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 testi ministero

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babybirba

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MessaggioTitolo: testi ministero   testi ministero EmptySab Set 20 2008, 20:12

ecco a voi tutti i testi riguardanti il ministero..
Harry si svegliò e di colpo guardò l’orologio, erano ancora le 5, si tranquillizzò subito, non avrebbe avuto senso alzarsi così presto l’appuntamento con kingsley era alle dieci quindi avrebbe potuto benissimo dormire ancora un po, ma era la quarta volta che si svegliava quella notte pensando di essere in ritardo, era curioso di sapere il motivo dell’invito di kingsley non aveva idea del motivo per cui non doveva ancora comprare le cose per hogwarst, quando la sig weasley aveva visto harry senza nessun libro ne una nuova uniforme aveva tentato ogni modo per fargli confessare cosa stava succedendo..ma harry trovava ogni modo per evitare l’argomento anche ginny era curiosa ma aveva accettato l’idea che harry non poteva dirgli nulla un po abbattuta lo guardava sempre con apprensione e harry non sapeva piu che fare, l’unico a cui aveva parlato della lettera era ron, era il suo migliore amico e poteva fidarsi, non avrebbe mai detto nulla a nessuno, quello che non faceva domande invece era il sig weasley che lo guardava sempre con uno sguardo tra il preoccupato e soddisfatto, secondo ron kingsley gli aveva gia detto della lettera. Harruy era molto confuso, ma non gli veniva in mente neanche una motivazione valida. Alle sette alla fine si alzò e inizio a prepararsi molto cautamente in modo da non fare rumore; quando fu pronto scese in cucina dove cerano il signore e la signora weasley che facevano colazione harry li salutò ‘’ti sei svegliato presto questa mattina harry! Qualche motivo speciale?’’ chiese sospettosa la sig weasley ‘‘no solo che hagrid mi ha chiesto di andare ad aiutarlo con le compere per il nuovo anno da professore e vuole andare al serraglio stregato molto presto per trovare gli animali migliori’’ si era inventato questa storia la sera prima perche non trovava altra scusa per quest’uscita mattutina, il signor weasley si alzo e dopo aver salutato scomparve per andare al lavoro. Dopo poco anche harry si alzò per uscire, ma la signora weasley lo bloccò alla porta, ‘‘harry qualsiasi cosa stia succedendo stai attento e fai solo cio che desideri fare’’ harry capi che non aveva creduto alla storia di hagrid. Arrivato alla cabina telefonica per l’accesso al ministero harry alzò la cornetta sono harry potter sono qui per vedere il ministro della magia’’ la cornetta rispose dopo pochi scondi ‘‘benvenuto al ministero della magia’’ e harry si ritrovò nel salone del ministero in un secondo, sicuramente anche questo modo di entrare era un’altra invenzione americana.
Appena fatto qualche passo un uomo mingherlino con una grande chioma bionda si avvicino ‘’salve signor potter’’ disse con un gran sorriso ‘’sono l’incaricato per accompagnarla all’ufficio del ministro’’ harry segui l’omino nell’ascensore gia affollato di impiegati molti capi dall’accento americani, arrivato davanti all’ufficio l’omino entrò per primo annunciando il suo arrivo dopo diche ritornò nel corridoio ‘‘il ministro la sta aspettando’’ e con un mezzo inchino se ne andò.

