www.harrypotter8.altervista.org
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

www.harrypotter8.altervista.org

Scrivi tu il seguito del nuovo libro
 
IndiceIndice  PortalePortale  CercaCerca  Ultime immaginiUltime immagini  RegistratiRegistrati  Accedi  
Cerca
 
 

Risultati per:
 
Rechercher Ricerca avanzata
Ultimi argomenti attivi
» Appunti, considerazioni, correzione e tutte cose
AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyGio Gen 04 2024, 19:33 Da LadyProffa

» Commenti sul capitolo 31 e proposte per il titolo
AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyGio Gen 04 2024, 19:20 Da LadyProffa

» Capitolo 31 - Senza titolo
AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyGio Gen 04 2024, 19:15 Da LadyProffa

» Buone feste natalizie a tutti!
AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyDom Dic 24 2023, 12:46 Da kinderangie

» Come vuoi chiamare il capitolo 30?
AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyVen Lug 23 2021, 09:15 Da LadyProffa

» Come vuoi chiamare il capitolo 29?
AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyVen Giu 25 2021, 19:25 Da kinderangie

» Commenti sul capitolo 30
AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyVen Giu 25 2021, 16:42 Da LadyProffa

» Capitolo 30 - La verità sui Doni
AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyVen Giu 25 2021, 16:37 Da LadyProffa

» Si riprende!
AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyLun Feb 08 2021, 21:51 Da Anny Baggins

Migliori postatori
Harry-Mik94
AL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_lcapAL TEMPO DEI MALANDRINI Voting_barAL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_rcap 
Bellatrix Black.
AL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_lcapAL TEMPO DEI MALANDRINI Voting_barAL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_rcap 
Snowolf
AL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_lcapAL TEMPO DEI MALANDRINI Voting_barAL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_rcap 
Ludovic Bagman
AL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_lcapAL TEMPO DEI MALANDRINI Voting_barAL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_rcap 
Aberforth Silente
AL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_lcapAL TEMPO DEI MALANDRINI Voting_barAL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_rcap 
Enrico
AL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_lcapAL TEMPO DEI MALANDRINI Voting_barAL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_rcap 
Horace Lumacorno
AL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_lcapAL TEMPO DEI MALANDRINI Voting_barAL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_rcap 
LadyProffa
AL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_lcapAL TEMPO DEI MALANDRINI Voting_barAL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_rcap 
Luna Lovegood:*
AL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_lcapAL TEMPO DEI MALANDRINI Voting_barAL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_rcap 
Sirius Mic
AL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_lcapAL TEMPO DEI MALANDRINI Voting_barAL TEMPO DEI MALANDRINI Vote_rcap 
Parole chiave
Date DISCUSSIONE natale finale Harry malfoy incantesimi ginny rapimento lumacorno Errori bacchette CILINDRO Harry97 libro sogno capitoli Fedeltà Punizione amore teddy babbano ritorno capitolo gianluca potter

 

 AL TEMPO DEI MALANDRINI

Andare in basso 
+2
LadyProffa
Buffy Anne Summers
6 partecipanti
AutoreMessaggio
Buffy Anne Summers

Buffy Anne Summers


Numero di messaggi : 24
Età : 35
Località : In viaggio con i fratelli Winchester...
Punti : 4885
Data d'iscrizione : 09.01.11

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMar Gen 11 2011, 11:50

Salve a tutti, ecco una storia sui Malandrini che avevo cominciato... Non so se riuscirò ad andare avanti, in caso mi venisse ispirazione provvederò a postare il resto! Intanto spero vi piaccia anche se molto corta Very Happy
Alice


THE NIGHT COMES DOWN:

Oh oh the night comes down

And I get afraid of losing my way

Oh oh the night comes down

Oooh and it's dark again


Mi svegliai come se qualcuno mi avesse soffiato nell'orecchio; non appena spalancai le palpebre , le immagini che avevano disturbato il mio sonno riapparvero: figure confuse di uomini incappucciati scorrevano davanti ai miei occhi come scene di un film in bianco e nero, sbiadito nel tempo.
Nella mia testa echeggiava ancora l'urlo della donna -era di sesso femminile, di questo ero sicura- e non riuscivo a togliermi di dosso la spiacevole sensazione che quell'incubo non appartenesse soltanto al mondo dei sogni. Se fosse già accaduto o dovesse ancora succedere non lo sapevo, ma in passato era già capitato che ciò che avevo visto mentre ero addormentata diventasse realtà.
Rituffai la testa sul cuscino, sperando di ricadere in un sonno profondo, ma ero troppo inquieta per dormire. Mi alzai e accesi la luce. Ai piedi del letto, Salem, acciambellato in una palla di pelo scuro, ronfava beatamente, lontano da incubi raccapriccianti. Sulla scrivania, collocata di fronte all'armadio, due rotoli di pergamena giacevano abbandonati e solitari, a fianco di una boccetta d'inchiostro nero. Uno serviva per iniziare il tema assegnatoci dal professor Lumacorno, sulla pozione antilupo, l'altro poteva rendersi utile per l'ennesima lettera a Remus. Guardai le istruzioni per completare il compito e provai una fitta di panico: mancavano due settimane all'inizio della scuola e ancora non l'avevo cominciato. Avrei dovuto chiedere a Lily di aiutarmi.
Sul ripiano più basso della libreria troneggiavano una decina di libri di magia, tutti ingialliti e con la copertina quasi illeggibile. Pensai di riparare le pagine, che si stavano quasi staccando, con del Magicscoth ma mi ricordai che l'avevo finito. Presi mentalmente nota di acquistarne un po' a Diagon Alley, quando mi sarei recata a Londra per fare compere.
L'orologio digitale posato sul comodino segnava le 4.30. Spalancai la finestra, lasciando entrare la brezza tiepida tipica di una notte di agosto; in strada non si vedeva anima viva ed in casa regnava un silenzio assoluto. Mia nonna si sarebbe alzata solo fra due ore e il mio fratellino Harry dopo molte di più. Aveva solo 7 anni ma era intelligente come un adulto: la perdita dei nostri genitori lo aveva reso più maturo rispetto ai suoi coetanei. Non ci assomigliavamo molto e nessuno avrebbe puntato mezzo zellino sul fatto che appartenevamo alla stessa famiglia. Harry aveva capelli biondi e occhi di un azzurro chiaro che sembravano bianchi; io, invece, avevo capelli corvini, lunghi e setosi, e occhi verdi-giallo. Ero la fotocopia di mia madre così come Harry lo era di mio padre.
Nostra nonna ci aveva adottato dopo che i miei genitori erano morti in un incidente d'auto e ci trattava come se fossimo i suoi veri figli. Robert e Anne Parker, mio padre e mia madre, non erano maghi; avevo ereditato la magia da parte di mia nonna materna, Armida. Da lei avevo preso anche la capacità di avere visioni del futuro che mi apparivano sotto forma di sogni. Harry, d'altro canto, era un mago grazie alla nonna paterna, Heith, -quella che ci aveva adottato- che gli aveva donato anche la capacità di cambiare il suo aspetto: un Metamorfomagus, per intenderci.
Mi sedetti alla scrivania, presi uno dei due rotoli di pergamena e una piuma nuova, intinsi la punta nella boccetta d'inchiostro e cominciai a scrivere:

“Caro Lunastorta,
ti scrivo perchè ho fatto nuovamente il sogno di cui ti ho già parlato. È sempre lo stesso scenario: urla disumane e figure incappucciate. Ho paura che possa essere una premonizione, come già è successo in passato.. non sai quanto sono stanca di sentire le grida anche nei momenti di veglia. È come se l'incubo non mi lasciasse mai. Non vedo l'ora di vederti per poterne parlare di persona.
Cambiando argomento, hai sentito Felpato? Lo so, lo so.. non è proprio un cambiamento così radicale e questa lettera rischia di trasformarsi nell'ennesima agonia amorosa di cui sei solito sentirmi raccontare..ma non ce la faccio. Ho bisogno di notizie.. cosa sta facendo, dove si trova e soprattutto se è in compagnia. Me lo diresti se avesse una fidanzata, vero? Potrei scrivergli una lettera ma non sono sicura della sua risposta e di cosa potrebbe pensare. Dovrei farmi meno paranoie..
L'altro ieri Lily mi ha scritto: dice che è in vacanza in Francia e che Ramoso si mantiene in contatto. Beata lei..
Adesso devo andare,sento dei rumori in cucina. Speriamo sia Heith che prepara la colazione.
Con affetto,
Astrid


P.S. Lunedì prossimo sarò a Diagon Alley per acquisti. Ti aspetterò davanti alla gelateria di Florian Fortebraccio.”

Sigillai la lettera e, cercando di fare meno rumore possibile, mi recai in cucina dove trovai Aslan, il gufo di mia nonna; sonnecchiava all'interno della sua gabbia. Lo svegliai educatamente e gli consegnai la lettera. -devi portarla a Remus.- dissi, dandogli un delicato buffetto sulla testa; le piume marroncine mi solleticarono le nocche. Aslan tubò e, oltrepassata la finestra, si librò in volo, sparendo fra le nuvole che macchiavano il cielo stellato.[u][center]


Ultima modifica di Buffy Anne Summers il Gio Gen 13 2011, 11:18 - modificato 1 volta.
Torna in alto Andare in basso
Buffy Anne Summers

Buffy Anne Summers


Numero di messaggi : 24
Età : 35
Località : In viaggio con i fratelli Winchester...
Punti : 4885
Data d'iscrizione : 09.01.11

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMar Gen 11 2011, 11:51

FUNNY HOW LOVE IS:

Funny how love is everywhere just look and see

Funny how love is anywhere you're bound to be

Funny how love is every song in every key

Funny how love is coming home in time for tea

Funny, funny, funny, oh


Le settimane seguenti trascorsero senza eventi degni di nota, se non per il gufo che arrivò da Hogwarts con la lista dei libri di testo e il solito modulo per poter visitare Hogsmeade.
Domenica sera, mentre eravamo a tavola, arrivò la risposta di Remus. Ero in cucina e, con la supervisione di mia nonna, l'unica che potesse usare la bacchetta per fare magie, stavo preparando la cena. Da una pentola sul fuoco proveniva un delizioso profumino di patate al rosmarino. Harry, intento a sfogliare alcuni libri di testo del mio primo anno a Hogwarts, si divertiva a modificare il proprio aspetto ogni qual volta incontrava una buffa figura. In quel momento il suo naso era diventato un becco d'anatra e i capelli lunghi e azzurri. -”Rodomir Bryback, noto coltivatore di piante acquatiche”.- lesse, afferrando “Gli animali fantastici dove trovarli”. -non dirmi che aveva sul serio il naso ad anatra?!- esclamai, avvicinandomi per guardare l'immagine. Harry chiuse il libro e mi fece la linguaccia, scappando dal mio vano tentativo di afferrarlo.
-scappa pure, ma fra un mese diventerò maggiorenne e allora ti appenderò a testa in giù e..- fui interrotta dall'arrivo del gufo. Quasi lanciai un urlo per la gioia di vederlo arrivare; zigzagai fra due sedie e mi fiondai addosso al barbagianni che mi fissò con sguardo apprensivo. Sfilai la lettera legata alla zampa dell'animale e srotolai il foglio, ansiosa di leggere la risposta.
Con una calligrafia ordinata, Remus, aveva scritto:

“Ok per lunedì. Parliamo quando ci vediamo.
Lunastorta”


Certo non si era sprecato con le parole, pensai, ma poi sorrisi, ricordandomi che l'avrei rivisto da lì a meno di ventiquattro ore.

