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 Il mio primo testo

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Franz.Riddle
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Franz.Riddle

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptySab Mar 20 2010, 16:36

Ecco la prima parte del mio testo. Vi prego di non essere duri con me.

Quella sera Harry rimase nella Sala Comune insieme a Ron ed Hermione a concludere i 25 centimetri di pergamena per il Prof. (…), in verità, i due amici, stavano cercando di fare un sunto delle ricerche sull'argomento fatte in biblioteca dall'amica.
Le ore volavano veloci e quasi a mezzanotte finalmente Ron sospirò: « Fatto! Ehi Herry, è tutta la sera che non dici una parola!».
Era vero, ultimamente voleva solo godersi la compagnia dei suoi amici.
Nonostante la bella sfogata dell'altra sera con Hermione, che aveva definitivamente sopito tutti i vari attriti che si erano visti formare tra loro, adesso non voleva coinvolgerli nuovamente in qualsiasi tipo di avventura.
Finalmente, i suoi due amici, avevano riscoperto nuovamente l'amore ed avevano bisogno anche loro di un po' di serenità, intimità; già, come sempre si preoccupava degli altri, anche lui desiderava tanto essere solo uno studente, godere della compagnia di Ginny. C'era stato un momento che sembrava veramente che tutta la sua vita potesse iniziare con la morte di Tom; Ginny invece doveva ancora aspettarlo, non era ancora completamente suo, soffriva? Sicuramente.
«Ma non avevi portato giù Snitch quando sei andato sopra a prendere le pergamene? Dov'è?», Ron lo fece trasalire dai suoi pensieri, la Sala Comune ora era quasi vuota, poteva sentire leggermente l'eco di quelle parole.
«Snitch è qui, nella mia borsa. Ho svuotato una delle tasche laterali ed ho cercato di creargli un momentaneo ambiente confortevole, almeno fin quando non avrò avuto qualche altra idea. Non vorrei lasciarlo più solo nel dormitorio, ma non posso portarlo in spalla quando siamo a lezioni».
Harry aveva intuito qualcosa sulla natura delle sue visioni, delle sue premonizioni, ma non aveva ancora chiaro come e perchè.
Hermione si alzò di scatto come per protestare di quella scelta, ma si trattenne, aveva capito? Ma non fece altro che riordinare le sue cose nella cartellina, un ultimo sguardo negli occhi di Harry, non indagatori e nemmeno accusatori, ma quasi preoccupati; come lui, forse, pensava e ripensava a tutto ciò che era successo in quelle poche settimane di scuola, alle visioni, ed anche lei cercava un indizio, un appiglio su cui iniziare a lavorare..., indagare.
Sistemate le poche cose dal tavolo, si avvicinò a Ron e lo baciò sulle labbra, un leggero tocco seguito da «A domani!», poi si avvicinò ad Harry e gli diede un grosso e lungo bacio sulla guancia mentre gli stringeva una spalla con la mano libera, lo guardò nuovamente negli occhi, gli fece un cenno di assenso con il capo e gli disse «Dormi! Ci vediamo domani». E risalendo le scale che portano ai dormitori femminili si sentì «Buonanotte!».
Ron nel frattempo aveva anch'egli riordinato le sue pergamene, «Uuaahh! (sbadiglio) Sono stanco, anche io penso che andrò a letto», sentenziò, «Sai, da quando ho ritrovato un po' di armonia con Hermione, mi sto facendo delle dormite fantastiche, come se non ne avessi mai fatte».
«Lo so Ron, lo sento! Il tuo ronfare compiaciuto non è passato inosservato».
«Prima di addormentarmi ripenso ai momenti passati durante la giornata con Hermione, niente di particolare, agli sguardi, a qualche sfioramento, cenni d'intesa e mi sento felice. Harry sono felice! Capisci? E' come se stessi vivendo la vita di una nuova persona, già vedo il mio futuro con lei».
Harry vedeva in Ron una nuova luce, era più consapevole e finalmente meno insicuro con quella ragazza a fianco. Era felice per l'amico, più di quanto potesse immaginare, ormai era da tempo che lo sentiva come un fratello.
Nemmeno suo cugino Dudley, un suo consaguineo, con cui era cresciuto sin da piccolo, considerava tale.
«Non sai come sono felice di vederti così raggiante, ti vedo indomabile, sono sicuro che quest'anno sarai anche il miglior portiere del torneo di Quidditch».
«Tu pensi? Se riuscissi a vincere anche il torneo, quest'anno per me sarà il più bello che abbia mai vissuto. Sai, ho pensato che forse quest'anno, visto che è l'utimo che passeremo qui ad Hogwarts, dovrei impegnarmi di più nello studio per prendere dei buoni voti ai Mago.
Devo essere sicuro che una volta uscito da qui, possa essere in grado di poter trovare un buon lavoro. Dovrò impegnarmi molto, però...»
Harry alzò lo sguardo per guardare che tipo di espressione celava quel “però” , sicuramente aveva in mente qualche idea strampalata per passare gli esami senza sforzo, forse qualche nuova trovata di suo fratello Fred per “Tiri Vispi” che la cederebbe a Ron molto fraternamente per aiutarlo, per non dire collaudarla.
«Però?»
«Però, devo confessarti..., mi piacerebbe fare una cosa, non ho detto ancora niente ad Hermione, appena gli esami saranno terminati, vorrei partire per una bella vacanza. Vorrei portare Hermione in giro per il mondo, voglio visitare le grandi capitali, e perchè no fare il turista babbano. Cosa ne pensi?».
Ancora una volta, in quella serata, Ron lo aveva stupito, «Sarebbe splendido, ad Hermione penso che non ci vorrà molto per convincerla, e poi, hai bisogno di una buona guida babbana per questo giro turistico».
«Perchè non vieni anche tu? Verrebbe anche Ginny, sarebbe bello farlo tutti insieme. Studieremo un bel itineraneo, Parigi, Roma, NewYork».
Harry era sempre più sorpreso di sentire Ron parlare in quel modo, lo vedeva spensierato, lo si vedeva dall'espressione sognante che aveva, i suoi unici pensieri ora ernao rivolti allo studio ed Hermione, poi per il resto voleva semplicemente godersi finalmente quella vita, la sua vita.
«Mi piacerebbe tanto, ma non credo che i tuoi genitori siano d'accordo a mandarci in giro per il mondo solo noi, e per “Noi” non intendo tu e.. , ma me e Ginny».
«Questo problema lo risolveremo a tempo debito, per me l'importante ora è aver convinto te. Adesso andiamo di sopra? Ho un sonno che non ci vedo più e domani la prima ora di lezione è alle 9.00 e prima voglio fare colazione, una buona colazione per iniziare bene la giornata.».
«Ok! Il tempo che sistemo tutto, prendo una tazza di succo di zucca e ti raggiungo, ok?»
«Va bene! Ci vediamo tra cinque minuti se riuscirò a tenermi sveglio».
Così Ron si avviò alla camerata al piano di sopra, Harry lo guardò finchè non lo vide sparire dai gradini della scala di pietra. Si guardò attorno ed ormai era rimasto solo, il camino scoppiettava alimentato da nuova legna, il divano aveva ancora le forme dei ragazzi che ci avevano sostato fino a pochi minuti prima, li aveva sentiti chiacchierare con gli americani, chidendogli le più svariate informazioni sulle loro terre, le loro usanze, come usavano divertirsi, con le solite repliche “Noi invece...”.
Anche loro si sentivano liberi di programmare la loro vita, adeso dovevano solo pensare agli studi.
Invece lui nonostante avesse Ginny ed un lavoro, o quasi, si sentiva ancora come se la sua vita fosse costellata di SE e di MA.
Si avvicinò allo scrittoio, prese Snitch dalla borsa, era profondamente addormentato, ma al tocco delle sue mani, il piccolo batuffolo si accoccolò ancora di più con un sospiro.
Si sedette sulla poltrona accanto al camino, ancora con il piccolo animaletto tra le mani; con il pollice accarezzava leggermente quel pelo morbido e fulvido.
Forse sperava che qualcosa accadesse lì in quel momento e desse ragione ai propri sospetti o forse voleva restare solo con i propri pensieri.
