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MessaggioTitolo: Liberazione! by -TEX-   Liberazione! by -TEX- EmptyMar Nov 29 2011, 18:01

Ecco a voi un altro testo... Ho avuto l'ispirazione e mi ci sono buttato Very Happy!
Alla fine ho aggiunto anche un testo di Ludo... Spero che non se la prenda Very Happy!

PS: stavolta ho scritto meno Very Happy ahahahah!

LIBERAZIONE!


Il professor Uglick aveva tradotto il testo ma avevano scoperto che dovevano aspettare particolari condizioni stellari. Serviva un allineamento tra la Luna, la Terra e Minami. Per non parlare poi dell’incantesimo. Lungo, complicato e in lingua orientale. Cosa che sarebbe avvenuta qualche giorno dopo: troppo tardi. Il limite di tempo imposto dalla setta sarebbe scaduto prima. Dovevano agire in fretta per liberare Ron e Cinereus.
I tre ragazzi stavano aspettando l’ex insegnante che era partito in missione per verificare una sua teoria riguardo la posizione della base della setta. Ormai erano due giorni che era via e la tensione aleggiava nell’aria. Se non fosse tornato in tempo sarebbero stati costretti a consegnare la bacchetta.
CRACK!
Finalmete! Pensò Harry sollevato.
«Scusate il ritardo, ma è stato più complicato del previsto!» comunicò loro il professore, «ho individuato il luogo dove si tengono nascosti e le difese magiche che utilizzano! All’alba possiamo partire» concluse.
«Dove sono? E quanti sono?» chiese Harry preoccupato.
«Si trovano in un casolare nella Foresta di Sherwood, un loro vecchio nascondiglio. Riguardo il numero, beh, sono in una ventina» disse non riuscendo a dissimulare completamente la propria preoccupazione.
«Uno contro cinque. Un gioco da ragazzi!» scherzò Draco per dissipare la tensione nell’aria.
«Se li cogliamo di sorpresa possiamo batterli» sentenziò Hyde.
«Bene!» disse Harry sorridendo al gruppo.
«Si vede che siete giovani! Pieni di ottimismo! Bah, meglio così…» disse lui versandosi in un boccale mezza bottiglia di Whiskey Incendiario sedendosi poi sulla sua branda a sorseggiarlo.
«Domani mattina vi illustro il piano e la mappa del luogo. Ora dormo. Sono esausto!» e così dicendo si addormentò di sasso.
«Io lo imito» disse Draco dirigendosi verso il letto.
Hyde uscì dalla tenda e si sedette ad osservare il cielo ed Harry lo seguì e fece altrettanto.
«Domani è il gran giorno» disse emozionato l’americano non distogliendo lo sguardo dalla volta celeste.
«Già. E non mi sono ancora scusato con te!» disse Harry guardando l’amico.
«Per cosa?» chiese Hyde voltando la testa nella sua direzione.
«Hyde» poi si corresse «Bryan, mi spiace di aver dubitato di te senza sapere nulla di te» rispose Harry tendendogli la mano come gesto di riconciliazione. L’americano la strinse senza esitazione. «Scusato. Anche se in verità non ci sarebbe niente da scusare. Nei tuoi panni mi sarei comportato nello stesso modo» disse sorridendogli.
«Sappi che comunque vada domani è stato un piacere conosceri!» disse Harry.
«Se ti sentisse Ron!» ribatté lui.
E i due scoppiarono a ridere.
«E’ meglio andare a letto ora. Domani sarà una lunga giornata!» disse Bryan.
«Si, hai ragione» e così dicendo i due amici andarono a letto.