Il lunedì mattina mi trovavo davanti alla gelateria di Florian Fortebraccio; ero seduta ad uno dei tavolini fuori con in mano un enorme cono alla ciocconocciola. L'estate non era ancora del tutto finita ed era piacevole starsene seduti lì, gustando un enorme gelato, semplicemente osservando la gente che passava. Poco distante da dove mi trovavo, una mamma stava trascinando per un braccio il figlio che piangeva disperato. -voglio una nuova scopa..- urlava a pieni polmoni, cercando di appigliarsi alla strada con i piedi. Mi soffermai sul volto della donna e non potei non provare pena per lei perchè molto probabilmente il figlioletto era una peste anche a casa e quei capricci erano all'ordine del giorno.
-ciao Astrid.- La voce di Remus alle mie spalle mi colse alla sprovvista; con uno movimento agile, mi voltai di scatto e gli gettai le braccia al collo, travolgendo due sedie e il tavolino al quale ero seduta.
-è così bello vederti..- mormorai con la testa nascosta nella sua spalla. Remus Lupin era il mio migliore amico e confidente. Andavamo molto d'accordo, divertendoci a bighellonare in giro per il castello -anche la maggior parte delle volte che ci vedevamo era in biblioteca- e potevamo parlare di tutto per ore, senza alcun segreto: era l'unico, oltre a Lily Evans, a conoscenza della cotta che avevo per Sirius.
Remus mi strinse in un abbraccio pacato e mi sorrise; aveva brutte occhiaie e la pelle un po' tirata, ma la felicità che emanava era tale da diffondersi non solo alla bocca ma anche agli occhi castano chiaro. Sembrava brillassero.
-devi assolutamente raccontarmi come sono andate le tue vacanze. Hai conosciuto qualcuno o eri troppo preoccupato per il tuo “piccolo problema peloso” per divertirti?- domandai, afferrando la borsa, incamminandoci per Diagon Alley.
-il mio “piccolo problema peloso”..- disse, mimando con le mani il segno delle virgolette. -mi da sempre preoccupazioni.-
Lo guardai, sorridendo. -sì, ma il tuo “piccolo problema peloso”..- risposi, imitando il gesto che aveva fatto. -dovrebbe preoccuparti solo di notte, quando c'è la luna piena. Ti dai troppe pene anche di giorno per continuare ad usare questa scusa.-
Inclinò le labbra in un mezzo sorriso e mi prese la mano. -così sembriamo fidanzati.- gli feci notare, accennando alle persone che ci camminavano attorno. -non vorrai far credere alle giovani streghe che tu sia già impegnato!- lo canzonai, pizzicandogli un fianco. Remus ritrasse la mano ma non si allontanò. -forse sei tu, quella che non vuol far credere agli altri che sei impegnata. Cosa succederebbe se qualcuno ci vedesse e la voce arrivasse alle orecchie di Sirius?- Arrossii, voltando lo sguardo in direzione del negozio di Olivander; il vecchio signore stava sistemando alcune scatoline in vetrina. Contenevano tutte delle bacchette nuove, pronte per essere scelte da un giovane mago o una giovane strega.
-comunque..- riprese Remus, cercando di farmi tornare allegra. -non ha nessuna fidanzata. Sai com'è fatto Sirius: morirebbe per i suoi amici ma quando si tratta di questioni di cuore diventa cieco. Te l'ho ripetuto fino a sgolarmi e te lo dico ancora: l'unico modo per sapere se gli piaci è andare a chiederlo. O direttamente a lui o a James.- Rabbrividii a quella soluzione: parlare con Sirius sembrava facile come buttarsi nel lago a far compagnia alla piovra gigante e chiedere a James non era da meno. Avrei potuto farmi aiutare da Lily, ma non ero sicura che poi James avrebbe mantenuto il segreto.
Scossi la testa, fermandomi davanti al Ghirigoro. -entriamo. Dobbiamo comprare i libri di testo.-
Nel negozio acquistammo “Manuale degli Incantesimi, volume settimo”, “Incantesimi per professionisti, necessario per esami MAGO”, “Guida avanzata alla trasfigurazione, vol. 2” e “Difendersi dalla magia oscura, necessario per esami MAGO”. Erano testi estremamente difficili ma utilissimi per passare i MAGO, gli esami di fine scuola. Come se mi avesse letto nel pensiero, Remus disse: -credi che riusciremo a prendere sufficienti MAGO?- Lo guardai, alzando un sopracciglio. -sei il mago più intelligente e capace di tutto il nostro anno, certo che ce la farai. Io, invece, non sono tanto sicura di passare con un buon voto..- Non avevo ancora scelto la carriera che avrei intrapreso una volta terminati gli studi, ma non volevo essere promossa con voti mediocri per non precludermi posti importanti.
Una volta terminati gli acquisti al Ghirigoro ci recammo da “Madama Mclan” per comprare una nuova divisa per Remus -l'ultima l'aveva fatta a brandelli durante una trasformazione in licantropo- e poi all'Emporio del gufo, dove presi un sacchettino di mangime per Aslan ed uno di croccantini per Salem. Quando uscimmo era ora di pranzo.
-vorrei andare da “Accessori per il Quidditch di prima qualità”, devo acquistare un nuovo kit per..- Non finii la frase. In fondo alla strada, fermi immobili a guardarci, c'erano Lily, James, Sirius e Peter Minus, un altro nostro compagno di classe. Lily, rossa di capelli e con occhi verde smeraldo, mi sorrideva entusiasta; il suo braccio era incatenato a quello di James. Quest'ultimo indossava la divisa di scuola, ma in maniera un po' diversa da come era obbligatorio portarla ad Hogwarts: la camicia era aperta sul colletto, la cravatta era lente e le maniche arrotolate fino all'altezza dei gomiti. Anche Peter e Remus indossavano vestiti da mago, a differenza di Lily, Sirius e me, che avevamo passato l'estate fra i babbani. I genitori e la sorella di Lily non avevano frequentato Hogwarts perchè nessuno di loro possedeva la magia; Sirius era scappato di casa solo l'anno prima e credeva che rifugiarsi fra i babbani fosse la soluzione migliore per evitare che la sua famiglia lo andasse a cercare, nonostante non ci fosse pericolo che questo accadesse. Quanto a me, anche se mia nonna era una strega, eravamo rimasti ad abitare nella casa dei miei genitori in un quartiere tranquillo nella periferia di Londra. A quanto sapevo, eravamo l'unica famiglia di maghi nelle vicinanze.
Lily mi corse incontro, abbracciandomi con trasporto, abbandonando il braccio di James che per un momento rimase immobile a mezz'aria. Con la coda dell'occhio vidi Remus avvicinarsi agli amici e salutarsi con calore; Peter scoppiò in una mezza risata mentre James si lanciava in un resoconto dettagliato delle sue splendide vacanze in Europa; Sirius sorrise appena, con uno strano sguardo sul volto: sembrava infastidito.
-oh, Lily, sono proprio senza speranze..- commentai, sconsolata, prendendo la mia amica per mano, ma Lily non mi ascoltava: era concentrata su qualcosa davanti a lei, l'espressione del viso tradiva una certa preoccupazione; il labbro superiore era contatto in una strana smorfia. Mi voltai verso ciò che aveva catturato la sua attenzione. -oh, oh.- mormorai, portando istintivamente la mano alla bacchetta, nascosta nei jeans. A pochi metri da noi Severus Piton, in compagnia di altri ragazzi di serpeverde di dubbia reputazione, ci lanciava occhiate cariche d'odio. Gli unticci capelli neri svolazzavano al vento, insieme al mantello dello stesso colore, il viso esprimeva tutto il disgusto che provava. -forse dovremmo andare via..- sentii Lily sussurrare a James mentre anche gli altri si accorgevano della presenza di Piton.
-ah, guardate un po' chi c'è: Mocciosus!- Quell'affermazione non prometteva nulla di buono.


Ultima modifica di Buffy Anne Summers il Gio Gen 13 2011, 11:19 - modificato 1 volta.
Torna in alto Andare in basso
Buffy Anne Summers

Buffy Anne Summers


Numero di messaggi : 24
Età : 35
Località : In viaggio con i fratelli Winchester...
Punti : 4885
Data d'iscrizione : 09.01.11

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMar Gen 11 2011, 11:52

THE PROPHET'S SONG :

I watched as fear took the old men's gaze

Hopes of the young in troubled graves

'I see no day' I heard him say

So grey is the face of every mortal


-James, ti prego, lascialo stare..- La voce di Lily era poco più che un sussurro e James, forse fingendo di non udirla, la ignorò completamente. Sirius, Peter e Remus si erano schierati a fianco dell'amico con le bacchette sfoderate in attesa di un possibile scontro e gli sguardi carichi d'odio, vigili e attenti ad ogni minimo movimento, saettavano dal volto di Severus a quello degli altri partecipanti alla rissa. Sembrava che per loro fosse impossibile lasciar perdere Piton e la sua combriccola.
Estrassi cautamente la mia bacchetta, cercando di far passare il gesto inosservato, e la strinsi saldamente fra le dita, pregando con tutta me stessa non succedesse nulla di grave o che apparisse all'orizzonte qualcuno che li avrebbe fermati.
-Che cavolo ci fai qui, Mocciosus?- James sogghignava, divertendosi come un matto. -Di sicuro non sei venuto a comprare dello shampoo..- gli fece eco Sirius. -Perchè non basterebbe tutta Diagon Alley per lavare quei tuoi capelli unticci.- Sentii Remus e Peter sghignazzare ancor prima di udire la voce di Piton che, malefica e ebbra di disprezzo, scagliava l'incantesimo “Sectumsempra”, uno dei suoi prediletti, contro Sirius. Il giovane Black riuscì a schivarlo e, prontamente, glielo rispedì indietro, mandandolo a cozzare nel punto esatto in cui pochi attimi prima si trovavano Piton e i suoi compagni, e dove, ora, non c'era più nessuno.
I quattro rimasero immobili, fissando l'altra estremità della strada con interesse, chiedendosi cosa fosse successo e dove fossero finiti quelli di Serpeverde. -Credi che se la siano data a gambe?- domandò Remus, spezzando il silenzio. -Personalmente spero che si siano disintegrati in mille pezzi.- rispose Sirius, scoppiando nella sua familiare risata simile ad un latrato. -Sirius!- lo rimbeccò Lily, incrociando le braccia sul petto. -Perchè non potete lasciarli semplicemente in pace?- Lanciava sguardi torvi a chiunque, ma in particolare a James che inclinò la testa, invocando la grazia. Peter sghignazzava ancora, ma la sua espressione era tesa e gli occhi impauriti. Sapevamo tutti che non amava le sfide perchè non molto abile con la bacchetta.
Quanto a me, non riuscivo a togliermi di dosso la sensazione che quella spiacevole scenetta non si fosse ancora conclusa: era davvero possibile che Piton fosse fuggito, perdendo l'occasione per sbeffeggiare Sirius e gli altri? E se sì, dove si era andato a cacciare? Non poteva esser stato semplicemente inghiottito dalla strada, a meno che non conoscesse incantesimi di quella portata. Aveva forse imparato a rendersi invisibile? A volare? O si era smaterializzato?
-Possiamo andare via?- borbottai, afferrando il braccio di Lily, sempre impugnando la bacchetta, e trascinandola verso il negozio di Quidditch; Remus mi lanciò uno sguardo interrogativo, ma scossi la testa, cercando di fargli capire che avremmo parlato dopo, quando fossimo rimasti soli e, soprattutto, quando il tremito alle mani fosse passato.
La vetrina del negozio metteva in bella vista un nuovo prototipo della Nimbus dal manico di legno lucente, ma la mia mente era troppo occupata da altri pensieri perchè potessi guardarla con ammirazione: continuavo a girarmi per controllare che nessuno ci aggredisse, temendo che da un momento all'altro potessimo essere attaccati.
Lily era ancora visibilmente scossa e, oltre a passarsi ripetutamente le mani nei capelli, fissava la strada con sguardo assente, concentrata su tristi pensieri. Sapevo che per lei doveva essere doloroso confrontarsi con Piton, sentirsi denigrata da appellativi dispregiativi solo perchè aveva scelto James, ma era una ragazza forte e, se poteva, evitava sempre di piangersi addosso. In questo ci somigliavamo molto.
-Ehi Lil, tutto a posto? Vuoi parlarne?- Scosse la testa e accennò un debole sorriso, indicando la Nimbus. -Lasciamo perdere..- mormorò.

