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 Il racconto di Azucena

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Skalvo




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MessaggioTitolo: Il racconto di Azucena   Il racconto di Azucena EmptyDom Apr 21 2013, 05:29

è la prima volta che scrivo, non credevo l'avrei fatto.
é una bozza e non so bene dove poterla inserire, se non nel capitolo 24, credo nel 25, dipende dagli sviluppi. Ad ogni modo: Dovete sapere che l'ho scritto diverse volte prima di arrivare a questa stesura e titolo. All'inizio volevo che il dialogo non fosse tra Azucena ed Harry, ma tra Harry e "silente-quadro" e che avvenisse all'epilogo della storia, nello studio del preside. Ma poi gira e rigira ho cambiato lo scenario e ho adattato la storia fino a trasformarlo nel racconto di Azucena sull'origine della pergamena.
Buona lettura:

Il racconto di Azucena


"Ora Harry", cominciò lei, "stò per dirti cose che oltre a me, solo tre persone a questo mondo conoscono, anche se a dire il vero, una di queste, non è più tra noi: Silente".
Harry era concentrato e curioso come non mai. Benchè odiasse il fatto che Silente avesse avuto dei segreti, anche e soprattutto con lui, non poteva essere arrabbiato con il suo vecchio preside. Aveva capito che spesso, i segreti che Silente portava con se, erano stati per Silente stesso uno dei motivi di forza che lo avevano portato ad essere il mago Migliore del modo, almeno per Harry e per le persone che come lui, lo amavano.
Azucena riprese:
"Conobbi Grindelwald poco dopo il suo ritorno da Godric's Hollow, quando andò a trovare la sua unica parente ancora in vita, Bathilda Bath; come sai, Bathilda era la più rinomata storica della magia del secolo e già allora era molto conosciuta; Bathilda aveva una libreria personale decisamente ben fornita dei più svariati e antichi libri di magia, alcuni veramente molto rari se non addirittura unici. Fu nella libreria di Bathilda che Ghellert vide quel libro per la prima volta. Un libro molto oscuro e nella sua versione integrale. "Segreti dell'arte più oscura". Era un libro molto vecchio e consunto e sembrava che Bathilda avesse appena iniziato a leggerlo, quando Ghellert lo trovò appoggiato su di un tavolino, aperto sulla prefazione. Era scritto in antiche rune, molto difficile da tradurre; Ghellert riuscì a capirne solo qualche parola. C'era una donna di nome Virginia, tre fratelli, una stella chiamata Minami, 700 anni, 7 volte, 1300 D.C. Tra le pagine c'era una illustrazione che mostrava un Thesral al riparo di un albero di Sambuco in una raduna; al centro della raduna c'era una donna avvolta in un mantello, con un anello che brillava al dito e in mano teneva una bacchetta puntata al cielo verso una stella luminosa; attorno a lei, tre uomini. Tutto intorno all'immagine vi erano state scritte delle note che lui non riusciva a decifrare; solo le parole Doni e Morte. Esaltato dalla scoperta del libro, ne fece una copia molto simile, ma decisamente più leggera, premurandosi di togliere dallo stesso tutte le pagine in cui la bacchetta veniva anche solo menzionata. Sottrasse il libro originale a Bathilda, e andò da Silente la sera stessa. Entrambi conoscevano la storia dei tre fratelli, ma quel libro dava loro la conferma dell'esistenza dei doni.
"Parte della storia successiva la conosci già, vero Harry?" domandò Azucena.
Harry pensava tra se; pensieri e immagini cominciarono a balzare davanti ai suoi occhi come una pellicola di un vecchio film, un film la cui trama gli veniva raccontata dal suo vecchio preside: Silente che si lasciava convincere a partecipare alla ricerca dei doni per "il bene superiore"; bene che per lui era rappresentato dall'avere suo padre ancora vivo e sua sorella Ariana in salute; ma anche, purtroppo, per il potere, per vendetta nei confronti dei babbani per colpa dei quali il mondo magico doveva nascondersi e, la sua famiglia, allora era semidistrutta.
Sapendo che Harry aveva ben chiara quella parte della storia, Azucena riprese:
