«Evitate il compromesso, siate creativi, non abbiate paura di sperimentare, non continuate a rimestare il fondo del calderone ...».
Detto fatto!«... ma non alzate neanche troppo gli occhi del dritto sentiero».Ah... ... ops!!!
Buona lettura da Rem e Ludo e Kat!Il momento era giunto. Nel buio nero delle cucine, Harry distingueva a malapena un lungo tavolo accanto a lui su cui Ginny stava silenziosamente riponendo patate e cipolle in un sacco di juta.
Hermione controllava da qualche minuto senza fermarsi il contenuto del Mokessino di Harry, il sacchetto magico, regalo di Hagrid; Ron le posò una mano sulla spalla e, sforzando un sorriso, disse: «Non preoccuparti, hai già controllato dieci volte».
Hermione si fermò. «Hai ragione». Poi si voltò e abbracciò il ragazzo.
«È arrivata l'ora» disse Harry serio.
Ginny completò il lavoro velocemente come se fino a quel momento avesse preso tempo. «Ecco, ho messo tutto». Harry le rivolse un sorriso e con un po' di fatica inserì anche il sacco delle provviste nel suo sacchettino magico.
Poi la prese per mano e si diresse verso un grande cassonetto. «Per fortuna che Kreacher ci ha detto di questo passaggio!».
«Lo dovevamo immaginare che ci fossero delle immondizie da gettare» constatò Ginny.
«Già».
Harry aprì il bidone e fissò Ginny. «Tutto ok?».
«Come potrebbe?» gli rispose.
Il ragazzo lasciò cadere il coperchio e la baciò; poi si staccò e l'abbracciò forte.
«Vedi di tornare tutto intero, che ti voglio massacrare io!».
Le lacrime iniziarono a scendergli sul viso. «Vado» disse con la voce spezzata. Rialzò il coperchio e scavalcò la parete del cassone; poi, tenendosi chiuso il naso, si lasciò cadere.
Invece di toccare il fondo si sentì risucchiato come in una gigantesca lavatrice. All'istante, mettendosi a gridare, dimenticò le sensazioni che l'avevano oppresso sino a quel momento. Il flusso lo sballottò a destra e a sinistra dando un deciso aiuto alla digestione del polpettone di quella sera.
Tanto velocemente quanto era iniziato, tanto velocemente tutto finì. Si ritrovò nuovamente libero dal risucchio, capitombolò e si trovò disteso a pancia all'aria su qualcosa di morbido. Sollevato dal fatto di non essersi rotto l'osso del collo, riprese fiato. Una puzza nauseabonda inondò le sue narici: era finito su una montagna di scarti di cucina!
Si trovava vicino al lago, sentiva il rumore dell'acqua, sopra di lui, da una roccia sporgente, sbucava uno scivolo di pietra che ora sapeva provenire direttamente dalle cucine di Hogwarts.
Nemmeno il tempo di riprendere fiato che si ricordò di Ron: da un momento all'altro sarebbe sbucato proprio da quel buco per finirgli addosso! Rotolò sul lato un paio di volte un attimo prima dell'arrivo dell'amico, che, come lui si tombolò sul mucchio di immondizia!
Ron alzò la testa scrollandosi qualche pezzo di verdura dalle orecchie . «Che brutta idea, che brutta idea!».
«Ron sbrigati, diamoci una ripulita e partiamo, non abbiamo tempo da perdere».
CRACK!
I ragazzi sobbalzarono dalla sorpresa vedendo comparire una piccola e esile figura tra loro.
«Kreacher!» esclamò Harry, aggrappandosi a Ron per non perdere l'equilibrio. «Non farlo mai più! Ci fai prendere un colpo ...».
«Kreacher si chiede se il Padron Harry lo può perdonare.» gracchiò servile l'elfo domestico. «Kreacher doveva venire!».
«Sì, certo!» sbottò Ron, massaggiandosi ancora il petto dalla paura. «Immagino che non potevi arrivare dallo scarico come noi, eh?».
Gli enormi occhi dell'elfo si soffermarono sul ragazzo guardolo malinconico. Due lacrime gli rigarono le guance raggrinzite.