*

«Siete pronti?» disse il professor Uglick scrutando la faccia di ognuno di loro. Non trovando che decisione proseguì «bene. Andiamo!» e prendendoli per mano si smaterializzarono al limitare di una foresta: la famosa, almeno per i babbani, Foresta di Sherwood.
«Adesso vi illustro la situazione: il casolare si trova in una grossa radura all’interno della foresta, tutt’intorno vi sono protezioni magiche che ho avuto modo di analizzare quando sono venuto in perlustrazione. Sono in grado di disinnescarle senza dare troppo nell’occhio. L’unico punto critico è l’avvicinamento alla casa. Quando qualcosa supera il circolo di pietre in torno alla casa, suona un allarme anti-intruso. Se siamo fortunati lo disinnescano senza dar troppo peso alla questione. Ho visto che suona anche quando passano i cervi o altri animali. E qui accade spesso. Una volta alla casa ci dividiamo: Bryan e io creiamo un diversivo e voi due cercate Ron e Cinereus. Una volta liberati ci smaterializziamo e ci ritroviamo alla tenda. In caso vada male…» spiegò loro per poi interrompersi.
«Beh se succede qualcosa vediamo al momento… Ci sono domande o obiezioni?» concluse Harry per lui. Non ricevendo nessuna risposta disse: «Ok, andiamo!»
Si addentrarono nella foresta fermandosi di tanto in tanto per permettere al professor Uglick di disinnescare le trappole di protezione. Dopo circa un quarto d’ora di camminata in silenzio videro che la foresta si diradava lasciando spazio ad una radura.
«Da qui silenzio assoluto. Ora attraverseremo di corsa il prato fino a raggiungere quelle rocce dove ci nasconderemo fino a che non sarà stato disattivato l’allarme. Una volta lì è fatta!» disse il professore ai ragazzi con un filo di voce. Per tutta risposta i tre annuirono e sfoderarono le bacchette pronti ad entrare in azione.
Appena misero piede nella radura, come previsto dall’uomo, suonò l’allarme. In un lampo si fiondarono dietro le rocce a pochi metri dalla casa. Il vecchio ebbe ragione un’altra volta: un’imprecazione dalla casa rivolta agli animali anticipò l’interruzione di quel suono assordante. Con un sospiro di sollievo il gruppo aspettò che la situazione si normalizzasse per poi entrare in azione.
Con un gesto il professore fece segno di aspettare. Harry lo guardò e vide che era al tempo stesso sia preoccupato che sollevato. Lo sguardo interrogativo dei ragazzi lo indusse a spiegarsi a gesti. Prima con una mano indicò la casa, poi con entrambe fece il numero dieci.
Tutti capirono all’istante ciò che voleva dire: con un incantesimo doveva aver rilevato la presenza di solo dieci persone, due delle quali dovevano essere Ron e Cinereus. Fortuna o sfortuna? Dipendeva da ciò che stavano tramando i maghi oscuri non presenti.
Decisero all’unisono di andare lo stesso. Una situazione così favorevole non sarebbe capitata un’altra volta.
Irruppero tutti insieme nella stanza. Prima che i quattro che erano all’interno riuscissero a capire cosa stesse succedendo erano già stati disarmati e resi innocui. Come deciso dal piano Harry e Draco si mossero alla ricerca dei due prigionieri, mentre gli altri due ripulivano la casa dai maghi oscuri rimanenti.
Come guidato da una mano invisibile Harry si diresse verso i sotterranei della casa. Draco lo seguiva a ruota. Perlustrarono ogni stanza aprendo tutte le porte. Trovarono un mago oscuro appollaiato sul water e Draco, con un ghigno, lo pietrificò all’istante. Alla fine trovarono quello che cercavano: aperta una porticina di legno d’abete scoprirono dei gradini che portavano alle celle. Harry e Draco con un incantesimo aprirono le porte blindate e Harry si trovò davanti il vecchio libraio. Mentre stava per entrare nella cella un’esclamazione di stupore, di sollir
«Signor Cinereus, siamo venuti a salvarla, mi segua» gli disse. Forse per i maltrattamenti o per quell’emozione improvvisa il vecchio non sembrava riuscire a muoversi. Mentre stava per entrare ad aiutare il mago sentì un’esclamazione provenire dalla cella adiacente.
«TU? Cosa ci fai qui?». L’amico doveva essere rimasto sconvolto da chi era venuto a liberarlo così Harry si affacciò all’altra cella per tranquillizzarlo.
«Ron! E’ un piacere vederti! Siamo venuti a liberarvi» gli disse con un sorriso. Era felice di vedere che Ron era tutt’intero.
«Harry!! Direi che il piacere è tutto mio!» disse lui «ma… ma lui che ci fa qui?» disse indicando il Serpeverde.
«Ora non abbiamo tempo per le spiegazioni! Dobbiamo andare!» e così dicendo andò a recuperare Cinereus nell’altra cella e lo sollevò di peso per portarlo al piano di sopra.
«Usciamo di qui, non mi piace questo posto!» esortò Draco ai presenti.
Così il gruppo di maghi risalì le scale e si diresse nel salone principale, dove li attendevano gli altri componenti della compagnia.