Gi mancava il Prof. Silente, se fosse stato ancora lì avrebbe avuto sicuramente qualche idea, sospetto, su cosa stesse succedendo al di fuori delle mura del castello e perchè le difese inespugnabili di Hogwards avessero ceduto senza preavviso; e cosa cercavano quegli uomini di tanto speciale da farli rischiare, con tutti gli Auror di pattuglia nei giardini. E poi erano andati diritti verso la stanza della Preside.
La sua unica risposta logica era la stecca della morte, anche se con gli anni aveva imparato che in quel mondo di magia, anche la cosa più banale poteva rivelarsi un oggetto di straordinaria importanza, ed Hogwards non era sicuramente parca di misteri.
Un ricordo subito si fece largo in quel ragionamento, Il Prof. Silente che lo guardava dall'alto dei suoi occhialini a mezzaluna, le mani giunte dinnanzi alle labbra e che gli diceva: «Oh! Harry. Non sai quanti misteri ancora nasconde questo castello, mi sarebbe piaciuto scoprire di più di questo luogo estremamente magico», un vero tuffo al cuore, rivedere quegli occhi azzurri fissarlo, gli mancava.
Dentro di sè desiderava che l'oggetto bramato non fosse la bacchetta di Sambuco, così poteva riporla nuovamente tra le mani di chi ne fu veramente degna.
Ma se le sue intuizioni fossero state esatte, se avessero cercato proprio lei? Non poteva rischiare di perderla, anche perchè la bacchetta aveva una sua volontà, poteva bastare veramente poco per far cambiare la sua fedeltà.
Doveva decidere, ora, cosa farne, dove nasconderla; aveva bisogno di un'idea per preparare un piano, questa volta definitivo. Dove, Dove?
Passò in rassegna tutti i luoghi conosciuti.
La Camera dei Segreti? Poteva essere una buona proposta, ma serebbe stato ancora in grado di aprirla? Poi quella camera era troppo intrinsa di magia oscura, meglio evitare!
Il lago nero? Idem, anche se poteva contare su un esercito di Inferi in sua custodia.
La sua casa, quella a Londra lasciata in eredità da Sirius, o... , perchè non ci aveva pensato prima! La casa dei suoi genitori, non l'aveva mai presa in considerazione, sarebbe potuta essere un ottimo nasconmdiglio, la poteva occultare nuovamente rinnovando l'incantesimo (…)
Ma, ma... , se avessero scoperto che la stecca non fosse più al Castello, fare dei semplici collegamenti non era difficile, e poi quel ragazzo che lo aveva visto gironzolare lì intorno poco prima di smaterializzarsi. Era rischioso, troppo rischioso.
Qualsiasi cosa pensasse, rimaneva sempre al punto di partenza. Dove, Dove?
Un luogo nuovo, insospettabile, che doveva conoscere solo lui, che con qualsiasi ragionamento logico non avrebbero mai scoperto; ad un tratto si ricordò delle parole di Ron “Un viaggio per il mondo”, aveva un intero mondo a disposizione, sicuramnte c'era un posto dove poteva dar pace a quella stecca.
Era stanco. Molto stanco.
La luce delle lanterne illuminava quella sala con strane ombre mobili; il gesto ritmato delle dita su quel batuffolo di peli gli stava regalando un momento di lucidità, pensava in modo logico e sensato, poteva sentire il suo respiro calmo e concentrato.
Stava passando in rassegna quasi tutta la crosta terrestre, il ricordo di Tom che aveva custodito l'Horcrux in quella grotta inaccessibile si fece largo nei suoi pensieri.
Tom, Riddle; forse umo dei peggiori maghi oscuri che la storia della magia ricorderà, per me invece rimarrà il Tom del pensatoio. Un mago veramente abile e forte, con un difficile passato, tanto quanto il mio, con una gran voglia di dimostrare la sua abilità al mondo intero.
Lo fece in modo sbagliato, ma poteva dire che i loro confronti, i loro duelli, Tom li volle affrontare in modo leale, sempre per poter dimostrare e rimarcare al mondo magico, ed ai suoi seguaci, che Lui era il più Grande.
«Il lago nero! Il lago nero era a sua volta custodito da una magia!». Le parole uscirono dalle sue labbra secche quasi bisbigliate, farfugliate.
Harry si ricordò del pedaggio pagato da Silente per poter attraversare quel primo ostacolo verso il medaglione di Serpeverde.
Tom aveva creato quella parete che non faceva minimamente supporre che ci fosse qualcos'altro oltre, e poi anche Silente gli disse che era un incantesimo semplice ma difficilmente individuabile.
All'improvviso le labbra di Harry si mossero in un sorriso, aveva il piano! Finalmente sapeva cosa fare, doveva trovare il luogo più remoto della terra, una piccola grotta che accogliesse quel pezzo di legno ed evocare quell'incantesimo.
Scivolò con il sedere fin sul bordo della poltrona, con la testa poggiata allo schenale come se fosse esausto, come se quella idea fosse stato un vero e proprio parto. Poggiò Snitch sul proprio petto, era proprio andato, era beatamente addormentato.
Adesso poteva andare a letto, l'indomani avrebbe fatto un salto in biblioteca per trovare qualcosa su quell'incantesimo e perchè no...? Avrebbe dato un'occhiata anche al gigantesco mappamondo che si trovava proprio di fronte alla finestra prima dei banchi di lettura.
Adesso stava andando anche lui, gli occhi iniziavano a tremare per la stanchezza, le forme prima definite della sala tremolavano al suo sguardo. Appena intravide le fiamme del camino, rimase abbagliato, ma bastò poco per far ritornare le pupille normali.
Ma, ma... dove si trovava? Si alzò di scatto, il suo sguardo andava di qua e di là, voleva capire, orientarsi, ma... era una foresta quella? La foresta proibita? Non penso, no, mi sembra di no...
«Forse, è un altra di quelle visioni». «Ne sono sicuro, devo stare calmo ed attento questa volta, devo capire, non voglio farmi trovare impreparato la prossima volta».
All'improvviso una ragazza, no era un fantasma, fluttuava a pochi centimetri da terra ed andava verso un albero: era piccolo ed aveva delle foglioline ampie e verdi, e dei fiorellini bianchi.
La ragazza si femò a pochi metri da esso, Harry non sapeva dire se fosse bella, aveva dei lineamenti non proprio simmetrici come le persone normali, forse era straniera ma emanava un bigliore azzurro da tutto il corpo; e..., all'improvviso sentì chiaramente la sua voce “Daurnish Cailash”, dalle sue mani scaturì un fascio bianco ed azzurro, molto brillante che abbattè l'albero al suolo.
Con piccoli e leggeri gesti delle dita, iniziò a raccogliere tutti i fiori in un recipiente ricavato da alcune foglie disposte l'una sull'altra. E... all'improvviso come era arrivata quella visione così se ne andò.
Si ritrovò di nuovo nella Sala Comune, guardò Snitch, era sveglio e lo guardava dal basso delle sue mani, calmo ed aveva di nuovo cambiato colore, non arancione ma rosa.
Harry si alzò di scatto mantenendo il piccolo con le due mani. Lo avvicinò al naso per guardarlo negli occhi «Ma se devo proprio avere delle visioni, fa almeno che siano fruttuose?». Si rivolse al piccolo (…) , «Cosa significava quello? Dovevo stare attento? Volevo capire prima che accadrà veramente, ma come lo devo interpretare?».
Iniziò ad andare su e giù per tutta la lungheza del tappeto rosso porpora che era tra il divano ed il camino.
Aveva sognato questa volte, non poteva essere che quella la spiegazione, non poteva significare niente quello che aveva visto, era solo stanco; si era sicuramnte appisolato.
Ma quella voce sembrava reale, e quelle parole? Risuonavano nitide nelle sua testa: “Daurnish Cailash”.
Una lingua mai sentita prima, che forse non esisteva, anch'ella frutto della propria fantasia.
Questa volta doveva andare a letto, barcollando ritornò allo scrittoio, prese la borsa e salì su per le scale per potersi stedere finalmente sul suo baldacchino.