«Kreacher è un elfo che serve il Padrone» singhiozzò «Kreacher non è un idiota!».
«Ah, scusa,» fece imbarazzato Ron, «non era mia intenzione offenderti e... Ehi! Cosa vuoi insinuare?» domandò irritato, capendo infine le parole dell'elfo domestico.
«Kreacher non insinua nulla!» squittì l'elfo facendo un profondo inchino. «Kreacher è qui per il padrone!».
«Cosa è successo?» chiese Harry, desideroso di non perdere ancora tempo.
«Il Padron Harry non deve andare!» strillò Kreacher, facendo un altro profondo inchino quasi per scusarsi.
«Cosa?» domandò Harry stupito.
«Il Padron Harry non deve andare!» ripetè l'elfo.
I due ragazzi si guardarono senza capire. Harry lanciò un occhiata all'orologio d'oro nel taschino della veste.
Maledizione! pensò il ragazzo. Ora ci si mettono pure gli efli domenstici.
«Kreacher...» cominciò scocciato Harry, «io ti avevo ordinato di ...».
«Gli ordini non sono più prioritari!» lo interruppe inaspettatamente l'elfo.
«Io... cosa??».
Kreacher fece volteggiare in aria un dito e davanti alla faccia di Harry comparve una pergamena dorata con il sigillo d'approvazione in cera rossa... il sigillo del Ministro.
«Articolo uno del CIOcCoCreMa: un elfo domestico deve obbedire al suo Padrone a meno che gli ordini impartiti recano o possono recare danni all'elfo stesso!» recitò con voce squillante da banditore la pergamena dorata.
«Sì.. beh, non vedo come possa...» balbettò harry stupito indietreggiando, col solo risultato di rischiare di cadere nuovamente.
«Articolo due del CIOcCoCreMa: un elfo domestico non può danneggiare il proprio Padrone nei limiti prescritti dalla Legge magica Internazionale della Legittima difesa!».
«Oh, ... questo è di conforto però ...».
«Articolo tre del CIOcCoCreMa: un elfo domestico non può permettere che, per sua imprudenza e imperizia, o per omissione soccorso, il suo Padrone venga danneggiato da fattori prevedibili ed evitabili!».
La pergamena scomparve in una fiammata argentata. Harry sbattè più volte le palpebre per togliersi l'immagine luminosa impressa nella retina. Poi infuriato guardò l'elfo.
«NON PUOI ESSERE CERTO CHE QUESTA MISSIONE SIA UN PERICOLO PER ME!!» ruggì tirando un calcio rabbioso ad un enorme zucca in decomposizione.
«Padron harry non può andare!» ripetè pacato Kreacher. Harry, dopo avergli lanciato un'occhiata infuocata si rivolse all'amico, rimasto fino a quel momento, stranamente, in silenzio.
«E adesso che si fa?» gli abbaiò addosso.
«Lo si Schianta, no?» rispose sorridendo Ron sfoderando la bacchetta.
Un lampo blu elettrico illuminò la montagna di spazzatura e Ron volò parecchi metri più in basso.
Imprecando e ruzzolando, dopo parecchi minuti riapparve sul piano dove Harry e l'elfo domestico aspettavano. Prendendo un minimo di contegno e togilendosi i cavolini dai capelli lanciò una fattura contro il vecchio elfo, prendendolo in pieno.
Inspiegabilmente Harry, estratta la bacchetta, penso: Levicorpus! Ron si ritrovò appeso per le caviglie.
«MA SEI SCEMO?» gridò Ron scostandosi la veste che gli penzolava davanti alla faccia. «CHE DIAMINE STAI FACENDO?».
«Non ne ho la minima idea!» confessò harry, con un mezzo sorriso. Che gli stava succedendo?
Kreacher tiratosi faticosamente in piedi raggiunse il ragazzo borbottando.
«Articolo nove della CioCCoCrEMa... il Padrone ha l'obbligo morale e civile di proteggere il suo servitore con qualsiasi mezzo e in qualsiasi occasione...» brontolò l'elfo.
«Sicuramente c'è lo zampino di Hermione dietro questo!» esclamò harry dandosi una manata sulla testa con uno scatto iritato. «Mi domando chi altri c'è dietro!».