Ultima modifica di -TEX- il Mar Nov 29 2011, 18:03 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: Liberazione! by -TEX-   Liberazione! by -TEX- EmptyMar Nov 29 2011, 18:01

«JATTURIUS! Che sorpresa! Non so come ringraziarvi!» disse il libraio riprendendosi da quella temporanea paralisi andando ad abbracciare il professore.
«Non adesso Cinereus. Prima andiamo in un luogo sicuro!» disse girandosi a guardare fuori dalla porta. Nel frattempo Ron, che aveva riconosciuto l’americano aveva tentato di chiedere spiegazioni a Harry, ma non era il momento adatto e con un cenno lo fece tacere.
Il professore girandosi verso i due prigionieri chiese loro: «sapete come mai sono così pochi di guardia?»
«Dannazione! La felicità di vedervi… Hanno scoperto dove Harry tiene nascosta la bacchetta! Sono andati per prenderla!» disse Ron diventando paonazzo.
Imprecazioni di ogni genere e volgarità s’alzarono dai presenti.
«Silenzio!» tuonò Harry e tutti si voltarono verso di lui «non è un problema, andiamo via di qui!» e uscì nel prato seguito dagli sguardi di tutti gli altri, che accorsero dietro di lui.
«Dobbiamo smaterializzarci il prima possibile di qui! Raggiungiamo la foresta!» insistette il ragazzo avviandosi per primo.
A metà strada tra la casa e la radura una mano lo fermò. Era Hyde.
«Ma Harry! E la bacchetta?» chiese lui.
Con un ghigno estrasse dalla tunica la bacchetta: «ce l’ho io!» e ricominciò a camminare scrutato dallo sguardo stupito di tutti, ma non fece a tempo a concludere il primo passo che sentì forti CRACK provenire da dinnanzi la casa.
«Dannazione! Correte verso la foresta!» disse Harry voltandosi appena in tempo per schivare una maledizione. Iniziarono a correre ma ben presto capirono che se non si fossero girati sarebbero stati colpiti dalle maledizioni.
«Inizio a coprirvi io. Intanto avvicinatevi alla foresta e appena potete smaterializzatevi da Abeforth e correte ad avvertire la preside e il ministro!» urlò loro Harry. Con la bacchetta di Sanbuco aveva qualche possibilità in più di riuscire a rallentarli.
«Io resto con te!» disse Hyde, seguito a ruota dagli altri.
«Andate! Solo con la bacchetta di Sambuco posso rallentarli!» disse rispondendo, «e inoltre Ron e Cinereus non hanno la bacchetta. Dovete difendere anche loro!» proseguì abbassandosi per evitare una maledizione senza perdono.
«Ha ragione!» disse il professore che stava pensando a un altro modo ma senza successo.
«Andate! ORA!» urlò loro di nuovo voltandosi a contrattaccare per dare loro tempo di allontanarsi.
Riuscì a parare più di un attacco e a stendere un nemico con la maledizione che aveva imparato durante l’addestramento Auror. Ma appena riusciva a mettere fuori gioco un mago oscuro un altro prendeva il posto del precedente. Iniziò ad arretrare lentamente.
Quando i maghi oscuri si accorsero che era rimasto indietro distolsero l’attenzione dal folto gruppo e si concentrarono su di lui. Arretrando deviava e parava ma non poteva resistere ancora per molto. Si girò un’instante per verificare che gli amici si fossero messi in salvo e vide che si stavano smaterializzando proprio in quell’istante. Quell’attimo di distrazione gli costò molto caro: un’esplosione distrusse una roccia a pochi centimetri da lui. Sentì le schegge penetrargli nel corpo. Cercò di rialzarsi. Si accorse subito di avere una gamba fuori uso. Una scheggia gli aveva rotto la tibia. Con sforzo enorme comunque riuscì a tenersi dritto. Serrò le mani sulla bacchetta deciso a non perderla a costo della sua vita. Saltellando all’indietro sull’unica gamba rimasta sana cercò di allontanarsi. Evocò un incantesimo di protezione intorno a sè per avere il tempo di raggiungere la foresta. Dopo pochi secondi cedette e una nuova esplosione lo sbalzò sul limitare della foresta. Una fortuna. Si mise supino arretrando con il braccio libero dalla bacchetta cercando di difendersi alla meglio con l’altra. La poca forza rimastagli e il dolore rendevano i suoi incantesimi sempre più deboli. I maghi oscuri dovevano aver pensato che non riuscisse più a muoversi poiché iniziarono ad avanzare a semicerchio verso di lui. Con un ultimo sforzo si aggrappò al primo albero che aveva di fianco e si tirò in piedi. Lo sforzo gli impedì di usare la bacchetta per evitare un pugnale volante che gli si conficcò nella spalla. L’impatto lo fece volare lungo disteso nel mezzo del boschetto.