***

L'espresso per Hogwarts era fermo al binario 9 e ¾ in perfetto orario; dalla locomotiva scarlatta una densa nube di fumo scuro impregnava il quadrato di cielo azzurro sopra le nostre teste e uno sciame di gente impediva di muoversi liberamente lungo la banchina. Carichi di bauli, gabbie e sacchetti, Lily ed io, accompagnate da James, Sirius, Remus e Peter, ci affrettammo a raggiungere una delle porte; con fatica caricammo i nostri bagagli sul treno mentre attorno a noi sentivamo gli altri studenti fare lo stesso, lanciarsi in gridolini eccitati, darci pacche affettuose sulle spalle. Voltai lo sguardo appena in tempo per vedere Rosie McMillan, una ragazza di Tassorosso del settimo anno, cercare di farsi notare da Sirius, sbracciandosi dall'alto di un finestrino. Nascosi a stento una smorfia di fastidio, ignorando la ragazza che continuava a sorridere, sperando di farsi notare.
-Che stupida..- borbottai a denti stretti. -Cosa?- Non mi ero accorta che James aveva udito le mie parole; arrossii fino alla punta dei capelli e dirottai lo sguardo sul terreno ai miei piedi. -Niente.. niente..-
Scivolai lontana dal ragazzo e, afferrando la gabbia dove era rinchiuso Salem, salii sul treno, seguita da Lily. A bordo cercammo uno scompartimento vuoto e, una volta trovato, -impresa non da poco visto e considerato che eravamo quasi un migliaio- ci barricammo dentro, chiudendo a chiave la porta e tirando le tende. Ringraziando il cielo, la sezione dei Serpeverde era lontana da quella dei Griffondoro così che avremmo potuto fare un viaggio tranquillo, cercando di dimenticare la spiacevole scenetta avvenuta a Diagon Alley.
-Chi credete che sarà il nuovo insegnante di Difesa contro le arti oscure?- chiese Peter qualche minuto dopo che avevamo preso posto, estraendo dalla tasca della divisa un sacchettino di caramelle dai colori sgargianti: alcune di esse sembravano fosforescenti.
Sirius scrollò le spalle, distogliendo lo sguardo da qualcosa che al di fuori del finestrino solo lui riusciva a vedere, e rubò un dolcetto a Minus. -Spero sia qualcuno di più interessante dell'ultimo che abbiamo avuto.- commentò, masticando la caramella. Mi resi conto che Sirius sembrava distante anni luce dal treno, perso in pensieri che nessuno di noi riusciva a comprendere, e mi chiesi se l'essere fuggito di casa avesse alimentato in lui uno strano senso d'indifferenza e tristezza per il mondo che lo circondava. Probabilmente, anche se detestava la sua famiglia, gli mancava l'affetto di una persona con la quale condividere i momenti di gioia e quelli dolorosi. Fino a quel momento non avevo mai compreso quanto mia nonna, che si era sostituita ai miei genitori quando erano morti, contasse così tanto per me e mio fratello Harry. Nonostante non fosse nostra madre, era qualcuno con cui poter parlare, su cui poter contare in ogni occasione.
James pareva aver intuito lo stato d'animo dell'amico ed erano diventati più uniti e in sintonia di quanto non fossero stati l'anno precedente: si volevano bene come fratelli anche se non appartenevano alla stessa famiglia.
Sollevai gli occhi in direzione di Sirius e vidi che mi stava fissando a sua volta; rimanemmo qualche istante ad osservarci, con il cuore che mi batteva all'impazzata nel petto, studiandoci a vicenda, per poi spostare lo sguardo verso gli altri, in sincronia, entrambi sorpresi da quello che era appena accaduto.
Nessuno sembrava essersi accorto di quello che Sirius ed io avevamo condiviso e tirai un sospiro di sollievo: ero già agitata di mio, l'ultima cosa che mi serviva era qualcuno che aveva visto tutto.
-Ehi Lil..- biascicai, distraendo Lily dalla partita a scacchi che vedeva coinvolti un alfiere ed un cavallo scalmanati, impegnati nella distruzione dell'esercito di Remus che stava perdendo clamorosamente. -Vieni a fare un giro con me?-
Verso le sette di sera il treno arrivò in stazione; dal finestrino, oltre il lago e la foresta proibita, si riusciva a distinguere il castello di Hogwarts che si stagliava spettrale nella notte. Poco distante il familiare villaggio di Hogsmeade accoglieva gli studenti giunti fin lì per un nuovo anno di istruzione magica.
Con l'aiuto di un ragazzo paffuto di tassorosso riuscimmo a scaricare velocemente i bagagli e in tutta fretta ci avviammo alle carrozze che ci avrebbero condotto al castello; i Thestral, creature alate, simili a cavalli, erano come di consueto invisibili. Da un punto non precisato della banchina udii Hagrid, il guardiacaccia, gridare: “Primo anno! Primo anno, da questa parte...” Il resto delle parole fu coperto dal rumore del treno che sferragliando tornava sui suoi passi, diretto a Londra.
Mentre la carrozza si avvicinava al castello non potei fare a meno di provare un po' di rassicurazione: Hogwarts era il posto più sicuro in cui stare in quei tempi così bui.
Il tragitto fu breve e silenzioso: ognuno di noi sembrava perso nei propri pensieri, alcuni dei quali sicuramente derivati dallo spiacevole incontro con Severus. Infatti, appena scesi dal treno, ci aveva sorpassato con una smorfia di disgusto sul volto, accennando lievemente una risatina denigratoria. James, orgoglioso come sempre, aveva quasi aperto bocca ma una mia occhiataccia gliela aveva fatta chiudere immediatamente: Lily sembrava molto triste a riguardo ed era consigliato evitare liti e baruffe per un futile motivo come lo era quello di schernire Piton.
Giunti all'interno di Hogwarts, al sicuro dietro il pesante portone di legno di quercia e ai cancelli stregati, la McGrannitt, l'insegante di Trasfigurazione, ci rivolse a malapena un sorriso sincero prima di incoraggiarci a lasciare libero il passaggio per gli studenti che dovevano ancora arrivare; il percorso riservato a quelli del primo anno, un pericoloso viaggio attraverso il lago, popolato dalla piovra gigante, era sempre il più lungo. Sperai che non ci mettessero un eternità: stavo morendo di fame.
Lo smistamento ebbe luogo una decina di minuti dopo; Silente, seduto sul suo trono intagliato, posto un po' più in alto rispetto alle altre poltrone occupate dal corpo insegnanti, ne annunciò l'inizio depositando il Cappello Parlante al suo fianco. Rivolse un sorriso affabile all'intera sala prima di far entrare gli studenti del primo anno che avevano tutta l'aria di voler affrontare qualsiasi cosa al di fuori di quella; alcuni sembravano decisamente terrorizzati: osservavano il cielo incantato sopra le loro teste come se si aspettassero che da un momento all'altro quello li avrebbe inghiottiti. Peter si lasciò scappare un risolino quando uno dei giovani maghi inciampò nella veste che gli stava decisamente troppo grande. La McGrannit finse di non sentirlo e srotolò una pergamena, pronta a chiamare all'appello il primo della lista. “Allen Robert.” esclamò a gran voce. Dalla folla, un ragazzino smilzo dall'aria patita si avvicinò cauto alla sedia; prese il Cappello che la professoressa gli consegnò e se lo posò delicatamente sulla testa. Trascorsero alcuni istanti in cui nessuno osò proferire parola: lo Smistamento era sempre motivo di gran soggezione durante il quale la maggior parte degli studenti più anziani sperava che alla sua Casa fosse assegnato un allievo capace e valido.
“Grifondoro.” urlò il cappello infine e dal nostro tavolo si levò un boato di applausi, urla e fischi di approvazione. Mi unii con decisione all'accoglienza calorosa.
Quando anche l'ultimo ragazzino si fu unito alla Casa di Corvonero, Silente si alzò in piedi; improvvisamente il brusio concitato di voci e schiamazzi si spense all'istante. “Ai nuovi arrivati benvenuti, ai vecchi bentornati. Sono certo che avete passato delle belle vacanze e ci sarà modo per ciascuno di voi di farne parola con gli amici... ma prima... dateci dentro.” Allargò entrambe le braccia e su ognuno dei cinque tavoli, quattro dei quali disposti paralleli, comparvero piatti, posate e un infinità di deliziose prelibatezze.
“Grazie al cielo!” esclamai, buttandomi letteralmente su un vassoio carico di pasticcio di patate.
Terminata la cena, dopo aver ascoltato il classico discorso del dopo-banchetto di Silente, fummo praticamente spinti verso i dormitori; la folla era così ansiosa di buttarsi fra le lenzuola che non ci fu modo neanche di salutare vecchie conoscenze o scambiare qualche parola: in pochi minuti ci trovammo davanti al ritratto della Signora Grassa che, paziente, aspettava la parola d'ordine.
“Mandragola.” annunciò Isabel Wood, una ragazza carina del sesto anno. La Signora Grassa scivolò di lato rivelando l'ingresso alla sala comune dei Griffondoro e uno ad uno varcammo la soglia. Osservando la stanza circolare, con un grande camino e soffici poltrone imbottite, fui travolta da un inebriante sensazione di gioia: era meraviglioso essere di nuovo lì, ad Hogwarts, il luogo più fantastico del mondo. Era una tortura pensare che quello sarebbe stato il nostro ultimo anno.
“Fa questo effetto anche a me.” Non mi ero accorta che Sirius mi si era avvicinato; era rimasto in silenzio fino a quel momento e credevo fosse salito ai dormitori insieme a James e a tutti gli altri. Con grande stupore mi resi conto che eravamo gli unici rimasti alzati. “E' l'unica vera casa che abbia mai avuto.” mormorò con una strana espressione sul volto; negli occhi fiammeggiava una luce triste che non gli avevo mai visto. Sentii lo stomaco contrarsi in uno spasmo di dolore: avrei dato qualsiasi cosa per evitare che soffrisse così tanto. Timidamente, pregando che non si sottraesse al mio tocco, gli posai delicatamente una mano sulla spalla; per quanto avessi voluto che si accorgesse di me, la cosa più importante era fargli capire che volevo essergli amica e che ci sarei sempre stata per lui. Sirius si voltò verso di me e mi sorrise. Fu in quel momento che accadde. Un immagine terribile, accompagnata da un inquietante senso di angoscia e di dolore mi balenò nella mente e fui travolta da una sofferenza così profonda che mi fece cadere a terra. La voce preoccupata di Sirius mi arrivava alle orecchie attutita, come se si fosse trovato dall'altra parte della stanza e non a pochi centimetri da me; percepivo le sue mani sul mio volto, fra i capelli ma non riuscivo a distogliere la concentrazione da quel castello che il mio cervello mi mostrava: un castello alto, lugubre, circondato da una distesa d'acqua infinita. Nel cielo scuro figure raccapriccianti di esseri dai mantelli neri svolazzavano sopra l'edificio, beandosi della disperazione che quel posto emanava. Una disperazione così tangibile da scivolarmi sulla pelle, provocandomi ondate di brividi gelati. La visione finì così come era iniziata e riuscii a distinguere i contorni sfocati di Sirius che si era accovacciato al mio fianco.
“Astrid... Astrid mi senti?” urlò Sirius, prendendomi fra le sue braccia; dolcemente mi adagiò su uno dei tanti divanetti della sala comune e scattò in piedi come se muoversi fosse meglio che stare immobili senza far nulla. “Vado a prenderti un bicchiere d'acqua.” biascicò con la bocca arida; sembrava decisamente spaventato. “No.” borbottai. “Sto bene..” mentii. Sirius parve rassicurarsi al fatto che riuscissi a parlare e si sedette vicino a me. “Cosa hai visto?” chiese. Lo guardai, evitando la domanda. Come potevo dirgli che presto o tardi il futuro lo avrebbe condotto ad Azkaban?