camosh

Dopo pochi secondi Harry si ritrovò in un vicolo buio della Londra Babbana, dove l’unico ogetto interessante era una grande cabina telefonica di colore rosso che risaltava nella semioscurità. Harry si avvicinò mentre pensava alla sua ultima visita al Ministero, in cui era entrato tramite un passaggio in un bagno che non ricordava bene dove fosse. Avvicinatosi alla cabina, però, si accorse che era occupata; un uomo alto e bruno, con spalle molto larghe e vestito con giacca e cravatta, stava avendo un’animata conversazione con qualcuno all’altro capo el filo. Harry rimas molto sorpreso di trovare un Babbano lì, ma giunse in fretta alla conclusione che quella per i Babbani non era altro che una cabina telefonica.
Dopo poco l’uomo posò la cornetta e uscì di fretta dalla cabina, senza quasi nenache accorgersi di Hary, che riuscì però a notare alcune brutte cicatrici ce gli sfregiavano il viso. Un po’ incerto dopo aver visto il volto del Babbano, Harry entrò e digitò il codice per avere accesso al Ministero della Magia (sei, due, quattro, quattro e due); Harry si aspettava che la solita voce meccanica gli chiedesse chi era, ma, invece, udì una voce maschile un po’ acuta dire: - Benvenuto al Ministro della Magia, signor Potter! -
Harry rimase sorpreso da quella novità, ma non si poté neanche chiedere a chi appartenesse la nuova voce di benvenuto, che si ritrovò letterelamente catapultato al centro dell’atrium. Appena poté rendersi conto del velocissimo spostamento che era avvenuto, Harry vide che di fronte a lui si stagliava una sagoma alta e robusta con folti capelli biondi che gli coprivano le spalle, che disse: - Benvenuto, signor Potter. Mi chiamo Albert Howards, e sono qui per scortarla all’Ufficio del Ministro della Magia. - Aveva una voce rassicurante, pensò Harry, ma non era la stessa che aveva sentito nella cabina.
Dopo che Harry ebbe risposto con un timido "buongiorno" al corpulento mago, egli lo invitò a seguirlo e i due a passo stranamente spedito attraversarono l’atrium, molto ffollato proprio come Harry lo ricordava. Tutto era tornato alla normalità; la statua dorata rappresentante il mago, il centauro e il goblin si stagliava nuovamente al centro della stanza, mentre numerossissime aeroplanini di carta sfrecciavano ovunque. In fondo vi erano gli ascensori che portavano ai vari piani sotteranei del Ministero e che, come al solito, ospitavano una gran fila di persone. Harry si diresse verso di loro, ma il signor Albert Howards lo rimbeccò subito: - No, signor Potter, noi utilizzeremo un ascensore privato - Harry non rispose nemmeno ma si limitò a seguire la sua guida. Solo allora si rese conto di che strani vestiti questi indossasse: era completamente vestito di un rosso fuoco, con uno strano cilindro aperto sulla cima e un frastagliatissimo mantello rosso a pois bianchi. Senza chiedere nulla per non sembrare maleducato, si disse che doveva essere americano, e ora che ci pensava questa teoria era assecondata anche dal suo strano accento che non doveva essere inglese.
Albert Howards condusse Harry oltre un arco alla destra dell’atrium che lui non aveva mai notato; dopo di esso si apriva un’altra stanza abbastanza larga e copetamente vuota, al cui centro si stagliava un’enorme statua di quello che doveva essere ottone, raffigurante un uomo non molto alto e con il viso spigoloso che stringeva la mano ad un sorridente Kingsley Shackelbolt. Harry notò che sotto la statua vi era incisa a caratteri dorati la scritta: "L’alleanza MA-MI (Maghi Americani – Maghi Inglesi), sancita da John Waynegan, Capo dei Maghi d’America, e da Kingsley Shackelbolt, Ministro della Madia Inglese".
Senza spendere alcuna parola sull’imponente costruzione, Albert Howards condusse Harry ad un ascensore al centro della parete opposta all’ingresso. Al loro arrivo, le porte dell’ascensore si aprirono e i due salirono senza fiatare; quindi la macchina iniziò a muoversi piuttosto lentamente (almeno così sembrava ad Harry dopo l’arrivo della cabina), ma Harry non riusciva a capire se salisse o scendesse.
- Ho sentito molto parlare di lei, signor Potter - disse ad un tratto Albert Howards, osservando con desiderio la cicatrice sulla fronte di Harry ma parlando sempre con un tono decoroso - E sarei molto curioso di conoscere più approfonditamente la sua storia -
Harry rispose di scatto, portandola mano destra a coprire la cicatrice: - Sono sicuro che la mia storia sia già stata raccontata moltissime volte, quindi non vedo perché dovrei raccontargliela; e poi basta leggere la Gazzetta del Profeta per avere sempre nuove ed esilareanti notizie su di me, credo -
Subito, però , la porta dell’ascensore si aprì senza che Harry si fosse accorto che la macchina si era fermata, Albert Howards uscì e, dopo aver rivolto un sorriso compiaciuto ad Harry, disse con voce calma e melliflua: - Siamo arrivati, signor Potter; la porta davanti a lei - e così svoltò a sinistra. Harry uscì dal’ascensore ed entrò in una stanza molto larga ma cortissima; si trovò molto vicino alla parete opposta all’ascensore, mentre al capo sinistro della stanza, abbastanza distante da lui, si era messo Albert Howards; al lato opposto, invece, Harry notò l’uomo in giacca cravatta e pieno di cicatrici che aveva visto nella cabina poco prima che lo stava osservando attentamente. Incerto su cosa doveva fare, rivolse uno sguardo al singor Brown, che, però, sembrava essere diventato di pietra visto che era immobile e quasi non dava segno di vita.
