Serata con gli Auror

Qualche mese fa Ludo, al commento del mio primo testo, disse:

Citazione :

se questo voleva essere un testo di riscaldamento.. ora ci aspettaimo i cento metri piani in 8 secondi e 34 su una gamba sola!!

Ora, dopo alcune settimane di lavoro (o almeno mi è sembrato così ) eccovi il secondo testo di Redfox.

Serata con gli Auror

[Redfox]

Arrivò dicembre e con esso il freddo consueto di quel mese. Nel castello tutti i caminetti delle aule, delle sale comuni e dei corridoi furono accesi, dando così posticini caldi dove scaldarsi per alcuni secondi tra un’ora e l’altra. Gli studenti, armati di libri e cartelle, dovevano indossare guanti di pelle di drago per non farli cadere. Le ore di astronomia furono sospese temporaneamente in modo da trovare un incantesimo abbastanza efficacie da proteggere i ragazzi dal freddo pungente. La professoressa Sprite, invece, comunicò a Neville alla quarta ora che parecchi esemplari di piante cresciute per future lezioni si erano ghiacciate, lasciando così nessun prototipo ad essa e quindi anche le sue lezioni furono sospese. Il parco del castello era carico di neve e il campo da Quidditch fu dichiarato inagibile, poiché il ghiaccio aveva reso pericolanti gli anelli.
Fu proprio la mattina di una di quelle fredde giornate che Harry ricevette un gufo dal Ministero.
Il volatile planò tra un bel vassoio di bacon e un piatto di uova travolgendo nell’atterraggio innumerevoli tazze e brocche, suscitando le proteste di numerosi Grifondoro.
<<Harry, non vorrei sembrare ovvio ma credo sia per te!>> commentò sarcasticamente Ron, che si stava dando da fare a pulite la veste da una grossa chiazza di latte.
<<Sei indispensabile come al solito Ron!>> disse di rimando Harry mentre sfilava la lettera dal gufo e la apriva, facendosi spazio tra le varie portate. Già l’intestazione della busta, che recava il simbolo del Ministero della Magia, non presagiva buone notizie e il contenuto della missiva non poté che confermare il presagio.
<<Accidenti Ron! Kingsley vuole un turno di guardia stasera!>>.
<<E inoltre, vorrebbe che il tuo “nuovo” lavoro non venga sparso ai quattro venti!>> disse Hermione che aveva raggiunto i due proprio in quel momento e ora stava riempiendo il proprio piatto di pane tostato.
La ragazza aveva i vestiti umidi e le guancie sporche di terra, i suoi capelli erano pieni di foglie e le mani recavano più tagli.
<<Ma dove sei stata? Mi ero preoccupato moltissimo!>> chiese spudoratamente Ron che, in realtà, se ne era infischiato altamente della ragazza.
<<La Sprite ha chiesto a me e Neville di aiutarla nel mettere al sicuro le poche piante che gli sono rimaste… non credevo che ci volesse così tanto. >> spiegò velocemente Hermione per poi tuffarsi sul proprio cibo.
<<Fai con calma Hermione, noi intanto ci dirigiamo a pozioni… diremo al professore che “imprevisti di una natura superiore” ti hanno tenuta impegnata>> disse Ron nel tentativo di far ridere alla ragazza, ma una sua occhiataccia lo fece zittire immediatamente.