Quella notte dormii poco e male: alle solite immagini di figure incappucciate e urla si erano aggiunte anche quelle della prigione dei maghi e dei dissennatori. Inutile dire che il mattino dopo ero uno straccio. Quando aprii gli occhi la luce pallida del sole mi dette il buongiorno, filtrando fra le spesse tende color porpora; non ero dell'umore adatto per poterne gioire e avrei preferito che piovesse. Stavo quasi per svegliare Lily ma mi ricordai che aveva una lezione di Antiche Rune e che quindi doveva già essere scesa. Sul comodino trovai un biglietto scritto con la sua calligrafia minuta e ordinata; recitava poche parole. “Siccome so che non hai ancora portato a termine il compito di Lumacorno ti ho lasciato il mio vicino al baule. Spero possa esserti d'aiuto. Ci vediamo a Pozioni.” Dovevo assolutamente trovare un modo per sdebitarmi.
Nella Sala Grande, i tavoli già disposti per la colazione, trovai Remus e Sirius. Entrambi avevano l'aria di chi ha dormito poco, le espressioni tese, i vestiti stropicciati; sembrava fossero rimasti in piedi tutta la notte. Di James e Peter nessuna traccia. Il tavolo degli insegnati era mezzo vuoto; il minuscolo professor Vitius e Hagrid stavano vivacemente conversando di fronte ad una ciotola colma di porridge sotto lo sguardo interessato di Lumacorno.
Entrai in Sala con la sensazione di andare al patibolo: non sapevo quali domande mi avrebbero posto, né cosa rispondergli. Improvvisamente non avevo più fame.
“Ciao.” esclamai stridula, la voce incastrata in gola. Sirius e Remus mi rivolsero un occhiata tipica di chi sta al capezzale di un caro amico e scattarono in piedi, all'unisono, visibilmente sorpresi e preoccupati. Cosa pensavano che sarei rimasta a letto tutto il giorno? O che fossi stata trasportata d'urgenza al San Mungo?
“Astrid...” disse Sirius. “Cosa ci fai qui?” domandò Remus. Rivolsi loro uno sguardo d'ammonimento e mi sedetti. Per chi mi avevano preso? Ero assolutamente capace di gestire una visione. Anche se, vederli così scossi per la mia condizione, mi fece sentire un po' in colpa; dopotutto ero loro amica, era normale che si preoccupassero.
“Sto bene.” mormorai, afferrando il cestino del pane. I due rimasero in piedi a guardarmi. Mi sentivo un po' in soggezione a dirla tutta. “Davvero... potete stare tranquilli. Sono qui, no? Parlo, mangio, cammino... Sono in perfetta salute.” Cercai di abbozzare un sorriso ma non so certa se mi riuscii; non c'era proprio nulla di cui ridere.
I due si scambiarono un occhiata eloquente e si risedettero sulla panca, in un silenzio religioso. Stavo cominciando a spazientirmi. “Sentite, la situazione sta diventando ridicola. Qualche visione non ha mai ucciso nessuno, possiamo fingere che non sia mai successo?” Rivolsi loro uno sguardo supplichevole. Remus e Sirius, dopo alcuni attimi di indecisione, annuirono. “Bene!” esclamai tutta allegra. “Dove sono James e Peter?” domandai, addentando una fetta di pane tostato. “James è al campo di Quidditch ad allenarsi; Peter non si è visto. È sparito subito dopo essersi alzato. In questo periodo si comporta in modo strano.” Sirius fece spallucce. “Sto cominciando a pensare che abbia una fidanzata segreta..” Lo fissai, strabuzzando gli occhi. Il solo pensiero che Peter potesse avere una ragazza era assurdo. Per prima cosa, come aveva fatto a trovarne una? E secondo... chi mai si sarebbe innamorato di lui? Non che l'aspetto fisico fosse la cosa più importante, ma anche caratterialmente non era proprio il massimo.
“Credi davvero che possa avere una fidanzata?” domandai a Remus. “Bè... forse.” rispose lui sul vago. Sapevo che non ne era convinto. “Andiamo, pensi davvero che una ragazza sceglierebbe lui?” Ammetto che il mio tono era molto più sconcertato di quanto fossi disposta a mostrare, ma non riuscii a controllarmi. Sirius mi rivolse un sorrisino divertito mentre Remus cercò di mascherare la sua risata con un colpo di tosse. Arrossii e mi zittii, sorseggiando un bicchiere di succo d'arancia.
“Solo perchè non ha un bell'aspetto, non vuol dire che non ci sia qualcuna disposta a mettersi con lui.” Mi fece notare Remus, aprendo la Gazzetta del Profeta. “Grazie per avermi dato della superficiale.” ribattei piccata. “Pensi che sia interessata solo alla bellezza esteriore di una persona?” Remus ripiegò le pagine del giornale e si pulì la bocca con un tovagliolo prima di rispondermi. “No, però so che, come dire... hai degli standard più alti.” Mi fece l'occhiolino e lanciò un occhiata a Sirius. Lo guardai come se fosse impazzito e rimasi in silenzio. Cosa stava facendo? Visto che c'era, poteva urlare a tutta la sala che avevo una cotta per Sirius perchè più eloquente di così non poteva essere. Sperai solo che il giovane Black non se ne fosse accorto ma non mi azzardai a guardarlo per paura di una sua reazione negativa. “Ehm, non dovresti andare a lezione Remus?” chiesi, cercando di assumere un tono indifferente. “Cosa? Ah... sì, certo.” Si alzò in piedi. “Ci vediamo dopo.” disse, allontanandosi dal tavolo.
Sirius non aveva più aperto bocca e aveva smesso di mangiare. Cercando di fare finta di nulla, addentai un alto pezzo di pane tostato. Sapevo che dovevo essere arrossita perchè sentivo le guance in fiamme e il fatto che Sirius restasse in silenzio non era d'aiuto. “Allora... fatto dei bei sogni?” chiesi, pentendomene subito. Che razza di domanda era? Sirius sussultò appena, distogliendo la mente da chissà quali pensieri. “Come? Oh, sì... bellissimi.” biascicò. Perfetto, non mi stava neanche ascoltando. Si guardò attorno un po' spaesato, come se solo in quell'istante si fosse ricordato che eravamo ancora in Sala Grande, e afferrò distrattamente una tazza di latte; sembrava lontano anni luce.
“Credo... credo che farei meglio ad andare: devo ancora cominciare il compito di Lumacorno e ho solo un ora per terminarlo.” esclami, schizzando in piedi. Non avrei resistito un attimo di più; avevo bisogno di fuggire da quella situazione imbarazzante. Feci per prendere la mia roba ma Sirius mi afferrò un polso. Sussultai alla sua mano sulla mia pelle nuda. “C'è una cosa che devo chiederti...” sussurrò. Sentii il cuore accelerare furioso fra le costole, la bocca dello stomaco contrarsi fino a farmi male. I suoi occhi si incatenarono ai miei e fu come se nella Sala fossimo rimasti soli; il brusio delle voci sembrava troppo distante perchè potesse essere reale. “Vorresti... vorresti venire con me a Hogsmeade, quando ci sarà la prima gita?”


Ultima modifica di Buffy Anne Summers il Gio Gen 13 2011, 11:19 - modificato 1 volta.
Torna in alto Andare in basso
Buffy Anne Summers

Buffy Anne Summers


Numero di messaggi : 24
Età : 35
Località : In viaggio con i fratelli Winchester...
Punti : 4885
Data d'iscrizione : 09.01.11

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMar Gen 11 2011, 11:52

SAVE ME:


I hang my head and I advertise

A soul for sale or rent

I have no heart I'm cold inside

I have no real intent

Save me, save me, save me

I can't face this life alone

Save me, save me, ooooohhhhh...


Arrivare a Pozioni fu dannatamente difficile quel giorno: sbagliai strada al quinto piano, ritrovandomi all'inizio di un interminabile corridoio che non avevo mai visto; vicino alla torre sud mi imbattei in un insopportabile quadro abitato da un buffo cavaliere che con i suoi infiniti sproloqui mi fece perdere l'orientamento fino a farmi capitare davanti alla guferia. Fortunatamente, dopo che per la milionesima volta la strada mi aveva condotto di fronte al ritratto della Signora Grassa, avvistai due Grifondoro del nostro anno; li seguii, tenendomi a debita distanza, cercando di comportarmi come se quello fosse stato un giorno come tanti. Quando varcai la soglia dell'aula di Pozioni, nei sotterranei, ero quasi in ritardo. Lily, in anticipo come sempre, mi aveva tenuto un posto; dietro di lei, a soli due banchi di lontananza, James e Sirius chiacchieravano animatamente mentre Remus cercava di ascoltare la loro conversazione. Peter era assente.
Mi fiondai al banco, quasi correndo e mi sedetti, ignorando le occhiate di Lily che, chiaramente, aveva già intuito che c'era qualcosa che le stavo nascondendo. Non ebbe tempo di chiedermi alcunché perchè il professor Lumacorno la invitò a raccontare all'intera classe come aveva trascorso le vacanze estive, augurandosi che avesse passato dei bei momenti. Era tipico di Lumacorno cercare di intrattenere l'aula con aneddoti divertenti che riguardavano le sue illustre conoscenze e, qualche volta, estendeva questo beneficio anche ai suoi pupilli. Lily era una di questi.
Mentre Lily raccontava di come fosse rimasta piacevolmente sorpresa di aver scoperto tracce di stregoneria in Francia, strappai un pezzetto di pergamena e scrissi velocemente un biglietto. “Sirius mi ha chiesto di andare a Hogsmeade con lui, quando ci sarà la prima gita.” Lo spostai delicatamente sul suo banco, in modo che riuscisse a leggere. I suoi occhi registrarono accuratamente ogni parola prima di interrompere il racconto; rimase immobile con aria inebetita, fissando Lumacorno con sguardo assente. “Ehm... signorina Evans, stava dicendo?” chiese l'enorme professore, le mani posate sul pancione prominente, invitandola a proseguire. Lily sobbalzò vistosamente, come se solo in quell'istante avesse realizzato che l'intera classe era ancora in attesa della fine del suo discorso; piego lievemente la testa, guardando prima Lumacorno, poi nuovamente il biglietto. “Ehm.. ho finito.” biascicò con voce roca, risedendosi e ignorando le reazioni suscitate dal suo comportamento: l'aula esplose in un corteo di bisbigli e mormorii, alcuni studenti trattennero il fiato rumorosamente; la zona occupata dai Serpeverde si lasciò scappare una risatina di scherno. Sentii James chiedere: “Che le è successo? E' malata?” Lily finse di non udirlo e, come se attorno a lei nessuno la stesse additando o osservando, afferrò una piuma e rispose al biglietto. “Se provi a dirmi che hai rifiutato ti affatturo.” A quella risposta le sorrisi e scossi la testa. Come poteva credere che avessi declinato l'invito? “Evviva!” esclamò, abbracciandomi con forza.
Il professor Lumacorno si schiarì la voce e mi puntò i suoi occhietti addosso. “Signorina Parker, vorrebbe gentilmente spiegare a tutti noi il motivo di tanta ilarità?” Strabuzzai gli occhi e mi sentii come se mi avesse chiesto di spogliarmi davanti a tutti: la sensazione era la stessa. Traballante sulle gambe, mi issai in piedi; puntai lo sguardo sul pavimento e, rossa in viso, dissi la prima cosa che mi venne in mente. “E' per... il mio... gatto.” Ancor prima che finissi la frase mi resi conto di aver detto una grossa cavolata, infatti metà della classe scoppiò a ridere; l'altra si limitò a sghignazzare. Lumacorno era sorpreso: aveva l'aria di chi è stato preso in contropiede. “Ehm, il suo... il suo gatto?”
Se possibile, divenni ancor più rossa. Evitai accuratamente di guardarlo. “Ehm.. sì, sì, signore. Vede... quest'estate, il mio gatto ha incontrato una gattina adorabile e ora... ora, diventerà padre.” Cosa stava blaterando? Dovevo interrompere quella ridicola situazione immediatamente ma, in qualche modo, le parole continuavano ad uscire senza che riuscissi a fermarle. “Diventerà padre di alcuni deliziosi micini e sono così felice, è un passo importante per lui.” terminai. Avrei voluto che il pavimento si aprisse e mi inghiottisse, facendomi scomparire per sempre.
“Bè, congra... congratulazioni al suo gatto, allora.” esclamò Lumacorno dopo alcuni interminabili secondi di silenzio. “Può sedersi ora, signorina Parker.” Fece un cenno con la mano e tornò a rivolgere la sua attenzione al libro di testo posato sulla cattedra.
Lanciai uno sguardo a Lily e vidi che mi stava guardando con aria compassionevole e divertita; sillabò la parola gatto e, per quanto mi sentissi ancora scossa, non potei fare a meno di sorriderle di rimando. Non era stata proprio l'idea più brillante che avessi avuto, lo ammetto.
Alla fine dell'ora, mentii a Lily dicendole che volevo parlare con Lumacorno e l'osservai lasciare l'aula, accompagnata da James, Sirius e Remus. In realtà non avevo affatto voglia di farmi vedere in giro: per quanto cercassi di ignorare la stupida scenetta avvenuta poco prima, non credevo che la storiella del gatto sarebbe finita presto nel dimenticatoio, soprattutto quando i Serpeverde se ne andavano a spasso, miagolando a tutto spiano. Come avevo fatto a cacciarmi in quella situazione?
“Finga di non averli sentiti, signorina Parker. Sono solo invidiosi.” mi rincuorò Lumacorno, cogliendomi di sorpresa: non mi ero accorta che fosse ancora dentro l'aula. Gli rivolsi un sorrisetto mesto e aspettai che fosse uscito, prima di alzarmi ed iniziare a recuperare la mia roba. Infilando una piuma dentro la borsa, mi chiesi di cosa potessero essere invidiosi. Del mio gatto o del fatto che stesse diventando padre?
Afferrai distrattamente il libro di Pozioni Avanzate e fu allora che lo vidi: un foglietto appallottolato giaceva abbandonato ai piedi della mia sedia. Mi chinai a raccoglierlo e lo srotolai con le dita, prima di leggerlo. Diceva: “Porta i miei migliori auguri al tuo gatto! S.B.” Lo rilessi altre tre volte e poi scoppiai a ridere. “Ora fa anche lo spiritoso!” esclamai, uscendo a testa alta dalla classe.