"Silente e Grindelwald si separarono poco prima della fine dell'estate. Ghellert gli disse che doveva incontrare un mago che si faceva chiamare "Cinereus" che, secondo lui, sarebbe stato in grado di decifrare quel libro. Tornò quindi al suo paese, portandosi dietro la copia originale del libro e, per settimane, non si sentirono. Mesi dopo tornò da Silente perchè gli serviva aiuto. Silente volevo seguirlo, ma suo fratello Abeforth si mise in mezzo per impedirgli di partire. Ghellert si infuriò e ci fu uno scontro nel quale la sorella di Silente, la povera Ariana, morì. Silente ne rimase distrutto e Ghellert fuggì la sera dopo e non si incontrarono più fino al giorno del loro famoso duello".
Harry fissava in silenzio il pavimento. Nella mente rivedeva il volto di Silente distrutto dal dolore quando due anni prima a King's Cross, dopo che Voldemort aveva colpito Harry con l'anatema che uccide nella foresta proibita, gli aveva raccontato quella storia.
Il racconto riprese:
"Tornato in Bulgaria Grindelwald iniziò a reclutare intorno a se dei seguaci; una la conosci di certo: la madre di Narcissa, Bellatrix e di Andromeda, nonchè del tuo padrino Sirius, se non ricordo male.
A quelle parole Harry sobbalzò in ricordo del suo padrino, ma non interruppe e continuò ad ascoltare Azucena:
"Grindelwald non le aveva parlato dei Doni, ovviamente; a lui serviva solo in quanto certamente motivata contro i Mezzosangue e le sue teorie sull'affermazione della razza, "Toujours Pur", erano utili a livello propagandistico. Ghellert aveva sempre bisogno di Cinereus per tradurre quel libro. Cinereus, nonostante fosse giovane, era una mago dotato di straordinarie capacità ed intelligenza, più di Silente e di Grindelwald messi insieme; ed era davvero molto potente. Fu l'unico mago del quale Silente stesso dovette ammettere di aver avuto timore in passato. Quando lo conobbe in seguito, prima dello scontro con Grindelwald, ne rimase ammaliato.
Grindelwald riuscì a trovare Cinereus e gli affidò il libro affinchè traducesse per lui quelle pagine che parlavano della bacchetta, sperando potessero riverargli come trovarla; tutti nel mondo magico conoscevano la favola dei tre fratelli di Beda Il Bardo, ma erano in pochi quelli che credevano che la storia fosse comunque vera e che i doni della morte esistessero davvero. Cinereus era uno di quelli. Presto però, anche lui trovò difficoltà nella traduzione del libro e dovette fermarsi. Fu grazie ad un altro dei seguaci di Ghellert che Cinereus potè continuare il suo lavoro, un seguace che si faceva chiamare "Nocturnus": il mio "saccente fratellone" Unglick. Da giovane mio fratello era uno studioso, intelligente e pieno di talento; ci volevamo bene, ma Unglick si risentiva del vivere con una sorella che si dimostrava migliore di lui. Così, quando conobbe Grindelwald, si unì presto a lui credendo di ottenere la sua parte di notorietà che non poteva avere a causa mia. Conobbe Cinereus poco tempo dopo essersi unito a Grindelwalde e seppe del libro. Per mettersi in mostra, parlò di me a Cinereus e, senza svelarmi subito chi fosse, Unglick, lo portò a casa una sera d'estate, dicendomi che aveva bisogno di aiuto per la traduzione di un libro e che avrebbe cenato con noi.
Io, Azucena, "la prima strega a diplomarsi in tutti i M.A.G.O. allora disponibili, così brillante da offuscare la fama dei migliori studenti diplomatisi in quella medesima scuola", quando lo vidi per la prima volta, me ne innamorai perdutamente, e così lui di me. Due menti estremamente brillanti che si incontravano, non potevamo non riconoscerci nelle nostre similitudini e attitudini alla magia e allo studio, benchè Cinereus le usava per scopi oscuri. Ma Cinereus rinunciò ad ogni oscuro proposito per amor mio e io lo amai di più per questo.
"Nel frattempo Grindelwald, era sulle tracce di un giovane mago dedito alla costruzione di bacchette che si diceva essere di qualità superiore. Immagino tu sappia di chi stò parlando, vero Harry?" chiese Azucena. La risposta uscì fulminea dalle labbra del ragazzo, ancora prima di poterci pensare: "Gregorovich". "Corretto, Harry", rispose lei e riprese il racconto:
"Unglick si risentì della mia relazione con Cinereus e lo odiava; così se ne andò per raggiungere Grindelwald ed informalo del suo tradimento. Ma per Ghellert non c'era tempo per quello; se era come sospettava e Gregorovich avesse davvero la bacchetta di Sambuco, doveva muoversi in fretta, doveva agire quella notte stessa, e così fece. Si recarono insieme da Gregorovich, ma solo Ghellert entrò in casa. Cercò ovunque la bacchetta senza fare il minimo rumore; poi entrò nel laboratorio e la vide! era lì, incautamente lasciata sul bancone dove Gregorovich fabbricava le sue bacchette. Seppe subito che era lei, la Bacchetta di Sambuco. L'illustrazione disegnata nel libro oscuro, e che ora gli balenava in mente, gli dava ragione. La prese. Ma poco prima di fuggire via, Unglick era entrato in casa; Grindelwald non gli aveva detto per quale motivo si trovavano li e, quando Unglick entrò e vide la Bacchetta, realizzò; prima che Ghellert se ne accorgesse, si smaterializzò. Il rumore della sua smaterializzazione svegliò Gregorovich, che salito nel laboratorio, non potè fare altro che vedere Ghellert scomparire dalla finestra con un ghigno.
Unglick tornò immediatamente a casa e ci informò che Ghellert aveva trovato la bacchetta di Sambuco e che era meglio se loro tre scappassero e si nascondessero. Non era certo che, ora che Ghellert aveva la bacchetta, loro gli sarebbero serviti ancora, tantomeno ora che Cinereus lo aveva tradito per me. Ero terrorizzata dalla scia di terrore che Grindelwald lasciava dietro di se. Temevo per la mia vita, per qualle di mio fratello e del mio fututro sposo. Cercammo di tradurre pìù pagine possibili del libro, certi ci fosse un modo per comtrastare il potere della bacchetta; trovammo qualcosa ma, purtropo, non c'era e non era, allora, il tempo per farlo. Così decidemmo in fretta cosa fare. Nascondemmo il libro in un posto dove pensavamo nessuno lo fosse andato a cercare mai, anche se, il futuro, ci rivelò quanto fossimo in errore: La prigione di Nurmengard.
Poi praticai su mio fratello e su Cinereus un incantesimo per far dimenticare loro le mie capacità, di modo che un domani se anche fossero stati costretti a dire qualcosa su me, altro non avrebbero potuto se non che eccellevo nelle conoscenze erbologighe e curative. Scrissi la pergamena e operai l'incatesimo dememorizzante su di me.
Poi, come chiunque altro poteva, fuggimmo cercando di metterci in salvo lontano da Grindelwald. Unglick andò in America. Io e Cinereus ci nascondemmo in Europa.
Quando Grindelwald tornò con la bacchetta di sambuco per eliminarci, non trovò, nessuno e, benchè ci cercò, non ne ebbe in seguito modo e tempo per farlo.
Silente lo sfidò a duello. Il resto è leggenda!
Harry era ancora in silenzo; parte di quella storia la conosceva già, ma rivederla nelle mente con l'aggiunta di nuovi fatti, gli faceva comprendere quanto veramente la storia dei doni, non fosse legata solo alla sua e a quella di Voldemort. No, tutto era molto più grande, una storia che aveva alle spalle sofferenze e dolori legati non solo alla sua storia e a quella della sua famiglia, ma all'intero mondo magico, sin dalla prima apparizioni di Minami. Quante lacrime, quanto dolore, nei secoli. Harry non sapeva cosa provare. Non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile che nel mondo, soprattutto in quello magico, potesse esistere così tanto odio, tanta crudeltà e tanta brama di potere, da portare alla morte e al sacrificio di centinaia, migliaia di maghi e babbani innocenti.
Poi si ricordò di una cosa che gli disse Silente tempo addietro, quando si trovavano insieme nel suo studio dopo che Voldemort aveva cercato di possederlo nell'atrio del ministero della magia: "Voldemort non comprendeva l'amore e quindi non poteva possedere a lungo il corpo di Harry; sua madre, Lily, si era sacrificata per lui, aveva dato la vita per lui fornedogli la massima protezione e, questa, gli era rimasta dentro". Era per questo che Harry non poteva comprendere l'odio e il potere. Solo ora ad Harry fu chiaro cosa intendeva Silente. In passato Harry aveva odiato Voldemort per tutto il dolore che aveva recato a lui privandolo della sua famiglia, e per tutto il male causato al mondo magico. Harry si ricordò di come poco prima dell'ultimo colpo mortale che Voldemort avrebb cercato di infliggergli, Harry gli avesse offerto una via di fuga da quella vita dannata:"Pentiti" gli aveva detto Harry. E ancora si ricordò di come aveva odiato Piton per aver tradito e ucciso Silente, anche se ora conosceva la verità, ma di come nonostante questo, quando lo vide morente nella stamberga strillante, provò per lui compassione al punto di raccogliere le sue lacrime e portarle in seguito al pensatoio di Silente.
No!, pensò. L'odio e i potere non erano parte di lui.
E con un nuovo sentimento di forza e di orgoglio si ridestò dai pensieri e tornò a fissare gli occhi di Azucena.