Harry decise allora di avvicinarsi al muro che gli stava di fronte, più titubante che mai, e lo toccò appena con le dita della mano destra, quando sentì delle voci provenire dall’interno della superficie. - Tu sei pazzo, Kingsley! Come puoi pensare che un ragazzino possa compiere queste cose per te? - disse la stessa voce acuta che Harry aveva sentito nella cabina telefonica. - Un ragazzino? Un ragazzino, John! Stiamo parlando di Hary Potter, il ragazzo-che-è-sopravissuto! Il ragazzo che ha ucciso Lord Voldemort pochi mesi fa! Come puoi pensare che non sia adatto a questo compito? - aveva ribadito la voce calda di Kingsley. Harry giurò che John stesse per rispondere, quando la guardia in giacca e cravva urlò: - Un passo avanti, prego, signorPotter! - All’istante le voci all’interno dello specchio smisero di litigare e Harry ubbidì all’ordine appena ricevuto. Bastò un passo che si ritrovò all’interno di una stanza rotonda, davanti alle due figure di un uomo alto e di colore che Harry conosceva benissimo, e un uomo poco più basso di lui e con una folta barba grigia.
- Buongiorno, Harry - disse tranquillamente Kingsley; si sedette dietro la sua scrivania di legno intarsiata con strani simboli e con un solo colpo di bacchetta fece apparire due poltroncine dicolor porpora dal’altra parte del tavolo. - Accomodati pure - continuò - anche te John, siediti -
Harry avanzò verso la sua poltrona mentre esplorava con lo sguardo l’ufficio del Ministro; era di forma circolare e con un soffitto molto alto, le pareti di pietra erano accolgienti e adorne di numerosi quadri. Solo uno di essi, che Harry ritenne subito molto strano e inadatto all’arredamento della stanza, era posto in penombra in un angolo e raffigurava un folletto con la parrucca argentea che osservava la scena con sguardo critico. Posta di lato vi era un’altra scrivania lignea, che Hery pensò quella della segretaria di Kingsley, me ben presto lesse l’etichetta sul bordo di essa che recava "J. Waynegan, Presidente dei Maghi d’America"; sopra di essa non vi erano altro che penne multicolori e una pila di buste, tutte con il sigillo dorato della lettera che aveva ptato Hagrid a Diagon Alley.
Raggiunta la sua poltrona, Harry si sedette e rivolse un sorriso ad un Kingsley piuttosto pallido e con umerose cicatrci intorno alla bocca e agli occhi, che evidentemente erano gli ultimi segni della guerra contro Vodemort. Appena si fu seduto, però, John tossicchiò come per richiedere l’attenzione, tirò fuori dalla tasca la sua bacchetta e spostò la sua poltroncina vicino a quella di Kingsley, forse perché non voleva abbassarsi ad essere l’invitato, pensò Harry. Subito dopo, Kingsley inizò a parlare: - Ingegnoso, vero, il Finto Muro Blocca-indesiderati? -
-Un’invenzione americana - sbottò subito John, che poi si alzò e sporse la amno destra verso Harry dicendo: - Sono John Wayengan, Presidente dei Maghi d’America, signor Potter. Felice d’averla conosciuta. - Harry gli strinse la mano, pensando subito che aveva davanti a sé una persona abbastanza boriosa e antipatica.
- Beh, si è un’invenzione americana, John - ribatté Kingsley con tono rassegnato e poi continuò rivolto a Harry - E’ uno specchio normale per chi non volgio che entri, mentre per gli altri si trasforma in un passaggio segreto -
- Ingegnosi gli Americani - commentò Waynegan rivogendo un sorrisetto malizioso ad Harry, sempre più a disagio.
Harry annuì debolmente e poi rivolse uno sguardo interrogtivo a kingsley, che si sbrigò a dire: - Beh credo che ora dobbiamo proprio parlare del motivo per cui sei qui, Harry. Vedi… -
- Aspetta, Kingsley, prima vorrei porre alcune domande al signor Potter - s’inserì Waynegan guardando la cicatrice di Harry (lui si sbrigò a coprirla con un ciuffo di capelli). - Se vuoi sapere da lui come ha fatto ad uccidere Voldemort, John, penso che rimarrai deluso - commentò Kingsley, e Harry continuò: - Già, signor Wayengan. Se mi avete chiamato per sapere la mia storia vi consiglio di rivolgervi a Rita Skeeter, lei saprà di certo dirvi qualcosa; ma badate, quello che dice lei è solo una piccola parte vero. Ora e vi dispiace, vorrei parlare d’altro - Waynegan si sedette, colto in fallo, e osservò per un po’ il pavimento sotto i suoi piedi, mentre Kingsely riprendeva la parola con la sua solita voce calda e rassicurante: - Bene, Harry, ora devo parlarti doi una questione della massima importanza - A queste parole,Waynegan sbuffò irritato, mentre Harry aprva la bocca per chiedere qualcosa. Evidentemente, lo aveva fatto troppo presto, perché il Ministro continuò: - Non c’entra niente con il tuo passato, Harry; volgio parlarti del tuo futuro -
ms
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MessaggioTitolo: Re: testi ministero   testi ministero EmptySab Set 20 2008, 20:13