Mentre ripercorrevo il corridoio che da i sotterranei conduceva nell'ingresso, vidi Peter corrermi incontro; aveva il fiatone e si teneva un fianco. Il viso da topo era contratto in una smorfia di dolore. “Dio mio, Peter che è successo? Dove sei stato?” chiesi. Il ragazzo impiegò qualche secondo a rispondermi. Sembrava sul punto di svenire: era pallido e aveva l'aria sciupata. “Ho avuto... da fare, sono stato occupato. La lezione è già finita?” Lo fissai, chiedendomi se stesse scherzando. “Ovvio che è finita. Ora stavo andando a Trasfigurazione... tu la segui? Fai la strada con me?” azzardai. Nonostante fossero passati quasi sette anni da quando ci eravamo conosciuti, non eravamo mai stati così vicini. Ammetto che mi dava un po' i brividi.
Arrossì alla mia domanda e annuì con la testa, passandosi sulla spalla la borsa stracolma di libri e cianfrusaglie varie.
“Mi sono perso qualcosa?” domando dopo un po'. Avevamo oltrepassato la soglia dei sotterranei e stavamo salendo le scale che portavano al primo piano. I ritratti nei quadri sobbalzavano al nostro passaggio. “Perso... qualcosa?” Gli lanciai uno sguardo interrogativo.
“Sì, a.. a Pozioni.” spiegò. Mi sentii ribollire al solo pensiero della scenetta avvenuta poco prima nell'aula di Lumacorno. “Oh, no... solo il mio solito farneticare.” Gli raccontai la storiella del gatto e mi sorprese quando mi lanciò un sorrisetto imbarazzato: avrei scommesso che sarebbe scoppiato a ridere. “Sono cose che succedono. Spero che Lumacorno non ti abbia fatto passare un brutto quarto d'ora.” disse, gentilmente. Scossi la testa e, forse per la prima e unica volta, gli rivolsi un sorriso d'intesa.
“Ehi, bellezza! Posso unirmi a voi?” La voce di Sirius mi colse alla sprovvista e mi sentii morire alla parola bellezza. Mi voltai a cercarlo e vidi che era distrattamente appoggiato ad una colonna, le mani in tasca e l'aria furbetta sul volto. “Bellezza? Sul serio?” ribattei, cercando di contenere l'entusiasmo. Mi lanciò un sorriso e ignorò la domanda, buttandosi in una fitta chiacchierata con Peter. “Ma tu guarda che faccia tosta.” borbottai a voce un po' più alta del normale. Sperai che mi sentisse. Fino a qualche giorno prima sembrava una persona totalmente diversa: era passato da uno stato di quasi apatia ad uno di euforia fin troppo vistosa. Mi chiesi se potesse dipendere dal fatto di uscire insieme e mi sentii rallegrare a quel pensiero. Forse era proprio così.
“Ehi... se non vieni giù dalle nuvole, ti perderai la lezione.” mi urlò. Non mi ero accorta di essere rimasta indietro; Sirius e Peter erano quasi arrivati nell'aula della professoressa McGrannit.
“Arrivo, arrivo.”

In classe, la professoressa McGranitt, austera come sempre, ci attendeva in piedi vicino alla cattedra; sulla lavagna alle sue spalle, in una fitta calligrafia ordinata aveva già compilato le istruzioni necessarie all'incantesimo del giorno: trasformare la propria testa in quella di uno squalo. Dall'alto della sua postazione, ci salutò uno ad uno, invitandoci a sederci e a prendere il libro di testo. “Buongiorno ragazzi. Questo è il nostro ultimo anno e spero che molti di voi riusciranno a passare i M.A.G.O. con voti degni di merito. Come sapete, lo scorso semestre abbiamo terminato le trasfigurazioni animali, quindi quest'anno ci dedicheremo alla Trasfigurazione degli esseri umani. Oggi cominceremo con un incantesimo molto facile. Serve a trasformare la testa dell'interessato in quella di uno squalo e permette la respirazione sott'acqua. La formula corretta è Caput Aequor, e questo incantesimo rientra negli incanti di trasformazioni di singole parti del corpo, nello specifico in quelle dette Caput Forma.” Lanciò uno sguardo d'incoraggiamento alla classe. Alcuni la guardavano come se fosse impazzita, altri con espressione vitrea; una delle poche che prendeva appunti e sembrava perfettamente capire cosa stesse succedendo là dentro era Lily. “Tutto chiaro?” domandò la McGranitt, facendo schioccare la lingua come quando era infastidita. “Provate a ripetere la formula.” disse. Dall'aula si levò un coro di “Caput Aequor” squillante e poco convincente. La professoressa scosse la testa, desolata. “No, la e è più aperta. Forza, riprovate.”
Il coro successivo non scaturì un risultato diverso, ma la McGranitt non sentì storie e ci fece dividere in coppie per provare l'incantesimo. Io capitai con Lily che, inutile dirlo, dopo pochi tentativi riuscì a padroneggiare la formula come se l'avesse provata un milione di volte e la sua testa divenne quella di uno squalo bianco dall'aria famelica. Anche Remus ebbe successo al terzo colpo. “Ma come fai?” domandai a Lily, rossa in volto allo sforzo eccessivo di far tornare la tua testa alla normalità; la mia, invece, non aveva alcuna voglia di diventare quella di un cetaceo.“E' facile!” rispose lei. “Basta volerlo.” spiegò. “Ah, bè... grazie.” commentai, imbronciata. “Per te è tutto una passeggiata, ma per chi, come me, non ha doti così straordinariamente elevate che deve fare?” Il mio tono era molto vicino ad un piagnucolio, ma non riuscii a controllarmi: avevo una fifa assurda per i M.A.G.O. “Devi svuotare la mente e cercare di figurarti uno squalo.” Non mi era semplice concentrarmi se nella stanza dove mi trovavo io c'era anche Sirius e infatti il mio sguardo corse subito a lui. Lo vidi impegnato a sghignazzare con James. Alzai gli occhi al cielo e tornai a rivolgere la mia attenzione a Lily. “Ora che abbiamo appurato che Black e Potter non verranno mai promossi, possiamo tornare al nostro incantesimo?” L'espressione di Lily era un misto fra incredulità, divertimento e scoraggiamento. Ero sicura che, una volta tornati in Sala Comune, James si sarebbe preso una bella strigliata per aver sottovalutato così il suo futuro, non prestando attenzione ad una lezione difficile come quella. Mi sfuggì un risolino, ma cercai di nasconderlo subito. “Giusto, l'incantesimo...” biascicai.
A fine lezione, grazie all'aiuto di Lily, la mia testa divenne quella di uno squalo angelo particolarmente brutto. Una volta tornata alla mia familiare forma umana, la McGranitt assegnò a Lily, a Remus e a me dieci punti ciascuno per essere stati gli unici a compiere l'incantesimo nella sua forma corretta, dopo di che affibbiò all'intera classe un tema di tre pergamene per il lunedì successivo, procurando nell'aula un coretto di esclamazioni poco cortesi. Per la prima volta nella mia vita, fui esentata dai compiti: chi, infatti, era riuscito a trasfigurare la propria testa non avrebbe dovuto svolgere il tema. Uscii dall'aula e, con Lily a braccetto, ci dirigemmo verso le serre: Erbologia ci aspettava.

