UN INDIZIO DA UN LIBRO

Le parti in verde non sono vincolanti, in quanto pensate ad avvenimenti post lite. Li ho lasciati perchè ... non si sa mai

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Solo nella sala comune, Harry stava cercando di venire a capo di quello stramaledetto tema di pozioni. Ancora si dispiaceva di aver perso il libro di Piton, o meglio del “Principe Mezzosangue”. Aveva fatto un tentativo nella camera Va-e-Vieni, ma la devastazione dovuta all'Ardemonio era stata talmente vasta che nulla si era salvato.
Oltretutto non poteva nemmeno chiedere aiuto ad Hermione, e tantomeno a Ginny. Non era ancora stato perdonato.
E Ron gli mancava come non mai.
Sentì aprirsi il quadro, ed alzò lo sguardo mentre la mano correva verso la bacchetta.
«Oh, Harry, sei qui.» Dennis Cannon si avvicinò al tavolo. «Ti stavo cercando. La preside mi ha dato questo per te.» Così dicendo, gli passò un foglietto di pergamena, quindi, biascicando un “Ciao”, uscì di nuovo dalla torre di Grifondoro.
“Harry, recati immediatamente in presidenza. Rigidità Morale. M.McG.”
Sollevato per avere finalmente una buona scusa per mollare il tema, ed una leggera inquietudine per il tono fin troppo imperativo del messaggio, si diresse verso l'ufficio della preside. Diede la parola d'ordine ai due gargoyle di guardia, salì la scala a chiocciola che portava alla porta, bussò e, sentito l'”Avanti”, entrò.
La preside non era sola e, anche se lo vedeva di spalle, Harry riconobbe in Aberforth l'ospite della McGranitt.
«Bene, Harry, siediti, per favore.» e, agitando la bacchetta, fece apparire una seconda sedia di legno massiccio a spalliera alta. Come sempre, notò lo stile differente che caratterizava la preside e Silente, con le sue poltrone in chintz.
«Grazie, preside. Buongiorno Aberforth, come va?»
«Bene, grazie. Ti porto i saluti di Ariana.»
«Ehm, ehm, scusate. Anche se graditi, in questo momento dobbiamo accantonare i convenevoli.» li interruppe brusca la McGranitt.
«Harry, ti ho convocato perchè ritengo che anche tu debba sentire quanto Aberforth mi ha appena riferito. Ti chiedo soltanto di non giudicare ...»
«Non essere sciocca, Minerva» la interruppe seccato Aberforth. «Ti posso assicurare che Harry conosceva mio fratello molto meglio di quanto noi due avremmo mai sperato.»
«Bene, per il momento soprassiederò a questa uscita da parte tua.» rispose la preside, lanciando uno sguardo selvaggio e furente al fratello di Silente. Quindi incominciarono a metterlo al corrente delle intuizioni di Aberforth dopo i vari attacchi subiti, e delle modalità oscure con i quali erano stati eseguiti.
«Ora, Harry, devi sapere che mio fratello aveva deciso, al tempo del suo insediamento come preside, di togliere alcuni libri dalla biblioteca. Libri che, a suo parere, erano pericolosi sia per gli studenti non ancora preparati, ed ancor più pericolosi per i professori preparati. Uno di questi, in particolare, trattava di formule arcaiche ed oscure. Ora, non vorrei fosse questo la causa dei nostri guai attuali. C'è soltanto un problema: Albus non mi ha mai detto né il titolo, né dove lo ripose.»
Harry guardò, alternatamente, sia Aberforth che la preside, mentre digeriva le informazioni avute. Ed ad un pensieroso Aberforth faceva da contrappeso una accigliata McGranitt. Poi, casualmente, gli cadde lo sguardo sul dipinto di un sorridente Silente, che guardava divertito il terzetto.
«Scusatemi» aveva quasi paura ad interrompere quel silenzio pesante, con una domanda che oltrepassava di molto l'ovvio. «Ma lo avete chiesto al professor Silente?»
Si aspettava una sonora lavata di capo, quanto meno dalla Preside. Invece, rimase incredulo dall'espressione basita, sconvolta e sorpresa al tempo stesso, che si diffuse sui volti dei due adulti. No. Non era possibile che non lo avessero chiesto al quadro!
«Io … io …» la McGranitt divenne rossa come un peperone, e si girò verso il quadro del vecchio preside, che se la stava ridendo di gusto.