Ultima modifica di Franz.Riddle il Sab Mar 20 2010, 18:29 - modificato 2 volte.
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Franz.Riddle

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptySab Mar 20 2010, 18:16

Volevo aggiungere che il proseguo è particolarmente avvincente, è ancora in fase di costruzione, dovrete pazientare ancora qualche giorno.
Spero che per domani pomeriggio sia pronto, anche io sono curioso di come finirà.

Devo dire che questo è il mio primo testo scritto in assoluto, e trovo difficoltà a far fare delle determinate cose ai nostri eroi, è come se avessero una propria volontà, si impongono ai miei pensieri e alla fine decidono loro come procedere.


Ultima modifica di Franz.Riddle il Sab Mar 20 2010, 19:31 - modificato 1 volta.
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Horace Lumacorno

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptySab Mar 20 2010, 18:19

so k nn dovrei postare qua, ma spero k i mod mi perdoneranno.
caro franz, se posso chiamarti così, ti do un consiglio:
prima di postare subito un testo, aspetta alcuni giorni, per rivederlo e correggerlo! Wink
se no verrà fuori uno schifo. ti consiglio di postarlo tra qlc giorno, tipo giovedì o venerdi!
poi, fai cm vuoi! ricordati k martedì per nessun motivo ti devi connettere! Wink
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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptySab Mar 20 2010, 20:00

Ehm...se harry non nasconde la bacchetta dovresti postarlo in Testi...vabbè, non ti preoccupare, ci pensano i Mod a spostarlo Smile
Franz fai con calma, noi siamo qui, non scappiamo, non devi affannarti Smile
Aspettiamo il seguito Very Happy
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AlaskaMudblood

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptySab Mar 20 2010, 21:09

Herry: Harry
Prof: perchè lettera maiuscola? Poi forse è meglio professore...
Tom:sono i pensieri di Harry.. lui non lo chiamerebbe così secondo me!
poi si avvicinò ad Harry e gli diede un grosso e lungo bacio sulla guancia mentre gli stringeva una spalla con la mano libera, lo guardò nuovamente negli occhi, gli fece un cenno di assenso con il capo e gli disse «Dormi! Ci vediamo domani»: da quando Hermy è stata così sdolcinata con Harry?
Prof. Silente: professor Silente o + semplicemente anche Silente!
Dove, Dove: Dove, dove
Il lago nero? Idem, anche se poteva contare su un esercito di Inferi in sua custodia.
Il lago nero è il lago di Hogwart non quello in cui Voldy ha nascosto il medaglione...
forse umo dei peggiori maghi oscuri ....: uno

Un commento complessivo al testo? A me personalmente non convince molto... forse dipende dai gusti... ora capisco perchè nei tuoi commenti dicevi che 1500 parole sono poche: tu non hai scritto solo la parte in cui Harry va a nascondere la bacchetta di sambuco ma anche la sera perima, poi dovrai scrivere la mattina dopo e poi il pomeriggio andrà a nascondere la bacchetta, giusto? Io penso che nel bando le 1500 parole coprendessero solo la parte in cui Harry nasconde la bacchetta... a me sembra sinceramente che tu hai ''allungato il brodo'' mettendo il viaggio che ha intenzione di fare Ron ecc. Forse questa parte che hai scritto adesso non c'era proprio bisogno di farla... Poi la parte in cui Harry vede una foresta...non si capisce bene, di solito le visioni sono totali, non un pò mondo reale un pò visioni come hai fatto tu...

Ora quello che ti sto per dire ti sembrerà una gran cavolata dopo tutti questi commenti negativi che ho fatto......considerando il testo e il testo soltanto, senza pensare che sia per la bacchetta di sambuco, considerando che è il tuo primo testo, considerando che ti sei appena iscritto è un testo piuttosto buono...
Ultimo consiglio: come ti ha detto luma non postare subito un testo, rivedilo bene, rileggilo tente, tente volte!!

ok, adesso vorresti strangolarmi... lo so.... sono stata troppo severa...rileggendo mi sembro luke!! Prenditela con Bella e Luke, sono loro che mi hanno contagiata!!!
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Horace Lumacorno

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptySab Mar 20 2010, 21:15

mmm...
ginny ha ragione, mi sn dimenticato:
il testo, cm ha detto kat all'inizio di questo topic, va a descrivere harry k nasconde la bachetta di sambuco in poche ore. perchè...
aspettate il 16 capitolo e capirete! Razz
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Harry-Mik94

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptyDom Mar 21 2010, 10:23

Spostato!
Per ora come titolo ho messo "Il mio primo testo", quando mi dirai che titolo vuoi mettere lo modificherò! Poi appena posso leggerlo commento! Wink
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Abbiamo bisogno della vostra collaborazione.
Vi chiediamo di NON connettervi al forum dalle 23:59 di Lunedì 22 Marzo alle 23:59 di Mercoledì 24 Marzo
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Kathy Black

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptyDom Mar 21 2010, 10:53

Citazione :
Tom, Riddle; forse umo dei peggiori maghi oscuri che la storia della magia ricorderà, per me invece rimarrà il Tom del pensatoio. Un mago veramente abile e forte, con un difficile passato, tanto quanto il mio, con una gran voglia di dimostrare la sua abilità al mondo intero.
ma questa è la considerazione di Harry? Io direi che per lui Tom è il Voldemort che ha ucciso i suoi genitori! Questa è la visione di Silente...