Dentro le serre trovammo la professoressa Sprite intenta a distribuire sui banconi alcuni vasi contenenti una pianta che non avevo mai visto; le foglie avevano una forma quasi triangolare, piene di spine, e i fiori, simili a quelli delle piante carnivore, erano color cremisi. Il pistillo era puntellato di macchioline bianche che la facevano assomigliare alla cappella di un fungo.
“Buongiorno miei cari, questa” esclamò la professoressa Sprite, scuotendosi via dal cappello alcune foglioline che erano rimaste incastrate; indicò la pianta con fare teatrale “è Colclearia, un fiore dotato di particolari peculiarità che lo rendono unico nel suo genere: cresce sui versanti delle montagne più alte e, per qualche misterioso motivo, sboccia solo durante le eclissi. Oggi cercheremo di estrarre il loro preziosissimo succo che potrete poi utilizzare per la lezione di Pozioni di domani. Fate molta attenzione, però: è un fiore delicato e allo stesso tempo estremamente pericoloso. Se ingerita rende imprudenti e insensibili al dolore fisico; potreste commettere azioni impensate, con cause gravissime.” L'espressione che aveva sul volto bastava a rendere i più coraggiosi di noi immuni al fascino della pianta. “Di conseguenza” continuò con voce squillante, mostrando alla classe un paio di guanti di spessa pelle di drago “indosserete questi: vi serviranno non solo per evitare contatti indesiderati, ma anche per premunirvi contro le spine. È indispensabile che non le tocchiate; se dovesse succedere cadrete in un sonno profondo, popolato da incubi e allucinazioni perfettamente simili alla realtà. Potrebbero condurvi a credere a qualsiasi cosa. Quindi, mi raccomando, prestate particolare premura a come le maneggiate, perchè l'unico modo per estrarre loro il succo è carezzare dolcemente le foglie. Solo in questo caso, il pistillo secernerà il liquido che ci occorre. Avete capito tutti?” chiese, distribuendo i guanti di protezione. L'aula emise un sì sommesso e la professoressa ci divise in gruppi di tre. Chissà come, io finì con James e Sirius; entrambi avevano un aria leggermente spaventata: non c'era da scherzare con quelle piante.
“Allora...” esordì James, dopo un po' “è vero che uscite insieme?” Per poco non feci cadere il vaso a terra. Lo fissai sgomenta, chiedendomi perché dovesse domandarlo proprio in quel momento, senza preavviso e, soprattutto, quando ero presente anche io. Non poteva parlarne direttamente con Sirius?
“Ehm..” balbettai, lanciando un occhiata supplichevole al giovane Black che colse subito la palla al volo. “Ramoso, non potremmo parlarne con più tranquillità, un altra volta?” accennò, indicando la folla di studenti attorno a noi. Buttai distrattamente uno sguardo alle mie spalle e non potei non notare che alcune nostre compagne sembravano molto interessate all'argomento; Susan Cole, una bella ragazza dai capelli biondi come il grano, mi trafisse con un occhiata gelida.
Esplosi in una risatina stridula, tornando a concentrarmi sulla Colclearia; solleticai il più delicatamente possibile una delle foglie e con l'altra mano posizionai una piccola ampolla di vetro sotto il pistillo. Immediatamente quella cominciò a riempirsi di liquido ambrato. “Possiamo non parlarne qui?” borbottai. “E, tecnicamente, non siamo ancora usciti insieme.” Ero sicura che la mia faccia fosse rossa come un semaforo; anche le gambe mi tremavano leggermente e la voce era poco più di un flebile sibilo.
James annuì e per un po' nessuno parlò, prestando attenzione solo a riempire più ampolle possibili; la professoressa Sprite si era raccomandata di raccoglierne un gran numero.
Verso la fine delle due ore, il nostro gruppo ne aveva collezionate una decina, il pistillo si era quasi esaurito e di foglie ne era rimasta solo una. “Credo che un altra riusciamo a riempirla.” dissi, accarezzando l'ultima foglia superstite. Capii subito che c'era qualcosa che non andava perchè sentii una spina pungermi la pelle: distratta dalla conversazione, avevo dimenticato di far scivolare il guanto fino al polso. Ritrassi con uno scatto il braccio e fissai i due ragazzi con sguardo preoccupato. “Oh, oh..” riuscii a mormorare prima di scivolare a terra, avvolta da una tenebra opprimente.

Camminavo in una lunga strada asfaltata; i lampioni bagnavano il cielo di una debole luce pallida e le stelle, coperte da una coltre di nuvole scure, erano invisibili. Gruppi di bambini vestiti in maschera correvano a bussare alle case, con piccoli secchielli di plastica appesi ai bracci. Era la notte di Halloween e in giro si percepiva quella tipica sensazione di spensieratezza che caratterizzava quel magico giorno in cui tutto era possibile. In lontananza, la campana di una chiesa scandì la mezzanotte e molte mamme si affrettarono a condurre i bambini riluttanti a casa.
Seguì la via fino a ritrovarmi di fronte ad una casetta identica in tutto e per tutto alle altre che si srotolavano accanto a quella; la staccionata bianca, il tetto rosso, a punta, le finestre scure come occhi che scrutavano guardinghe la notte. Tutto era esattamente la copia della casa a fianco. L'unica particolarità di quell'edificio, era una scopa abbandonata nel fazzoletto di giardino che abbracciava la villetta. Capii che in quella ci abitavano dei maghi.
Rimasi per un lasso di tempo indefinito a fissarla; non sapevo perchè, ma ero in attesa di qualcosa. Non passò molto prima che accadesse: un lampo di luce verde illuminò brevemente una finestra del secondo piano e un urlo, uno di quelli intrisi di terrore, squarciò il silenzio vellutato. Cercai di muovermi, di correre in aiuto della persona che aveva gridato, ma non riuscii a fare un passo: le mie gambe erano incollate al suolo e potevo solo assistere impotente alla scena. Provai a parlare, ma il risultato fu lo stesso; le corde vocali sembravano essersi fuse fra loro, impedendomi di articolare alcun suono.
Qualche istante dopo, un gruppo di figure incappucciate scivolò fuori dall'oscurità, e venni accerchiata da una decina di persone. I loro volti erano invisibili nel buio della notte, così come i loro corpi; l'unica luce era data da un lampione troppo distante dalla casa. Sapevo che mi avrebbero fatto del male, esattamente com'era successo agli abitanti della villetta, e lacrime amare sgorgarono dai miei occhi, bollenti e poi subito ghiacciate. Mi rigarono le guance, terminando la loro corsa fra le labbra rosee. Fui assalita da un tremito di paura.
Una delle figure si mosse, voltandosi a guardare la casetta e pochi secondi dopo un altra figura comparve; indossava un mantello nero, la bacchetta in mano, un guizzo d'odio negli occhi scarlatti. Fluttuò nell'aria e il gruppo di persone aprì un varco per farlo entrare nel cerchio, come se stessero giocando una perversa partita di pallone. Il nuovo arrivato scaturì un sibilo dalle labbra e la folla si dissolse come fumo nella nebbia;rimanemmo soli. Voldemort, la faccia contratta in una smorfia sadica, mi puntò la bacchetta contro. Non potei fare altro che fissarlo terrorizzata, immergendomi in quegli occhi che tutto sembravano fuorché umani, osservarlo alzare il bastoncino di legno, pronunciare poche parole. “Avada...”
Il grido che uscì dalla mia bocca si perse nella notte.

Mi svegliai in mezzo ad un prato. Gli uccellini cantavano fra le fronde degli alberi e il sole brillava alto nel cielo; candide nuvole di zucchero filato scivolavano pigre, cullate dall'alito del vento. Era una giornata stupenda.
Mi alzai in piedi e cominciai a camminare in direzione della torre che si intravedeva prima delle colline. L'edificio si stagliava diroccato fra giganti cipressi e querce imponenti; il grosso orologio che ne dominava la cima era visibile anche da lontano e scandiva i rintocchi ogni qual volta la lancetta piccola si muoveva. In quel momento ne risuonarono cinque.
Indossavo un abito bianco, leggero, di seta pregiata ed non avevo le scarpe; l'erba fine mi solleticava le caviglie mentre mi accingevo ad arrivare all'entrata della torre. Il portone di legno pesante aveva l'aria malandata e gli scalini che conducevano alla soglia erano sbeccati in parecchi punti. Le finestre dei piani erano sbarrate, cucite malamente da fogli di giornale sbiaditi nel tempo, e il giardino che circondava la costruzione era un ammasso di zolle di terra, calcinacci e mattoni.
Salii i gradini, tenendomi alla ringhiera traballante e spinsi il portone che si aprì con un cigolio; uno spiraglio di luce nelle tenebre. Riuscii a infilarmi fra la fessura e mi ritrovai in un vasto androne, dai soffitti a volta; un rosone grande almeno due metri illuminava debolmente la stanza dall'alto. Sul pavimento vi erano una quantità indescrivibile di roba: schegge di vetro, fogli di carta -alcuni appallottolati, altri spiegati-, travi di legno, attrezzi da giardino, mobili distrutti, resti in decomposizione di animali morti. Sul gradino più basso delle scale a chiocciola che portavano al primo piano un carillon suonava debolmente una melodia gradevole, sconosciuta.
Lo raccolsi e lo infilai in tasca; misi un piede sul primo scalino e cominciai a salire. La moquette, che un tempo doveva esser stata rossa, attutiva il suono del legno scricchiolante che sembrava trovare un eco infinito per quell'edificio così enorme: si amplificava fino a divenire un sottofondo inquietante.
All'ultimo piano, la torre rivelò una stanza circolare senza finestre; era terribilmente buio. L'unica fonte di luce proveniva da un armadio a due ante semi-aperto. Fissata alla parete a sinistra, c'era una gabbia completamente immersa nell'oscurità; non riuscivo a capire se fosse vuota. Sul pavimento lurido, quelli che sembravano grossi sacchi di plastica scura rendevano arduo camminare senza cadere: era come una gara di percorso a ostacoli al buio.
Attratta dal mistero dell'armadio, mi ci avvicinai e, con dita tremanti, lo aprì leggermente. Sul momento, pensai fosse vuoto poi mi accorsi che sul fondo c'era qualcosa: una manciata di peli grigi, ruvidi, simili a quelli di un animale; e un dito umano, tranciato di netto dal resto del corpo. Repressi un urlo e, barcollando all'indietro, scivolai su uno dei sacchi e caddi per terra. Ai rumori sinistri della torre, si aggiunse quello del rimbombo della caduta. Mi tagliai un dito cercando di rimettermi in piedi e qualche goccia di sangue colò sul sacco alla mia destra; improvvisamente quello si animò, così come tutti gli altri, e la plastica nera scivolò via, rivelando figure umane, terrificanti nei loro aspetti cadaverici. L'orrore più grande non fu quello: fu realizzare che stavo fissando me stessa. Alle mie spalle, Lily, James e Remus, zombie anche loro, mi guardavano, terrorizzati, mentre il mio io cadavere si alzava in piedi, avvicinandosi pericolosamente; nella gabbia, la versione zombie di Sirius scuoteva le sbarre, urlando parole incomprensibili. Peter sghignazzava in un angolo, tenendosi la mano ferita.
Riuscii non so come a raggiungere la scala, ma scoprii che era sparita; sotto di me, solo il vuoto.


Spalancai gli occhi di scatto, un urlo incastrato in gola, il cuore che batteva velocemente. Non riuscii a capire subito dove fossi, ma poi mi resi conto di essere in infermeria; Madama Chips si affaccendava poco distante, sprimacciando con la bacchetta un cuscino immacolato.
“Ehi, bellezza... non farmi mai più prendere spaventi del genere.” La voce di Sirius era poco più che un sussurrò. Lo vidi seduto alla mia sinistra, il volto contratto in un espressione tesa, la mano stretta nella mia. Fui assalita dalle lacrime; scoppiai in singhiozzi, mezzo ridendo di gioia, mezzo piangendo. Non potevo credere di essermi finalmente svegliata da quell'incubo.


Ultima modifica di Buffy Anne Summers il Gio Gen 13 2011, 11:20 - modificato 1 volta.
Torna in alto Andare in basso
Buffy Anne Summers

Buffy Anne Summers


Numero di messaggi : 24
Età : 35
Località : In viaggio con i fratelli Winchester...
Punti : 4885
Data d'iscrizione : 09.01.11

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMar Gen 11 2011, 11:53

CRAZY LITTLE THING CALLED LOVE:


This thing (this thing)

Called love (called love)

It cries (like a baby)

In a cradle all night

It swings (woo woo)

It jives (woo woo)

It shakes all over like a jelly fish

I kinda like it

Crazy little thing called love

Settembre lasciò il posto a Ottobre e con esso arrivò anche la tanto agognata prima gita a Hogsmeade. Le lezioni si fecero più difficili e le poche ore di buco che avevamo servivano per cercare di restare in pari con la marea di compiti. Non ci fu un attimo di tempo per mettermi d'accordo con Sirius per la nostra uscita. Ad essere sincera, più ci pensavo, più mi prendeva il magone allo stomaco. Lily tentava in tutti i modi di rassicurarmi, invano: non avevo mai avuto un vero e proprio appuntamento, anche perché, da quando avevo ricordo, l'unica persona per cui avevo provato interesse era stata solo una.
La sera prima della gita, il 13, passò in un lampo e fu subito mattina. Quando aprii gli occhi, mi sentii come se mi avessero conficcato una pluffa in gola; il cuore mi batteva così forte che pensai sarebbe scoppiato.
“Bella addormentata, oggi è il gran giorno!” Fu la sveglia di Lily. Rotolai fuori dal letto a castello e la trovai in piedi di fronte al mio baule; in una mano teneva un paio di jeans, nell'altra una minigonna scura. Mi rivolse un gran sorriso. “Niente divisa, è banale. Dobbiamo scegliere un completo adatto all'occasione.” esclamò, rituffandosi nel caos del baule, fra vestiti, libri di incantesimi e piume dall'aria consunta. “Devo proprio?” biascicai con un filo di voce che non sembrava neanche la mia. Lily mi guardò stupita, districandosi dalla marea di roba che ingombrava il quadrato di pavimento vicino al letto. “Astrid Cassandra Parker è tutta la vita che aspetti questo momento, quindi datti una mossa e vatti a lavare. Sceglierò io qualcosa per te.” Il tono non ammetteva repliche.
Mi trascinai in bagno, impiegando meno di mezz'ora a rendermi presentabile; quanto tornai nel dormitorio, scoprii che Lily era scomparsa. Al suo posto, un completo giaceva sul letto disfatto, insieme ad un bigliettino.
Mettiti questi e truccati un po'. Non ti azzardare a venire giù senza aver fatto qualcosa a quei capelli. Prova il pettine, magari funziona. L.E.