Era difronte la porta dell'ufficio di Kingley. Che cosa voleva dirgli di così importante?e perchè gli aveva chiesto di non comprare le cose per la scuola? erano questi i pensieri che avevano assillato harry negli ultimi giorni.... si fece coraggio e bussò la porta si apri subito ..
Kingley era seduto dietro la scrivania e la sua voce profonda risuonò nella stanza ..
-Harry,benvenuto mi fa piacere che tu abbia accettato il mio invito accomodati prego ,posso offrirti qualcosa ?
-no gazie..Kingley riportava ancora segni di una battaglia ma a diffferenza di Harry sembrava sereno ...
-Allora, mi sembri nervoso Harry non ti preoccupare ti ho fatto venire per farti una proposta che sono certo ti piacerà ! ho saputo che era tuo desiderio diventare auror ..è così?...
Harry non sapeva cosa rispondere quell'affermazione aveva fatto nascere in lui un idea pazzesca e allo stesso tempo fantastica e se Kingley volesse.....
Annuì
-bene in questo caso Harry ..ti piacerebbe provare il lavoro? normalmente agli auror è richiesto un MAGO molto alto ma con te non credo che nessuno metterebbe in dubbio la mia decisione se ti assumessi..
Harry era senza parole aveva preso in considerazione l'idea per un secondo ma aveva pensato di essersi illuso e ora invece ...
-Non devi decidere subito... il lavoro dell'auror è faticoso, ma nel caso accetti potrai tornare comunque a howarts e seguire dei corsi di specialzzazione e ogni tanto avrai degli incarichi da parte del ministero oltretutto la preside minerva ha accettato ... beh la scelta è solo tua e io non vogli metterti fretta pensaci e poi fammi sapere ... e così dicendo lo accompagnò fino alla porta..