Il forte dolore che sentiva gli fece perdere la lucidità necessaria per compiere altre magie. Nel delirio sentì dentro la sua testa alcune parole di Silente: “…abbia su di sè una protezione potente finchè potrà definire questo luogo casa sua…”. Con un tremendo sforzo di volontà si riprese quel tanto che bastava per smaterializzarsi. Sapeva dove doveva andare. Andò.

(Da qui inizi il testo di Ludo, Harry dai Dursley)

Si ritrovò davanti al vialetto del numero 4 di Prive Drive, la casa che per diciassette anni aveva odiato. Le abitazioni a schiera, con i loro giardini curatissimi del Little Whinging facevano parte dei lontani ricordi della sua infanzia e mai si sarebbe aspettato di ritornarvi. Improvvisamente la porta di casa Dursley si aprì e ne uscì Dudley che come lo scorse si fermò, sbarrando gli occhi. Harry sorrise e fece per fare un passo avanti, ma la gamba non lo resse. Cadde in ginocchio con ondate di dolore; si portò la mano al fianco e se la ritrovò lorda di sangue come il mantello e buona parte del marciapiede.
“Papà! Papà!” senti chiamare Dudley prima di ritrovarselo a fianco. “Harry, cosa ti succede?”
“Che diavolo c’è ora?” arrivò una voce dalla porta, poi silenzio. Harry avrebbe voluto alzare lo sguardo, ma invece cadde in avanti sul vialetto.
“PETUNIA! PETUNIA!” fu l’ultima cosa che udì, prima di svenire.