Lo chiami sempre Tom...per Harry si chiama Voldemort! Capisco possa affascinarti ma...è Voldemort!
Nel complesso è scritto bene, interessanti sono le scelte stilistiche, ma non mi convince molto la caratterizzazione dei personaggi ad esempio:

Citazione :
si avvicinò a Ron e lo baciò sulle labbra, un leggero tocco seguito da «A domani!», poi si avvicinò ad Harry e gli diede un grosso e lungo bacio sulla guancia mentre gli stringeva una spalla con la mano libera, lo guardò nuovamente negli occhi, gli fece un cenno di assenso con il capo e gli disse «Dormi! Ci vediamo domani».
Secondo te Herm farebbe una cosa del genere? Li bacia tutti e due?? Potevano esser amici quanto volevano ma Ron non avrebbe tollerato questo, dopo quello che è successo poi... ed Herm starebbe ben attenta a non farlo.

Aspetto il seguito!
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remus.




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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptyDom Mar 21 2010, 12:28

Fantastico mi è piaciuto un sacco!!
Solo due note: Ron non sembra Ron, a me sembra male inquadrato e. come ha detto Kat, il modo in cui pensa a Voldemort non è da Harry, forse sarà la tua visione ma non la sua!

La seconda parte mi piace molto di più, ben scritta, ben guidata ecc ecc Bella!!

Aspetto l seguito!
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LadyProffa

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptyDom Mar 21 2010, 15:44

Bene, letto e riletto, ponzato e riponzato, sono giunta a questa conclusione!

Sono assolutamente d'accordo con chi ha scritto che Ron non è caratterizzato bene.
Non mi piace, in questa veste di uomo di mondo e supersicuro. Io penso che fino in fondo, fino alla fine, lui avrà sempre dei complessi nei confronti di Hermione...e proprio per questo, concordo con Kat e Ginny. Hermy non bacerebbe mai entrambi, e non così!

Per quanto riguarda la visione che Harry ha di Riddle, invece, concordo un pò con te e un pò no.
Nel senso che noi sappiamo che molte volte Harry ha fatto dele similitudini tra loro due. Ma certamente, non userebbe termini come Grande, perchè (e qui do ragione agli altri) lui è pur sempre un mago spietato e crudele.
Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quel che siamo veramente, più delle nostre capacità (gli avrebbe detto Silly!)

La storia...beh, sinceramente mi hai incuriosita, e vorrei sapere come finisce.
Ma per ora non lo trovo particolarmente entusiasmante... attendo sorprese!

Mi ha infastidito, nella lettura, la poca cura di alcuni particolari, come i nomi scritti male, o le virgole messe a casaccio. Prima di postere il seguito, rileggilo tante volte, perchè così possiamo gustarci meglio la lettura!

Beh, è tutto! A dopo!
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Franz.Riddle

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptyDom Mar 21 2010, 20:07

Avete tutti ragione,
* Ron è sicuramente troppo sicuro di se, in parte ho già rimediato.
* Harry non chiamerebbe mai Voldemort, con il suo nome, "Tom", ma nello scrivere, mi è venuto naturale, come se Harry iniziasse a pensare a Voldemort in un altro modo, e non l'oscuro mago ma al ragazzo del pensatoio, ma se caratterizza Harry in un modo diverso dalla sua natura, cercherò di rimediare.
* Ho fatto anche altri errori, in parte perchè non ricordo tutti i nomi, ho letto tutti i libri in 1 mese e mezzo, e mi riesce difficile ricordare, ma appena ho finito, farò le eventuali ricerche per sistemare tutto.
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kinderangie

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptyLun Mar 22 2010, 16:02

Complimenti davvero!!!!
Mi è piaciuto molto, sia lo stile che la storia.
Non vedo l'ora di leggere il seguito.
Per essere il tuo primo teso sei stato davvero bravissimo!!!

p.s.: gli unici punti critici te li hanno già segnalati(Ron e Tom), sistema quelli e sei a posto!
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Franz.Riddle

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MessaggioTitolo: La stecca nascosta (Prima parte -rivista- + Seconda parte)   Il mio primo testo EmptyDom Mar 28 2010, 23:53

La stecca nascosta

Prima parte (rivista)