baby


Era difronte la porta dell'ufficio di Kingley. Che cosa voleva dirgli di così importante?e perchè gli aveva chiesto di non comprare le cose per la scuola? erano questi i pensieri che avevano assillato harry negli ultimi giorni.... si fece coraggio e bussò la porta si apri subito ..
Kingley era seduto dietro la scrivania e la sua voce profonda risuonò nella stanza ..
-Harry,benvenuto mi fa piacere che tu abbia accettato il mio invito accomodati prego ,posso offrirti qualcosa ?
-no gazie..Kingley riportava ancora segni di una battaglia ma a diffferenza di Harry sembrava sereno ...
-Allora, mi sembri nervoso Harry non ti preoccupare ti ho fatto venire per farti una proposta che sono certo ti piacerà ! ho saputo che era tuo desiderio diventare auror ..è così?...
Harry non sapeva cosa rispondere quell'affermazione aveva fatto nascere in lui un idea pazzesca e allo stesso tempo fantastica e se Kingley volesse.....
Annuì
-bene in questo caso Harry ..ti piacerebbe provare il lavoro? normalmente agli auror è richiesto un MAGO molto alto ma con te non credo che nessuno metterebbe in dubbio la mia decisione se ti assumessi..
Harry era senza parole aveva preso in considerazione l'idea per un secondo ma aveva pensato di essersi illuso e ora invece ...
-Non devi decidere subito... il lavoro dell'auror è faticoso, ma nel caso accetti potrai tornare comunque a howarts e seguire dei corsi di specialzzazione e ogni tanto avrai degli incarichi da parte del ministero oltretutto la preside minerva ha accettato ... beh la scelta è solo tua e io non vogli metterti fretta pensaci e poi fammi sapere ... e così dicendo lo accompagnò fino alla porta.
Harry uscì dall'ufficio di kingsley ancora pensieroso, l'idea era stata cosi allettante che aveva accettato d’impulso, ma sarebbe riuscito ad essere all'altezza del compito assegnatogli?...era confuso, con voldemort era stato diverso, era stato costretto ad andare avanti, a lottare perchè la storia di voldemort era anche la sua; continuò a camminare verso l'uscita ancora immerso nei suoi pensieri quando si trovò a pochi centimetri da un uomo corpulento con una folta barba grigia e quasi senza capelli, ‘’salve potter’’ disse con un mezzo sorriso,’’sono john Waynegan presidente dei maghi americani’’ wynegan fissava harry come per cercare di leggere i suoi pensieri,’’piacere di conoscerla’’ rispose harry senza sorridere ‘’come posso esserle utile?’’
‘’Oh niente di importante, vorrei solo scambiare un paio di parole con te in privato sui fatti accaduti in passato, ho qualche incertezza su molti avvenimenti che riguardano te, e ovviamente la tua storia’’ rispose sempre con un mezzo sorriso.
Harry non aveva nessuna intenzione di rivivere per l’ennesima volta quei momenti, e neanche di parlare con quell’uomo arrogante ‘’mi dispiace ho parecchio da fare, ma se controlla la gazzetta del profeta sono sicuro che la cara rita skeeter potrà risolvere tutti i suoi dubbi’’ e con questo harry se ne andò lasciando john wynegan a guardarlo stupefatto.
Dopo esere uscito dal ministero harry tornò alla tana, quando entrò in cucna trovò la famiglia weasley seduti a tavola a mangiare, non si era accorto di come fosse passato veloce il tempo,’’harry caro siediti, ti ho tenuto il pranzo al caldo non sapevo a che ora saresti tornato’’ e con un colpo di bacchetta la signora weasley fece apparire una sedia con davanti un piatto pieno di pietanze succulente; harry si mise a mangiare molto velocemente, non vedeva l’ora di raccontare tutto quello che era successo a ron, che intanto lo guardava ditraverso come per cercare di spillargli qualche informazione, ginny intanto gli tirava qualche occhiata malinconica dall’altro capo del tavolo, la signora weasley invece in quel momento era troppo preoccupata a guardare in ogni istante l’orologio ‘’vostro padre è di nuovo bloccato in ufficio, e anche oggi è in ritardo per il pranzo’’ disse arrabbiata, ‘’continuano a non piacermi tutti questi americani al ministero, e arthur è sempre piu impegnato’’.
Finito di mangiare harry e ron andarono nella stanza che condividevano e harry gli raccontò gli avvenimenti della mattinata, ‘’wow ma è stupendo harry! Sei un auror e non hai neanche dovuto fare gli esami!’’ dosse ron con una nota d’invidia, ‘’non so quanto sia stupendo, non credo di essere all’altezza di questo lavoro, non ancora almeno; comunque dobbiamo andare comunque a prendere le cose per hogwarst, kingsley mi ha detto che il mio primo incarico sarà li, non mi ha ancora specificato di cosa si tratta, ha detto comunque che per non destare sospetti dovrò continuare a studiare, anche se meno materie degli altri’’ continuò harry, ‘’mi ha detto che mi dirà in seguito cosa dovrò fare’’, ron era perplesso, ‘’e cosi si torna a hogwarst, avevo quasi convinto la mamma a non farmi andare’’ disse sconcertato.
Ad un tratto la porta della camera si spalancò ed entrò ginny con gli occhi bassi '' ron per favore puoi lasciarci soli, devo parlare con harry'', ginny alzò lo sguardò e fissò harry, non l'aveva mai vista così, sembrava fragile, ma allo stesso tempo il suo sguardo era duro, ron uscì dalla stanza senza dire una parola…

camosh


(Harry esce dalla stanza di Kingsley)