Numerose folate di vento percuotevano il parco facendo gelare la carne fino alle ossa, le fronde della foresta proibita si agitavano come innumerevoli tentacoli che provavano ad acchiappare la luna che quella sera era calante.
Scaldato dal bel fuoco della sala comune Harry avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non passare la notte fuori, ma, quando furono le nove, prese il mantello e scese nella Sala d’Ingresso. Ad aspettarlo c’era già un gruppetto di persone.
<<Harry Poter, giusto? Piacere Augustus Merlin >> fece quello che sembrava il più importante lì in mezzo.
<<Il piacere è tutto mio!>> rispose Harry stringendo la mano dell’Auror che, del gruppo, era l’unico che non aveva visto il giorno del suo test al Ministero.
<<Vedo che hai portato tutto l’occorrente!>> disse gioviale Augustus guardando il pesante mantello che il ragazzo si portava dietro <<dobbiamo sbrigarci: le nove sono già passate e noi dobbiamo ancora sistemarci>>.
Con un semplice gesto della mano, Merlin fece aprire la porta e la superò seguito dal gruppo in cui Harry si era preso la briga di mettersi in fondo. Scesero puntando verso la capanna di Hagrid, ma, all’altezza del lago virarono verso il campo da Quidditch e fu lì che si fermarono.
<<Allora Harry tu vai con Crhistopher Griffiths, Cassandra e Dorian faranno coppia come Adolph e Amanda, mentre io faccio il turno da solo. >> disse con tono autoritario Augustus << Harry e Crhistopher controlleranno la parte di foresta che va dalla capanna di Hagrid ai cancelli, Cassandra e Dorian si fanno il lago fino al castello, Adolph e Amanda controlleranno, invece, le serre. Io girerò per tutta la notte. Se ci sono intrusi spruzzate verso l’alto scintille viola, se siete in difficoltà usate scintille rosse e se il pericolo è passato usate le verdi. Domande?>>
Harry avrebbe preferito tornare al castello e infilarsi sotto le coperte del dormitorio, ma il freddo pungente gli aveva congelato gli arti e la lingua. Augustus aspettò alcuni secondi, poi si girò e iniziò a marciare verso le serre seguito da Adolph e Amanda.
<<Bene Potter, il nostro turno inizia ora. Mettiamo in chiaro le cose: primo, comando io. Secondo, tu segui i miei ordini. Durante il duello al Ministero sono andato leggero, ma sappi che, se non ubbidisci, ti tratterò come il più subdolo Mangiamorte… intesi?>> fece perentorio Griffiths.
<<Sissignore!>> rispose Harry. Ora che ci pensava, si rese conto che con l’Auror non aveva mai parlato. Senza fiatare seguì l’uomo fino alla capanna del guardiacaccia e aspettò ordini.
L’aria, nonostante fosse pungente, era tranquilla. Dalla capanna non proveniva nessun rumore se non per un gran russare. Fu Griffiths a riportarlo alla realtà.
<<Allora, tu rimani qui e conti fino a cento. Nel frattempo io raggiungo il castello. Quando hai finito di contare, inizi a pattugliare il limite della foresta venendo verso la scuola. Io farò l’inverso.>>.
<<Ho capito!>> si limitò a dire Harry e aspettò che l’Auror fosse sparito nell’oscurità.
Non provò neanche a contare: Griffiths gli era proprio antipatico e disubbidirli gli dava grande soddisfazione. Fece due giri della capanna e poi decise di iniziare la perlustrazione. Il silenzio era dei più assoluti e l’oscurità della Foresta Proibita era come ipnotica. Harry si strinse nel mantello sperando che quel vento gelido cessasse. I suoi occhi spaziavano da un albero all’altro alla ricerca di un qualcosa. Ogni cinque passi che faceva verso il castello si fermava e scrutava in mezzo alla boscaglia e stringeva la bacchetta.
Nella mattinata aveva deciso di lasciare La Stecca della Morte nel suo baule in modo da evitare possibili problemi durante la notte ma ora quasi rimpiangeva della scelta fatta: se si sarebbe trovato davanti ad un mago oscuro, sarebbe stato in netta inferiorità e la bacchetta di sambuco gli sarebbe stata certamente utile.
D’un tratto un forte schiocco ruppe il silenzio. Harry si sentì infuocare, velocemente si tolse il mantello e si avventurò nella foresta. Sapeva che avrebbe dovuto lanciare scintille rosse, ma se poi lo schiocco fosse di natura animale? Che figura avrebbe fatto?
Stringendo la bacchetta nella mano continuò a penetrare in quell’oscurità. Ogni passo che faceva gli costava molto; la paura lo impregnava fino al midollo e avrebbe voluto tornare al chiaro della luna. Lottando con se stesso arrivò davanti ad un troco caduto. L’oscurità era fin troppo fitta.
Alzò la bacchetta e mormorò: << Lumos >>
La punta della bacchetta s’illuminò, ma la luce non bastò a schiarire il terreno. Sapeva che aldilà del tronco c’era qualcuno: la sagoma scura era visibile anche in quel buio.
<< Chi sei?>> chiese con voce falsamente coraggiosa Harry, cercando di illuminare il volto dello sconosciuto.
<< Questo particolare non t’interessa… Potter!>> replicò secco la sagoma.
Un lampo di luce blu partì da essa. Prontamente Harry pensò “Protego. L’Expelliarmus s’infranse sull’incantesimo di difesa di Harry.