Fine
Testo scritto da : L.S. alias Skalvo.
Finito di scrivere il: 21/04/2013 ore 05.16.

Vietata l'appropriazione indebita del testo nella sua natura scritta, verbale e/o intellettuale. Ossia: Non spacciate il testo originale come vostro. Liberi di commentarlo e migliorarlo, ma ne reclamo ufficialmente i tutti i diritti di proprietà intellettuale edi ogni altra natura possibile. Grazie a tutti. Spero vi piaccia.
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MessaggioTitolo: Re: Il racconto di Azucena   Il racconto di Azucena EmptyDom Apr 21 2013, 20:48

a me l'ingrato compito di aprire le danze, a quanto pare.

innanzitutto:
Gellert Grindelwald e non Ghellert
Uglick e non Unglick
un po' di maiuscole sono saltate, e questa frase qui contiene un errore concettuale
Citazione :
Tornato in Bulgaria Grindelwald iniziò a reclutare intorno a se dei seguaci; una la conosci di certo: la madre di Narcissa, Bellatrix e di Andromeda, nonchè del tuo padrino Sirius, se non ricordo male
Sirius e Narcissa sono cugini, non fratelli. La madre di Narcissa è la zia di Sirius. E da quando i Black hanno vissuto in Bulgaria? Shocked

Più che un dialogo, è un monologo di Azucena. Harry non dice nulla: si riserva solo una serie di pensieri sul finire del testo, e questo è davvero poco Row.
Manca l'ambiente: il contesto in cui si muovono e dialogano i personaggi è del tutto assente. Anche il dialogo in quanto tale, sinceramente (mio parere personale, eh!) lo trovo un po' inutile: ripete troppe cose che già sappiamo, prima di arrivare alle rivelazioni davvero 'piccanti'.
Non è male l'idea che Azucena possa aver avuto a che fare con Grindelwald, e che Grindelwald e Silente conoscessero in qualche modo la storia di Virginia e dei Tre Fratelli (sempre se quest'ipotesi diventerà parte del libro), però la love story mi sembra un po' esagerata!
Citazione :
"Grindelwald non le aveva parlato dei Doni, ovviamente; a lui serviva solo in quanto certamente motivata contro i Mezzosangue e le sue teorie sull'affermazione della razza, "Toujours Pur", erano utili a livello propagandistico
'propagandistico' è un termine moderno, molto poco Row. E poi Tojours Pur è il motto della casata, mica una teoria! Question

Insomma, l'ipotesi che fai non è affatto male, ma il testo non le rende per nulla giustizia.

Citazione :
Vietata l'appropriazione indebita del testo nella sua natura scritta, verbale e/o intellettuale. Ossia: Non spacciate il testo originale come vostro. Liberi di commentarlo e migliorarlo, ma ne reclamo ufficialmente i tutti i diritti di proprietà intellettuale edi ogni altra natura possibile. Grazie a tutti. Spero vi piaccia.
qui dentro nessuno si appropria indebitamente di nulla. i testi pubblicati vengono letti e commentati, e in caso inseriti nel libro. la 'proprietà intellettuale' come la chiami tu non è affatto minacciata (anche perchè i testi nel libro mica portano la firma, e prima di diventare parte della storia passano per la bozza), semplicemente perchè nessuno avrebbe interesse ad appropriarsi del testo di un altro. Smile
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Ludovic Bagman
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MessaggioTitolo: Re: Il racconto di Azucena   Il racconto di Azucena EmptyLun Apr 22 2013, 11:55

testo molto bello!! Very Happy
se è la prima volta che scrivi non posso immaginare cosa verrà fuori quando prenderai più la mano!! cheers davvero bravo.
Sottoscrivo le perplessità riscontrate da Anny... sia sulle imprecisioni che sul commento generale del testo.
E' vero che un monologo ci può stare... tuttavia Azucena da troppe cose per scontate... parla come se avesse letto la mente di Harry (o i sette libri scritti dalla Row! Razz ) e la cosa mi pare improbabile.

Forse un po' più di partecipazione e coinvolgimento di harry senza strafare e si potrebbe veder di far qualcosa!
Bravo ancora!! Il racconto di Azucena 002

Per quanto riguarda la nota sotto, come Admin ti rassicuro:

Hai tutti i diritti di tutelare le tue idee e del tuo testo rimani tu il proprietario e da regolamento noi rispettiamo la volontà dello scrittore di lasciar pubblicare o meno il suo testo in Hp8! Tuttavia sai che dal punto di vista legale non c'è nulla di tutelato, poiché noi stessi inventiamo vicende sulla base di personaggi, ambienti e luoghi già sotto diritti d'autore (tra l'altro di una che se vuole ti rovina pure! Razz )... quello che ci tutela a noi è il fatto che come fan pubblichiamo tutto liberamente senza dichiarar proprietà intellettuale di alcunché e soprattutto senza lucrarci sopra!
Per questo motivo tu postando in questo forum e aderendo al progetto dovresti attenerti a questi parametri. Noi in base a regolamenti interni questa cosa la gestiamo. Devi però essere consapevole che chiunque (anche al di fuori del forum) può prendere il tuo testo e modificarlo e farne quello che crede... la contestazione e la dimostrazione che quel testo non è stato prodotto da qualcun altro la si può tranquillamente fare usando i registri e date, ora dei forum.. tutto a livello amatoriale ovviamente!
Per concludere il dibattito facciamo l'esempio limite:
La row decide di fare l'ottavo capitolo della saga di HarryPotter.. la nostra magnifica trama la intriga e prende il nostro libro e lo pubblica lei. Legalmente lo può fare benissimo... ci fa solo una non bellissima figura! Wink
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MessaggioTitolo: Re: Il racconto di Azucena   Il racconto di Azucena EmptyGio Mag 09 2013, 08:55

Se è il tuo primo testo complimenti Very Happy

In linea generale mi è piaciuto: l'idea di completare la storia dei doni con i particolari mancanti non è da sottovalutare, potrebbe tornare utile Very Happy per esempio quando Uglick scappa in America è li che incontra la Setta (idea buttata li)... Very Happy

Sul fatto che il testo è un monologo credo sia normale dato che è un racconto. Comunque per rendere più attivo Harry gli si possono far fare delle domande sulle parti che non conoscedella storia. In particolare sulla setta, per renderlo più inerente alla storia...

Un'altra cosa (magari ero io troppo concentrato sul racconto): dove è ambientato?descrizione del luogo Wink

E poi una cosa che mi è piaciuta poco: Azucena chiede ad Harry, dopo che racconta qualcosa chesa ggià: come sai Harry, giusto? (Non riesco a fare l citazioni perché sono con il Cell) è troppo da maestra / bambino secondo me.

Comunque bravo e continua così Very Happy Very Happy Very Happy
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