Soffocai una risatina e indossai gli abiti profumati di fresco. Devo ammettere che stavo molto bene con la minigonna nera e una camicetta bordeaux; un paio di calze nere e stivali bassi dello stesso colore completavano la mise.
Scesi in sala Grande con la sensazione di essere osservata da tutti; era come se avessi un cartello sulla testa che diceva: guardatemi, ho un appuntamento con Sirius Black!
Individuai Lily, James e Remus seduti al tavolo dei Grifondoro, intenti a fare colazione; quasi corsi per raggiungerli, zigzagando fra gli studenti ancora in piedi, ignorando il coro di miagolii che si era alzato dalla delegazione dei Serpeverde. Di Peter e Sirius neanche l'ombra. Provai una fitta di ansia a non vederlo: e se avesse cambiato idea?
Come intuendo il mio stato d'animo, James mi sorrise e disse: “Sarà qui fra pochi minuti.” Mi fece l'occhiolino e riprese a mangiare. Da parte mia, non riuscii neanche a bere un po' di caffè; ero un fascio di nervi e tremavo tutta. Lily tentò di tranquillizzarmi, consigliandomi di fare degli abbondanti respiri ma proprio in quel momento vidi Sirius dirigersi verso il nostro tavolo e per poco non soffocai. Remus mi porse un bicchiere d'acqua e mi lanciò uno sguardo rassicurante; si sporse vicino al mio orecchio e sussurrò: “Andrà tutto bene.”
Neanche Sirius indossava la divisa e mi sembrò più bello che mai quando si sedette al mio fianco. “Buongiorno.” esclamò, come se niente fosse. Non riuscii a rispondergli; il solo fatto di averlo accanto mi fece desiderare di tornare nei dormitori e rifugiarmi sotto le coperte.
Pochi minuti dopo Remus, James e Lily si alzarono, lasciando Sirius e me da soli; sapevo che la parola appuntamento significava uscire in coppia, ma avrei tanto voluto che Lily restasse a farmi compagnia: vederla scomparire dalla sala Grande mi provocò la nausea.
Sorseggiai un po' d'acqua giusto per riempire il silenzio che si era creato fra di noi; Sirius mangiava lentamente, a volte lanciandomi qualche occhiata di nascosto. Finsi di non vederlo; era molto più facile concentrarsi sul legno scuro del tavolo, evitando di guardarlo.
“Mi sembri piuttosto nervosa... va tutto bene?” La domanda di Sirius mi colse impreparata; gli rivolsi un sorrisino tirato e annuii con la testa. “Una meraviglia..” biascicai in risposta.
“Se hai cambiato idea puoi dirmelo.” disse, addentando una fetta di pane tostato con la marmellata. Deglutii prima di rispondere. “Non... non ho cambiato idea. Voglio ancora uscire con te.” Arrossii fino alla punta dei capelli e presi un altro sorso d'acqua; avevo qualche difficoltà a parlare correttamente. Sirius mi rivolse un enorme sorriso e sentii qualcosa, dentro di me, andare al posto giusto; fu come se mi avessero iniettato una dose di tranquillità, perchè mi calmai del tutto. Essere lì, vicino a Sirius, guardarlo mentre mi sorrideva mi infuse un senso di felicità mai provata.
“Andiamo?” chiese qualche istante dopo, alzandosi in piedi; mi porse la mano e gliela strinsi con convinzione: non mi importava più se attorno a noi c'era una folla di persone.
Camminando verso l'uscita sentii Rosie McMillan trattenere il fiato rumorosamente, bisbigliare alla sua amica: “Che diavolo ci fa con lei?”. Nascosi un sorrisetto e le lanciai un occhiata spavalda, stringendo ancor più la mano di Sirius.
Arrivare a Hogsmeade fu più veloce del previsto; chiacchierare mi fece perdere la cognizione del tempo e in pochi minuti ci trovammo vicini a Zonko, il negozio di scherzi. La vetrina scintillava di mille colori vivaci ed un viavai di gente entrava e usciva, accompagnati dal trillo del campanello appeso alla porta d'ingresso; all'interno, una miriade di quelli che a prima vista sembravano aeroplanini di carta svolazzavano pigri sopra le teste degli acquirenti.
“Ti va di entrare?” chiese Sirius.

Il quinto capitolo è il più corto perchè ancora non è finito... XD


Ultima modifica di Buffy Anne Summers il Gio Gen 13 2011, 11:21 - modificato 1 volta.
Torna in alto Andare in basso
LadyProffa

LadyProffa


Numero di messaggi : 3083
Età : 42
Località : Basilicata
Punti : 8447
Data d'iscrizione : 06.01.10

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMar Gen 11 2011, 15:03

Molto, molto coinvolgente, Buffy!

Mi piace molto questa storia, e soprattutto come hai descritto l'amicizia tra Astrid e Lupin; anche tutto il resto, anhe se sono cose che abbiamo sentito e risentito, ci stanno bene, nel racconto...
Il tuo stile di scrittura è molto bello, però mi raccomando, se scrivi un testo per HP8 (non vedo l'ora!) devi farlo dal punto di vista di Harry!

L'unica cosa che non mi convince proprio è che Astrid sia a conoscenza del problema di Lupin e dei soprannomi dei 4, dovrebbe essere un segreto!
Ah, e poi...Grifondoro è con una sola f, non ti far fregare dal nome inglese! Smile


Torna in alto Andare in basso
Frankie.

Frankie.


Numero di messaggi : 424
Località : Scicli
Punti : 5875
Data d'iscrizione : 18.06.09

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMar Gen 11 2011, 22:22

Bravissima Buffy ho letto il tuo testo tutto d'un fiato.
Mi sono compiaciuta delle descrizioni davvero ben curate e scorrevoli, e se qualche errorino c'è...si può sempre correggere.
Come ha detto Lady non vedo l'ora di leggere un tuo testo per Hp8.
Nb: Bellissima la caratterizzazione dei malandrini... me li sono sempre immaginati così Wink
Torna in alto Andare in basso
Buffy Anne Summers

Buffy Anne Summers


Numero di messaggi : 24
Età : 35
Località : In viaggio con i fratelli Winchester...
Punti : 4885
Data d'iscrizione : 09.01.11

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMer Gen 12 2011, 00:21

Grazieeeee!! *me felice che vi piaccia*
Lady Tonks per la cosa del segreto dei malandrini anche una mia amica ha avuto lo stesso dubbio... però io ho sempre pensato che Lily ne fosse venuta a conoscienza durante il settimo anno... o no??? O.o E quindi ho immaginato che anche Astrid lo sapesse.. considerando la sua amicizia con Remus. :S Uhmmm... forse lo cambierò!
Scusate per il terribile GriFFondoro -.-" e per vari e eventuali errori grammaticali XD Non ho avuto modo di correggerla...
Sono comunque contenta che vi sia piaciuta... e penso proprio che mi metterò a riscriverla: mi sta nuovamente gasando tantissimo!
Ah,solo due note..
1) Il personaggio di Astrid è ispirato ad un personaggio "vero" (più o meno) di HP. Ricordate quando Harry, nel quinto libro, vede il ricordo di Piton? E in particolare il giorno degli esami GUFO? Bè, se presterete particolare attenzione vedrete che ad un certo punto Harry dice che alle spalle di Sirius c'è una ragazza che lo guarda con aria sognante... bè, quella è ASTRID! Very Happy
2) E' ovvio che Peter è sempre assente perchè in combutta con Voldemort (ma va?!?!?! XD)


Torna in alto Andare in basso
Ludovic Bagman
Admin
Ludovic Bagman


Numero di messaggi : 6251
Età : 33
Località : sponde del Piave, Fiume Sacro alla Patria
Punti : 11870
Data d'iscrizione : 02.05.09

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMer Gen 12 2011, 11:47

testo magnifico!! Very Happy
sinceramente quasi quasi me l'ero immaginata anch'io così Very Happy Very Happy muahaha
bravissimaaaa! cheers


Citazione :
2) E' ovvio che Peter è sempre assente perchè in combutta con Voldemort (ma va?!?!?! XD)
su questo avrei qualcosa da ridire...
mi pare che per Peter l'amicizia coi tre fosse sincera casta e pura prima dell'arrivo di Lord Voldemort sulla ribalta inglese...
il passaggio al Lato Oscuro dello Sforzo è avvenuto dopo! Wink
Torna in alto Andare in basso
http://galaxia.forumfree.net/
Buffy Anne Summers

Buffy Anne Summers


Numero di messaggi : 24
Età : 35
Località : In viaggio con i fratelli Winchester...
Punti : 4885
Data d'iscrizione : 09.01.11

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMer Gen 12 2011, 12:27

Ma durante il settimo anno Peter non è già, più o meno, d'accordo con Voldemort?!?!? O.o Non so... forse ho fatto male i calcoli.
Grazie mille comunque per i complimenti *arrossisce*
Torna in alto Andare in basso
kinderangie

kinderangie


Numero di messaggi : 1090
Età : 55
Località : Firenze
Punti : 6605
Data d'iscrizione : 26.05.09

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMer Gen 12 2011, 16:48

Carissima Buffy/Alice, sono rimasta incollata allo schermo a leggere i tuoi capitoli sui malandrini.
Scrivi davvero benissimo, hai molte buone idee, sono ben espresse, c'è ambiente e anche la caratterizzazione dei personaggi è davvero fantastica.
Sei riuscita a rappresentare tutto con una grande realtà e anche le visioni sono fantastiche.
Mi sembrava proprio di essere lì con loro.
Davvero bravissima, qualche piccolo errore di battitura e grammaticale, ma niente che dia fastidio alla lettura.
Vorrei però segnalarti alcune cose che non tornano molto.

L'orologio digitale posato ----->ehm questa storia si svolge negli anni 60.... l'orologio digitale non c'era!

avevo ereditato la magia da parte di mia nonna materna, Armida. Da lei avevo preso anche la capacità di avere visioni del futuro che mi apparivano sotto forma di sogni. Harry, d'altro canto, era un mago grazie alla nonna paterna, Heith, -quella che ci aveva adottato

-----> ma non sono fratelli? Cioè entrambe le nonne erano maghe e hanno passato i loro poteri ognuna ad uno dei nipoti? Ho capito bene?


Nimbus...----> non so se esisteva già....non c'erano le Scopalinda???? forse mi sbaglio ma basterebbe leggere il librino sul Quidditch.

far tornare la tua testa alla normalità ------------la sua testa (sta parlando di Lily che si sforza)

Seguì la via ---->seguii la via

Il nuovo arrivato scaturì un sibilo dalle labbra ---------> secondo me è il sibilo che scaturì dalle labbra, non il nuovo arrivato.