<<Vedo che hai studiato… proviamo con qualcosa di più difficile. Avada Kedavra!>>.
L’urlo squarciò la notte. Harry si buttò istintivamente a terra e sentì la corteccia dell’albero sbriciolarsi sotto la maledizione.
<<Non stiamo giocando a nascondino Potter! Vieni fuori!>>.
Il troco si spaccò in mille pezzi e, finalmente, Harry riuscì a vedere la faccia dell’assalitore. La verità attanagliò lo stomaco di Harry.
Non poteva essere, non doveva essere! L’esistenza stessa della persona era impossibile. Se n’era già andata tempo prima… era impossibile che fosse lì, davanti ai suoi occhi. Aveva assistito alla sua morte, l’aveva visto morire, aveva visto le iridi farsi opache e i muscoli irrigidirsi…
<< E’ impossibile… >> mormorò Harry ancora accasciato a terra.
<< Che cosa stai confabulando Potter? Forse non hai capito che io ti voglio uccidere! Combatti!>> disse l’uomo e alzò di forza Harry facendolo barcollare.
<<Voglio che la tua morte sia lenta e dolorosa! Ti devo uccidere mentre tu mi chiedi pietà! >>
L’uomo rise aspramente, poi un fascio blu partì dalla bacchetta. Harry lo schivò ancora, ma non riusciva a combattere, non ce la faceva. La sola paradossalità di quella situazione bastava a fermare anche il più forte mago.
L’incantesimo di disarmo lo colpì in pieno. La bacchetta volò di qualche metro e arrivò dritta nelle mani dell’uomo. Ora Harry era una creatura indifesa alla mercé del nemico.
<< Non mi hai ancora dato soddisfazione Potter! Tu non stai prendendo la cosa seriamente… vediamo se questo ti farà capire. >>
L’uomo si avvicinò a Harry e sollevò la bacchetta, respirò affondo e poi urlò: << Crucio!>>.
Mille pugnali si conficcarono nella carne di Harry, l’urlo uscì naturale dalla sua gola. Sentiva il dolore, ma allo stesso tempo era estraniato da esso. Non sentiva la carne bruciare, i muscoli dolere, ma allo stesso tempo il dolore non lo lasciava.
In quel calvario sentì la voce di Hagrid: <<Harry! Harry!>>.
Il dolore lo costringeva a tenere le palpebre chiuse, ma lui riusciva a vedere il mezzogigante correre verso di lui con la lampada a olio, l’uomo girarsi, il ghigno malvagio sul suo volto, e l’Avada Kedavra che scaturiva dalla bacchetta e si andava a infrangere sul petto di Hagrid; il corpo di quest’ultimo fermarsi e poi cadere a terra…
Sapeva che doveva sconfiggere la maledizione. Doveva tornare lucido. Doveva riprendersi la bacchetta e sprizzare quelle maledette scintille rosse. Stava cercando di combattere il dolore, si stava imponendo di uscire da esso.
Poi, d’un tratto, il dolore cessò. Harry rimase ansimante a terra. L’uomo gli s’inginocchiò vicino e portò la faccia davanti alla sua: <<Allora, Potter? Ti è bastato per deciderti a combattere?>>.
Harry sferrò un pugno sul naso dell’uomo che imprecò e indietreggio. Harry, seppur con fatica si alzò. Vide che l’uomo aveva fatto cadere la sua bacchetta, la raccolse e sprizzò le scintille rosse verso l’alto, poi si concentrò sul suo avversario.
Alla sua destra vedeva la sagoma del guardiacaccia. Non voleva crederci, non poteva crederci. In qual momento, non doveva perdere la lucidità, non doveva rendersi vulnerabile una seconda volta. Ormai a veva accettato il fatto che quello che gli stava davanti era già stato ucciso una volta.
Con decisione puntò la bacchetta verso l’uomo e lanciò uno schiantesimo. Il lampo di luce rossa parti, ma fu interrotta dall’Anatema lanciato dall’altra bacchetta. Harry seppe che doveva sfruttare quella situazione di stallo per aspettare l’arrivo dei rinforzi. Socchiuse le palpebre e rinvigorì il proprio incantesimo. Il fascio rosso si spostò un po’ più in là inglobando quello verde.
<<Potter, non vorrai farmi credere che tu voglia vincermi! Sto utilizzando solo un millesimo della mia reale forza… se vuoi, te lo dimostro>>.
Senza tanti preavvisi, il fascio verde s’ingrandì recuperando tantissimo terreno.
<< Non so come tu sia riuscito a tornare, ma sappi che non mi ucciderai!>>.
Tremando Harry riuscì a resistere al contrattacco dell’uomo. In lontananza sentì dei passi. In pochi secondi tutti gli Auror erano al suo fianco.
<<Oh mio Dio, Harry!>> era la voce di Augustus.
<<vedo che hai portato degli amici, Potter! Mi spiace, ma ci vediamo un’altra volta. >>
Il fascio verde scomparve e l’uomo sparì nel buio.
<< Inseguitelo!>> urlò Augustus, mentre Harry si accasciava esausto.
<<Oh, Harry! Mi dispiace, Graffiths mi aveva avvertito che non vi eravate incontrati durante la perlustrazione. Poi hai lanciato le scintille e noi siamo accorsi… tutto bene?>>.
Harry non rispose, si limitò a indicare la direzione dove il corpo di Hagrid era sdraiato. Augustus chinò il capo, fece da stampella con il braccio al ragazzo e lo portò dal cadavere.
Alla luce della luna, la faccia del guardiacaccia sembrava solamente addormentata, se non fosse per le due iridi opache che fissavano il vuoto.
Harry non resse al dolore. Le lacrime iniziarono a scendere sulle guancie, bagnandogli la carne. S’inginocchiò e posò il suo volto nel petto di Hagrid lasciandosi a un triste pianto.