“Tunia, come sta?”
“Non saprei, ho arrestato la fuoriuscita del sangue, ma non sono un medico, Vernon!”
Le voci dei suoi zii gli sembravano ancora lontane, ma si facevano via via più forti. Aprì gli occhi. Il signor Dursley marciava per la stanza in evidente stato di angoscia, mentre la
zia era impegnata a lavare in un catino alcune bende macchiate di sangue. Si trovava nella sua vecchia stanza.
“Beh, l’ambulanza sta arrivando! Gli batte il cuore?” chiese lo zio facendo fremere i baffi da tricheco.
“Sì, Vernon! E’ vivo!” rispose secca zia Petunia.
“Come se ti dispiacesse!”sussurrò Harry facendo sobbalzare gli zii.
“Ehi! Tu, come stai?” chiese il signor Dursley avvicinandosi al letto insieme alla consorte.
“A meraviglia!” rispose ironico Harry, tentando di sorridere ma riuscendo a fare solo una smorfia di dolore.
“Beh, meglio per te! L’ambulanza sarà qui a momenti” ribattè lo zio squadrandolo come era solito fare.
“No, ti prego, niente ambulanza. Lasciatemi solo riposare… appena starò meglio me ne andrò” sussurrò Harry controllando la fasciatura. Era fatta bene.
“Senti, ragazzo! In questa casa non morirà nessuno, finchè ci sarò io! E tu hai perso molto sangue, quindi ti porter…” sbottò lo zio ricominciando a marciare per la stanza.
“No! Ti prego… nessuno deve sapere dove sono!” disse Harry, digrignando i denti dal dolore. Muovendo la mano tocco quella della zia, china al suo capezzale e subito la prese e la strinse “ti prego, zia…” Lei lo guardò a lungo, poi guardò il marito. Il signor Dursley divenne di un bel color pulce e scuotendo i baffoni batte un pugno sulla scrivania.
“Va bene, ragazzo! Come vuoi tu! Però se mi muori qui, giuro che ti uccido!” muggì, dopo di che usci sbattendo la porta. Harry prese un anti-dolorifico che gli porgeva la signora Dursley e si addormentò stringendo la sua mano con la consapevolezza che lei ricambiava la stretta.

Harry si svegliò tra le lenzuola bagnate di sudore. Il dolore al fianco si era fatto improvvisamente più intenso; probabilmente l’effetto dell’anti-dolorifico stava svanendo. Nella stanza non c’era nessuno. Harry fece scorre lo sguardo su ciò che lo circondava: gli scaffali pieni di libri polverosi, storie avvincenti di Babbani che l’avevano aiutato a passare le lunghe giornate dell’estate segregato nella sua stanza; la scrivania che, solo meno di un anno fa, era invasa da rotoli di pergamena, libri di testo magici, frammenti di penne d’oca e macchie d’inchiostro; il comodino accostato al muro di fronte alla finestra che per 7 anni aveva ospitato la gabbia di Edvige, vuota alla notte, il periodo di caccia e di giorno con la civetta al suo interno che riposava con la testa sotto l’ala. Il dolore del ricordo andò a sommarsi al dolore del fianco, infastidendolo non poco. Con cautela e lentamente Harry controllò le proprie capacità, riuscendo a girarsi sul fianco sano, ma fallendo il tentativo di mettersi seduto. Con un gemito di dolore Harry ricadde sul cuscino.
Maledizione, quando riuscirò a camminare? si chiese furibondo
Harry, forse potrei tentare con qualche incantesimo, devo prendere la… la Bacchetta!! Il terrore si dipinse sul volto di Harry che cercò freneticamente traccia della Bacchetta tastandosi il corpo, poi la scorse sulla sedia di fianco al letto con quella di Agrifoglio. Il battito del cuore rallentò, riprendendo la sua normale cadenza. Harry allungò la mano per prenderla, ma all’ultimo momento cambio idea e le sue dita si chiusero sull’impugnatura della bacchetta di Agrifoglio. Scintille d’orate fuoriuscirono dalla punta della bacchetta e avvertì il familiare calore alle dita e si ricordò di ciò che aveva detto 8 anni fa Olivander, il venditore di bacchette: “E’ la bacchetta a scegliere il mago, signor Potter…”.
Senza pensarci due volte si voltò sul fianco e si tolse le bende dalla ferita. Il contatto dell’aria sulla carne viva bruciava come fuoco, tanto che dovette digrignare i denti per non urlare di dolore, poi, stretta con forza la bacchetta la passò delicatamente sulla ferita pensando intensamente: Guarisci. Harry non aveva mai fatto un incantesimo di guarigione e, benché non potesse vedere se c’erano risultati, capì che qualcosa stava accadendo. Sentì un improvviso calore al fianco che presto si diffuse in tutto il corpo, poi, subito dopo, un dolore troppo forte da contenere. Harry avrebbe urlato a squarciagola di certo se non avesse preso il cuscino e stretto forte tra i denti un lembo della federa; il dolore era così forte che la bacchetta gli tremò nella mano, ma non la lasciò cadere,
perché sapeva che non doveva farlo. Un'altra scarica di dolore attraversò il suo corpo, tanto che inarcò la schiena e sbattè più volte il capo sulla testiera del letto; la mano libera si afferrò ad una gamba della sedia e la strinse tanto che Harry sentì il legno incrinarsi e scricchiolare pericolosamente. Piccole luci gli apparvero davanti agli occhi e si senti mancare. Poi, com’era cominciato, finì. Harry giacque ansante su un lato del letto respirando affannosamente.
Che mi è successo? si chiese, senza avere il coraggio di guardare la ferita. In quel momento la porta si aprì. Harry gli dava le spalle e non volle vedere chi entrava. "
Harry, stai bene?” chiese una voce terrorizzata. Era Dudley.“Ehi… Dud… come la vedi la ferita?” sussurrò Harry con un filo di voce che spaventò anche sè stesso.
“Come? Cosa?” domandò Dudley.Harry sorrise domanda troppo complessa…devo stare attento.
“La ferita c’è ancora?” chiese Harry un po’ più forte.