Quella sera Harry rimase nella Sala Comune insieme a Ron ed Hermione a concludere i 25 centimetri di pergamena per il Prof. (…), in verità, i due amici stavano cercando di fare un sunto dalle ricerche sull'argomento fatte in biblioteca dall'amica.
Le ore volavano veloci e quasi a mezzanotte finalmente Ron sospirò: « Fatto! Ehi Harry, è tutta la sera che non dici una parola?».
Era vero, ultimamente voleva solo godersi la compagnia dei suoi amici.
Nonostante la bella sfogata dell'altra sera con Hermione, che aveva definitivamente riallacciato tutti i vari attriti che si erano visti formare tra loro, adesso non voleva coinvolgerli nuovamente in qualsiasi altro tipo di avventura.
Finalmente, i suoi due amici, avevano riscoperto nuovamente l'amore ed avevano bisogno di un po' di serenità, intimità; già, come sempre si preoccupava degli altri, anche lui desiderava tanto essere solo uno studente, godersi la compagnia di Ginny.
C'era stato un momento che sembrava veramente che tutta la sua vita potesse iniziare con la morte di Voldemort; Ginny invece doveva ancora aspettarlo, non era ancora completamente sua, soffriva? Sicuramente.
«Ma non avevi portato giù Snitch quando sei andato sopra a prendere le pergamene? Dov'è?», Ron lo fece trasalire dai suoi pensieri, la Sala Comune ora era quasi vuota, poteva sentire leggermente l'eco di quelle parole.
«Snitch è qui, nella mia borsa. Ho svuotato una delle tasche laterali ed ho cercato di creargli un'abbiente confortevole momentaneo. Non vorrei lasciarlo più solo nel dormitorio, ma non posso portarlo in spalla quando siamo a lezione».
Harry aveva intuito qualcosa della natura delle sue visioni, delle sue premonizioni, ma non aveva ancora chiaro come.
Hermione si alzò di scatto come per protestare di quella scelta, ma si trattenne, aveva capito? Ma non fece altro che riordinare le sue cose nella cartellina, un ultimo sguardo negli occhi di Harry, non indagatori e nemmeno accusatori, ma quasi preoccupati; come lui, forse, pensava e ripensava a tutto ciò che era successo in quelle poche settimane di scuola, alle visioni, ed anche lei cercava un indizio, un appiglio su cui iniziare a lavorare, indagare.
Sistemate le poche cose dal tavolo, con viso basso con i capelli che cadevano leggermente sulle sue guance a coprirle, o a nasconderle, il viso; era un po' turbata, inforcò lo zaino sulla spalla: «Pensate di aver finito?», non era una domanda, ma un principio di congedamento.
Harry aveva imparato a conoscere bene i suoi amici in quei sette anni vissuti praticamente sempre insieme, Hermione aveva bisogno anche lei di restare un po' sola con i suoi pensieri.
«Ok allora! Ci vediamo domani, andate a dormire anche voi! E' tardi e domani la giornata non è delle più facili». E risalendo le scale che portano ai dormitori femminili si sentì: «Buonanotte!».
Ron nel frattempo aveva anch'egli riordinato le sue pergamene, «Uuaahh! (sbadiglio) Sono stanco, anche io penso che andrò a letto», sentenziò «Sai, da quando ho ritrovato un po' di armonia con Hermione, mi sto facendo delle dormite fantastiche, come se non ne avessi mai fatte».
«Lo so Ron, lo sento! Il tuo ronfare compiaciuto non è passato inosservato».
«Prima di addormentarmi ripenso ai momenti passati durante la giornata con Hermione, niente di particolare, agli sguardi, a qualche sfioramento, cenni d'intesa e mi sento felice. Harry sono felice, capisci?».
Harry vedeva in Ron una nuova luce, era più consapevole e finalmente meno insicuro con quella ragazza a fianco, quel periodo di sbandamento avuto all'inizio di quella relazione, forse era passato o forse stava ancora cercando di combattere quel senso d'inferiorità che era solo nella sua testa.
Era felice per l'amico, più di quanto potesse immaginare, ormai era da tempo che lo sentiva come un fratello; nemmeno suo cugino Dudley, un suo consanguineo, cresciuti insieme sin da piccoli, era riuscito a considerarlo tale.
«Non sai come sono felice di vederti così raggiante, sono sicuro che quest'anno sarai anche il miglior portiere del torneo di Quidditch».
«Tu pensi realmente che io possa ben figurare quest'anno? Hai visto quei yankee come filano su quelle scope? Harry, spero tanto che le altre case non abbiano avuto la fortuna di essersi accaparrate dei ragazzi capaci come Bryan. Ma se riuscissimo a vincere anche il torneo, quest'anno per me sarà il più bello che abbia mai vissuto».
Ron era sempre molto motivato a dare tutto se stesso per il torneo, le sue capacità, anche se si erano potute già apprezzare negli anni precedenti, potevano vacillare molto facilmente se messo sotto tensione.
«Sai, ho pensato che forse quest'anno, visto che è l'ultimo che passeremo qui ad Hogwarts» continuò Ron «dovrei impegnarmi di più nello studio per prendere dei buoni voti ai Mago. Devo essere sicuro che una volta uscito da qui, possa essere in grado di poter trovare un buon lavoro. Dovrò impegnarmi molto, però...»
Harry alzò lo sguardo per guardare che tipo di espressione celava quel “però” , sicuramente aveva in mente qualche idea strampalata per passare gli esami senza sforzo, forse qualche nuova trovata di suo fratello Fred per “Tiri Vispi” che la cederà a Ron molto fraternamente per aiutarlo, per non dire collaudarlo.
«Però?»
«Però, devo confessarti..., mi piacerebbe fare una cosa». La voce di Ron si era abbassata ad un tratto come se effettivamente stesse per dire qualcosa di molto segreto «Non ho detto ancora niente ad Hermione, e non so come la prenderà. Tu pensi che si arrabbierà? Pensi che sia buffo da parte mia pensare a certe cose? E' da un po' che ci penso ed ho bisogno di un tuo consiglio, un aiuto».
«Ma su cosa? Che vorresti combinare questa volta?».
Ron si guardò intorno con fare cospiratorio: «Appena gli esami saranno terminati, avevo pensato, ma solo dopo che saranno usciti i voti» assicurò «mi sarebbe piaciuto organizzare un viaggetto rilassante intorno al Mondo, visitare le grandi capitali, fare il turista babbano».
Ancora una volta, in quella serata, Ron lo aveva stupito, «Sarebbe splendido, ad Hermione penso che non ci vorrà molto per convincerla, e poi, hai bisogno di una buona guida babbana per questo giro turistico».
«Perché non vieni anche tu? Verrebbe anche Ginny, sarebbe bello farlo tutti insieme. Studieremo un bel itinerario, Parigi, Roma, New York».
Harry era sempre più sorpreso di sentire Ron parlare in quel modo, lo vedeva spensierato, lo si vedeva dall'espressione sognante che aveva, voleva semplicemente godersi finalmente quella vita, la sua vita con Hermione.
«Mi piacerebbe tanto, ma non credo che i tuoi genitori siano d'accordo a mandarci in giro per il mondo solo a noi, e noi non intendo tu e.. , ma me e Ginny».
«Questo problema lo risolveremo a tempo debito, per me l'importante ora è aver convinto te. Adesso andiamo di sopra? Ho un sonno che non ci vedo più e domani la prima ora di lezione è alle 9.00 e prima voglio fare colazione, una buona colazione per iniziare bene la giornata.».
«Ok! Il tempo che sistemo tutto, prendo una tazza di succo di zucca e ti raggiungo, ok?»
«Va bene! Ci vediamo tra cinque minuti se riuscirò a tenermi sveglio».
Così Ron si avviò alla camerata al piano di sopra, Harry lo guardò finché non lo vide sparire tra i gradini della scala di pietra. Si guardò attorno ed ormai era rimasto solo, nel camino scoppiettava un bel fuoco alimentato da nuova legna, il divano aveva ancora le forme dei ragazzi che ci avevano sostato fino a pochi minuti fa, li aveva sentiti chiacchierare con gli americani, chiedendogli le più svariate informazioni sulle loro terre, le loro usanze, come usavano divertirsi, con le solite repliche “Noi invece...”.
Anche loro si sentivano liberi di programmare la loro vita, adesso dovevano solo pensare agli studi.
Invece lui nonostante avesse Ginny ed un lavoro, o quasi, si sentiva ancora come se la sua vita fosse costellata di SE e di MA.
Si avvicinò allo scrittoio, prese Snitch dalla borsa, era profondamente addormentato, ma al tocco delle sue mani, il piccolo batuffolo si accoccolò ancora di più con un sospiro.