Cosa che non vanno bene in blu, correzioni in verde!

Citazione :

efficacie

Citazione :

gli anelli delle porte.

Citazione :

Scaldato dal bel fuoco della sala comune Harry avrebbe dato qualsiasi cosa pur di (non) passare la notte fuori,

Citazione :

<<Harry Potter

Citazione :

<<iIl piacere

Citazione :

seguitao

Citazione :

se si sarebbe trovato davanti ad un mago oscuro, si sarebbe

Citazione :

Che figura ci avrebbe fatto?

Bene, molto bene! La prima parte si può migliorare moltissimo, ci sono molte cose che non vanno, lavoraci su e falla arrivare al livello della seconda che è veramente incredibile. Complimenti, complimenti, complimenti!! Ricorda solo: più ambiente!
Per il resto bene... mi sembra una buona idea la morte di Hagrid, cioè non che non mi piaccia il suo personaggio, anzi è uno dei miei preferiti, ma ha un grande impatto sul lettore, mi sembra ottimo, non ci avevo mai pensato!

Ho corretto le sviste segnalate da Annalisa

Citazione :

un troco caduto.

Citazione :

guancie

plurale guance.

Citazione :

Il troco si spaccò

Citazione :

Oramai a veva

Nel complesso il testo è scritto abbastanza bene, linguaggio ben appropriato tranne che in qualche piccola espressione un pò "innaturale".
Quel che non mi convince è la caratterizzazione di Harry...lui di solito si fa sempre troppe domande...perchè qui non se ne fa?? Perchè pattugliano fuori dalla scuola senza dare una motivazione di questo?
Non mi piace come Griffiths tratta Harry, insomma!! E' sempre Harry Potter!
E sopratutto...perchè far fuori Hagrid?

Comunque mi piace come ti esprimi, continua a scrivere, maturerai uno bello stile di scrittura

wow incredibile! ma in tt qst ginny? nn è la ragazza di harry?

Molto bello, anche se mi dispiace per Hagrid

è scritto davvero bene, forse un po' troppo colloquiale, per esempio alcuni verbi come provare si possono sostituire con tentare, ma apparte questo va benissimo

Quoto Horcrux.. Alcuni errorini ma bel testo davvero! Ricordati naturalmente che devi aiutare me per Convivium! è.é Non te la scampi così eh!

Mi sto rimettendo in pari con i testi.

Che dire, Red?
Il testo non è affatto male, ed è scritto in maniera fluida (tranne, forse, l'inizio).

Però... non ho capito chi è risorto (spero non Voldemort) e non mi piace la morte di Hagrid... in definitiva, l'idea della ronda non mi dispiace, ma tutto il resto...
Beh, è anche vero che questo testo ormai è un pò vecchiotto, quindi...

La morte di Hagrid è di cattivo gusto, poi va benissimo!

Caspio! mi ero completamente scordato di questo testo
Purtroppo l'Alzahimer è già nel mio corpo e nn ricordo chi fosse il resuscitato
Mi pare l'abbia scritto per fornire materiale "generico" al libro (tipo pezzi di combattimento e di ronde xD) e perché l'idea della morte di Hagrid m'ispirava e non mi ricordavo fosse stata scritta da nessuno