«Minerva, non ti preoccupare.» disse Silente, dopo essersi ricomposto. «Anche a me è capitato di non riconoscere l'ovvio pur avendolo sotto al naso. Aberforth, per cortesia, il primo armadio alla tua destra, terzo ripiano, settimo libro.»
Il fratello si alzò ed eseguì le istruzioni ricevute. Il libro non sembrava, a prima vista, molto vecchio. Assomigliava ad un qualsiasi libro di una libreria, con la sua copertina foderata di pelle scura, e con le scritte in argento. Però già il nome lasciava intendere che il contenuto fosse ben lungi dall'essere “comune”
“OBSCURIA NOCTIS” recitavano le lettere argentee. E, più sotto: “Trascrizione parziale de I Segreti dell'Arte più Oscura”
La preside prese il libro con ostentata cautela, quasi con paura, e lo girò verso di se. Sollevò la copertina, e sulla prima pagina bianca si allungava quella che sembrava essere una scritta, ma del tutto incomprensibile.
«Mi dispiace, ma nemmeno io sono stato capace di tradurre quella frase.» disse Silente agli astanti. «So per certo che quel libro venne donato al professor Dippet, quand'egli era preside di Hogwarts. E mai disse da chi proveniva. Fu sempre lui, poi, a modificarne la copertina, rendendola simile a molte di quelle presenti nella biblioteca. Armando riteneva che nasconderlo in bella vista fosse la cosa migliore. Ma non volle mai leggerlo, come, invece, io feci. E per questo decisi che, probabilmente, l'ufficio del preside fosse un luogo, come dire?, “più indicato” a tenere a freno la curiosità tipica dei ragazzi.» e, guardando Harry, gli fece l'occhiolino.
«Ma, Silente, perchè non dire niente fino ad ora» disse la preside, tornata ai suoi soliti modi rigidi e schietti.
«Beh, ma non è chiaro, Minerva? Forza, Albus, quale “per il bene superiore” ci propinerai ora?» Aberforth non fece nulla per celare il tono acido delle sue parole.
E mentre i tre incominciavano una discussione animata, Harry posò la sua attenzione sulla scritta incriminata. Più la guardava e più gli sembrava di comprenderla. Forse … si sporse sulla scrivania, prese il libro e, prima che la McGranitt glielo togliesse di mano, lesse: “Tienilo lontano da Cinereus. A.P.B.”
«Chi è Cinereus?» chiese a bruciapleo. La preside si bloccò, spalancando gli occhi. Aberforth rimase a bocca aperta, immobile come se fosse stato pietrificato. E Silente assunse la solita aria pensosa, mentre si sedeva facendo appoggiare i polpastrelli delle dita fra di loro.
Il silenzio durò alcuni istanti, che consentirono ad Harry di riguardare la pagine, e notare che sotto la scritta era apparso anche uno stemma araldico, con una scritta che recitava: TOUJOURS PUR.
Era lo stemma dei Black.
Aberforth fu il primo a rompere il silenzio: «Da chi hai sentito quel nome?»
«Da nessuno. E' scritto qui.» e così dicendo, girò il libro verso il vecchio.
«Vuoi dire che tu sai decifrare quella scritta?» chiese incredulo Aberforth.
«Harry, cos'altro leggi, o vedi, su quella pagina?» intervenne Silente prima che Harry rispondesse a suo fratello.
«Beh, dice di tenerlo lontano da questo Cinereus. Poi c'è una sigla: A.P.B. E, sullo sfondo, c'è lo stemma dei Black.»
«Arcturus Phineas Black.» sentenziò Silente. «Era il padre di Sirius. Ed il fatto che tu possa leggere quanto scritto, evidentemente, deve derivare dalla scelta di Sirius che ti ha eletto a suo erede.»
«Quindi, la pagina era stregata in maniera tale che solo il professor Dippet, od una persona legata ai Black potesse leggerne il testo?» chiese la preside.
«Precisamente. E questo risvolto mi permette di ipotizzare altre cose. Per esempio, Sirius mi disse una volta che a Grimmauld Place doveva esserci una specie di cripta, dove suo padre era solito ritirarsi.»
«Ma a Grimmauld Place non abbiamo trovato nulla!» disse la preside.
«Già. Neanche Sirius ne conosceva l'ubicazione, perchè il padre non lo ritenne degno di fiducia.»