Harry e Kingsley si diressero verso la specchio-porta.
Harry notò che da questo lato lo specchio lasciava vedere l’esterno come attraverso un vetro.
Vide il sig. Brown davanti alla parete opposta, lì ad aspettarlo.
Kingsley, accanto a lui, fissò un punto imprecisato davanti a sé. Poi, rivolgendogli un sorriso, lo invitò ad attraversare il varco. Harry si stupì per come Kingsley aveva tolto l’incantesimo.
Era davvero in gamba! Lo aveva fatto senza emettere alcun suono. Fino ad allora aveva visto farlo solo a Silente e a Piton. Ebbe dei dubbi sul fatto di diventare un auror. Non era ancora riuscito a fare gli incantesimi non verbali. Attraversando il varco sentì di nuovo quella corrente fredda attraversargli il corpo, ma cessò nell’istante in cui si ritrovò davanti a un sig. Brown sorridente.
Kingsley si voltò verso di lui e lo salutò velocemente.
<< Bene. Allora Harry pensaci sù e fammi sapere al più presto>>.
<<Lo farò, non dubitarne>> rispose Harry.
<<Il signor Brown ti accompagnerà all’uscita >>e detto questo rientrò nella sua stanza.
<<Prego sig. Potter, mi segua>> disse Brown voltandosi verso l’ascensore.
Arrivati nell’atrium. Brown gli diede le indicazioni per uscire dal ministero.
<<Spero di rivederla spesso qui da noi>> lo salutò Brown tendendogli la mano. Evidentemente era un’usanza dei maghi d’america salutarsi in quel modo. Così rispose al saluto.
Harry era sorpreso. Sembrava che tutti sapessero del suo incarico tranne lui.
Si avviò verso la fontana. Da uno dei cammini vide uscire tra la folla una donna che gli veniva incontro sorridendo. Harry si sorprese per il suo abbigliamento. “Una babbana al ministero?”
La donna era vestita con un tailleur blu con gonna corta e camicetta bianca che metteva in risalto la sua carnagione. I capelli lunghi erano domati in un’acconciatura che li raccoglieva sulla nuca. Era uno schianto! Si accorse che teneva tra le braccia un fascio di pergamene. Lei gli rivolse la parola.
<<Harry, anche tu da queste parti?>>
<<Hermione?>> esclamò stupefatto Harry. Chissà che faccia da sciocco aveva. Si riprese <<Ho fatto un salto qui perché volevo fare i miei complimenti di persona a Kingsley per il suo nuovo incarico. Harry la guardò con attenzione. La trasformazione di Hermione da ragazza un po’ schiva a donna in carriera era stata così, così …Pensò a Ron e a quanto era stupido il suo comportamento. Al suo posto non l’avrebbe lasciata sola nemmeno un momento. Durante l’anno precedente, passato a perlustrare tutta l’inghilterra, aveva avuto modo di conoscerla a fondo, di vedere dentro il suo cuore. Aveva capito la sua sofferenza per l’abbandono di Ron. Avrebbe voluto abbracciarla forte, ma non voleva essere frainteso. Se le cose fossero andate diversamente forse loro due .. non voleva pensarci. Nè lei nè Ron avevano avuto il coraggio di dichiararsi il loro amore, fino a quando lei non si era lasciata andare a quel bacio liberatorio nella stanza delle necessità.
Hermione, lui non ne aveva mai dubitato, era bella dentro. Ora col suo aspetto dimostrava a tutto il mondo quanto fosse bella anche fuori.
<<E tu come mai sei qui?>> le rispose.
<<Ho letto sulla Gazzetta del Profeta dell’istituzione del CIOCCOCREMA e ho dato la mia disponibilità al ministero per collaborare tramite il CREPA per sensibilizzare quelle famiglie che ancora si rifiutano di liberare i loro elfi domestici>>. I suoi occhi scintillavano mentre lo diceva.
<<A proposito. Sai chi è il portavoce degli elfi? Il nostro caro Kreacher.
<<Kreacher?>> la interruppe Harry.
<<Si, dopo aver guidato gli elfi domestici delle cucine di Hogwarts contro Voldemort, loro lo hanno eletto a capo della delegazione trattante per i diritti degli elfi. La preside McGranitt li ha liberati per il loro valoroso comportamento durante la battaglia. Molti di loro, i più anziani, non volevano saperne, ma Kreacher li ha convinti>> si fermò per riprendere fiato.
<<Quel nanerottolo non finirà mai di stupirmi!>> Harry sorrise. <<Ma tu avrai un bel po’ di lavoro da fare>>.
<<Non me ne parlare, Harry. In più la McGranitt mi ha nominata Caposcuola e non ho ancora scritto uno straccio di bozza x il discorso ai prefetti.>>
<<Hermione, se ti conosco bene, non avrai problemi a prepararlo>>
<<Tu non sai quanto mi senta tesa. E se sbaglio o dimentico qualcosa ?…>>
Hermione era un fiume di parole. Sembrava facesse di tutto per distrarre Harry dal ricordo del loro ultimo incontro. Harry avrebbe voluto scusarsi. Ma di cosa? La permalosità di Hermione lo metteva sempre di cattivo umore.
<<Come stanno gli altri? Bene spero. Ancora non ho avuto tempo per scrivere a Ginny. Presto sarà il suo compleanno e 17 anni sono importanti da festeggiare. Devo pensare a qualcosa di adatto da regalarle>>. Harry non credeva alle proprie orecchie. Come aveva potuto dimenticarsene! Con tutte le novità di quei giorni aveva scordato la cosa più importante.
<<Per la barba di Merlino>> Hermione interruppe i suoi pensieri. <<Harry, sono in ritardassimo e sai quanto io odii arrivare tardi. Abbraccia tutti da parte mia, mi raccomando!>> e si avviò verso i cancelli. Harry rimase di stucco! Nemmeno una parola su Ron. Aveva parlato sempre lei senza lasciargli il tempo di ribattere.
<<Quando ci rivedremo?>> gli urlò dietro Harry.
<<Presto, spero>> rispose Hermione prima di sparire tra la folla.

dafne
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MessaggioTitolo: Re: testi ministero   testi ministero EmptySab Set 20 2008, 20:14

Harry uscì dall'ufficio di kingsley ancora pensieroso, l'idea era stata cosi allettante che aveva accettato d’impulso, ma sarebbe riuscito ad essere all'altezza del compito assegnatogli?...era confuso, con voldemort era stato diverso, era stato costretto ad andare avanti, a lottare perchè la storia di voldemort era anche la sua; continuò a camminare verso l'uscita ancora immerso nei suoi pensieri quando si trovò a pochi centimetri da un uomo corpulento con una folta barba grigia e quasi senza capelli, ‘’salve potter’’ disse con un mezzo sorriso,’’sono john Waynegan presidente dei maghi americani’’ wynegan fissava harry come per cercare di leggere i suoi pensieri,’’piacere di conoscerla’’ rispose harry senza sorridere ‘’come posso esserle utile?’’
‘’Oh niente di importante, vorrei solo scambiare un paio di parole con te in privato sui fatti accaduti in passato, ho qualche incertezza su molti avvenimenti che riguardano te, e ovviamente la tua storia’’ rispose sempre con un mezzo sorriso.
Harry non aveva nessuna intenzione di rivivere per l’ennesima volta quei momenti, e neanche di parlare con quell’uomo arrogante ‘’mi dispiace ho parecchio da fare, ma se controlla la gazzetta del profeta sono sicuro che la cara rita skeeter potrà risolvere tutti i suoi dubbi’’ e con questo harry se ne andò lasciando john wynegan a guardarlo stupefatto.
Dopo esere uscito dal ministero harry tornò alla tana, quando entrò in cucna trovò la famiglia weasley seduti a tavola a mangiare, non si era accorto di come fosse passato veloce il tempo,’’harry caro siediti, ti ho tenuto il pranzo al caldo non sapevo a che ora saresti tornato’’ e con un colpo di bacchetta la signora weasley fece apparire una sedia con davanti un piatto pieno di pietanze succulente; harry si mise a mangiare molto velocemente, non vedeva l’ora di raccontare tutto quello che era successo a ron, che intanto lo guardava ditraverso come per cercare di spillargli qualche informazione, ginny intanto gli tirava qualche occhiata malinconica dall’altro capo del tavolo, la signora weasley invece in quel momento era troppo preoccupata a guardare in ogni istante l’orologio ‘’vostro padre è di nuovo bloccato in ufficio, e anche oggi è in ritardo per il pranzo’’ disse arrabbiata, ‘’continuano a non piacermi tutti questi americani al ministero, e arthur è sempre piu impegnato’’.
Finito di mangiare harry e ron andarono nella stanza che condividevano e harry gli raccontò gli avvenimenti della mattinata, ‘’wow ma è stupendo harry! Sei un auror e non hai neanche dovuto fare gli esami!’’ dosse ron con una nota d’invidia, ‘’non so quanto sia stupendo, non credo di essere all’altezza di questo lavoro, non ancora almeno; comunque dobbiamo andare comunque a prendere le cose per hogwarst, kingsley mi ha detto che il mio primo incarico sarà li, non mi ha ancora specificato di cosa si tratta, ha detto comunque che per non destare sospetti dovrò continuare a studiare, anche se meno materie degli altri’’ continuò harry, ‘’mi ha detto che mi dirà in seguito cosa dovrò fare’’, ron era perplesso, ‘’e cosi si torna a hogwarst, avevo quasi convinto la mamma a non farmi andare’’ disse sconcertato.
Ad un tratto la porta della camera si spalancò ed entrò ginny con gli occhi bassi '' ron per favore puoi lasciarci soli, devo parlare con harry'', ginny alzò lo sguardò e fissò harry, non l'aveva mai vista così, sembrava fragile, ma allo stesso tempo il suo sguardo era duro, ron uscì dalla stanza senza dire una parola…

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MessaggioTitolo: Re: testi ministero   testi ministero EmptySab Set 20 2008, 20:25

Arrivato nel vicolo che portava all’entrata del ministero harry si avvicinò alla cabina telefonica, sapeva che la cabina era stata riabilitata, aveva sentito il signor weasley e percy parlarne qualche sera prima a cena, era un bene pensò, almeno non sarebbe dovuto entrare da un gabinetto come l’anno passato quando lui ron e hermione erano entrati sotto altre sembianze al minisrtero,ma ora tutti quei ricordi sembravano appartenere al passato. Entrò nella cabina e digitò i numeri: sei, due, quattro, quattro e due, il signor weasley gli aveva digitati, quando, tre anni prima era andato al processo per aver usato una magia pur essendo minorenne, gli scappo da ridere pensando alla faccia di dudley, intanto una melodia iniziò a risuonare nella cabina e una voce profonda rieccheggiò con essa ad harry ricordava la musica dei gelatai ambulanti,< benvenuti al ministero, dichiarate i vostri nomi e il motivo della vostra visita>, <sono harry potter, il ministro mi sta aspettando>rispose harry impaziente <benvenuto signor potter,al ministero della magia>, non appena la voce finì di parlare la musica cessò e sentendosi tirarse per i piedi harry fu trascinato giù, per un istante non sentì ne vide nulla poi si ritrovò ritrovò catapultato su una poltrona nell’atrium si alzò cercando di rimettersi a posto come poteva, sicuramente questo modo di entrare era un’altra invenzione americana pensò mentre percorreva lentamente l’atrium guardandosi intorno,era tutto molto diverso dall’ultima volta che cera stato, e anche le persone sembravano piu tranquille, vide passare un gruppo di persone che quasi gli andarono addosso,capì subito dall’accento che dovevano essere i nuovi impiegati americani, anche il loro aspetto era piuttosto appariscente portavano mantelli con l’orlo sfrangiato e i loro cappelli erano di colori appariscenti, ne vide pure uno tutto vestito di rosso con il mantello a pallini, dal suo punto di vista erano un po svitati, cercò di infilarsi in mezzo alla folla in un ascensore, sapeva che l’ufficio di kingsley era al settimo piano e quando una grossa signora che occupava metà dello spazio dell’ascensore fu scesa riuscì a premere il numero sette, man mano che l’ascensore saliva, la folla diminuiva, fino a quando harry si ritrovò solo in compagnia di un omino mingherlino con una folta chioma bionda che lo scrutava da sotto un paio di spessi occhiali dalla montatura gialla, harry capi subito che anche lui doveva essere americano, <scusi la domanda ragazzo> disse l’omino con uno strano accento che harry aveva difficoltà a capire <non posso fare a meno di notare che lei ha una cicatrice in testa, quindi lei deve essere harry potter!> continuò l’omino sorridente <l’ho vista sà, sui giornali, deve essere per forza lei>, <si sono io>rispose harry toccandosi d’istinto la cicatrice, l’omino sembrava soddisfatto < oh mi fa molto piacere conoscerla, ho sentito tanto parlare di lei! Anche in america sà, si parla tanto di lei! Io comunque sono larry brown, ma tu chiamami larry non mi piace sentirmi chiamare per cognome!> e con un sorriso uscì dall’ascensore, harry rimase a guardare ‘larry’ che si faceva largo tra la folla, mentre le porte si richiudevano, harry si convinse sempre di piu di quanto erano strani gli americani, salì ancora un piano e poi uscì dall’ascensore, era arrivato all’ufficio di kingsley.
Harry si guardò intorno disorientato, davanti a lui non cerano porte su cui bussare, ma solo un grande specchio rettangolare con i contorni dorati che copriva metà della parete difronte a lui, e ora? Pensò, sarebbe arrivato in ritardo, era convinto che fosse quello il piano, e non aveva nemmeno preso in considerazione l’idea che avessero cambiato gli uffici, rimase qualche secondo a guardarsi intorno poi decise di scendere e chiedere informazioni a qualcuno sperando di non incontrare di nuovo Larry, ma appena mise un piede all’interno dell’ascensore senti qualcuno che parlava alle sue spalle < come vuoi kingsley non ne vedo il bisogno ma se propri insisti ti lascerò solo con il tuo caro amico potter!!> harry si girò di scatto e vide un uomo corpulento dalla folta barba grigia e quasi senza capelli uscire dallo specchio, l’uomo lo guardò con aria seria poi sbuffando entrò nell’ascensore e se ne andò, harry un po sconvolto torno a guardare lo specchio, ma chi era quell’uomo? E cosa voleva dire con’’il tuo caro amico potter’’? Ebbe la tentazione di seguirlo, ma sentì una voce profonda arrivare da dietro lo specchio capì subito che era la voce di kingsley <ciao harry, scusa per averti fatto aspettare stavo parlando con wynegan, il presidente americano, piccole discussioni> disse kingsley sorridendo, harry notò delle cicatrici sul suo viso e delle ferite di qualche recente battaglia ma evitò di chiedergli informazioni, era troppo curioso di sapere il motivo del suo invito, < prego entra, questa è un nuovo tipo di porta inventata in america, sai per le visite non desiderate, mi sono dimenticato di dirtelo nella lettera, ingegnoso no? Se non vuoi che qualcuno entri lui diventa uno specchio indistruttibile se no puoi attraversarlo tranquillamente> e detto questo attraversò lo specchio, harry a sua volta lo seguì e mentre passava dall’altro lato sentì una corrente fredda trapassargli il corpo che cessò quando mise i piedi nell’ufficio di kingsley, harry si guardò intorno per un istante, la stanza era arredata molto bene, la scrivania era in legno con delle incisioni sul fondo, cerano tre comode poltrone color porpora davanti ad essa, e una grande finestra che rifletteva un cielo di un acceso celeste, alle pareti erano appesi divesri quadri uno colpì l’attenzione di harry, era in un anglo della stanza e raffigurava un folletto con la parrucca argentea, era l’unica cosa che stonava con la stanza e si chiese che significato potesse avere. Harry si sedette di fronte alla scrivania aspettando con ansia ciò che kingsley aveva da dirgli…