“Sì, c’è sempre!” rispose il grosso e muscoloso cugino.
“E come ti sembra? Bella o brutta?” domandò Harry, sapendo già in cuor suo la risposta.
“Brutta! Fa schifo!” sbottò Dudley ed Harry cadde nello sconforto “Però sembra rimarginata!” aggiunse Dudley.
“Perché non l’hai detto subito” esclamò Harry sollevato “Senti Dud, ti dispiacerebbe aiutarmi ad alzarmi??”
“Sì, va bene!” disse Dudley. Prese Harry per il braccio e quasi lo sollevò di peso.
“Piano, piano!” mugolò con la testa che gli girava “Sono ancora convalescente ricordi?”
Harry fece qualche passo e scoprì che riusciva a reggersi in piedi e anche se il dolore non lo aveva abbandonato. Harry guardò negli occhi il cugino.
“Andiamo a dare la lieta novella a papà?” chiese Harry sorridendo.
“Ehm… ecco… forse dovresti metterti qualcosa addosso, prima…” disse Dudley guardando da tutt’altra parte. Solo allora Harry si accorse di non avere nulla addosso.
“Sì, forse è meglio rendersi più presentabili!” acconsentì e si fece dare una maglietta e dei calzoncini dal cugino.
Dopo una dura discesa per le scale verso il soggiorno, harry si potè accomodare sulla poltrona usata di solito da Dudley, solo che a rimanere in piedi fu lo zio Vernon.
“Allora vedo, con piacere, che non sei morto, ragazzo!” sbraitò guardando infuriato Dudley che se ne stava acciambellato sulla sua poltrona.
“Con piacere?” chiese divertito Harry, non credendo alle sue orecchie.
“Sì, con piacere, sì!” brontolò lo zio “Se ci rimanevi sul quel letto saresti riuscito nell’intento di mettere nei guai me e tua zia… ma dopotutto non è questo che intendi fare? Pensavo che
avessimo…”
“Grazie!” lo interruppe Harry “per quello che state facendo!”
Il signor Dursley prese un po’ di colore in più e prendendo il giornale si diresse in cucina, borbottando contro i perditempo. La testa di Harry era piena di domande che avrebbe voluto fare e conoscere le risposte. Ogni cosa a suo tempo si disse Intanto cominciamo con Dud!
“Ehi, Dud!” richiamò l’attenzione del cugino “Come va la scuola?”
“Finita!” rispose Dudley lisciandosi i capelli biondi.