Ascoltando il dialogo, ad Harry venne un'idea: «Sirius probabilmente no. Ma, Regulus a parte, sono sicuro che Kreacher sappia di che cosa stiamo parlando.»
«Penso anch'io, Harry. Che ne dici di chiamarlo?»
E, senza farselo ripetere una seconda volta, chiamò l'elfo domestico, che apparve con il consueto “crack” della materializzazione.
«Padron Harry, buonasera, signore.» disse l'elfo con un leggero inchino, che fece penzolare più vistosamente il medaglione che gli regalarono l'anno precedente. Poi, guardandolo con i suoi liquidi occhi neri, domandò: «In che cosa posso servirla?•
«Intanto, buonasera anche a te. Quindi, per favore, puoi dirmi quello che sai della cripta a Grimmauld Place?»
L'effetto di queste parole sull'elfo fu inquietante. Kreacher incominciò a tremare come una foglia, tirandosi le lunghe orecchie quasi volesse strapparle, il tutto condito da lamenti di assoluto dolore. Harry intuì che qualcosa non andava, ed intervenne: «Kreacher, dimentica quanto ti ho chiesto.»
Kreacher smise immediatamente con il suo comportamento, rasserenandosi.
«Bene, ora, senza parlare, rispondimi si o no con la testa. Ti è stato ordinato di mantenere il segreto su quell'argomento?» L'elfo annuì.
«Bene, tu sai che Sirius mi ha fatto suo erede, vero?» L'elfo annuì ancora.
«Questo non mi autorizza a conoscere il segreto?» Kreacher negò.
«Puoi dirmi che cosa bisogna fare per essere autorizzati?» E l'elfo annui.
«Bene, dimmelo!»
«Padron Harry, io posso parlare di Tu-Sai-Cosa solo se un discendente di sangue della famiglia Black mi ordina di farlo, signore.»
«Quindi, Kreacher, se ti venisse chiesto da Andromeda Black, tu potresti riferirci, giusto?» chiese Silente.
«No, signore. Signora Andromeda è stata estromessa dalla famiglia Black.»
«Ma Andromeda ha il sangue dei Black nelle vene!» insistette la preside.
«Minerva, dimentichi il motto dei Black! Andromeda ha sposato un babbano. Dimmi, Kreacher, oltre al sangue dei Black, questa persona deve anche essere e comportarsi come un purosangue?» chiese Aberforth.
L'elfo annui di nuovo.
Le implicazioni erano chiare. Ed Harry disse quello che gli altri stavano rimuginando: «Dobbiamo farci aiutare dai Malfoy.»
«Giusto, Harry. E se è vero quanto mi è stato riferito a seguito della battaglia di Hogwarts, direi che solo tu hai qualche possibilità di ottenere quell'aiuto.» rispose Silente.
«Allora è deciso, Harry.» intervenne la McGranitt. «Vai, e vedi di scoprire qualcosa di utile.»
Harry salutò ed uscì, dopo aver rimandato a casa l'elfo.
Si diresse verso il dormitorio per prendere il mantello, e per vedere se riusciva a mettere una pezza anche al suo problema.
Arrivato davanti alla Signora Grassa, fece per dire la parola d'ordine, ma in quel preciso momento, il quadro si aprì. E si trovò di fronte a Ginny ed Hermione.
Per un momento, l'imbarazzo fu comune a tutti e tre. Poi, però, il rancore di quegli ultimi giorni prese il sopravvento, e Ginny lo scansò senza dire una parola, seguita da un'accigliata Hermione.
«Fermatevi un momento.» disse Harry, senza voltarsi. «Sto andando a Villa Malfoy per avere delle informazioni circa una persona, e...»
«Ah, sì? E cosa ti fa pensare che io voglia ritornare in quella casa, dove ho passato attimi di pura gioia?» lo interruppe Hermione, acida e sarcastica al contempo.
Harry deglutì vistosamente, e represse il moto di stizza seguente alle parole dell'amica.
«Devo parlare con i Malfoy circa una persona che potrebbe portarci più vicino a quei cani che hanno rapito Ron. Se vi interessa, aspettatemi qui mentre prendo il mantello. Altrimenti, fate come vi pare: io ci andrò lo stesso.» E senza dare il tempo di replicare, infilò l'apertura e si chiuse il quadro alle sue spalle.
Fece con calma quello che doveva fare, e ritornò alla porta d'uscita.Era sicuro che le due ragazze sarebbero state lì ad aspettarlo, ma aveva timore di un altro litigio.
Infatti, aperto il quadro, le vide lì, pronte a seguirlo.
«Allora, vogliamo andare?»
E, senza ulteriori parole, si incamminarono verso la loro meta.