Si sedette sulla poltrona accanto al camino, ancora con il piccolo animaletto tra le mani; con il pollice accarezzava leggermente quel pelo morbido e fulvido.
Forse sperava che qualcosa accadesse lì in quel momento e desse ragione ai propri sospetti o forse voleva restare solo con i propri pensieri?
Gli mancava il Professor Silente, se fosse stato ancora lì, avrebbe avuto sicuramente qualche idea, sospetto, su cosa stesse succedendo al di fuori delle mura del castello e perché le difese inespugnabili di Hogwards avessero ceduto senza preavviso; e cosa cercavano quegli uomini di tanto speciale da farli rischiare, con tutti gli Auror di pattuglia nei giardini? E poi perché erano andati diritti verso la stanza della Preside? La sua unica risposta logica era la stecca della morte, anche se con gli anni aveva imparato che in quel mondo di magia, anche la cosa più banale poteva rivelarsi un oggetto di straordinaria importanza, ed Hogwards non era sicuramente parca di misteri.
Un ricordo subito si fece largo in quel ragionamento, Il Professor Silente che lo guardava dall'alto dei suoi occhialini a mezzaluna, le mani giunte dinnanzi alle labbra e che gli diceva: «Oh! Harry. Non sai quanti misteri ancora nasconde questo castello, mi sarebbe piaciuto scoprire di più di questo luogo estremamente magico», un vero tuffo al cuore, rivedere quegli occhi azzurri fissarlo, gli mancava.
Dentro di se desiderava che l'oggetto bramato non fosse la bacchetta di Sambuco, così poteva riporla nuovamente tra le mani di chi ne fu veramente degno.
Ma se le sue intuizioni fossero state esatte, se avessero cercato proprio lei? Non poteva rischiare di perderla, anche perché la bacchetta aveva una sua volontà, poteva bastare veramente poco per far cambiare la sua fedeltà.
Doveva decidere, ora, cosa farne, dove nasconderla; aveva bisogno di un'idea per preparare un piano, questa volta definitivo. Dove, Dove?
Passò in rassegna tutti i luoghi conosciuti.
La Camera dei Segreti? Poteva essere una buona proposta, ma sarebbe stato ancora in grado di aprirla? Poi quella camera era troppo intrisa di magia oscura, meglio evitare!
Il lago nero? Idem, anche se poteva contare su un esercito di Inferi in sua custodia.
La sua casa, quella a Londra lasciata in eredità da Sirius, o... , perché non ci aveva pensato prima! La casa dei suoi genitori, non l'aveva mai presa in considerazione, sarebbe potuta essere un ottimo nascondiglio, la poteva occultare nuovamente rinnovando l'incantesimo (…)
Ma, ma... , se avessero scoperto che la stecca non fosse più al Castello? Fare dei semplici collegamenti non era difficile, e poi quel ragazzo che lo aveva visto gironzolare lì intorno poco prima di smaterializzarsi. Era rischioso, troppo rischioso.
Qualsiasi cosa pensasse, rimaneva sempre al punto di partenza. Dove, Dove?
Un luogo nuovo, insospettabile, che doveva conoscere solo lui, che con qualsiasi ragionamento logico non avrebbero mai scoperto; ad un tratto si ricordò delle parole di Ron “Un viaggio per il mondo”, aveva un intero mondo a disposizione, sicuramente c'era un posto dove poteva dar pace a quella stecca.
Era stanco. Molto stanco.
La luce delle lanterne illuminava quella sala con strane ombre mobili; il gesto ritmato delle dita su quel batuffolo di peli gli stava regalando un momento di lucidità, pensava in modo logico e sensato, poteva sentire il suo respiro calmo e concentrato.
Stava passando in rassegna quasi tutta la crosta terrestre, il ricordo di Voldemort che aveva custodito l'Horcrux in quella grotta inaccessibile si fece largo nei suoi pensieri.
Tom, Riddle; il peggior mago oscuro che la storia della magia ricorderà, per me invece rimarrà il Tom del pensatoio. Un mago veramente abile e forte, con un difficile passato, tanto quanto il mio, con una gran voglia di dimostrare la sua abilità al mondo intero. Lo fece in modo sbagliato, ma poteva dire che i loro confronti, i loro duelli, Voldemort li volle affrontare in modo leale, sempre per poter dimostrare e rimarcare al mondo magico, ed ai suoi seguaci, che Lui era il più Grande.
«Il lago nero! Il lago nero era a sua volta custodito da una magia!». Le parole uscirono dalle sue labbra secche quasi bisbigliate, farfugliate.
Harry si ricordò del pedaggio pagato da Silente per poter attraversare quel primo ostacolo verso il medaglione di Serpeverde.
Tom aveva creato quella parete che non faceva minimamente supporre che ci fosse qualcos'altro oltre, e poi anche Silente gli disse che era un incantesimo semplice ma difficilmente individuabile.
All'improvviso le labbra di Harry si mossero in un sorriso, aveva il piano! Finalmente sapeva cosa fare, doveva trovare il luogo più remoto della terra, una piccola grotta che accogliesse quel pezzo di legno ed evocare quell'incantesimo.
Scivolò con il sedere fin sul bordo della poltrona, con la testa poggiata allo schienale come se fosse esausto, come se quella idea fosse stato un vero e proprio parto. Poggiò Snitch sul proprio petto, era proprio andato, era beatamente addormentato.
Adesso poteva andare a letto, l'indomani avrebbe fatto un salto in biblioteca per trovare qualcosa su quell'incantesimo e perché no...? Avrebbe dato un'occhiata anche al gigantesco mappamondo che si trovava proprio di fronte alla finestra prima dei banchi di lettura.
Adesso stava andando anche lui, gli occhi iniziavano a tremare per la stanchezza, le forme prima definite della sala tremolavano al suo sguardo. Appena intravide le fiamme del camino, rimase abbagliato, ma bastò poco per far ritornare le pupille normali.
«Ma, ma... dove mi trovo?» Si alzò di scatto, il suo sguardo andava di qua e di là, voleva capire, orientarsi, ma... era una foresta quella? La foresta proibita? “Non penso, no, mi sembra di no...”
«Forse, è un altra di quelle visioni». «Ne sono sicuro, devo stare calmo ed attento questa volta, devo capire, non voglio farmi trovare impreparato la prossima volta».
All'improvviso una ragazza, no, era un fantasma, fluttuava a pochi centimetri da terra ed andava verso un albero: era piccolo ed aveva delle foglioline ampie e verdi, e dei fiorellini bianchi.
La ragazza si fermò a pochi metri da esso, Harry non sapeva dire se fosse bella, aveva dei lineamenti non proprio simmetrici come le persone normali, forse era straniera ma emanava un bagliore azzurro da tutto il corpo; e..., all'improvviso sentì chiaramente la sua voce “Daurnish Cailash”, dalle sue mani scaturì un fascio bianco ed azzurro, molto brillante che scuoté l'albero al suolo.
Con piccoli e leggeri gesti delle dita, iniziò a raccogliere tutti i fiori che caddero in un recipiente ricavato da alcune foglie disposte l'una sull'altra. E... all'improvviso come era arrivata quella visione così se ne andò.
Si ritrovò di nuovo nella Sala Comune, guardò Snitch, era sveglio e lo guardava dal basso delle sue mani, calmo ed aveva di nuovo cambiato colore, non arancione ma rosa questa volta.
Harry si alzò di scatto mantenendo il piccolo con le due mani. Lo avvicinò al naso per guardarlo negli occhi «Ma se devo proprio avere delle visioni, fa almeno che siano fruttuose?». Si rivolse alla piccola Puffola Pigmea, «Cosa significava quello? Dovevo stare attento! Volevo capire prima che accadrà veramente, ma come lo devo interpretare?».
Iniziò ad andare su e giù per tutta la lunghezza del tappeto rosso porpora che era tra il divano ed il camino.
Aveva sognato questa volte, non poteva essere che quella la spiegazione, non poteva significare niente quello che aveva visto, era solo stanco; si era sicuramente appisolato.
Ma quella voce sembrava reale, e quelle parole? Risuonavano nitide nelle sua testa: “Daurnish Cailash”.
Una lingua mai sentita prima, che forse non esisteva, anch'ella frutto della propria fantasia.
Questa volta doveva andare a letto, barcollando ritornò allo scrittoio, prese la borsa e salì su per le scale per potersi stendere finalmente sul suo baldacchino.

