Questo testo è frutto di un'idea che mi frullava in testa da tempo!
Per metà lo avevo già scritto e fatto vedere a Dan, ma poi l'ho lasciato nel dimenticatoio fra i tanti miei testi su Google Docs...
Così stasera rispolverando un pò ho voluto continuarlo, sicuramente in fattori di grammatica e sintassi non sarà un granchè perchè lo scritto di getto, ma mi secca fare lavori combinati che poi non fruttano a nulla (Luna...ti ricordi "la verità di Hyde" che saranno almeno 10 pag. word che sono buttate nel dimenticatoio xD?)
E quindi ecco qui il mio testo anzi bozza !!
Finalmente libero...
La camera era oscura, polverosa, lugubre, non c’era nessun mobile d’arredamento, soltanto una lampada a petrolio che illuminava lievemente un corpo umano.
Quel corpo era seminudo, i jeans che portava erano lacerati e macchiati di sangue, era scalzo e la maglietta era abbandonata poco più in là.
Il petto era coperto di lividi violacei e di ferite aperte con il sangue rosso vivo in bella mostra: niente di quel corpo era riconducibile all’amico che cercava.
Il volto era molto deforme e maciullato, ma la sua capigliatura rosso fuoco lo identificò: Ron.
Harry si lanciò subito sul suo corpo, non sapeva dove toccarlo, aveva paura di fargli male.
Finalmente lo aveva trovato, dopo lunghi viaggi, peripezie, ma era terribile guardarlo in quello stato pietoso.
Sentì alcune grida ed esplosioni che venivano dal corridoio, Bryan, Draco e Uglick non avrebbero resistito ancora per molto a Despero e gli altri.
Ron aveva gli occhi chiusi, sembrava dormire e per un attimo nella sua mente stava passando l’idea che fosse m…
NO! Sta solo dormendo Harry, DEVE essere così … pensò per darsi forza allontanando l’altro pensiero.
Prese la bacchetta e pulì il corpo dell’amico dal sangue, poi ricucì con un semplice colpetto di bacchetta i jeans strappati e gli mise la maglietta impolverata con moderatezza.
Non si era ancora svegliato, ma lo sentiva respirare... forse era stato schiantato.
«Innerva» pronunciò speranzoso e l’amico si svegliò tossicchiando.
«RON » gridò Harry con le lacrime agli occhi.
Il prigioniero cercò di acquistare la posizione seduta, ma uno scricchiolio d’ossa lo fece rabbrividire. Harry portò subito le mani attorno al corpo dell’amico e lo riporto dolcemente alla posizione di prima.
«Harry… finalmente sei venuto. Pensavo veram… ».
«Sta zitto Ron! Devo farti uscire da qui poi parleremo » lo zittì subito Harry.
Un incantesimo s’infranse nella porta della stanza e illuminò tutto di un rosso intenso; ormai la battaglia sfuriava alle loro spalle e non c’era un minuto da perdere.
Costatò meglio le condizioni dell’amico e notò che aveva il bacino rotto.
Ron non riusciva a muovere le gambe, erano prive di vita, un corpo morto.
Doveva curarlo, doveva almeno provare, la Bacchetta di Sambuco era nelle mani di Despero ma quella di Agrifoglio doveva pur sempre servire a qualcosa.
Avvicinò la bacchetta al bacino dell’amico e sentì un leggero crack e finalmente Ron riuscì a muovere le gambe.
Lo aiutò ad alzarsi e straordinariamente vide che riusciva a tenersi in posizione eretta: l’incantesimo era riuscito bene, e per un attimo sentì le parole di Silente «...
l’amore è una delle magie più potenti.»
Draco e Brian entrarono nella camera e Harry notò che Draco teneva in mano il cappotto di Uglick.
«E loro che ci fanno qui Harry? Schiantali » disse Ron facendosi scudo dietro Harry.
«Non solo veniamo a salvarti e questa è l’accoglienza? » lo pungolò Hyde con la sua solita area da uomo di mondo.
Harry rise e disse: «Loro stanno con noi è una storia lunga, ma scusate! Uglick vi ha già dato quella dannata Passaporta americana? ».
«State zitti…» urlò il professor Uglick entrando nella camera schivando un anatema che uccide «…azioniamo la passaporta » .
Tutti toccarono il capotto e quello iniziò a brillare, un attimo dopo si trasformò in cenere e cominciò ad avvolgere tutti come un gigantesco imbuto.
Harry e gli altri vennero spinti in un unico punto al centro della stanza e scomparvero andando in milioni di pezzi.
Harry non sentiva più il suo corpo, ma non sentiva nemmeno dolore ed era immerso nel buio più totale.
Poi pian piano ogni sua parte del corpo si riassemblò come un puzzle e appena tornata fu la vista una grande sala ovale si presentava a lui.
La stanza aveva numerose porte tutte une accanto alle altre: era l’uffico Misteri.
Ron giaceva accanto a lui ansimante, mentre gli altri e la passaporta erano alle sue spalle.
«Alzatevi dobbiamo andare, presto!» esclamò Uglick spronando tutti ad alzarsi.
Harry si alzò e aiutò Ron, poi insieme si misero a correre per la stanza ovale verso l’unica porta fra le tante che li avrebbe fatti uscire di li.
Diede uno sguardo alle sue spalle e vide il cappotto di Uglick ancora a terra e prima che dicesse al Professore perchè fosse lì, si ricordò la sua utilità.
La passaporta si trasformò un’altra volta in cenere e da essa usci un grande imbuto dove scivolarono fuori circa nove o dieci persone avvolte da dei mantelli neri.
Tutti si erano fermati e guardavono i maghi oscuri avanzare verso di loro e quello più stupito era Ron.
«Perchè avete lasciato quella cosa lì? Ci hanno seguiti!» esclamò Ron, ma Harry lo prese subito sotto braccio e lo spinse verso la porta.
I maghi cominciarono a lanciare incantesimi, il primo Despero che era infuriato come non mai, ma loro erano troppo lontani e i loro incantesimi finivano per cozzare a terra a qualche metro di distanza .
Arrivarono finalmente alla porta l’aprirono e scivolarono tutti immediatamente fuori.
La trappola si azionò e tutte le altre porte si spalancarono e uscirono decine e decine di Auror, e sicuramente tutto il corpo speciale del MBI .
La Setta del Sacro Fuoco aveva abboccato, niente li avrebbe salvati.
Come sempre giuuu con le criticheeeeeee