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Per il momento

Ve saludi

we we
un gran bel testo... e l'idea forse c'è!!
solo che.. sono confuso... con tutti questi testi e 19 capitoli non tanto freschi che varrebbe la pena rileggere per ricordare cosa abbiamo pubblicato
non so... a me sovviene una cosa tipo: "il libro lo aveva Hermione nel 7° e se l'è portato dietro o l'ha lasciato alla Tana" ma... boh!
io sono diplomato nei 7 della saga... l'ottavo faccio finta di scriverlo!
ave

A parte qualche piccolo errore di battitura e la scenetta di Minerva e Aberforth che anno la figura degli idioti a non aver chiesto a Silente (il che de parte della preside mi sembra alquanto assurdo----pensiero mio...), il testo non è male, però ricordavo anche io che il libro ce l'aveva Hermione e quindi non so che pensare....

L'idea però che solo qualcuno possa decifrare certe pagine è molto interessante e potremmo comunque usarla.

Comunque la parte in verde al termine non sarebbe tutta da buttare...al limite togliamo la due frasette che parlano il litigio...infine, perchè Harry non va direttamente a casa Malfoy con Kreacher?????

kinderangie ha scritto:

perchè Harry non va direttamente a casa Malfoy con Kreacher?????

Ehm .... io ....

BOH!

Te saludi

Ahahahahah!!!!

Io direi che per evitare, in possibili futuri sviluppi, delle incongruenze forse sarebbe meglio che il permesso all'elfo di svelare il segreto circa la cripta, sia meglio limitarlo a coloro che portando il cognome dei Black sono presenti nell'albero genealogico dell'arazzo, escludendo quindi sia i presenti che non hanno quel cognome (come i Malfoy padre e figlio) sia i Black che dall'albero sono stati cancellati. Altrimenti non avrebbe molto senso che Harry riesca a decifrare la scritta, se questo potere gli viene dall'eredità di Sirius così come la fedeltà di Kreacher, allora il divieto di un padrone morto non può più essere, ricordate che le leggi che regolano la fedeltà degli elfi assicurano all'attuale padrone l'assoluta e totale obbedienza.
miranda

Bel testo! complimenti abo!
Con le dovute sistemazioni, devo ammettere che il discorso dei black mi incuriosisce parecchio, mi piace che ci sia un'ulteriore complicazione nel utilizzare kreacher e poi potrebbe essere anche un elemento di congiunzione con Draco... e chi lo sa...
Mi rende un pò perplessa la MEGA svista della Mcgranitt
Credo che a tempo debito, questo testo ci farà conversare un bel pò!

Mi piacciono tutte le idee che hai espresso nel tuo testo, l'unica cosa è che è troppo. Troppe cose, da uscir matti.. Ma probabilmente non è questo che me lo rende così strano... forse è il fatto che si risolve tutto con estrema semplicità. Ma vabbè devo ancora rifletterci, tuttavia ti faccio i miei complimenti, è veramente un gran bel testo!
per quanto riguarda la ''svista'' della McG io penso che lo stress ci stia tutto! E' solo troppo occupata nelle sue faccenduole! Nella sua perfezione ci sta qualche sbadatezza! Bravo!