Ecco a voi un testo partorito da più menti (due e mezzo! ) e pronto per farsi leggere e violentare da voi giovani critici!! Ringrazio fin da subito Alb e Frankie per la realizzazione.. ma vorrei essere più preciso:
-Dialogo Willis e Cilindro => Frankie e Alb
-Correzione e aggiunte => Frankie e Alb
-Consecutio Temporum => Alb
-Tocco femminile => Alb... err... Frankie
-Revisione e adattamento => Frankie e Alb
- Pubblicazione => Ludo
e quindi.. leggete pure il MIOOO straordinario testo!!! che se poi non è bello è colpa loro!!!
Buona lettura e ave!!! «Potter, fai attenzione per piacere!»
Il rimprovero della professoressa Sprite lo fece sobbalzare in modo colpevole. A nulla servì il suo tentativo di riconcentrarsi sulle Cynoglosse, piantine esili color ambra, che dovevano innaffiare con cura: lo scoppio di risate arrivò fragoroso e irritante. Come poteva prestare attenzione ora che Ginny stava nella sua stessa classe?
Harry guardò Ron, come per scusarsi, ma l'amico era tutto preso dal suo compito per eseguire esattamente ciò che Hermione gli sibilava all'orecchio. Il ragazzo sapeva bene che una mancata esecuzione voleva dire un voto molto, molto scarso.
A malincuore torno a fissare la sua Cynoglossa; Ginny gli diede un pugno sulla spalla per fargli capire che a lei tutta quella attenzione, in fondo, non dispiaceva.
Lo squillo della campanella non si fece aspettare e i ragazzi cominciarono a raccogliere le proprie cose e a imbacuccarsi con sciarpe e mantelli pesanti per ripararsi dal vento gelido.
Harry tenne la porta della serra aperta per lasciare passare i tre amici; si diressero veloci verso il portone di quercia.
«Una lezione inutile!» sbottò Ron, una volta varcata la soglia, togliendosi la sciarpa rosso e oro. «Buona solo a farci prendere il raffredd..» ma venne fulminato da un'occhiata di Hermione.
«Ci sarà sicuramente nell'esame dei MAGO!» esclamò contrariata la ragazza.
«Abbiamo appena cominciato e già si parla di esami?» piagnucolò Ron, scuotendo il capo abbattuto.
«Io gli esami li ho appena fatti! Ora non voglio sentirne più parlare!» intervenne Ginny, agitando la rossa chioma per togliersi le foglie impigliate.
«Aspetta, ti aiuto io!» si offrì Harry, avvicinandosi.
Improvvisamente due maghi in divisa scarlatta apparvero dal portone di quercia a passo di marcia e si diressero verso di loro.
«Oh oh!» fece Ron, scostandosi da Harry.
«Non di nuovo!» sibilò Ginny, afferrando un braccio ad Harry e tirandoselo a sé.
«Potter, ci segua per favore!» disse uno dei due Auror, invitando Harry a precederlo, mentre l'altro apriva la strada verso i sotterranei.
«Okay... va bene!» sospirò Harry. «Andiamo!»
Harry seguì il primo mago, già scomparso dietro l'angolo.
Solo Potter, grazie!» sentì chiarire dall'Auror che lo seguiva.
Non si voltò, perchè non voleva vedere la faccia di ginny contrariata, guardandolo sparire ancora una volta senza la possibilità di seguirlo. Scesero le scale per i sotterranei ed entrarono nella prima segreta. La stanza era vuota, senza alcun mobile. Un camino in fondo alla stanza era l'unica rientranza sul muro di pietra: ospitava un fuoco scoppiettante e la testa di Percy Weasley.
«Harry, ben arrivato!» lo accolse, col suo solito fare pomposo.
«Ciao, Percy! Che c'è di nuovo?»
«Di nuovo? Tutto immangino!» fece ironicamente Percy, scuotendo il capo. «Con gli americani tra i piedi è da chiedersi se qualcosa sia rimasta come prima!»
I due Auror, appoggiati alla porta, borbottarono qualcosa, approvando le sue parole.
«Che ci fai allora qui?» chiese Harry, impaziente.
«Aspettavo te!» rispose subito Percy. «Il ministro ti vuole parlare, Harry. Vuole dirti qualcosa di importante, pare!» continuò, quasi con tono offeso. Harry sapeva che Percy, come segretario del Ministro, voleva sapere tutto ciò che accadeva all'interno del Ministero e non riusciva a concepire come potessero esistere delle informazioni a lui segrete.
«Mi parlerà dal camino?» chiese Harry.
«Certo che no! Si sta molto scomodì in questa posizione!» disse il segretario. Harry ricordava bene come le ginocchia facessero male stando inginocchiato davanti al camino. «Ma ecco che arriva il ministro!» esclamò improvvisamente Percy.
«Bene...» fece Harry, sempre più impaziente.
Percy si schiarì la voce. «Kingsley Shacklebolt, Ministro della Magia Ingles...»
«Salutami tua madre...» lo interruppe Harry. « ... E anche tuo padre!»
Percy lo guardò male e la sua testa scomparve con un pop.
