di essere cosciente che, se le circostanze attuali non ti avessero spinto, mai ti saresti permesso di avanzare una richiesta simile, ben conoscendo quanto poteva essere insultante per noi. Nondimeno» e guardò severamente gli altri centauri «acconsentirò. Ti chiedo soltanto, qualora sia possibile, di farci avere l'opportunità di vendicare il sangue versato oggi..»
«Su questo, avete la mia parola!» rispose senza pensarci Harry, commosso da quanto Fiorenzo si stesse esponendo nei suoi confronti e contro le radicatissime convinzioni dei centauri.
Il tempo di mandare un patronos ad Hagrid ed alla preside, e partirono immediatamente, Harry sul dorso di Fiorenzo ed i corpi fissati sui dorsi di altri tre centauri, ed arrivarono a scuola più rapidamente di quanto Harry credesse possibile, considerando quanto fosse fitta la foresta, unitamente al buio notturno.
La preside stava uscendo mentre Harry scendeva da Fiorenzo, ed incominciava a liberare dall'orrido peso i centauri. Anche Hagrid satava arrivando, coprendo la distanza a giganteschi passi.
Finito di togliere i corpi, con l'aiuto di Hagrid, Harry salutò i centauri, che trottarono nuovamente verso la foresta.
E, girandosi verso il portone della scuola, vide le figure delle due ragazze furenti, che lo aspettavano a braccia incrociate. Capì immediatamente che il confronto non sarebbe stato né morbido, né amichevole, ben conscio della gravità del suo gesto.
Ma questo non era soltanto che uno dei tanti problemi che avrebero dovuto risolvere nei prossimi tempi.
Resisti, Ron! Si ritrovò a pensare. Stiamo arrivando!

Ve saludi

Allora, da dove comincio???
Mmm... per prima cosa ho notato parecchi errori di battitura: lettere mancanti e/o parole scritte tutte attaccate....ma basta rileggere per risolverli!

Poi non mi è piaciuto l'uso che fai del passato remoto nel discorso di Fiorenzo a Harry...avrei preferito un imperfetto o un passato prossimo... in fondo è accaduto da poco...ma è questione di gusti

Inoltre le frasi stesse dette da Fiorenzo...non sono molto centauresche...ma vabbè, diciamo che, data la situazione, forse era sconvolto anche lui!

Infine veniamo al contenuto: la storia è ben spiegata ed ha anche una bella logica, anche se personalmente mi sembra strano che abbiano beccato Ron proprio quando lui aveva "appena" capito dove si trovava la Pietra... cavolo che tempismo!
E poi quelli del ministero come facevano a sapere che poteva essere proprio lì?
Seguivano Harry e Ron ogni momento?

Comunque sia, bravo! Ti sei cimentato con un altro bel testo!

Tra tutti quelli che hai scritto questo è il testo che senz'altro mi è piaciuto di più.. mi ha fatto piacere che ti sei staccato dalla trama e hai esposto una tua idea... perciò ti faccio i miei complimenti. Quoto Angie sulle frasi poco centauresche di fiorenzo anche se come dice lei la situazione è grave, quindi si potrebbe anche tenere così.
Sai che bello se Harry avesse scontrato Hyde e avesse partecipato anche lui?? vabbè... mi faccio sempre prendere. Ancora complimenti, bravo, bravo, bravo!!

Grazie, ragazze, e scusate il ritardo per le risposte. Ma in quest'ultima settimana sono stato alquanto preso con la mia "seconda moglie" ( ), ed ho dovuto seguirne le evoluzioni sui campi.

kinderangie ha scritto:

Infine veniamo al contenuto: la storia è ben spiegata ed ha anche una bella logica, anche se personalmente mi sembra strano che abbiano beccato Ron proprio quando lui aveva "appena" capito dove si trovava la Pietra... cavolo che tempismo!
E poi quelli del ministero come facevano a sapere che poteva essere proprio lì?
Seguivano Harry e Ron ogni momento?

Beh, Angie, l'idea è proprio quella: Harry ed i suoi amici sono DECISAMENTE marcati ad uomo.
E, comunque, non è farina del mio sacco. Nei capitoli fin qui redatti da voi, la cosa capita alquanto spesso.
Così, a memoria, ricordo: Harry a Godric's Hollow; Ron a Diagon Alley; Harry davanti alla tomba di Silente; mentre discutono dell'attacco a scuola, e di come venga pensato che ci possa essere "qualcuno" all'interno della scuola.

E se tutto questo accade ad Hogwarts, perchè non dovrebbe capitare anche al Ministero?
In fin dei conti, le "infiltrazioni" al ministero sono all'ordine del giorno: infiltrazioni in Voldy 1 e 2, ed "infiltrazioni" da parte Harrian-Ronian-Hermionesca!

Non ho fatto altro che "spingere" un pochino più in là le conseguenze.

Ve saludi

Citazione :

«L'abbiamo cercato dappertutto. Siamo arrivate anche alla Camera dei Segreti. Ma niente!

aaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh!!! ti ooodddiiooooooo!!!
clicca qui per sapere la ragione: La Camera dei Segreti un grosso problema!
ma non ti preoccupare... le badilate le riceverai solo da me!

Citazione :

Poi, violentandosi per rimanere calmo,

magnificooooooooooooo!!

Citazione :

vide le figure delle due ragazze furenti, che lo aspettavano a braccia incrociate.

mi piacerebbe che scrivessi il seguito!!

bravo! sono con te e d'accordo su tirar fuori nuovamente gli americani in questa storia! Sappiamo che sono loro l'origine di tutti i mali!!!
non sono d'accordo sul rapimento in generale...
Ron non è il tipo da andare da solo ne di fare l'eroe se non costretto (come nel mio testo del rapimento)
Pietrificare le ragazze è una vigliaccata! ma da schiattà dal ridere!!
Ave!

Ludovic Bagman ha scritto:

Citazione :

«L'abbiamo cercato dappertutto. Siamo arrivate anche alla Camera dei Segreti. Ma niente!

aaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh!!! ti ooodddiiooooooo!!!
clicca qui per sapere la ragione: La Camera dei Segreti un grosso problema!
ma non ti preoccupare... le badilate le riceverai solo da me!

Letto.

Comprendo le tue ragioni, ma non le condivido.
Un conto è "cercare". Un conto è conoscere.
Riddle era in fase di ricerca. E' ovvio che ci abbia impiegato un bel pò di tempo.
Per assurdo, Harry ci ha impiegato molto meno, arrivandoci quasi senza cercarla e grazie ad un'intuizione.
Ron non ha dovuto far altro che ricordarsi.
Idem una delle due ragazze - sveliamo l'arcano: ovviamente è Hermione, visto che era lei presente quando Ron apre la stanza.

Eppoi, un "segreto" rivelato, non è più un segreto. E quindi lo puoi utilizzare fin che ti pare.

Ludo ha scritto:

mi piacerebbe che scrivessi il seguito!!

Come diceva quello:
"Il possibile è cosa vecchia.
L'impossibile lo sto già facendo.
Per i miracoli mi sto attrezzando!"


In questo caso, mi stai chiedendo un miracolo.

Prometto che, se il cervello mi solletica qualcosa, potrei vedere di dare un seguito.

Magari, chessò, quella famosa badilata di cui sopra ....

Te saludi