Il ragazzo stava fissando il suo servitore e questi, inspiegabilmente, lo guardò a lungo e poi si voltò a guadare l'amico appeso per le caviglie. Harry si insospettì non poco.
«RON?» muggì, sferzando l'aria con la bacchetta e fecendo ruotare l'amico di qualche giro.
«Ho solo fatto qualche postilla ...» balbettò Ron, sempre alle prese con la veste. «Davvero... sono stato costretto ad aiutarla sennò non... ecco... beh... non... ME LA DAVA!».
Harry lo fissò con sguardo omicida, tanto che la mano di Ron sondava nervosamente la tasca cercando la bacchetta, che in realtà stava abbandonata sopra mezzo montone. Kreacher alternava lo sguardo da Harry a Ron, aspettando che il Padrone parlasse. Avendo capito che forse non era nelle sue future intenzioni ruppe il silenzio.
«Kreacher si domanda se il Padrone desidera far cucinare il suo amico a fuoco lento?».
«No Kreacher, preferisco la carne alla piastra!» disse Harry guardando Ron che si dimenava in aria, poi lo liberò dall'incanto.
L'amico si ritirò in piedi alquanto irritato e si ripulì nuovamente dalle porcherie che aveva un po' ovunque. «Allora mio caro cuoco, oltre alle ricette, hai pensato a come uscire da questa situazione?».
Harry diede una mano a Ron a ripulirsi, poi si rivolse a Kreacher. «Nell'ipotesi in cui ti portassimo con noi, tu potresti vigilare sulla nostra incolumità e quindi non andare contro all'articolo tre, sbaglio?».
«Sbaglia Padrone Harry, Kreacher vuole vigilare solo sull'incolumità del suo padrone non su quella del suo amico».
«Sì va bene, se venissi con noi potresti controllare la mia salute?».
L'Elfo annuì piegandosi in un ampio inchino.
«Bene, possiamo ripartire. Adesso vediamo se siamo davvero fuori dai confini della magia della scuola, e se possiamo smaterializzarci».
L'Elfo gli si fece davanti. «Kreacher può guidare se il padrone vuole».
Ron guardò titubante Harry. «Credo che possiamo farlo da soli Harry! Non mi fido delle nuove regole del CioCCoCrEMa».
«Kreacher noi facciamo da soli, sai già qual è la nostra meta vero?».
«Kreacher lo sa» disse scomparendo in uno schiocco.
Ron mise una mano sulla spalla di Harry. «Andiamo anche noi». I due ragazzi sparirono nella notte.
Oramai era certo, non si sarebbe mai abituato alla forza centrifuga della materializzazione; dopo essersi sentito rivoltare come un calzino per tutto il tragitto, i suoi piedi toccarono violentemente terra ma cedettero, nello stesso modo in cui un budino poco solidificato cede ad un avido cucchiaio. Sentì le ginocchia ripiegarsi, anche stavolta atterrò sul morbido ma si rese subito conto che di immondizia non si trattava.
«Ahh…potresti TOGLIERE LE MANI PER FAVORE!» mugugnò Ron rimanendo immobile a terra mentre un Harry decisamente impacciato tentava di rialzarsi evitando di danneggiare ciò che l’amico aveva di più prezioso.
«Oh…scusa, niente di “rotto”?» rispose senza riuscire a trattenersi.
«Per stavolta mi è andata bene» sbottò l’amico afferrando la mano di Harry «ma alla prossima vedi di stare più attento» puntualizzò tentando di scrollarsi polvere e pietrusche che si attaccavano alla veste impregnata di un acquitrino puzzolente.
«Fantastico, porto anche il profumo della più grande dispensa di umido che abbia mai visto» continuò portandosi disgustato le mani al naso.
«Non credo sarà importante per quello che dobbiamo fare, sfumature» replicò Harry alzando lo sguardo al paesaggio.
«Già, sfumature è la parola giusta…» concluse Ron burbero scrutando il panorama.
“CRACK”
«Padron Harry » gracchiò con riverenza il vecchio elfo domestico curvandosi in un inchino.
«Alzati Kreacher...direi che possiamo andare» disse con un sospiro.