----------
Come ti ha detto Lady HP8 è scritto dal punto di vista di Harry, ma tu hai scritto con il pdv di Astrid, quindi sei già stata molto brava, anche se in HP8 parliamo di Harry in terza persona.
Vabbè, ma lo sai già, è come fa la Rowling....

Beh, che dirti: complimenti davvero, spero che finirai presto il 5' capitolo e che tu ne scriva altri, ma soprattutto non vedo l'ora che ti cimenti in un testo per hp8!!!!
Torna in alto Andare in basso
Buffy Anne Summers

Buffy Anne Summers


Numero di messaggi : 24
Età : 35
Località : In viaggio con i fratelli Winchester...
Punti : 4885
Data d'iscrizione : 09.01.11

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMer Gen 12 2011, 19:23

Grazie mille per i complimenti *diventa tutta rossa* Sono così felice che la storia vi risulti coerente e ben organizzata anche a voi potteriani! Non vedo l'ora comunque di scrivere qualche cosina su HP8 ^^

kinderangie ha scritto:

L'orologio digitale posato ----->ehm questa storia si svolge negli anni 60.... l'orologio digitale non c'era!

Che idiota... ahahah mica ci avevo pensato! Very Happy

kinderangie ha scritto:
avevo ereditato la magia da parte di mia nonna materna, Armida. Da lei avevo preso anche la capacità di avere visioni del futuro che mi apparivano sotto forma di sogni. Harry, d'altro canto, era un mago grazie alla nonna paterna, Heith, -quella che ci aveva adottato

-----> ma non sono fratelli? Cioè entrambe le nonne erano maghe e hanno passato i loro poteri ognuna ad uno dei nipoti? Ho capito bene?

Esatto! Mi sembrava carino che avessero un potere diverso.. ^^

kinderangie ha scritto:
Nimbus...----> non so se esisteva già....non c'erano le Scopalinda???? forse mi sbaglio ma basterebbe leggere il librino sul Quidditch.

Ah boh... onestamente su questo non mi sono informata!


kinderangie ha scritto:
far tornare la tua testa alla normalità ------------la sua testa (sta parlando di Lily che si sforza)

Grazie! Mica l'avevo visto l'errore Very Happy

Torna in alto Andare in basso
Buffy Anne Summers

Buffy Anne Summers


Numero di messaggi : 24
Età : 35
Località : In viaggio con i fratelli Winchester...
Punti : 4885
Data d'iscrizione : 09.01.11

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMer Gen 12 2011, 19:40

Ah, visto che ci sono vi posto anche le foto dei personaggi per come me li sono immaginati. Chiaramente Sirius è un figo della madonna =Q____ ah ah ah ♥
Ecco qua:

ASTRID:
https://2img.net/r/ihimizer/i/astridm.jpg/

LILY:
https://2img.net/r/ihimizer/i/lilys.jpg/

REMUS (trovare una foto che potesse rendere giustizia al suo personaggio non è stato facile. Non c'è nessuno che secondo me assomigli così tanto a Remus oltre all'attore che lo interpreta sul serio.. quindi cercate di immaginarvelo solo un po' più giovane):
https://2img.net/r/ihimizer/i/remusr.jpg/

SIRIUS: (=Q_____ ♥♥)
https://2img.net/r/ihimizer/i/siriusd.jpg/

JAMES (per chi guarda Gossip Girl lo conoscerà come Carter^^):
https://2img.net/r/ihimizer/i/jamesqr.jpg/

PETER (se trovare una foto di Remus è stato difficile trovare uno che potesse fare Peter è stato impossibile. Quindi ecco una foto dell'attore che nei flaschback di HP interpreta appunto Peter):
https://2img.net/r/ihimizer/i/petera.jpg/
Torna in alto Andare in basso
Buffy Anne Summers

Buffy Anne Summers


Numero di messaggi : 24
Età : 35
Località : In viaggio con i fratelli Winchester...
Punti : 4885
Data d'iscrizione : 09.01.11

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Continuo capitolo 5   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyMer Gen 12 2011, 23:55

*continuo capitolo 5*

Terminati gli acquisti da Zonko, Sirius propose di passare dai Tre Manici di Scopa. Era una giornata splendida e non mi andava molto di rinchiudermi da qualche parte, ma accettai lo stesso; una bevanda era quello che serviva con quel caldo. Dentro il pub fu impossibile trovare un posto a sedere subito: Sirius ed io riuscimmo ad occupare un tavolo appartato solo venti minuti dopo. Ordinate le nostre consumazioni restammo per un po' in silenzio, non sapendo di che parlare. Percepivo le occhiate di tutto il locale, nel quale sembrava essersi riversata l'intera Hogwarts, su di me e molte ragazze, dalle più giovani alle mie coetanee, non si preoccupavano neanche di bisbigliare o di passare inosservate mentre chiacchieravano alle nostre spalle, additandoci come fossimo stati dei fenomeni da baraccone. Quando adocchiai Madama Rosmerta con le nostre bibite tirai un sospiro di sollievo: sorseggiare dal bicchiere avrebbe sicuramente distolto la mia attenzione da quello spettacolino indecente. Sirius sembrava infastidito e qualche volta temetti che se ne sarebbe andato, lasciandomi sola alla mercé di tutti. Pochi istanti dopo, mentre un insulsa ragazzina commentava con malignità il mio abbigliamento, Sirius si alzò e sbatté con forza il suo boccale sul tavolo, facendomi trasalire. “Dove vai?” biascicai, colta dal panico che la mia paura si stesse avverando. Scattai in piedi anche io e, quando ignorò la mia domanda, lo seguii con lo sguardo fino a che non lo vidi fermarsi al tavolo della ragazza che non aveva fatto altro che fissarci e spettegolare su di noi da quando eravamo entrati. Non riuscii ad udire cosa le disse, ma dalla sua espressione capii che era molto arrabbiato: non era così che si era immaginato la nostra prima uscita. La biondina non ebbe modo di replicare, o non ne trovò il coraggio, e la vidi stringere con forza le labbra e sbattere furiosamente le palpebre, come se stesse cercando con tutta sé stessa di non scoppiare a piangere. Ad un certo punto, annuì con la testa e fece un cenno alla sua amica di uscire; Sirius le scrutò fino a che non scomparvero nella folla e poi tornò verso di me, risedendosi con tutta la tranquillità del mondo, come se non fosse successo nulla. “Ora non ti daranno più fastidio.” disse, scolandosi mezza Burrobirra in un solo sorso. Lo guardai con un misto di gratitudine ed imbarazzo e ripresi posto sulla panca, fissando il pavimento ai miei piedi. “Grazie...” mormorai. Mi sentivo le guance in fiamme e un nodo alla gola mi impediva di respirare correttamente: ero sull'orlo delle lacrime. Mi sembrava di essere tornata ad impersonare i ruoli di una ragazzina tredicenne, impacciata ed estremamente fragile, quando in realtà avevo smesso da tempo di temere il mondo e le sue cattiverie. “Astrid, che succede?Ehi, guardami...” La voce di Sirius mi riportò ai Tre Manici di Scopa e lo sentii stringermi la mano con dolcezza. “Ho fatto qualcosa che non dovevo fare?” chiese. Presi un abbondante respiro, prima di trovare la forza per guardarlo negli occhi. Sul suo volto si erano formate delle piccole rughe di preoccupazione e l'espressione tradiva un certo stato di inquietudine, come se fosse tormentato dentro. Scossi la testa ed accennai un debole sorriso. “No.. niente. Solo che non era così che avevo fantasticato sul nostro primo appuntamento... fin'ora non è andata molto bene.” ammisi con riluttanza. E una volta cominciato fu difficile smettere. “Abbiamo parlato sì e no due volte ed entrambe le volte di argomenti stupidi, sei dovuto intervenire a difendermi come avessi dieci anni, ci fissano tutti, chiedendosi perchè sei uscito con me quando potresti avere tutte le ragazze che vuoi, e per di più quelle due mi hanno fatto proprio incavolare.” sbottai, quasi urlando. “Non mi va neanche più il tè... se fossi già maggiorenne prenderei un bel bicchiere di whisky incendiario e cercherei di affogare i miei dispiaceri nell'alcool, visto l'andazzo di questo appuntamento.” Schioccai la lingua con disapprovazione. “Ma non posso fare nemmeno questo...”
Mi stavo comportando come una bambina che fa i capricci e provai una fitta di terrore all'idea che Sirius potesse arrabbiarsi con me, dopo quello che avevo detto, o peggio ancora che potesse cambiare idea e decidere di non voler uscire più insieme.
Con mia grande sorpresa non successe nulla di tutto questo: il giovane Black mi guardò un istante e poi scoppiò a ridere. Non un sorrisetto tranquillo, ma una vera e propria risata, di quelle che durano un eternità e che ti lasciano un piacevole fastidio allo stomaco. “Non c'è proprio nulla di divertente.” lo rimbeccai, ma non mi degnò nemmeno per un secondo. Continuò a ridere come se non avessi parlato. Sbuffai e bevvi il tè tutto di un sorso; quando posai il bicchiere di nuovo sul tavolo l'ilarità di Sirius si era placata almeno in parte: non rideva più, ma sorrideva ancora, a tratti sghignazzando. “Sei proprio strano.” commentai, fingendo un disinteresse che non provavo. In realtà bramavo dalla curiosità di sapere il motivo di tanto divertimento. Sirius si passò una mano fra i capelli scuri e finì la Burrobirra che aveva di fronte, nel mentre diventata tiepida. “Scusa, non ho saputo resistere.” spiegò. “Bè, non è che sia molto carino ridermi in faccia.” gli risposi piccata, simulando un arrabbiatura lontana anni luce. Cercai di resistere alla tentazione di sorridere a mia volta, data la situazione comica che si era creata, e guardai fuori da una delle finestre, sperando di riuscire a mantenere un espressione seria. Sirius intuì il mio stato d'animo e si sporse verso di me, mi sfiorò il viso con una mano, spostandolo in modo che i miei occhi incrociassero nuovamente i suoi e disse: “So che stai morendo dalla voglia di ridere...” Era vero, ma scossi la testa. Il giovane Black aggrottò le sopracciglia. “Uhm.. una tipa tosta, direi. Che ne dici, allora, di fingere che non sia successo nulla e ricominciare da capo?” Non capii subito cosa intendesse e lo guardai chiudere gli occhi, rimanere in silenzio per una manciata di secondi, e incrociare le mani davanti al volto. Quando riaprì le palpebre, mi sorrise, si alzò in piedi e mi porse il braccio. “Signorina Parker vuole avere l'onore di uscire con me?” domandò con tono solenne. Gli sorrisi a mia volta e annuii, afferrandogli il gomito. “Ma certo, signor Black!”
Torna in alto Andare in basso
kinderangie

kinderangie


Numero di messaggi : 1090
Età : 55
Località : Firenze
Punti : 6605
Data d'iscrizione : 26.05.09

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyDom Gen 16 2011, 09:07

e ora??????????

non puoi lasciarci così, sul pù bello!!!

a quando il prossimo capitolo????
Torna in alto Andare in basso
Piff Potter

Piff Potter


Numero di messaggi : 1217
Età : 26
Località : Roma
Punti : 6333
Data d'iscrizione : 23.07.10

AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI EmptyDom Gen 16 2011, 13:08

Davvero belli, non c'è che dire. Ho letto soltanto i primi, con calma leggerò il seguito! Smile
Torna in alto Andare in basso
Contenuto sponsorizzato





AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty
MessaggioTitolo: Re: AL TEMPO DEI MALANDRINI   AL TEMPO DEI MALANDRINI Empty

Torna in alto Andare in basso
 
AL TEMPO DEI MALANDRINI
Torna in alto 
Pagina 1 di 1
 Argomenti simili
-
» I SOSTITUTI DI FRED E gEORGE
» Il diario dei malandrini

Permessi in questa sezione del forum:Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
www.harrypotter8.altervista.org :: L'ANGOLO DELL'AUTORE :: HARRY POTTER WORKS-
Vai verso: