Grazie a tutti per i consigli. Prima di tutto ho cercato di risistemare il pezzo, e spero che adesso sia un po’ meglio!
Harry si trovava disteso nel suo letto a baldacchino. Era ancora mattino presto, ma il russare assordante di Ron lo svegliò. E a quanto pare, non era l’unico a esserlo. Anche Dean e Seamus stavano parlottando tra di loro e si divertivano a lanciare contro Ron alcuni pezzi di pergamena appallottolata che era stata usata come bozza per alcuni testi di Difesa Contro le Arti Oscure del professor Willis.
Fuori tirava un vento molto forte, ma nessuno studente era intenzionato a rinunciare alla gita di Hogsmeade che si sarebbe svolta in quella giornata. Il pomeriggio scorso, infatti, nella bacheca della Sala Comune del Grifondoro era stata appesa la comunicazione dell’uscita nel piccolo villaggio.
Finalmente, anche Ron si era destato dal sonno e tutti quanti, dopo essersi cambiati e aver indossato il mantello, oltrepassarono il ritratto della Signora Grassa (<<Perché non vi decidete a uscire tutti insieme una buona volta dalla Sala? Avete intenzione di svegliarmi ancora altre volte?>> urlò loro) e arrivati in Sala Grande, notarono che la maggior parte degli studenti si trovava già lì per fare colazione e alcuni di loro avevano già indossato berretti, guanti e sciarpe a causa del freddo pungente.
Quel giorno, sul soffitto della Sala Grande ondeggiavano cupi nuvoloni e, raramente, alcune saette illuminavano le cinque tavolate. Tra gli insegnanti sedevano la Preside, che quel giorno indossava un vecchio cappello blu poggiato su una folta chioma di capelli raccolti in un chignon, i professori Lumacorno e Vitious che erano impegnati in un’allettante discussione, che all’apparenza, pareva divertirli molto.
<<Ben arrivati!>> li salutò Ginny, che era indaffarata a spalmare della marmellata di fragole all’interno della suo brioche. Era seduta accanto a un ragazzo alto, corpulento e biondo, che
Harry riconobbe per Hyde.
Hermione, invece, fece un debole cenno della mano e alla vista di Ron, con il quale si era riappacificata, era diventata tutta rossa in viso. Dal tavolo delle autorità, la professoressa McGranitt fece un cenno a Hermione di raggiungerla.
Harry intanto si sedette accanto a Ginny, le diede un bacio sulla guancia e mangiò della pancetta e delle uova, mentre Ron era già passato alla seconda porzione di tutto ciò che imbandiva la lunga tavolata del Grifondoro.
Intanto, Hermione era di ritorno al tavolo, ma questa volta teneva stretta tra le mani una busta. <<
Harry, è per te. Me l’ha consegnata la professoressa McGranitt. Dice che puoi rivelarne il segreto solo a me, Ron e Ginny. Dopo.. Fai pure come vuoi>> disse lei, porgendo la lettera. La aprì:
Potter,
ti comunico che per questa giornata rimarrai estraneo alla gita a Hogsmeade su decisione mia e del Ministro della Magia, Kingsley Shacklebolt.
Ti chiediamo il favore di raggiungerci nel mio studio appena dopo la partenza della comitiva per Hogsmeade, appunto.
Mi auguro con tutto il cuore che tu non rimanga deluso per questa decisione presa all’ultimo momento, ma stiamo parlando di cose veramente MOLTO importanti.
Professoressa M. McGranitt
PS: Parola d’ordine: Fierobecco
Saltare la gita? Cosa volevano ancora Kingsley e la professoressa da loro? Non era la prima volta che lo chiamavano per cose importanti..
<<Cosa c’è che non va questa volta?>> chiese Ginny, che cercava di curiosare il contenuto della lettera.
<<Oh.. Niente di speciale>> rispose
Harry. <<Non posso venire a Hogsmeade..>>.
<<Niente di speciale? Tu sei matto.. Ma perché mai?>>.
<<La McGranitt e Kingsley mi vogliono vedere, e subito>>.
<<Se parliamo di cose veramente importanti..>>.
Harry tastò nella propria tasca dei pantaloni: aveva dimenticato la Bacchetta in camera, nel cassetto. Doveva correre subito a riprendersela.
Finì in fretta e furia le uova, baciò Ginny, salutò Hermione e Ron e corse difilato di sopra.
Nei corridoi scorse Gazza con Mrs Purr e velocemente raggiunse la Signora Grassa – indaffarata a discutere con l’amica Violet - e oltrepassò il ritratto. La Sala Comune era gremita solamente di studenti del primo e del secondo anno, oltre agli altri studenti più grandi che avevano deciso di non andare a Hogsmeade o che non avevano avuto il permesso firmato da un genitore a da un tutore.
Giunto nel dormitorio,
Harry aprì il comodino nella quale era nascosta la Bacchetta. Ma quella non c’era. Qualcuno l’aveva rubata. Come poteva spiegarlo alla McGranitt e a Kingsley, che per di più credevano che la Bacchetta fosse nascosta? Non poteva rinunciare al colloquio, doveva inventarsi una scusa bella e buona in caso di assoluta necessità.
In preda al panico,
Harry corse presso l’ufficio della Preside e quando si trovò dinanzi al gargoyle pronunciò la parola d’ordine “Fierobecco” e salì i gradini della scala a chiocciola. Era molto agitato.
Entrò nell’aula e notò che la professoressa stava guardando fuori dalla finestra. Aveva un espressione piuttosto severa. <<La trovo in anticipo, Potter. Direi, strano>> fece lei alla prima vista di
Harry. <<Il Ministro deve ancora arrivare. Comunque, mi dispiace molto per la gita.. E’ una faccenda inequivocabile, Potter..>>.
<<Nessun problema, professoressa. Certo, avrei preferito andare, ma..>>.
<<Sta di certo che ti era impossibile>> concluse il Ministro della Magia, Kingsley Shacklebolt, che era apparso tra le fiamme verdi del camino dell’ufficio. <<
Harry,
Harry,
Harry..>> riprese a parlare lentamente, sorridendogli. Riferendosi a lui in questa maniera, gli ricordava molto il professor Allock. <<Che cosa dispiacevole da dirti. Sono molto deluso, sai. Ma ovviamente, sono tenuto a dirtelo. E’ una questione di molta importanza>>.
<<E cioè?>> chiese
Harry, turbato a quelle parole.
<<Beh.. Si da il caso che tu non abbia nascosto la Bacchetta di Sambuco, mentre era tuo dovere farlo. Oltretutto, sapendo già che alla fine dei corsi diventerai un Auror.. Mi sembra alquanto una cosa inconsapevole da fare. Mi sembrava fosse un ordine da me imposto.>>.
<<Kingsley, forse
Harry non ha avuto tempo. E’ anche il settimo anno..>> intervenne la McGranitt.
<<Fesserie. Mi dispiace ammetterlo, ma quante volte
Harry si è trovato al posto sbagliato al momento sbagliato? Quante volte è stato trovato per i corridoi del castello a gironzolare, soprattutto di notte? Sono scuse, Minerva, perdonami, ma sono tutte scuse>>.
<<Ma io non intendevo difenderlo. Sono anche io la prima a dire che è stata una cosa insensata quella di portarsi la Bacchetta di Sambuco nelle tasche dei pantaloni, adesso che poi è assai richiesta dai maghi oscuri in circolazione, Kingsley!>> concluse lei.
<<Credo che la tua osservazione sia più che ovvia, Minerva>>. Una voce assai familiare li raggiunse dalle loro spalle. Silente era intervenuto nella discussione, dando il suo parere. Un calore riempì il corpo di
Harry. Si sentiva molto a suo agio quando era presente anche il vecchio Preside. <<
Harry, lo sai benissimo che non dovevi farlo. Sei stato preoccupantemente preso di mira, negli ultimi tempi, o mi sbaglio?>>.
<<Eh già.. Non si sbaglia>>.
Harry, nella propria mente, si chiedeva come diavolo avevano fatto a scoprire della Bacchetta.
<<
Harry, magari se avessi nascosto la Bacchetta di Sambuco, qualcosa sarebbe cambiato, o no? In questi ultimi tempi abbiamo stretto anche importanti amicizie con gli americani proprio per questo: un mondo migliore, meno problemi!>> esclamò Kingsley. <<Ora, il nocciolo di tutto ciò è questo: devi nasconderla. La professoressa McGranitt ti aiuterà nel farlo. Minerva..>>.
<<Oh.. Si, certo. Lo faremo a tempo debito>> disse lei.
<<Ora, se non le dispiace>> intervenne
Harry. La Preside rimase per alcuni momenti a fissarlo, attraverso gli occhiali. Volse lo sguardo prima verso il Ministro, poi a Silente per guardare infine ancora
Harry.