Le fiamme si avvamparono altissime per un istante, diventando smeralde e Kingsley apparve vorticando.
«Harry tutto bene?» chiese tendendogli subito la mano.
«Sempre bene, ministro!» rispose Harry, stringendola, come da manuale.
«Al diavolo le formalità! Sono il ministro e ti ordino di chiamarmi Kingsley!»
«Come vuole.... ministro!» rispose Harry, sottolineando l'ultima parola.
Kinsley scoppio a ridere. Poi con un cenno congedò i due Auror che uscirono chiudendosi la porta alle spalle.
«Allora, Harry, niente di speciale per te, solo un altro passo nel tuo addestramento Auror!»
«E c'è bisogno di tutta questa discrezione?» chiese stupito il ragazzo.
«Beh... sai...» improvvisamente Kingsley parve in disagio. «Ci sono cose che... non vorremo far sapere... perchè...»
«Capisco!» disse in fretta Harry. Gli americani!
«Il fatto è che vorrei farti fare un po' di esperienza con i migliori e ci può essere... qualcuno che non sia d'accordo che il sapere si passi da popolo a popolo! Comunque, bando alla ciance, ho poco tempo e parecchie raccomandazioni da farti!»
«Pensavo me le avessi fatte tutte ormai...» intervenne Harry, sorridendo.
«Quasi!» rassicurò Kingsley. «Tra qualche anno avrò finito! Ora...» prese fiato «ti addestrerai con Hudson Willis!»
«Il professor Willis?» chiese Harry, eccitato.
«Lui, lui!» confermò il ministro. «Ora voglio che tu capisca un paio di cose: Willis è un americano e quindi non sappiamo che tipo di addestramento abbia in serbo per te. Se ti sembra che le sue prove siano troppo dure e pericolose, chiamami! Ci sono delle leggi che regolamentano queste prove e non mi posso permettere che Hudson faccia qualcosa d'illegale!
«Chiaro!» annuì Harry, pensando a cosa avrebbe fatto Ginny se fosse tornato mutilato da una missione.
«Non è permesso a Willis portarti a spasso con scope o robe simili!»
«Peccato!» fece Harry. «Avrebbe potuto insegnarmi qualche trucchetto!»
«Se fate delle scampagnate, è bene che il ministero sia avvisato della vostra meta e durata della gita!»
«... non vedo perchè...»
«E' chiaro, Harry?» chiese il ministro, guardandolo negli occhi.
«Chiaro!» rispose Harry, sostenendo lo sguardo.
I due si guardarono per un attimo. Poi Kingsley sorrise e si avviò verso il camino.
«Devo scappare! Sono in ritardo alla riunione con i capi ufficio... il professor Willis ti sta già aspettando nel suo ufficio!» esclamò Kingsley, prendendo della Polvere Volante da un sacchetto sopra il camino. «Stammi bene, Harry e non cacciarti nei guai!»
«A presto, ministro!» salutò Harry.
«Kinglsey... chiamami Kingsley!» sospirò entrando nel camino. Alzò la mano pronto a gettare la polvere nel fuoco smeraldo e si fermò.
«Sai cosa penso, Harry?» domandò il ministro serio.
«Non sono mai stato bravo a leggere nella mente...»
«Penso che non farai ciò che ti ho chiesto di fare!» disse quasi tristemente.
Harry ci pensò un attimo. Forse il ministro aveva ragione, ma non era un buon motivo per confermare i suoi sospetti.
«E'...» fece una pausa. «... solo un impressione, ministro!»
Kingsley sbuffo e sparì in una vampata smeralda.
***********
Harry salutò i due Auror che seguirono Kinsley nel camino, poi uscì dal sotterraneo richiudendosi la porta alle spalle. Salì in fretta gli scalini, sbucando nella Sala d'ingresso nella speranza di trovare Ginny, Ron ed Hermione lì ad aspettarlo, ma la trovò vuota fatta eccezione per un ragazzo riccioluto che appendeva a colpi di bacchetta un messaggio in bacheca.
Arrivato nel corridoio del 3° piano lo trovò totalmente buio e l'unica luce visibile era quella proveniente dall'ufficio di Willis attraverso la porta socchiusa. Si avvicinò con cautela, tenendo la mano appoggiata al muro, per non inciampare. Sentì chiaramente la voce del professore e un altra cantilenante rispondergli.
«Sempre così catastrofico, eh?» Il sarcasmo nella voce di Willis si poteva quasi toccare con mano.
«Il tempo d'agir ti è stato concesso,
ma tu non hai fatto nessun progresso
Va' a fidarti di un mago scellerato
non se ne avrà niente di guadagnato»
«Certo, certo! Non capisco proprio perché ti sto qui ad ascoltare!» riprese Willis, alzando la voce.