Seconda parte

La mattina dopo, Harry si svegliò di buon ora, nonostante la notte insonne ed agitata; la camerata era ancora addormentata, ma da lì a poco anche gli altri avrebbero iniziato la giornata.
Dopo pochi minuti era già nella Sala Grande per una colazione fugace, era ancora eccitato per i buoni consigli che aveva ricevuto dalla notte.
Voleva andare in biblioteca ancor prima dell'inizio delle lezioni, non aveva molto tempo a disposizione, ma non vedeva l'ora di aver pianificato tutto. Doveva sfruttare al meglio quelle poche ore tra una lezione e l'altra, l'indomani, sabato, il castello sarebbe stato animato da una libera confusione, chi entrava ed usciva dal castello per andare ad Hogsmeade, avrebbe fatto da deterrente per sgattaiolare indisturbato al di fuori delle mure e dalle protezioni di Hogsword.
La sala era ancora mezza vuota illuminata da un soffitto magico che oggi era un cielo azzurro con poche nuvole; i profumi dei splendidi piatti si mescolavano sotto al suo naso mentre attraversava i lunghi tavoli per raggiungere il suo posto abituale.
Un po' di uova e pancetta potevano basare per una colazione soddisfacente ma veloce.
Ron ed Hermione non erano ancora arrivati quando lui finì anche l'ultimo sorso di succo dal bicchiere, diede uno sguardo circolare alla sala come per fare la conta dei ragazzi che già erano scesi.
Dal tavolo dei professori, alle sue spalle, intravide con la coda dell'occhio un movimento che attirò la sua attenzione; era Hagrid che con ampi gesti del braccio si fece notare dall'amico, Harry si alzò e mentre con una mano arpionava la borsa con l'altra fece un cenno di saluto.
Si avvicinò alla tavolata facendo segni di saluto ai professori che alzarono gli occhi dai piatti al suo passaggio.
«Ciao Hagrid, buongiorno!».
«Ehi, Harry! Buongiorno a te! Come mai già sveglio a quest'ora? Tu ed i tuoi amici non siete mai scesi a far colazione non prima che io me ne andassi».
Harry si ricordò che effettivamente era strano vedere Hagrid quella mattina nella sala a fare colazione, pensava che non ci fosse mai andato, invece andava via ancor prima che loro arrivassero.
«Ho avuto una notte agitata ed alle prime luci dell'alba ho preferito alzarmi che continuare a rigirarmi nel letto», mentì all'amico, anche se in parte era vero.
«Perché domani non mi venite a trovare alla capanna? Questa sera farò dei biscotti con una nuova ricetta, con una bella tazza di tè saranno perfetti; e per l'occasione vi farò conoscere dei miei nuovi amichetti». Hagrid cercò di essere quanto più naturale possibile ma si notava una nota di emozione; forse voleva passare qualche ora con i suoi amici e condividere con loro le sue passioni.
«Sono bellissimi, un po' vivaci ma se li sai prendere saprebbero essere anche coccoloni. Ne ho solo due esemplari ma basteranno per le lezioni delle prossime settimane».
Harry non sapeva cosa rispondergli, il giorno dopo sicuramente non sarebbe potuto andare a trovarlo; almeno lui, allora cercò di deviare il discorso su quegli animaletti: «Interessante, e...?» abbassando la voce per non farsi sentire «Come te li sei procurati? Questa coppia di …».
«Di (vedete voi), ma non sono una coppia, sono animali asessuali, e poi non ti preoccupare che questa volta li ho catturati io, poco oltre la Foresta Proibita».
«In verità non li ho proprio catturati io..., ehm m..., ci è riuscito Grop».
Questa volta fu Hagrid ad abbassare il tono di voce sporgendosi all'amico: «In confidenza devo dirti che se fossi stato solo, non sarei riuscito nemmeno ad avvicinarmi a quel piccolo branco, ma ti assicuro che invece due sono gestibilissimi».
Harry non seguì il resto del discorso, la sua mente per un attimo si concentro su Grop, il fratellastro di Hagrid, un gigante che viveva in una grotta, lì, nei pressi della foresta proibita, ma non sapeva dove.
Hagrid chiese spesso a lui ed ai suoi amici di andarlo a trovare, che a Grop gli avrebbe fatto piacere un po' della loro compagnia, ma dopo la prima ed unica esperienza di avvicinamento, non ebbero più una gran voglia di rincontrarlo.
«Ma Hagrid, Grop dove si trova ora? Dove vive?».
Ad Hagrid gli si illuminarono gli occhi vedendo quel interessamento insperato.
«Vieni ti faccio vedere», Hagrid condusse Harry ad una dei grossi finestroni sul lato Nord della sala, dai vetri si apriva d'innanzi a loro il panorama del grande Lago Nero ed una parte della Foresta Proibita.
«Vedi la foresta? Dietro si intravedono dei monti. Vedi quello laggiù?», con un ditone della mano indicava un monte innevato in cima, che si trovava proprio subito oltre la foresta, molto vicino al lago. «Quel monte si chiama (Vedete Voi) ed arriva in quel punto fino al lago. Alle spalle ha creato un'insenatura naturale, c'è molta vegetazione e non so come, si concentrano i venti caldi del Sud».
Ritornando a guardare l'amico, vide che era intento a fissare quel luogo da dietro ai suoi soliti occhiali tondi e continuò.
«E' un luogo inaccessibile se non via lago, ma io e Grop abbiamo trovato un sentiero naturale per poterci arrivare facilmente, non è molto comodo ma percorribile. E proprio su quel fianco c'è la grotta di Grop».
Harry seguì tutto con estremo interesse. Perché non ci aveva mai pensato prima? Poteva essere una soluzione estremamente sicura, sia perché sconosciuta ed inaccessibile e sai perché ci sarebbe stato un gigante a protezione dell'ingresso. In fondo non gli serviva tanto spazio, bastava una piccola nicchia per riporre la stecca.
Hagrid nel frattempo continuò con la sua spiegazione ed Harry non voleva perdersi nemmeno una parola, era importante conoscere tutto su quel luogo.
«La grotta non è molto grande, ma per Grop è abbastanza confortevole, e poi ha tutto vicino, acqua dal lago, un piccolo boschetto che pullula di vegetazione ed animali; poi lì è tranquillo perché mai nessuno lo potrà disturbare, ha un oasi tutta sua».
Chissà da quanto tempo Hagrid voleva parlare di quel luogo? Sembrava che quel discorso se lo fosse preparato da molto tempo proprio nel caso si fosse presentata l'occasione che i suoi piccoli amici gli avessero domandato.
«Comunque sto pensando seriamente che alla fine di quest'anno dovrei rimettermi in cammino per cercargli una compagnia o meglio dire una compagna. Sai, si sta facendo grande e tra poco inizierà ad aver bisogno di capire molte cose della vita».
«Ma è difficile individuarlo?» Harry si intromise in quel fiume in piena di parole, cercando di essere il più naturale possibile, ma aveva bisogno di particolari.
«Si, un po' si. Perché si trova dietro ad un enorme cespuglio di rovi. Per quelli alti come noi è individuabile ma Grop subito lo scorse dall'alto della sua statura».
Harry gli avrebbe voluto chiedere, come e dove, ma non voleva destare sospetti, sapeva che Hagrid non si sarebbe tirato indietro a confidargli quelle informazioni, ma... non ci fu bisogno, Hagrid già gli stava snocciolando tutto a riguardo, forse speranzoso che i suoi amici, prima o poi, avessero deciso di fare una visitina al fratellino.
«Quindi» ripeté Harry «Si dovrebbe seguire la riva del lago fin ai piedi della montagna, poi basterebbe semplicemente continuare fino ad una betulla con vicino una pietra a forma di zanna di drago, e proprio alle spalle c'è questo grosso rovo e poi è tutto semplice».
«Si infatti, di buon passo non ci vogliono più di sessantacinque, settanta minuti». Ancora un'informazione di immensa importanza. «Ma non vi dovete preoccupare, nel caso in cui vogliate andarci potete contare su di me, sarò lieto di accompagnarvi».
Ma Harry non aveva alcuna intenzione di essere accompagnato, era una cosa che avrebbe dovuto fare da solo ed il giorno dopo, ormai metà del piano era fatto ed era anche contento di non dover attraversare la Foresta Proibita da solo, con tutti i pericoli che nasconde.
Rigirandosi verso la sala, Harry concluse «OK Hagrid! Per domani non ti prometto niente, anche perché non so gli altri che impegni abbiano. Ma prima che tu presenti i tuoi nuovi animaletti alle classi, verremo a vederli».
Ron ed Hermione nel frattempo erano arrivati, seduti ai loro posti, erano intenti a consumare la loro colazione, veramente Ron era intento a non dar scampo ad una crostata di lamponi selvatici, mentre Hermione leggeva un “Profeta” fresco fresco di stampa.
Appena giunse dai suoi amici, Ginny che stava giocherellando con un budino rosè con la sua forchetta, alzò lo sguardo e... Harry capì subito che ciò che stava per uscire fuori dalle sue labbra non fosse un semplice “Buongiorno” ma una qualsiasi altra frase di ammonimento.
«Eccolo qui! E' arrivato! Ma dove sei stato? Ma è normale che tu scompaia senza nemmeno lasciare un biglietto? E poi Ron ci ha detto che ieri sera non sapeva se fossi andato a letto. Cosa credi di fare? Ci vuoi far prendere un accidenti?».
Ginny era rossa in viso, tremava leggermente, i pugni stretti con le nocche bianche per la forza con cui le stringeva; era turbata e preoccupata, Harry la capì, ma non aveva fatto ancora nulla di cui doversi giustificare. Cercò di farfugliare qualcosa in sua difesa ma intervenne Hermione: «Harry!» ed abbassando la voce quanto più poté continuò «Sapevamo benissimo che non ti fossi mosso dal castello, ma con i tanti e nuovi misteri che stanno accadendo, ti prego di tenerci sempre al corrente di ciò che fai».
«Ma io non ho fatto niente. Si! Sono andato a letto tardi e questa mattina presto già ero sveglio, ho preferito venir giù a far colazione, ed ho scambiato quattro chiacchiere con Hagrid. Punto!».
Nel frattempo si era nuovamente seduto al suo posto accanto a Ginny che lo continuava a guardare di sottecchi, era molto arrabbiata questa volta.
«Andiamo? Tra pochi minuti inizia la lezione di (Vedete Voi), non vorremmo fare tardi?».
La sala già si stava svuotando, gli studenti scemavano via verso le loro rispettive classi. Harry si accodò al gruppo, Ginny invece scomparve velocemente tra gli studenti, forse stizzita della poca considerazione che immaginava avesse verso i propri sentimenti. Si avvicinò ad Hermione: «Mi devi aiutare!» anche lei ancora rammaricata dell'accaduto fraintese quelle parole «No Harry! Questa volta con Ginny ci parli Tu! Lei ha ragione d'arrabbiarsi...»
«No! No! Non è per Ginny, bhè, forse ha ragione a stare in ansia, ma mica vorrà prendersela così ogni volta che scendo prima di lei a fare colazione?».
«Harry!».
«Scusa, devo fare una ricerca in biblioteca ed ho bisogno delle tue intuizioni se voglio fare presto».
«Su cosa?»
Harry sapeva che forse non sarebbe riuscito a tenere tutto nascosto ai suoi amici, che qualcosa gli avrebbe dovuto dire se avesse voluto un loro aiuto, ed a quel punto era fondamentale.
«Vi spiegherò tutto in biblioteca, dopo (…) abbiamo un ora libera, mi aiuti?».
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AlaskaMudblood