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MessaggioTitolo: Re: testi ministero   testi ministero EmptySab Set 20 2008, 20:59

Harry si svegliò e di colpo guardò l’orologio: erano ancora le 5. Si tranquillizzò subito, non avrebbe avuto senso alzarsi così presto; l’appuntamento con Kingsley era alle dieci, quindi avrebbe potuto dormire ancora un po’. Così si girò su un fianco, deciso a prendere sonno per la quarta volta quella notte. Dopo poco, però si ritrovò a pensare a quello che sarebbe potuto accadere quella mattina. Era troppo curioso di sapere il motivo dell’invito di Kingsley, non aveva idea del motivo per cui non doveva ancora comprare le cose per Hogwarst.
Quando la signora Weasley lo aveva visto senza nessun libro né una nuova uniforme dopo il viaggio a Diagon Alley di pochi giorni prima, aveva tentato in ogni modo di fargli confessare cosa stava succedendo, ma Harry era riuscito ogni volta ad evitare l’argomento, anche se non era riuscito a rogliere dalla testa della signora Weasley che aveva in mente qualcosa di losco. Anche Ginny era curiosa, ma, conoscendo Harry, aveva accettato l’idea che lui non poteva dirle nulla; lo guardava sempre un pò abbattuta e con apprensione, in un modo esasperante per lui, che si era ritrovato molte volte nell’indecisione sul da farsi con la propria ragazza. L’unico a cui aveva parlato della lettera era Ron, di cui era certo di poter fidarsi, visto che era il suo migliore amico. Harry ripensò alla scena di quando aveva confessato tutto a Ron e abzzò un sorriso all’immagine della sua faccia sconcertata.
Subito dopo aver incontrato il giovane biondo americano, Harry aveva condotto Ron in un vicoletto a lato del negozio di Madama McClan senza dirgli una sola parola. I due si erano fermati appena le voci e il brusio delle strade di Diagon Alley, dove centinaia di maghi e streghe erano indaffarati nei loro acquisti, si erano attutiti. Mentre lo sguardo dell’amico era divenuto sempre più allibito e i suoi occhi si erano assotigliati a formare lo sguardo di uno che vorrebbe passarti ai raggi X per capire cosa devi dire, Harry si era scrutato attentamente intorno, per essere certo che nesuno potesse ascoltare quello che stava per rivelare all’amico.
Era stato Ron a cominciare la conversazione con voce impaziente: - Harry, perché mi hai portato qui? Ti sei ammattito il cervello? -
Harry si era tranquillizzato, quasi certo che nessuno potesse vederli o udire i loro discorsi, appena si era rivolto a Ron: - Ti devo dire una cosa -
Ormai Ron ritraeva l’impazienza in persona quando aveva sbottato: - Allora dimmi tutto! Non fare il misterioso! Cavolo Harry sono andato via dieci minuti! Cosa mi sono perso? Ma perché le cose interessanti devono acadere solo quando io non ci sono? -
- Vuoi parlare da solo ancora per molto? - lo aveva rimbeccato Harry. Ron si era zittito all’istante, evidentemente colto in fallo.
- Appena te ne sei andato, Hagrid mi ha consegnato una lettera - allo sguardo ignaro di Ron che cercava in mano a Harry una busta invisibile Harry aveva continuato indisturbato - Era stata scritta per me da Waynegan, quello americano - a queste parole Ron aveva alzato velocemente le sopracciglia - Mi diceva che Kingsley vuole vedermi tra pochi giorni nel suo ufficio per parlarmi di una cosa segreta -
Ron aveva subito riempito Harry di domande senza senso, ma lui era rimasto impassibile e serio mentre si raccomandava di non rivelare quello che gli aveva appena detto a nessuno e che non avrebbe dovuto dirlo neanche a lui. Appena i due avevao fatto un passo per tornare nel caos degli acquisti, però, Harry si era ricordato di non dover comprare nulla per la scuola e riferì la notizia all’amico, che si allibì ancora di più.
- Se tu non compri niente, allora non lo farò nemmeno io. Semmai torneremo ancora una volta qui. Non è un problema, ma se tu non dovessi tornare a Hogwarts non lo farò nemmeno io - Harry si era sentito immediatamente in colpa e aveva ribadito che non doveva rinunciare ai M.A.G.O. per lui e che, soprattutto, non avrebbe dovuto lasciare Hermione da sola tutto l’anno scolastico. A quest’ultima affermazione, però, Ron aveva risposto con un’alzata di spalle alla “chi se ne frega” e i due erano rientrati nella via principale di Diagon Alley.
Harry si ricordò anche le urla della signora Weasley davanti al Ghirigoro (con Ginny che si era allontanata immediatamente per non fare brutta figura) quando entrambi avevano detto che non avrebbero comprato il materiale scolastico; queste però erano rivolte soprattutto a Ron, poiché appena lei aveva menzionato Harry, il signor Weasley aveva tossicchiato talemnte forte, che Harry tradusse quel rumore come un “non è colpa sua”. Tuttavia, il signor Weasley non rimproverò neanche Ron per quella scelta avventata.
Nei giorni seguenti Harry, ma soprattutto Ron si erano divertiti nel fare supposizioni straordinarie sull’incontro al Ministero, nelle quali era stata creata anche l’idea che Kingsley volesse conferirgli un Ordine di Merlino, Prima Classe, per i Servigi resi al Mondo Magico, con una sonora risata dell’interessato. Harry e Ron si erano anche chiesti il motivo dell’improvviso colpo di tosse del padre del secondo al Ghirigoro, e entrambi erano giunti alla conclusione che lui dovesse sapere almeno dell’esistenza dell’appuntamento di Harry. Harry rimse comunque molto confuso per tutto il periodo che separava la giornata a Diagon alley cn la data dell’incontro con il ministro, poiché non gli veniva in mente neanche una motivazione plausibile per essere stato chiamato con quell’irgenza; nella sua mente ave aperfino ipotizzato di dover subire un altro processo al Wizengmot, probabilmente per essersi Smaterializzo più volte durante l’anno appena passato senza aver passato l’esame di Materializzazione.
Alle sette, infine. si alzò e iniziò a prepararsi molto cautamente in modo da non fare rumoree da non svegliare Ron, che dormiva e si muoveva molto nel sonno, borbottando parole strane, tra cui Harry era certo di aver udito il nome di Hermione. Quando fu pronto scese in cucina dove erano riuniti il signore e la signora Weasley che facevano colazione con un misero the e dei biscottini (Harry rimase sorpreso paragonando il loro pasto a quello che solitamente riservavano ai figli, almeno quando c’era lui, e n fu rattristato). I due lo salutarono con un tono di voce abbaztanza allarmato, e la signora Weasley aggiunse, sospettosa: - Ti sei svegliato presto questa mattina Harry caro! Qualche motivo speciale? - Il tono dell’ultima domanda ricordò molto a Harry quello di Dolores Umbrige quando scopriva qualcuno a trasgredire le regole da lei imposte ad Hogwarts. - No, solo che Hagrid mi ha chiesto di andare ad aiutarlo con le compere per il nuovo anno da professore di Cura delle Creature Magiche e vuole andare al Serraglio Stregato molto presto per trovare gli animali migliori - si inventò lui su due piedi, ma evidentemente non aveva convinto la madre di Ron perché lei rispose subito, con voce secca: - Strano, me era sembrato di averlo visto davanti a q eul negozio l’altro giorno a Diagon Alley. Subito, però, il signor Weasley si alzò e dopo aver salutato la moglie con un bacio sulla guancia e aver scambiato con Harry un’occhiata del tipo “non ci posso fare niente, è fatta così” scomparve per andare al lavoro.
Dopo una modesta colazione anche Harry si alzò per uscire, ma la signora Weasley lo bloccò alla porta: - Harry, qualsiasi cosa stia succedendo stai attento e fai solo ciò che credi opportuno fare. In poche parole, non fare sciochezze - dopo questa affermazione secca, Harry capì che la signora Weasley non aveva creduto alla storia di Hagrid, ma le rivolse un sorriso vagamente rassicurante e uscì dalla porta che dava sul giardino e avanzò velocemtne fino allo steccato che delimitava la proprietà della famiglia di Ron, dove trovò Percy ad aspettarlo.
- Harry, non puoi Materializzarti al Ministero... non hai ancora sostenuto l'esame! - disse lui con tono serio - Spero che tu nn avessi intenzione di farlo...- aggiunse poi con sguardo sospetto.
- Non ci avevo proprio pensato! - mentì sul momento - Pensavo di andare con tuo padre sai... -
- Papà non può accompagnarti perciò ha chiesto a me di farlo - ammise l'altro - Sai, sono un personaggio molto vicino al Ministro... Ma ora andiamo! So che il tuo appuntamento è fra qualche ora ma devo prendere servizio tra poco! -
Detto questo, Percy la sua mano sinistra verso Harry, mentre nell'altra teneva una valigetta ventiquattrore nuova di zecca e di quella che sembrava pelle di serpente. Harry rivolse indietro lo sguardo fino a notare con la coda dell’occhio una piccola Molly Weasley che lo osservava con espressione preoccupata dalla finestra della cucina. Colto alla sprovvista, si voltò di nuovo, diede l'ok a Percy; i due lasciarono immediatamente la Tana con un piccolo “crac”. Un secondo prima di Smaterializzarsi gli venne in mente che, se davvero volevano sottoporlo a un processo per Uso Improprio della Materializzazione e se si erano accorti che l’aveva usata molte volte l'anno precedente, qualche anno ad Azkaban non glielo toglieva nessuno.

ms e cami
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