Premetto che la visita a Olivander continua a sembrarmi una perdita di tempo. In ogni caso, visto e considerato che uno dei pochi testi che abbiamo (per ora) sull'immediato futuro di Harry nel post-fuga è quello di Tex (
"Harry in missione"), dove figura appunto Olivander, mi sono mossa sulla falsariga di quell'idea, con una piccola variante.
Ad aprire la porta del negozio non è il vecchio Fabbricante, ma un suo giovane aiutante, Oliver Pipe (
?), che li accompagna nel retrobottega.
Olivander non rivela niente di più di quello che sappiamo già, e Pipe li riaccompagna alla porta.
Non ho avuto tempo di chiedere a Tex se posso modificare il suo testo, quindi ho iniziato direttamente dal momento in cui i due escono fuori dal negozio.
Ovviamente, non è un capolavoro. E, oltretutto, è solo la prima parte. Posterò a breve la seconda, anche se molto dipenderà da come sarà accolta la prima.
Legga, popolo, e si mostri clemente. ***
[...]Il campanello sopra la porta del negozio tintinnò furioso, mentre l'anta cozzava contro lo stipite. Harry impiegò qualche minuto ad abituare di nuovo gli occhi alla luce del sole: il contrasto tra il retrobottega buio di Olivander e Diagon Alley, luminosa e affollata la mattina di Natale, era notevole.
Una strega grassa dai capelli rossi avanzava a passo di marcia lungo la via, seguita a stento da un uomo pallido, carico di pacchi e pacchetti. Florian Fortebraccio era fermo all'angolo del
Ghirigoro, impegnato in una discussione con un giovane smilzo, mentre alcuni bambini inseguivano un piccione, probabilmente cercando di Trasfigurarlo in qualcos'altro. Harry sorrise all'ennesimo tentativo mal riuscito: tutto quello che avevano ottenuto erano state un po' di scintille rosse e una beccata per uno sull'indice.
<Hai finito di guardarti intorno, Potter?>
Harry sobbalzò. Per un solo, magnifico istante aveva dimenticato tutto: il rapimento di Ron, la sua fuga disperata e la ragione per cui si trovava lì. Aveva dimenticato anche Hyde. Fu con immenso disappunto che se lo vide comparire accanto, ombroso e corrucciato.
<Bella scena di folclore Britannico> ghignò, sarcastico <Quasi una cartolina di fine Ottocento!>.
Harry lo fulminò con lo sguardo.
<Secondo te il vecchio ci ha detto tutto quello che sa?> chiese l'americano, voltandosi a guardare la porta chiusa della bottega.
Il tono era sempre spavaldo, ma Harry credette di intravedere una sfumatura di incertezza nella domanda: era come se Hyde non volesse ammettere il proprio errore. Dopotutto, era stato lui ad insistere quella mattina sull'iniziare le ricerche interrogando Olivander.
Sospirò e si sforzò di mantenere la calma: non voleva ricominciare a litigare, e soprattutto non voleva farlo nel bel mezzo della strada. Era già stato molto fortunato a non essere riconosciuto: se voleva continuare così, avrebbe fatto bene a controllare i nervi.
<Si, Hyde> rispose, sospirando <Ti ho già detto che ne abbiamo parlato anche lo scorso anno...>
<Potrebbe averti tenuto nascosto qualcosa!> lo interruppe l'americano, con l'espressione leggermente disperata di chi vede smontate le proprie difese pezzo per pezzo.
<Si, potrebbe> concesse Harry, sovrappensiero <E se fosse così, abbiamo avuto la conferma che probabilmente il signor Olivander porterà i suoi segreti nella tomba> Concluse, asciutto.
Hyde scosse la testa, ma non abbassò lo sguardo. Si limitò a sbuffare pesantemente e a dare un calcio a un mucchio di neve, imprecando sonoramente.
Uno dei bambini che giocavano col piccione iniziò a piangere. Una donna accorse immediatamente, lanciando all'americano profonde occhiate di disapprovazione. Harry si affrettò a voltarsi dall'altra parte.
Stava per ricordare ad Hyde quanto sarebbe stato inopportuno se la loro missione fosse fallita in partenza a causa di una mamma troppo solerte, quando la porta del negozio di Olivander si aprì con uno scatto.
Per un attimo, Harry pensò a un colpo di vento, poi si accorse del viso di Oliver Pipe che faceva capolino da dietro l'anta. Il giovane si schiacciò il dito indice contro le labbra e gli fece cenno di entrare.
Harry si voltò verso Hyde. Anche l'americano doveva aver sentito lo scatto della serratura e il tintinnio del campanello: il suo sguardo sospettoso cercava di studiare i tratti dell'aiutante di Olivander, incorniciati tra l'anta e lo stipite della porta.
[continua...]