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptyLun Mar 29 2010, 12:11

Prima parte: sembra molto migliorata, mi sono accorta che l'hai rivista bene ma qualche appunto di pignoleria ci deve sempre essere! Razz

più di quanto potesse immaginare= sembra che lo stesso Harry non lo riesca a immaginare, sarebbe meglio: più di quanto lui potesse immaginare.
«Uuaahh! (sbadiglio)= meglio sbadigliò sonoramente!
Harry, spero tanto che le altre case non abbiano avuto la fortuna di essersi accaparrate dei ragazzi capaci come Bryan.= Forse qui Ron non è Ron... non ammetterebbe che Bryan è un buon giocatore!
Tu pensi che si arrabbierà?= perchè dovrebbe arrabbiarsi? Al massimo gli dice no!
Il Professor Silente= il minuscolo..
[i]occhialini= occhiali..

Seconda parte: piuttosto buona! Very Happy

al di fuori delle mure
=mura
Hogsword=Hogwarts.. controlla anche nella prima parte, questa parola l'hai sbagliata anche lì! Wink
(Vedete voi)
= Il testo è tuo, vedi tu! Wink

Trama:sembra piuttosto buona, anche se Grop potrebbe distruggere involontariamente la bacchetta nella grotta, è così grosso! Poi se ha già trovato un posto, perchè dovrebbe andare in biblioteca? scratch In generale la trama mi piace!

Sbrigati per la terza parte, perchè dobbiamo trovare il testo giusto in fretta! Wink
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Franz.Riddle

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptyLun Mar 29 2010, 18:08

Scusate per Hogsword=Hogwarts ho il correttore automatico sul foglio di testo.
E non dite che non rileggo... Mad
Io sono vecchio stile, scrivo tutto a mano e tutte le correzione vengono fatte nero su bianco e poi... , quando ho finito e ho tempo salvo in file.
Vorrei farvi vedere il quadernetto che mi porto dietro quando lavoro.
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remus.




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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptyLun Mar 29 2010, 20:32

Bello! Per la prima parte sono rimaste tutte le cose che avevo già detto... nella seconda mi pare che le reazioni di Ginny e Hermy non è normale... è solo sceso prima, mica devono sapere ogni minuto cosa fa!

Siamo lunghetti... già 15 pagine di libro!
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Oliver Wood

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MessaggioTitolo: Re: Il mio primo testo   Il mio primo testo EmptyDom Giu 27 2010, 02:53

Hai un grande talento continua così e non farti ostacolare dagli eventuali detrattori
sei bravo Wink
P.S a titolo informativo rispetto i gay ma non lo sono, non pensare male
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