«Mentre tu rimembri a ciò che egli vide
Giano il Bifronte si è voltato e ride:
Pensavo che tu fossi un mago abile,
Non uno ignorante e vulnerabile»
«Io vulnerabile??» domandò estrefatto Willis, quasi come se fosse stato colto alla sprovvista. Harry, che ormai era a pochi passi dalla porta, si avvicinò per poter sbirciare nella fessura. Il mantello turchese di Willis gli copriva gran parte della visuale. Sulla parete a destra del professore, l'unica visibile, un enorme poster lo raffigurava in tenuta da Quiddich mentre compiva spettacolari giravolte e diversivi. Harry non riusciva a scorgere il Cilindro Canterino.
«NON HO MAI PERSO UNA BATTAGLIA!! DEVE ANCORA NASCERE IL MAGO CAPACE DI METTERMI AL TAPPETO!!» l'improvvisa ira, fece sobbalzare Harry, tanto che rischio di appoggiarsi alla porta.
«Il Sacro Fuoco sempre di più brucia
Lo scopo raggiungerà con ferocia.
Non ti cullare sulla dotta pianta,
La promessa può essere infranta»
Harry sentì i passi del professore percorrere la stanza verso la parete opposta dove si apriva una piccola porta. Il ragazzo poté finalmente scorgere il cilindro viola che fremeva e si contorceva sopra la scrivania del professore.
«La tua insolenza lascia senza fiato,
Continua così e verrai rimpiazzato,
E adesso dove vorresti scappare
Non ho ancora finito di cantare!»
«Adesso devo dirti quando e dove vado in bagno? Chi sei tu? La mia balia o il mio cappello?» sbottò Willis sbattendosi la porta alle spalle. Harry avvicinò ulteriormente l'occhio alla fessura. Stava pensando a cosa fare quando...
«Entra Harry Potter, non tergiversare
Credimi, non fa bene tentennare
Dal mio teso canto sei stato attratto
E adesso ti avvicini di soppiatto.»
Harry, non potendo far altro, spinse la porta ed entrò nell'ufficio. Numerose lampade ad olio rischiaravano un ambiente che di ufficio aveva poco. Le pareti erano costellate di cartine geografiche con numerose spille rosse ferme in alcuni punti. Sulle spille pendeva un cartellino con un nome. Harry si chiese se erano maghi pedinati dal professore o dal M.B.I stesso.
«Scusi!» cominciò tentando di giustificarsi. «Dovevo vedere il professor Willis e...» ma il cilindro lo interruppe continuando il suo canto.
«Dal genio di un grande mago son nato
E da quel momento mai ho sbagliato.
In America ho ottenuto esperienza
in Inghilterra porto conoscenza.»
Harry fece qualche passo incerto verso la scrivania. Il Cilindro piroettò due volte su se stesso per poi proseguire:
«Non mordo mica, non aver paura,
per bocca ho solamente una fessura.
Son detentore di grandi abilità
nessuno al mondo ne ha neppur la metà.»
«Maghi potenti bramano di udire
ma non a tutti spetta di riuscire
solo un mago giovane e beniamino
fa al caso del cilindro canterino»
Il cilindro tacque rimanendo immobile. Harry si guardò intorno preoccupato. La porta da cui era uscito Willis non si aprì, come sperava, e fu costretto a ridirigere l'attenzione verso il cilindro.
«Le verità non saranno celate
ma le risposte che cerchi svelate,
tutte le porte ti si schiuderanno
e ti sarà rivelato ogni inganno.»
Risposte? Cosa sapeva il cilindro? Harry deglutì arretrando di un passo.
«Se senza diffidare mi indosserai
son sicuro che mai te ne pentirai,
per te solo intono il sublime canto
perché per te sia motivo di vanto»
«La tua decisione non rinnegherai
Perché ciò che ti spetta scoprirai
Uglick per te ora è un grande mistero
Insieme scopriremo chi è davvero.»
«Il Sacro fuoco truce su Hogwarts brucia
Da lunghissimo tempo ormai si crucia,
Noi due se una cosa sola saremo
son convinto che lo paleseremo.»
Harry rimase estrefatto. Non sapeva cosa fare. Forse, per la prima volta, avrebbe avuto l'occasione di snodare gli enigmi e i misteri che lo perseguitavano dall' estate, magari sapere cosa significavano le visioni che aveva avuto. Aveva tutto ciò a portata di mano?
Si guardò intorno ancora una volta. Il Willis nei poster sfrecciava tra le nubi inseguendo il boccino d'oro senza prestargli la minima attenzione. Sarebbero bastati pochi attimi per infilarsi il cilindro in testa e ascoltare ciò che aveva da dire.
«Il tuo sguardo carico d'attenzione
rivela un'imminente evoluzione
su, dài, allunga le mani e afferrami
ponimi sul giovin capo e serra...»
Harry allungò le braccia per afferrarlo, ma proprio in quel momento Willis in carne ed ossa aprì la porta.
«Harry!» esclamò sorridendo. «Sei pronto per allenarti con me?»
«Pronto, professore!» rispose Harry, lanciando un occhiata al cilindro, che però rimase immobile e fermo sopra la scrivania.
«Benissimo! Direi che allora possiamo andare!» fece l'americano prendendo il mantello da viaggio e calcandosi il cilindro sul capo.
«Ehm.. dove professore?» chiese Harry a disagio.
«Oh, in giro!»