<<D’accordo. Ma ti avverto. Non sarà facile..>> precisò lei.
<<E dove ha intenzione di nasconderla, professoressa?>> chiese
Harry, curioso.
<<Hai ancora intenzione di interrompermi?>> e a queste parole
Harry fece per scusarsi, ma non ci riuscì, la McGranitt lo guardava torva. <<Lo scoprirai man mano che passa il tempo>> concluse.
<<Come, scusi?>>.
<<Insomma,
Harry. A tempo debito. E per la precisione: sarò pignolo, ma l’idea è solo e soltanto mia!>> concluse Silente, ridacchiando.
Fuori il sole era oscurato da molte nuvole grigie. Aveva cominciato a piovere.
Solo ora,
Harry notò che sulla scrivania della Preside erano disposte in ordine molte pile di fogli di pergamena, e tutte quante, per quello che riuscì a capire, erano piene zeppe di appunti di Trasfigurazione. La Preside e Kingsley fissavano il quadro del professor Silente, come se stessero aspettando dei suoi comandi <<
Harry, sarà il caso che tu debba consegnarmi la Bacchetta di Sambuco, se vuoi che ti spieghi come nasconderla>> intervenne la McGranitt, sempre dando di spalle a
Harry.
<<Ehm.. Professoressa, si dà il caso che io..>> riprese lui.
<<Hai dimenticato la Bacchetta di Sambuco da qualche parte, dico bene?>> domandò Kingsley, inarcando le sopracciglia.
<<Si, è vero, ma.. un momento, come fa a saperlo?>>.
<<Potter, devi imparare a stare più attento la prossima volta. Chiunque poteva rubartela sotto il naso, questa volta non i Mangiamorte fortunatamente, ma Kikhi>> intervenne la McGranitt.
<<Chi? Kikhi? E chi è?>>.
<<Un’elfa domestica di Hogwarts. Sai, mentre ripuliva le stanze stanotte..>> e si guardò attorno.
<<Un elfo domestico ha rubato una bacchetta? Ma non possono usare bacchette!>>.
<<Esattamente. E oltretutto non la Bacchetta di Sambuco! E’ una fortuna che l’abbia trovata, sai. Me l’ha detto subito. E stai ben certo che le ho chiesto di portarla immediatamente al mio cospetto>>, e la estrasse dalla tasca della tunica.
<<Ma poteva anche dirmelo, professoressa! Temevo me l’avessero rubata!>>.
<<Oh, non fare tante storie, Potter. Dobbiamo cominciare con queste lezioni private>>.
<<Lezioni private?>> chiese lui, incuriosito.
<<Si. Credevi che l’avessimo nascosta adesso? Per l’amor del cielo, non farmi ridere. Ci vuole molto tempo. Non parliamo di un oggetto qualunque, ma di questa Bacchetta>> concluse, additandola.
Kingsley, che quel giorno indossava una lunga veste gialla fluorescente con una grande “M”d’oro che spuntava sulla manica destra, si avvicinò a
Harry. <<
Harry, ascoltami bene>> disse, con molta calma e a bassa voce, <<Ci tengo che tu sia in grado di nascondere questa bacchetta il più in fretta possibile. Conto su di te!>> e gli diede una forte pacca sulla spalla, come per incoraggiarlo. Gli sorrise e con un cenno della mano a Silente e alla McGranitt, si diresse verso il camino. Prese della Polvere Volante e entrato nella alte fiamme verdi gracchiò <<Ministero della Magia, Londra!>> e sparì all'istante.
Harry guardo l’orologio, che faceva già le undici e mezzo del mattino. Voleva sbrigare al più presto la faccenda con la Preside, se era possibile. Chissà quale nascondiglio avrebbero scelto insieme.
La McGranitt, che lo stava osservando attraverso i suoi occhiali, non aveva ancora cominciato a parlare. Indugiava su ciò che stava per fare, pensò
Harry.
<<Molto bene, cominciamo>> prese a parlare con la Bacchetta di Sambuco nelle mani. <<Innanzitutto, chiariamo una cosa. Questa Bacchetta d’ora in poi resterà qui nel mio studio, intesi? Non oso pensare alla possibilità di perderla di nuovo>>.
<<Professoressa, io non l’ho persa>> ribatté
Harry, deluso.
<<Ah no, te l’hanno solamente rubata sotto il naso. Sei tornato nel dormitorio e non l’hai trovata. Chiunque te l’avrebbe potuta rubare, come ti ho già sottolineato prima>> e si fermò. Si diresse verso la scrivania, si sedette e fece apparire due bicchieri d’acqua. <<Siediti>> gli ordinò.
Silente, nel suo quadro, gli sorrideva ancora e con le labbra gli sussurrò qualcosa del tipo dalle-retta-o-sei-morto. Così,
Harry prese posto a sedere dinanzi alla McGranitt.
<<Serviti pure, Potter>> riferì lei, indicando il bicchiere d’acqua. <<Ora, veniamo a noi. Ciò che stiamo per fare è di vitale importanza. Non dovrai mai e poi mai pensare di poter dire tutto ciò a chiunque, nemmeno alla Granger e a Weasley. Chiaro?>>. Fece per aspettare una risposta di
Harry, che annuì. <<La tua parola, per favore>>.
<<La mia parola, professoressa>> rispose
Harry secco. Sembrava che la McGranitt fosse diventata più severa che mai con lui.
<<Molto bene. Avere la tua parola significa che giuri di non dire niente a nessuno, che ti impegnerai a fondo per compiere questa magia, che ti eserciterai quando te lo chiederò, che eseguirai ogni mio ordine ogni qualvolta te ne chiederò uno, ci siamo capiti, Potter?>> domandò lei, con uno sguardo pensieroso.
Harry annuì di nuovo e stavolta la Preside accettò subito il gesto. <<Ti sarai sicuramente chiesto perché siamo stati noi – e con noi intendo io, Silente e Kingsley – a decidere il nascondiglio più adatto per questa Bacchetta, o mi sbaglio?>> chiese lei.
<<Non si sbaglia affatto. E per di più, lei ha accennato la magia..>> disse
Harry.
<<Oh si. Non a caso ho detto che dovrai esercitarti, costantemente. Sappi che ci vedremo una serata ogni settimana, fino a quando riterrò sufficientemente potente il tuo incantesimo di Trasfigurazione..>>.
<<Trasfigurazione? Ma professoressa, non sono mai stato una cima nella sua disciplina..>>.
<<Sfortunatamente si, Potter. Ma almeno hai raggiunto un risultato ‘Oltre Ogni Previsione’ nei G.U.F.O, non so se mi spiego. Questo è già confortante>> disse lei, accennando a un sorriso. <<Renditi conto però che parliamo di magia aldilà di un allievo del settimo anno, addirittura>>.
<<E di cosa si tratta?>>.
<<Non voglio essere scortese, Minerva, ma siccome stiamo parlando di una mia strabiliante idea, desidererei riferire al nostro amico
Harry in che cosa consiste questa rara magia>> intervenne Silente, che sembrava avere l’aria di uno che si sta divertendo molto. <<
Harry, sono stato professore di Trasfigurazione, qui a Hogwarts, e, non voglio vantarmene, ma quest’incantesimo l’ho inventato io!>>;
Harry desiderava tanto gridare ‘Wow’, ma in presenza della McGranitt non era il caso.
<<Fa’ pure, Albus>> disse la Preside.
<<Grazie infinite, Minerva. Ora,
Harry, questo incantesimo si chiama Incanto Protectus, e fino ad ora, mi dispiace ammetterlo, non è stato utilizzato molto. Anche perché parliamo di un Incanto Protectus di Livello Avanzato.. Ma chiacchiere a parte. Prima di tutto, avevamo preso in seria considerazione l’opportunità di nascondere la Bacchetta di Sambuco di nuovo nella mia santissima tomba o magari nel Lago Nero sotto stretta sorveglianza della sirene, ma.. E’ insicuro, si>>.
Prima di continuare a parlare, Silente fece un cenno alla McGranitt, immersa nella compilazione di svariati moduli ministeriali. La professoressa, con uno scatto, raggiunse la porta e uscì, come se l’ex-Preside non accettasse la sua presenza all’interno dell’ufficio. Non fece neanche tempo a riprendere la parola, che la McGranitt entrò di nuovo nella stanza, con uno scatolone firmato “Tiri Vispi Weasley, Diagon Alley”.
Harry si chiese come mai prodotti di quel genere potevano servire per le lezioni private.
La Preside aprì il contenitore e estrasse una dozzina di bacchette magiche, che depose poi sulla scrivania.
<<Potter, dunque, le esercitazioni non le cominceremo subito oggi, ma ho intenzione di mostrarti la prima parte della pratica. Intesi?>> disse lei, scrutando le bacchette.
Harry annuì. Intanto, nessuno osò parlare, mentre la McGranitt deponeva altre bacchette al di sopra delle pile di appunti di Trasfigurazione.
<<Eccellente. Ora,
Harry, non ho l’assoluta intenzione di anticiparti la seconda parte delle esercitazioni. Ma veniamo al dunque. Prima di poter praticare un Incanto Protectus dovrai Trasfigurare e Detrasfigurare diversi oggetti. Dopo di che, verrà il turno delle bacchette>> concluse, indicandole.
<<Esatto>> riprese la Preside, <<proprio così: osserva attentamente>>. Estrasse dalla propria veste la bacchetta. Fece comparire una candela e con un semplice incantesimo – non verbale – la trasformò in un incantevole draghetto in miniatura, simile al modello dello Spinato del Torneo Tremaghi che
Harry teneva sul comodino. Non fece neanche tempo a osservarlo, che questo tornò essere la rossa candela dell’inizio grazie al contro-incantesimo della McGranitt. <<Dunque, mi sembra che tutto ciò che hai appena visto l’abbiamo studiato. E fin qui, nessun problema. Ma attenzione, non sottovalutiamo queste magie, perché le riproveremo, insieme>> disse la professoressa, sorridendogli. Parecchie rughe le apparvero attorno agli occhi e sulla fronte. Si voltò e raccolse dalla scrivania una bacchetta. <<Questa è una delle bacchette in vendita al negozio dei fratelli Weasley, beh, in questo caso solo di George.. Non penserai che siano vere.. Costano moltissimo.. Ahimè! Comunque, imparerai a Trasfigurarla. L’esercizio non terminerà fino a quando tutte le bacchette, non una in meno, saranno state Trasfigurate e Detrasfigurate>>.
<<Ma perché non può farlo lei, professoressa? Sarebbe un inutile spreco di tempo..>> intervenne
Harry.
<<Nient’affatto,
Harry>> rispose Silente, che si era alzato dalla poltrona nel quadro, <<Vedi, devi sapere che se ce ne fosse stata la possibilità, la Bacchetta di Sambuco sarebbe già nascosta, in questo preciso momento. Ma la realtà è che questo Dono della Morte possiede particolari caratteristiche, e come credo tu sappia, si può consegnare nelle mani del mago che ha sconfitto il momentaneo possessore>>.
<<Che in questo caso sono io>> riferì
Harry, con un basso tono di voce, come dispiaciuto.
<<Esatto
Harry, esatto. Ma sta di fatto che è impossibile Trasfigurare la Bacchetta di Sambuco, ad eccezione che non lo faccia il diretto proprietario>>.
<<Perciò, solamente io posso fare questa magia>>.
<<In queste circostanze si, a meno che tu non venga sconfitto da qualcun altro prima del previsto>> concluse. La McGranitt si schiarì la voce, come per segnalare il suo disaccordo alle ultime parole di Silente.
Fuori la pioggia cadeva fitta sui prati e infatti alcuno studente rimasto a Hogwarts si trovava di fuori. Era mezzogiorno, e di lì a poco Ron, Hermione e Ginny sarebbero tornati dalla gita a Hogsmeade. E a quel punto, pensò a ciò che avrebbe potuto fare insieme alla sua fidanzata, avrebbe passato ore stupende in sua compagnia, alla locanda di Madama Piediburro o forse anche ai Tre Manici di Scopa, non faceva differenza.
E ricordò anche dell’appuntamento fissato a San Valentino con Cho durante il quinto anno.. Ma era stata una brutta esperienza.. Non ne valeva la pena..
<<Potter, ora sarei grata se scendessi in Sala Grande per pranzare. La riunione è finita. Grazie mille>> salutò la McGranitt. Silente se ne stava ancora in piedi nel quadro, e intanto agitava la mano per salutare.
Harry aprì la porta e prima che potesse oltrepassare il gargoyle di pietra, la Preside gli urlò <<Riceverai un mio gufo!>>.
FINE PRIMA PARTE
Indice 
)
Mary sei bravissima, credimi io vedo Snow annuire con la testa in segno di assenso ogni volta che legge i tuoi commenti, conoscendolo e sapendo quanto avvolte sa essere rognoso, credo sia un ottimo segno delle tue qualità.
Hai trovato la soluzione di tanti scervellamenti, o meglio: l’ha trovata Silente! L’idea è veramente bella ma, se posso permettermi, vorrei appuntare qualche piccola cosa non ancora detta: 
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