“Già, che idiota… e ora come passi il tempo?”
“Lavoro!” Harry attese pazientemente qualcosa in più, ma a quanto sembrava il cugino non era ancora capace di costruire bene una frase a senso compiuto, così decise di venirgli incontro.

“Dove? Al circo?” domandò con innocenza.
“No!” Dudley lo guardò male “Lavoro con papà.”
“Ah e senti…” abbassò la voce per non farsi sentire dallo zio seduto in cucina “cosa è successo quando ve ne siete andati da qui?”
“Oh… beh, siamo rimasti in una villa per quasi…” il volto si trasformò in una smorfia di concentrazione.
“un anno?” venne in soccorso Harry
“Sì, per quasi un anno… mi sono annoiato parecchio, anche se quel… mago… con il cappello viola mi faceva dei giochi di magia…”
“Diddino, caro!! C’è Stefanie in fondo alla strada!!” la voce deliziata di zia Petunia entrò per finestre aperte dal giardino inondato di sole.
“Chi è Stefanie?” chiese Harry distraendosi, mentre il cugino si alzava con un sorriso e si dirigeva verso la porta.
“Una ragazza!” rispose Dudley come se fosse la cosa più logica e effettivamente lo era, ma non per Harry.
“Hey!” esclamò, ripresosi dallo shock iniziale. Il cugino, ormai alla porta si voltò verso di lui. Harry alzò i pollici verso di lui e sorrise.
“Vai alla grande, Big D!”
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Enrico

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MessaggioTitolo: Re: Liberazione! by -TEX-   Liberazione! by -TEX- EmptyMar Nov 29 2011, 22:15

Direi che ci sono meno errori dell'altro testo. E' un bel testo, però io lo avrei ampliato di più! Wink
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LadyProffa

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MessaggioTitolo: Re: Liberazione! by -TEX-   Liberazione! by -TEX- EmptyMer Nov 30 2011, 14:49

Beh, Tex...potrebbe andare bene, tra qualche capitolo e tre o quattro anni, quando finalmente arriveremo alla liberazione di Ron Razz
A parte gli scherzi, mi piace. Mi piace che vada tutto liscio all'inizio e poi si trovino nella cacchina solo perchè Harry ha tirato fuori la bacchetta non è male, solo che mi dà un pò di 7° libro e parola taboo, non so se mi spiego! dico voldemort e spuntano i mangiamorte!!! comunque, potrebbe andare bene Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Liberazione! by -TEX-   Liberazione! by -TEX- EmptyMer Nov 30 2011, 15:38

Sono contento che ti piaccia! Very Happy
L'idea che avevo non era che nominare la bacchetta fosse taboo... Pensavo al fatto che, essendosi attardati, i maghi andati a prendere la bacchetta, dopo essersi accorti che nn c'era, sono tornati e li hanno beccati in pieno!
Mi sa che non ho reso bene l'idea! Very Happy ahahhahaha
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MessaggioTitolo: Re: Liberazione! by -TEX-   Liberazione! by -TEX- EmptySab Dic 03 2011, 13:37

Bè... si... tra tipo vent'anni... quando arriveremo a liberare Ron... direi che può starci! Wink

Solo una cosa... La Foresta di Sherwood... NO! No No Già ci si nasconde Robin Hood... sai che affollamento con i maghi della setta e tutto il resto? Wink
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Dan

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MessaggioTitolo: Re: Liberazione! by -TEX-   Liberazione! by -TEX- EmptySab Dic 03 2011, 18:48

Non mi piace molto. Per la liberazione mi immaginavo di meglio. È tt trp semplice. Invece mi piace l parte di ludo: ci sta un ritorno a privet drive anche xk harry deve parlare cn la zia su piton e sulle dichiarazioni che ha lasciato. E poi sinceramente vorrei sapere che han fatto gli ii durnte l'anno precedente.
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